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Notiziario Marketpress di Lunedì 26 Aprile 2004
 
   
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  COSÌ RINASCE ARCHIMEDE TEORIE E TRATTATI DELLO SCIENZIATO SIRACUSANO SONO CONSERVATI IN DEBOLI TRACCE IN UN MANOSCRITTO PALINSESTO DEL X SECOLO D.C.  
   
  Roma, 26 aprile 2004 - Come si può leggere un testo cancellato? Se poi l’autore di questo testo è Archimede, l’impresa diventa degna del grande scienziato siracusano, morto nel 212 a.C. E’ quanto stanno tentando di fare alcuni ricercatori dell’Isti, Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione del Cnr di Pisa, su un manoscritto palinsesto, ossia una pergamena il cui testo originario è stato cancellato e sostituito da uno più recente. In questo caso, sotto un testo religioso vergato nel 1239 e danneggiato da umidità, cera di candele, muffe, restauri mal eseguiti e disastrose falsificazioni, si celano alcuni trattati di Archimede, tra cui il Metodo dei teoremi meccanici, copiati da uno scriba nel X secolo d.C. Attingendo presumibilmente a una fonte molto vicina all’originale. “Il testo archimedeo”, spiega Emanuele Salerno dell’Isti- Cnr, “è ora visibile solo in deboli tracce sotto il testo più recente, e riuscire a renderlo più evidente aiuterà molto gli studiosi impegnati nella sua trascrizione”. Il suo approdo tra le amorevoli mani dei conservatori del Walters art museum di Baltimora, dove è conservato, può dirsi davvero fortunato, tanto che la sua storia sembra la trama di un film di Indiana Jones o Lara Croft. Da Costantinopoli il codice accuratamente rilegato passa in un monastero bizantino dell’Italia meridionale dove il testo originale viene sostituito con un altro; lo ritroviamo a Gerusalemme e di nuovo a Costantinopoli. Qui lo studioso Costantine von Tischendorf, nel 1846, scoprendo “un palinsesto di argomento matematico” di un certo interesse, ne stacca due pagine portandole via; solo nel 1906 il palinsesto viene identificato dal filologo Johan Heiberg; il codice sparisce durante la prima Guerra mondiale, passa tra collezionisti e case d’asta per essere poi acquistato per due milioni di dollari da un anonimo collezionista che a sua volta lo affida al museo americano. Per il progetto di restauro virtuale, realizzato in collaborazione con il Walters art museum di Baltimora, i ricercatori del Cnr adotteranno tecniche da loro sperimentate con successo in radioastronomia. “L’équipe dell’Isti”, continua Emanuele Salerno, “lavorerà su immagini multispettrali acquisite con tecniche sofisticate presso il Rochester institute of technology, nello stato di New York, e la Johns Hopkins university di Baltimora, nel Maryland, e ottenute registrando l'intensità della luce riflessa dall'antica pergamena a diverse lunghezze d'onda che si manifestano come diversi colori”. Il restauro virtuale tentato a Pisa consiste nel cercare una combinazione delle immagini dalla quale possano riemergere quelle relative ai due testi. “Ciò è possibile”, conclude Salerno, “perché i materiali di cui sono costituiti gli inchiostri e gli altri componenti, quali muffe, imperfezioni, degradazioni, riflettono quantità diverse di luce alle differenti lunghezze d'onda. Inoltre, i due testi non hanno relazione né tra loro né con le degradazioni presenti sulle pagine e i nostri metodi matematici fanno in modo che le immagini che compongono il risultato godano di questa stessa proprietà”. Come mai prima, sarà finalmente possibile penetrare il vero pensiero di Archimede. Per informazioni: Emanuele Salerno, Isti – Cnr, tel. 050/3153137  
     
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