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Notiziario Marketpress di Lunedì 10 Gennaio 2005
 
   
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  RESTAURO DI CAPOLAVORI DALL'ISTRIA: DA PAOLO VENEZIANO A TIEPOLO  
   
  Trieste, 10 gennaio 2005 - La mostra “Restauro di capolavori dall’Istria: da Paolo Veneziano a Tiepolo” presenta 21 pezzi: in gran parte dipinti su tavola e su tela, alcune fusioni in bronzo ed una scultura lignea. Esse provengono, per la maggioranza, dalle chiese di Capodistria e Pirano e dal Museo di Capodistria. Le opere per lo più sono state rese note dal fondamentale Inventario delle opere d’arte della Provincia di Pola, redatto nel 1935 da Antonino Santangelo con la collaborazione di noti specialisti quali Antonio Morassi e Vittorio Moschini; un ulteriore contributo al loro studio è venuto anche dai due maggiori conoscitori dell’arte istriana, Antonio Alisi e Francesco Semi. A seguito della Legge 6 luglio 1940, n. 1041 “Protezione delle cose di interesse artistico, storico, bibliografico e culturale della Nazione in caso di guerra”, le opere furono rimosse e portate in una parte dell’Italia più protetta. Tutte le opere erano allora già tutelate dalla legge 1 giugno 1939, n. 1089 “Tutela delle cose di interesse storico e artistico”. Dopo il traumatico periodo bellico (1940 - 45), le opere vennero trasportate in casse chiuse a Roma e conservate prima presso il Museo delle Terme, poi in Palazzo Venezia. Nell’aprile del 2002 il Sottosegretario di Stato per i Beni e le Attività Culturali, onorevole Vittorio Sgarbi, disponeva l’apertura delle casse assegnando alla Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia l’incarico di prendere in consegna le opere, di eseguirne il restauro, di promuovere un’esposizione. Queste opere oggi sono patrimonio della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Trieste. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali stanziava quindi i finanziamenti necessari ai lavori permettendo alla Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio e per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico del Friuli Venezia Giulia di avviare i restauri, progettati in stretta collaborazione con la Soprintendenza speciale per il Polo Museale Romano, fino ad allora custode dei beni. La Soprintendenza romana aveva avviato anche il restauro delle due tavole di Paolo Veneziano, esposte a Rimini tra lâ€agosto del 2002 e il gennaio 2003, nella mostra dedicata al maestro veneziano e alla pittura del Trecento Adriatico. I lavori di restauro, sotto il coordinamento dei due Soprintendenti Claudio Strinati e Giangiacomo Martines, venivano affidati nell’ottobre 2003 a restauratori specializzati di tutta Italia (attivi a Roma, in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia). Ogni intervento è stato diretto, in equipe, dagli storici dell’arte delle due Soprintendenze per la direzione scientifica, e dai restauratori della Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia per la direzione tecnica. I restauri sono stati preceduti da indagini scientifiche e, nei casi più problematici, da riprese radiografiche. Si è fatto anche uso di altri strumenti di indagine non distruttiva come la riflettografia ad infrarosso e la fluorescenza agli ultravioletti. L’istituto Centrale per il Restauro di Roma ha fornito una puntuale e generosa collaborazione per l’esecuzione delle ricerche scientifiche condotte su un’importante scultura in bronzo, il Battesimo di Cristo (da un modello di Alessandro Algardi), mentre si è fatto capo al Politecnico di Milano per le indagini sulle due tavole di Paolo Veneziano. La lunga permanenza nelle casse aveva sostanzialmente assicurato alle opere una discreta conservazione. Le vicende, spesso travagliate, del secolo e degli anni precedenti alla guerra avevano tuttavia lasciato segni a volte cospicui. Il restauro ha consentito oggi il recupero totale. Come di consueto il restauro è stato anche occasione di uno studio accurato da parte degli storici dell’arte e dei restauratori, che hanno avuto la possibilità di precisare le vecchie attribuzioni con alcune nuove, significative acquisizioni. I dati emersi dal lavoro verranno resi noti nel catalogo della mostra. Finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, edito dalla casa editrice Electa di Milano, sotto la supervisione dei Soprintendenti Claudio Strinati e Giangiacomo Martines, il catalogo è curato da Francesca Castellani e Paolo Casadio con l’apporto di studiosi e tecnici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (la Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia, la Soprintendenza per il Polo Museale Romano, il Bollettino d’Arte del Ministero, la Soprintendenza per il Patrimonio storico, artistico e etnoantropologico delle province di Mantova, Cremona e Brescia, la Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico e etnoantropologico del Veneto, la Soprintendenza per i beni architettonici e il paesaggio del Veneto Orientale) e delle Universitã di Udine e di Trieste. Alla mostra, - voluta dall’Anvgd nazionale e grazie al contributo della Legge 72/2001 -, che verrà allestita presso il Civico Museo Revoltella di Trieste, saranno esposti anche quattro dipinti di proprietà della Provincia Veneta di S. Antonio dell’Ordine dei Frati Minori, provenienti dal convento di Sant’anna di Capodistria e attualmente conservati nel Palazzo Ducale di Mantova. La Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico delle province di Mantova, Cremona e Brescia ha da tempo avviato il restauro del corpus delle opere di Sant’anna, a partire dal magnifico recupero del noto polittico di Cima da Conegliano, e ha trovato nella mostra l'occasione più appropriata per presentarle al pubblico.  
     
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