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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Maggio 2005
 
   
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  CNEL: PER LA PROGRAMMAZIONE REGIONALE PROCESSO IN DIVENIRE  
   
  Roma, 23 maggio 2005 - Non esiste uno o più modelli di governance prevalenti verso i quali si stanno orientando le Regioni per affrontare i nuovi compiti nel campo della programmazione dello sviluppo economico e sociale. Il processo è in continuo divenire e spesso risulta condizionato da esigenze specifiche e tradizioni culturali, in ciascun contesto territoriale, e da diverse sensibilità politiche che caratterizzano le amministrazioni regionali. E’ quanto emerge dall’indagine sulla programmazione regionale e il dialogo sociale, predisposta per il Cnel dal Cles (Centro ricerche e studi sui problemi del lavoro, dell’economia e dello sviluppo), presentata il 20 maggio a Villa Lubin. Lo studio si inserisce in una più ampia linea di lavoro promossa dal Cnel sul tema della concertazione e della programmazione regionale e si propone di analizzare le caratteristiche dei sistemi di governance delle politiche di sviluppo nelle Regioni, con particolare riferimento al ruolo e all’influenza che svolgono, nelle diverse fasi del processo di programmazione, sia la concertazione interistituzionale sia il partenariato economico e sociale. Quasi tutte le Regioni hanno proceduto a ridefinire la strumentazione di supporto alla programmazione, secondo uno schema abbastanza omogeneo, che ricalca quello in vigore a livello nazionale (Dpef, leggi di bilancio). Ovunque, anche se con modalità e tempi diversi, si coglie uno sforzo teso a dare effettiva attuazione al decentramento amministrativo, attraverso un progressivo trasferimento di competenze e poteri a favore degli enti locali intermedi. Differenze si registrano, tuttavia, nell’interpretazione del principio di sussidiarietà verticale, ma anche nel modo in cui le Regioni stanno dando applicazione al principio di sussidiarietà orizzontale, evidenziandosi un diverso grado di orientamento verso il mercato che caratterizza le politiche regionali. Infine, anche dall’analisi dei modelli di concertazione emergono forti divergenze, pur registrandosi in tutti i contesti territoriali una tendenza comune verso una maggiore strutturazione del sistema relazionale sia orizzontale sia verticale. “Nel nuovo contesto costituzionale - ha affermato Raffaele Vanni, presidente della Commissione per la gestione nazionale e territoriale della politica dei redditi e l’attuazione decentrata della concertazione del Cnel - il dosaggio degli strumenti legislativi e di politica economica, come pure le scelte strategiche e le modalità di formazione delle decisioni, appartengono alle scelte politiche delle Giunte e dei Consigli regionali e si ritiene che produrrà, probabilmente, una differenziazione nei modelli adottati per la programmazione regionale, ferme restando le decisioni autonome delle altre istituzioni nelle quali è articolato lo Stato nazionale”. Riferendosi al processo europeo di Lisbona, Vanni ha aggiunto che “i ruoli della programmazione regionale e del partenariato sociale divengono i principali strumenti atti a raggiungere gli obiettivi propri della società della conoscenza, base dello sviluppo del sistema Italia”.  
     
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