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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Maggio 2005
 
   
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  MOZIONE DI CENSURA CONTRO LA COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE  
   
  Bruxelles, 25 maggio 2005 - L'aula affronterà un dibattito riguardo alla mozione di censura presentata da 77 deputati contro la Commissione europea. Tra questi figurano 4 italiani: Mario Borghezio (Ind/dem, It), Umberto Guidoni (Gue/ngl, It), Matteo Salvini (Ind/dem, It) e Francesco Enrico Speroni (Ind/dem, It). La maggior parte dei firmatari sono membri del gruppo Ind/dem (35), che hanno lanciato l'iniziativa raccogliendo l'adesione di altri 18 deputati della Gue/ngl, 10 dei Non iscritti, 7 dei Verdi, 5 del Ppe/de (conservatori britannici) e 1 dell'Uen. Per i firmatari, la presentazione della mozione di censura rappresenta «l'unico mezzo per indurre il Presidente della Commissione José Barrosoa presentarsi in Aula per spiegare come abbia potuto accettare un dono del valore di varie migliaia di euro da un uomo d'affari miliardario il quale poi, un mese dopo, ha ricevuto dalla Commissione europea il beneplacito per una sovvenzione, a titolo di aiuto regionale, pari a 10 milioni di euro». Nella motivazione, essi tengono però a precisare che sono disposti a ritirarla, qualora il Parlamento «ottenga una spiegazione ragionevole in Plenaria» e «siano specificate regole chiare che obblighino i commissari a dichiarare tutti i doni di valore considerevole». Va detto, peraltro, che i leader dei quattro principali gruppi politici del Parlamento europeo - il Ppe/de, il Pse, l'Alde/adle e i Verdi - hanno già rilasciato una dichiarazione in cui esprimono la loro opposizione alla mozione di censura. Precisando di rappresentare 597 deputati su un totale di 732, hanno sostenuto che, a loro parere, questa iniziativa sia «ingiustificata» e «sproporzionata». Affinché la mozione sia adottata dal Parlamento è necessaria la maggioranza dei due terzi dei voti espressi e la maggioranza dei deputati che compongono il Parlamento. La votazione, che ha luogo per appello nominale, deve avvenire dopo almeno 48 ore dalla discussione in Aula. Pertanto, se la procedura dovesse proseguire, i deputati si pronunceranno sulla questione nel corso della prossima sessione di giugno. Qualora fosse approvata la mozione di censura, il Trattato prevede che i membri della Commissione «devono abbandonare collettivamente le loro funzioni». Essi continuerebbero a curare gli affari di ordinaria amministrazione fino alla loro sostituzione. In questo caso, il mandato dei nuovi membri della Commissione scadrebbe alla data prevista per l'Esecutivo dimissionario. Si ricorda che i deputati del Parlamento europeo non hanno invece la possibilità, richiesta a più riprese, di costringere alle dimissioni singoli Commissari o il Presidente della Commissione. Tuttavia, il Presidente della Commissione può chiedere espressamente le dimissioni di un membro del suo Collegio. Dal 1979, primo Parlamento eletto a suffragio diretto, sono state presentate sei mozioni di censura, ma nessuna è stata adottata. Le ultime due (2004 e 1999) erano motivate dal discarico di bilancio e quella introdotta nel 1992 dalla posizione assunta dalla Commissione nei negoziati Gatt. Le altre tre mozioni riguardavano la politica agricola comune; quella presentata nel 1997 si fondava sulla gestione della crisi della mucca pazza.  
     
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