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Notiziario Marketpress di Martedì 26 Aprile 2005
 
   
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  LA COMMISSIONE CHIEDE UNA RIFORMA DELLE UNIVERSITÀ PER REALIZZARE GLI OBIETTIVI DI LISBONA  
   
  Bruxelles, 26 aprile 2005 - La Commissione europea ha adottato una comunicazione in cui chiede agli Stati membri di introdurre riforme che consentano alle università europee di contribuire in maniera più efficace all'obiettivo dell'Unione europea di diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva al mondo. "Mobilising the brainpower of Europe: enabling universities to make their full contribution to the Lisbon Strategy" (Mobilità dei cervelli in Europa: consentire alle università di assicurare il loro pieno contributo alla strategia di Lisbona) fa seguito alla comunicazione della Commissione del 2003 sul ruolo delle università nell'Europa della conoscenza, e la consultazione delle parti interessate che ha avuto luogo successivamente. Il documento fa presente che, in assenza di un intervento immediato, il divario attuale in termini di investimenti nell'istruzione e nella ricerca tra l'Europa e i suoi concorrenti principali continuerà ad aumentare. "[L]a comunicazione adottata oggi sottolinea che i risultati conseguiti dagli istituti europei di istruzione superiore denotano rilevanti debolezze rispetto a quelli dei nostri concorrenti principali", ha dichiarato il Commissario per l'Istruzione e la formazione Ján Figel' durante una conferenza stampa. "Sebbene la qualità media delle università europee sia discreta, non sono attualmente in grado di assicurare il loro pieno contributo per promuovere la crescita economica, la coesione sociale e la creazione di nuovi e migliori posti di lavoro. La Commissione invita i responsabili politici nazionali a formulare misure che consentano alle università di svolgere appieno il loro ruolo nella strategia di Lisbona", ha proseguito il Commissario Figel'. La comunicazione individua quattro punti deboli chiave, o "strozzature", nel funzionamento delle università europee. In primo luogo, la tendenza all'uniformità e all'egualitarismo fa sì che molti istituti si attengano agli stessi programmi e metodi monodisciplinari, determinando l'esclusione di coloro che non si adeguano al modello tipo. In secondo luogo, le università europee sono realtà a sé e di conseguenza rimangono isolate rispetto al mondo economico, il che determina una carenza di capacità imprenditoriali tra i laureati, e una scarsa preparazione dei talenti e delle risorse per affrontare la concorrenza mondiale. Inoltre, secondo la Commissione, l'eccesso di regolamentazione sotto forma di corsi definiti a livello nazionale e di norme di assunzione per il personale accademico, per esempio, frenano la modernizzazione e l'efficienza, mentre l'ammissione inflessibile e il riconoscimento delle regole relative alle qualifiche professionali ostacolano la mobilità e la formazione continua. La debolezza che tuttavia mina maggiormente il sistema europeo di istruzione superiore è la scarsità dei finanziamenti. In media, i paesi dell'Unione spendono solo l'1,1 per cento del Pil per l'istruzione superiore, a fronte del 2,7 per cento del Pil che gli Stati Uniti investono nelle università. "Ciò è dovuto quasi esclusivamente a livelli di investimenti molto inferiori da parte delle imprese e delle famiglie europee", si legge nella comunicazione. "Se l'Europa volesse eguagliare le cifre statunitensi, dovrebbe destinare altri 150 miliardi di euro all'anno all'istruzione superiore". In risposta a ciò, la comunicazione sollecita i responsabili politici a livello nazionale a riconoscere che colmare il divario in termini di finanziamenti costituisce una condizione essenziale per realizzare gli obiettivi di Lisbona. Anche in un sistema universitario modernizzato, un obiettivo ancora piuttosto lontano per l'Europa, la Commissione stima che un investimento nell'istruzione superiore pari al 2 per cento del Pil rappresenta un requisito minimo per un'economia basata sulla conoscenza. Più in concreto, i governi nazionali vengono incoraggiati a introdurre norme che favoriscano e incentivino i partenariati tra aziende ed atenei. Laddove è previsto il pagamento di rette universitarie, aggiunge la comunicazione, una percentuale rilevante dei fondi raccolti dovrebbe essere ridistribuita sotto forma di sovvenzioni o di prestiti concessi in base al reddito e volti a garantire l'accesso a tutti gli studenti, oppure sotto forma di borse di studio, assegnate in base al merito e volte a incoraggiare l'eccellenza. La comunicazione contiene anche programmi di riforma volti a potenziare la qualità e l'attrattiva delle università, e a migliorare la governance nelle aree della gestione istituzionale e del sistema. La Commissione ha annunciato che la comunicazione sarà integrata da un piano d'azione di prossima elaborazione concernente la ricerca presso le università, e infine ha chiesto al Consiglio di adottare una risoluzione che appoggi le sue richieste di creazione di nuovi partenariati tra Stato e università, e di investimenti sufficienti ad assicurare la modernizzazione dell'istruzione superiore in Europa. Http://europa.eu.int/comm/education/policies/2010/lisbon_en.html  
     
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