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Notiziario Marketpress di Lunedì 06 Giugno 2005
 
   
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  UNIVERSITÀ E ACCADEMIA UNITE PER RESTAURARE I MARMI A CARRARAMARMOTEC, CONVEGNO SU DIDATTICA E RICERCA PER INTERVENIRE SUI PEZZI DI GRANDE VALORE  
   
  Carrara, 6 giugno 2005 - Il restauro artistico è una branca della ricerca scientifica in continuo divenire e ad oggi non esiste una tecnica certa che valga per tutte le opere d’arte o edifici, ma si può parlare di ricerca e sperimentazione che si avvalgano di tecniche altamente innovative e di manualità altamente qualificate che possono intervenire su un patrimonio incredibile di cui dispone l’Italia. Questi gli elementi di maggior rilievo emersi dal convegno “Ricerca e didattica del restauro dei manufatti lapidei”, organizzata nell’ambito di Carraramarmotec dall’Accademia di belle arti di Carrara e dall’Università di architettura di Firenze con la partecipazione di esperti del mondo accademico ed universitario. I lavori sono stati aperti da Marco Baudinelli, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Carrara che ha ricordato come “Il restauro è un elemento fondamentale per la nostra Accademia, anche in vista dei progetti in comune con la facoltà di architettura di Firenze. Il corso attivato cinque anni fa, sta diventando un punto di eccellenza del nostro ateneo”. Dopo il saluto di Giancarlo Bernieri che, in rappresentanza dell’Imm ha sottolineato come l’Accademia punti lodevolmente a prendersi cura delle opere d’arte realizzate anche da molti suoi allievi, è intervenuto Enrico Dolci (titolare della Cattedra di Beni Culturali dell’Accademia e coordinatore del Dipartimento di Conservazione e Restauro) il quale ha ricordato che “la riforma in atto dal 2004 colloca le accademie in una nuova prospettiva introducendo l’area della conservazione dei beni culturali ”. L’attività svolta da Dolci si occupa in particolare dei beni del territorio attraverso ricerche, rilevamenti e documentazioni delle emergenze più significative. La provincia, del resto è un vero scrigno di beni culturali, dall’archeologia alle produzioni artistiche contemporanee. Il dipartimento di Conservazione e Restauro sta lavorando da alcuni anni ad una catalogazione aggiornata della collezione di gessi contenuta nella Gipsoteca dell’Accademia e, da due anni, anche al restauro dei pezzi che ne hanno bisogno, anche in prospettiva di una sistemazione museale. Si tratta, infatti, di una delle gipsoteche più antiche ed importanti a livello europeo. Il problema è stato affrontato azzerando la situazione e mettendo in cantiere un progetto che riguarda il restauro e uno studio approfondito sulle caratteristiche dei singoli pezzi. Un’esperienza straordinaria che ha coinvolto i nostri allievi che si confrontano con problematiche di analisi e operatività su pezzi che appartengono alla storia della scultura non solo a Carrara.” Ha poi annunciato la realizzazione di una Carta Archeologica di Carrara, strumento essenziale per la conoscenza del territorio ma anche per programmi di valorizzazione territoriale. Uno strumento che l’Accademia metterà a disposizione della città.” La prima “carta archeologica” fu realizzata nel 1931 da Luisa Banti e mai aggiornata ma Ma il restauro non è solo mirato alle opere storiche, “perché interessa anche le produzioni contemporanee, aggredite per lo più dallo smog e da restauri sbagliati - ha detto Carlo Alberto Garzonio, del dipartimento di restauro della facoltà di architettura di Firenze e responsabile del Laboratorio Materiali Lapidei – e siamo di fronte a degenerazioni dello stato superficiale della pietra dovute a fenomeni chimici, fisici e biologici.”. Garzonio ha spiegato anche che “ non esistono tecniche di restauro definitive: sarebbe un buon inizio effettuare analisi e una catalogazione sistematica di queste situazioni”. Più tecnico l’intervento di Luca Giorni (docente della facoltà di architettura di Firenze) che ha mostrato fotografie di alcuni palazzi fiorentini caratterizzata dalla copertura in bugnato. La caratteristica copertura in conci dei palazzi rinascimentali da Palazzo Medici Riccardi a Palazzo Rucellai, fino a palazzo Strozzi. “Prima di intervenire su questi monumenti dell’architettura – ha detto – è necessario quale materiale è stato usato e la tecnica di lavorazione”. Augusto Giuffredi dell’Accademia di Carrara ha presentato: “Il bilancio dell’attività nel laboratorio di restauro dei materiali lapidei fatti in Accademia”. Una carrellata sulle attività svolte dal 2001 ad oggi, tra cui: restauro di opere in terracotta del 1400, il ripristino di una statua marmorea che raffigura un pescatore, la ripulitura del busto ritrovato di Luigi Poletti realizzato dal Tenerani. Per la prima volta hanno avuto la possibilità di intervenire anche gli studenti (diplomati e diplomandi all’Accademia di Carrara). Eoghan Daltun ha parlato degli “interventi di conservazione e restauro su due capolavori del romanico irlandese; Clonfert e Freshford”. Fabiola Manfredi e Simona Vizzani hanno parlato della: “fabbrica del restauro della pietra di Ingolstad”. Infine, Lisa Bevilacqua ha raccontato la sua esperienza a proposito dei: “restauri dei marmi archeologici ad Aosta. Il caso di opere in marmi policromi, problemi di conservazione e musealizzazione”.  
     
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