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Notiziario Marketpress di Lunedì 06 Giugno 2005
 
   
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  IL CNEL: LE DONNE SEMPRE PIÙ STRETTE TRA FAMIGLIA E LAVORO. 600 MILA RINUNCIANO A UN’OCCUPAZIONE PERCHÉ TROPPO IMPEGNATE IN CASA  
   
  Roma, 6 giugno 2005 - Il 23 % degli uomini italiani non dedica nemmeno 10 minuti al giorno al lavoro familiare: nella coppia, il 77% del tempo dedicato alla cura di casa e famiglia è infatti assorbito dalle donne. Con il risultato che, dopo fabbrica o ufficio, le lavoratrici possono disporre, in termini di tempo libero per sé, soltanto di 2 ore e 28 minuti al giorno, contro le oltre 5 ore dedicate alla famiglia. Non c’è da stupirsi, dunque, se quasi 600 mila donne in Italia vorrebbero cercarsi un lavoro, (e altre 160 mila vorrebbero passare dal part-time al full-time) ma non possono farlo, proprio perché costrette ad occuparsi a tempo pieno dei loro cari. Non solo: i tempi che gli uomini dedicano al lavoro non variano minimamente in funzione della fase del ciclo di vita e del numero dei figli, a differenza di quello delle donne; negli ultimi dieci anni, sfatando il luogo comune della donna che lavora trascura i figli, le occupate hanno aumentato di 28 minuti al giorno il tempo dedicato alla cura dei bambini: sottraendolo, però, a quello destinato al lavoro domestico puro e semplice. Insomma, più mamme e meno colf. E le più fortunate, paradossalmente, sono le madri single: che dedicano al lavoro familiare solo 5 ore e 7 minuti al giorno, contro le 6 ore e 25 delle donne sposate. Sono alcuni dei dati presentati stamani al Cnel dal direttore centrale dell’Istat Linda Laura Sabbadini, nell’ambito di un seminario dal titolo "Conciliazione lavoro-vita privata: a che punto siamo?", a cui hanno preso parte la sociologa Chiara Saraceno, Aris Accornero, e le rappresentanti delle parti sociali. Aprendo i lavori, la vicepresidente del Cnel, Francesca Santoro, ha sottolineato: "questi dati forniscono elementi importanti sulle trasformazioni delle famiglie italiane: emerge la necessità di rimuovere gli ostacoli che impediscono una partecipazione delle donne al mondo del lavoro su livelli medi europei. La piena utilizzazione e valorizzazione della risorsa donna è infatti essenziale per la crescita economica e per la competitività del nostro paese". "I carichi familiari ha osservato la vicepresidente del Cnel gravano ancora quasi interamente sulle donne. Le reti di aiuto formale sono insufficienti (solo 1 bambino su 5 frequenta l’asilo nido, e di questi il 43 % e’ costretto a rivolgersi a strutture private), mentre è ancora prevalente quella informale, affidata ai legami di parentela e alla cosiddetta solidarietà intergenerazionale". Le conseguenze sono note, non solo in termini di occupazione ma anche di andamento demografico: nel decennio 1993-2003, le coppie con figli sono scese dal 48% al 42%, mentre aumentano dal 21% al 27% le persone sole. "La conciliazione deve riguardare sia gli uomini che le donne - ha detto a sua volta Chiara Saraceno, che nella sua relazione ha tracciato un’analisi dello scenario europeo - i servizi ma anche l’organizzazione del tempo di lavoro: non solo le politiche pubbliche ma anche quelle delle imprese private, devono farsi carico del problema".  
     
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