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Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Maggio 2005
 
   
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  L'EUROPA È UNA SEDE SEMPRE PIÙ AMBITA PER LE SOCIETÀ STATUNITENSI DI BIOTECNOLOGIA  
   
  Bruxelles, 19 maggio 2005 - Benché gli Stati Uniti occupino da sempre una posizione dominante nel campo della ricerca, dell'innovazione e della commercializzazione delle biotecnologie, l'Europa sta tentando con successo di conseguire nuovi livelli di eccellenza in questo settore. Pur dovendo affrontare molte sfide nella loro ricerca della supremazia biotecnologica, uno dopo l'altro i paesi europei stanno abbattendo le barriere rappresentate dai finanziamenti pubblici e privati, dai costi elevati di produzione e dai tempi richiesti per l'autorizzazione dei prodotti, si legge nella rivista statunitense Expansion Management. "Le società statunitensi si stanno dando da fare per impiegare a proprio vantaggio il patrimonio intellettuale, l'ubicazione strategica, i vantaggi logistici e la qualità della vita offerti dall'Europa", spiega la rivista. Se per tradizione la maggior parte degli investimenti esteri nella biotecnologia è sempre confluita nel Regno Unito e in Svizzera, paesi quali i Paesi Bassi, la Francia e l'Italia stanno diventando mete sempre più ambite. I Paesi Bassi, ad esempio, stanno diventando una delle sedi europee preferite dalle società americane, attratte da tutta una serie di incentivi aziendali, dalla disponibilità di capitale di rischio e dalla vicinanza agli aeroporti internazionali. L'impresa statunitense in fase di avviamento Biovec Bv, una società attiva nel settore delle scienze della vita e specializzata nello sviluppo di nuovi prodotti per la terapia genica, ha iniziato le attività di ricerca di base negli Stati Uniti, ma sta effettuando la sperimentazione clinica nei Paesi Bassi per motivi squisitamente normativi. "Spesso è meno complesso ottenere l'autorizzazione degli enti normativi comunitari [rispetto a] la Fda [Food and Drug Administration] statunitense", ha spiegato David Wolf, presidente e direttore generale di Biovec. "Generalmente in Europa si impiega meno tempo rispetto agli Usa a immettere sul mercato un prodotto che richiede autorizzazione. Per arrivare alla fase I della sperimentazione umana ci vorranno verosimilmente due anni e mezzo a partire da adesso. L'intero percorso fino alla fase Iii potrebbe durare sei anni. Negli Stati Uniti, i tempi potrebbero essere maggiori", ha spiegato a Expansion Management. "Quegli anni in più possono significare la fortuna o il collasso di una società", ha aggiunto, "soprattutto se si stanno solo investendo fondi senza percepire alcun reddito". Scegliendo l'Università di Groninga, la società ha individuato una sede europea con un bagaglio di esperienza notevole nella terapia cardiovascolare e nella chirurgia coronarica, con all'attivo inoltre ricercatori che parlano inglese. Biovec conta attualmente cinque dipendenti a Groninga, ma prevede di assumerne altri cinque entro dicembre, in concomitanza con l'espansione della ricerca. Anche la Francia riscuote molto successo presso le società farmaceutiche statunitensi, in quanto "analogamente agli Stati Uniti, la Francia dispone di uno dei sistemi sanitari più avanzati del mondo", ha spiegato Mark Owen della Mckesson Corp, una società con sede a San Francisco che ha anche strutture nelle vicinanze di Bordeaux e di Poitiers. "Un'altra affinità con gli Stati Uniti è il significativo margine di miglioramento del sistema esistente. In terzo luogo, il governo francese e il mercato in generale si sono dimostrati molto favorevoli a una collaborazione con Mckesson. La combinazione di questi fattori ha fatto sì che la Francia fosse una scelta del tutto naturale per noi", ha dichiarato alla rivista. L'italia ha cominciato ad attrarre numerose società americane, in quanto - nel settore europeo delle scienze della vita - è salita alla terza posizione in termini di fatturato e di numero di dipendenti. Come fa presente Expansion Management, la spesa a favore di ricerca e sviluppo è in ascesa, e il numero delle nuove imprese attive nel campo della biotecnologia continua ad aumentare, spesso come aziende spin off dell'attività accademica o di una presenza industriale straniera in Italia. Tali cambiamenti, alimentati dall'esistenza di centri di ricerca con una storia autorevole nel campo della ricerca farmaceutica e con legami più stretti tra il mondo accademico e la comunità imprenditoriale, hanno già dato vita a diversi raggruppamenti di biotecnologia, alcuni dei quali sono specializzati nel campo della diagnostica e della sperimentazione terapeutica. "In particolare, le recenti applicazioni nei campi della biomedicina, della bioinformatica, della biomeccanica e della nanobiotecnologia stanno suscitando l'interesse degli investitori", osserva Expansion Management. Malgrado gli sviluppi promettenti, il settore europeo della biotecnologia continua tuttavia a essere in ritardo rispetto agli Stati Uniti in termini di maturità. A mano a mano che si intensifica la concorrenza con le società statunitensi di biotecnologia, l'omonimo settore europeo sta cercando di dimostrare di essere sufficientemente solido da offrire sia sostenibilità sia redditività.  
     
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