Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 18 Gennaio 2005
 
   
  Pagina1  
  I MERCATI OBBLIGAZIONARI – EURO/USA ANALISI DEI GESTORI DI UNION INVESTMENT  
   
  Milano, 18 gennaio 2005 - Per i prossimi mesi non ci aspettiamo un capovolgimento dell’attuale situazione per quanto attiene al mercato obbligazionario dell’Euro. Riteniamo che la Banca Centrale Europea manterrà i tassi d’interesse al livello del 2 per cento. Data la forza dell’Euro e il prezzo del petrolio in diminuzione il tasso d’inflazione dovrebbe scendere al di sotto della prevista soglia del 2 per cento e perciò la Bce non ha alcun bisogno di inasprire la propria politica monetaria. Riteniamo inoltre che permarrà l’attuale tendenza a passare dal dollaro all’Euro e per questo si avranno ancora rendimenti bassi a lungo termine nell’area Euro. Se in Europa l’economia mantiene il suo corso moderatamente positivo, rileviamo un certo potenziale verso un aumento della redditività delle obbligazioni a lungo termine prevedibile per la fine del 2005.Anche però se il tasso di crescita del Pil dovesse essere inferiore al 2 per cento i rischi non dovrebbero aumentare di molto. La nostra opinione comunque è che ci siano buone possibilità che i rendimenti delle obbligazioni a dieci anni superino il 4 per cento. Grazie ai fondamentali positivi in Svezia e Norvegia le Banche Centrali potrebbero aumentare leggermente i tassi d’interesse e le valute di questi due Paesi (Sek e Nok) potrebbero avvvantaggiarsi di una tale manovra. In Gran Bretagna invece non ci aspettiamo un ulteriore aumento dei tassi d’interesse. Lo scenario delle obbigazioni statunintensi si presenta peggiore di quello riguardante Eurolandia e quindi lo spread potrebbe aumentare ancora di più. La ragione ? La situazione economica generale in Usa è migliore di quella europea e i rischi di inflazioni sono maggiori. Ci si aspetta perciò che la Fed mantenga leggermente elevati i tassi d’interesse per poter raggiungere l’obiettivo del 3 per cento come tasso dei fondi. A dieci anni potrebbero arrivare al 5 per cento. Gli investitori europei devono poi tener conto del rischio di cambio. In Giappone ci aspettiamo che mantengano la politica del tasso d’interesse zero a causa dei deludenti tassi di crescita registrati negli ultimi due trimestri. Chi vuole investire nei mercati giapponesi deve poi fare i conti con il rischio rappresentato dal possibile intervento della Banca Centrale sui mercati valutari.  
     
  <<BACK