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Notiziario Marketpress di
Martedì 26 Aprile 2005
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LA SANTA CATERINA IN TRONO DI BARNABA DA MODENA GENOVA GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLA 21 APRILE - 3 LUGLIO 2005 |
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Genova, 26 aprile 2005 - L’esposizione allestita presso la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola è dedicata alla presentazione al pubblico della tavola raffigurante Santa Caterina in trono con devoti realizzata dal pittore Barnaba da Modena e di recente acquisita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali per destinarla al museo genovese. L’evento si colloca nella scia della mostra “Joos van Cleve e Genova. Intorno al Ritratto di Joos van Cleve” (Genova, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, 31 gennaio-13 aprile 2003), manifestazione che costituì uno straordinario momento per sottolineare le scelte operative che contraddistinguono, soprattutto negli ultimi anni, l’allestimento della Galleria Nazionale della Liguria e gli incrementi conseguenti alle proposte inviate al superiore Ministero, ovvero il recupero di fondamentali tasselli delle vicende figurative che caratterizzarono l’ambiente culturale ligure, con particolare attenzione per quegli esempi limitatamente presenti nelle collezioni dei musei genovesi. L’esposizione, allestita in una delle sale del terzo piano della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, permetterà inoltre di illustrare sia gli esiti del restauro eseguito sulla tavola nel corso del 2004 da Franca Carboni sotto la direzione di Farida Simonetti, sia i risultati delle indagini diagnostiche (radiografia, riflettografia infrarossa, fotografia all’infrarosso in falso colore, fotografia a colori della fluorescenza da raggi ultravioletti, spettrofotometria di fluorescenza di raggi X, misure di riflettanza) effettuate per l’occasione da Danilo Cafferata e Silvia Romagnoli del centro diagnostico per i beni culturali Artemateria di Genova e Milano in collaborazione con l’Istituto di Fisica Generale Applicata dell’Università degli Studi di Milano (laboratorio di Archeometria diretto dal prof. Mario Milazzo), indagini i cui risultati permetteranno di raggiungere una maggiore conoscenza della tecnica pittorica del maestro e dei materiali utilizzati. In occasione della comparsa del dipinto all’asta dedicata alla pittura antica organizzata dalla Casa d’Aste Finarte di Milano il 27 marzo 2002, la Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico della Liguria inoltrò allo stesso Ufficio competente con sede a Milano una comunicazione con la quale richiedeva, in considerazione dell’importanza artistica e dell’alta rilevanza storica della tavola, l’avvio ai sensi di legge del procedimento di dichiarazione di interesse particolarmente importante. Nel maggio dello stesso anno la Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico della Liguria ha successivamente avviato con i proprietari del dipinto una trattativa privata, conclusasi il 3 dicembre 2002 con l’acquisto dell’opera da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per una somma ammontante a Euro 300.000,00, e la conseguente destinazione al museo statale genovese. Incontrastato esponente della produzione pittorica ligure della seconda metà del Trecento, Barnaba da Modena nacque nel centro emiliano con probabilità tra il 1328 e il 1330. La prima notizia attualmente nota sul maestro risale però solo all’ottobre del 1361, quando risulta attivo a Genova, città dove sicuramente alcuni anni prima si stabilì dando avvio ad una fiorente bottega. L’importanza raggiunta dalla sua produzione nell’ambiente artistico genovese è documentata da rilevanti commissioni, tra le quali si annovera l’incarico di decorare la cappella ducale, lavoro per cui venne retribuito nell’aprile del 1364. Il prestigio raggiunto dalle opere di Barnaba da Modena motivò l’invito, rivoltogli nel giugno del 1379, di recarsi a Pisa (dove sicuramente erano già stati inviati suoi dipinti) per completare nel Camposanto il ciclo di affreschi con le Storie di San Ranieri, intervento poi non realizzato ma che permise al pittore di instaurare ulteriori contatti con mecenati del luogo, per i quali realizzò la nota Madonna dei “Mercanti” (Pisa, Museo Nazionale di San Matteo) e il polittico raffigurante la Madonna col Bambino tra i santi Bartolomeo, Andrea, Pietro e Agostino della chiesa dei Ss. Andrea e Lucia di Ripoli di Cascina. Ritornato a Modena nel 1380 per curare la vendita di un immobile, tre anni dopo l’artista è nuovamente attivo a Genova, centro dove è attestato sino al 1386, anno in cui risale con molta probabilità la consegna del polittico raffigurante la Madonna col Bambino tra san Michele Arcangelo, san Dalmazio, san Pietro e san Paolo tuttora conservato nella chiesa di San Dalmazio a Lavagnola (Savona), una tra le opere cardini della sua produzione matura. Segnalata per la prima volta nel 1960 da Roberto Longhi sulla rivista “Paragone” quando si trovava presso la collezione Cruz di Santiago del Cile, la Santa Caterina in trono con devoti venne da allora ritenuta un fondamentale tassello del percorso artistico del pittore emiliano. Datata in seguito da alcuni studiosi, basandosi su un’errata interpretazione dei caratteri visibili ai lati del capo della santa, al 1352, la tavola è stata invece più correttamente collocata da Giuliana Algeri in prossimità del polittico eseguito da Barnaba da Modena per la chiesa di San Dalmazio a Lavagnola, realizzato secondo la studiosa nel 1386 e non nel 1376 come ritenuto in precedenza. La critica ha riconosciuto in questa preziosa testimonianza pittorica, presumibilmente scomparto centrale di un trittico smembrato, un significativo momento del percorso artistico del maestro modenese, personalità trainante dell’ambiente culturale genovese degli ultimi decenni del Trecento, dove Barnaba trovò un contesto culturale ricco ed eterogeneo, a cui egli affiancò i contatti con il Piemonte, il territorio pisano e la Spagna. La raffigurazione è connotata da una piena padronanza e una peculiare rielaborazione degli stimoli propri della particolare koinè di matrice toscana che dominò la produzione artistica ligure sino ai primi decenni del Quattrocento. La monumentalità della figura della santa, la raffinata profusione delle superfici dorate minuziosamente percorse da racemi, la doviziosa resa del tessuto che ricopre lo schienale del trono, la sinuosa definizione dell’andamento della veste, nonché la suggestiva stesura degli incarnati, palesano infatti una profonda riflessione su quanto prodotto negli stessi anni nell’area pisano-senese, pur non abbandonando elementi propri della cultura emiliana, assimilati da Barnaba nei primi anni di attività. L’ostentazione della ricchezza cromatica, abbinata ad una pur minima attenzione al dato naturalistico, percepibile in particolare nella costruzione dei tratti somatici del devoto - con probabilità identificabile nel priore della confraternita che commissionò il dipinto al pittore - inginocchiato assieme ai confratelli ai piedi del trono, sono componenti linguistiche che ben evidenziano come l’artista abbia saputo tradurre nelle sue opere il gusto ricercato dell’esigente clientela locale. L’appartenenza della tavola destinata alla Galleria Nazionale della Liguria alla fase matura dell’esperienza artistica del pittore Barnaba da Modena, collocabile tra l’ottavo e il nono decennio del Trecento, risulta alquanto attendibile ad un confronto con altre testimonianze pittoriche risalenti allo stesso momento e contraddistinte da analoghe scelte compositive e linguistiche. Tali peculiarità si individuano in particolare nella Madonna col Bambino proveniente da San Donato, originariamente conservata nella chiesa genovese dei Santi Cosma e Damiano, e nel dipinto di analogo soggetto ricordato all’inizio del Novecento nella Cattedrale di Ventimiglia e oggi trasferito nella cappella del vicino Vescovado. Se nella prima tavola si ritrova infatti una stesura pittorica alquanto simile in corrispondenza della resa del volto della Vergine, contraddistinto da tratti somatici pressoché identici a quelli della santa Caterina, e una stessa eleganza nella disposizione del capo e della braccia, nell’opera di Ventimiglia emerge anche la stessa preziosità cromatica e decorativa, percepibile in particolare nell’uso di un elaborato motivo fitomorfo che orna il drappo inserito in entrambe le opere alle spalle della Madonna. L’eccezionale accostamento in occasione della mostra allestita presso la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola a fianco della Santa Caterina in trono con devoti di queste opere, rispettivamente datate dalla critica tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta del Xiv secolo, permetterà infatti di evidenziare l’esistenza di un profondo legame stilistico e cronologico, nonché di sottolineare l’ampio riscontro ottenuto dalle ieratiche composizioni di Barnaba da Modena in un ambito territoriale particolarmente vasto e presso committenze eterogenee, dai più importanti esponenti delle aristocratiche famiglie genovesi ai membri di confraternite o comunità religiose.
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