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Notiziario Marketpress di Martedì 26 Aprile 2005
 
   
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  SECONDO LE CONCLUSIONI DI UN PROGETTO, I SISTEMI ASSISTENZIALI EUROPEI DEVONO POTER RISPONDERE ALLE ESIGENZE DEGLI UTENTI A RISCHIO  
   
  Bruxelles, 26 aprile 2005 - Negli ultimi anni i sistemi assistenziali europei sono stati sottoposti a crescenti pressioni dovute a fattori quali la globalizzazione, l'invecchiamento delle popolazioni, l'aumento dei costi e i cambiamenti della vita familiare. Le ricerche esistenti in materia hanno già evidenziato quali riforme sono necessarie per rispondere ai nuovi rischi sociali, tuttavia risulta meno chiaro in quale modo possano essere attuate nei vari sistemi nazionali presenti in Europa. Per colmare tale lacuna, la Commissione europea ha fornito un contributo finanziario a un progetto relativo alla riforma dei sistemi assistenziali e alla gestione dei cambiamenti sociali noto con la sigla Wramsoc (Welfare Reform and Management of Societal Change), che è un'iniziativa intrapresa nell'ambito dell'azione chiave "Accrescere la base delle conoscenze socioeconomiche" del Quinto programma quadro (5Pq). Obiettivo del progetto era esaminare in modo approfondito i fattori che influiscono sulla politica di assistenza sociale in vari paesi europei al fine di offrire una nuova comprensione delle riforme attualmente in corso e individuare i metodi per incoraggiare riforme che promuovano la dimensione europea nei sistemi assistenziali. Le attività progettuali si sono concluse di recente con la pubblicazione della relazione finale. Con il coordinamento dell'Università di Kent (Regno Unito), i partner del progetto Wramsoc hanno esaminato i recenti sviluppi politici in sette paesi - Finlandia, Svezia, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Svizzera - nonché a livello di Unione europea, attraverso più di 250 interviste a responsabili delle decisioni politiche e ad altri attori. Nell'attuale periodo postindustriale, oltre alle esigenze sociali tradizionali che i sistemi assistenziali iniziali cercavano di soddisfare, quali il pensionamento, la disoccupazione o l'invalidità, stanno emergendo nuovi rischi sociali. Secondo la relazione, tali rischi possono essere suddivisi in tre categorie principali: equilibrio tra le responsabilità lavorative e quelle familiari, ad esempio prendersi cura dei figli, mancanza delle competenze necessarie per ottenere un lavoro sicuro e adeguatamente retribuito e perdita dell'accesso a soddisfacenti prestazioni sociali a seguito di ristrutturazioni dei sistemi assistenziali quali le riforme delle pensioni. Nonostante il delinearsi di queste nuove esigenze assistenziali, i partner del progetto Wramsoc hanno operato una distinzione tra i costi percepiti per farvi fronte rispetto ai rischi più tradizionali. Mentre i costi dei sistemi assistenziali iniziali erano spesso percepiti come un onere per l'economia, i tipi di rischio che emergono ora offrono ai responsabili delle decisioni politiche l'opportunità di consentire l'ingresso di nuovi gruppi di popolazione nel mercato del lavoro retribuito, aumentando in tal modo la competitività e creando quello che la relazione definisce un "circolo virtuoso". Per quanto riguarda l'attuale realtà in Europa, il progetto ha evidenziato che i paesi nordici sono stati i primi a riconoscere i rischi sociali emergenti e a definire politiche per affrontarli. Nella relazione si afferma che nei paesi corporativi, che rappresentano la maggior parte dei sistemi assistenziali europei, le risposte ai nuovi rischi sociali indicano altre direzioni nel campo dell'assistenza sociale, tuttavia attualmente le riforme non sono ancora state completate e pertanto le dimensioni del cambiamento sono incerte. Per contro, nei paesi mediterranei l'elaborazione di politiche riguardanti i nuovi rischi sociali sembra per il momento limitata, aspetto, questo, dovuto però in parte alla persistenza di forti sistemi familiari che svolgono una funzione informale di cura dei figli e attenuano gli effetti dei tassi elevati di disoccupazione giovanile. I partner del progetto hanno constatato che, mentre i rischi sociali tradizionali interessano ampie fasce della popolazione, i nuovi rischi spesso hanno un effetto immediato su gruppi minoritari. Eppure, gran parte dell'elaborazione delle politiche relative ai nuovi rischi sociali è effettuata da "coalizioni di modernizzatori" costituite da politici e parti sociali, in particolare gruppi di imprenditori. "Tenuto conto che ad essere profondamente impegnati nelle riforme sono persone diverse da coloro che sono le vittime immediate dei nuovi rischi, i risultati tendono a riflettere gli interessi di tali persone in misura maggiore rispetto a ciò che di solito avviene nel caso dei vecchi rischi sociali", hanno concluso i partner del progetto. Sebbene la responsabilità politica della riforma dei sistemi assistenziali spetti quasi interamente agli Stati membri, la relazione individua possibilità di intervento a livello europeo. "L'unione europea ha grosse opportunità per essere coinvolta nelle nuove politiche, in particolare in relazione ai cambiamenti dei mercati del lavoro e all'accesso e alla posizione delle donne nel mondo del lavoro retribuito, in quanto le attività a livello nazionale in tali settori non sono molto sviluppate e i responsabili delle politiche nazionali non hanno ancora assunto posizioni consolidate". Secondo la relazione, l'Unione europea dovrebbe partecipare al processo di riforma attraverso il metodo di coordinamento aperto. Nonostante la difficoltà a valutarne l'efficacia e l'impatto nel campo della politica sociale, il gruppo incaricato del progetto ha concluso che il metodo di coordinamento aperto offre ai responsabili delle politiche nazionali preziose risorse e contribuisce ad accrescere l'importanza delle questioni sociali nei programmi politici e pertanto deve essere applicato ed esteso. Il gruppo ha tuttavia raccomandato all'Unione europea di valutare i motivi per cui tale metodo non riceve maggiore attenzione dai responsabili delle politiche nazionali. Le altre raccomandazioni che emergono dalla relazione finale del progetto Wramsoc si riferiscono direttamente alle conclusioni delle valutazioni politiche. Nella relazione si sostiene che le persone più esposte ai rischi derivanti dai problemi assistenziali emergenti devono essere coinvolte più direttamente nel dialogo politico, in modo da tener conto delle loro esigenze insieme a quelle di imprenditori, imprese e organizzazioni sindacali. Infine, più in particolare, i partner del progetto Wramsoc invitano l'Unione europea a valutare la possibilità di concedere ai lavoratori a tempo pieno che si occupano dei familiari più anziani lo stesso diritto ai congedi retribuiti previsto per i genitori. Per ulteriori informazioni e per accedere alla relazione consultare il seguente sito: http://www.Kent.ac.uk/wramsoc/index.htm  
     
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