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Notiziario Marketpress di Venerdì 06 Maggio 2005
 
   
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  FRIULI VENEZIA-GIULIA / “DOLCI EMOZIONI” TRA LE VIE DI TRIESTE. UN WEEK-END DA SOGNO NELLA CITTà GIULIANA ALLA SCOPERTA DELLA STORIA, CULTURA E DELLE SECOLARI TRADIZIONI DOLCIARIE MITTELEUROPEE  
   
  Trieste gode, meritatamente, la fama di una città ricca di storia, arte, gloriose tradizioni marinare e mercantili, ma anche di grandi tradizioni enogastronomiche, frutto di lunghi interscambi tra i popoli sul crocevia delle culture mediterranee, mitteleuropee, orientali. Un posto del tutto particolare, nell’insieme di Trieste “golosa”, occupano i suoi dolci. Per scoprirli e gustarli appieno, circondati dalla magica atmosfera della città asburgica sull’Adriatico, il Consorzio Promotrieste in collaborazione con Key Tre Viaggi e Magesta Incentives propongono due pacchetti turistici… per i più golosi! Infatti, oltre alle visite e alle escursioni nei luoghi storici e nei musei, i pacchetti includono cene, degustazioni di dolci e tour nei laboratori di pasticceria. Il programma del week end da passare a Trieste è estremamente denso di visite ai musei e monumenti più importanti della città, come la casa del Barone Revoltella, importante mecenate e co-finanziatore dell’apertura del Canale di Suez, che diede grande impulso ai traffici del porto triestino. La dimora storica del Museo Revoltella è fedelmente allestita con gli arredi della seconda metà dell’Ottocento e collegata all’omonima Galleria d’Arte Moderna. Il centro storico di Trieste offre numerosi itinerari per “passeggiate storiche”: dalla splendida Piazza Unità d'Italia affacciata sul golfo, si può camminare nel Borgo Teresiano, il sontuoso centro della Trieste ottocentesca, visitare piazza della Borsa, la Chiesa Greco Ortodossa e Serbo Ortodossa, il Canal Grande e la Chiesa di Sant’Antonio. Una visita in centro non può non includere una sosta in uno dei Caffè storici, per una degustazione dei dolci e caffè, come, ad esempio, Caffè San Marco che regala un'atmosfera d'altri tempi e… un'ottima torta Sacher. Si può visitare anche una delle pasticcerie storiche di Trieste, la Pasticceria Pirona, per immergersi in un tripudio di krapfen, strudel e sacher di origine viennese, pinza triestina, putizza e presnitz di origine slovena, cotognate e marzapane. Per finire, le prelibatezze della Pasticceria Penso Narciso, in via Diaz 11, uno dei luoghi più amati dalla Trieste bene. Se invece si è interessati a gustare i dolci della tradizione ungherese come la torta rigojanci o la dobos, l'indirizzo è la Bomboniera, in via XXX Ottobre, vera e propria istituzione in fatto di dolcezze. Tantissime emozioni riserva anche una passeggiata nel centro medievale di Cavana e Crosada e l’ex Ghetto ebraico ricco di antiquari e rigattieri. E’ possibile fare anche un giro della città in pullman “Trieste by Bus” che permette di raggiungere i monumenti più distanti: le rive, il museo ferroviario, il teatro romano, la Cattedrale di S. Giusto e il canale di Ponterosso. Per tutti gli ospiti di Trieste è d’obbligo una visita al Castello di Miramare, residenza di Massimiliano d’Asburgo e della principessa Carlotta del Belgio, che più volte ospitò l’Imperatrice Sissi. Nel parco ricco di numerose piante d’origine tropicale si potranno visitare le serre tropicali e il centro del WWF, gestore della Riserva Marina di Miramare. E, in serata, i ristoranti triestini offrono il meglio della loro cucina, ovviamente con una particolare attenzione ai dessert. “TRIESTE GOLOSA”, PACCHETTI TURISTICI - Strutturati in tre giorni, con l’arrivo il venerdì pomeriggio, i due pacchetti sono disponibili tutto l’anno (ad eccezione dei periodi di festività e manifestazioni particolari) e hanno i prezzi che vanno da 131 a 360 euro, a seconda della sistemazione alberghiera e il numero di cene e degustazioni; comprendono anche la tessera “T-For Tou” che dà diritto all’ingresso ai musei comunali, libera circolazione sui mezzi pubblici, nell’ambito della provincia di Trieste (compresi la trenovia di Opicina e il collegamento marittimo Trieste/Muggia); visita alla Grotta Gigante; il giro turistico della città “Trieste by bus”. TRIESTE E I DOLCI DELLA MITTELEUROPA - “Trieste golosa” offre una tradizione dolciaria vasta e curiosa per il palato: PINZA, PUTIZZA, PRESNITZ E FAVE, ghiotte testimonianze di secolari interscambi etnici. Le influenze slovene, austro-ungariche o ungheresi si ritrovano passeggiando tra i caffè storici della città e perdendosi nelle vetrine delle più famose pasticcerie. In un tripudio di leccornie, il vero goloso non potrà resistere a una fetta di torta sacher (testimonianza del legame con l’impero austro-ungarico), immergersi nella tradizione slovena tra assaggi di struccolo de pomi (strudel alle mele), struccolo cotto (strudel alle noci), putizza e presnitz e assaporare le influenze ungheresi nella torta ribojanci o dobos. E poi ancora tra crostoli (chiacchiere veneziane), krapfen (bomboloni alla marmellata o alla crema), fritole (specie di piccola frittella) o pinza (corrisponde più o meno alla “brioche” francese). Sulle origini dei dolci triestini le ipotesi sono tante, spesso fantasiose, ma caratterizzate da un comune denominatore nella provenienza di molti elementi dalla cucina ebraica e dalle cucine dei paesi del Mediterraneo. Si ritrovano infatti ingredienti simili nella composizione dei vari ripieni, come l’utilizzo di frutta secca (uvetta, mandorle, noci) portata dalle “calandre” (navi da trasporto greche), oltre all’utilizzo della pasta “fillo” di origine turca. I dolci tipici di Trieste scelti come rappresentanti nell’itinerario della grande iniziativa promozionale “Trieste golosa”, sono la Pinza, la Putizza, il Presnitz e le Fave Triestine. PINZA - “La pinza se fa con fior de farina, zuchero, ovi e acquavite de casa”. Il più diffuso dei dolci pasquali nella tradizione di Gorizia e Trieste, si presenta come una pagnotta o focaccia semi dolce frutto di una lunga preparazione e lievitazione. Le nonne impastavano a mano, intorno a un tavolo, incominciando il primo lievito alle prime luci del mattino, lavorando la pasta a più riprese con uova, burro e zucchero, per poi farlo cuocere al forno di fiducia. Alcune, le più diffidenti, mettevano un bigliettino sul proprio panetto o ne facevano un segno sopra, in modo da non rischiare che si confondesse con altre Pinze! La mattina di Pasqua, dopo la Messa, la famiglia si riuniva per una colazione rituale, composta, tra le altre cose, dal prosciutto cotto o arrostito per il quale la Pinza faceva da companatico insieme al fiore di finocchio o al rafano grattugiato. L’origine etimologica della Pinza (o Pinsa) è fonte di discussione: alcuni sostengono derivi dal latino “pinsare = schiacciare” altri, ed è la tesi più probabile, ne ritrovano origini longobarde dal “bizzo/pizzo” (al femminile “pizza”) ovvero “boccone” e dal verbo “bizan” cioè “mordere”. PUTIZZA - Tipico dolce della tradizione pasquale Teresina, come il Presnitz o la Pinza, la Putizza si distingue però per un carattere e un sapore più familiari. La sua caratteristica e grande raffinatezza, risiedono nella ricchezza di ingredienti del suo ripieno e nella formazione del dolce che viene arrotolato unitamente alla pasta formando un insieme soffice e profumato. Una rollata ripiena di noci, uvetta e pinoli, pasta lievitata e un ripieno, simile a quello della «gubana» friulana anche nella forma, arricchito da rhum e vino di Cipro e da alcune spezie come cannella, noce moscata e chiodi di garofano. L’origine è certamente slava, derivante dal termine potica, o meglio dal verbo poviti, ovvero avvolgere, arrotolare ed è ancora una volta specchio della complessità etnica e storica del territorio. PRESNITZ - Il Presnitz, particolare dolce della tradizione teresina nasce a metà del XIX secolo, quando un evento importante mise in movimento tutta la città di Trieste. Per accogliere degnamente "Sissi" Imperatrice d'Austria e Ungheria, in visita al Castello di Miramare, la città si fece festosamente bella. S’indissero concorsi e gare per oggetti d'arte, artigianato, gastronomia e pasticceria con un premio particolare alla torta più originale dedicata all’imperatrice. In un’elegante pasticceria del centro apparve per la prima volta un dolce creato per l'occasione. Portava sovrapposta la scritta "Se giri il mondo ritorna qui". Premiato con il titolo di "Preis Prinzessin" (Premio Principessa), ben presto i triestini lo chiamarono sbrigativamente e amorevolmente Presnitz. Trieste si arricchiva così di un dolce fatto di frutta, noci, nocciole, mandorle, uvetta, pinoli, liquore, avvolti in uno strato sottile di pasta sfoglia che rimarrà a suggello di tradizioni e liete ricorrenze. In realtà la filologia insegna che presnitz ha una chiara origine slava nel termine presnec, diminutivo usato per i pani non lievitati. In effetti la pasta del Presnitz è tirata e non lievitata, il ché ci riporta a una tradizione tipicamente ebraica. FAVETTE o FAVE del MORTO - Secondo Plinio, le fave contenevano le anime dei defunti e venivano usate quindi nel culto dei morti come “incantesimi protettori”. Dagli archivi di una delle più antiche pasticcerie triestine, la Pasticceria Pirona fondata il 1 gennaio 1900, risulta che le fave entrarono a far parte delle golosità di Trieste all’epoca dell’inaugurazione del Castello di Miramare.  Dolci, rotonde, a base di mandorle, dalla dimensione di una piccola ciliegia, del colore bianco naturale, rosa o marrone, apparivano verso la metà di ottobre in tutte le vetrine di pasticceria. Anche oggi le fave sono il dolce tipico nella ricorrenza della festività dei morti, quando le vetrine delle pasticcerie si riempiono di sacchettini marrone, rosa o bianchi. Nelle ricette originarie, a cui le migliori pasticcerie si attengono ancora, le mandorle venivano macinate e lasciate asciugare per due giorni in un canto del focolare, per poi essere amalgamate a zucchero, uova e alcool. L’amalgama ottenuta veniva poi divisa in tre parti alle quali si aggiungevano cedro per le fave bianche, cacao per quelle marroni e olio di rose per quelle rosa, lasciandole infine tostare in forno appena tiepido. www.promotrieste.it    
     
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