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UNA RELAZIONE VALUTA IL CONTENUTO SOCIOECONOMICO DEL 5PQ

Bruxelles, 15 settembre 2003 - Secondo una recente relazione, il Quinto programma quadro (5Pq) è riuscito ad integrare le considerazioni socioeconomiche nelle attività di ricerca dei suoi programmi tematici, vincendo la sfida lanciata dai responsabili politici. Nella prefazione allo studio, intitolato "The overall socio-economic dimension of community research in the Fifth European Framework programme" (La dimensione socioeconomica complessiva della ricerca comunitaria nell'ambito del Quinto programma quadro), il commissario per la Ricerca Philippe Busquin afferma che il 5Pq è stato concepito in modo diverso rispetto ai precedenti, sia in termini contenutistici che operativi, allo scopo di affrontare le sfide europee legate alla transizione verso una società basata sulla conoscenza. Come spiega il Commissario: "L'intenzione era quella di allontanarci da una ricerca fine a sé stessa e indirizzarla verso gli attuali problemi socioeconomici, realizzando così attività scientifiche potenzialmente in grado di operare i cambiamenti attesi dal pubblico. Sotto questo punto di vista, il Quinto programma quadro è stato il primo a rafforzare significativamente il sostegno europeo a favore delle attività di ricerca nel settore socioeconomico". Considerata la mancanza di definizioni comunemente accettate e di raccolte di dati coerenti, la relazione sottolinea innanzitutto i principali aspetti concettuali da affrontare in sede di elaborazione di un quadro adeguato per la valutazione del contenuto socioeconomico dei progetti. Nello specifico, il documento opera una distinzione fra l'impatto socioeconomico dei progetti orientati allo sviluppo tecnologico e quello esercitato dalle attività incentrate sui problemi sociali. Inoltre, esso fa riferimento all'elaborazione di metodi e strumenti specifici per la valutazione d'impatto nell'ambito dei progetti finanziati dal 5Pq, suggerendo che essi contribuiranno indubbiamente alla definizione di un quadro ad hoc per le valutazioni future. Nell'analizzare i principali programmi e azioni chiave del 5Pq, la relazione osserva come alcuni siano caratterizzati da una spiccata rilevanza socioeconomica, immediatamente riconoscibile, mentre altri abbiano permesso di compiere uno sforzo innovativo volto ad integrare la ricerca socioeconomica nella ricerca e sviluppo tecnologico. Per quanto riguarda il programma "Energia, ambiente e sviluppo sostenibile" (Eesd), la relazione ha affermato che, grazie ad uno sforzo continuo volto a sviluppare e utilizzare strumenti e metodi analitici per il sostegno alle politiche, il programma è riuscito a fornire numerosi contributi visibili all'attività di elaborazione delle politiche. Gli autori della relazione hanno quantificato il contributo dei programmi del 5Pq alla formulazione delle politiche europee in una sintesi illustrata dei risultati di un'ampia ricerca condotta sulla banca dati Eurlex. Sebbene tali risultati non possano essere considerati esaustivi, la relazione pone l'accento sull'importanza di 20 significativi riferimenti, ripartiti fra i programmi e le azioni chiave, che vanno dalle politiche in materia di sviluppo sostenibile, alla sicurezza delle reti, dalla lotta contro le malattie trasmissibili, alla promozione di soluzioni di trasporto "intermodali". Tuttavia, nonostante la rilevanza socioeconomica dei programmi, delle azioni chiave e dei progetti del 5Pq, la relazione evidenzia una serie di settori nei quali i prossimi programmi quadro potranno apportare dei miglioramenti. Quanto alle prospettive future, la relazione sostiene la necessità di compiere uno sforzo, non tanto per aumentare la quantità di ricerche nella sfera socioeconomica, ma piuttosto per rafforzare il valore socioeconomico che deriva dai programmi di ricerca e migliorarne la visibilità. Fra le altre raccomandazioni della relazione figurano lo sviluppo e l'utilizzo sistematico di strumenti e procedure per la rappresentazione dei contenuti socioeconomici, di un insieme di indicatori di valutazione e di metodi avanzati per la determinazione dell'impatto, al fine di assistere i decisori e responsabili politici nel processo di definizione delle priorità e degli obiettivi e di stabilire i necessari termini di paragone per gli esercizi di valutazione futuri.

VERSO IL RAGGIUNGIMENTO DELL'OBIETTIVO DI BARCELLONA
Bruxelles, 15 settembre 2003 - I responsabili politici a livello europeo e nazionale stanno dimostrando il proprio impegno verso il raggiungimento dell'obiettivo di Barcellona con una serie di iniziative tese ad elevare gli investimenti nella ricerca al tre per cento del Pil. La serietà con la quale tale obiettivo viene considerato è stata sottolineata in occasione di una riunione organizzata dall'Associazione slovena per l'economia e la ricerca (Sbra), tenutasi il 10 settembre a Bruxelles. Se da un lato, Philippe de Taxis du Poët della Dg Ricerca della Commissione ha elencato una serie di iniziative che confermano l'interesse di questa istituzione nell'incrementare gli investimenti, dall'altro, i rappresentanti della Slovenia hanno chiarito come il loro paese stia perseguendo questo ambizioso traguardo. L'obiettivo di Barcellona, approvato dai capi di Stato e di governo dell'Ue nel marzo 2002, impegna l'Europa ad elevare gli investimenti nella ricerca al tre per cento del Pil entro il 2010. I due terzi di questi fondi dovrebbero provenire dal settore privato, mentre il settore pubblico dovrebbe concorrere per la restante quota. Gli investimenti per la ricerca variano attualmente nell'Ue da un importo superiore al tre per cento, in Svezia e Finlandia, allo 0,68 per cento della Grecia (secondo le cifre chiave per il 2002 della Commissione). A livello europeo, la Commissione sta lavorando alla direttiva sui permessi di ingresso e di residenza per i ricercatori dei paesi terzi, la cui presentazione è prevista per novembre. Ulteriori progressi in materia di esenzione del blocco degli aiuti di Stato per le piccole e medie imprese sono attesi per l'inizio del 2004, ed attualmente si sta promovendo il "metodo aperto di coordinamento" attraverso la costituzione di nuovi gruppi di lavoro tematici e del Crest (Comitato per la ricerca scientifica e tecnica). La Commissione sta sviluppando altresì una "nuova generazione di piattaforme tecnologiche", ha aggiunto de Taxis du Poët, che attingono alle migliori prassi adottate dalle piattaforme esistenti, come quelle nel campo della ricerca aeronautica e ferroviaria. La creazione di una nuova piattaforma per l'idrogeno è stata annunciata il 10 settembre, ed a questa farà seguito la costituzione di altre piattaforme, ad esempio in settori quali la genomica, le tecnologie siderurgiche e tessili, e la ricerca marina. La Commissione sta collaborando altresì con la Banca europea per gli investimenti (Bei) al fine di individuare nuovi strumenti di finanziamento a sostegno della ricerca e dell'innovazione. Una proposta sarà avanzata in occasione del Consiglio Ecofin previsto per ottobre. Il fatto che il presidente della Commissione Romano Prodi abbia evidenziato la necessità di effettuare maggiori investimenti per la ricerca nella sua iniziativa per la crescita, presentata a luglio, dimostra altresì l'importanza che la questione riveste per i responsabili politici. Elevare gli investimenti nella ricerca al tre per cento del Pil, entro il 2010, non è un obiettivo realistico per tutti gli Stati membri, ma de Taxis du Poët ha dichiarato che tale traguardo dovrebbe fungere da catalizzatore, ed ha aggiunto che "il tre per cento non è poi così importante quanto lo sono invece il circolo virtuale, la dinamica ed i contatti cui possiamo dar vita in Europa" nel tentativo di incrementare la spesa. "L'obiettivo è di rendere l'Europa più attraente per gli investimenti nella ricerca", ha aggiunto de Taxis du Poët. Egli ha osservato che il settore industriale riconosce l'importanza di investire nella ricerca, ma non ritiene soddisfacenti le condizioni quadro per gli investimenti in Europa. Questo è uno dei motivi per cui la Commissione ha adottato questo approccio esaustivo nel suo piano d'azione per il raggiungimento dell'obiettivo del tre per cento, definendo misure che esulano normalmente dal contesto delle politiche di ricerca, per interessare altre politiche come quelle fiscali, della concorrenza e regionali. Nel ribadire il proprio impegno a perseguire tale traguardo, ciascuno Stato membro attuale e futuro ha fissato il proprio obiettivo di investimento. Se da un lato, alcuni Stati membri puntano ad un obiettivo inferiore al tre per cento del Pil, dall'altro, la Slovenia si è prefissa un traguardo ambizioso, poiché è l'unico paese candidato ad essersi impegnato a raggiungere tale percentuale. "Il perseguimento dell'obiettivo di Barcellona implica un aumento degli investimenti del 320 per cento in sette anni da parte del settore privato, o una crescita annua del 25 per cento", ha chiarito Boris Cizelj, direttore della Sbra. "Ritengo l'impresa possibile, anche se richiederà numerosi sforzi sul versante aziendale, oltre alla definizione di adeguate condizioni quadro". La Slovenia, al pari di qualunque altro paese che ha affrontato un processo di transizione nel corso dell'ultimo decennio, ha subito notevoli perdite di capitale umano. Il personale impegnato nella ricerca è diminuito del 4,2 per cento fra il 1994 ed il 1998. La situazione sta ora migliorando, ed iniziative quali il programma per i giovani ricercatori hanno ottenuto un notevole successo. Dei 2.652 giovani ricercatori che hanno ricevuto finanziamenti governativi, 612 lavorano attualmente nel settore aziendale. Gli sloveni hanno individuato nel contempo altri settori di intervento. Gli investimenti nella ricerca da parte di imprese individuali sono tuttora "modesti", secondo il dott. Cizelj, ed il trasferimento di conoscenze dal mondo accademico a quello industriale è ancora "inadeguato". La scarsa partecipazione ad una recente conferenza sul tema "Slovenia, Lisbona e Barcellona" ha dimostrato altresì che numerosi esponenti del settore aziendale non sono consapevoli delle sfide da affrontare, ha aggiunto il dott. Cizelj. Il governo sloveno ha tuttavia piena consapevolezza delle sfide future, ed ha assunto un preciso impegno politico per aumentare gli investimenti. Peter Volasko, rappresentante della Missione slovena presso l'Ue, ha spiegato che ciò si deve alla tenacia dell'ex ministro per l'Istruzione, la Scienza e lo Sport Lucija Cok. Il governo destina attualmente alla ricerca lo 0,72 per cento del proprio Pil, cifra destinata a raggiungere lo 0,84 per cento nel 2004, secondo le previsioni di bilancio governative. "L'obiettivo di raggiungere l'un per cento entro il 2010 sembra realistico e dovremmo riuscire ad attuarlo", ha commentato Volasko. Il governo intende altresì coinvolgere maggiormente il settore industriale nell'elaborazione delle politiche di ricerca, al fine di rendere la Slovenia più interessante per gli investimenti. Inoltre, sono già stati realizzati programmi di sovvenzioni salariali per incoraggiare i dottorandi e gli studenti di master a lavorare nel settore privato dopo la laurea. Tuttavia gli sloveni concordano con de Taxis du Poët sull'obiettivo ultimo delle attuali iniziative. "Il tre per cento non rappresenta il traguardo finale, e per tale motivo abbiamo bisogno di un approccio integrato e sistematico che ci consenta di guardare oltre questo obiettivo e puntare verso la strategia di Lisbona, incrementando la crescita e migliorando la qualità della vita nell'Ue", ha aggiunto Volasko.

GRUPPO BIPIELLE PROGETTO RISTRUTTURAZIONE 2003 APPROVATO IL COMPLETAMENTO DEL PROGETTO DI RIORGANIZZAZIONE DI GRUPPO AL VIA IL PIANO CHE PORTERÀ ALLA NASCITA DI UNA NUOVA REALTÀ QUOTATA DENOMINATA RETI BANCARIE S.P.A.
Lodi, 15 settembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo Banca Popolare di Lodi e, per i rispettivi ambiti di competenza, i Consigli d'amministrazione di Bipielle Investimenti e del Banco di Chiavari e della Riviera Ligure hanno approvato in data 12 settembre 2003 un progetto di riorganizzazione aziendale e riassetto societario diretto ad accrescere ulteriormente l'efficienza, la competitività e la redditività del Gruppo. Il nuovo piano rappresenta una naturale e coerente evoluzione della riorganizzazione che ha portato nel 2002 alla costituzione di Bipielle Retail e Bipielle Investimenti, società controllate dalla Capogruppo Banca Popolare di Lodi, chiamate a sovraintendere l'attività delle banche-rete e delle società prodotto. Il progetto di ristrutturazione approvato consentirà di migliorare i meccanismi di corporate governance, di uniformare i processi operativi e i sistemi di controllo, di aumentare la trasparenza verso il mercato e di perfezionare i metodi di gestione dei rischi. Il raggiungimento di questi obiettivi produrrà un aumento della redditività del Gruppo confermando e migliorando i risultati già acquisiti nei primi sei mesi del 2003. L'operazione fa seguito a quanto già deliberato dal Consiglio di Amministrazione relativamente alla fusione per incorporazione nella Banca Popolare di Lodi della Banca Popolare del Trentino, della Banca Bipielle Adriatico e di Bipielle Partecipazioni e al piano di aggregazione della Banca Popolare di Cremona. Il progetto porterà a un accorciamento della catena di controllo del Gruppo e si articolerà attraverso: la concentrazione nella Banca Popolare di Lodi (a) della azienda bancaria del Banco di Chiavari (mantenendone il marchio e il radicamento sul territorio di riferimento), (b) della rete di sportelli della Banca Popolare del Trentino e della Banca Bipielle Adriatico, (c) dell'attività online di Banca Bipielle.net mantenendone il marchio; (d) di B2bipielle e Bipielle Santander Sim; la riorganizzazione societaria di Bipielle Investimenti e di alcune società controllate dalla stessa; la concentrazione nel Banco di Chiavari e della Riviera Ligure - società quotata che ad esito delle operazioni descritte assumerà la denominazione di Reti Bancarie S.p.a. - di tutta l'attività delle banche rete. Nell'ambito di tale settore retail, la Cassa di Risparmio di Lucca assumerà il ruolo di holding delle partecipazioni bancarie del Gruppo nell'area Toscana. Il progetto si perfezionerà attraverso una serie di operazioni straordinarie da realizzarsi, per quanto possibile, entro la fine dell'anno. Le concentrazioni nella Banca Popolare di Lodi verranno realizzate attraverso: acquisto della partecipazione Banco di Chiavari (pari all'87,22% del capitale) detenuta da Bipielle Retail, acquisto del 35% di B2bipielle, detenuto e.Biscom,e del 50% di Bipielle Santander Sim detenuto dal Banco Santander. In ordine alle ultime due acquisizioni sono in corso trattative; trasferimento, mediante operazione di scissione, dell'azienda bancaria Banco di Chiavari in Banca Popolare di Lodi con conseguente aumento di capitale sociale della Banca Popolare di Lodi e assegnazione in concambio agli azionisti terzi del Banco di Chiavari azioni Banca Popolare di Lodi di nuova emissione nella misura di 0,62 azioni Banca Popolare di Lodi ogni numero 1 azione Banco di Chiavari e della Riviera Ligure; trasferimento, mediante operazione di scissione, di un complesso patrimoniale costituito dalle intere partecipazioni in Efibanca, Banca Bipielle.net, B2bipielle e Bipielle Santander Sim, detenute dal Gruppo mediante Bipielle Investimenti nella Banca Popolare di Lodi, con conseguente aumento di capitale sociale della Banca Popolare di Lodi e assegnazione in concambio agli azionisti terzi di Bipielle Investimenti di azioni Banca Popolare di Lodi nella misura di 0,0938 azioni Banca Popolare di Lodi ogni numero 1 azione Bipielle Investimenti; scorporo della rete dei promotori finanziari e relativi rapporti bancari, nonché della partecipazione in Bipielle Previdenza, di Banca Bipielle.net in una società di nuova costituzione (newco Bipielle.net), mantenendo intatto il marchio e focalizzando il core business nell'attività di on-banking e nella gestione della rete di promotori finanziari; lo scorporo riguarda sia la rete dei promotori sia la partecipazione di controllo in Bipielle Previdenza stante le sinergie che sussistono fra la suddetta rete commerciale e l'attività di broker di Gruppo; scorporo dell'attività core di Efibanca in una società di nuova costituzione (newco Efibanca) mantenendo intatto il marchio e focalizzando l'attività nel merchant banking e nell'erogazione crediti a medio e lungo termine. Fusione nella Banca Popolare di Lodi di Banca Bipielle.net, di Efibanca, di B2bipielle e di Bipielle Santander Sim con conseguente aumento di capitale sociale di Banca Popolare di Lodi e assegnazione in concambio agli azionisti terzi di Banca Bipielle.net e Efibanca di azioni Banca Popolare di Lodi di nuova emissione in misura di 2,02 azioni Banca Popolare di Lodi ogni 1 azione Efibanca e 0,17 azioni Banca Popolare di Lodi ogni 1 azione Bipielle.net; Le concentrazioni in Bipielle Investimenti verranno realizzate attraverso: conferimento dalla Banca Popolare di Lodi in Bipielle Investimenti delle partecipazioni delle Newco Efibanca, Newco Bipielle.net, Bipielle Fondicri Sgr, Italfortune International Advisor con conseguente aumento di capitale di Bipielle Investimenti a favore della Banca Popolare di Lodi con esclusione del diritto d'opzione; scorporo dell'attività di Bipielle Ducato (credito al consumo) in una società di nuova costituzione dedicata e la successiva fusione in Bipielle Investimenti di Bipielle Ducato. Le concentrazioni nel Banco di Chiavari e della Riviera Ligure verranno realizzate attraverso: il trasferimento della partecipazione in Bipielle Retail (pari al 34,45%), detenuta da Bipielle Investimenti, mediante scissione di Bipielle Investimenti in Banco di Chiavari e della Riviera Ligure con conseguente aumento di capitale sociale del Banco di Chiavari e assegnazione in concambio agli azionisti di Bipielle Investimenti di azioni del Banco di Chiavari di nuova emissione nella misura di 0,0174 azioni Banco di Chiavari e della Riviera Ligure ogni numero 1 azione Bipielle Investimenti; scorporo della partecipazione in Bipielle Retail (pari al 58,07%) nel Banco di Chiavari da parte della Banca Popolare di Lodi con conseguente aumento di capitale sociale del Banco di Chiavari a favore della Banca Popolare di Lodi con esclusione del diritto di opzione; scorporo delle attività bancaria posseduta dalla Banca Popolare di Crema in società di nuova costituzione, con successiva fusione in Bipielle Retail, contestualmente alla fusione di Bipielle Retail in Banco di Chiavari; fusione per incorporazione nella Cassa di Risparmio di Lucca della Cassa di Risparmio di Pisa e della Cassa di Risparmi di Livorno, con conseguente aumento di capitale sociale della Cassa di Risparmio di Lucca mediante emissione di nuove azioni da assegnare in concambio agli azionisti delle società incorporate. Successivamente la Cassa di Risparmio di Lucca scorpora le aziende bancarie della Cassa di Risparmi di Livorno e Cassa di Risparmio di Pisa in società di nuova costituzione (Newco Pisa - Newco Livorno), tenendo conto delle applicabili disposizione degli accordi a suo tempo conclusi con le Fondazioni delle Casse di Risparmio Toscane; attribuzione alle minoranze di Cassa di Risparmio di Pisa e Cassa di Risparmi di Livorno dei diritti di opzione a scambiare le proprie azioni in Cassa di Risparmio di Lucca con quelle delle rispettive società omonime di nuova costituzione; fusione nel Banco di Chiavari e della Riviera Ligure di Bipielle Retail e Banca Popolare di Crema con conseguente aumento di capitale sociale del Banco di Chiavari e assegnazione in concambio agli azionisti terzi di Bipielle Retail e Banca Popolare di Crema di azioni Banco di Chiavari e della Riviera Ligure di nuova emissione; scorporo del ramo d'azienda immobiliare dell'ex Banco di Chiavari in Bipielle Real Estate e successiva cessione della corrispondente partecipazione a Bipielle Investimenti. Sotto il profilo industriale, il progetto consentirà al Gruppo Bipielle di proseguire i piani di razionalizzazione organizzativa e societaria finalizzati ad incrementare le sinergie tra le diverse strutture del Gruppo e focalizzare la missione delle società prodotto, migliorando l'efficienza gestionale, organizzativa e distributiva, accentuando inoltre politiche di cross selling tra società prodotto e rete distributiva. Ad esito della realizzazione del progetto, tramite le operazioni di concentrazione e di riorganizzazione descritte, la sub-holding del settore retail, che assumerà la denominazione di Reti Bancarie S.p.a. (già Banco di Chiavari e della Riviera Ligure), sarà una società quotata, in modo speculare alla struttura adottata con la Bipielle Investimenti S.p.a. Nel settore delle società prodotto.Le operazioni descritte nel progetto, sottoposte alle autorizzazioni delle Autorità competenti, troveranno attuazione per quanto possibile con il 1° gennaio 2004. Il progetto, che è stato predisposto con l'assistenza dell'advisor Lazard e, con riferimento alle operazioni straordinarie che riguardano Bipielle Investimenti, con l'assistenza del Prof. Ruozi, una volta completato porterà il Gruppo Bipielle ad assumere una nuova configurazione.

GRUPPO BANCA ANTONVENETA: PRESENTAZIONE DEL PIANO INDUSTRIALE 2004- 2006 DEL
Padova, 15 settembre 2003 - Il 13 settembre l’Amministratore Delegato Piero Montani ha presentato alla comunità finanziaria ed alla stampa il piano industriale 2004 – 2006 del Gruppo Banca Antonveneta, le cui linee guida e previsioni economico-finanziarie erano state anticipate al mercato con comunicato in data 9 settembre u.S. Nel corso dell’illustrazione si è evidenziata una previsione di crescita del risultato lordo di gestione dai 1000 milioni di Euro di fine 2003 ai circa 1450-1500 di fine 2006 e dei ricavi dai circa 2000-2100 milioni di Euro di fine 2003 ai circa 2600-2700 di fine 2006. In relazione all’evoluzione degli aggregati dimensionali (volumi medi) è stata indicata una previsione di crescita da fine 2003 a fine 2006: della raccolta diretta da circa 37 miliardi di Euro a circa 43; della raccolta indiretta da circa 29 miliardi di Euro a circa 41 (di cui la "gestita" da 9,5 a 23); degli impieghi netti da circa 37 miliardi Euro a circa 43. In risposta alle domande dei presenti, non sono state fornite altre indicazioni previsionali sull’esercizio in corso ed è stato precisato che la politica di pay out prevista nell’orizzonte temporale del piano (2004-2006) sarà sostanzialmente in linea con quella attuata nei passati esercizi.

BNL SPA : RISULTATI CONSOLIDATI AL 30 GIUGNO 2003 --> UTILI IN CRESCITA PER IL GRUPPO BNL: RISULTATO OPERATIVO + 11,9%; UTILE ORDINARIO +5,7%; UTILE NETTO +270,4%
Roma, 15 settembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Bnl, riunitosi oggi a Roma sotto la presidenza di Luigi Abete, ha approvato le relazioni semestrali della Banca e del Gruppo al 30 giugno 2003 (1). Nel primo semestre 2003, il Gruppo Bnl ha conseguito risultati economici in netto miglioramento rispetto al corrispondente periodo del 2002, confermando la validità dell'azione di recupero di efficienza e redditività nonostante l'instabilità dei mercati finanziari e il debole contesto congiunturale internazionale. Il semestre presenta infatti una significativa crescita dell'utile netto consolidato che raggiunge i 100 milioni di euro (+270,4%), grazie alla rigorosa politica di contenimento e razionalizzazione dei costi nonché alla positiva evoluzione dei ricavi e dopo aver incrementato le coperture dei rischi e aver spesato interamente gli oneri straordinari per gli esodi del personale. Con il nuovo assetto organizzativo varato nel luglio scorso, il Gruppo Bnl intende rafforzare ulteriormente l'impegno per il recupero dell'efficienza operativa ed economica al fine di raggiungere, nel breve termine, risultati reddituali più soddisfacenti. Le principali azioni sono orientate al perseguimento dei seguenti obiettivi: 1. Razionalizzazione e contenimento dei costi, in un'ottica di produttività crescente a tutela dello sviluppo del business e del flusso dei ricavi; 2. Riposizionamento dell'attività di intermediazione creditizia per riequilibrare e ridurre l'esposizione complessiva al rischio; 3. Rafforzamento del Gruppo nel settore retail; 4. Maggiore focalizzazione al mercato domestico e conseguente ridimensionamento della presenza estera; 5. Miglioramento dell'efficienza operativa dei canali distributivi. In uno scenario di breve-medio periodo che si prospetta ancora difficile, il Gruppo Bnl ritiene inoltre necessaria una mirata rifocalizzazione degli obiettivi fissati al fine di: - ridurre strutturalmente il cost/income ratio, facendo perno sullo stretto controllo dei costi operativi. Il risultato raggiunto relativamente al 30 giugno 2003 è sicuramente incoraggiante; - continuare il rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale della Banca e del Gruppo; - migliorare sensibilmente il return on equity (Roe). Ciò consentirà, già nel breve periodo, di conseguire risultati reddituali tali da confermare la fiducia espressa dal mercato sulle prospettive di rafforzamento e sviluppo della Banca e del Gruppo. (1) La situazione semestrale consolidata dei conti del Gruppo è stata predisposta sulla base dei criteri di formazione del bilancio 2002 con la sola eccezione del trattamento riservato agli oneri sostenuti nel periodo dalla Capogruppo per gli esodi del personale, pari a circa 61 milioni, interamente imputati al conto economico nella voce Oneri Straordinari anziché, come nel 2002, iscritti tra le attività immateriali. Inoltre, come già avvenuto con le rendicontazioni periodiche dal 2002, anche per la semestrale al 30.6.03 sono state escluse dall'area di consolidamento le società controllate operanti in Argentina, facenti capo alla locale holding company Bnl Inversiones Argentinas Sa. L'esclusione si è resa opportuna vista l'impossibilità, che tuttora permane, da parte della Capogruppo di ricevere il pertinente flusso contabile dotato di un sufficiente grado di certezza e attendibilità civilistica. Sulla base delle informazioni disponibili a livello locale, il risultato consolidato al 30 giugno 2003 della holding argentina chiuderebbe in pareggio. Relazione Semestrale La crescita dei proventi da servizi (+18,3%), controbilancia la flessione del margine d'interesse (-5,9%, dovuta al calo dei volumi intermediati e alla discesa dei tassi d'interesse ) e contribuisce all'aumento del margine d'intermediazione (+3,9%), da 1.532 a 1.591 milioni di euro. Il flusso delle commissioni e altri proventi netti cresce dell'8,5%, con una particolare accelerazione degli introiti da commissioni (+8,3%). I profitti da operazioni finanziarie aumentano del 37,5%. Il risultato operativo consolidato pertanto è pari a 631 milioni di euro, +11,9%. Il contributo della Banca è stato di 535 milioni (+17,8%). L'utile ordinario consolidato si attesta a 315 milioni di euro (+5,7%), di cui 274 realizzati dalla Capogruppo. Il livello di copertura dei rischi su crediti sale al 42,1% per via dell'aumento di oltre un terzo (da 184 a 254 milioni) delle rettifiche e accantonamenti netti su crediti e per garanzie e impegni. Gli accantonamenti per rischi e oneri raggiungono i 59 milioni (+20,4%). Pur tutelando lo sviluppo del business e senza intaccare la qualità del servizio alla clientela, è proseguita la forte azione di contenimento dei costi, complessivamente ridotti dello 0,8%. In particolare, le spese per il personale, nonostante gli aumenti retributivi previsti dal contratto, si sono mantenute sostanzialmente stabili (+0,2%) per effetto del calo del numero dei dipendenti (-393 risorse per il gruppo, di cui 320 per la sola Banca) dovuto essenzialmente al proseguimento del programma di esodi incentivati. Altrettanto significativi sono stati gli effetti del rigido monitoraggio sulle altre spese amministrative che sono diminuite del 3,4%. Migliora, di conseguenza, il cost to income ratio che, compresi gli ammortamenti, si attesta al 60,3%, contro il 63,2% e il 66% rispettivamente del primo semestre 2002 e di fine anno, posizionando così il Gruppo Bnl sui livelli di efficienza dei principali competitors nazionali. Considerando quindi accantonamenti e rettifiche nette per 316 milioni e tenuto conto della conferma dello stanziamento di 40 milioni al fondo rischi bancari generali (effettuato con la trimestrale del marzo scorso) anche al fine di aumentare il patrimonio di base del Gruppo, il semestre si chiude con un utile netto consolidato di 100 milioni di euro (+270,4%). La Capogruppo vi ha contribuito con 87 milioni, rispetto ai 3 milioni del corrispondente periodo del 2002. Questo risultato sconta i costi degli esodi del personale, pari a circa 61 milioni di euro, imputati a conto economico tra gli oneri straordinari anziché, come nel 2002, tra le attività immateriali. E' proseguito nel semestre il processo di riequilibrio finanziario e patrimoniale del Gruppo con un'ulteriore diminuzione dell'indebitamento interbancario e con un aumento del Tier 1, che si è attestato al 5,31% contro il 5,02% di fine 2002. Sotto l'aspetto patrimoniale, a livello di Gruppo, si registrano rispetto ai dati di fine 2002 le seguenti dinamiche: - la stabilità della raccolta da clienti che raggiunge i 56,4 miliardi di euro, con un incremento dello 0,3% (+0,9% rispetto a giugno 2002); - il contenimento degli impieghi verso clienti del 4,6% (-7,7% su giugno 2002) in linea con la politica di graduale rientro dei finanziamenti sull'estero e di ricomposizione delle esposizioni settoriali, volta a ridurre il grado di concentrazione del rischio di credito. Alla diminuzione ha inoltre contribuito la cartolarizzazione (per 2,2 miliardi) di mutui fondiari residenziali in bonis perfezionata dalla Capogruppo nell'aprile scorso e favorevolmente accolta dal mercato; - il significativo miglioramento del rapporto raccolta e impieghi con la clientela, attestatosi a 101,8% (107,1% a fine 2002; 116% a fine 2001) che ha determinato una più equilibrata struttura finanziaria; - il conseguente netto miglioramento della situazione di liquidità che ha consentito di limitare ulteriormente il ricorso al mercato interbancario. Il Gruppo ha presentato a fine giugno un'esposizione debitoria netta di 2 miliardi contro 8 a fine 2002. Al fine di fornire un'informativa più completa sui risultati conseguiti nel periodo si allegano i prospetti relativi al conto economico e ai dati patrimoniali consolidati inclusi nella relazione approvata dal Cda. Si precisa inoltre che la società di revisione incaricata di certificare, su base limitata, la relazione semestrale non ha ancora completato il proprio esame. La relazione semestrale al 30 giugno 2003 viene resa pubblica nei termini di cui all'art.82, comma2, del regolamento Consob n. 11971 del 14 maggio 1999 (e successive modifiche) in luogo della relazione relativa al secondo trimestre dell'esercizio. Si segnala, infine, che la relazione trimestrale al 30 settembre 2003 sarà presentata per approvazione al Consiglio di Amministrazione che si terrà entro la seconda decade di novembre. Allegato al comunicato stampa del 12 settembre 2003 Bnl Spa Il margine d'interesse, dopo aver prudenzialmente stornato 73 milioni di interessi di mora considerati di incerto recupero, mostra una riduzione del 4,8%, da 793 a 755 milioni di euro rispetto a fine giugno 2002. Per effetto dell'aumento registrato nei proventi netti saliti del 22,2%, da 508 a 621 milioni, il margine d'intermediazione si attesta a 1.376 milioni di euro, in crescita del 5,8% rispetto ai 1.301 milioni del primo semestre 2002. Tra i proventi, le commissioni nette si attestano a 367 da 338 milioni, in aumento dell'8,6%. Grazie alla politica di contenimento e monitoraggio delle spese, i costi operativi, rispetto a giugno 2002, diminuiscono dello 0,7%, passando da 847 a 841milioni. Anche la dinamica delle spese amministrative è tenuta sotto attento controllo (-0,1%). Nel suo ambito gli oneri per il personale mostrano un lieve incremento (+1%), dovuto allo scatto salariale di febbraio, al tempo stesso compensato dal calo dei dipendenti (-320 risorse), in attuazione del piano esodi concordato con le organizzazioni sindacali. Gli ammortamenti diminuiscono del 5,6% attestandosi a 84 milioni di euro. Il risultato operativo si attesta a 535 milioni, in crescita del 17,8% sui 454 del primo semestre 2002. L'utile ordinario è pari a 274 milioni di euro, in crescita dell'11,8% rispetto ai 245 di giugno 2002. Sottraendo dall'utile ordinario il risultato negativo delle attività straordinarie (63 milioni) e lo stanziamento al fondo rischi bancari generali (40 milioni), nonché le imposte sul reddito di periodo (84 milioni), il semestre chiude con un utile netto di 87 milioni di euro, contro i 3 di giugno 2002. Al 30 giugno 2003, il totale dei crediti per cassa al netto delle svalutazioni ha raggiunto i 66.792 milioni di euro (+0,7% rispetto a fine 2002). I crediti per cassa alla clientela, pari a 55.078 milioni di euro, evidenziano una significativa flessione (-6,4%) rispetto ai 58.832 di fine 2002 e del 7,3% rispetto al 30 giugno 2002. Globalmente, l'insieme delle posizioni di dubbio realizzo, ivi compreso il rischio Paese, diminuisce nel semestre a 3.200 milioni (3.288 al 31 dicembre 2002). L'indice di copertura si attesta al 40,7% contro il 38,7% di fine 2002. Più nel dettaglio, le sofferenze ammontano a 1.938 milioni (+2,5%) e la loro percentuale di copertura sale al 45,8%. Le partite incagliate diminuiscono del 7,7%, passando da 1.031 a 952 milioni e la loro percentuale di copertura è del 27,3%. I crediti non garantiti verso Paesi a rischio risultano pari a 195 milioni di euro (al netto di svalutazioni per 179milioni) contro i 233 milioni di fine 2002 (-16,3%). I suddetti impieghi non comprendono le linee di credito ordinarie per cassa a società controllate residenti in Paesi a rischio: 475 milioni tutti regolarmente performing, di cui 410 nei confronti delle affiliate argentine. Questi ultimi sono totalmente presidiati nell'ambito del fondo rischi su crediti, la cui consistenza complessiva è di 546 milioni. La raccolta complessiva della Banca è pari a 68.222 milioni di euro (-2,2% su fine 2002). In particolare la raccolta diretta da clienti, comprensiva di prestiti subordinati, ammonta a 51.439 milioni di euro, + 1,4% rispetto a fine 2002 e +3,3% rispetto al primo semestre del 2002. Il complesso dei mezzi patrimoniali della Banca ammonta a 7.148 milioni, in crescita del 2,8% rispetto ai 6.953 di fine dicembre 2002. Il patrimonio di vigilanza raggiunge i 5.780 milioni (+1,9% su dicembre 2002). Gruppo Bnl (2) Analizzando la progressione dei flussi reddituali, così come risulta dal conto economico riclassificato secondo criteri gestionali, il margine d'interesse mostra un calo del 5,9%, da 915 a 861 milioni di euro. Sommando al margine d'interesse i proventi netti, cresciuti del 18,3%, da 617 a 730 milioni, il margine d'intermediazione si attesta a 1.591 milioni, con un aumento del 3,9% rispetto ai 1.532 del 30 giugno 2002. I costi operativi, comprensivi degli ammortamenti, sono diminuiti da 968 a 960 milioni (-0,8% rispetto a giugno 2002). In particolare, le spese per il personale si sono mantenute sostanzialmente stabili (+0,2%), mentre le altre spese amministrative sono diminuite del 3,4% da 326 a 315 milioni di euro. In miglioramento il rapporto spese amministrative su margine d'intermediazione che si attesta al 54,5% contro il 57,2% di dicembre 2002. Il risultato operativo ammonta a 631 milioni di euro in crescita dell'11,9% sui 564 del giugno 2002. Dopo aver effettuato accantonamenti e rettifiche nette per 316 milioni, risulta un utile ordinario di 315 milioni di euro, in crescita del 5,7% rispetto ai 298 di giugno 2002. Detraendo dall'utile ordinario il risultato negativo delle attività straordinarie (63 milioni) e lo stanziamento al fondo rischi bancari generali (40 milioni), nonché le imposte sul reddito di periodo (110 milioni) e l'utile di pertinenza di terzi (2 milioni), il conto economico al 30 giugno 2003 chiude con un utile netto di 100 milioni di euro (27 milioni al 30 giugno 2002). Sotto il profilo patrimoniale, al 30 giugno 2003, il totale dei crediti per cassa al netto delle svalutazioni si attesta a 68.712 milioni (+2,5% rispetto al 31 dicembre 2002). I crediti di firma ammontano a 8.638, con una riduzione del 5,8%; pertanto il totale dei crediti per cassa e non per cassa si attesta a 77.350 milioni (+1,5%). I crediti per cassa alla clientela sono pari a 57.457, in calo del 4,6% rispetto al dicembre 2002 per effetto principalmente dell'operazione di cartolarizzazione perfezionata dalla Capogruppo, nonchè della politica di graduale riduzione dei finanziamenti sull'estero e della ricomposizione delle esposizioni settoriali. L'insieme delle posizioni di dubbio realizzo diminuisce globalmente nel semestre del 3,1% da 3.781 a 3.663 milioni. Il loro indice di copertura, assicurato dalle svalutazioni, dall'integrale accantonamento degli interessi di mora e dagli stanziamenti generici disponibili, è pari al 42,1% contro il 40% di fine 2002. In particolare, le sofferenze che ammontano a 2.109 milioni (+2,5%) registrano un grado di copertura del 48,2% rispetto al 46,3% di dicembre 2002. Escludendo gli interessi di mora totalmente accantonati (4 milioni), le sofferenze residuano in 2.105 milioni, pari al 3,7% del totale dei crediti a clientela. Le partite incagliate diminuiscono del 7,9%, passando da 1.069 a 985 milioni e il loro grado di copertura si attesta al 27,3%. L'esposizione non garantita del Gruppo verso Paesi a rischio, che come indicato dalla normativa della vigilanza bancaria include la 'componente di credito locale', al netto delle svalutazioni forfettarie di vigilanza, mostra una significativa riduzione (-13%) attestandosi a 448 milioni dai 515 di fine 2002. Al lordo delle svalutazioni forfettarie e includendovi anche i titoli, tali partite sono diminuite nel semestre da 1.065 a 864 milioni e la loro percentuale di copertura è salita al 42,3% dal 41,9% di fine dicembre scorso. Questi dati non includono le linee di credito ordinarie per cassa (tutte regolarmente performing) erogate a società controllate residenti in Argentina (410 milioni), totalmente presidiate nell'ambito del fondo rischi su crediti. (2) Come noto, l'area di consolidamento è stata ridotta escludendo le controllate argentine, così come previsto dall' art. 29 del D.lgs. 87/1992 e pertanto al 30 giugno 2003 comprende 21 società consolidate con il metodo integrale (compresa la Capogruppo), 5 società valutate al patrimonio netto, con un valore di 99 milioni di euro (102 a fine 2002), e 92 altre partecipate espresse al costo, con un valore di carico di 426 milioni (392 a fine 2002) La raccolta da clienti, comprensiva di prestiti subordinati per 2.967 milioni, aumenta nel semestre da 56.232 a 56.427 milioni di euro (+0,3%). Nonostante lo sfavorevole quadro di riferimento, la raccolta indiretta da clientela del Gruppo (che comprende il risparmio gestito e quello amministrato) cresce del 6,8% su dicembre 2002, attestandosi a fine giugno 2003 a 75 miliardi di euro. Sommando tale dato alla raccolta diretta da clientela, si perviene ad una raccolta complessiva di oltre 132 miliardi di euro (+4,6% rispetto ai 126 di fine 2002). Esaminando più nel dettaglio l'aggregato della raccolta indiretta, si registra un forte incremento del risparmio amministrato che si attesta a 46 miliardi (+9,2% su fine dicembre 2002), mentre più contenuta (+2,9%) risulta la crescita del risparmio gestito che si attesta a 29 miliardi. Nell'ambito di quest'ultimo settore, si osserva un aumento sia nel segmento dei fondi comuni (+1,7%) , sia in quello delle gestioni patrimoniali (+8,5%). La quota di mercato, calcolata con riferimento al patrimonio netto gestito, risulta pari al 3,6%. In positivo sviluppo anche il settore assicurativo (+47%) con nuova produzione di polizze per circa 1.150 milioni. In significativa crescita infine il comparto dei fondi immobiliari, dove il gruppo Bnl è leader con una quota di circa il 20%. Al 30 giugno 2003, il complesso dei mezzi patrimoniali del Gruppo ammonta a 7.730 milioni (+2,6% sui 7.534 di fine 2002). Il patrimonio di vigilanza si attesta a 6.246 milioni di euro e il coefficiente patrimoniale di solvibilità del Gruppo, dato dal rapporto tra il patrimonio utile ai fini di vigilanza e il totale delle attività di rischio ponderate, si attesta nel semestre (sulla base di dati stimati, ma sufficientemente attendibili) al 10,11%, contro il 9,32% di fine 2002. Il Tier 1 si colloca al 5,31% (5,02% a fine 2002).

RISPARMIO GESTITO: OLTRE 27 MILIONI DI UTILI NETTI NEL PRIMO SEMESTRE 2003 PER LE SGR DEL GRUPPO INTESA
Milano 15 settembre 2003 - I Cda delle Sgr del Gruppo Intesa, Nextra Investment Management, Nextra Alternative Investments, Epsilon sgr, hanno approvato i dati semestrali 2003. L'utile netto del periodo delle tre società è pari a 27,3 milioni di euro contro i 28,4 del corrispondente periodo 2002, nonostante la contrazione del margine di intermediazione del 13,2%, dovuto allo spostamento delle masse gestite verso fondi monetari. Il patrimonio gestito è di 108,8 miliardi di euro con un aumento del 6,2% rispetto al corrispondente periodo 2002.

B. CR FIRENZE - SEMESTRALE 2003: UTILE NETTO SALE DEL 6,2%
Firenze, 15 Settembre 2003 - Il 12 settembre il Consiglio di Amministrazione di Banca Cr Firenze Spa, Presieduto da Aureliano Benedetti, ha approvato la Relazione Semestrale consolidata al 30 Giugno 2003 presentata dal Direttore Generale Lino Moscatelli. In relazione alle variazioni intervenute nell'area di consolidamento del Gruppo nel corso del primo semestre 2003 in seguito all'aumento della quota di partecipazione detenuta in Cassa di Risparmio di Mirandola, che è passata dal 60,9% al 99,9%, è stato predisposto un conto economico al 30 Giugno 2002 su base pro forma al fine di rendere omogenei i confronti delle grandezze economiche; a questo si farà riferimento nel commentare le variazioni. Il Gruppo Banca Cr Firenze ha chiuso i primi sei mesi dell'anno con un utile consolidato di 46,1 milioni Euro, in crescita del 6,2%; La Capogruppo Banca Cr Firenze ha raggiunto un risultato di gestione pari a 140,6 milioni di Euro (+5,8%) ed un utile netto di 68,5 milioni di Euro, in crescita del 15,3%. Il margine d'interesse si è attestato a 303,1 milioni di Euro (+3,4%), mentre il margine di intermediazione ha fatto registrare una crescita del 5,5%, raggiungendo i 504,7 milioni di Euro. A questo risultato si è giunti grazie all'ottimo andamento dei ricavi da servizi che, cresciuti del 14,6%, hanno raggiunto i 185,9 milioni di Euro. Da evidenziare la voce commissioni nette ed altri proventi di gestione netti che registra una crescita dell'5,5%, passando da 158.9 a 167,7 milioni di Euro. Le spese amministrative, in linea con quanto previsto dal budget e dal Piano Industriale 2003-05, crescono moderatamente (+2,1%), attestandosi a 304,7 milioni di Euro; il risultato di gestione raggiunge così i 168,6 milioni di Euro e porta al 12,7 % la crescita rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. L'ammontare complessivo degli accantonamenti e delle rettifiche nette risulta in crescita (+23,3%) a seguito dei criteri prudenziali adottati, in particolare, dalla Capogruppo. La qualità del portafoglio crediti a clientela (12.728 milioni di Euro, in crescita del 4%) resta elevata, con un rapporto sofferenze nette/crediti netti stabile a 1,07%. Il corrispondente indice di copertura sale dal 54,4% al 55,5%. Le attività finanziarie totali hanno superato i 27.000 milioni di Euro con una buona ripresa del risparmio gestito (+4,6%). All'interno di questa voce, è da segnalare l'ottima performance delle gestioni patrimoniali, con un incremento di oltre il 16%, e dei prodotti assicurativi (+8,8% a Euro 1.936 milioni), a testimonianza del ritrovato gradimento della clientela verso prodotti a maggiore valore aggiunto.

FONDIARIA-SAI: PRIMO SEMESTRE 2003: OTTIMO INCREMENTO DEI RISULTATI E DELL’UTILE DI PERIODO, CHE SI ATTESTA AD EURO 148,7 MILIONI
Milano, 15 settembre 2003 – Sotto la presidenza di Jonella Ligresti si è riunito il 10 settembre il Consiglio di Amministrazione della Fondiaria-sai S.p.a. Che ha esaminato ed approvato la relazione semestrale consolidata al 30 giugno 2003. Il semestre chiude con un utile netto consolidato, comprese le quote di terzi, di Euro 148,7 milioni, contro Euro 14,5 milioni del primo semestre pro-forma 2002, grazie al buon andamento dei risultati tecnici dei Rami Danni e dei Rami Vita e ad un rilevante miglioramento della gestione finanziaria. Il conto tecnico consolidato dei Rami Danni presenta un utile di Euro 165,7 milioni. Il confronto con il risultato del corrispondente periodo dell’anno passato (Euro 270,8 milioni pro-forma) non è significativo, tenuto conto dei risparmi all’epoca emersi dal pagamento dei sinistri di esercizi precedenti, evento peraltro non ripetibile. Il conto tecnico Vita chiude con un utile di Euro 60,9 milioni, contro l’utile di Euro 43,6 milioni registrato nel corrispondente periodo del precedente esercizio. I premi raccolti nel lavoro diretto ed indiretto ammontano complessivamente a Euro 4.607,6 milioni (+8,2%). Nell’ambito del lavoro diretto, i Rami Danni raccolgono Euro 3.473,6 milioni (+7,1%), mentre i Rami Vita registrano premi per Euro 1.114,8 milioni, con un incremento del 13,6 %, dovuta essenzialmente alla Po Vita il cui contributo è stato pari a Euro 223,4 milioni (+105,5%) e alla capogruppo Fondiaria-sai S.p.a. Che ha raccolto Euro 405,7 milioni (+9,8%). La capogruppo Fondiaria-sai al 30 giugno 2003 ha complessivamente raccolto premi per Euro 2.455,5 (+ 5,4%), di cui Euro 1.948,5 (+ 4,5%) nei Rami Danni ed Euro 471 milioni (+ 9,6%) nei Rami Vita. Il risultato di periodo è stato pari a Euro 75,8 milioni a fronte di Euro 18,6 milioni del pro-forma al 30 giugno 2002 ed Euro 72,4 milioni al 31 Dicembre 2002. E’ da rilevare come i buoni risultati conseguiti nel primo semestre 2003, non tengano conto delle plusvalenze che verranno peraltro realizzate entro il corrente esercizio con l’operazione di valorizzazione di parte del patrimonio immobiliare. Tali risultati sono in linea con il Piano Industriale del Gruppo Fondiaria – Sai illustrato lo scorso mese di aprile, che già non considerava tale apporto e rispettano inoltre la rigorosa politica di riservazione ivi contenuta ed una gestione del proprio portafoglio azionario particolarmente attenta.

ALITALIA LINEE AEREE ITALIANE S.P.A. RELAZIONE SEMESTRALE AL 30: IL VALORE DELLA PRODUZIONE NEL PRIMO SEMESTRE DEL 2003 È STATO PARI AD EURO 2.193 MILIONI CON UN DECREMENTO DEL 7,8%
Roma 12 settembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Alitalia Linee Aeree Italiane S.p.a. Riunitosi il 12 settembre presso la sede della Società ha approvato la Relazione Semestrale al 30 giugno 2003 della Compagnia e del Gruppo. Il Consiglio ha, inoltre, approvato le Linee Guida del Piano Industriale 2004-2006 della Compagnia. Sintesi dei principali risultati economico-finanziari consolidati dei primi sei mesi del 2003 Il Valore della Produzione nel primo semestre del 2003 è stato pari ad Euro 2.193 milioni con un decremento del 7,8% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno (risultato in linea con la variazione negativa di fatturato di circa l’8% consuntivato nei primi sei mesi del 2003 dai principali vettori europei*). Il risultato operativo del semestre è stato pari ad Euro -266 milioni in calo rispetto al risultato del primo semestre dello scorso anno che era stato pari ad Euro -63 milioni (il totale delle perdite operative accumulato dai principali vettori europei* nei primi sei mesi del 2003 è stato pari a circa 1,4 miliardi di Euro con una differenza in termini assoluti rispetto allo scorso anno di circa 2 miliardi di Euro). Il risultato netto del semestre è stato pari ad Euro -315 milioni in calo di 266 milioni di Euro rispetto ai -49 milioni di Euro dello scorso anno. L’indebitamento finanziario netto è aumentato dal 31 dicembre 2002 di 290 milioni di Euro attestandosi a 1.198 milioni di Euro al 30 giugno 2003 (le disponibilità liquide del Gruppo sono migliorate passando da 789 milioni di Euro a 882 milioni di Euro). Il totale degli investimenti nei primi sei mesi del 2003 è stato pari 260 milioni di Euro. La forza media retribuita del Gruppo per i primi sei mesi è stata pari a 20.887 unità, con una riduzione di 479 unità rispetto all’analogo periodo dell’esercizio precedente. I risultati economico-finanziari del Gruppo Alitalia nel primo semestre del 2003 risentono dell’impatto di un insieme di fattori (guerra in Iraq, Sars e l’inatteso protrarsi della congiuntura economica negativa) che si sono accavallati alla crisi dell’11 settembre e dei cambiamenti strutturali ormai irreversibilmente in atto nel settore del trasporto aereo. Francesco Mengozzi, Amministratore Delegato di Alitalia, ha dichiarato: “il calo dei proventi, principalmente causato da ciò che si può considerare una caduta strutturale nei proventi unitari in tutta l’industria, ha generato una perdita di redditività del Gruppo rispetto allo scorso anno (tale risultato negativo è peraltro allineato con il forte calo di redditività dell’intero comparto in Europa nei primi sei mesi di questo anno). Malgrado il grande impegno dimostrato da tutti i lavoratori del Gruppo, il nuovo scenario di industria che Alitalia sta affrontando necessita di un cambio radicale esclusivamente attuabile attraverso un incremento della competitività della Compagnia, una flessibilizzazione e una riduzione della sua struttura dei costi e l’attuazione di un modello di business ancora più focalizzato, azioni queste di cui è prevista l’implementazione nel nuovo Piano Industriale 2004-2006. Contestualmente al forte focus sulla riduzione dei costi il nuovo Piano Industriale identifica lo sviluppo della Compagnia come una priorità strategica. Tale sviluppo sarà reso possibile solo *Elaborazioni Alitalia sulla base dei dati pubblicati da Air France, Austrian Airlines, British Airways, Lufthansa, Klm, Iberia and Sas. Da una modifica della struttura dei costi che ne garantisca la sostenibilità al fine di poter permanentemente mantenere un ruolo primario sul mercato e all’interno dell’alleanza globale Skyteam”. Sintesi delle Linee Guida del Piano Industriale 2004-2006 Il Piano Industriale, confermando la strategia del precedente Piano Biennale 2002-2003, identifica quattro primarie aree di intervento in cui Alitalia migliorerà la propria performance operativa: Di seguito, una sintesi dei principali cambiamenti attesi dall’implementazione del Piano: Piano di network e mercato - Massima valorizzazione della posizione di Alitalia negli aeroporti milanesi - Network esteso a tutti i principali mercati da/per l’Italia - Ulteriori sviluppi dell’alleanza Piano per una forte riduzione dei costi - Riduzione significativa dei costi unitari - Riduzione dei costi di distribuzione - Incremento della produttività delle risorse Piano sulla qualità del prodotto offerto - Miglioramento della qualità dell’operativo con il raggiungimento del più elevato standard presente nell’industria - Standardizzazione delle configurazioni degli Md80 e B767 Piano di coinvolgimento ed incentivazione del personale - Implementazione di programmi di incentivazione finalizzati al raggiungimento degli obiettivi - Comunicazione dello stato di avanzamento dell’implementazione del Piano e del raggiungimento degli obbiettivi prefissati a tutti i lavoratori di Alitalia Il Piano mira ad un significativo recupero di performance operativa e finanziaria di Alitalia confermando gli obiettivi di redditività operativa a tendere già precedentemente dichiarati dalla società (margine Ebitdar2 target tra il 15% ed il 17%). Azioni organizzative Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre varato variazioni degli aspetti organizzativi in coerenza con le linee guida di Piano che verranno finalizzate nei prossimi giorni. Il Consiglio di Amministrazione, infine, ha convenuto di impugnare il provvedimento reso dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato il 10 luglio scorso con cui l’Autorità 2 Ebitdar è un margine utilizzato per determinare la redditività operativa delle compagnie aeree (Ebitdar: Earning Before Interest Taxes Depreciation Amortization and Rentals) ha censurato l’accordo di code sharing stipulato, nel luglio del 2002, tra la Compagnia e le società del Gruppo Volare. Nel frattempo, i due partner, considerata l’incidenza del citato provvedimento, hanno concordato di risolvere anticipatamente l’accordo di code sharing. Il conto economico consolidato al 30 giugno 2003 evidenzia una della perdita netta di 315 milioni di Euro con un peggioramento rispetto al medesimo periodo del precedente esercizio di 266 milioni di Euro. In generale l’andamento del semestre, come già commentato nella Relazione trimestrale al 31 marzo 2003, conferma un difficile scenario per l’industria del trasporto aereo. Il Valore della Produzione del Gruppo è ammontato a 2.193 milioni di Euro (in flessione del 8% rispetto al 2002). Il Margine Operativo Lordo è risultato negativo per 95 milioni di Euro a milioni con un peggioramento di circa 156 milioni di Euro rispetto all’anno precedente (Mol al 30 giugno 2002 positivo per € 62 milioni). Il Risultato prima dei componenti straordinari e delle imposte è stato negativo per 321 milioni di Euro con un peggioramento di 202 milioni di Euro rispetto al 30 giugno 2002. Le partite straordinarie registrano un saldo positivo di 21 milioni di Euro (al 30 giugno 2002 un saldo positivo di ben 117 milioni di Euro) essenzialmente riferite alle plusvalenze realizzate con la cessione dell’80% della controllate Italiatour e della quota detenuta nella società France Telecom (complessivamente 10 milioni di Euro). Per quanto concerne la struttura patrimoniale, il capitale proprio ha un valore di 1.453 milioni di Euro con una flessione di 315 milioni di Euro che la riflette la perdita del periodo. L’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2003 è risultato pari a 1.198 milioni di Euro contro i 906 milioni al 31 dicembre 2002. In particolare, a fronte di un incremento dell’indebitamento di medio – lungo termine, per circa 393 milioni di Euro da riferirsi alla nuova operazione di rifinanziamento di 6 aeromobili B777 di proprietà per un importo di 467 milioni di Euro, la posizione finanziaria netta a breve è migliorata di 103 milioni di Euro. Gli investimenti sono risultati pari a 260 milioni di Euro (1.101 milioni di Euro nel primo semestre 2002) ed hanno riguardato per circa il 14% le immobilizzazioni immateriali, per circa l’82% le immobilizzazioni materiali e per il rimanente le immobilizzazioni finanziarie. Con riferimento all’evoluzione registrata dalla gestione nell’ambito della prima metà dell’esercizio, la Relazione evidenzia come in un quadro di settore caratterizzato da forti criticità che stanno investendo l’intera industria del trasporto aereo su entrambe le sponde dell’Atlantico, il Gruppo Alitalia sia stato spinto in una situazione per molti versi assimilabile a quella degli altri principali vettori, sebbene non possano essere trascurati quegli elementi che oggettivamente hanno nel tempo consolidato una posizione della Compagnia comparativamente sempre più debole rispetto ai principali concorrenti. In questo quadro gli aspetti salienti dell’andamento della gestione del Gruppo nel primo semestre sono così sintetizzabili: La repentina nuova battuta d’arresto del traffico e la successiva flessione registrata da marzo, hanno imposto una rimodulazione della capacità offerta, operata in coincidenza con l’avvio delle attività belliche in Iraq, in particolare attraverso il taglio di frequenze plurigiornaliere sulle destinazioni domestiche e comunitarie, la riduzione delle attività sul Nord Atlantico e l’Estremo Oriente e la cancellazione temporanea dei collegamenti con il Medio Oriente. All’esito delle operazioni militari, tali misure contingenti sono state gradualmente riassorbite per consolidare complessivamente un aumento della capacità offerta rispetto al primo semestre dello scorso esercizio pari al 3,2%, cui ha fatto riscontro un volume di trasportato (10,6 milioni di passeggeri) in lieve flessione (-1,2%) ed un calo del load factor di 1,3 punti. Questo andamento, che comparato ai dati dei principali vettori europei, rappresentati in precedenza, mostra sostanziali similitudini, ha peraltro presentato importanti differenziazioni sulle tre principali reti. Il settore intercontinentale è risultato quello maggiormente impattato dagli eventi geopolitici e dall’epidemia della Sars che hanno caratterizzato il periodo, registrando andamenti di trasportato in crescita del 3,5% non sufficienti tuttavia ad onorare l’aumento di capacità offerta (+6,5%) che il Gruppo aveva programmato in connessione con l’ingresso in flotta dei nuovi B777. Tale fenomeno si è in massima parte concentrato sui collegamenti con l’Estremo Oriente dove, a seguito della emergenza Sars, ed a fronte di una crescita di capacità di oltre il 25%, si è registrata una pesante caduta del load factor pari ad oltre 9 punti. Più attenuata la perdita subita dal coefficiente di riempimento sulle destinazioni Nord Atlantico (4 punti) per le quali la maggiore offerta (3,5%), dopo una prima parte dell’anno in cui il traffico ha risentito degli effetti del conflitto iracheno, ha beneficiato di una incoraggiante ripresa della domanda a partire da giugno. Il settore internazionale, oltre alle ricadute del deteriorato quadro geopolitico che hanno pesantemente condizionato i risultati sulle destinazioni del Nord Africa e del Medio Oriente, ha inoltre risentito del quadro di sostanziale stagnazione economica che ha investito i paesi europei. A fronte di una crescita di offerto pari al +4,8%, il trasportato ha registrato una flessione del 2,1% con una perdita di 4,5 punti di load factor che ha interessato tutte le aree e che, in particolare per quella europea, che per il Gruppo costituisce la più rilevante nell’ambito del settore, ha continuato a registrare il massiccio investimento in termini di capacità da parte dai vettori low cost ed il conseguente ulteriore inasprimento del livello competitivo. Circa infine il settore nazionale, alle problematiche generali di scenario sono continuate ad affiancarsi ed a sovrapporsi quelle derivanti dalla persistente situazione di overcapacity, determinata dalle consistenti immissioni di capacità operate dai concorrenti domestici, che già a partire dalla fine del primo semestre dello scorso esercizio avevano prodotto sul mercato una accesa competizione tariffaria ed una inusitata pressione sui coefficienti di riempimento. Ciò ha indotto il Gruppo ad una rimodulazione mirata dell’offerta, diminuita nel periodo del 4,5%, che ha consentito, pur in questo contesto altamente destabilizzato, di conseguire un significativo recupero del load factor di 3,6 punti. A fronte di questo riequilibrio si è contrapposta tuttavia una consistente perdita in termini di yield che, sebbene attestatosi sui livelli della seconda metà del 2002, ha registrato nei confronti del primo semestre dello scorso anno una caduta dell’11,2%, a seguito della politica di tipo low fare attuata estensivamente dai competitors. Al pesante decremento dello yield registrato sul comparto domestico, si sono assommate le altrettanto rilevanti flessioni riscontrate sul settore internazionale (-6,0%) ed intercontinentale (-11,3%) che, sebbene in parte determinate dagli andamenti valutari in nesso con il costante apprezzamento dell’euro, rivelano nel complesso quella che ha costituito nel periodo la più critica conseguenza della situazione di eccesso di capacità presente nell’industria del trasporto aereo e ne condizionano, stante il loro carattere ormai pressoché durevole, le prospettive future, richiedendo risposte incisive ed adeguate allo scenario strutturalmente mutato. L’insieme degli andamenti sopra descritti ha comportato per il Gruppo una rilevante perdita di proventi (-8,7%) che, se commisurata all’andamento della capacità offerta (+3,2%), uno dei principali “driver” dei costi, fornisce la misura del deterioramento di tale rapporto che viceversa nel corso del 2002 aveva iniziato a ritrovare il suo equilibrio determinando virtuosi effetti sul versante del profilo reddituale. Successivamente alla chiusura del semestre, in data 1 luglio 2003, è stato conferito ad Alitalia Maintenance Systems, società controllata al 100% dalla Capogruppo Alitalia, il ramo d’azienda costituito dall’Officina Motori; da tale momento, anche con la conclusione di un accordo raggiunto con le organizzazioni sindacali alla luce della procedura prevista dalla legge, è a tutti gli effetti operativa la società del Gruppo che si occupa di revisione e manutenzione dei motori e degli Auxiliary Power Unit (Apu). Tale operazione è finalizzata all’ingresso, con una quota del 40%, di Lufthansa Technik (Lht) ingresso previsto dagli accordi firmati in data 30 giungo 2003 tra Alitalia e la società tedesca. La collaborazione con quest’ultima, si è delineata come la condizione ottimale per consolidare la presenza del Gruppo in questo settore del mercato, sia perché Lht risulta leader nell’attività di manutenzione dei motori, sia perché il suo contributo, in termini di apporto di volumi (35-40%), permetterà in cinque anni una graduale stabile saturazione degli impianti, fatto che consentirà una significativa riduzione dei costi medi di manutenzione dei motori per Alitalia. In data 31 luglio è stato inoltre sottoscritto il contratto per la cessione ad Effe Luxembourg, società di diritto lussemburghese, dell’80% del capitale sociale di Eurofly S.p.a. Per un controvalore pari a euro 10.800.000, fatti salvi gli aggiustamenti di prezzo da calcolarsi in ragione di variazioni patrimoniali. Per la quota rimanente Alitalia avrà la possibilità di esercitare una opzione di vendita per un controvalore pro quota corrispondente a quello di cessione. L'operazione include altresì la concessione all'acquirente di tre opzioni per l'acquisto di un massimo di 13 aeromobili Md82 di proprietà Alitalia. Sia pure improntate su un senso di generalizzata cautela, le prospettive per la restante parte dell’anno ad oggi rese disponibili lasciano intendere che, in assenza di nuovi ulteriori shock negativi, il quadro macroeconomico dovrebbe gradualmente stabilizzarsi su un ritmo di moderata ripresa, ancorché una significativa accelerazione del ciclo economico sia ormai, nell’opinione diffusa, posizionata solo nel 2004. I dati Aea di luglio indicano una ripresa del traffico in particolare sui collegamenti per il Nord Atlantico ed il Medio Oriente, mentre ancora stagnante appare la domanda per i collegamenti intra-europei e viceversa ancora inferiore allo scorso esercizio quella per le destinazioni dell’Estremo Oriente su cui tuttora pesano gli effetti generati dalla Sars. Il mantenimento nell’ultima parte dell’anno del ritmo di ripresa della congiuntura e del traffico come sopra citato, e soprattutto ipotizzando il rientro delle emergenze terrorismo e Sars, appare possibile, ancorché sfidante, considerata la aspettativa di ulteriori pressioni sui livelli dello yield (in particolare per il settore domestico ed europeo), attendersi un ritorno del fatturato e del risultato prima dei componenti straordinari e delle imposte sui valori del secondo semestre dello scorso esercizio. Schemi Di Bilancio Alitalia E Gruppo Relativamente ai prospetti allegati, si evidenzia che non si è ancora conclusa l’attività di revisione da parte della società incaricata e che il Collegio Sindacale non ha, allo stato, formulato osservazioni al riguardo.

GRANDI NAVI VELOCI S.P.A. (GRUPPO GRIMALDI): IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE HA APPROVATO I RISULTATI DEL 1° SEMESTRE 2003. MOLTO POSITIVO L’ANDAMENTO DELLA STAGIONE ESTIVA NEI MESI DI LUGLIO E AGOSTO.
Genova, 15 settembre 2003 - Ricavi caratteristici a 78,6 milioni di Euro (+5,9%), Mol a 7,5 milioni di Euro e risultato ante imposte negativo per 17,7 milioni di Euro data anche la forte stagionalità del business. Si evidenzia che la società usufruirà dell’agevolazione Tremonti-bis che ammonta a Euro 63.000.000 e che avrà l’effetto di azzerare l’Irpeg sugli utili della società a partire dall’anno in corso. Molto positivo l’andamento della stagione estiva (luglio e agosto 2003) con un incremento dei passeggeri del +7% e un +17,5% relativo ai metri lineari di veicoli commerciali. Questi in sintesi i dati salienti relativi all’andamento al 30 giugno 2003 che il Consiglio di Amministrazione di Grandi Navi Veloci - compagnia di navigazione attiva nel trasporto di merci e passeggeri con auto al seguito nel Mediterraneo e quotata al Mercato Telematico della Borsa Italiana S.p.a. - ha approvato oggi a Genova. Tali risultati - sostanzialmente in linea con le attese del management - vanno sempre considerati alla luce della forte stagionalità del business in cui opera la società, il cui utile di esercizio si realizza tipicamente nella stagione estiva e quindi nel secondo semestre dell’anno. Inoltre vi è da aggiungere che sul 1° semestre 2003 hanno influito pesantemente l’incertezza data dal conflitto iracheno al comparto turistico - che ha inoltre provocato un fortissimo aumento nel prezzo del combustibile - e delle nuove normative in tema di sgravi contributivi per le navi adibite al cabotaggio nazionale in vigore dal gennaio 2003 fino al 2005 che ha ridotto dall’80% al 25% il beneficio relativo agli sgravi sui contributi degli equipaggi. Scendendo nel dettaglio, i ricavi della gestione caratteristica del 1° semestre 2003 hanno raggiunto i 78,6 milioni di Euro con un incremento del 5,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il margine operativo lordo mostra un risultato positivo di 7,5 milioni di Euro rispetto ai 9,4 milioni di Euro del 1° semestre 2002. Il risultato operativo, negativo per 8,7 milioni di Euro rispetto ai -4,5 milioni di Euro delle stesso semestre dell’anno precedente, sconta ammortamenti per circa 15,6 milioni di Euro in gran parte attribuiti all’inserimento nella flotta di 2 nuove unità “La Superba” e “La Suprema” considerati per le loro caratteristiche i cruise ferry più grandi del mondo (capacità di 3.000 passeggeri, 1.000 auto al seguito, 2.500 metri lineari di merce, 30 nodi di velocità). Il risultato prima delle imposte si presenta negativo per 17,5 milioni di Euro rispetto ai -13,4 milioni di Euro dello stesso semestre del 2002. La significativa variazione registrata nel risultato del periodo rispetto al risultato del corrispondente periodo 2002 è dovuta, oltre alle motivazioni legate ai nuovi investimenti ed alla stagionalità del ciclo dei ricavi citate in precedenza, proprio al miglior effetto degli sgravi contributi sugli equipaggi - effetto che solo parzialmente è stato attenuato con una attenta politica di gestione del personale marittimo incentrata sulla massimizzazione dell’efficienza e del contenimento dei costi - ed ai maggiori oneri relativi alle nuove unità della flotta (in particolare ammortamenti). L’indebitamento a lungo termine è aumentato in relazione alla consegna della M/n La Suprema. Dal punto di vista commerciale i dati registrano un progresso rispetto allo stesso periodo del 2002 su tutte le tipologie del trasportato ottenuto grazie anche ad un’intensa attività commerciale mirata alla fidelizzazione della clientela. Infatti i passeggeri trasportati nel corso del 1°semestre 2003 hanno raggiunto le 384.000 unità con un incremento dell’1,2% rispetto alle 379.400 del 1° semestre 2002, il numero di auto al seguito è cresciuto a 118.600 unità (+5,4%) rispetto alle 112.500 del 1° semestre 2002, mentre i veicoli commerciali si sono attestati a 982.700 metri lineari (+3,1%) rispetto ai 953.600 del 1° semestre 2002. A conferma della bontà delle politiche commerciali adottate, i dati relativi al trasportato per i mesi di luglio e agosto 2003, vedono un incremento dei passeggeri a 525.400 unità (+7%) contro le 490.900 dello stesso periodo 2002 e un più sensibile incremento delle merci con 301.400 metri lineari rispetto ai 256.600 metri lineari dello stesso periodo 2002. In conseguenza di ciò ed alla luce dell’andamento e delle prenotazioni che risultano in progresso, si prevede che a fine anno i risultati possano essere migliori rispetto all’esercizio precedente.

SIRTI SPA IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE APPROVA LA RELAZIONE SEMESTRALE AL 30 GIUGNO 2003 IN FORTE MIGLIORAMENTO IL RISULTATO NETTO DI SIRTI S.P.A E DEL GRUPPO SIRTI. AUMENTA ANCHE LA DISPONIBILITÀ FINANZIARIA NETTA A LIVELLO CONSOLIDATO
Milano, 15 settembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Sirti S.p.a., riunitosi sotto la presidenza di Gianni M. Chiarva, ha esaminato la relazione sull'andamento della gestione della Società e del Gruppo relativa al primo semestre 2003. A livello consolidato il primo semestre del 2003 si chiude con un utile netto di 6,9 milioni rispetto alla perdita di oltre 12 milioni del corrispondente periodo del 2002, con una variazione positiva di oltre 19 milioni. A tale positivo andamento, ancora più consistente a livello di risultato ante imposte (che passa da -8,5 milioni al 30 giugno 2002 ad un valore positivo di 17 milioni del primo semestre di quest'anno), hanno contribuito il rilevante contenimento dei costi in Italia ed il venir meno degli oneri connessi alle situazioni di crisi che avevano interessato le società estere: gli oneri finanziari di Sirti Argentina legati alla crisi del Paese, la cessione ed il conseguente deconsolidamento della maggior parte delle controllate estere in perdita (Francia, Germania, Portogallo, Regno Unito, Polonia e Bolivia). Il valore della produzione tipica del Gruppo ha registrato una flessione, attestandosi a 305 milioni contro i 353 milioni di euro del primo semestre 2002. Tale flessione è attribuibile per circa 29 milioni alla variazione del perimetro di consolidamento e per la differenza alla diminuzione delle residue attività estere del Gruppo, mentre le due società italiane (Sirti S.p.a. E Sirti Sistemi) si sono mantenute nel complesso su livelli analoghi rispetto al periodo di confronto (275 milioni). La politica di ridefinizione del portafoglio delle partecipazioni estere ha determinato una significativa crescita del margine operativo lordo che passa dai 22 milioni (6,2% del valore della produzione) del primo semestre 2002 agli attuali 26,2 (8,6% del valore della produzione) e del risultato operativo che si attesta a 21,9 milioni in forte miglioramento rispetto i 5 milioni del primo semestre 2002. La disponibilità finanziaria netta del Gruppo Sirti è positiva per 12,9 milioni di Euro in crescita rispetto al 31 dicembre 2002 (9,8 milioni di Euro), nonostante una forte flessione nel ricorso alla cessione di crediti pro soluto (diminuiti da fine 2002 di circa 86 milioni). La capogruppo Sirti S.p.a. Ha chiuso il semestre con un utile netto di circa 5,7 milioni di euro, contro una perdita di 11,4 milioni registrata nel corrispondente periodo dell'esercizio 2002. Per quanto riguarda le attività produttive della capogruppo, nel primo semestre si sono mantenuti i volumi di vendita verso gli operatori tradizionali, si è registrato un perdurare del calo d'attività verso i nuovi operatori e un lieve aumento dei volumi nel settore dei sistemi ferroviari. 1 valore della produzione tipica realizzata da Sirti S.p.a. Ha raggiunto i 244 milioni, in lieve flessione rispetto ai 259 milioni del primo semestre del 2002 (-5,9%), mentre gli ordini acquisiti da Sirti S.p.a hanno raggiunto i 277 milioni di euro, con un significativo incremento rispetto al corrispondente periodo del 2002. Malgrado la lieve flessione della produzione, il risultato operativo si attesta a circa 11,4 milioni in netto miglioramento rispetto ai 5,1 milioni del primo semestre 2002 (+ 123%). Per quanto concerne la situazione finanziaria della Capogruppo, le disponibilità finanziarie nette al 30 giugno 2003 hanno una consistenza di oltre 68 milioni, in linea con quelle al 31 dicembre 2002 nonostante una forte flessione nel ricorso alla cessione di crediti pro soluto (diminuiti di circa 62 milioni da fine 2002).

GRUPPO BEGHELLI: IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE APPROVA I DATI AL 30 GIUGNO 2003. RICAVI NETTI CONSOLIDATI E 60,1 MILIONI DI EURO (+3,6%).
Milano, 15 settembre 2003 - Primo semestre 2003 in utile per 1 milione di Euro, in netta inversione di tendenza rispetto alla perdita di -4,9 milioni al 30 giugno 2002. I ricavi netti consolidati, a quota 60,1 milioni di Euro, segnano un incremento del 3.6% rispetto ai 57,9 milioni dei primo semestre del 2002. Il margine operativo lordo consolidato di 9,4 milioni di Euro è di quattro volte superiore ai 2,3 milioni dei 30 giugno dell'anno scorso e rappresenta il 16,6% dei ricavi netti; il risultato operativo di 4,2 milioni (-4,1 milioni a metà 2002) è pari al 6,9% dei ricavi netti. Sono questi, in sintesi, i dati al 30 giugno 2003 approvati oggi dal Consiglio di Amministrazione del Gruppo Beghelli, che progetta, produce e distribuisce sistemi elettronici per la sicurezza industriale e domestica ed è leader italiano nel settore dell'illuminazione di emergenza e dell'illuminazione a risparmio energetico_ Il primo semestre del 2003 conferma, quindi, sia il ritorno all'utile di gruppo già registrato nei primi tre mesi dell'esercizio, sia il consolidarsi dei trend di crescita della Beghelli cominciato nella seconda metà del 2002. Li risultato è particolarmente significativo se si tiene conto della svalutazione per 964 mila Euro della partecipazione in Ipse 2000 e se inquadrato in un clima internazionale di generale incertezza e in un contesto economico di sostanziale stagnazione. La dinamica positiva delle principali voci del conto economico risulta evidente anchie nel secondo trimestre dell'esercizio in corso, con una crescita dei margine operativo lordo da 1,2 milioni del 2° trimestre 2002 a 4,7 milioni dei corrispondente periodo 2003, mentre il risultato operativo è positivo per 2,2 milioni rispetto alla perdita di -1,6 milioni, il risultato netto passa da una perdita di 1,2 milioni ad un utile di 661 mila Euro. Analizzando i ricavi per settore di attività, crescono in particolare il comparto dell'illuminazione d'emergenza (+8,1% rispetto al 30 giugno 2002), core business della società e dell'illuminazione (-17,4%), confermando l'apprezzamento del mercato per una gamma di prodotti di assoluto livello qualitativo. A livello dì area geografica meritano di essere evidenziate le crescite delle vendite del gruppo all'estero (+7,7%) nonostante la congiuntura economica poco favorevole, in particolare nel mercato tedesco dove opera la società controllata Praezisa (+17,1%) e nel mercato della Repubblica Ceca dove opera la Beghelli Elplast (+17,3%). Da segnalare inoltre che la società Beghelli Canada ha registrato nel 1 ° semestre 2003 un fatturato di Euro/migliaia 4.190, in crescita del 40,1% rispetto al 1 ° semestre 2002_ In netto miglioramento anche la posizione finanziaria netta del gruppo, che passa dai -70 milioni al 31 dicembre 2002 ai -54,6 milioni di Euro al 30 giugno 2003_ Pur mantenendo il proprio core business nell'illuminazione d'emergenza, la Beghelli ha ampliato progressivamente la propria attività nei nuovi settori di business - illuminazione a risparmio energetico ed horne automation - che rappresentano aree nelle quali la società valorizza pienamente il proprio know-how sviluppato sul binomio innovazione tecnologica-sicurezza. "Gli avvenimenti verificatisi recentemente in Italia nel settore energetico (black-out improvvisi, interruzioni programmate nell'erogazione di energia ecc.) e nell'assistenza domiciliare agli anziani (numerose richieste di soccorso a causa delle elevate temperature) - ha affermato il Presidente Gian Pietro Beghelli - hanno confermato l'attualità e la lungimiranza delle scelte da noi effettuate negli anni passati, focalizzate nei settori chiave del risparmio energetico e dei telesoccorso". Le buone prospettive di crescita di questi settori sono inoltre confermate anche dai recenti provvedimenti legislativi comunitari e nazionali: la Comunità Europea, attraverso la recente Direttiva Baílast - che prevede la progressiva sostituzione delle lampade fluorescenti tradizionali con quelle a risparmio energetico - ha riconosciuto l'importanza dei settore illuminazione nell'ambito della riduzione dei consumi energetici.

CDA GRUPPO GIOVANNI CRESPI: RICAVI IN CRESCITA NEL I° SEMESTRE FATTURATO CONSOLIDATO DEL PERIODO IN CRESCITA + 13,4% RISPETTO AL PRIMO SEMESTRE 2002
Legnano, 12 settembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione della Giovanni Crespi S.p.a., a capo di uno dei gruppi leader in Europa nella progettazione, produzione e commercializzazione di materiali sintetici, Tnt e poliuretano espanso si è riunito oggi per esaminare la relazione semestrale dell’esercizio in corso. Nel primo semestre del 2003 il fatturato del Gruppo è stato pari a 117,4 milioni di euro, in aumento del 13,4% rispetto allo stesso periodo del 2002. Tale incremento va letto anche alla luce dell’inserimento nel perimetro di consolidamento del 100% del poliuretano espanso (Orsa Foam S.p.a.) dopo l’acquisizione della maggioranza avvenuta il 11/07/2002. Il Margine Operativo Lordo consolidato è stato pari a 7,2 milioni di euro, contro 8,9 milioni di euro dell’omologo periodo del 2002. Il Reddito Operativo consolidato registra una lieve perdita –0,5 milioni di euro, contro l’1,9 milioni di euro positivo del 2002. Per comprendere appieno l’andamento del semestre è necessario suddividere i due trimestri che lo compongono in quanto l’andamento positivo del secondo dà un forte segnale di inversione di rotta rispetto ad un primo la cui performance non è stata soddisfacente. Nel secondo trimestre infatti non solo emerge un’importante crescita del fatturato rispetto a quello realizzato nel primo attestandosi a 62,3 milioni di euro ottenendo così un +13,2%, ma è soprattutto l’andamento dei margini che mette in risalto ancora di più il cambiamento positivo che si è realizzato; il Margine Operativo Lordo passa da 1,7 milioni di euro a 5,5 milioni di euro, il Reddito Operativo invece inverte il segno passando da – 2 milioni di euro a + 1,6 milioni di euro. La posizione finanziaria negativa ammonta a 131,2 milioni di euro. Va però evidenziato che il cash flow da autofinanziamento (utili + ammortamenti) è anch’esso positivamente migliorato passando da 0,3 milioni di euro del primo trimestre a 4,1 milioni di euro del secondo trimestre. Questi risultati devono essere sempre contestualizzati in un quadro economico mondiale in cui la propensione al consumo continua a persistere nella sua debolezza. Il Pil nel 2003 dei 12 Stati appartenenti all’Unione Europea crescerà solo dello 0,8 % (Dpf 2004-2007) e questo crea un ambiente competitivo sempre più agguerrito che determina tensione con ribasso dei prezzi. A ciò si sono associati, nel semestre, fattori valutari penalizzati come il rafforzamento dell’euro nonchè da eventi eccezionali come la Sars. Ma il nuovo posizionamento individuato dal management lo scorso anno, supportato sempre dalla forte expertice commerciale e dalla capacità di innovazione, hanno consentito al Gruppo, in questo semestre, di raggiungere gli iniziali obiettivi prefissati. Questo grazie ad un effetto congiunto di un processo di corporate restructuring che ha ridisegnato gli assetti produttivi per aumentarne efficienza e flessibilità degli impianti e di un’azione di contenimento dei costi indiretti e di struttura. L’efficacia di tale politica ha consentito a far crescere il fatturato di oltre il 13,2%, tra il secondo e il primo trimestre 2003, mentre i costi operativi sono aumentati solo del 5%. Questi risultati potranno essere ugualmente positivi anche nei prossimi trimestri qualora i consumatori riprendano fiducia e ritornino su livelli di spesa antecedente questo periodo di stasi. Inoltre il Gruppo sta continuando a rimodellare la propria struttura organizzativa puntando sempre di più ad individuare maggiori e migliori sinergie tra i diversi settori dell’articolato modello produttivo di cui è composto il Gruppo. Le crescite non sono però omogenee in tutti i settori del Gruppo, ma evidenziano ancora una volta la forza delle scelte strategiche di fondo rappresentate dalla diversificazione di prodotto e di localizzazione degli stabilimenti produttivi. A conferma di ciò si noti la flessibilità degli impianti che consentono al Gruppo di poter incrementare la produzione senza dover effettuare investimenti importanti come nel caso della divisione del poliuretano: tra questo semestre e quello dello scorso anno si evidenzia un +126,0% in termini di fatturato anche se la crescita a perimetro omogeneo l’incremento è stato del 13,0% oppure altro punto di forza del Gruppo è rappresentato dalla vasta gamma di produzione del settore sintetici che consente di cogliere immediatamente le opportunità di mercato che si creano sostanziato in un + 26,5% tra il secondo e primo trimestre sempre per quello che concerne il fatturato. Fondato nel 1936, il Gruppo Crespi è costituito da 36 società consolidate nelle quali operano 1.700 dipendenti con stabilimenti in Italia e all’estero. Leader europeo nella produzione di materiali sintetici destinati alla produzione di calzature e pelletteria, il Gruppo è inoltre tra i principali produttori italiani di poliuretano espanso flessibile, di tessuto non tessuto e tessuto ad alta tecnologia, materiali destinati principalmente ai mercati dell’arredamento, della componentistica per autovetture, della calzatura, della pelletteria, del medicale, dei prodotti per la cura della casa e di prodotti per il bedding. Il Gruppo è inoltre attivo nella realizzazione di prodotti finiti per autovetture.

SIGLATO STORICO ACCORDO TRA CINA E TEDDY S.P.A.
Milano, 15 settembre 2003 - Il 12 settembre un delegato del Ministero Cinese per la Cooperazione Economica il Sig. Xu Ji Ping e l'Assessore alle Politiche Economiche Sig.ra Shi Ping Ping hanno incontrato l'Amministratore Unico della Teddy S.p.a., Sig. Vittorio Tadei, presso il Gros di Rimini e firmato uno storico accordo, il primo del genere in Italia, che prevede la possibilità da parte della Teddy S.p.a. Di aprire direttamente negozi monomarca Terranova sul territorio cinese. E¹ seguita una visita presso la sede della Teddy S.p.a. Per mostrare agli ospiti l'organizzazione ed il nuovo magazzino completamente automatizzato che la Teddy usa per distribuire il prodotto Terranova nel mondo. Alla riunione hanno partecipato anche 11 rappresentanti delle principali tintorie del paese che sono interessati a sviluppare sinergie commerciali con i grossisti dei centri commerciali Gros Rimini E Center Gross Di Bologna. I presidenti dei due centri all'ingrosso Dott. Semprini e Dott. Biondi si sono accordati di visitare a breve assieme ad altri commercianti la Cina ospiti del delegato cinese Sig. Xu Ji Ping. Dichiarazione del Sig. Xu Ji Ping, delegato del Ministero Cinese "Sarebbe fantastico sviluppare questa collaborazione in quanto la nostra capacità produttiva potrebbe essere molto interessante per i distributori italiani e il prodotto finito italiano sarebbe sicuramente bene accolto da un mercato come il nostro che ha sempre molta voglia di novità e di Made in Italy. Spero che sia il Sig. Vittorio Tadei che i Sig.ri Semprini e Biondi possano essere presto ospiti del nostro paese." Dichiarazione di Vittorio Tadei, Amministratore Unico Teddy S.p.a. "L'apertura di questo paese ci fa ben sperare per il futuro del nostro lavoro, la storica possibilità di aprire direttamente una catena di negozi in Cina rappresenta il riconoscimento più grande al nostro lavoro apprezzato anche da paesi così attenti e protezionisti. Cercheremo di tenere alto il nome del nostro paese. Dichiarazione del Dott. Semprini, Presidente del Gros Rimini "Per noi è un¹opportunità irripetibile in quanto siano certi che le due economie cinese ed italiana si completino e la collaborazione porti vantaggio ad entrambi" Dichiarazione del Dott. Biondi. Presidente del Centergross Bologna "Sono sicuro che molti imprenditori del Center Gross di Bologna mi seguiranno in questo viaggio che si prevede ricco di ottime occasioni commerciali."

CHL: CONCLUSA POSITIVAMENTE LA PROCEDURA DI RIORGANIZZAZIONE DELL'ORGANICO
Firenze, 9 settembre 2003 - Chl comunica che si sono positivamente concluse le trattative con i sindacati relative alla razionalizzazione dell'organico, avviata nello scorso mese di luglio, in linea con gli obiettivi di ottimizzazione della gestione operativa perseguiti dal nuovo management della società. Tale risultato è stato conseguito di comune accordo con i dipendenti ed i rappresentanti sindacali, senza impatti sull'attività aziendale. L'ottimizzazione dell'organico in atto permetterà una forte riduzione dei costi di struttura, pur mantenendo inalterati gli standards qualitativi ed i livelli di efficienza dei servizi che Chl garantisce, grazie all'informatizzazione dei processi aziendali sviluppata negli ultimi anni ed anche in virtù dei vantaggi derivanti dalle sinergie sviluppate con la partecipata Frael S.p.a.. Chl, leader dell'eCommerce in Italia, espone nella sua vetrina virtuale oltre 5.000 prodotti di oltre 100 aziende diverse e aggrega la più vasta comunità tecnologica italiana, costituita da oltre 903.000 utenti registrati, di cui 317.000 hanno già effettuato acquisti all'interno del sito. La divisione eCommerce Services di Chl sfrutta le strutture del leader per offrire un servizio completo alle aziende che desiderano fare eCommerce o ottimizzare la redditività di una rete vendita (www.Twoasp.com) dalla creazione di un listino online, alla logistica, consegna, pagamento e al post vendita, anche permettendo l'uso della propria rete di presenza fisica sul territorio, costituita da 30 punti di consegna e pagamento "Internet-ready" (Popitt) e oltre 300 Centri Mail Boxes Etc.

GERMANWINGS: DAL 15 SETTEMBRE VOLA DA ROMA A STOCCARDA E, DAL 26 OTTOBRE, DA STOCCARDA PER BERLINO E MADRID.
Milano, 15 settembre 2003 - Da oggi sarà attivo il nuovo collegamento Roma-fiumicino per Stoccarda. Roma verrà collegata al capoluogo svevo quattro volte alla settimana (lunedì, mercoledì, venerdì e domenica). Inoltre, a partire dalla stessa data, da Stoccarda partiranno voli Germanwings da e per Barcellona (6 volte a settimana), Budapest, Praga, Vienna (4 volte a settimana), Lisbona, Istanbul e Salonicco (3 volte a settimana). Dal 26 ottobre, con l’inizio dell’orario invernale, alle destinazioni Germanwings da Stoccarda si aggiungeranno Madrid e Berlino. La capitale tedesca verrà servita con due voli giornalieri per l’aeroporto di Berlino-schönefeld, distante mezz’ora dal centro città. Dal 26 ottobre, inoltre, Germanwings aggiungerà Malaga alle sue destinazioni dall’aeroporto di Colonia/bonn. Tutti i voli Germanwings sono prenotabili nel sito internet www.Germanwings.com  telefonando al call center (06 65 684 024) o presso le agenzie di viaggi, a partire da 19€, tasse e spese incluse.

PORTO DI GENOVA: TRAFFICO GENNAIO-LUGLIO 2003 TOTALE GENERALE 32.319.429 TONN. (+4,6%)
Genova, 15 settembre 2003 - Tutte le principali voci merceologiche del porto di Genova nel periodo gennaio-luglio hanno segnato aumenti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, confermando, ancora una volta, il buon andamento dei traffici iniziato da gennaio di quest’anno. Nei primi sette mesi il traffico contenitori è stato di 959.393 teu con un aumento del 6,9%, suddiviso così nei principali terminal: Vte 533.624 (+6,7%), Sech 203.957 (+49,8%), Messina 144.854 teu (-0,6%), terminal Rebora 27.361 teu (+14,2%). Nel mese di luglio i teu movimentati sono stati 151.054 (+2,7%), suddivisi: Vte 76.563, Sech 38.296, Messina 23.493, Rebora 7.546. Da segnalare che il terminal Sech con i 38.296 teu movimentati ha stabilito il suo nuovo record mensile, superando i 33.064 teu movimentati nel maggio di quest’anno. Lo stesso dicasi per il terminal Rebora con 7.546 teu e il terminal Gruppo Grendi con 3.152 teu. La merce varia nei primi sette mesi ha raggiunto e superato le 14 milioni di tonnellate (+4,7%), di cui 8.818.269 tonn. (+5,8%) nella merce containerizzata e 5.323.397 tonn. (+2,9%) nel traffico convenzionale. Di questo particolare traffico sono da segnalare le 139.545 tonn. (+19,7%) del Genoa Metal Terminal e le 111.439 tonn. Di prodotti forestali del Terminal Forest (+19,7%). Le rinfuse solide nel periodo analizzato presentano due dati contrapposti: alle Acciaierie sono state movimentate 4.228.354 ton. (+9,6%), mentre al terminal Rinfuse il traffico si è fermato a 1.237.070 (-11,8%). Gli olii minerali movimentati al porto petroli di Multedo sono stati 11.411.480 tonn. (+4,0%), mentre le rinfuse liquide (olii vegetali, vino, prodotti chimici) sono stati 611.454 tonn. (+13,9%). I passeggeri nei primi sette mesi sono stati complessivamente 1.626.631 unità (+6,2%) di cui 1.309.507 (+3,8%) al terminal traghetti e 317.124 (+17,3%) al terminal crociere. Il traffico ferroviario, carri carichi, arrivati e partiti, è stato di 77.829 vagoni (-8,9%), di cui 47.817 (-7,4%) nel Porto Storico e 30.012 (-11,2%) al terminal di Voltri. Il traffico complessivo nel periodo gennaio-luglio è risultato di 32.319.429 tonn. (+4,6%).
 

LA COMMISSIONE PREVEDE LA CREAZIONE DI UN PARTENARIATO EUROPEO NEL SETTORE DELL'IDROGENO E DELLE PILE A COMBUSTIBILE
Bruxelles, 15 settembre 2003 - Il presidente della Commissione Romano Prodi, la vicepresidente Loyola de Palacio e il commissario per la Ricerca Philippe Busquin, nel quadro di una nuova comunicazione, hanno presentato i piani per l'istituzione di un partenariato europeo nel settore dell'idrogeno e delle pile a combustibile. Tale partenariato raggrupperà le principali parti interessate alla futura economia dell'idrogeno, le quali saranno incaricate di preparare la necessaria agenda strategica di ricerca. Esso avrà inoltre l'obiettivo di rafforzare le iniziative publico-private, individuare il quadro politico adeguato e promuovere la cooperazione internazionale nel settore. Nell'accogliere favorevolmente la comunicazione, la de Palacio ha affermato: "Disponiamo di una visione della futura economia dell'idrogeno: adesso dobbiamo collaborare con gli operatori del settore, sia pubblici sia privati, e con i nostri partner internazionali, in particolare Usa e Giappone, per trasformare questa visione in realtà". Il commissario Busquin ha aggiunto: "Le iniziative politiche dell'Ue e i numerosi progetti che essa finanzia contribuiscono già a far avanzare la ricerca, lo sviluppo e la dimostrazione delle tecnologie dell'idrogeno e delle pile a combustibile. Ma adesso è giunto il momento di mettere una marcia in più per incoraggiare l'adozione di tali tecnologie". Le attività del partenariato europeo per l'idrogeno saranno sottoposte alla supervisione di un comitato consultivo. Il calendario, la struttura e il mandato di questo organismo, unitamente all'invito a manifestare interesse per parteciparvi, saranno finalizzati entro i primi di ottobre 2003.
Infolink: http://europa.Eu.int/comm/research/energy/nn/nn_rt_hy1_en.html

SEMINARIO SUL CONTRIBUTO DELLA RICERCA AGRONOMICA ALLA COMPETITIVITÀ EUROPEA
Bruxelles, 15 settembre 2003 - Scotland Europa e l'Istituto di ricerca sulle colture scozzese organizzeranno, il 28 ottobre a Bruxelles, un seminario sul ruolo svolto dalla scienza delle piante e dalla ricerca agronomica nel contribuire alla competitività e alla sostenibilità in Europa. Fra i principali temi che saranno affrontati durante il convegno figurano i seguenti: Perché la scienza delle piante e la ricerca agronomica ottengono una così scarsa considerazione in Europa e cosa si può fare per porvi rimedio? Quali sono le principali forze motrici future in questo settore di ricerca? Individuare le opportunità che consentono di aumentare il livello dei finanziamenti e la sensibilizzazione pubblica nei confronti della scienza botanica; rafforzare la cooperazione e la commercializzazione in una Ue in espansione; individuare le opportunità per una cooperazione interregionale rafforzata. Tali temi saranno discussi da diversi esperti e da relatori in rappresentanza della Commissione. Per ulteriori informazioni rivolgersi a: sarah.English@scotent.co.uk oppure a: paul.Harris@scotent.co.uk oppure a: ikelly@scri.Sari.ac.uk Per consultare la bozza del programma del seminario, visitare:
http://www.Scotlandeuropa.com/download/ph%20scripublic%20prog.doc

CONFERENZA EUROPEA SULLE APPLICAZIONI DELL'ANALISI DI SUPERFICIE E DI INTERFACCIA
Berlino, 15 settembre 2003 - Dal 5 al 10 ottobre si svolgerà a Berlino (Germania) una conferenza europea sulle applicazioni dell'analisi di superficie e di interfaccia. L'obiettivo principale della conferenza è riunire scienziati dei settori industriale, accademico e governativo, unitamente ai fornitori di apparecchiature di analisi di superficie, per discutere gli sviluppi più recenti della ricerca e del mercato nel settore dell'analisi di superficie e di interfaccia. Il programma scientifico comprende relazioni plenarie e programmatiche e presentazioni orali suddivise in due sessioni parallele su alcuni dei seguenti argomenti: adesione; biomateriali; materiali catalitici; materiali compositi; corrosione; interpretazione e quantificazione di dati; depth profiling (analisi degli strati più interni); studi ambientali; vetro e ceramica. Per ulteriori informazioni consultare il seguente sito web: http://www.Ecasia03.bam.de/index.htm 

A MILANO E IN LOMBARDIA IL CREDITO COSTA MENO MILANO PRIMA IN ITALIA. TRA LE PROVINCE PIÙ CARE IN LOMBARDIA PAVIA
Milano, 12 settembre 2003. Il credito in Lombardia è più a buon mercato di tutta Italia. Tra le prime diciotto province italiane con il tasso d’interesse a breve termine più basso ci sono addirittura tutte le province lombarde e tutte in ascesa rispetto all’anno precedente. Milano è prima con un tasso di interesse al 31 dicembre 2002 del 4,77 (resta prima). Tassi vantaggiosi anche a Brescia (5,37, guadagna cinque posizioni) e Bergamo (5,58, migliora di otto posti). Ma dove ci sono relativamente meno imprese il denaro costa un po’ di più: Mantova, Lecco, Lodi, Como, Sondrio e Varese intorno al 5,7 (e tutte in netto miglioramento di oltre dieci posizioni). Più alto a Pavia (5,84, guadagna 17 posizioni), comunque nella media nazionale (5,84). E gli sportelli bancari per impresa abbondano a Cremona (8,74 sportelli per 1.000 imprese) e Lecco (8,22). Più scarsi nel centro finanziario di Milano (5,49). Queste alcune delle indicazioni che emergono dall’elaborazione della Camera di Commercio di Milano di “Le dinamiche creditizie a livello provinciale”, l’indagine annuale sulle stime dei tassi d’interesse praticati dal sistema creditizio italiano, sulle sofferenze e sugli impieghi bancari, curata dall’Unioncamere e dall’Istituto Guglielmo Tagliacarne, con alcune tendenze nel periodo 2001-2002. E per aiutare le imprese a far fronte a Basilea 2, la Camera di Commercio di Milano anche attraverso l’Osservatorio sul credito ha predisposto interventi indirizzati alla formazione e informazione delle imprese sui meccanismi previsti da Basilea 2, al sostegno ai processi di capitalizzazione delle imprese, al supporto per la produzione delle garanzie alla ricerca di fonti di finanziamento agevolate più appropriate per le diverse fasi della vita dell’impresa, per la riforma dei confidi avviando un tavolo di lavoro istituzionale. “La lettura dei tassi provinciali, anche se positiva in Lombardia nel quadro italiano, porta a una riflessione sul tema delle difficoltà di accesso al credito delle piccole e medie imprese, in vista della definitiva approvazione del nuovo Accordo di Basilea”, ha detto Pier Andrea Chevallard, segretario generale della Camera di Commercio di Milano. "L'accesso al credito per le piccole imprese deve essere un fattore di sviluppo e non una criticità. E su questo la Camera di Commercio sta rafforzando il suo impegno anche attraverso l’Osservatorio sul credito ed iniziative di finanziamento per ridurre il costo del credito per le imprese”.

Graduatoria: numero di sportelli ogni 1.000 imprese

 

 

Sportelli

Pos.

Provincia

x 1.000 imprese

15

Bergamo

7,14

17

Brescia

7,08

18

Como

7,02

3

Cremona

8,74

5

Lecco

8,22

7

Lodi

7,66

11

Mantova

7,35

49

Milano

5,49

28

Pavia

6,51

12

Sondrio

7,3

36

Varese

6,11

 

Italia

5,13

stima dei tassi di interesse per finanziamenti per cassa a breve (32/12/2002)

Pos.

Province

Tassi

Var. Posizione

99

Bergamo

5,58

8

102

Brescia

5,37

5

94

Como

5,71

12

96

Mantova

5,7

17

97

Lecco

5,7

13

95

Lodi

5,71

14

96

Mantova

5,7

17

103

Milano

4,77

0

86

Pavia

5,84

17

91

Sondrio

5,76

16

93

Varese

5,72

10

 

Italia

5,84

 

LA FITA/CNA PROCLAMA IL FERMO NAZIONALE DEL TRASPORTO VEICOLI FERME LE BISARCHE DALLA MEZZANOTTE DI LUNEDÌ 15 SETTEMBRE.
Milano, 15 settembre 2003 - Gli autotrasportatori della Fita/cna hanno confermato il fermo nazionale del trasporto veicoli a mezzo bisarche a partire dal prossimo lunedì 15 settembre 2003. Le ragioni della decisione vanno ricercate nella mancata definizione della vertenza apertasi con il Governo nello scorso mese di maggio, caratterizzata da un fermo protrattosi per oltre 20 giorni e sospeso dalla Fita/cna a fronte della sottoscrizione di un’intesa che, ad oggi, non ha trovato soluzioni nella parte relativa all’adeguamento della tariffe di autotrasporto. La mobilitazione della categoria si riferisce anche alla già denunciata inosservanza dell’accordo di settore siglato 7 anni fa tra committenti a trasportatori, alla base della protesta dello scorso mese di maggio. Più dettagliatamente le richieste della Fita/cna si riferiscono ad un adeguamento delle tariffe, al recupero delle tariffe non pagate, a una sanatoria per l’errata applicazione dell’accordo nazionale oltre all’impegno di modificare alcune parti normative dell’accordo. "Le richieste avanzate in occasione della vertenza avviata nel mese di maggio e che avevano trovato il pieno accoglimento in sede di tavolo governativo - spiega il responsabile Fita/cna del trasporto bisarche della Lombardia, Davide Castelluccia - sono state disattese nel documento che è stato proposto alla firma delle Associazioni di categoria, senza la benché minima possibilità di avviare una concertazione che partisse da un confronto con le imprese".

INCONTRO INTERNAZIONALE “FLOODING AND ENVIRONMENTAL CHALLENGES FOR VENICE AND ITS LAGOON: STATE OF KNOWLEDGE 2003” (“GLI ALLAGAMENTI E LE SFIDE AMBIENTALI PER VENEZIA E LA SUA LAGUNA: LO STATO DELLE CONOSCENZE NEL 2003”)
Venezia, 15 settembre 2003 - L’università di Cambridge (Inghilterra) ospiterà dal 14 al 17 settembre un incontro scientifico internazionale sulle problematiche di Venezia e della Laguna. Oltre 130 tecnici e scienziati discuteranno per quattro giorni riguardo lo stato della conoscenze su Venezia, gli studi in atto e quelli futuri, anche alla luce degli interventi decisi ed in via di attuazione. Il convegno è frutto di un progetto triennale dell’Università di Cambridge - Cies (Centro interdisciplinare di studi ambientali), suggerito e finanziato da Venice in Peril Fund, (comitato privato inglese che ha sostenuto numerosi ed importanti interventi di restauro del patrimonio architettonico-artistico veneziano) e attuato con la collaborazione del Corila (associazione delle università di Venezia e di Padova e del Cnr che coordina la ricerca scientifica, anche internazionale, con oggetto il sistema lagunare di Venezia). L’incontro è internazionale ed interdisciplinare. Vi parteciperanno qualificati scienziati italiani, della Gran Bretagna, olandesi, russi, americani, tedeschi e di altri Paesi; interverranno anche i tecnici delle diverse istituzioni italiane competenti (Magistrato alle Acque e suo concessionario Consorzio Venezia Nuova, Ministero dell’Ambiente- Apat, Regione del Veneto e Arpav, Comune di Venezia). Verranno presentate relazioni anche sullo stato di altri importanti interventi a protezione di città costiere europee (S.pietroburgo, Londra, Cardiff, Eastern Scheldt -Nl). L’incontro costituisce una sintesi delle diverse questioni offerta alla comunità scientifica e si propone di facilitare il dibattito tra esperti, ricercatori e decision-maker nel contesto dei continui sforzi per la Salvaguardia di Venezia. Inoltre ci si augura che le esperienze e le competenze che emergeranno nel corso dell’incontro possano essere di reale aiuto anche per altre zone costiere del mondo con problemi similari. Il convegno contribuirà anche a mettere a fuoco le necessità per gli ulteriori approfondimenti scientifici. Infatti, l’attenzione del mondo scientifico su Venezia è alta non solo per l’ immenso patrimonio culturale che contiene, ma anche per la sfida rappresentata dal delicato equilibrio ambientale che mantiene e per l’esempio che costituisce per tutto il pianeta. Assieme a quello degli allagamenti (“l’acqua alta”), Venezia presenta diverse problematiche. La laguna di Venezia infatti è la più grande del Mediterraneo e rappresenta una “zona umida”, di transizione tra mare e terra, acque salate e dolci, di eccezionale valore e complessità. La cosiddetta “difesa” di Venezia costituisce in realtà la rinnovata risposta ad una sfida che dura da secoli, di costituire e mantenere una città, con le sue caratteristiche fisiche, sociali ed economiche in continua evoluzione, all’interno di un ambiente naturale assai delicato, rispettandone le specificità, ma anche adattandolo al fine di permettere lo sviluppo “sostenibile” delle attività umane. Le sessioni di lavoro riguarderanno i seguenti temi: allagamenti e problematiche di architettura, previsioni metereologiche e di marea, idrodinamica (modelli e dati), processi ecologici e qualità ambientale, processi fisici e morfologia, cambiamenti globali e l’innalzamento dei mari; specifiche sessioni tecniche riguarderanno inoltre le problematiche di ingegneria degli interventi, gli indicatori di qualità ambientale e l’ecologia delle barene.

PARTE LA RIFORMA DELLA SCUOLA VARATO UN PIANO DI INVESTIMENTI DI 8.320 MILIONI DI EURO NEL PERIODO 2004/2008 APPROVATO LO SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO CHE DÀ IL VIA ALLA NUOVA SCUOLA DELL'INFANZIA E AL PRIMO CICLO DELL'ISTRUZIONE
Roma, 12 settembre 2003 - Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, ha approvato oggi il piano pluriennale di investimenti, predisposto dal Miur come previsto dalla legge 53/2003, a sostegno del sistema educativo nazionale. L'investimento complessivo ammonta a 8.320 milioni di Euro, che saranno stanziati nelle finanziarie dal 2004 al 2008. Il Consiglio dei Ministri ha inoltre esaminato ed approvato in prima lettura lo schema del decreto legislativo riguardante la definizione delle norme generali relative alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione. A. Piano Pluriennale Di Investimenti Gli investimenti previsti nel piano pluriennale sono diretti a sostenere il sistema educativo nazionale in tutti i suoi aspetti e nelle singole fasi: riforma degli ordinamenti e degli interventi connessi con la loro attuazione; sviluppo e valorizzazione dell'autonomia scolastica; istituzione del Servizio nazionale di valutazione del sistema di istruzione e formazione; sviluppo delle tecnologie multimediali e della alfabetizzazione delle tecnologie informatiche; sviluppo dell'attività motoria e delle competenze ludico-sportive degli studenti; valorizzazione professionale del personale docente; iniziative di formazione iniziale e continua del personale; rimborso spese per autoaggiornamento del personale docente; valorizzazione professionale del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario; interventi per l'orientamento contro la dispersione scolastica e per assicurare la realizzazione del diritto-dovere di istruzione e formazione; interventi per lo sviluppo dell'istruzione e formazione tecnica superiore e per l'educazione degli adulti; interventi di adeguamento delle strutture di edilizia scolastica. B. Decreto Legislativo La legge 28 marzo 2003, n.53, ha delegato il Governo ad emanare, entro 24 mesi dalla data della sua entrata in vigore, uno o più decreti legislativi per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di istruzione e formazione professionale. Lo schema di decreto legislativo esaminato oggi costituisce la prima attuazione della delega legislativa prevista dalla legge 53/2003. Esso definisce le norme generali per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione e prevede l'avvio della nuova scuola dell'infanzia, della nuova scuola primaria e della nuova scuola secondaria di primo grado. Il provvedimento mette a regime la sperimentazione avvenuta nell'anno scolastico 2002/2003, cui hanno aderito 251 istituzioni scolastiche, e le migliori pratiche realizzate dalle scuole nell'ambito della propria autonomia. Queste le principali novità: l'anticipo graduale delle iscrizioni alla scuola dell'infanzia delle bambine e dei bambini che compiono i tre anni, e alla scuola primaria dei bambini e delle bambine che compiono i sei anni entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento. Nell'anno scolastico 2003/2004 hanno potuto iscriversi i bambini e le bambine che hanno compiuto i tre anni ed i sei anni entro il 28 febbraio. Per la scuola dell'infanzia, l'anticipo ha carattere sperimentale. Per gli anni scolastici successivi potranno essere disposte ulteriori anticipazioni ai nati fino al 30 aprile con decreto del Ministro; l'introduzione di più libertà di scelta per le famiglie e di più autonomia didattica e organizzativa per le scuole, in relazione a piani di studio personalizzati, al fine di realizzare l'obiettivo della legge di favorire la crescita e la valorizzazione degli allievi, nel rispetto dell'identità e delle inclinazioni di ciascuno di essi. A questo fine, l'orario scolastico viene così riorganizzato: per la scuola dell'infanzia da un minimo di 24 a 30 ore settimanali a scelta delle famiglie; per la scuola primaria, 27 ore obbligatorie e 3 ore di attività e insegnamenti opzionali (obbligatori per la scuola e facoltativi per gli allievi), per un totale massimo di 30 ore settimanali; per la scuola secondaria di primo grado, 27 ore obbligatorie e 6 ore di attività e insegnamenti opzionali (obbligatori per la scuola e facoltativi per gli allievi), per un totale massimo di 33 ore settimanali. A questi orari si aggiunge il tempo eventualmente dedicato alla mensa. Vengono inoltre potenziate le attività di laboratorio, al fine di consentire l'effettiva formazione personalizzata e di ampliare l'offerta formativa, nelle singole scuole o in rete; l'affidamento, per l'intera durata del corso sia della scuola primaria, sia della scuola secondaria di primo grado, al docente "tutor", delle funzioni di orientamento per la scelta delle attività opzionali, di coordinamento delle attività educative e didattiche, di cura delle relazioni con le famiglie e di cura della documentazione del percorso formativo compiuto dall'allievo; l'introduzione del portfolio delle competenze, che dovrà documentare il percorso formativo seguito da ogni allievo fin dalla scuola dell'infanzia l'introduzione dell'insegnamento della lingua inglese e dell'alfabetizzazione informatica fin dal primo anno della scuola primaria; l'introduzione della seconda lingua europea e il potenziamento dell'alfabetizzazione informatica a partire dalla prima classe della scuola secondaria di primo grado; la frequenza di almeno tre quarti dell'orario annuale per ciascun studente ai fini della validità dell'anno, a partire dalla scuola secondaria di primo grado; la valutazione, periodica e annuale, a partire dalla scuola secondaria di primo grado, affidata ai docenti, dovrà accertare il raggiungimento di tutti gli obiettivi formativi ai fini del passaggio al periodo didattico annuale o biennale successivo, valutando anche il comportamento degli alunni, e ferma restando la possibilità di non ammettere all'anno successivo dello stesso biennio in caso di accertate gravi carenze; l'abolizione dell'esame di Stato alla fine della 5° classe della scuola primaria, per favorire la continuità didattica.

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