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Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Maggio 2005
 
   
  Pagina3  
  4° RAPPORTO SULLA PORNOGRAFIA  
   
  Roma, 19 maggio 2005 - 2002-2004: il volume d’affari della pornografia in Italia. Il mercato del porno cresce: il valore medio annuo del fatturato, dal 2002 al 2004, è di 993 milioni di euro (corrispondente a poco più di 1.900 miliardi di vecchie lire). Per misurare l’andamento del volume d’affari pornografico in una prospettiva temporale di una certa dimensione, l’Eurispes ha analizzato il trend del mercato negli ultimi 17 anni, dagli anni clou del boom del porno ad oggi. Questo quanto emerge dal 4° Rapporto sulla Pornografia realizzato dall’Eurispes con il patrocinio del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, che già nel 1984 aveva ispirato la realizzazione del 1° Rapporto. Il 4° Rapporto verrà presentato dal Presidente dell’Eurispes, Prof. Gian Maria Fara, e dal Presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, Mons. J. P. Foley, giovedì 19 maggio p.V. A, presso la Sala Conferenze della Biblioteca Nazionale (Viale Castro Pretorio, 105 - Roma). Tabella Volume d’affari complessivo dell’industria pornografica. Stime Anni 2002, 2003, 2004
Aree d’affari 2002 (in ml di euro) 2003 (in ml di euro) 2004 (in ml di euro)
Siti web commerciali 224 301 181
Home video (vendite e noleggi) 224 226 233
Pay tv (generaliste e specializzate) 184 184 247
Video telefonini di terza generazione - - 140
Prostituzione generata da annunci (su riviste- cataloghi e siti web) 93 93 110
Telefonia erotica (escluse telefonate per sex on demand) 89 89 89
Sexy shop off line e on line (esclusi prodotti videografici) 36 42 49
Riviste pornografiche, scambiste e cataloghi di prostitute/i 34 38 41
Altro 11 11 11
Totale 895 984 1.101
Fonte: Eurispes. Tabella Volume d’affari annuo dell’industria pornografica. Stime in lire e in euro Anni 1987 e 1991
Aree commerciali 1987 (in miliardi di lire) 1991 (in miliardi di lire) 1987 (in milioni euro) 1991 (in milioni euro)
Stampa 180 210 92,9 108,4
Cinema 150 100 77,4 51,6
Videocassette 120 1.000 61,9 516,4
Pornoshop 150 165 78,0 85.2
Altro 4 35 2,0 18,0
Totale 604 1.510 312,2 779,6
Fonte: Primo, secondo e terzo Rapporto Eurispes sulla Pornografia in Italia. Costante è l’aumento nel settore dei sexy shop, relativamente alle vendite dei prodotti non videografici (oggettistica, biancheria-abbigliamento, ecc.) dovuto al fatto che negli ultimi tre anni diversi dei 400 sexy shop presenti sul territorio, specialmente quelli insediati nel Centro e nel Nord, sono stati ristrutturati e ampliati: segno di un buon andamento commerciale. Sono aumentate anche le vendite delle riviste, grazie all’apporto di quelle contenenti annunci scambisti e dei cataloghi prostituzionali, entrambe le più vendute. Alla loro diffusione (che appare senz’altro in crescita) e all’aumento dei siti web che ospitano annunci di sesso a pagamento, si deve l’aumento del giro d’affari prostituzionale (maschile e femminile). Ma è tra le aree d’affari forti (televisioni a pagamento, home video, porno on line) che registrano i maggiori cambiamenti, anche di fatturato. Nel 2004, poi, acquistano fette sempre più ampie di mercato i video telefonini satellitari come nuovi supporti che veicolano nuovi prodotti di porno virtuale. Tabella Tasso di crescita del volume d’affari dell’industria pornografica. Stime in milioni di euro Anni dal 1987 al 2004 Valori in milioni di euro
Volume d’affari 1987 Volume d’affari 1991 Var. % 1987/1991 Volume medio annuo 2002-2003-2004 Var. % 1991/volume medio annuo 2002-2004
312 780 +150 993 +27,3
Fonte: Eurispes. Video porno: la lenta marcia del Dvd pornografico. Nel 2003/2004, l’home video pornografico (a prezzo medio invariato a pezzo, pari a 41,97 euro) viene venduto e permutato più di quanto non lo fosse nel 2002. Tanto che l’Eurispes ha stimato un incremento delle vendite e delle permute nei sexy shop, nel 2003, pari al 2% rispetto all’anno precedente (in volume d’affari: 82,620 milioni di euro invece di 81 milioni registrati per il 2002). La proiezione per il 2004 prevede invece un ulteriore aumento del fatturato pari all’8% che porta il volume d’affari realizzato in vendite e permute a 90 milioni di euro, anche grazie al processo di ampliamento di molti sexy shop. Per quanto riguarda i noleggi effettuati dalle videoteche (tutte, o quasi, dotate di distributori automatici che noleggiano porno) un aumento del volume d’affari nel 2003 e nel 2004 quasi non si avverte, in ragione del fatto che i prezzi a noleggio non variano rispetto al tipo di supporto: che si tratti di Vhs o di Dvd. La totale sostituzione del Vhs con il Dvd si ripercuoterà positivamente sul fatturato a partire dal 2005, quando tutte le videoteche che noleggiano anche porno esauriranno le scorte dei Vhs, acquistati negli anni del trapasso dal vecchio al nuovo supporto. Nella tabella che segue l’Eurispes monitora l’andamento del volume d’affari relativo all’home video porno nell’arco degli ultimi tre anni, diversificato nelle due voci che lo compongono: le vendite e permute nei sexy shop e i noleggi nelle videoteche. Tabella Andamento del volume d’affari dell’home video pornografico. Stime Anni 2002-2003-2004
Voci del volume d’affari 2002 (in milioni di euro) 2003 (in milioni di euro) 2004 (in milioni di euro)
Vendite 81 83(*) 90
Noleggi 143 143 143
Totale 224 226 233
(*)Valore arrotondato in eccesso. Fonte: Eurispes. Al volume d’affari va aggiunta una quota rilevante, valutabile tra il 15 e il 20%, che riguarda la commercializzazione di video-pirata. Scombussolamenti nel digital porno. Porno on line, porno via Tv a pagamento, porno da video telefonini di terza generazione: nei settori che inglobano la tecnologia digitale l’andamento dei volumi d’affari nel 2002/2003/2004 registra le maggiori oscillazioni. Si tratta infatti di settori movimentati dallo sviluppo fluido e veloce delle applicazioni tecnologiche che si dissestano e riassestano di continuo. Un andamento del fatturato particolarmente altalenante si registra nel mercato della pornografia telematica. Le stime di fatturato calcolate dall’Eurispes partono infatti da 224 milioni di euro nel 2002 che salgono a 301 milioni nel 2003, per poi scendere a quota 181 milioni di euro nel 2004. Nel 2004, l’anno in cui si registra una forte contrazione del volume d’affari, le voci del fatturato sono così suddivise: 171 milioni di euro per il porno pagato a connessione e 10 milioni di euro per il porno pagato con carta di credito. L’impennata del fatturato e la successiva caduta, è dovuta in buona parte all’introduzione dei dialer “truffaldini” e alla notizia-scandalo delle “bollette anomale” che scoppia nei primi mesi del 2003 e che allarma tutta l’Italia. D’altra parte, tutta la pornorete ha perso utenti-clienti, diventati sospettosi e restii a scaricare dialer, il metodo di pagamento per consumare porno telematico largamente più usato nella pornorete in lingua italiana. Ci vorranno diversi anni prima che i consumi, a vantaggio di tutti gli impresari del porno on line, risalgano: le truffe dei dialer hanno interrotto quelle strategie di fidelizzazione degli utenti-clienti, le uniche a poter garantire un flusso costante di consumi e dei relativi micropagamenti. Tabella Volume d’affari del porno on line suddiviso per voci. Stime Anni 2002-2003-2004
Voci del volume d’affari 2002(*) (in milioni di euro) 2003(*) (in milioni di euro) 2004(*) (in milioni di euro)
Porno on line pagato a connessione 211,5 291 171
Porno on line pagato con carta di credito 12,5 10 10
Totale 224 301 181
(*)Valori arrotondati. Fonte: Eurispes. Tv a pagamento. L’eurispes ha stimato il volume d’affari delle televisioni che trasmettono film e altri programmi pari a 247 milioni di euro. Mentre il settore del porno on line si sta riorganizzando, le televisioni a pagamento che trasmettono film definiti per adulti conquistano nuovi spazi e cominciano a minacciare seriamente il settore dell’home video. Il 2004 è l’anno in cui decolla il volume d’affari del porno fruibile sia dagli abbonamenti alle televisioni all sex, sia da quelli alle analoghe web televisions, sia dagli acquisti in pay per view relativi alle offerte del “bouquet erotico” proposto dalla tv digitale satellitare. Tabella Volume d’affari delle televisioni digitali satellitari, delle web television che trasmettono film porno e del sex on demand. Stime in milioni di euro Anno 2004
Voci del volume d’affari 2004
Tv satellitari e web tv all sex 145
Pay per view Sky 101
Sex on demand 1
Totale 247
Fonte: Eurispes. Il porno corre sul filo del telefono. Giorno e notte, invece, scorrono le pornovisioni dai telefonini di terza generazione. Costano 2 euro per 5 minuti le connessioni al reparto “Vietato ai minori di 18 anni”: brevi filmati di tutti i tipi e tante tante foto. La stima, prudente, delle connessioni effettuate per il porno è pari a 70 milioni di connessioni. A 2 euro l’una: 140 milioni di volume d’affari in (quasi) un anno. L’identikit del consumatore globale. L’eurispes ha disegnato una serie di profili legati ai vari modi di essere consumatore e consumatrice del porno, delineandone anche la percentuale di appartenenza a ciascun universo statistico di riferimento. Nel nostro Paese la popolazione maschile tra i 15 e i 69 ammonta a circa 20 milioni 500mila individui. Per opportunità statistica l’Eurispes ha suddiviso il dato tra maschi adolescenti (15-18 anni) e tra maschi adulti (18-69). I primi sono 900.000, i secondi 19.600.000. Per le donne la fascia d’età di riferimento presa in considerazione è quella dai 18 ai 50 anni, il che corrisponde a circa 13.230.000 soggetti femminili. Il giovin principiante. Appartiene a tutte le classi sociali. Su 900.000 ragazzi, abbiamo stimato, gli “apprendisti” sono il 60%. Pari a 600.000. È l’adolescente preso da mille domande sul sesso, da mille impulsi corporei, da mille desideri di disubbidire all’autorità dei genitori e degli educatori e che non trova chi sappia rispondere con autorevolezza al suo bisogno di educazione sentimentale. Il giovanissimo “apprendista” si procura riviste, fumetti giapponesi Manga e Hentai per passarli ai compagni di scuola. Anche alle compagne, talvolta. A casa compulsa la porno rete, con perizia spesso superiore a quella dei genitori. L’incallito di vecchio tipo. È uomo solo o isolato, prevalentemente di una certa età. Ma è anche il carcerato o il militare che vive una quotidianità di soli uomini. Per costrizione o per generazione, si tiene lontano dai nuovi mezzi di comunicazione. È il consumatore delle care vecchie riviste, al massimo di cassette e Dvd, se ha la possibilità di avere un lettore. Se solitario, l’“incallito di vecchio tipo” usa la pornografia anche come compagnia. Se coatto, come succedaneo dei rapporti affettivi e sessuali mancanti. Se militare, come rito obbligatorio di mascolinità. Rispetto al suo universo statistico di riferimento incide in misura del 3% e raduna intorno a sé poco meno di 600.000 confratelli. Il rapito dallo schermo. I “rapiti dallo schermo” sono quasi 3 milioni, il 14% del loro universo statistico di riferimento. Giovane, comunque non oltre i 40 anni. Vive di pane e realtà virtuale. Può vivere da solo, in famiglia oppure in coppia, magari con figli. Talvolta asociale, talvolta no, non rinuncia alla Tv all sex, a ciclo continuo, a costo di confinarla in uno sgabuzzino. Non disdegna i video, ma non ne va pazzo. Quando naviga nella pornorete può comprare le pornovisioni oppure girovagare nelle preview. Ha sicuramente una web cam e, quindi, un po’ di soldi da spendere. L’abitué di coppia. È il “consumatore forte” del Terzo Millennio. Costituisce l’11% del suo universo statistico (circa 2 milioni di soggetti). Non può fare a meno dell’accudimento sessuale: oggetti comprati nei sexy shop, viagra, moglie accanto, o fidanzata, o amante o donna-di-una-notte, o partouse. Sceglie con cura il genere di porno che gli piace. Compulsa la pornorete solo per creare il proprio archivio di specialità. Predilige Dvd, con lettore e schermo davanti al letto. Compra film in pay per view, ma preferisce le cassette da collezione. Gira filmini con le cineprese digitali, scatta foto con il telefonino. Può essere un professionista, un commerciante o un tecnico di lavastoviglie, dai 30 anni in su. Economicamente benestante. La donna in coppia. Rispetto ai 13 milioni 230mila coetanee rappresenta la ragguardevole percentuale del 9%. Le “donne in coppia” sono 1.100.000. Forse, da sola, al porno non ci avrebbe mai pensato. Comunque non lo compra se non è con lui. E con lui si rifornisce nei sexy shop di abbigliamento adatto e altri gadget. Talvolta è una frequentatrice di privé. Moglie, fidanzata, amante, è la-donna-che-lavora o la casalinga. Ma può essere anche omosessuale e in questo caso il suo lui è una lei. Appartiene alla fascia d’età tra i 20 e i 49 anni. La sua consistenza dovrebbe combaciare con quella del partner abitué di coppia. Invece non coincide: lui di donne ne cambia tante e tra queste molte vedono un film con lui, magari solo una volta, e poi basta. La mosca bianca. Le “mosche bianche” sono 145.000. Singola, ma non necessariamente sola, e giovane, non oltre i quaranta anni. Frequenta sexy shop e videoteche senza curarsi di essere un’eccezione. Fraternizza con omosessuali d’ambo i sessi. Studia o ha un lavoro. Naviga in Internet, ma non tanto sui siti pornografici commerciali quanto nelle aree del sesso no profit. È una patita degli annunci e non disdegna incontri al buio, reali o virtuali. Nel milieu delle internaute ardimentose si trova in vasta compagnia. Ma come acquirente di porno in prima persona rappresenta solo l’1% del suo universo statistico di riferimento. Il telefonista irrequieto. Il “telefonista irrequieto” rappresenta solo il 2% dei 19.600.000 potenziali pornofili. Di telefonisti come lui ce ne sono quasi 400.000.È sufficientemente benestante da possedere un telefonino Umts o un palmare o un buon video telefonino non satellitare. Ha la valigetta 24 ore. Talvolta è work-alcoholic, dipendente dal lavoro. Fotografa e scambia foto. Se “erotiche”, meglio. Compulsa la pornorete, vede i video (solo Dvd) e compra film dalle televisioni a pagamento. Ma non è collezionista. Accoppiato o scapolo, preferisce il porno a portata di mano, da gustare all’aeroporto, in mezzo alla gente e in attesa del proprio volo. Il telefonista metodico. Fa parte del gruppo del milione di pornofili amanti della chiacchiera sporcacciona. Corrisponde al 5% dell’universo statistico di riferimento. Da casa o dall’ufficio, la telefonata è quella “erotica”, a scopo onanistico o solo per curiosità o per passare il tempo. Se è un vero metodico della telefonata, è anche un consumatore di porno di tutti i tipi: dalle riviste al porno on line. Il surfista. Combacia perfettamente con il numero dei potenziali pornofili. E con buona parte di quello delle potenziali pornofile. È il casuale, talvolta anche surfista. In quest’ultima versione guarda una cassetta Vhs, un Dvd o compra un pay per view “quando la moglie è in vacanza”. Il che può succedere anche una volta ogni due anni o una volta nella vita. Altrimenti è quello/quella che per curiosità o per caso ha guardato comunque una pornovisione in vita sua. Il “casuale” è tutti noi. Tabella Tipologie dei consumatori e delle consumatrici di pornografia e stime della loro consistenza numerica
Tipologie del consumatore/consumatrice Entità numerica
Giovani principianti 600.000
Incalliti di vecchio tipo 600.000
Rapiti dallo schermo 3.000.000
Abituè di coppia 2.000.000
Donne in coppia 1.100.000
Mosche bianche 145.000
Telefonisti irrequieti 400.000
Telefonisti metodici 1.000.000
Totale 8.850.000
Fonte: Eurispes. In conclusione, la spesa pro capite degli italiani pornofili, dividendo il fatturato medio annuo del porno (993 milioni di euro) per il numero dei consumatori, è per ciascun pornofilo di 112 euro l’anno. Ovvero: c’è chi compra pornovisioni anche per più di 100 euro al mese e chi si accontenta di 12 riviste patinate al prezzo di 6 euro l’una. Crimini nella rete: la pornografia minorile. L’eurispes ha effettuato un monitoraggio specifico sulla pornografia minorile on line, ricercando siti raggruppati sotto parole chiave che notoriamente introducono nei siti proibiti. Una di queste è la parola pedofilia declinata al contrario, “ailifodep” che introduce a una directory scritta in cirillico e a un catalogo di circa 300 siti con estensioni in alfabeto latino romano. La maggior parte dei siti visitati nella directory, pur indicando repertori più o meno attinenti alla pornografia adolescenziale, sembrano dei “normali” siti pornografici in cui è spesso assai difficile distinguere tra la performer travestita da adolescente (con calzini ai piedi e fiocchetti in testa, per esempio) e l’adolescente vera, tranne alcune significative eccezioni. Questi siti prevedono un’area riservata a pagamento esclusivamente con carta di credito. Le “stanze” della rete dove si annida il maggior traffico (apparentemente o realmente – non sappiamo – sotto forma di scambio gratuito) di pornografia minorile sono quelle delle connessioni peer to peer, frequentate da milioni di internauti amanti dell’interattività in tempo reale. Si accede a una connessione peer to peer installando un software specifico che collega a un server remoto, che può essere fisicamente allocato in qualsiasi parte del pianeta. Il server mette in collegamento gli utenti, i quali possono quindi dialogare o scambiare file (file sharing) senza dover ripassare per il server. Il sistema peer to peer rende possibile creare vere e proprie comunità di affini, tra cui anche di consumatori di pornografia minorile. Allo scopo di fornire spunti investigativi e dati scientifici sui siti web che forniscono materiale pornografico minorile è nato il progetto internazionale P.w.s.a. (Pedophilia Web Sites Analisys). I dati convergono all’Uaci (Unità di Analisi sul Crimine Informatico) della Polizia di Stato. Una speciale squadra dell’Uaci effettua, dopo la fase di monitoraggio investigativo, ulteriori e più approfonditi rilevamenti sulla struttura di tali siti, sulla loro localizzazione geografica e sul materiale in essi contenuto. Dal monitoraggio risulta che i paesi in cui si collocano la maggior parte dei server dei siti di pornografia minorile sono gli Usa (76%) e, di seguito ma a grande distanza, il Canada (5%) e l’Olanda (3%). L’85% dei siti di pornografia minorile è almeno in parte a pagamento; in particolare, mentre il 28% prevede una consultazione solo dietro pagamento, il 57% contiene una sezione gratuita progettata soprattutto per invogliare il cliente a scaricare materiale a pagamento. Nei siti analizzati la prevalenza dei bambini fotografati o filmati è di sesso femminile (87%); solo l’11% propone soggetti di entrambi i sessi. La classe di età dai 4 ai 10 anni (apparenti) raccoglie da sola la metà dei bambini fotografati mentre la fascia definita tecnicamente “del lolitismo” (14-16 anni) raccoglie il 13% delle presenze; i giovani dagli 11 ai 13 anni rappresentano il 6% dei casi e i bambini fino a 3 anni l’1%. Molti siti (circa il 30%) offrono invece bambini di varie età, presumibilmente per incontrare i gusti della maggior parte dei consumatori che frequentano tali siti. Il 75%, la prevalenza dei bambini fotografati, risulta avere tratti somatici europei/Usa. Una minima parte dei siti analizzati, solo il 2%, contiene in prevalenza bambini asiatici; mentre si registra un discreto numero di pagine (circa il 23%) che mostrano foto di bambini di varie razze. Nel 75% dei casi si tratta di bambini impegnati in esplicite attività sessuali; il 19% presenta minori nudi anche se non impegnati in tali attività. Il tipo di materiale presente nel 98% dei siti analizzati concerne fotografie, normalmente in buona risoluzione se realizzate professionalmente (in studio di posa) e di mediocre qualità se amatoriali. Le fotografie rappresentano il supporto più agile essendo veloci da scaricare. Ma anche i filmati (63%), così come le web-cam (34%) dal vivo, sono spesso presenti nei siti pedopornografici. La presenza di fumetti nel 7% dei casi costituisce infine motivo di particolare interesse criminologico e investigativo, poichè questo materiale può essere utilizzato come strumento di convincimento dei bambini durante i tentativi di adescamento. Alcune considerazioni. Il consumatore pornofilo è l’uomo-scheda distributore automatico, l’uomo-computer, l’uomo-scheda televisiva, l’uomo-telefonino che deve poter essere raggiunto dalle “sue” pornovisioni in qualsiasi momento della giornata. Questo è l’obiettivo della grande industria pornografica che non si limita a operare in un’unica area geografica, reale o virtuale che sia, ma tutte le ingloba. L’intreccio ormai consolidato tra pornografia e It (Information Technologies) ha alterato in maniera irreversibile la “rincorsa” tra domanda e offerta, moltiplicando la seconda rispetto alla prima. Il nuovo equilibrio posto alla base della dinamica di mercato è dettato da quelle multinazionali e colossi dell’industria di intrattenimento per adulti che fanno il buono e il cattivo tempo sullo scenario del porno globale. Le strategie mercantili di punta non si pongono più come obiettivo quello di impinguare e diversificare l’offerta di pornografia al fine di allargare la cerchia dei consumatori, come avveniva negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, bensì quello di fornire ai consumatori, ormai stabilmente conquistati, una sorta di accudimento 24 ore su 24 dovunque si trovino e attraverso tutti i mezzi di comunicazione, quelli tradizionali e quelli tecnologicamente più avanzati, di cui essi dispongono.
 
     
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