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Notiziario Marketpress di Giovedì 14 Luglio 2005
 
   
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  COLLI ORIENTALI: MENO BUROCRAZIA E PIÙ TUTELA PER I VITICOLTORI  
   
  Per il Consorzio Colli Orientali del Friuli è tempo di pianificazione delle attività future, dopo l’elezione del nuovo direttivo e del neo-presidente, Pierluigi Comelli. La nuova gestione, infatti, pur inserendosi nella linea di continuità operativa instaurata negli anni scorsi, pone tra i suoi obiettivi in questo momento non solo la tutela della denominazione, ma soprattutto la dignità del lavoro dei viticoltori associati. Le prime indicazioni vengono dalla costituzione di una commissione composta dal vice presidente Germano Zorzettig, da Paolo Durì e Giampaolo Cudicio che si occuperà della divulgazione dei problemi di carattere burocratico, fiscale e legislativo, nell’ottica di rendere meno pesanti gli adempimenti per i vignaioli associati. Il gruppo, volutamente ristretto, potrà essere allargato in futuro ad altri consiglieri per usufruire del loro contributo in una migliore gestione delle pratiche. Tra le prime tematiche da affrontare, emerge un problema antico, ma che si ripresenta puntuale ogni anno: la difficoltà di reperimento e remunerazione della manodopera occasionale per il periodo della vendemmia manuale. Tra poco più di 60 giorni – precisa l’ente consortile – partiranno le vendemmie e si ripresenteranno gli ostacoli burocratici di sempre e le insufficienze di organico tra i filari. Da anni si cerca di ottenere una sburocratizzazione per quanto riguarda la partecipazione di manodopera occasionale alle vendemmie, soprattutto per agevolare l’uso di categorie particolari quali gli studenti o i pensionati. Per questo il Consorzio vorrebbe organizzare un incontro con gli organismi sindacali e le associazioni preposte, per concertare insieme come attivarsi e disciplinare questa attività in maniera più rispettosa del lavoro sia della manodopera sia dei viticoltori. Maggior rispetto nei confronti dei viticoltori viene richiesto anche per un altro tema legato alle prestazioni viniche: l’obbligatorietà della consegna delle vinacce. Attualmente la bassa remunerazione di questo prodotto penalizza i viticoltori, in particolare quelli che fanno viticoltura di qualità, come le aziende dei Colli Orientali, che consegnano alla distillazione vinacce ricche di succhi e quindi più pregiate, ottenute con un metodo di spremitura soffice. Un surplus di qualità, ribadisce il Consorzio, che non viene adeguatamente riconosciuto. Altro nodo da risolvere, secondo l’ente consortile, è quello inerente le pratiche burocratiche regolate da una legge risalente agli anni ’30 (quella che istituiva il Marchio Nazionale Esportazione Vini) che rende decisamente gravoso l’iter per l’export nel Nord America. «Queste procedure si rifanno a leggi pensate per un contesto di molti anni fa e vanno riviste – spiega il direttore Mariano Paladin -. Il gruppo di lavoro si attiverà per instaurare una più stretta collaborazione con la Camera di Commercio e per trovare una strada che porti possibilmente a uno snellimento delle procedure». Da alcuni mesi il Consorzio Colli Orientali ha inoltre rafforzato e sviluppato l’assistenza tecnica agli associati, creando un’équipe che conta, oltre al direttore Paladin, gli enologi Anna Maria Visintin, Giovanni Bigot e Ramon Persello.  
     
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