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Notiziario Marketpress di Venerdì 06 Maggio 2005
 
   
  Web moda & tendenze  
  MODA: MILANO LA PENSA, L'ITALIA LA CUCE  
   
  Parola d'ordine creatività: il 2 maggio . A Milano è "di moda" la progettazione. Con il 22,9% del totale italiano di addetti del settore design e styling (di tessili, abbigliamento, mobili, accessori, ecc...) Milano si conferma sempre più fucina di nuove idee, che vengono poi tradotte concretamente nel resto della regione. 1 Se infatti la Lombardia presenta un sistema lavorativo con picchi consistenti nella produzione e nel commercio di macchinari (il 48,3% del totale addetti in Italia nel 2001) e nell'industria tessile (22,3%), a monte Milano si può ben considerare fulcro della dinamica creativa. Che crea, progetta e naturalmente 1 pubblicizza. Le fette occupazionali detenute sul totale italiano avvalorano anche questa attitudine meneghina: 1 sono preponderanti pubbliche relazioni e pubblicità. In questi due settori a Milano si concentrano rispettivamente il 35,16%, 31,6% del totale occupazionale italiano nel 2001, con un sostanziale assorbimento di gran parte del contributo complessivo della Lombardia (40,33% e 37,8% sul totale italiano). La tendenza 1 verso tale specializzazione è comprovata anche dall'evoluzione storica della ripartizione occupazionale: nel passato macchinari e tessili costituivano a Milano settori di grosso richiamo. I primi coprivano nel 1991 il 13,1% del totale addetti italiano mentre nel 2001 solo il 9,4%, i secondi sono scesi dal 9,3% del 1971 al 6,8% 1 del 1981, al 5,3% del 1991 fino al 4,8% del 2001. La pubblicità in un decennio rimane pressoché invariata (dal 32,4% del 1991 al 31,6% del 2001), mentre il grosso salto in avanti lo si riscontra tra il design e lo styling ~ che passano dal 18,7% del totale addetti italiano nel 1991 al 22,9% di dieci anni più tardi. E il sistema dell'istruzione conferma il trend con un riorientamento dell'offerta formativa verso tipiche professioni 1 progettuali. In Italia il 25,4% (dato 2005) dei corsi è dedicato a stilisti e designer, in Lombardia il dato sale al 30,6%, a Milano addirittura al 32,8%, a quota 29,7% sul totale nazionale. Sono questi alcuni dei dati che emergono dalla ricerca "Le professioni della moda, un sistema riflessivo" presentata durante l'iniziativa 1 "Milano di Moda" promossa dalla Camera di Commercio di Milano, dal Comune e da Banca Intesa. Milano di Moda: prima conferenza strategica sulla moda, il 2 e 3 maggio. L'evento si tiene a Palazzo Mezzanotte, in piazza Affari 6, a Milano. La partecipazione è gratuita. Promossa da Comune di Milano, 1 Camera di Commercio di Milano e Banca Intesa, in collaborazione con Università Bocconi, Università Cattolica, Iulm e Politecnico di Milano. Sono intervenuti oggi, tra gli altri: Bozzetti, Corbetta, Curiel, Damiani, De Felice, Dolce, Ferrari, Filippini, Fiorucci, Gabbana, Giacomotti, Giusi Ferrè, Martini, Micciché, I Missoni, Modenese, Molinari, Moschillo, Norsa, Orsi, Provasoli, Rosso, Sangalli, Sozzani, Trussardi, Zecchi. I Interverranno tra gli altri, domani 3 maggio: Albertini, Biagiotti, Borghi, Boselli, Cavalli, Del Debbio, Formigoni, Mandelli, Marzotto, Perini, Versace, Zegna. "Milano conferma la sua centralità nel settore della moda – ha commentato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano – a partire dalla capacità inventiva, dal design e dalla qualità. Ma la globalizzazione sta trasformando i parametri tradizionali che regolavano il mercato della moda: occorre che I il sistema si presenti unito per far fronte alle nuove sfide, di una concorrenza senza regole dei Paesi emergenti. Ed è quindi prima di tutto un problema di difesa della nostra produzione di qualità: di "legittima protezione ", di lotta alla contraffazione che a Milano penalizza la distribuzione per 50 milioni di euro all'anno. Accanto a ciò, occorre fare fronte comune ( istituzioni, associazioni e protagonisti dell 'intera filiera del tessile e della moda) per investire nelle" infrastrutture trasversali ": formazione ed innovazione ".  
     
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