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Notiziario Marketpress di Lunedì 24 Gennaio 2005
 
   
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  DA MARTEDI’ 8 FEBBRAIO, AL TEATRO STUDIO “IL TEMPO E LA STANZA” DI BOTHO STRAUSS  
   
  Milano, 24 gennaio 2005 - Martedì 8 febbraio, al Teatro Studio, ore 19.30, Il tempo e la stanza di Botho Strauss, traduzione di Roberto Menin, regia di Walter Pagliaro, scene e costumi di Alberto Verso, con Micaela Esdra, Sergio Distefano, Martina Carpi, Tiziana Avarista, Adriano Lavagnino, Daniele Valenti, Massimo Cimaglia, Daniele Gonciaruk, Camillo Grassi. Produzione Associazione Culturale Gianni Santuccio. Scritto nel 1989 da Botho Strauss, con Heiner Muller l’autore tedesco contemporaneo più rappresentato in Europa, Il tempo e la stanza è considerato un suo testo esemplare, in cui ritrovare antinaturalismo e capacità di trasfigurare elementi concreti per trarne significative e poetiche “visioni”, dove la realtà quotidiana e contemporanea si fa largo attraverso frammenti di conversazioni, segmenti di esistenze, incontri – e addii – determinati dal caso. “Il palcoscenico – afferma il regista Walter Pagliaro – diventa per Strauss la metafora del mondo: è un luogo allusivo, immenso e claustrofobico, dove il crinale tra verità e finzione è molto labile. Come il quotidiano anche il teatro è inafferrabile: il suo è un tempo impazzito, la sua logica innaturale, proprio come accade nelle relazioni umane”. Il tempo e la stanza si sviluppa senza un intreccio, ma secondo la struttura musicale costruita su un tema, che domina la prima parte dello spettacolo, e variazioni sul tema stesso, nella seconda parte. Nella prima parte viene infatti presentata la possibilità/impossibilità di amore negli incontri casuali, che riempiono la vita quotidiana di una grande città. La seconda, suddivisa in otto scene, ci offre una gamma di possibili varianti, anche dal punto di vista formale, creando una carrellata rapida dei diversi generi teatrali, dalla tragedia alla farsa. Così, l’uomo che descrive quello che vede alla finestra e il materializzarsi della propria visione, o chi va cercando un orologio smarrito, oppure la donna che racconta di aver subito un’operazione e altri personaggi, apparentemente distanti, danno vita a molteplici situazioni appena abbozzate e pronunciano battute tanto incisive quanto prive di senso. “Il tempo e la stanza – ribadisce Pagliaro – è una commedia ironica e surreale, gremita di tic esilaranti e di silenzi rapinosi, al servizio di quei temi che in tutta la produzione di Botho Strauss, ricorrono costantemente: la nevrosi dell’uomo moderno, l’incomprensibilità delle regole del mondo, la vana ricerca di se stessi, l’isolamento, lo smarrimento”. www.Piccoloteatro.org    
     
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