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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Luglio 2005
 
   
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  PROCREAZIONE ASSISTITA, CON LA LEGGE 40 GRAVIDANZE DIMINUITE DEL 30% LO AFFERMA LA SOCIETÀ ITALIANA DI EMBRIOLOGIA. RADDOPPIATO IL NUMERO DI ABORTI  
   
  Milano, 7 luglio 2005 - Con la Legge 40 le probabilità di successo degli interventi di procreazione medicalmente assistita sono diminuite del 30%, mentre i casi di aborto sono aumentati del 44%. Ad affermarlo sono gli esperti della Società Italiana di Embriologia, Riproduzione e Ricerca (Sierr), che in occasione del 3° Congresso nazionale a Roma si sono confrontati sui risultati biologici e clinici della Pma in Italia a un anno dall’applicazione della legge. Il primo, preoccupante dato che emerge dal confronto tra 1.000 interventi effettuati in venti centri italiani prima e dopo la legge è proprio quello riguardante le gravidanze portate a termine: le coppie maggiormente penalizzate risultano essere quelle cosiddette "a buona prognosi", nelle quali la diminuzione delle probabilità di successo è intorno al 30%, nonostante la donna presenti una buona risposta ovarica. La causa sembra risiedere sia nell'impossibilità di identificare gli embrioni realmente evolutivi (cioè in grado di svilupparsi in modo corretto dando avvio alla gravidanza) sia nel divieto di far sviluppare embrioni in sovrannumero da utilizzare in cicli successivi. Dunque la qualità degli embrioni trasferiti è nettamente diminuita e il trasferimento di embrioni non evolutivi si traduce in un aumento del tasso di abortività pari al 44%. Si registra inoltre un aumento significativo delle gravidanze trigemine, associato all'obbligo di trasferimento di tutti gli embrioni ottenuti. Alle coppie con “buona prognosi” si aggiungono quelle in cui il fattore maschile rappresenta il problema principale, sia per severe alterazioni della spermatogenesi sia per i casi di azoospermia in cui è possibile prelevare gli spermatozoi a livello testicolare o epididimario, e che negli ultimi anni avevano trovato una soluzione adeguata mediante le tecniche di fecondazione assistita. Le probabilità di successo dell’intervento in questo caso sono scese dal 33 al 15%. Una ulteriore conseguenza della legge è l’impiego sempre più diffuso della tecnica Icsi (microiniezione dello spermatozoo). Infatti l’obbligatorietà di produrre un massimo di tre embrioni - con la conseguente necessità di trattare un numero fisso di tre ovociti – ha reso praticamente impossibile la scelta della Fivet (che prevede la fecondazione spontanea tra i gameti), poiché tale metodo non consente di controllare la maturità nucleare dell'ovocita, ovvero di valutarne la “qualità”. E' stato inoltre osservato che la riduzione delle stimolazioni ormonali nella donna, attuata per consentire il recupero di un minor numero di ovociti, mette a rischio la qualità degli stessi ovociti e di conseguenza la capacità di svilupparsi in embrioni evolutivi. Dunque la riduzione delle stimolazioni – che dovrebbe tutelare la salute della donna – si rivela una scelta ingannevole, poiché la qualità degli ovociti peggiora e le probabilità di successo diminuiscono. Un altro effetto della Legge 40 è, infine, rappresentato dalla crioconservazione degli ovociti, non essendo più possibile crioconservare gli embrioni. Secondo la Società Italiana di Embriologia, questa tecnica è ancora in fase sperimentale, in quanto i dati biologici e clinici oggi disponibili dicono che le probabilità di successo rimangono ancora ridotte rispetto a quelle dei cicli con ovociti freschi. La Sierr auspica che si sviluppi una ricerca approfondita in campo biologico per identificare strategie di crioconservazione non lesive della qualità dell'ovocita prima di proporre questa tecnica alle coppie come valida alternativa alla crioconservazione embrionale, finora operata con successo ma attualmente vietata dalle legge. Alla luce di quanto indicato, la Sierr ritiene che la legge 40 sia molto penalizzante per le coppie in termini di risultati di gravidanza e che metta a rischio la salute della donna, piuttosto che salvaguardarla. Una delle conseguenze inevitabili, peraltro già in atto, sarà che le giovani coppie che hanno una supposta buona fertilità e che possono permetterselo si recheranno sempre più spesso all’estero.  
     
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