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Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Maggio 2005
 
   
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  AL MUSEO BODINI DI GEMONIO (VARESE) DAL 3 LUGLIO AL 2 OTTOBRE LA MOSTRA REALISMO ESISTENZIALE 1954 - 1964 ESPOSTE OPERE DI GIUSEPPE BANCHIERI, FLORIANO BODINI, MINO CERETTI, GIANFRANCO FERRONI, GIUSEPPE GUERRESCHI, BEPI ROMAGNONI, TINO VAGLIERI  
   
  Gemonio (Varese), 30 maggio 2005 - Nell’ampio panorama museale del territorio lombardo il Museo Civico Bodini a Gemonio (Varese) rappresenta un importante punto di riferimento nella valorizzazione dell’arte italiana del secondo Novecento. Progetto di valorizzazione che prosegue nella nuova iniziativa in programma dal 3 luglio al 2 ottobre negli spazi recuperati del cascinale del ‘700, che dal dicembre 1998 è sede del Museo: la mostra Realismo Esistenziale 1954 – 1964. L’iniziativa trova giusta collocazione in questo contenitore sia per il ruolo che Floriano Bodini ricopre, come fondatore del Museo come partecipante attivo del movimento, sia per il nucleo di opere di questi sette artisti conservati a Gemonio e che arricchiscono la proposta espositiva. La mostra, curata da un comitato scientifico composto da Alberto Montrasio, Flavio Arensi, Daniele Astrologo Abadal, Raffale Bedarida, Floriano Bodini e Mino Ceretti, raccoglie 42 opere - dipinti e sculture -, sei per ciascuno dei sette protagonisti di questo movimento (Giuseppe Banchieri, Floriano Bodini, Mino Ceretti, Gianfranco Ferroni, Giuseppe Guerreschi, Bepi Romagnoni, Tino Vaglieri) e copre un arco temporale di dieci anni, e più precisamente dal 1954 (anno del diploma all’Accademia di Brera della maggior parte di loro) al 1964 (anno in cui avvenne la tragica morte di Bepi Romagnoni). Ii Realismo Esistenziale, definizione data dal critico Marco Valsecchi (1956), è una tendenza che vede riuniti alcuni artisti attivi nel capoluogo lombardo, che reagiscono al clima sociale in cui vivono, da una parte assumendo decise posizioni di denuncia con esiti pittorici particolarmente drammatici (si pensi alla reazione ai cosiddetti "fatti di Ungheria", cioè all'invasione sovietica di Budapest del 1956), dall'altra sviluppando una particolare introversione e riflessione sulla propria identità, legate alla cultura filosofica e letteraria dell'esistenzialismo francese. La scelta delle 42 opere nasce dalla volontà di documentare il sorgere di una comune affinità artistica negli anni 1954 – 1958, lo sviluppo di differenti tematiche (ad esempio i dipinti dedicati alle periferie, come “Terra vecchia” di Ceretti, “Periferia” di Banchieri, “Città” di Ferroni) e di diversi percorsi artistici, sviluppati tra il 1959 e il 1964, intrapresi dagli autori (come le tangenze con l’Informale di Ceretti e Vaglieri, le assonanze alla Pop art di Guerreschi, le affinità alla Nuova Figurazione di Ferroni e Romagnoni; ecc…) e la necessità critica di fissare una data, sia pur simbolica, che possa individuare l’esaurirsi di questa comune esperienza. A tal proposito, si è scelto di indicarla nel 1964, anno in cui Bepi Romagnoni muore accidentalmente durante una sessione di pesca subacquea. La mostra è promossa dal Comune di Gemonio, dalla Provincia di Varese, dalla Regione Lombardia, dalla Comunità Montana della Valcuvia, in collaborazione con Montrasio Arte Monza e Milano. Www.comune.gemonio.va.it  
     
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