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Notiziario Marketpress di Martedì 31 Maggio 2005
 
   
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  PRESENTATO AL CNEL IL X RAPPORTO SULLA TECNOLOGIA DELL’INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE IN ITALIA - I RAPPORTO SULLA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE IN ITALIA  
   
  Roma, 31 maggio 2005 - Ammonta a 66,6 miliardi di euro, in Italia, il valore del mercato dell’Ict (Information and Communication Technology). Un dato che colloca il nostro Paese al quarto posto tra i partner europei, dopo Germania (128,3), Regno Unito (114,1 miliardi) e Francia (90,6). Se, invece, si considera l’incidenza del settore rispetto al Pil, l’Italia è al di sotto della media europea (5,2% contro 6,1%). E’ quanto emerge dal X Rapporto sulla tecnologia dell’informazione e della comunicazione in Italia, elaborato da Fti (Forum per la Tecnologia dell’Informazione) in collaborazione e con il patrocinio del Cnel, presentato oggi a Villa Lubin. Il volume (che sarà pubblicato da Franco Angeli) è dedicato quest’anno al tema “L’ict trasforma la società. Gruppi sociali e imprese nella e-society” e si caratterizza per il maggiore spazio riservato ai temi socio-economici e socio-culturali connessi alla tecnologia. Le imprese che operano nel settore rappresentano appena lo 0,9% del totale (85.600). Nell’ict, lavora il 3,1% degli occupati italiani, distribuiti per il 74,7% nei servizi (di cui il 21,1% nelle telecomunicazioni), e per il 25,3% nel manifatturiero. Ancora bassa la presenza femminile, che non supera il 24% degli addetti. Percentuali più alte di donne si registrano nei reparti amministrativi (69%) e nel marketing (53%), mentre si scende al 18% nelle vendite e, soprattutto, al 9% nel top management. A sorpresa, però, il nostro è tra i Paesi con più donne nei ruoli tecnici, con il 22%, al pari della Svezia e superato solo da Danimarca (23%) e Irlanda (26%). Ma, accanto alle donne “inserite in ascesa”, nel mondo dell’Ict restano le “grandi escluse”: pensionate, casalinghe, artigiane, piccole commercianti e mini-imprenditrici, ancora lontane dalle nuove tecnologie. L’italia “digitale” descritta dal Rapporto evidenzia un incremento dell’offerta dei prodotti e dei servizi in ambito domestico, una tendenza verso una maggiore terziarizzazione, un aumento dell’adozione di sistemi per la sicurezza e delle applicazioni dati wireless, un apprezzabile sviluppo Umts, ma anche un’incertezza della domanda e uno scarso clima di fiducia delle imprese e delle famiglie. Tra le criticità, restano la selettività degli investimenti, fortemente condizionati dalle prospettive di ritorno a breve termine e dall’eccessiva attenzione alla riduzione dei costi, ma anche la percezione di livelli di saturazione e di sovracapcità Ict che, in un clima di grande concorrenza nell’offerta, favorisce i rinvii decisionali della domanda. Sono ancora troppo piccole, inoltre, le dimensioni degli operatori nazionali nei confronti dei concorrenti europei e diminuisce la presenza italiana nel controllo delle imprese del settore. L’ict, infine, viene considerato più come un costo che come un bene strategico, in particolare da parte delle piccole e medie imprese.  
     
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