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Notiziario Marketpress di
Lunedì 05 Aprile 2004
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CONTROLLO DEMOCRATICO SULLE DECISIONI NEL SETTORE DEI SERVIZI FINANZIARI |
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Strasburgo, 5 aprile 2004 - La commissione per i problemi economici e monetari ha adottato la relazione di Christa Randzio-plath (Pse, D) sulla proposta di direttiva relativa alla nuova struttura organizzativa dei comitati del settore dei servizi finanziari. Più in particolare, la proposta prevede una riorganizzazione dei comitati esistenti che hanno il compito di assistere la Commissione nell'attività normativa e l'istituzione di due nuovi comitati di tipo consultivo. La direttiva proposta, tuttavia, s'iscrive in un processo più ampio che comprende un insieme di sette misure (una proposta di direttiva e sei decisioni della Commissione) che hanno lo scopo di permettere all'Unione di reagire più tempestivamente alle evoluzioni del settore finanziario estendendo a tutto il settore dei servizi finanziari la «procedura Lamfalussy». Tale procedura prevede, attraverso quattro livelli di intervento, l'adozione della legislazione sui mercati finanziari in due tappe: le scelte politiche fondamentali da tradurre in norme con portata generale adottate in codecisione e le misure tecniche più dettagliate necessarie alla realizzazione degli obiettivi legislativi che sono adottate dalla Commissione nell'ambito della sue competenze di esecuzione. Se da un punto di vista meramente tecnico, le proposte della Commissione sulla riorganizzazione dei comitati sono condivise dai deputati, sono le possibili conseguenze politico-istituzionali della delega dei poteri che, al contrario, destano una certa preoccupazione. Per tale ragione, i deputati hanno introdotto una serie di emendamenti tesi a garantire l'inserimento di un adeguato grado di responsabilità democratica e di equilibrio interistituzionale nell'estensione della procedura Lamfalussy. In quest'ottica, peraltro, nel lungo emendamento che elenca i principi cui si deve attenere la Commissione nell'esercizio dei suoi poteri di esecuzione figura anche «la necessità di elevati livelli di trasparenza e di consultazione con tutti i partecipanti del mercato e con il Parlamento europeo e il Consiglio». Inoltre, viene precisato che le misure di esecuzione non devono modificare le disposizioni essenziali delle direttive.
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