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Notiziario Marketpress di Lunedì 06 Giugno 2005
 
   
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  FINANZE PUBBLICHE NEL 2005: È FONDAMENTALE ATTUARE POLITICHE SOLIDE IN LINEA CON LA RIFORMA DEL PATTO DI STABILITÀ E CRESCITA  
   
  Bruxelles, 6 giugno 2005 - Nella relazione annuale sullo stato delle finanze pubbliche nell’Unione europea, la Commissione europea invita gli Stati membri a tenere fede al rinnovato impegno ad attuare politiche di bilancio solide e si impegna a sua volta ad applicare vigorosamente il patto di stabilità e crescita riformato. La relazione indica che il disavanzo di bilancio medio nell’area dell’euro e nell’Ue a 25 è lievemente migliorato nel 2004 dopo essersi deteriorato per tre anni consecutivi. Questo sviluppo è però da ascriversi in gran parte ad una riduzione dei disavanzi relativamente più elevati dei nuovi Stati membri. Il risanamento dei bilanci deve restare una priorità così da poter ridurre il debito delle amministrazioni pubbliche, affrontare il problema dell’invecchiamento della popolazione e riorientare le risorse pubbliche su misure che consentano il rafforzamento della crescita. Il commissario Joaquín Almunia ha affermato: “Il modo in cui la Commissione e il Consiglio applicheranno nei prossimi mesi e nei prossimi anni il patto riformato sarà cruciale. Ritengo che la riforma sia stata un grande successo, soprattutto data l’attuale incertezza sulla capacità dell’Ue a compiere progressi. Ma la sua credibilità dipende dalla capacità degli Stati membri ad operare nel rispetto delle regole per migliorare la qualità e la sostenibilità delle loro finanze pubbliche. La Commissione farà appieno la sua parte applicando le regole e assicurandosi che tali regole siano effettivamente rispettate.” La Commissione ha adottato oggi la sesta relazione sulle Finanze pubbliche nell’Uem, che rientra tra i suoi obblighi nel quadro della sorveglianza dei bilanci. Il 2004 è stato ampiamente caratterizzato dalle discussioni sulla revisione del patto di stabilità e crescita, adottato sette anni fa, un compito che è stato completato con successo al Consiglio europeo del marzo 2005. L’accordo permette di tenere conto maggiormente della realtà economica di un’Ue più diversificata, consente un maggior margine nell’applicazione del patto ma prevede anche un impegno più preciso da parte degli Stati membri ad applicare politiche di bilancio solide lungo il ciclo. Le conclusioni principali della relazione sono le seguenti: nonostante la riduzione dei disavanzi nell’Ue, il debito è in crescita e in molti paesi la sostenibilità delle finanze pubbliche non è assicurata. Ciò impone di seguire con rinnovata attenzione l’andamento del debito, compresi gli aggiustamenti stock/flussi[1], e la qualità degli interventi di risanamento del bilancio; vi è una crescente discrepanza tra i progetti di bilancio degli Stati membri e i risultati effettivi, soprattutto a causa di sfondamenti dei massimali di spesa. Per porvi rimedio, occorre un buon inquadramento nazionale delle spese nel medio termine al fine di assicurare un miglior controllo della spesa; le riforme strutturali sono fondamentali per accrescere il potenziale di crescita, ma potrebbero avere nel breve termine un effetto negativo sui disavanzi. In linea di massima questo impatto è piuttosto contenuto e dipende dal tipo di riforma. Questi elementi indicano che occorre considerare le riforme strutturali nella valutazione delle politiche di bilancio, ma anche esaminarle caso per caso in sede di applicazione del patto riformato; come in molti altri Stati membri, negli Stati di recente adesione vi sono margini per gestire le finanze pubbliche in modo da coniugare gli obiettivi di crescita e stabilità tramite la ristrutturazione dei programmi di spesa, il miglioramento dell’amministrazione tributaria e il rafforzamento della governance di bilancio. Nel 2004 è stato avviato un numero inusuale di procedure per i disavanzi eccessivi in seguito all’ingresso nell'Ue di 10 nuovi Stati membri, molti dei quali con disavanzi elevati. La Repubblica ceca, Cipro, l'Ungheria, Malta, la Polonia e la Slovacchia si sono aggiunti a Francia e Germania, mentre anche per la Grecia e i Paesi Bassi sono stati rilevati disavanzi superiori al valore di riferimento del 3% fissato nel trattato Ue. Di recente la procedura riguardante i Paesi Bassi è stata chiusa. Il testo integrale della relazione è disponibile al seguente indirizzo Internet : http://europa.Eu.int/comm/economy_finance/publications/publicfinance_en.htm  
 
     
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