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Notiziario Marketpress di Venerdì 30 Aprile 2004
 
   
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  IL LAGO DI CAREZZA, ROMANTICA VISIONE NEL CUORE DELLE DOLOMITI PIU’ CLASSICHE. QUELLE DEL ROSENGARTEN-LATEMAR (ALTO ADIGE)  
   
  Da vari settori della società e del costume arriva un segnale chiaro: è il momento della riscoperta della qualità intrinseca, della sostanza delle cose, della bellezza ‘classica’. Anche nel viaggiare. E a sedurre chi arriva nel Rosengarten – Latemar, in Alto Adige, è proprio bellezza allo stato puro. Il Lago di Carezza, per esempio. Le maestose conifere che si frappongono tra le rocce riflesse sulle sue acque e le guglie ‘gotiche’ (la roccia vera) del Latemar, rappresentano non solo la più famosa visione incantata delle Dolomiti, ma anche un grande classico del turismo internazionale. Al pari di piazza San Marco, degli Uffizi e del Colosseo, anche il Lago di Carezza, nel cuore del Rosengarten-latemar, è un evergreen del turismo nazionale. Un’icona delle Dolomiti, che è diventata paradigma di un paesaggio. A maggior ragione in questa estate 2004: dopo una stagione finalmente nevosa, il laghetto alpino, 1520 m di quota, 35.000 mq di superficie e una profondità da 6 a 16 metri, torna al fascino antico, con l’acqua abbondante e limpida come ai bei tempi. Già negli ultimi anni, comunque, le condizioni del lago, per il quale ecologisti e alpinisti destarono numerosi e giustificati allarmi, erano migliorate. Il Lago di Carezza si trova dopo Nova Levante, sulla destra lungo la strada che sale al passo Costalunga. Attorno alle sue rive, si sviluppa poi la foresta di Carezza (Karerwald), collegata alla foresta demaniale del Latemar (2400 ettari). Qui le piante sono alte fino a 50 metri! Le migliori si sviluppano lentamente e regolarmente, per i pochi mesi dell’estate, formando in questo modo cerchi di accrescimento perfettamente uguali e distanziati tra loro non più di 2 mm. Sono queste le piante - non più del 2% - dalle quali si ottiene il legno 'di risonanza', ottimale per la costruzione di strumenti musicali. La preziosa foresta è tutta da esplorare con i sentieri 18 o 11 da Carezza, che a loro volta si immettono in un famoso sentiero: il n. 20, che corre ai piedi del Latemar intorno ai 1800 m, e porta nel 'Labirinto', affascinante zona di bizzarri massi rievocata da Agatha Christie nel suo "Poirot e i quattro". Per scoprire più da vicino le pareti del Latemar, il punto di accesso ideale è però Obereggen, dove si può guadagnare quota con gli impianti di risalita. Un tracciato un po’ faticoso, il n. 18, sale a zig zag alla Forcella dei Camosci (2590 m); da qui ci sono numerose possibilità verso il rifugio Torre di Pisa e il versante trentino del Latemar, sul quale i più esperti possono cimentarsi in una lunga traversata alpinistica. Il Lago di Carezza, chiamato anche il “lago dell’arcobaleno” per il gioco di colori delle sue acque cangianti durante la giornata, dal verde – blu, al rossastro, dall’oro fino al grigio cupo dei temporali, ha ispirato anche romantiche leggende alpine, che ne spiegano in modo quasi convincente la peculiarità: Nel Lago di Carezza un tempo viveva una bellissima sirena. Spesso la si vedeva seduta sulla riva, mentre si intrecciava i capelli, cantando. Lo stregone Masarè udì il suo canto e se ne innamorò, ma tutti i tentativi di conquistare la bella fallirono. Allora lo stregone pregò un’amica, la strega Langwerda, di aiutarlo; questa gli consigliò di travestirsi da mercante di gioielli e, dopo aver teso un arcobaleno dal Catinaccio al Latemar, di andare al Lago di Carezza per rapirla. La bella sirena rimase affascinata dalla vista dell’arcobaleno e delle tante pietre preziose, ma quando scorse il mago, che si era scordato di travestirsi, si immerse nel lago e non comparve mai più. Nella sua infinita stizza e pena d’amore, lo stregone afferrò l’arcobaleno, lo tirò giù dal cielo e, spezzatolo, ne gettò i frantumi nel lago insieme ai gioielli. L’enrosadira sul Catinaccio Altrettanto fiabesca e romantica è l’immagine del Catinaccio quando s'infiamma al crepuscolo. Con il Latemar, anche il Catinaccio pennella la val d'Ega e la val di Tires, le due valli che solcano il Rosengarten-latemar. E anche qui sono ambientate leggende più importanti delle Dolomiti, così belle da sembrare vere. Tra cui quella fondamentale, che spiega il caratteristico arrossamento della dolomia al calar del sole: 'colpa' di Re Laurino, che, infuriato per le pene d'amore, con un incantesimo pietrificò il suo giardino di rose (Rosengarten = Catinaccio), volendo che non si vedesse più né di giorno né di notte. Dimenticandosi del crepuscolo... E' l'Enrosadira, in tedesco Alpenglühn. La si può ammirare da vicino, nel massimo del suo splendore, proprio sotto i primi bastioni del Catinaccio, dove avvenne l'incontro fatale fra il re e la principessa Similda: per esempio al rifugio Fronza alle Coronelle, base di significative escursioni nel massiccio: dal Coronelle con il 550, in parte attrezzato, ci si arrampica alla forcella omonima. E’ il cuore del Catinaccio, rocce verticali, guglie, campanili e ghiaioni. Passata la forcella, altri sentieri puntano poi verso nord al rifugio Vajolet e al Re Alberto (voluto dal sovrano del Belgio negli anni ’30), ai piedi delle celeberrime Torri del Vajolet e della famosa ferrata Santner. Bellissima anche la posizione del rifugio Paolina (si raggiunge in seggiovia da Carezza), che si trova lungo il 'sentiero dei cervi' o del 'Masaré' (n. 549 e poi 552); questo, passando a mezza costa sotto le rocce incantate, arriva fino al passo Costalunga. Da segnare in agenda: il 23 luglio, guida d’eccezione sul Catinaccio sarà Hans Kammerlander (a cura delle Guide Alpine e dell’Associazione turistica di Tires). Il Catinaccio nel Parco Naturale Per completare la conoscenza dell’area Rosengarten-latemar, all'imbocco della val Ciamin sorge il Centro Visite del Parco Naturale dello Sciliar (il cui territorio tutelato interessa da poco tempo anche il Catinaccio). Qui è stata ripristinata la Steger Säge, una segheria idraulica di tipo veneziano, originale del 1598, rimasta attiva fino a 50 anni fa. Il personale del Parco, durante le visite guidate, può metterla in funzione, destando la meraviglia dei visitatori per il sincronismo perfetto dei 'fragorosi' meccanismi. Nel complesso si trova anche l’abitazione, ripristinata con oggetti originali dell’artigianato alpino, e una recentissima sezione didattica dedicata alla geologia. I pacchetti Per scoprire tutti i segreti del Catinaccio, del Latemar e del Lago di Carezza niente di meglio che aderire al pacchetto Settimane escursionistiche di Re Laurino, in particolare a Nova Levante e Carezza: dal 26 giugno al 10 luglio 2004 una settimana da 328 euro (hotel 3 stelle) a 559 euro mezza pensione (hotel 4 stelle), compreso varie gite guidate. Per le famiglie lo speciale pacchetto Settimane in Val d’Ega Summer Special for Kids 2004: soggiorno gratuito per bambini fino a 6 anni e 50% di sconto per bambini tra 6 e 12 anni di età in camera doppia dei genitori con letto supplementare. Negli appartamenti 20% di sconto fino ai 6 anni e 10% tra 6 e 12 anni. Altri facilitazioni vengono proposte singolarmente dagli hotel, alcuni dei quali dotati anche di aree per bimbi e animatrici specializzate. In un buon tre stelle la mezza pensione a persona parte dai 38-40 euro al giorno. Più impegnativo, ma impedibile, il pacchetto Di baita in baita, organizzato dall’associazione turistica di Nova Levante, dal 13 al 16 settembre 2004. Si tratta di un’escursione di quattro giorni sul Catinaccio, con tre pernottamenti in baita, accompagnata dalle Guide alpine del Centro Rosengarten. Appena 300 euro il costo, compreso tre giorni in mezza pensione nei rifugi (Vaiolet, Antermoia, Bergamo). Altri pacchetti sul tema escursionistico vengono offerti da singoli hotel in tutta la valle, a partire da 290 euro circa. Infine, da ricordare ancora le Settimane internazionali dell’escursionismo a Collepietra (con 5 escursioni guidate e diploma di partecipazione), dal 23 al 28 maggio 2004 e dal 26 settembre al 1 ottobre 2004 (prezzi analoghi). Infolink: www.Rosengarten-latemar.com  
     
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