Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Maggio 2005
 
   
  Pagina4  
  INFERTILITA' E FECONDAZIONE ASSISTITA: CHI CURA IL MASCHIO ITALIANO?  
   
  Roma, 23 marzo 2005 - Il 40% dei casi di infertilità di coppia è da ricondurre a patologie maschili. Patologie che, in gran parte, possono essere prevenute con visite andrologiche compiute nella prima infanzia o nell'adolescenza e con la trasmissione di alcune semplici nozioni comportamentali per evitare l'insorgere di problemi alla fertilità in età adulta, o risolte con la rivalutazione di un corretto approccio diagnostico e terapeutico. Lo specialista di riferimento per il maschio è l'andrologo, eppure spesso la diagnostica e la terapia del fattore maschile di infertilità vengono trascurate a favore di un immediato ricorso alle tecniche di fecondazione assistita, anche perché quasi sempre le coppie infertili si rivolgono in prima battuta al ginecologo. Più della metà dei casi di infertilità non necessitano del ricorso alle tecniche di procreazione assistita, ma soltanto di terapie mediche o chirurgiche, spesso in grado di consentire il concepimento naturale. Per questo motivo è essenziale che l'accesso alle tecniche sopracitate - come espressamente riportato dalla Legge 40/2004 - venga certificato da un'equipe multidisciplinare che preveda la presenza anche di uno specialista in andrologia. Da qui la stringente necessità di un riconoscimento del ruolo dell'andrologo nella diagnosi e nella terapia dell'infertilità di coppia. A segnalare questa esigenza è la Commissione Fertilità e Procreazione Medicalmente Assistita della Sia - Società Italiana di Andrologia: "Oggi ci troviamo di fronte al rischio concreto di una medicalizzazione esasperata del concepimento - afferma il dottor Carlo Maretti, Coordinatore della Commissione - Le problematiche di ordine etico, le ripercussioni psico-fisiche negative sulla coppia, e - non ultimi - gli effetti sulla spesa sanitaria nazionale impongono che - come già la Legge prevede - uno specialista certifichi che ogni tentativo per consentire una procreazione naturale sia stato compiuto sia sul versante femminile che su quello maschile. E - continua Maretti - l'unica figura professionale in grado di diagnosticare e curare una patologia andrologica non può essere che l'andrologo." Aiutare le coppie infertili, evitando, ove possibile, costosi e spesso illusori "viaggi della speranza", (i risultati degli interventi di Fecondazione Assistita sono ottenuti solo nel 20-30% dei casi), sarebbe oggi possibile se una nota interpretativa delle Linee Guida Ministeriali relative alla Legge 40/2004, affidasse con chiarezza all'andrologo, specialista di riferimento del maschio italiano, la ricerca, la prevenzione e la terapia dell'infertilità maschile.  
     
  <<BACK