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Notiziario Marketpress di Mercoledì 19 Gennaio 2005
 
   
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  « PARIS – TABOU » VIII° FESTIVAL DI CULTURA E MUSICA JAZZ DI CHIASSO 27, 28 E 29 GENNAIO 2005 – EX FABBRICA CALIDA  
   
  Chiasso, 19 gennaio 2005 - L’ottava edizione del Festival Jazz è dedicata a Parigi, nel clima effervescente degli anni dopo la Liberazione. È il day after di immani tragedie: la guerra appena terminata, l’Europa in macerie, trenta milioni di morti, l’orrore della scoperta dei forni crematori nazisti…Ma tra le vie e nei caffè di Saint-germain des Prés si respira un clima nuovo, un desiderio di rinascita e di rinnovamento, una voglia di riappropriarsi della capitale, quasi purificata dopo la souillure allemande e collaborazionista. La città sembra voler ritornare alla sua vocazione naturale, esplode la gioia di ricominciare a vedersi, di incontrarsi, di stare insieme, di andare a teatro e di ascoltare musica. Una ventata di creatività investe la nuova generazione. I lunghi anni della guerra e dell’occupazione avevano abituato alla razionalità, all'ordine, alla precisione: i giovani esistenzialisti mandano all'aria queste abitudini e propongono un universo radicalmente differente, pieno di follia e di poesia, di disordine e di sorprese. Non è solo la moda dei capelli trasandati, delle ragazze androgine, delle lunghe sciarpe, delle camicie a quadretti, delle maglie e degli occhiali neri. I giovani philosophes vogliono contare, giudicare la storia, dire “parole sporche”, comunicare il senso di un profondo disagio esistenziale. Non si tratta di assolvere, né di condannare, ma di capire: l'assurdo, la nausea, l'angoscia e la libertà, a cui, diceva Sarte, siamo condannati. Di confrontarsi con le passioni più vere: l'amore, la follia della vita, la filosofia come esperienza quotidiana. E, naturalmente, la musica jazz, che diviene la colonna sonora del tempo. Paris, Saint-germain, Tabou (che era uno dei locali più gettonati di quegli anni), nomi divenuti un simbolo e una memoria: il nero degli esistenzialisti, gli onnipresenti Jean-paul Sartre (del quale, tra l’altro, si celebra, nel 2005, il centenario della nascita) e Simone de Beauvoir, la Rive Gauche, Albert Camus, Jacques Prévert, Boris Vian. E ancora: Juliette Gréco, Edith Piaf, Barbara, Ferré, Brel e Trenet. Il male di vivere e l’arte (francese) del malumore nonché del malamore. Quelle ineffabili atmosfere esistenzialiste e quegli straordinari musicisti che animavano le fumose caves di Saint Germain saranno evocati nella nuova edizione. Non sarà tuttavia un Festival della nostalgia, quanto piuttosto un’occasione per esplorare nuove sonorità e nuovi piani di ricerca musicale, che affondano le radici proprio in quell’epoca lontana, tra la seconda metà degli anni Quaranta e i Cinquanta. Nel corso delle tre serate vi saranno infatti molti imperdibili eventi. Tra gli ospiti di spicco in programma segnaliamo: il quartetto di Toots Thielemans (giovedì 27 gennaio), figura carismatica e universalmente conosciuta del jazz europeo, specialista di uno strumento – l’armonica a bocca – che ha contribuito quasi da solo a consegnare al jazz. Oggi, a 83 anni, Toots è un musicista amato da un vastissimo pubblico, non solo jazzistico, che lo ha saputo apprezzare per quella sua capacità di contatto emozionale con i suoi ascoltatori, riuscendo ad unire tutta la dolcezza e l'amarezza in un grappolo di note. Daniel Humair (sabato 29 gennaio) è stato giovanissimo uno dei protagonisti dell’epoca d’oro di St. Germain des Prés, suonando tra l’altro accanto a Stéphane Grappelli, Lucky Thompson, Chet Baker, gli Swingle Singers, Phil Woods. A Chiasso il batterista svizzero presenterà un progetto speciale che abbina il passato e il presente del jazz made in Paris, con rimandi ai miti di St. Germain e derive di pura contemporaneità. Del gruppo farà parte un altro nome storico come quello del sassofonista François Jeanneau e alcune nuove promesse: il pianista Cédric Piromalli, il fisarmonicista Vincent Peirani. Altra presenza di rilievo sarà quella di un ormai lanciatissimo Nicola Conte (venerdì 28 gennaio), originale figura di produttore, compositore, dj, organizzatore di suoni che nel suo recente Cd per la Blue Note si è attorniato di quanto meglio offre oggi la giovane scena jazzistica italiana. Conte si presenterà anche come dj per la chiusura di sabato 29. Fra gli altri eventi segnaliamo inoltre: il concerto di Bugge Wesseltoft, uno dei portabandiera del new jazz scandinavo; il progetto del quintetto del batterista Aldo Romano in omaggio a uno dei grandi “americani a Parigi” del jazz, il leggendario Sidney Bechet; il set del virtuoso della chitarra gypsy Tchavolo Schmitt, nello stile della pura tradizione del jazz manouche, tra reminiscenze di Django Reinhardt, Stéphane Grappelli e l’infuocato ambiente dell’Hot Club de France l’accattivante minimal groovy jazz di Tonus Music Labor, collettivo svizzero che fa capo alla figura del giovane sassofonista bernese Don Li. Nove concerti, tre dj-set (dopo le 24.00) e altri eventi collaterali, in un programma come sempre aperto a nuove contaminazioni tra musica, letteratura e filosofia, per riaffermare una delle manifestazioni più attese della stagione, che si segnala per lo stile innovativo, multidisciplinare e aperto al panorama del jazz internazionale. Al pubblico che affollerà i suggestivi spazi dell'ex fabbrica Calida nelle tre sere del Festival jazz (l'abbigliamento di foggia esistenzialista è vivamente consigliato), saranno proposte prelibate specialità eno-gastronomiche (ogni sera dalle 18.30 alle 24.00), per tracciare un connubio, in perfetto stile del tempo, tra i piaceri della musica e quelli, non meno preziosi, del palato. Www.jazzfestivalchiasso.ch  
     
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