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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Maggio 2004
 
   
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  SCOPERTA UNA SUPER PROTEINA CHE RENDERÀ PIÙ EFFICACE E MENO DANNOSA LA CHEMIOTERAPIA RICERCATORI DEL SAN RAFFAELE HANNO IDENTIFICATO UNA PROTEINA CAPACE DI RENDERE ATTIVO ED EFFICACE UN FARMACO CHEMIOTERAPICO CHE NON PROVOCA EFFETTI COLLATERALI  
   
  Milano, 12 maggio 2004 – Una proteina batterica identificata e caratterizzata per la prima volta da ricercatori dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele è capace di attivare un farmaco chemioterapico poco tossico rendendolo efficace come antitumorale e riducendo quindi i gravi effetti collaterali che questa terapia generalmente produce. La scoperta è pubblicata oggi su Structure, prestigiosa rivista scientifica del gruppo Cell Press. Per combattere tumori del pancreas, fegato, colon e prostata spesso l’unica cura è rappresentata da cicli di chemioterapia e radioterapia combinate ad interventi chirurgici. Il farmaco generalmente utilizzato è il fluorouracile, che ha la capacità di uccidere le cellule tumorali quando viene somministrato ad alte dosi ma con pesanti effetti collaterali per il paziente. Esistono anche farmaci meno tossici e che si basano sullo stesso principio d'azione ma la loro efficacia nell'eliminare le cellule tumorali è purtroppo inferiore. I ricercatori del San Raffaele hanno scoperto che la proteina detta Yeik, presente in un batterio molto comune, l’Escherichia coli, riesce ad attivare e a rendere efficace un composto analogo al fluorouracile ma decisamente meno tossico. La prospettiva che la scoperta apre è l’utilizzo di questa proteina per un nuovo approccio terapeutico detto terapia del gene suicida e che consiste nell’iniettare nelle cellule tumorali sia il gene che produce la proteina sia il farmaco inattivo. Il gene introdotto nell’area del tumore produce la proteina in grado di attivare il farmaco e porta così alla morte la cellula cancerosa. La somministrazione localizzata consentirebbe un'azione selettiva verso la neoplasia e la nuova proteina darebbe la possibilità di usare dosi di farmaco molto basse. Questo approccio terapeutico potrebbe essere utilizzato in ogni tumore solido per cui l'intervento chirurgico risulti troppo invasivo, oppure abbia associati elevati rischi. Gli stessi ricercatori hanno inoltre apportato modifiche alla struttura della proteina - identificata e caratterizzata tramite la tecnica avanzatissima della cristallografia a raggi X – creando una "super-proteina" potenzialmente ancora più efficace nel migliorare l'attività antitumorale di farmaci poco tossici. “Esistono tuttora tumori per cui la prognosi è infausta con le cure disponibili” - commenta Massimo Degano, responsabile dell'Unità di Biocristallografia - “Questa proteina ci offre opportunità di aggredirli con nuove strategie. Al momento quest’ipotesi è ancora in fase di sperimentazione in laboratorio e se ne verrà confermata l'efficacia nei tumori se ne prospetta un'applicazione clinica entro almeno cinque anni.” Lo studio è stato finanziato dal Human Frontiers of Science Programme, dalla Fondazione per la Ricerca sul Cancro e dalla Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor  
     
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