Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 05 Luglio 2005
 
   
  Pagina1  
  ASSEMBLEA ANNUALE UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE: TORNA A SALIRE LA PRODUZIONE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DELLA MACCHINA UTENSILE, ROBOT E AUTOMAZIONE MA IL MERCATO INTERNO E’ FERMO  
   
  Cinisello, 5 luglio 2005 - E’ sostanzialmente positivo il bilancio 2004 dell’industria italiana della macchina utensile, robot e automazione che, nonostante la congiuntura non favorevole, si è confermata al terzo posto delle graduatorie mondiali di settore sia per produzione che per esportazioni. Secondo i rilievi di consuntivo 2004, presentati questa mattina da Alberto Tacchella, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre, alla presenza del presidente di Confindustria Luca di Montezemolo, la produzione dell’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione, dopo due anni di calo, è tornata a crescere, attestandosi a 4.130 milioni di euro (+2,5%) rispetto all’anno precedente. Buona la performance delle esportazioni che, cresciute del 12,2% a 2.077 milioni di euro, hanno trainato le vendite dei costruttori italiani, compensando, almeno in parte, i negativi risultati raccolti sul mercato domestico. Infatti, è proseguito il trend negativo delle consegne dei costruttori italiani sul mercato interno scese a 2.053 milioni di euro (-5,7%), in ragione del calo della domanda (-2%). Il rapporto export su produzione è salito dal 46% del 2003 al 50,3%, torna così sopra la metà la quota di made in italy settoriale destinata ai mercati stranieri. Principali mercati di sbocco della produzione italiana sono risultati la Germania, che ha assorbito il 12,6% del totale esportato, la Spagna (9,4%), gli Stati Uniti (9%), la Francia (8,9%) e la Cina (8,4%) In particolare sono risultate in ripresa le vendite in Germania (248 milioni, +19,1%), Spagna (184 milioni, +18%) e Francia (174 milioni, +2,3%). Positivi anche i riscontri relativi all’export negli Stati Uniti (+7,6%), nel Regno Unito (+4,9%), in Austria (+42,2%) e in Polonia (+14,3%). Tra i paesi emergenti gli incrementi maggiori nelle vendite di sistemi di produzione italiani si sono registrati in Russia (+89,5%), risultata il sesto mercato di sbocco, Turchia (+34,8%), e Cina (+14,8%). Il saldo della bilancia commerciale è risultato in crescita del 18,8% attestandosi a 1.044 milioni di euro. Secondo Alberto Tacchella, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre: “il consuntivo 2004, sebbene di segno positivo, deve essere analizzato con estrema cautela, per almeno due ragioni”. “La prima - afferma Alberto Tacchella - riguarda l’incremento registrato nella produzione che risulta essere ancora molto basso, soprattutto se si considera che il 2003, anno di confronto, è stato per i costruttori di sistemi di produzione, assolutamente deludente. La seconda ragione - prosegue Tacchella - riguarda la discrepanza tra il positivo andamento delle esportazioni e quello delle consegne sul mercato interno, ancora negativo”. “Tali dati - afferma Tacchella - sono la conferma della sostanziale stagnazione che interessa il nostro settore così come l’intero sistema economico del paese che ha bisogno di un vero e proprio rilancio per poter mantenere il passo dei concorrenti stranieri. Occorrono degli interventi concreti, e soprattutto non generici, perché il paese non può rinunciare alla propria vocazione manifatturiera”. “In questo senso - afferma il presidente di Ucimu-sistemi Per Produrre - sono quattro le leve strategiche su cui si gioca la sfida della competitività: Internazionalizzazione, Innovazione, Investimenti e Immagine”. Se gli imprenditori devono fare la loro parte, modificando il proprio modo di fare impresa, il sistema-paese deve assolutamente intervenire con misure adeguate e concrete” Per quanto riguarda l’internazionalizzazione - rileva Tacchella - i costruttori hanno la necessità di far fronte alla limitata dimensione aziendale, ostacolo alla presenza strutturata sui mercati stranieri, attraverso l’aggregazione tra imprese aventi obiettivi comuni. A tale scopo si auspica, da un lato, che il sistema-paese operi per l’attuazione di misure che rendano fiscalmente neutrali tali processi e, dall’altro, lo sviluppo di strumenti quali, per esempio, i fondi di private equity, in grado di supportare le imprese nella crescita dimensionale, grazie al finanziamento degli investimenti necessari. “L’innovazione - afferma Alberto Tacchella - rappresenta sicuramente la vera Ieva strategica per mantenere il passo dei tradizionali competitors e allungare il gap qualitativo di cui gode il made in Italy settoriale rispetto alla produzione offerta dai concorrenti provenienti dai paesi emergenti. Prioritaria per le nostre imprese è, dunque, l’attuazione di un dialogo continuo e costante tra industria, istituti di ricerca e università, al fine di creare un circolo virtuoso in grado di favorire il trasferimento diretto dell’idee dal mondo accademico a quello dell’industria manifatturiera”. “A fronte di una negativa congiuntura economica, è necessario, - rileva Tacchella - ancora di più, salvaguardare la meccanica strumentale in quanto produttrice di beni di investimento, agevolando sia le imprese, sia gli investimenti in sistemi di produzione, quale volano di sviluppo per l’intero Paese. A tal proposito occorre una manovra decisa e vigorosa che tenga conto, insieme, dell’abolizione dell’Irap, un’imposta ingiusta e penalizzante, e della liberalizzazione delle quote di ammortamento”. “In ultimo - conclude Tacchella - l’immagine, divenuta oggi un asset, prioritario. A noi imprenditori il compito di imparare a comunicare meglio, ma senza una supporto strutturato alle spalle ogni nostro sforzo risulterà vanificato. Ecco che, allora, chiediamo al sistema-paese che, attraverso una pianificazione efficace e continua di campagne di promozione del made by italians, crei un’immagine nazionale forte, che sappia, però, anche valorizzare le peculiarità delle produzioni specifiche “.  
     
  <<BACK