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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Maggio 2005
 
   
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  PUBBLICO E PRIVATO INSIEME PER L’INNOVAZIONE: SIGLATO L’ACCORDO QUADRO CNR E FEDERCHIMICA A FAVORE DELLA RICERCA CHIMICA IN ITALIA  
   
  Roma, 23 maggio 2005 - Un accordo quadro per incentivare la ricerca e favorire l’integrazione fra risorse pubbliche e private: questa la novità presentata oggi nel corso dell’incontro “Pubblico e Privato per il futuro dell’innovazione”, promosso da Cnr – Consiglio Nazionale delle Ricerche, e Federchimica, Federazione Italiana dell’Industria Chimica. E’ la prima volta che Cnr sigla un proponimento con queste finalità insieme a un settore industriale. L’accordo nasce con la consapevolezza che l’incidenza della Spesa in R&s sul P.i.l. Dell’italia, paragonata ai Paesi Concorrenti, è bassa: equivale infatti solo all’1,1% (0,45% l'apporto del privato, 0,65% quello del pubblico), ponendola al 21° posto rispetto ai Paesi dell’Ocse. Cnr e Federchimica intendono contribuire a ridurre l’attuale gap e creare una massa critica di obiettivi, di risorse professionali e finanziarie, per integrare scienza, industria, finanza e management, in modo che entro il 2010 il nostro Paese possa essere più competitivo, grazie alla chimica, in tutti i settori economici. Infatti, la chimica in Italia, sia parte pubblica sia privata, investe in R&s mediamente circa 800 Mln€ all’anno: pochi per trascinare l’intera economia ma in grado di realizzare nuovi benefici economici e sociali per il Paese, se gestiti in sinergia fra privato e pubblico. L’accordo, siglato congiuntamente da Fabio Pistella, Presidente Cnr, e Diana Bracco, Presidente Federchimica, rappresenta una piattaforma operativa per le imprese chimiche operanti in Italia, che potranno affidare i propri progetti di ricerca al Cnr. L’intesa prevede che imprese e ricercatori elaborino congiuntamente Progetti di Ricerca, con obiettivi condivisi, sviluppando attività di ricerca pianificata e controllata con la responsabilità di Project Managers di adeguata professionalità ed esperienza. Il Cnr si assumerà i costi relativi all’attività di ricerca, con piena garanzia da parte delle imprese rispetto agli oneri di industrializzazione e dei relativi rischi imprenditoriali. Al Cnr saranno corrisposte “Forme di Retribuzione” per l’uso dei risultati conseguiti (downpayment, royalties, lump sum). “L’accordo quadro – ha dichiarato Diana Bracco - pone le premesse per un dialogo virtuoso tra ricercatori e imprenditori, destinato a generare risultati durevoli nel tempo. Del resto – ha proseguito Diana Bracco - non è un caso che sia stata proprio la chimica, per prima, a realizzare con Cnr un accordo così articolato e concreto: la chimica è intimamente legata alla scienza e trova nella ricerca la propria linfa vitale per trasformare la materia e innovare prodotti e processi; allo stesso modo, come industria produttrice di beni intermedi, è in grado di trasferire la propria tecnologia e innovazione ai settori utilizzatori, contribuendo così a infondere sviluppo e competitività nelle migliaia di imprese che grazie alla chimica migliorano i propri prodotti e prestazioni. Ogni azione volta a favorire la ricerca e lo sviluppo è dettata da una drammatica urgenza nel nostro Paese, che è in posizione particolarmente debole dal punto di vista degli investimenti. Di fronte all’inasprimento dello scenario competitivo – ha aggiunto Diana Bracco – ritengo che la migliore barriera rispetto a sistemi produttivi aggressivi sia la nostra capacità di innovare, creando tecnologia e trasferendola ai prodotti della chimica e dei settori a valle”. Questo accordo – ha concluso il Presidente di Federchimica – è in grado di combinare la flessibilità e la rapidità di azione delle imprese chimiche, per la maggior parte di piccole e medie dimensioni, che possono cogliere le opportunità di mercato, con la massa critica e le risorse del Cnr, sempre più impegnato sul fronte del trasferimento tecnologico. Una sinergia necessaria per affrontare con efficacia ed efficienza la sfida dell’innovazione ” Il Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Fabio Pistella, ha dichiarato che “il Cnr può offrire alle industrie chimiche le preziose competenze dei propri ricercatori, al centro degli accordi "di filiera" che l'Ente sta promuovendo in svariati settori industriali, determinanti nell'economia dell'Italia, come è quello della chimica. In particolare, l'accordo rientra nel più ampio disegno strategico, per la valorizzazione della ricerca pubblica italiana e l'incentivazione alla più stretta collaborazione fra pubblico e privato, al centro del Programma Nazionale della Ricerca, voluto dal Ministro Letizia Moratti e approvato dal Cipe lo scorso 18 marzo. Un documento che individua obiettivi ed azioni strategiche della ricerca quale strumento per migliorare la qualità della vita; accrescere la competitività delle imprese; assicurare lo sviluppo sostenibile a livello globale. Elementi, tutti, che contrassegnano gli accordi siglati oggi dal Cnr sia con la Federchimica, sia con il gruppo Mapei. E che testimoniano - come emerge anche da altri accordi firmati dal Cnr insieme ad altre realtà aziendali - la capacità e la flessibilità della classe imprenditoriale italiana di intercettare le nuove esigenze e di cogliere le opportunità che la ricerca pubblica offre”. Nel corso dell’incontro è stato presentato il primo accordo, ispirato dal documento congiunto, stipulato tra Cnr e la Mapei. Giorgio Squinzi, Amministratore Unico di Mapei, ha così commentato:”Dobbiamo lavorare molto, per trasformare le sinergie potenziali in sinergie reali con valore economico, trovando un linguaggio comune e svolgendo attività complementari e funzionali al raggiungimento dell’obiettivo. Da parte dell’impresa va compreso che l’approccio scientifico non può essere basato sull’empirismo che troppo spesso è l’unica base dell’innovazione industriale, va valorizzato il contributo che il Cnr può dare nella comprensione e nell’utilizzazione della nuova conoscenza. Da parte del Cnr va riconosciuto il valore dell’applicazione industriale, anello terminale della catena dell’innovazione che trasforma le conoscenze in valore economico. Questo riconoscimento del valore dei reciproci apporti, unito al rispetto dei diversi ruoli che mondo imprenditoriale e comunità scientifica hanno nella società, è alla base di una fattiva collaborazione”.  
     
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