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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Maggio 2005
 
   
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  VALUTAZIONE DELLE CREDENZIALI "VERDI" DEL 7PQ  
   
  Bruxelles, 5 maggio 2005 - Gli aspetti relativi all'ambiente e alla sostenibilità del Settimo programma quadro (7Pq) sono stati sottoposti a esame in occasione di una conferenza organizzata a Bruxelles dal gruppo Verde/alleanza libera europea (Verts/ale) al Parlamento europeo il 2 maggio scorso. Politici, ricercatori e rappresentanti di gruppi di interesse hanno toccato temi quali la ricerca nucleare, la salute, il cambiamento climatico e la nanotecnologia. Benché tutti abbiamo convenuto che il 7Pq dovrebbe essere incentrato soprattutto sulla sostenibilità, sono emersi pareri divergenti su quanto sia evidente questo aspetto nella proposta pubblicata il 6 aprile. Il Commissario per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik e l'europarlamentare polacco e relatore sul 7Pq Jerzy Buzek hanno suscitato reazioni scettiche alle loro assicurazioni di possedere credenziali "verdi". Il Commissario Potocnik aveva dichiarato ai presenti che "se c'è un'area che è presente orizzontalmente in tutte le priorità della ricerca, sono le questioni ambientali", mentre l'onorevole Buzek ha affermato di aver trascorso gran parte della sua carriera a tradurre in pratica i risultati della ricerca ambientale, e ha aggiunto: "Mi potete considerare un Verde. Siamo tutti Verdi al giorno d'oggi!" L'onorevole Buzek ha dichiarato che la commissione parlamentare per l'industria, la ricerca e l'energia ha espresso "un parere generalmente favorevole sulle proposte", ma che desidererebbe presentare "qualche centinaio di emendamenti". Alcuni di essi riguardano questioni molto delicate, ha ricordato l'eurodeputato, che ha fornito l'esempio della proporzione esistente tra i finanziamenti destinati all'energia nucleare e quelli stanziati per l'energia rinnovabile, per la ricerca sulle cellule staminali e per l'ingegneria genetica. La questione dell'energia è stata ripresa da molti altri partecipanti. Hans Josef Fell, deputato dei Verdi e membro del governo tedesco, ha ribadito che l'aumento dei finanziamenti per il nucleare previsto nella proposta del 7Pq è dieci volte maggiore dell'incremento per l'energia rinnovabile. Ha inoltre sollevato obiezioni sulla proposta di spendere dieci miliardi di euro dei fondi comunitari per il reattore sperimentale termonucleare internazionale (Iter) che, secondo lui, "non produrrà alcun risultato nell'arco dei prossimi 50 anni", mentre "a noi servono risultati immediati". Il Commissario Potocnik ha reagito affermando che il periodo di attesa sarà verosimilmente di 30 anni e non di 50, ma che, in ogni caso, "La nostra responsabilità va ben oltre i prossimi 30 anni". Le difficoltà di valutare l'opportunità di Iter da un punto di vista ambientale sono state sintetizzate da Michaël Braun, che di recente ha portato a termine uno studio sulle proposte del 7Pq per il partito tedesco dei Verdi. "Da un'ottica commerciale, ritengo che le fonti di energia rinnovabile [e non la fusione o fissione nucleare] siano quelle a cui destinare i nostri investimenti, poiché hanno già fatto la trafila dei laboratori di ricerca. Non ho risposte all'interrogativo sulla fusione. Nel futuro più prossimo non produrrà risultati, ma possiamo permetterci di abbandonarla tout court?", ha osservato. L'equilibrio tra gli obiettivi commerciali e quelli inerenti alla sostenibilità è stato di fondamentale importanza per la Commissione durante la stesura della proposta per il 7Pq, ha ricordato il Commissario Potocnik. Il 7Pq è più incentrato sull'industria rispetto a quelli che l'hanno preceduto, ha spiegato il Commissario, ma ha ricordato che rimane comunque essenziale "tenere d'occhio" la sostenibilità. Rispondendo a una domanda dell'onorevole Jerzy Buzek sulle priorità della Commissione nell'ambito delle nove priorità della ricerca contenute nella proposta, il Commissario Potocnik ha dichiarato che variano in base a determinati criteri. Se da una parte le priorità per la competitività potrebbero essere la tecnologia dell'informazione e la biotecnologia, dall'altra le priorità per la sostenibilità sono la salute e l'ambiente, ha ricordato. Molti dei presenti hanno espresso preoccupazione per il fatto che, per la prima volta, la ricerca sulla sicurezza è stata inserita nel programma quadro. La maggior parte delle obiezioni riguarda il timore che i fondi comunitari possano essere utilizzati a vantaggio della ricerca militare. Il Commissario ha rassicurato i presenti sul fatto che il 7Pq non finanzierà alcuna attività di ricerca di natura militare, ma ciò non è bastato a tranquillizzare Doug Parr, scienziato capo di Greenpeace nel Regno Unito, che ha chiesto che tale priorità venga sostituita dalla ricerca sulla risoluzione dei conflitti e sui processi sociali. Doug Parr ha insistito dicendo che l'intera premessa su cui si basa la proposta del 7Pq è sbagliata. "Parte dalle tecnologie e non dalle problematiche", ha osservato. Ha fornito l'esempio delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e della nanotecnologia. Ognuno di questi temi è inserito quale priorità della ricerca, ma, secondo Doug Parr, viene considerato un obiettivo fine a se stesso. Tali tecnologie dovrebbero invece essere utilizzate per risolvere problemi, ha affermato. La proposta, inoltre, non è sufficientemente incentrata sulle scienze sociali e sul problema dell'acqua e dei rifiuti, conferisce un potere eccessivo al settore delle imprese e non guarda abbastanza lontano, ha aggiunto Doug Parr. La proposta alternativa di Greenpeace comprende le seguenti priorità di ricerca: cambiamento climatico ed energia, risoluzione dei conflitti e processi sociali, salute e benessere pubblici, agricoltura, uso del territorio e pesca, e infine utilizzo responsabile delle risorse. "Dovremmo riformulare il 7Pq a partire dagli obiettivi, che sono di natura ambientale, sociale e inerenti alla salute pubblica", ha osservato Doug Parr. Doug Parr ha inoltre affermato che un'autentica consultazione pubblica sul 7Pq verosimilmente non appoggerebbe la proposta nella sua forma attuale, e ha chiesto al Parlamento europeo di esporre all'influenza della società civile la questione del finanziamento della ricerca europea. Si è inoltre acceso un dibattito sul bilancio del 7Pq. "Parliamo di aumentare il bilancio come se bastasse questo per ottenere magicamente i risultati auspicati", ha dichiarato l'eurodeputato spagnolo David Hammerstein. Hans Josef Fell ha ripreso questo punto affermando che in Germania il consenso sull'aumento del bilancio comunitario a favore della ricerca dipenderà probabilmente dalla capacità dei ministri e dei deputati di riconoscere che un bilancio più cospicuo genererà valore aggiunto, e che sarà utilizzato in maniera efficace. Il Commissario Potocnik ha elencato rapidamente dieci motivi che giustificano l'aumento del bilancio, ricordando ai presenti che "in fin dei conti la questione non riguarda la ricerca e sviluppo, bensì la nostra società e il modo in cui dovrebbe svilupparsi in futuro".  
     
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