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Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Maggio 2005
 
   
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  “METAMORPHOSES” HA LASCIATO IL MUSEO ALLA VOLTA DEI LABORATORI DEL GRAN SASSO  
   
  Trento, 30 maggio 2005 - Lo spettacolo teatrale Metamorphoses ha debuttato il 26 maggio all’Aquila dopo aver incantato per una settimana a Trento i visitatori del Museo di Tridentino di Scienze Naturali in un percorso attraverso le sale dello splendido palazzo Sardagna. L’avanguardia del teatro in uno spettacolo intenso e ricco di spunti e di emozioni: chi credeva che il teatro scientifico fosse per lo più didattico si è dovuto ricredere! E se è vero che, come ha sottolineato Carlo Fait, Presidente del Centro Servizi Culturali S.chiara, il teatro è l’ultimo baluardo dei “luoghi” in cui si fa cultura in Italia, Metamorphoses sicuramente ne è un esempio in quanto riesce a proporre in modo assolutamente originale e creativo un percorso all’interno del rapporto tra scienza ed etica, tra coscienza individuale e codici, in questo caso quelli propri della scienza e della comunità scientifica. Metamorphoses è un’intrigante commistione di narrazione e suggestione, di scelte critiche, dilemmi e fatti, tenuti insieme da una maschera che guida in luoghi ignoti e pieni di sorprese e lo fa con la dolce musica di un piffero. Così noi, spettatori, ci siamo trovati a invadere di volta in volta, di sala in sala, la scena, a viverla in una vicinanza coinvolgente con le scenografie, le voci, le luci alle quali inevitabilmente abbiamo fatto da schermo aggiungendo le nostre ombre a quelle degli attori e ricostruendo così un’unione tra il passato di un Galileo, ripreso in pochi e significativi passi di Brecht, e il nostro presente. Più che uno spettacolo sembra un viaggio: nel tempo, nella letteratura, nella storia. Un viaggio certamente fantastico che si serve di figure proprie di questo mondo per guidare o sospendere il visitatore in uno spazio irreale fatto di immagini eteree, di installazioni ipnotiche che ricordano lo stupore umano e la sacralità della scienza quando scopre qualche legge del grande libro della Natura e suggeriscono anche il timore di poter cambiare questo libro, di poter mettervi le mani. E’ così che anche nella sue parti non narrate questo spettacolo diventa estremamente contemporaneo interpretando le paure e le questioni etiche che riguardano direttamente il dibattito odierno. Di eccezionale intensità il monologo ispirato ai verbali dell’inchiesta a carico di Oppenheimer, uno dei padri della bomba atomica e diventato personaggio simbolo del conflitto tra interessi di una nazione e coscienza individuale. La lunga scena finale dello spettacolo riprende invece il famoso dramma “I fisici” di Durrenmatt che più di tutti esemplifica la molteplicità di interessi in gioco connessi a determinate scoperte scientifiche e il conflitto interiore e sociale del singolo scienziato. Conflitto vissuto, nel testo di Durrenmatt, drammaticamente e paradossalmente all’interno delle mura di un manicomio. Lo spettacolo dell’Uovo Teatro Stabile di Innovazione con la regia di Maria Cristina Giambruno è nato dalla collaborazione tra il Museo Tridentino di Scienze Naturali, il Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento e i Laboratori Nazionali del Gran Sasso. E se qui a Trento si è svolto nelle stanze segrete e antiche del museo, in questi giorni trova uno scenario nuovo, unico e quanto mai suggestivo: i laboratori sotterranei più grandi del mondo sotto il massiccio del Gran Sasso, dove si svolgono esperimenti irripetibili in altri luoghi. Una forma teatrale in divenire, e in continua metamorfosi, si adatta così alle suggestioni propri dei luoghi della scienza, non più lontani e inaccessibili ai comuni cittadini ma luoghi di esplorazione culturale e di ri-appropriazione tramite l’arte.  
     
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