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Notiziario Marketpress di Lunedì 03 Maggio 2004
 
   
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  TASSE SULLE IMPRESE: L’INDAGINE KPMG ITALIA: LE ALIQUOTE DIMINUISCONO, MA RIMANGONO TRA LE PIU’ ALTE DEL MONDO  
   
  Milano, 3 maggio 2004 – Kpmg International ha diffuso 29 aprile i risultati della periodicaindagine internazionale relativa alle aliquote fiscali sui redditi d’impresa. L’analisi, giunta allasua undicesima edizione, è stata condotta su un campione di 69 Paesi, inclusi tutti gli Statimembri dell’Unione Europea e dell’Ocse, nonché i principali Paesi dell’Asia/pacifico edell’America Latina.in Italia, le aliquote sui redditi d’impresa sono scese al 37,25% in diminuzione di un puntopercentuale, rispetto al 38,25% registrato nel 2003. Nel nostro Paese il processo di riduzionedelle aliquote va avanti, anche se quelle italiane rimangono tra le più alte del mondo. Infatti, soloil Giappone (42%), gli Usa (40%) e la Germania (38,29%) hanno una corporate tax più elevatadell’Italia. L’introduzione della nuova aliquota Ires pari al 33%, che ha sostituito la vecchiaIrpeg, ha garantito una diminuzione dell’aliquota complessiva, ma su quest’ultima continua adincidere fortemente l’Irap, pari al 4,25%, (anche se le Regioni possono aumentare o diminuirela stessa Irap fino al 1%). In termini storici, nel periodo compreso tra il 1997 e il 2004, l’Italiaha realizzato la terza più importante riduzione delle aliquote tra i paesi dell’Ue dopo Irlanda eGermania (abbassando le aliquote dal 53,25% del 1997 al 37,25% di quest’anno).Per Vincenzo Donnamaria, Managing Partner di Kstudio Associato il network di fiscalisti eavvocati associato a Kpmg International, che ha curato i risultati della ricerca per l’Italia “Lariduzione di un punto percentuale della tassazione va letta con favore, anche per la ricadutapositiva che potrebbe avere sotto il profilo degli investimenti stranieri. Resta inteso che, a livellosostanziale, eventuali effetti benefici potranno essere valutati solamente il prossimo annoquando, pervenuti i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi delle società, si otterrannomaggiori elementi di raffronto. D’altro canto, la riforma introduce nuovi istituti, come lacapitalizzazione sottile, il consolidato fiscale nazionale e internazionale, l’esenzione perdividendi e plusvalenze, e ne abolisce altri, come la Dit , l’imposta sostitutiva sulle operazionistraordinarie e il credito d’imposta sui dividendi. Tali interventi potrebbero, in effetti, favoriredeterminate tipologie d’imprese a scapito di altre, modificando in tal modo il livellod’imposizione effettivo. Per ogni valutazione di merito è opportuno comunque, aspettare ilcompletamento dell’intera riforma fiscale”.La ricerca conferma anche per quest’anno la tendenza generale alla diminuzione delle aliquotefiscali, soprattutto nell’area dell’Unione Europea e dell’Ocse. Tra gli Stati membri dell’Unioneeuropea, il Portogallo è quello che ha fatto registrare la riduzione più consistente, con la riduzione delle aliquote dal 33 al 27% (-16,7%). Sempre in ambito Ue, la Germania si confermail Paese con l’aliquota più alta (nonostante la riduzione dal 39,58 al 38,29%) mentre l’Irlanda èquello con il fisco più leggero (12,5%).Da sottolineare il taglio delle aliquote fiscali realizzato in Polonia, il più grande tra i Paesi diprossimo ingresso nell’Ue, che ha portato l’aliquota sulle imprese dal 27 al 19%. Nel complessoil livello medio delle aliquote dei 10 Paesi di prossimo accesso all’Ue è pari al 21,3%.L’ingresso dei nuovi Stati membri, avrà dunque un impatto significativo, sull’aliquota mediadell’Ue. Infatti, se tra il 2003 e il 2004 l’aliquota fiscale media dell’Ue è scesa solo leggermente,dal 31,84% al 31,32%, dopo il 1° maggio di quest’anno raggiungerà il 27,4%. Per la prima voltasotto il 30%, anche le aliquote fiscali medie nei Paesi dell’Ocse (al 29,96%).Nell'area Asia/pacifico e nell'America Latina si registrano invece variazioni di minore portata. Ladiminuzione più sensibile è stata rilevata in Costa Rica, dove nel periodo 2003-04, le aliquote suiredditi d’impresa, sono diminuite dal 36 al 30%. In calo di un punto percentuale l’aliquota delMessico, dal 34 al 33%. Dei 69 Stati presi in considerazione nella ricerca, solamente tre hannoaumentato le loro aliquote: il Perù (dal 27 al 30%), il Cile (dal 16,5 al 17%) e Hong Kong (dal 16al 17,5%).  
     
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