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Notiziario Marketpress di Martedì 25 Gennaio 2005
 
   
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  LA BANCA MONDIALE USERÀ SCIENZA E TECNOLOGIA PER PILOTARE LO SVILUPPO INTERNAZIONALE  
   
  Bruxelles, 25 gennaio 2005 - Per favorire lo sviluppo economico dei paesi più poveri, la Banca mondiale intende dare impulso alle loro capacità scientifiche e tecnologiche. Nei prossimi 12-18 mesi, riferisce Scidev.net, la banca intende selezionare una dozzina di progetti scientifici che hanno già dato prova di essere efficaci in altre aree del mondo e replicarne il successo in altri paesi in via di sviluppo (in particolare in Africa) che debbono fronteggiare le stesse sfide. 'L'obiettivo fondamentale è aiutare i paesi a sviluppare propri sistemi innovativi, nel senso più ampio del termine', spiega Al Watkins, coordinatore scientifico e tecnologico della banca. Il finanziamento dei progetti verrà assicurato dalle nazioni donatrici della Banca mondiale, dando vita a un fondo fiduciario riservato alla scienza e alla tecnologia oppure rendendo le iniziative ammissibili ai finanziamenti del prossimo pacchetto di prestiti dell'Ida (International Development Assistance). Oltre a rispondere a sfide specifiche (ad esempio nel campo della ricerca agricola), il progetto si pone come obiettivi fondamentali migliorare le capacità di ricerca dei paesi in via di sviluppo, rafforzare i legami tra università, istituti di ricerca e industria, e favorire la nascita di una tecnologia industriale. 'Disgraziatamente si tratta di aspetti troppo frequentemente ignorati dalla Banca mondiale, nell'errata convinzione che non siano direttamente legati alla sua missione centrale di alleviare la povertà e di soddisfare gli obiettivi del Millennium Development', spiega Watkins. I finanziamenti della Banca mondiale alle iniziative scientifiche e tecnologiche si sono progressivamente ridotti negli anni 80 e 90, quando l'istituzione si è concentrata sulle riforme economiche. Gli sforzi per favorire lo sviluppo scientifico e tecnologico non sono quindi stati coerenti e focalizzati. Questa nuova iniziativa gode però dell'appoggio del presidente della Banca mondiale, James Wolfensohn, secondo il quale un numero sempre crescente di attività della banca debbono essere viste attraverso quella che chiama 'la lente della scienza e della tecnologia'. '[Vi sono ] chiari segni che scienza e tecnologia possono offrire in molte aree notevoli contributi [allo sviluppo], se le utilizziamo in modo più coerente e non in modo casuale e in risposta a specifici stimoli, come invece tendiamo a fare oggigiorno', ha ribadito Wolfensohn. Per fare un esempio di come sia possibile trasferire il successo dei progetti scientifici da una regione all'altra, Wolfensohn ha citato il caso della ricerca condotta da istituzioni legate al Cgiar (consultative group for international agricultural research), all'origine di un sensibile aumento della produttività alimentare in Asia. 'Prendere i successi del Cgiar in Asia e fare in modo da replicarli in Africa potrebbe sembrare non molto intelligente. Ma a me sembra che in questo modo vi sia la possibilità di ottenere una miriade di vantaggi immediati, senza bisogno di scrivere un lungo trattato teorico sull'applicazione della scienza e tecnologia allo sviluppo', ha aggiunto. Per concludere, Watkins ha sottolineato il caso della Corea del Sud: 'La Corea del Sud ha cominciato a investire in conoscenza non quando è diventato un paese ricco, ma quando era un paese povero che cercava di diventare ricco. E questo è il messaggio più importante da diffondere. Per i paesi poveri, scienza e tecnologia non sono un lusso ma una necessità' Per il rapporto completo della Banca mondiale sugli approcci strategici a scienza e tecnologia per lo sviluppo: http://econ.Worldbank.org/files/25709_wps3026.pdf  
     
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