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Notiziario Marketpress di
Giovedì 13 Gennaio 2005
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OSSERVATORIO ASSOFIN - CRIF - PROMETEIA SUL CREDITO AL DETTAGLIO: +10,8% LA CRESCITA DEL CREDITO AL CONSUMO IN ITALIA |
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Milano, 13 gennaio 2005 - diciassettesima edizione: prosegue il trend di crescita del credito al consumo, al 30 giugno del 2004 si registra un tasso di incremento delle consistenze del +10,8%, in rallentamento rispetto al dato fatto registrare nel primo semestre 2003, quando la crescita era stata del +16,7%. Prosegue il trend di crescita del credito al consumo: al 30 giugno del 2004 si registra un tasso di incremento delle consistenze del +10,8%, in rallentamento rispetto al dato fatto registrare nel primo semestre 2003, quando la crescita era stata del +16,7%. Al netto dall’effetto delle cartolarizzazioni di crediti performing, il cui ricorso è in aumento, il trend di decelerazione risulterebbe in ogni modo attenuato, con una crescita pari a circa il 15,1% contro il 16,5% di giugno 2003. Il maggiore contributo alla crescita è stato generato dall’attività di intermediazione delle istituzioni finanziarie e banche specializzate, anche per effetto del crescente processo di trasferimento della gestione del business dalle banche generaliste agli intermediari specializzati. Questi sono alcuni dei dati che emergono dall’Osservatorio sul Credito al Dettaglio, il rapporto Assofin - Crif - Prometeia giunto alla diciassettesima edizione. Il mercato, le dimensioni e le tendenze - Le consistenze totali di credito al consumo si sono attestate, a fine giugno 2004, attorno a 62.154 milioni di Euro; le banche generaliste rappresentano oltre 16.299 milioni di Euro (con un tasso di variazione del +3,3% a fronte del +18,3% registrato a giugno 2003), mentre le istituzioni finanziarie e banche specializzate hanno raggiunto i 45.855 milioni di Euro (+14,2% contro il +15,9% alla stessa data del 2003). Le forme tecniche del credito al consumo - L’evoluzione delle consistenze è stata analizzata nel Rapporto separatamente per i due comparti del mercato, il primo costituito dalle banche generaliste e il secondo dalle istituzioni finanziarie e banche specializzate. Le consistenze bancarie mostrano un’evoluzione suddivisibile in tre macrocategorie: la componente dei finanziamenti veicolati attraverso carta di credito (la cui incidenza rispetto al totale è in leggera diminuzione, al 3,8% rispetto al 4,5% del 2003), le cessioni del quinto (il cui peso è del 9,1%, contro il 7,7% del giugno 2003) e le altre forme tecniche (prestiti personali e crediti finalizzati), che pesano ancora per oltre l’87%. Sorprendentemente, dopo un lungo periodo di crescita vivace, la componente “Utilizzo carte di credito” ha invece invertito la rotta registrando un decremento delle consistenze pari a circa il 21%, con una flessione di 0,7 punti percentuali dell’incidenza della voce sul totale. Nel comparto delle istituzioni finanziarie e banche specializzate i finanziamenti finalizzati ammontano al 65% del totale (nonostante siano cresciuti di 5,8 punti nel periodo il loro peso si è ridotto, risultando pari al 72,6% del totale alla stessa data del 2003), i finanziamenti non finalizzati sono passati al 20,2% del totale (contro il 15,4% del 2003), le carte di credito revolving rappresentano il 9,2% del totale (rispetto all’8% del giugno 2003) con tassi di crescita ben superiori al 30% ormai da parecchi anni, mentre i prestiti contro cessione del quinto dello stipendio registrano un vero e proprio picco di crescita nel periodo di riferimento (+61,8%), accompagnato da un aumento della quota sulle consistenze totali, che passa dal 4,1% di giugno 2003 all’attuale 5,6%. Prospettive future - Alla fine dell’anno in corso la dinamica della domanda complessiva di credito al consumo, in termini di stock, dovrebbe registrare un’ulteriore accelerazione attestandosi al 15,4% a fronte del 13,4% relativo al 2003. Per il prossimo biennio si prevede, invece, un lieve rallentamento nel 2005 (+13,8%) ed una crescita sui livelli del 2004 nell’ultimo anno di previsione (+15,5%). A sostenere la maggiore vivacità del mercato, attesa per la fine del 2004, concorrerà la crescita più sostenuta dei consumi, in particolare nella componente dei consumi di beni durevoli, anche se in realtà esiste un legame di doppia causalità fra la dinamica dei consumi e quella del credito al consumo. Lo scenario di previsione delinea anche una crescita delle consistenze di credito complessivo erogato alle famiglie, ancora vivace nei prossimi anni, che continuerà ad essere sostenuta sia da fattori di natura congiunturale, che agiscono da stimolo della domanda e dell’offerta nei mercati dei singoli business, sia dai mutamenti di carattere strutturale che stanno interessando i comportamenti finanziari e di consumo delle famiglie. Per quanto riguarda l’evoluzione comportamentale delle famiglie, i fenomeni che più direttamente influenzano la domanda di credito sono, sostanzialmente, quelli relativi alla propensione all’indebitamento e alla trasformazione qualitativa del risparmio finanziario. L’evoluzione della propensione a ricorrere al credito è conseguenza di una maggiore maturità e cultura finanziaria, che tuttavia continuerà ad evidenziare un gap rispetto a quella che caratterizza i principali paesi europei. Nonostante si preveda che il tasso di ricorso al credito da parte delle famiglie italiane permanga su un sentiero di graduale aumento per l’anno in corso e per tutto il periodo di previsione, il suo livello rimarrà molto inferiore rispetto a quelli che hanno caratterizzato i principali paesi dell’Unione Europea nel 2003. Infatti, a fronte del 129% del Regno Unito, del 111% della Germania, al 92% della Spagna e al 62% della Francia, in Italia il tasso di indebitamento è previsto passare dal 36,6% del 2003 al 38,5% del 2004 sino ad attestarsi nel 2006 al 41,1%, denotando quindi un atteggiamento ancora prudente. Le proiezioni sembrano confermare la tendenza all’aumento delle preferenze verso le scadenze di credito più lunghe, con un tasso di indebitamento a medio e lungo termine che nel 2006 dovrebbe portarsi intorno al 36% (contro una stima del 30,7% nel 2003) e un tasso a breve che continua a diminuire (dal 5,8% al 5,1% nello stesso intervallo temporale).
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