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Notiziario Marketpress di Lunedì 06 Giugno 2005
 
   
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  PRIMO OSSERVATORIO CRIF SULLE FRODI CREDITIZIE IN CRESCITA IN ITALIA: NEL 2004 INTERCETTATE RICHIESTE DI FINANZIAMENTO SOSPETTE PER 1,4 MILIARDI DI EURO. PER LA PREVENZIONE, FONDAMENTALE IL RUOLO DI SISTEMI DI ACCERTAMENTO DELL'IDENTITÀ DEL SOGGETTO RICHIEDENTE CREDITO  
   
  Roma, 6 giugno 2005 - In Italia il fenomeno delle frodi creditizie sta registrando un trend di costante crescita e la facilità con cui le organizzazioni criminali riescono a sottrarre a cittadini ignari la loro identità fornisce la misura del rischio a cui i consumatori e il mercato del credito sono esposti. Considerando le richieste di finanziamento processate su Fraud Analyser, il servizio antifrode di Crif, solamente nel 2004 sono state intercettate richieste di credito sospette per un importo pari a 1,4 miliardi di euro e sono stati tutelati 191.000 cittadini dal rischio di frode di identità. Eppure in Italia non vi è ancora una piena consapevolezza delle dimensioni del fenomeno delle frodi creditizie come accade, invece, negli Stati Uniti - dove nel 2004 oltre 9 milioni di persone (circa il 4% della popolazione adulta) sono state vittime di frodi di identità, per un costo pari a 52,6 miliardi di dollari - o nel regno Unito, dove l'anno scorso sono stati registrati circa 120.000 casi. Le ragioni sono principalmente riconducibili alla storica mancanza di disponibilità di dati e di informazioni specifiche dovuta alla difficoltà di identificare i casi di frode. Per contrastare il fenomeno delle frodi creditizie è quindi necessario inquadrare più nitidamente questa tematica in continua evoluzione. A questo scopo Crif ha realizzato l'Osservatorio sulle frodi creditizie, che raccoglie tutte le informazioni disponibili sul fenomeno, spesso estremamente frammentarie. L'osservatorio fornisce non solo dati e informazioni finalmente oggettivi sul fenomeno ma fornisce anche una panoramica degli strumenti a disposizione degli operatori del mercato del credito in materia di prevenzione. Tutti i dati salienti relativi alla realtà italiana delle frodi nel credito sono stati elaborati sulla base dell'utilizzo del servizio antifrode Fraud Analyser da parte di Istituti bancari e finanziari che rappresentano quasi il 40% del mercato del credito al consumo nel nostro Paese. Fraud Analyser consente di verificare contemporaneamente su diverse banche dati (tra le quali la banca dati dei documenti smarriti e rubati, le liste elettorali e gli elenchi del telefono) la congruenza e la validità di un set allargato di dati anagrafici dichiarati dal richiedente il credito. Nel caso il sistema rilevi delle anomalie, un messaggio di allerta evidenzia all'erogatore del credito la difformità riscontrata, in modo che l'incongruenza possa essere approfondita. Le analisi sugli allerta di Fraud Analyser evidenziano un andamento crescente delle anagrafiche sospette di frode, che sono passate dal 13% del 2003 al 16% del 2004. Le principali anomalie riscontrate sono relative a irregolarità sull'indirizzo e incongruenze sui dati anagrafici. "Quantificando in termini economici i benefici derivanti dall'utilizzo di Fraud Analyser - spiega il Dottor Enrico Lodi, Direttore dei Sistemi di Informazioni Creditizie di Crif - si rileva come nel 2004 i finanziamenti a rischio evitati per le sole anagrafiche sospette siano stati pari a 1,4 miliardi di euro. Considerando i volumi di credito al consumo processati nel 2004 su Fraud Analyser, le frodi evitate grazie al servizio rappresentano il 3,4% del flusso di credito al consumo erogato nello stesso anno". "L'osservatorio - continua Lodi - consente anche di valutare più in profondità il fenomeno analizzandolo in relazione a parametri geo-demografici e nella sua correlazione con il rischio di credito. Questo nell'interesse della pianificazione della prevenzione operata dai soggetti istituzionali preposti a contrastare le frodi sul credito ma, soprattutto, nell'interesse di quei cittadini che vengono salvati dall'utilizzo della loro identità da parte di organizzazioni criminali". Sotto il profilo territoriale, le regioni in cui si riscontra una maggiore concentrazione delle anomalie più gravi sono la Campania, la Toscana, il Lazio e la Sardegna. Queste ultime due, in particolare, hanno registrato la crescita maggiore di anagrafiche sospette (rispettivamente +8,8% e +7,9% rispetto al 2003). Analizzando ancora più in dettaglio la concentrazione delle anagrafiche sospette, le province più a rischio sono risultate Prato, Caltanissetta e Sassari. Tali evidenze dimostrano che in queste province vi è stata nel 2004 una più alta attività di vere e proprie gang di frodatori, situazione confermata anche dal maggior utilizzo nelle stesse aree del sistema di prevenzione Fraud Analyser. Dalla ripartizione della casistica di anagrafiche sospette effettuata in relazione al sesso e all'età si evince che: a prescindere dal sesso, la maggior concentrazione di anagrafiche sospette si registra nella fascia tra i 36 e i 45 anni; nelle fasce di età più giovani (dai 18 ai 30 anni) le anagrafiche sospette sono prevalentemente relative a uomini; nelle fasce di età oltre i 46 anni sono più numerose le anagrafiche sospette relative a donne. Da questi dati si evince come siano i cittadini più giovani quelli che debbono più di tutti monitorare che i propri dati anagrafici non finiscano nelle mani delle organizzazioni criminali. L'analisi condotta da Crif evidenzia, infine, come le informazioni tradizionalmente utilizzate dai soggetti che erogano credito per valutare il rischio di una operazione risultano essere insufficienti per valutare il rischio di frode, richiedendo pertanto strumenti specifici. Infatti, i tentativi di impersonificazione vedono come vittime preferite proprio i consumatori affidabili, a dimostrazione che non esiste una correlazione evidente tra rischio di credito e rischio di frode.  
     
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