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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Gennaio 2005
 
   
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  I DEPUTATI SI PRONUNCIANO SULLA COSTITUZIONE EUROPEA  
   
  Strasburgo 12 gennaio 2005 - Richard Corbett (Pse, Uk) ha aperto il suo intervento paragonando l'Europa ad un autobus. Con l'ampliamento, dobbiamo passare dalla guida di un minibus da 15 posti ad un bus da almeno 25 posti dotato di sedili supplementari che consentano ampliamenti futuri, ha detto l'oratore. Un bus più grande, ha continuato, richiede un motore più potente, freni più forti e eventualmente un freno di emergenza, nonché cinture di sicurezza e sedili più comodi. Inoltre servirebbe un sistema Gps di posizionamento satellitare per scegliere la strada migliore, ha detto. Ecco perché abbiamo bisogno di regole, ha detto il co-relatore, passando poi in rassegna le quattro categorie di miglioramenti apportati dalla Costituzione. In primo luogo, essa apporta maggiore chiarezza quanto alla natura e agli obiettivi dell'Unione: avendo un unico e chiaro documento, i cittadini potranno meglio capire cos'è l'UE, grazie anche alla fine della distinzione tra Unione e Comunità che solo i giuristi hanno capito, ha detto. «Non stiamo creando un mostruoso monolite - quel mito di un superstato che molti temono». In secondo luogo, ha continuato, viene apportata maggiore efficacia all'Unione e viene rafforzato il suo ruolo nel mondo. Il voto a maggioranza qualificata sarà ampliato, la continuità in seno al Consiglio europeo verrà aumentata, la presenza di un Ministro degli affari esteri europeo permetterà ai Paesi terzi di avere un unico interlocutore, mentre oggi alcune questioni vengono trattate dall'Alto rappresentante, e altre dalla Commissione. In terzo luogo, la Costituzione assicura maggiore responsabilità democratica in seno all'UE, ha affermato il deputato: la legislazione europea passerà al vaglio prima dei parlamenti nazionali, poi del Parlamento e del Consiglio. Egli ha sottolineato come l'Unione costituisca la struttura sovranazionale più democratica del mondo: «fate un confronto con organismi come il FMI, la Banca mondiale, l'OMC o qualsiasi altra struttura internazionale, nessuna di esse presenta un livello comparabile di controllo parlamentare». «Dobbiamo essere fieri della democrazia che esiste nel cuore di quest'Unione», ha detto, ricordando l'estensione della procedura di codecisione e il diritto del Parlamento di eleggere il Presidente della Commissione. In quarto luogo, la Costituzione porta maggiori diritti ai cittadini attraverso la Carta dei diritti fondamentali che, pur applicata esclusivamente nel campo del diritto dell'Unione, comporterà degli avanzamenti significativi. Ecco perché la relazione parla di miglioramenti notevoli dei trattati esistenti, ha detto l'oratore, dovuti in parte all'impegno del Parlamento in sede di Convenzione e di CIG. «Si tratta di un compromesso, non di un trattato utopistico», ha concluso, chiedendo all'Aula di fornire un forte segnale attraverso l'adozione della relazione a grande maggioranza. Ã?ñigo Méndez De Vigo (Ppe/De, Es) ha ricordato come, nel corso dell'ultima sessione plenaria della scorsa legislatura, egli fosse intervenuto in occasione della commemorazione di Jean Monnet e Altiero Spinelli, padri dell'Europa in un periodo di lotte fratricide tra i Paesi che non consentivano grandi speranze. «Questa Costituzione cuce insieme le due Europe», ha detto l'oratore, sottolineando come il Continente sia passato «dai buoni razione alla prosperità», dall'assenza nella scena mondiale all'ondata di solidarietà nei confronti del sud-est asiatico che si è contrapposta all'ondata del maremoto. La Costituzione fuga ogni ambiguità in quanto definisce l'UE come un'Unione di Stati e di cittadini, ha affermato il co-relatore, aggiungendo che il suo punto di partenza è costituito dalle Costituzioni nazionali. «Siamo più di un mercato» ha detto il deputato, ricordando il riferimento all'eredità culturale e religiosa contenuto nel preambolo della Costituzione, la quale guarda ad un'Europa basata su di un sistema che unisce mercato e sociale. Egli ha rilevato come non ci sia più deficit democratico, ma piuttosto aumentino la democrazia, la chiarezza e la trasparenza. Egli ha poi ricordato come la Costituzione sia il frutto del lavoro di molti deputati nel corso degli anni: «Emilio Colombo, Marcelino Oreja, Fernand Herman, Giorgio Napoletano, Olivier Duhamel, Antonio Seguro, Dimitris Tsatsos, Antoinette Spaak». L'oratore otto anni fa difendeva il trattato di Amsterdam con lo stesso sguardo disincantato di Cervantes di fronte alla vita, come tappa di un percorso che oggi porta ad un'Europa di pace, libertà, giustizia e solidarietà. Egli ha concluso chiedendo un voto chiaramente favorevole alla relazione. Dichiarazione del Consiglio - Prima dell'intervento della Presidenza, Josep Borrell ha rivolto le condoglianze del Parlamento al popolo lussemburghese per il decesso della Granduchessa Joséphine Charlotte. Nicolas Schmit, in rappresentanza del Consiglio, ha dapprima ringraziato il Presidente per le sue condoglianze. Egli ha ricordato di aver lavorato con molti dei membri del Parlamento in seno alla Convenzione e ha sottolineato come, approvando a grande maggioranza la Costituzione, l'Aula si appresta a lanciare un segnale chiaro ai cittadini, che ne sono i primi beneficiari, grazie anche all'integrazione della Carta dei diritti fondamentali, e alla possibilità di prendere delle iniziative, in particolare nei confronti della Commissione. «Questo trattato conferma che non siamo più un'Unione economica e che siamo più di un'Unione politica in divenire: siamo innanzi tutto un'Unione fondata su valori comuni». Egli ha aggiunto: «dopo il Parlamento europeo, saranno i cittadini ad avere la parola»: direttamente, attraverso i referendum, oppure indirettamente attraverso ratifica parlamentare. Il rappresentante del Consiglio si è impegnato a compiere ogni sforzo, affinché la Costituzione sia adottata da tutti gli Stati membri. Egli ha ricordato che il risultato finale dipenderà dagli sforzi di tutti. Dichiarazione della Commissione - Margot Wallström, in rappresentanza della Commissione, ha aperto il suo intervento dicendo: «la Costituzione non sarebbe stata possibile senza il Parlamento europeo. Voi avete esercitato un ruolo cruciale nel rafforzamento delle fondamenta della nostra impresa comune, anche grazie ai contributi dei vostri membri nel corso della Convenzione». Nel congratularsi con la commissione affari costituzionali e con i due co-relatori, la vicepresidente della Commissione ha espresso il pieno sostegno dell'Esecutivo alla relazione. La Costituzione apporta miglioramenti significativi e riunisce 12 trattati in un unico testo, rendendo l'Unione più facile da capire, ha detto. Essa consente ai cittadini di partecipare al processo decisionale attraverso l'iniziativa popolare corredata da un milione di firme, ha aggiunto: «abbiamo maggiore democrazia». Ella ha fatto notare come, per la prima volta, l'Unione aderirà alla Convenzione europea dei Diritti dell'uomo. «In tre semplici concetti: maggiori diritti, maggiore democrazia e maggiore apertura, possiamo spiegare perché questa Costituzione debba essere ratificata». La vicepresidente della Commissione non ha nascosto che si tratta di un compromesso e che il testo non è perfetto, ma l'ultimo Eurobarometro sottolinea che il 68% dei cittadini sostengono il principio di una Costituzione, sebbene altri sondaggi segnalino che molti non si sentono adeguatamente informati in merito. La relazione offre una serie di motivi per votare a favore, ma occorrerà un ampio dibattito per capire quale Europa vogliamo per il futuro, ha detto. Mentre ancora negli anni '80 la creazione di un mercato unico sembrava troppo avanzata, oggi invece i cittadini di 12 Paesi «hanno un pezzo di Europa nelle loro tasche», ha affermato. Occorre rispettare i diversi ruoli in sede di ratifica nazionale, ha aggiunto, ma senza tollerare miti o pregiudizi in merito al contenuto della Costituzione e sottolineandone i benefici. Dopo aver ricordato l'inclusione della Carta dei diritti fondamentali, che permetterà ai cittadini di invocare una serie di diritti di fronte ai giudici, nonché la possibilità di partecipare attivamente al processo legislativo, ella ha affermato che la Costituzione apporterà dei miglioramenti in aree come quella della libertà, sicurezza e giustizia, nonché della salute pubblica. La vicepresidente della Commissione ha quindi sottolineato come l'Esecutivo abbia dato luogo ad una serie di iniziative per informare il pubblico sul contenuto della Costituzione: materiale scritto e audiovisivo, un sito web, seminari ed altro. Il Consiglio europeo ha chiesto agli Stati membri di migliorare le loro capacità comunicative in merito alle tematiche europee. Ella ha chiesto di esaminare la possibilità di attuare iniziative di comunicazione congiunte, in modo da massimizzare il loro impatto: in particolare, l'organizzazione di eventi mediatici a livello europeo e nazionale nel corso della settimana europea del 9 maggio 2005. Allo stesso tempo, la Commissione svilupperà ulteriori idee con gli Stati membri in merito all'elaborazione e all'implementazione delle loro strategie di comunicazione nazionale, ha detto. «Posso assicurare che i commissari saranno attivi nel dibattito sulla Costituzione e sul futuro dell'Europa». Ella ha affermato di non voler anticipare l'applicazione della Costituzione ma di voler fare degli sforzi per assicurarne un'entrata in vigore graduale e senza strappi. La vicepresidente della Commissione si è infine impegnata a continuare il dialogo con il Parlamento e in sede di commissione per gli affari costituzionali. Interventi a nome dei gruppi politici - Hans-Gert Poettering (Ppe/De, De) ha esordito sottolineando come molta strada sia stata percorsa e come le critiche che erano state formulate dopo il Trattatto di Nizza abbiano consentito la definizione delle nuova Costituzione. Dopo aver ringraziato i relatori e il Presidente della Convenzione per il lavoro svolto, l'oratore ha precisato che il suo gruppo, fatta salva la componente «democratica», è favorevole al Trattato costituzionale. Pur ricordando che il suo gruppo avrebbe auspicato che la Costituzione menzionasse il retaggio giudaico-cristiano dell'Europa, l'oratore ha comunque sottolineato come i valori da essa citati siano valori che uniscono, che possono essere considerati «cristiani». Si tratta quindi di un compromesso che rispecchia gran parte dei valori difesi dal suo gruppo. Senza questi valori, ha aggiunto, l'Europa non avrebbe una base politica. L'oratore ha poi apprezzato il fatto che la Costituzione parli di identità nazionali - «l'Europa non deve essere un superstato» - consentendo agli Stati membri e ai cittadini di potersi riconoscere in essa, anche grazie al principio della sussidiarietà. Sottolineando come l'Unione non possa agire solo a livello intergovernativo, il deputato ha rilevato la necessità di avere un Parlamento europeo forte che, in quanto simbolo della democrazia, disponga del potere di codecisione per tutte le questioni giuridiche, affinché queste possano godere della legittimazione di tutti i cittadini. L'oratore ha poi evidenziato il carattere programmatico di talune disposizioni della Costituzione, in particolare nel campo della politica di vicinato e, in tale contesto, ha citato le relazioni che l'Unione deve tessere con l'Ucraina e l'esigenza che l'Europa parli con una sola voce a livello internazionale e, in particolare, in sede Onu. Infine, il rappresentante dei popolari ha concluso auspicando che la Costituzione sia approvata a grande maggioranza dal Parlamento ma anche dagli Stati membri, in quanto rappresenta «il documento del XXI secolo che serve a difendere la libertà e la democrazia». Martin Schulz (Pse, De) ha ricordato che il 27 gennaio cade l'anniversario della liberazione di Auschwitz e che il Trattato Ceca, che ha dato avvio all'integrazione europea, ha voluto chiudere il capitolo della repressione fascista e bolscevica che ha diviso il Continente sottoponendo ad un controllo l'industria alla base della fabbricazione di armi. I passi successivi, ha aggiunto, sono «la storia di un successo» che è stato lungimirante in quanto ha permesso l'integrazione successiva di paesi sottoposti alla dittatura fascista e comunista, stabilizzando la democrazia in Europa. L'oratore ha quindi evidenziato la necessità di un'azione sovranazionale sullo scacchiere internazionale, per poter affrontare le sfide del XXI secolo. Dicendosi favorevole alla proposta di risoluzione sulla Costituzione, egli ha insistito sui valori da essa propugnati che - «è questo il bello» - possono essere considerati cristiani, ebrei, musulmani: «sono valori universali, sono i valori di tutti, che rendono più facile unirci e che rappresentano la base comune per un futuro democratico e degno». L'Unione, inoltre, deve tutelare i cittadini dai pericoli esistenti «nel mondo diviso». Il deputato ha quindi concluso sottolineando come non sia sufficiente che il Parlamento si mobiliti, anche i Capi di Stato e di Governo devono dire ai cittadini «che vogliono la Costituzione», che è anche frutto del loro lavoro e non solo delle Istituzioni dell'Unione. Andrew Duff (Alde/Adle, Uk) ha ricordato che il Parlamento si era già impegnato per una revisione del Trattato e che le risoluzioni da esso adottate in passato avevano dimostrato che non ci si lamentava solo di quello che era stato fatto ma che si avanzavano esigenze per ulteriori riforme. Questa volta, ha aggiunto, «siamo stati partecipi al lavoro che è stato svolto nella stesura del Trattato costituzionale» e la risoluzione «rispecchia bene quello che è stato fatto». Pertanto, a nome del suo gruppo, si è detto a favore di questa risoluzione «proprio perché dopo noi incominceremo una campagna affinché possa entrare in vigore». Egli ha quindi sottolineato l'esigenza che il Parlamento si adoperi affinché i referendum sulla ratifica della Costituzione previsti in taluni Stati membri (come in Francia o nel Regno Unito) abbiano esito positivo. L'oratore ha poi precisato che avrebbe preferito una riforma di più ampia portata ma che, in ogni caso, questa Costituzione potrà rafforzare l'Unione europea «anche perché noi potremo agire meglio non soltanto all'interno degli Stati membri, ma anche nelle relazioni con l'estero». Nel sottolineare il «giusto equilibrio» che la Costituzione prevede «fra gli Stati vecchi, quelli nuovi, quelli grandi, quelli piccoli, fra cittadini e autorità», l'oratore ha citato il Presidente della Convenzione che disse: «si sta a metà strada fra il sogno e la realtà in quanto c'è un consenso molto ampio che sta alla base del progetto di integrazione europea». «L'Europa non può essere costruita se non c'è una Costituzione», ha detto, aggiungendo poi che vi è il bisogno di valori democratici «che però non devono poter eludere quella che è la democrazia parlamentare» lavorando soltanto con una forte autorità che ha sede a Bruxelles. Ma è anche ovvio - ha proseguito - che l'Europa non può funzionare se non c'è una leadership molto forte e «questo Parlamento deve imparare a colmare un po' dello spazio strategico che si profila all'orizzonte». Si tratta, in particolare, di usufruire dei nuovi poteri di cui disporrà il Parlamento: il potere di proporre nuove riforme per il futuro o anche emendamenti alla Costituzione stessa. L'attività della Commissione, ha concluso, deve basarsi sui nuovi accordi che riguardano in particolare la figura del Ministro degli Esteri (e il nuovo servizio a sua disposizione) e il cosiddetto Presidente del Consiglio «a tempo pieno». Si deve quindi dimostrare quanto sia importante tutto questo «per vincere il referendum che verrà indetto», facendo capire ai cittadini che queste riforme «servono alla cittadinanza» e «dimostrare che questa è la vera e propria Costituzione per l'Europa». Monica Frassoni (Verdi/Ale, It) ha esordito affermando che il suo gruppo è, nella sua maggioranza, a favore della ratifica del Trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa «perché ritiene che questo sia un passo importante sulla strada dell'integrazione politica del Continente, un passo che, pur carente su molti punti, non ha alternative nel contesto politico e istituzionale attuale». La Costituzione proposta, ha proseguito, istituisce l'Unione quale comunità basata su diritti fondamentali, fonda le politiche europee su un codice di valori comuni, definisce obiettivi chiari e vincolanti ed esprime l'impegno a favore del rispetto della sostenibilità in campo economico, sociale e ambientale. Essa inoltre include i diritti sociali fra i diritti umani classici, vincola le sue azioni esterne al rispetto del diritto internazionale, semplifica le procedure, chiarisce le competenze, amplia il campo di applicazione delle decisioni comunitarie, aumenta la trasparenza e la legittimità democratica dell'Unione e anche la possibilità di partecipazione dei cittadini. Tuttavia, la deputata ha anche sottolineato le lacune e i rischi di questo testo, sostenendo che «è comprensibile la crescente disaffezione verso il progetto europeo da parte di molti cittadini, associazioni, movimenti» che non giudicano l'Unione «ancora in grado di rispondere alle loro preoccupazioni», e non la ritengono poi «un soggetto politico pienamente capace di agire per un mondo migliore e meno ingiusto». Negare queste realtà, «come fanno i colleghi nel loro rapporto», è ritenuto «inopportuno» dalla rappresentante dei Verdi. Infatti, ha spiegato la deputata, «trasformare la risoluzione del Parlamento europeo quasi in un esercizio di propaganda, fare finta che questo sia il risultato ideale di un lavoro fatto nel miglior modo possibile, dire addirittura che la Conferenza intergovernativa abbia lasciato il testo della Convenzione inalterato - quando sappiamo che questo non è vero perché tutte le modifiche apportate dalla Conferenza intergovernativa hanno significato un peggioramento del testo - non porterà un solo voto di euroscettico e allo stesso tempo non ci aiuterà a portare dalla nostra parte tutti coloro che, lungi da temere un inesistente super Stato europeo, sanno che l'Unione non è ancora né abbastanza unita né abbastanza coesa». Il processo d'integrazione dell'Europa, ha quindi proseguito, «non può considerarsi chiuso con l'adozione della Costituzione». Inoltre, in considerazione delle prossime adesioni, «contrariamente ai relatori», l'oratrice reputa che il sistema istituzionale dell'Unione, sia «ancora troppo farraginoso e complicato» e che «non potrà resistere a lungo senza un'ulteriore riforma». Ogni sviluppo e ogni miglioramento dell'Unione europea futura, tuttavia, deve passare attraverso la ratifica di questa Costituzione in quanto, ha affermato la deputata, «è una pericolosa illusione credere che rifiutarlo aprirebbe la strada ad un'altra Costituzione migliore o addirittura ottimale». Respingerlo, infatti, «ci farebbe invece restare alle disposizioni del Trattato di Nizza che sono molto meno avanzate, sia da un punto di vista dei valori degli obiettivi che della struttura istituzionale». Inoltre, ha aggiunto, «sarebbe l'occasione ideale per gli euroscettici di dimostrare che i cittadini non vogliono più Europa, quando sappiamo benissimo che non è così, e convincerebbe molti governi che non porta assolutamente a nulla anche il tentativo timido e incompleto di superare, attraverso la Convenzione, un metodo di riforma antidemocratico e inefficiente come quello delle conferenze diplomatiche e del potere di veto». L'obiettivo, ha quindi concluso, è duplice: approvare questa Costituzione «al fine di porre rapidamente le basi per il suo superamento» per realizzare gli obiettivi di giustizia sociale, di sviluppo ecologicamente sostenibile e di pace completando la democrazia europea, nonché «riprendere l'iniziativa». Francis Wurtz (Gue/Ngl, Fr) ha sottolineato come la proposta di risoluzione si concentri su un certo numero di nuove disposizioni introdotte dalla Costituzione: la Presidenza stabile del Consiglio, l'istituzione del Ministro degli Affari Esteri, il rafforzamento delle competenze del Parlamento europeo, il diritto dei parlamenti nazionali di interpellare la Commissione qualora ritengano che essa abbia oltrepassato le proprie prerogative o la possibilità offerta a un milione di cittadini di presentare una proposta di legge. Se il testo sottoposto a ratifica si limitasse a questo, ha aggiunto, numerosi membri del suo gruppo non si opporrebbero al Trattato costituzionale, perchè «siamo per l'Europa» e perchè vi è «la necessità d'Europa in questo mondo globalizzato». C'è il bisogno di orientamenti e strutture che permettano di controllare i mercati finanziari a livello di Unione, «invece di subirli», si tratta inoltre di definire regole che mirino a responsabilizzare le imprese sui piani sociale, ambientale, democratico e etico. E' necessario poi riconquistare la sovranità popolare, invece «di chinare il capo di fronte alle leggi del mercato». L'Europa deve inoltre far sentire la propria voce a livello mondiale al fine di «far emergere altre regole nelle relazioni internazionali», per bandire la guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti, per aiutare i paesi del Sud del mondo nei negoziati commerciali o per affermare l'indipendenza politica e strategica dagli Usa. Invece, secondo l'oratore, il testo della Costituzione rende perenni delle disposizioni che impediscono un tale progetto europeo, come per esempio il principio chiave dell'economia di mercato aperta «dove la concorrenza è libera», lo statuto e la missione della Bce, il potere discrezionale della Commissione in materia di concorrenza o la subordinazione di tutta la politica di difesa a quanto deciso dalla NATO. A queste vecchie disposizioni, se ne aggiungono della nuove come la soppressione delle restrizioni agli investimenti stranieri diretti o la brevettabilità degli esseri viventi. La proposta di risoluzione, ha quindi stigmatizzato l'oratore, non accenna in nessun modo alla parte del Trattato dedicata alle politiche e al funzionamento dell'Unione, una parte che nondimeno rappresenta due terzi dell'insieme del testo. Per tali ragioni, ha concluso, il suo gruppo si oppone alla risoluzione, ma questo rifiuto è aperto all'alternativa ha precisato, «è un no europeo!» Philippe de Villiers (Ind/Dem, Fr) ha esordito sottolineando che nella Costituzione «manca una parola: sovranità», sostituita dalla parola «identità», che «non è la stessa cosa», dal momento che in Europa ci sono dei popoli che, mentre «vedono minacciata la loro identità con l'entrata della Turchia nell'Unione», perderanno la loro sovranità con la Costituzione. Di contro, ha aggiunto, è apparsa la parola «legge», una parola che è il simbolo stesso delle democrazie nazionali. Ci sarà quindi una legge europea ormai giuridicamente superiore alle leggi nazionali, anche costituzionali, che diventeranno l'equivalente di «regolamento interno di una regione d'Europa». Inoltre, questa legge sovranazionale non sarà più adottata all'unanimità ma a maggioranza qualificata, impedendo «l'opposizione di un popolo particolare». Queste leggi europee, ha quindi rincarato, «saranno prodotte da una burocrazia brussellese che si vede dotata di attribuzioni di uno Stato», una burocrazia che «diventa attore internazionale a pieno titolo» avendo il diritto di concludere degli accordi internazionali e disponendo di un Ministro degli Affari esteri, che sarà dotata di poteri di un superstato nella definizione dei diritti, dei servizi pubblici e delle questioni attinenti l'immigrazione. Conteporaneamente, ha concluso, «le democrazie nazionali saranno calpestate e i parlamenti nazionali vedono ritirato il potere di legiferare». Brian Crowley (Uen, Ie) ha ricordato che il dibattito si sposta ora negli Stati membri, dove si terranno i dibattiti sulla ratifica del Trattato: «spetta ai popoli decidere quale sarà il livello del dibattito della discussione e stabilire quale sarà il verdetto finale su questo Trattato costituzionale». La Costituzione rappresenta la base di quello che l'Europa sarà nel futuro, ha detto l'oratore, aggiungendo che si tratta di un documento molto positivo, in quanto garantisce adeguato rispetto e fiducia nei confronti degli Stati membri e dei loro ruoli, in particolare per gli Stati membri più piccoli. Essa definisce le competenze, stabilendo chi ha il potere di fare che cosa e le rispettive linee di demarcazione. A chi si oppone a questo Trattato e a chi si opponeva agli altri Trattati dicendo che danno luogo ad una legge sovranazionale, il rappresentante della UEN ha ricordato che questi temi sono stati definiti fin dagli anni '60 dalla Corte di giustizia europea, che ha stabilito il primato del diritto europeo rispetto a quello nazionale. Egli ha sottolineato come la Costituzione definisca chiaramente e limiti il ruolo del legislatore europeo. «Adesso passiamo al dibattito vero, allontaniamoci dalle menzogne e dalle paure che vengono spesso diffuse», ha concluso il deputato. «Fortunatamente l'ultima decisione sulla Costituzione spetterà agli Stati membri», ha esordito Jim Allister (Ni, Uk) che ha contestato la versione che circola nel Regno Unito, in base alla quale essa non è che un mero esercizio reso necessario dall'ampliamento: «questo è falso». In seno alla commissione affari costituzionali, molti hanno affermato che la Costituzione non è un fine di per sé, ma costituisce in realtà una fase di un processo ancora in corso, ha notato l'oratore. Egli ha affermato che la scelta per i Paesi membri è tra un'Europa di Stati-Nazione che cooperano o un'Europa che sia essa stessa un Superstato. «Benché si neghi, questa Costituzione intenda fare dell'Europa un Superstato»: essa nomina un Presidente, un Ministro degli Affari esteri e relega i Parlamenti nazionali al ruolo di semplici organi consultivi. «Cos'è questo se non un tentativo di abbattere le ultime difese degli Stati nazionali, imponendo il diritto a maggioranza qualificata e abrogando così il diritto di veto nazionale» ha concluso.  
     
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