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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 29 Giugno 2005
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NEL 2004 I BROKER ITALIANI HANNO GESTITO PREMI PER 14.822 MILIONI DI EURO. NEI SOLI RAMI DANNI INTERMEDIATO IL 33,5% DELL’INTERO MERCATO ASSICURATIVO |
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Milano, 29 giugno 2005 - Nel corso dell’Assemblea annuale dell’Aiba (Associazione Italiana Brokers di Assicurazioni e Riassicurazioni) il Presidente Enrico Boglione, ha comunicato i dati del settore per il 2004 evidenziando che “l’anno appena trascorso è stato caratterizzato da una serie di eventi di grande impatto per la categoria dei broker, che hanno comportato per l’Aiba, un’intensa attività. Abbiamo seguito il recepimento della Direttiva europea sull’intermediazione assicurativa, affrontato con successo alcune problematiche connesse all’attività dei broker nella Pubblica Amministrazione. Parallelamente sono stati integrati e sviluppati i progetti di formazione (anche grazie ad Aba, Accademia di Brokeraggio Assicurativo) e i servizi offerti agli associati. “Anche nel 2004 - ha spiegato Enrico Boglione - nonostante un contesto economico generale poco dinamico, i broker italiani hanno confermato tutta la loro vivacità, muovendosi in controtendenza rispetto alle dinamiche del nostro Paese: produttività in crescita e ulteriore espansione della professione”. La significativa presenza dei broker sul mercato assicurativo italiano ha visto, anche nel 2004, l’ulteriore aumento del peso specifico dell’attività del brokeraggio. Un’espansione avvenuta, ancora una volta, in una situazione di mercato non favorevole, considerata la composizione del portafoglio italiano dove il ramo vita, settore storicamente non produttivo per i broker, pesa per il 65% sul totale. Nel 2004 i broker hanno gestito complessivamente premi per 14.822 milioni di euro, in crescita rispetto ai 13.928 milioni del 2003, pari ad una percentuale del 14,70% dell’intero mercato. Nei soli rami danni l’ammontare dei premi gestiti dai broker è stato di 11.857, pari al 33,5% del totale (32,6% nel 2003). Enrico Boglione ha sottolineato come “la penetrazione dei broker nel segmento aziende sia superiore al 60%. Dato, che evidenzia come il broker venga ormai identificato quale interlocutore privilegiato per la gestione dei rischi delle imprese industriali e di servizi”. Le imprese operanti sul mercato sono salite a 940, mentre le persone fisiche iscritte all’Albo sono 3.082. In totale i broker di assicurazioni e/o riassicurazioni hanno raggiunto quota 4.022 unità, in lieve incremento rispetto alle 3.950 del 2003. La Lombardia si conferma al vertice della classifica delle regioni per numero di broker presenti sul territorio (390 iscritti all’Albo), pari al 31,2% del totale italiano. Seguono il Lazio con 185 iscritti (14,8%), il Veneto con 110 (8,8%), il Piemonte con 108 (8,6%) e l’Emilia Romagna con 93 (7,4%). In riferimento alle grandi zone geografiche, il nord Italia ha il 64,4% degli iscritti (rispetto al 65,4% del 2003), il centro sale al 23,8% (23,6% nel 2003) mentre il sud arriva a una percentuale dell’11,6% (10.9% nel 2003). A fine 2004 l’Aiba contava 916 aziende iscritte, tra società e ditte individuali, rispetto alle 882 dell’anno precedente. Un aumento del 3,9% e un conseguente incremento di persone fisiche operanti al loro interno di circa 2.400 unità, per una rappresentatività rispetto al totale della Categoria del 70%, che in termini di volume d’affari rappresentano circa il 90% del mercato del brokeraggio italiano. Il 15 gennaio scorso è scaduto il termine entro il quale i singoli Stati dell’Unione Europea dovevano trasporre la Direttiva sull’intermediazione (2002/92/Eu) nelle proprie legislazioni. Al momento, solo 12 Stati Membri su 25 hanno provveduto al recepimento. Tra questi non c’è l’Italia. Negli ultimi dodici mesi Aiba ha interagito con i principali organi istituzionali al fine di promuovere alcune modifiche al disegno di legge. Il 14 giugno scorso l’Associazione ha partecipato a un’audizione presso la Commissione Finanze della Camera, congiuntamente con la Commissione Industria del Senato presentando le proprie valutazioni e richieste di modifica che si confida vengano accolte nel definitivo testo di legge. Pur condividendo l’approccio pragmatico adottato che, non perseguendo l’utopia di innalzare la preparazione professionale degli sportellisti bancari e postali al livello di agenti e brokers, ne limita il campo di attività alla distribuzione di prodotti standard, l’Aiba suggerisce di riformulare in maniera più minuziosa la definizione di ”prodotto standard”, attualmente troppo generica e di impedire agli istituti di credito di condizionare la fornitura di servizi bancari o finanziari alla vendita di prodotti assicurativi. Aiba segue da sempre l’evolversi del rapporto fra broker e Pubblica Amministrazione, svolgendo attività di approfondimento delle numerose problematiche connesse e di tutela nei confronti della categoria a fronte dei continui e infondati attacchi di altri segmenti dell’intermediazione, tendenti a sostenere la non legittimità del ricorso al broker da parte della Pubblica Amministrazione. In particolare, il Sindacato Nazionale Agenti ha chiesto al Ministero della Funzione Pubblica di pronunciarsi sulla questione. La risposta, arrivata dall’Avvocatura Generale dello Stato cui il Ministero aveva girato il quesito, non lascia spazio a dubbi visto che afferma: “Non si ritiene sia precluso il ricorso al broker da parte di Pubbliche Amministrazioni in funzione della stipula di propri contratti di assicurazione…”. A fugare ogni “dubbio” dello Sna, l’Avvocatura ha anche sottolineato che “…ogni remunerazione…sarà esclusivamente a carico della società assicuratrice che risulterà aggiudicatrice del contratto di assicurazione”. A rafforzare ulteriormente questo già autorevole parere è giunta la sentenza della Suprema Corte del 16 marzo 2005, dove si legge che “il broker di assicurazione svolge attività mediatizia in forma di impresa commerciale, sia pure connotata da profili di intellettualità… Si ritiene che sia legittimo il ricorso da parte della P.a. O di un ente pubblico al broker, in quanto vale a garantirli ed assisterli nella stipula del contratto di assicurazione, e che l’attività del broker sia compatibile con le procedure ad evidenza pubblica…”. La qualificazione professionale è considerata dall’Aiba come il principale strumento di affermazione per il broker e l’attenzione agli aspetti più articolati della formazione assorbe il massimo impegno della vita associativa. Nel corso dell’anno è stata ulteriormente implementata l’attività di formazione di Aiba, realizzata attraverso l’Accademia di Brokeraggio Assicurativo (Aba), la struttura creata nel 2003 per occuparsi dei molteplici progetti formativi. Attualmente, l’offerta di Aiba si snoda secondo tre percorsi diversi. Il primo è il corso ad alta specializzazione, realizzato in collaborazione con il Cineas (Consorzio di Ingegneria delle Assicurazioni presso il Politecnico di Milano), rivolto agli operatori che abbiano già una buona esperienza di base e che desiderino approfondire le conoscenze e gli strumenti di lavoro e di analisi più efficaci e coerenti per affrontare, con la massima competenza professionale, tutte le fasi del processo di risk analysis, risk mapping e risk management. Il secondo è un corso finanziato dal Fondo Sociale Europeo indirizzato a neolaureati non occupati che vogliano avvicinarsi alla professione, mentre il terzo è un programma di incontri di perfezionamento “Un giorno, un problema, una soluzione”, tenuti in 15 città italiane, per approfondire specifiche tematiche tecniche e gestionali. L’edizione 2005, partita a marzo e non ancora conclusa ha registrato fino ad oggi, l’adesione di oltre 1.100 iscritti.
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