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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Maggio 2004
 
   
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  GRUPPO SANPAOLO IMI: APPROVATI I RISULTATI DELLA TRIMESTRALE AL 31 MARZO 2004. UTILE NETTO: 386 MILIONI DI EURO (+37,4% RISPETTO AL 2003) ROE ANNUALIZZATO: 13,8% (10,4% NEL 2003) IN CRESCITA I PRINCIPALI AGGREGATI RISPETTO ALL’ANALOGO PERIODO DEL 2003  
   
  Torino, 12 maggio 2004 – Il Consiglio di Amministrazione ha approvato ieri i risultati del Gruppo Sanpaolo Imi relativi al primo trimestre 2004, che evidenzia una positiva evoluzione dei principali margini reddituali rispetto al corrispondente periodo del 2003. In uno scenario economico in graduale ripresa, ma ancora complessivamente debole, il Gruppo ha realizzato un utile ordinario di 535 milioni di euro (+22,4 % rispetto al corrispondente periodo del 2003) ed un netto miglioramento del margine di intermediazione (+6,4%), grazie soprattutto alla crescita delle commissioni nette (+15,1%) e degli utili di società valutate al patrimonio netto e dividendi su partecipazioni (+58,9%). L’utile ordinario ha beneficiato, oltre che della crescita dei ricavi operativi, anche del costante presidio dei costi e della qualità del portafoglio crediti, che rimane elevata nonostante le rettifiche. Sul cost/income ratio ha influito il significativo incremento del risultato di gestione (+19%), che ne ha determinato la riduzione al 59,5%. L’utile netto si è di conseguenza attestato a 386 milioni di euro rispetto ai 281 milioni del precedente esercizio (+37,4%): il Roe annualizzato ha raggiunto il 13,8% rispetto al 10,4% del primo trimestre 2003. I risultati sono pienamente in linea con il percorso di crescita tracciato in sede di budget 2004 e, anche alla luce del trend attuale, consentono di confermare gli obiettivi del Piano Triennale: Roe al 15% nel 2005 e, per quella data, un cost/income ratio pari al 55%. Il margine di intermediazione del Gruppo si è attestato a 1.859 milioni di euro, grazie soprattutto al positivo andamento dei ricavi commissionali. Il margine di interesse realizzato nei primi tre mesi del 2004 si è attestato a 904 milioni di euro: la diminuizione del 2,2% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso si è verificata nonostante una buona tenuta dello spread verso clientela ed è sostanzialmente riconducibile alla flessione dei tassi di interesse ed alla minore redditività dello sbilancio fondi, solo parzialmente compensati dall’apporto generato dai volumi intermediati. Gli impieghi netti a clientela si sono attestati a fine marzo 2004 a 120,6 miliardi di euro, in flessione del 2% da inizio anno. La variazione su base annua è sostanzialmente riconducibile al calo del 14,9% dei finanziamenti a breve termine. La diminuzione è stata, infatti, solo parzialmente compensata dalla dinamica positiva dei crediti a medio-lungo termine, settore in crescita su base annua del 6,3%. E’ bene evidenziare che, tuttavia, in termini medi, gli impieghi a clientela, esclusi i pronti contro termine, hanno registrato un incremento del 3,3%. Nel comparto degli impieghi a medio-lungo termine è proseguito il buon andamento dei finanziamenti destinati al settore retail (0,9 miliardi di euro i mutui fondiari erogati dalle reti bancarie domestiche, flusso in crescita del 9,5% rispetto al primo trimestre del 2003) e dei crediti erogati al settore opere pubbliche ed infrastrutture (il totale dei mutui di Banca Opi si attesta a fine periodo a 18,4 miliardi di euro, in crescita del 2,1% sui dodici mesi), mentre è continuato il ridimensionamento delle posizioni large corporate ed istituzionali. La raccolta diretta si è attestata a circa 134,9 miliardi di euro in crescita del 2,4% da inizio anno. A fine marzo la quota del Gruppo sul mercato domestico risulta pari al 10,5% sia nel comparto degli impieghi sia per la raccolta diretta. Le commissioni nette del Gruppo nel primo trimestre si sono attestate a 785 milioni di euro, in crescita del 15,1% rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio. Tale dinamica è il risultato del buon andamento dei ricavi derivanti da tutti i comparti. In particolar modo la crescita è stata trainata dall’area gestione, intermediazione e consulenza (+18,4%), grazie alle performance dell’area del risparmio gestito (+19,1%) e di quella dell’attività di intermediazione mobiliare e custodia titoli, valute (+14,3%). Le commissioni rivenienti dalla gestione del risparmio hanno rappresentato nel trimestre oltre il 50% del totale e sono state superiori di 65 milioni rispetto all’analogo periodo del 2003. Lo sviluppo è riconducibile sia al positivo effetto performance, sia ad un mix maggiormente orientato ai prodotti azionari. Si segnalano anche gli ottimi risultati delle aree bancarie tradizionali, come l’area finanziamenti e garanzie e depositi e conti correnti. Le attività finanziarie della clientela si sono attestate a fine marzo a circa 374 miliardi di euro, in crescita del 1,7% da inizio anno e del 5,1% rispetto al corrispondente periodo del 2003. Lo stock di raccolta indiretta si è attestato a 239,3 miliardi di euro, in crescita dell’8% rispetto a fine marzo 2003, per effetto del favorevole sviluppo sia della componente gestita sia di quella amministrata. La positiva evoluzione del risparmio gestito (+8,1% da fine marzo 2003) è dovuta sia alla raccolta netta conseguita dalle reti distributive nel ramo assicurativo, che ha compensato i disinvestimenti dai fondi comuni e dalle Gpm, sia alla rivalutazione degli stock degli assets in gestione: i volumi dei fondi comuni e delle gestioni patrimoniali in fondi hanno, infatti, beneficiato della ripresa dei mercati mobiliari, consentendo un incremento dello 0,5% dello stock da fine dicembre 2003. Nell’arco dei dodici mesi si è avuto un riposizionamento all’interno dei fondi comuni di investimento a favore dei fondi azionari, con una quota che è salita dal 19,4% al 24,9%, mentre è calata l’incidenza delle altre categorie di fondi. Lo stock di risparmio gestito ha raggiunto a fine marzo i 145,3 miliardi di euro, con un flusso incrementale da inizio anno di quasi 1,6 miliardi di euro (+1,1% da inizio anno): il flusso negativo della raccolta evidenziato dal trimestre è stato fortemente condizionato dal trasferimento delle gestioni patrimoniali di Adriavita, in seguito alla cessione della partecipazione detenuta dal Gruppo nella compagnia assicurativa del gruppo Generali ed alla riorganizzazione di Eptaconsors, al netto delle quali si registrerebbe una sostanziale stabilità. Il Gruppo Sanpaolo Imi continua ad occupare, nell’ambito della gestione dei fondi comuni di investimento, la prima posizione sul mercato domestico, con una quota di mercato del 21%. Le riserve tecniche vita hanno confermato la crescita già evidenziata nel corso del 2003 (+26,2% rispetto a fine marzo 2003 e +5,6% da inizio anno): i prodotti assicurativi del ramo vita hanno rappresentato una della forme di investimento preferite dalla clientela. La raccolta netta realizzata dalle reti distributive nei primi tre mesi è stata pari a 1,4 miliardi di euro ed ha portato le riserve tecniche vita a 35,4 miliardi di euro. Il risparmio amministrato si è attestato a quasi 94 miliardi di euro (+7,7% su base annua, +1,5% da inizio anno). I profitti da operazioni finanziarie e dividendi su azioni si sono attestati a 81 milioni di euro, valore di poco inferiore agli 85 milioni di euro del corrispondente periodo del 2003. In crescita anche gli utili delle società valutate al patrimonio netto e dei dividendi su partecipazioni (+58,9% rispetto a marzo 2003), che hanno raggiunto nel trimestre la cifra di 89 milioni di euro, grazie al contributo delle compagnie assicurative del Gruppo (69 milioni),che riflette il buon andamento del comparto vita. Il risultato di gestione nei primi tre mesi è stato pari a 720 milioni di euro, in crescita del 19% da fine marzo 2003, grazie anche ad un’attenta politica di contenimento dei costi. Le spese amministrative sono risultate pari a 1.115 milioni di euro (-0,1%), perfettamente in linea col valore dei primi tre mesi del 2003 ed evidenziando una dinamica molto al di sotto dell’inflazione tendenziale (+2,3%). In particolar modo, le spese per il personale (693 milioni di euro) sono diminuite grazie alle azioni di ottimizzazione dell’organico (-3,7% in termini medi) che ha più che compensato la crescita delle retribuzioni determinata dagli adeguamenti contrattuali previsti dall’applicazione del Ccnl. Il cost/income ratio del primo trimestre del 2004 si è posizionato sul 59,5%, con una riduzione di 3,8 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2003. Le altre spese amministrative si sono attestate a 358 milioni di euro (+1,4% rispetto al 2003). Gli ammortamenti dei disavanzi di fusione e delle differenze positive di consolidamento e di patrimonio netto sono risultati pari a 35 milioni di euro e sono in linea con quelli del primo trimestre 2003. Gli accantonamenti e le rettifiche nette su crediti e immobilizzazioni finanziarie si sono attestati a 150 milioni di euro, a fronte dei 134 milioni dei primi tre mesi del 2003, in aumento dell’11,9%. Il flusso netto comprende 27 milioni di euro per accantonamenti al fondo rischi e oneri (invariato rispetto al 2003) e 130 milioni di euro per accantonamenti e rettifiche per rischi creditizi (rispetto ai 68 milioni del 2003): il dato è sostanzialmente in linea con la perdita attesa media sul portafoglio crediti e comprende un ulteriore rafforzamento della riserva generica (38 milioni di euro). Il flusso netto comprende, inoltre, 7 milioni di euro di riprese nette di valore su immobilizzazioni finanziarie (rispetto ai 39 milioni di rettifiche relative ai primi tre mesi del 2003) ed include: la ripresa di valore della partecipazione in Sch (rivalutata per 92 milioni di euro), una rettifica prudenziale relativa a Cdc Ixis (50 milioni di euro) e ulteriori rettifiche di valore per H3g (30 milioni di euro) e Fiat (5 milioni di euro). Nei primi tre mesi del 2004 l’ammontare della riserva generica del Gruppo si è attestata a 1.140 miliardi di euro (contro i 1.102 di dicembre 2003), pari all’0,9% del portafoglio crediti in bonis: tale livello di copertura del rischio si ritiene rappresenti un giusto equilibrio tra l’elevata qualità del portafoglio crediti e l’instabilità dello scenario economico. Rispetto ai primi tre mesi del 2003 le sofferenze nette sono diminuite del 5,6% (1.178 milioni di euro rispetto ai 1.248 del corrispondente periodo 2003), mentre i crediti incagliati, ristrutturati ed in corso di ristrutturazione (1.553 milioni di euro rispetto ai 1.480 del 2003) sono saliti del 4,9%: le percentuali di copertura sono pari rispettivamente al 73,2% ed al 32,2%. La qualità dell’attivo, nonostante il peggioramento dello scenario di riferimento, rimane elevata e gli indici di rischiosità del credito del Gruppo si attestano, quindi, sempre su buoni livelli: il rapporto fra crediti netti in sofferenza/crediti netti verso clientela è pari all’1% e quello fra i crediti incagliati ed in corso di ristrutturazione/crediti netti verso clientela l’1,2%. L’utile ordinario si è attestato di conseguenza a 535 milioni di euro (+22,4%). I proventi straordinari netti si sono attestati a 59 milioni di euro, a fronte dei 42 milioni realizzati nel corrispondente periodo del 2003 (+40,5%): il flusso comprende la plusvalenza di 55 milioni di euro derivanti dalla cessione del restante 30% di Finconsumo Banca a Sch, avvenuta nel mese di gennaio 2004. L’utile lordo si è quindi attestato a 594 milioni di euro (+24%); il tax rate è risultato pari al 32%, inferiore al 39,5% registrato nel primo trimestre del 2003, soprattutto per effetto delle disposizioni introdotte dal nuovo regime fiscale relativo alla tassazione degli oneri e dei proventi relativi agli investimenti partecipativi in vigore dal 2004, per la diminuzione di un punto percentuale dell’aliquota di imposta sui redditi delle società e per il riequilibrio dell’imponibile Irap. A fine marzo 2004 i coefficienti di solvibilità del Gruppo si attestano al 7,6% per quanto riguarda il tier 1 ratio ed al 10,9% per quanto riguarda il total ratio.  
     
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