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Notiziario Marketpress di Venerdì 06 Maggio 2005
 
   
  Web moda & tendenze  
  MODA A MILANO: FEBBRE GIALLA 3 MILIARDI E MEZZO DI EXPORT, LA CITTÀ DA SOLA COSTITUISCE IL 9% DELLE ESPORTAZIONI DI MODA ITALIANA. MA LE IMPORTAZIONI CRESCONO +52% IN CINQUE ANNI L’IMPORT DALLA CINA. –555 IMPRESE IN CINQUE ANNI (-8%), MENO CHE IN ITALIA  
   
  Sono 103547 le imprese attive in Italia nel settore della moda al quarto trimestre 2004, il 2% di tutte le imprese italiane ed il 16% di quelle manifatturiere. Milano a pari merito con Firenze e Prato è la capitale della settore della Moda italiana, ciascuna pesa per il 6% sul totale nazionale. Ma per quanto riguarda la confezione articoli di vestiario e preparazione di pellicce Milano è sola al comando con 3.323 imprese pari al 7% della categoria, seguita da Napoli con 3229 imprese pari a circa il 7%. In Italia in cinque anni dal quarto trimestre 1999 al quarto trimestre 2004 il settore moda segna una diminuzione in media di circa 11% equivalente a –12.620 imprese. Milano per quanto abbia perduto 555 imprese contiene il rallentamento al –8%. Il settore della moda meneghina che si difende meglio? Le imprese tessili con il –5%,mentre la pelletteria e articoli da viaggio quello quello più colpito con –15%. Per quanto riguarda il fatturato la provincia meneghina è prima assoluta in Italia con circa 7 miliardi pari a 8% del fatturato nazionale. Con i suoi 3 miliardi e mezzo di export e con i suoi 3 miliardi di import, Milano da sola costituisce il 9% delle esportazioni di moda italiana ed il 14,2% delle importazioni. In particolare il peso di Milano si fa sentire nel settore dell’abbigliamento e dei tessili con il 10,6% delle esportazioni, mentre nel comparto cuoio e pelletteria conta il 5%. Milano è più “Asia dipendente” rispetto al resto d’Italia. L’europa pesa sulle esportazioni per il 58%, contro una media italiana del 72%, mentre l‘Asia conta per il 21% delle esportazioni contro una media italiana del 13%. Se sull’import l’Europa fa la parte del leone con il 58% del totale milanese (57% la media nazionale), l’Asia rivendica il suo ruolo di tigre con il 34% (a fronte di un 30% nazionale). Come per il resto del paese il saldo milanese fra import ed export della moda è ancora positivo pari a quasi mezzo miliardo di euro, ma cala del 9% rispetto a quello del ‘99. La moda che viene dalla Cina trova a Milano un mercato più difficile rispetto a quello italiano, l’import cinese nel settore della moda è cresciuto del 58% in cinque anni contro il 105% nazionale. Anche a Milano il settore più esposto è quello dei prodotti tessili e dell’abbigliamento che ha registrato una crescita dell’import del 66%. Meno aggressive le importazioni cinesi di cuoio e prodotti in cuoio e similari +40%. Le esportazioni verso la Cina aumentano molto rapidamente, si sono triplicate in 5 anni, ma il saldo negativo tra import ed export con la Cina è cresciuto del 52% passando da 278.944.468 euro a 423.870.342 euro, una crescita comunque inferiore a quella nazionale pari al 101%. Ma nella squadra della moda italiana ci sono anche giocatori stranieri. Le ditte individuali con titolari cinesi attive in Italia nel settore della moda sono 8.483 pari al 14% di tutte le ditte individuali attive nel settore. Milano è terza in Italia con 950 imprese pari al 87% delle imprese extracomunitarie della moda e al 28% delle ditte individuali del comparto. Emerge dal “Dossier moda: le imprese, le relazioni economiche e internazionali” a cura della Camera di commercio di Milano attraverso il Lab.mim sui dati del registro imprese e Istat. Di questo si è parlato oggi a Milano di Moda. Milano di Moda: prima conferenza strategica sulla moda, 2 e 3 maggio. A Palazzo Mezzanotte, in piazza Affari 6, a Milano. Promossa da Comune di Milano, Camera di Commercio di Milano e Banca Intesa, in collaborazione con Università Bocconi, Università Cattolica, Iulm e Politecnico di Milano. Sono intervenuti oggi, tra gli altri: Albertini, Biagiotti, Borghi, Boselli, Cavalli, Mandelli, Marzotto, Perini, Versace, Zegna. Per informazioni: 02-85155330; milanodimoda@mi.Camcom.it. “Oggi le sfide sono globali –ha commentato Renato Borghi, membro di giunta della Camera di Commercio di Milano-. Per vincere in un mercato senza confini è necessario puntare sulla qualità del prodotto, investire sulle risorse umane, sull’innovazione, sulla regolamentazione del mercato anche internazionale. Il ricco tessuto di piccole e medie imprese nel settore della moda deve trovare un valido partner nelle istituzioni per rilanciare la competitività a partire da regole chiare e precise in un mercato trasparente e corretto”. “Il settore della moda – ha dichiarato Pier Andrea Chevallard, segretario generale della Camera di commercio di Milano - è sempre stato per Milano un comparto economico rilevante e di prestigio. Un settore che è sempre stato l’ambasciatore all’estero del “made in Milan”, che ha fatto conoscere il gusto, la qualità della vita tipicamente italiana”. Classifica provinciale . Milano a pari merito con Firenze e Prato è la capitale della settore della Moda italiana. Queste sono le tre province con più sedi di imprese tessili in Italia e ciascuna pesa per il 6% sul totale nazionale. Milano, pur avendo un’importanza nel tessile pari alle altre province toscane, risulta la meno specializzata, infatti solo il 2% del totale delle imprese nella provincia ed il 13% di quelle manifatturiere appartiene a questo settore. In particolare Milano è sola al comando per la confezione articoli di vestiario e preparazione di pellicce con 3323 imprese pari al 7% della categoria . Andamento del settore in 5 anni Milano nel complesso ha sofferto un calo di circa 8% pari a –555 imprese All’interno del settore il comparto che ha sofferto di più è quello della preparazione cuoio e fabbricazione articoli da viaggio-cuoio che perde 215 aziende pari al 15%,seguono le confezioni con una diminuzione di 252 imprese ovvero -7% e le industrie tessili che con una perdita di 88 aziende registrano il -5% Fatturato Se per numerosità di imprese Milano deve dividere il podio con le altre province toscane, per quanto riguarda il fatturato la provincia meneghina è prima assoluta in Italia con oltre 6 miliardi pari a 8% del fatturato nazionale seguita da Vicenza e da Prato che, con i loro 5 miliardi e mezzo di euro, rappresentano ciascuno il 7% del fatturato del settore. Medaglia di bronzo a Firenze che raggiunge i 4 miliardi , ovvero il 5% del settore. Queste quattro province realizzano da sole un quarto del fatturato della moda italiana. Import - export Al quarto trimestre 2004 con i suoi 3 miliardi e mezzo di export e con quasi 3 miliardi e mezzo di import, Milano da sola costituisce il 9% delle esportazioni di moda italiana ed il 14,2% delle importazioni. In particolare il peso di Milano si fa sentire nel settore dell’abbigliamento e dei tessili con il 10,6% delle esportazioni, mentre nel comparto cuoio e pelletteria conta il 5% Le direzioni del flusso commerciale milanese seguono lo stesso trend italiano, ma l’importanza dell’Asia è più forte che nel resto del paese. Mentre l’Europa pesa sulle esportazioni per il 58% ,contro una media italiana del 72%, l‘Asia conta per il 21% delle esportazioni contro una media italiana del 13%. Sul versante dell’import l’Europa fa la parte del leone con il 58% del totale milanese, l’Asia rivendica il suo ruolo di tigre con il 34%. Andamento dell’import export negli ultimi 5 anni Milano segue il trend italiano, il saldo fra import ed export è ancora positivo pari a quasi mezzo miliardo di euro, ma cala del 9% rispetto a quello del ‘99. Rispetto all’Italia invece la crescita percentuale più veloce nelle importazioni è stata quella africana +44% seguita dall’asiatica+37%, terza l’America con +29%. Per l’export è ancora l’Africa a guidare la classifica con +49%,seconda è l’Europa con +27% e terza è l’America con +13% Milano e la Cina La moda che viene dalla Cina trova a Milano un mercato più difficile rispetto a quello Italiano, infatti rispetto alla media nazionale l’import nel settore della moda è cresciuto dal quarto trimestre 1999 al quarto trimestre 2004 del 58% contro il 105% nazionale. Anche a Milano il settore più esposto è quello dei prodotti tessili e dell’abbigliamento che ha registrato una crescita del 66%, meno aggressive le importazioni cinesi di cuoio e prodotti in cuoio e similari +40%. Le esportazioni verso la Cina aumentano molto rapidamente , si sono triplicate in 5 anni ma il saldo negativo tra import ed export con la Cina è cresciuto del 52% passando da 278.944.468 euro a 423870342 euro, una crescita comunque inferiore a quella nazionale pari al 101%. La Cina a Milano Con le sue 950 ditte individuali nel settore della moda con un titolare cinese Milano risulta terza dopo Firenze e Prato ed è quarta dopo Reggio Emilia, Firenze e Prato per peso di imprese individuali cinesi della moda su tutte le ditte individuali del settore, registrando il 28%. Mentre sulle ditte individuali del comparto con titolare extracomunitario i titolari cinesi sono pari a 87%  
     
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