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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Gennaio 2005
 
   
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  QUADRO SETTORIALE SANO DELL’ECONOMIA SVIZZERA  
   
  Zurigo / Basilea, 12 gennaio 2005 - Nel complesso i comparti economici svizzeri hanno nettamente superato le aspettative per il 2004. Fatturato e utili sono visibilmente aumentati e l’ottimismo prevale anche per l'esercizio in corso. L’industria farmaceutica manterrà la sua leadership anche in futuro. È quanto emerge da un ampio sondaggio condotto da Ubs presso oltre 4500 imprese di 27 settori principali e 95 comparti. L’ottimismo espresso dalle imprese un anno fa per il 2004 non si è rivelato solo un pio desiderio. Anzi, in ben 20 dei 27 settori presi in considerazione dal sondaggio Ubs le attese in materia di fatturato sono state addirittura superate. I casi più clamorosi si annoverano tra l’industria orologiera, farmaceutica, metallurgica, chimica e il settore dei materiali edili, mentre in rari casi le speranze sono state disattese. Analogamente positivo si è rivelato, a sorpresa, anche l’andamento degli utili aziendali, fra cui spiccano i risultati conseguiti dall’industria orologiera e dal settore della sanità. Leggermente delusi invece assicuratori e commercianti al dettaglio che però hanno chiuso in terreno positivo. Farmaceutico, finanziario e beni d’investimento leader in termini di fatturato Distaccandosi notevolmente dai risultati 2003, tutti i settori evidenziano per l’esercizio appena concluso tendenze positive in termini di fatturato. Fra i settori che nel 2004 hanno registrato la più forte domanda figurano beni d’investimento, servizi finanziari, chimica, orologi e, prima in assoluto, l’industria farmaceutica. Logistica, commercio al dettaglio e parte dell’edilizia hanno segnalato un andamento nettamente meno favorevole della media delle imprese interrogate. Dopo due anni di "vacche magre" è migliorata la redditività della stragrande maggioranza dei settori considerati nel sondaggio Ubs. Il turnaround più sorprendente rispetto ai trend 2003 è stato messo a segno dalle aziende orologiere, chimiche, metallurgiche e del turismo che, uscite da una situazione precaria di erosione degli utili, si sono riportate in terreno decisamente positivo. Come per il fatturato, anche per gli utili l’industria farmaceutica ha annunciato gli incrementi più consistenti. Soltanto edilizia e logistica lamentano ancora un calo degli utili. Partendo dal presupposto, peraltro realistico, che nel 2005 la ripresa perda vigore e che fattori imponderabili incombano sulla congiuntura globale, le imprese interrogate prevedono un esercizio caratterizzato da un lieve rallentamento della dinamica, comunque sempre positiva. La crescita del fatturato e del volume d’affari perderà slancio soprattutto nei settori che l’anno precedente hanno registrato l’espansione più vigorosa. Il settore farmaceutico dovrebbe continuare a eccellere. Anche l’industria orologiera, assicurazioni e telecomunicazioni nutrono speranze ambiziose. Solo il settore dell’edilizia e gli studi di architettura e di ingegneria prevedono una lieve contrazione dei volumi. Si profila una normalizzazione analoga anche sul fronte reddituale che, considerando quanto emerso dal sondaggio Ubs, mediamente dovrebbe migliorare in tutti i settori, seppure più lentamente rispetto al 2004. La più ottimista è risultata l’industria orologiera seguita da telecomunicazioni, farmaceutica e assicurazioni. I settori socio-sanitario, edilizia, architetti e ingegneri temono invece un leggero peggioramento. In tutti i settori la pressione sui prezzi si attenua solo lentamente. Già nel 2004 è stato possibile arrestare la fase di ridimensionamento degli organici. Secondo le imprese tuttavia la situazione occupazionale migliorerà solo gradualmente, anche se per il 2005 non si prospettano ulteriori importanti tagli occupazionali, con la sola eccezione del turismo. Ad attirare il maggior numero di persone in cerca di lavoro sarà di nuovo il settore farmaceutico. Nel complesso tuttavia si sta chiaramente profilando un livellamento del fabbisogno di personale, in precedenza molto differenziato a seconda dei rami economici. L’analisi del sondaggio Ubs effettuata sulla base della dimensione aziendale porta alla luce una netta differenziazione sia nella valutazione relativa all’anno appena concluso sia nelle aspettative per il 2005. In particolare per quanto riguarda i criteri che determinano fatturato e utili, per entrambi gli anni sono decisamente le grandi imprese a registrare le tendenze più favorevoli. Anche le piccolissime Pmi sono riuscite a migliorare il fatturato e almeno a mantenere immutata la situazione reddituale, però le segnalazioni di crescita si fanno più frequenti man mano che si progredisce nella scala dimensionale. Un fenomeno in parte ascrivibile a una presenza più significativa delle grandi imprese in dinamici traffici con l’estero che tuttavia comportano anche pressioni sui prezzi superiori alla media. Parallelamente esse sono riuscite a tenere meglio sotto controllo i costi ricorrendo alla razionalizzazione o alla delocalizzazione della produzione.  
     
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