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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Maggio 2005
 
   
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  L'ARTISTA JAMES LUNA SCELTO DAL NATIONAL MUSEUM OF THE AMERICAN INDIAN SMITHSONIAN INSTITUTION PER LA BIENNALE DI VENEZIA - ARTI VISIVE 2005  
   
  Milano, 18 maggio 2005 - Il "National Museum of the American Indian-smithsonian Institution" ha scelto l'artista e performer James Luna per rappresentare il Museo e l'arte contemporanea Nativa Americana negli eventi collaterali della 51a edizione della Biennale di Venezia. L'opera di Luna sarà in mostra dall' 8 giugno al 6 novembre 2005 presso la Fondazione Querini-stampalia di Venezia. "A partire dall'inaugurazione pubblica sul National Mall a Washington D.c. Il 21 settembre 2004, il National Museum of the American Indian ha assunto un ancora più deciso impegno nel presentare l'arte contemporanea nativa a un pubblico internazionale" ha affermato W. Richard West Jr. (Southern Cheyenne), direttore fondatore del Museo. «James Luna, appartenente alla "La Jolla Band of Mission (Luiseño) Indians" della California del Sud, dimostra che gli artisti Nativi Americani creano e contribuiscono attivamente al discorso dell'arte contemporanea. È una grandissima opportunità avere Luna a rappresentare il Museo nel luogo più prestigioso del mondo per l'arte contemporanea". Le provocatorie performance e installazioni di Luna utilizzano lo humor e l'ironia nello sfidare gli spettatori a rivedere le loro percezioni su che cosa significhi essere Nativi Americani nel mondo contemporaneo, richiamando l'attenzione sulle difficoltà, le complessità e le sfide che i popoli indigeni si trovano oggi ad affrontare. Il lavoro di Luna è stato presentato in luoghi quali la Whitney Biennial e il New Museum of Contemporary Art di New York, la National Gallery in Canada, e il Nippon International Performance Art Festival in Giappone. Le sue storie sono uniche, tanto quanto lo è la sua riserva di La Jolla, eppure esse sono sufficientemente universali da attirare il pubblico di Tokyo, di New York, come pure del Saskatoon. Emendatio A Venezia Luna proporrà un complesso lavoro in tre parti intitolato Emendatio, etimo latino di "emendazione", definita come "l'atto di cambiare per il meglio, o di correggere ciò che è sbagliato o imperfetto. Miglioramento; eliminazione di errori o imperfezione." Come la precedente creazione costituita da performance e installazioni, anche Emendatio è multiforme, ricca di elementi audiovisivi, videoproiezioni e schermi sovrapposti, fotografie, oggetti di recupero, danza e partecipazione degli spettatori. La mostra rende onore ad un Indiano Luiseño, Pablo Tac, inviato nel 1830 da una missione francescana in California a Roma, dove morì undici anni più tardi, dopo aver completato la stesura di una storia scritta del suo popolo. Emendatio rievoca e riafferma i legami storici, geografici e culturali tra l'Italia e l'America indigena, e le connessioni tra il passato e il presente. Essa prosegue un discorso iniziato dall'artista Fred Wilson nella sua mostra "Speak of Me as I Am" (Parla di Me Come Sono) alla Biennale di Venezia del 2003, che esaminava le connessioni storiche tra Venezia e l'Africa. Emendatio è curata da Truman Lowe e Paul Chaat Smith del National Museum of the American Indian.  
     
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