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Notiziario Marketpress di Lunedì 17 Novembre 2008
STRASBURGO: SESSIONE PLENARIA 17 - 20 NOVEMBRE 2008 FRA GLI ARGOMENTI: CRISI FINANZIARIA E PROGRAMMA DELLA COMMISSIONE PER IL 2009 EURO: DIECI ANNI DI SUCCESSI, MA OCCORRE FARE DI PIÙ UNA "CARTA BLU" PER I LAVORATORI EXTRA-UE ALTAMENTE QUALIFICATI IMMUNITÀ DI MASSIMO D´ALEMA  
 
Strasburgo, 17 novembre 2008 - I Punti Forti Della Sessione Lunedì 17 novembre - Euro: dieci anni di successi, ma occorre fare di più - Una relazione all´esame dell´Aula evidenzia i benefici tratti da 10 anni di moneta unica e chiede di continuare a comunicarli ai cittadini. Ma propone una road map per sfruttarne tutte le potenzialità inutilizzate: rigoroso rispetto del Patto di stabilità, riducendo anche il debito, migliore spesa pubblica e politica fiscale coordinata. Favorevole a una Bce indipendente, chiede l´integrazione e la vigilanza dei mercati finanziari, l´emissione di titoli europei e una migliore rappresentanza esterna dell´euro (relazione Berès, Langen). Fare di più per colmare il divario salariale tra donne e uomini - Una relazione all´esame dell´Aula chiede alla Commissione di presentare entro la fine del 2009 delle proposte legislative per garantire una migliore attuazione delle norme Ue in materia di parità retributiva tra donne e uomini. Raccomanda quindi di valutare la situazione e i sistemi di classificazione delle professioni, ampliare il mandato degli organismi di parità, adottare misure per prevenire le discriminazioni e rafforzare la dimensione di genere, nonché di inasprire le sanzioni (relazione Bauer). Martedì 18 novembre - Stato di salute della Pac: una riforma più graduale - L´aula esaminerà una serie di relazioni sull´adeguamento della Pac che suggeriscono molti emendamenti volti soprattutto ad attenuare l´impatto delle misure proposte e a renderle più graduali. Intendono mantenere sugli attuali livelli l´aiuto specifico per il riso e conservare il tabacco tra i settori sostenuti. Propongono una modulazione più moderata, un aumento dei fondi a favore di pratiche sostenibili e il mantenimento dell´intervento per frumento duro e riso, e l´aumento delle quote latte (relazioni Capoulos Santos). Più frutta fresca nelle scuole, meno bambini obesi - Il Parlamento è consultato sulla proposta di istituire un programma di distribuzione di frutta nelle scuole. I deputati precisano che i prodotti in questione devono essere freschi, di stagione, sani, possibilmente biologici e, se disponibili, locali e tradizionali. Chiedono anche di privilegiare i bambini delle scuole materne e elementari, nonché di aumentare sensibilmente la dotazione finanziaria per garantire a ogni alunno un frutto al giorno. Il programma sosterrà anche azioni d´informazione (relazione Busk). Tessile: 35 milioni di euro per i lavoratori licenziati in Italia - Una relazione all´esame dell´Aula approva il via libera alla mobilitazione di 35 milioni di euro per coprire parte dei costi relativi alle misure di sostegno dei lavoratori del settore tessile licenziati in Lombardia, Piemonte, Toscana e Sardegna a causa della concorrenza mondiale inaspritasi con la scadenza dell´Accordo multifibre. Tra le misure finanziabili figura l’assistenza nella ricerca di un impiego, l’orientamento professionale, la formazione e la riqualificazione su misura (relazione Böge). Crisi finanziaria e programma della Commissione per il 2009 - Consiglio e Commissione riferiranno all´Aula dell´esito del G20 di Washington dedicato alla crisi finanziaria mondiale. La Commissione presenterà inoltre il suo programma di lavoro per il 2009 che comprende anche delle misure per reagire alla crisi dei mercati finanziari. Il programma include inoltre azioni per rispondere ai problemi che preoccupano i cittadini europei, quali il mutamento climatico, l’immigrazione e lo sviluppo. Il Parlamento adotterà una risoluzione. Immunità di Massimo D´alema - Una relazione all´esame dell´Aula propone di non autorizzare l´utilizzazione delle intercettazioni telefoniche e di non revocare l´immunità dell´ex eurodeputato Massimo D´alema nell´ambito di un procedimento dinanzi al Tribunale di Milano relativo alla scalata della Banca Nazionale del Lavoro. I deputati, infatti, convengono con il Gip che le altre fonti di prova sono sufficienti a suffragare l´accusa nei confronti degli indagati e, pertanto, la richiesta della Procura «è senza oggetto» (relazione Lehne). Mercoledì 19 novembre Situazione in Congo e risposta dell´Ue - Le dichiarazioni di Consiglio e Commissione apriranno un dibattito in Aula sulla risposta dell´Ue al deterioramento della Situazione in Congo a seguito del ritorno alle armi dei ribelli guidati dal Laurent Nkunda. Oltre alla situazione politica, la comunità internazionale è fortemente preoccupata per la situazione umanitaria e sanitaria, visto che centinaia di migliaia di cittadini hanno lasciato le loro case per cercare di sottrarsi ai combattimenti. Una "carta blu" per i lavoratori extra-Ue altamente qualificati - Nell´ambito dello sviluppo di una politica Ue sull´immigrazione, il Parlamento è consultato su due proposte legislative sul rilascio della "carta blu", un permesso di soggiorno per lavoratori altamente qualificati, e sui relativi diritti sociali. I deputati insistono sulla necessità di garantire ai migranti un salario pari a quello percepito dai cittadini Ue per lo stesso lavoro. Chiedono anche di evitare la fuga di cervelli dai paesi terzi in settori quali la sanità e l´istruzione (relazioni Klamt e Gaubert). Innalzare l´età pensionabile e ridurre le imposte sul lavoro - A fronte dell´invecchiamento della popolazione, una relazione all´esame dell´Aula chiede di ammodernare i sistemi di protezione sociale e i regimi pensionistici per garantirne la sostenibilità nonché di mettere a punto un mercato Ue in questo campo. Occorre inoltre innalzare l´età pensionabile, ricorrere maggiormente a schemi pensionistici complementari e professionali, limitare le imposte sul lavoro e garantire finanze pubbliche sane. Vanno poi riformati i sistemi di assistenza sanitaria (relazione Stauner). La lotta all´Aids non è terminata - Ventisette milioni di morti dall´inizio dell´epidemia, 2 milioni di decessi solo nel 2007, 33 milioni di persone che vivono affette dall´Hiv, soprattutto nell´Africa sub-sahariana. Il fenomeno sembra stabilizzarsi, ma le cifre restano impressionanti. Le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione apriranno un dibattito in Aula sulla diagnosi e sul trattamento precoci dell´Aids. Il Parlamento adotterà una risoluzione. Il primo dicembre sarà celebrata la ventesima giornata mondiale sull´Aids. Giovedì 20 novembre - Olaf: maggiore rispetto dei diritti fondamentali - Il Parlamento si pronuncerà su una proposta legislativa volta a migliorare il funzionamento dell´Ufficio antifrode dell´Ue. I deputati chiedono in particolare di garantire i diritti procedurali e fondamentali delle persone coinvolte, dotando l´Olaf di un codice di procedura delle indagini, creando la funzione di controllo di legittimità e prevedendo sanzioni disciplinari per chi divulga informazioni non autorizzate. Ma chiedono anche di garantire a protezione delle fonti giornalistiche (relazione Grassle). Raccolta dei dati personali dei passeggeri aerei nell´Ue - A seguito del dibattito in Aula tenutosi la scorsa sessione, il Parlamento adotterà una risoluzione sulla raccolta dei dati personali dei passeggeri aerei nell´Ue. .  
   
   
VIA LIBERA ALLE MISURE DELL´ITALIA CONTRO GLI EFFETTI DELLA CRISI FINANZIARIA AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE EUROPEA AUTORIZZA IL REGIME ITALIANO DI RIFINANZIAMENTO DEGLI ISTITUTI DI CREDITO  
 
 Milano, 17 novembre 2008 - La Commissione europea ha autorizzato, ai sensi delle norme sugli aiuti di Stato previste dal trattato Ce, il regime di garanzia delle passività e le operazioni temporanee di scambio per gli istituti di credito, volto a stabilizzare i mercati finanziari. La Commissione ha concluso che il regime è un mezzo adeguato, necessario e proporzionato per rimediare ad un grave turbamento dell’economia italiana– in linea con i criteri precisati nella comunicazione della Commissione sulle misure adottate per le istituzioni finanziarie nel contesto della crisi finanziaria – ed è pertanto compatibile con l’articolo 87, paragrafo 3, lettera b) del trattato Ce. In particolare, il regime prevede un accesso non discriminatorio, è limitato nel tempo e nel campo di applicazione ed introduce misure di salvaguardia adeguate per limitare le distorsioni della concorrenza. Le misure di ricapitalizzazione notificate dall’Italia saranno valutate in una decisione a parte. Neelie Kroes, commissaria responsabile per la concorrenza, ha dichiarato: “Il regime italiano di garanzie e scambio è un efficace strumento per aumentare la fiducia del mercato. Gli impegni che abbiamo ottenuto dalle autorità italiane garantiscono che le distorsioni di concorrenza saranno ridotte al minimo. ” Il 13 ottobre 2008 le autorità italiane hanno adottato un decreto che stabilisce varie misure per stabilizzare i mercati finanziari[1]. Previ contatti con la Commissione, il regime è stato notificato il 17 ottobre 2008. Le misure prevedono: una garanzia statale sulle nuove passività emesse dalle banche con scadenze superiori a 3 mesi e fino a 5 anni; operazioni temporanee di scambio semestrali tra titoli di Stato e passività delle banche italiane, il cui tasso d’interesse e scadenza coincidono perfettamente, in modo da garantire un flusso di cassa identico ed una fissazione dei prezzi diretta; una garanzia statale per le banche a favore di terzi (ad esempio le imprese di assicurazione) per l’ottenimento di prestiti di titoli di qualità elevata a loro volta utilizzati dalle banche per ottenere rifinanziamenti nell’Eurosistema. Tutte e tre le misure sono a disposizione soltanto delle banche solvibili. La loro remunerazione si basa sulle raccomandazioni della Banca centrale europea (Bce); il regime prevede inoltre maggiorazioni specifiche per le garanzie sulle passività superiori a 2 anni e per gli scambi tra passività e buoni del Tesoro. La Banca d’Italia ha inoltre introdotto una nuova operazione di swap mensile per permettere uno scambio temporaneo di titoli di Stato detenuti dalla banca centrale con strumenti finanziari detenuti dalle banche e valutati con un rating pari almeno a Bbb; tale strumento è limitato a 40 miliardi di euro. La Commissione ha concluso che il regime italiano di rifinanziamento è uno strumento adeguato per ripristinare la fiducia sui mercati finanziari, in linea con le regole Ue sugli aiuti di Stato. Esso prevede, in particolare: un accesso non discriminatorio per le banche autorizzate ad operare in Italia, comprese le controllate di gruppi esteri; un meccanismo di fissazione dei prezzi orientato al mercato; adeguate misure di salvaguardia contro gli abusi, ivi comprese restrizioni della pubblicità e della crescita del bilancio delle banche beneficiarie. Le autorità italiane si sono impegnate a far sì che l’importo complessivo delle garanzie emesse con scadenza superiore a tre anni non superi il 25% dell’intero importo coperto. L’italia verificherà inoltre che l’importo complessivo che una banca può ricevere non superi determinate soglie predefinite. In ogni caso, l’Italia si è impegnata ad una rinotifica qualora, alla luce dell’andamento dei mercati finanziari, dovesse sorgere la necessità di estendere le misure oltre sei mesi dall’entrata in vigore del regime. Anche lo strumento di scambio mensile introdotto dalla Banca d’Italia è compatibile con le regole sugli aiuti di Stato. La versione non riservata della decisione sarà consultabile come caso numero N 520a/2008 nelregistro degli aiuti di Stato sul sito della Dg Concorrenza una volta risolte eventuali questioni di riservatezza. Le ultime pubblicazioni in materia di aiuti di Stato riportate su Internet e nella Gazzetta Ufficiale figurano nel bollettino elettronico di informazione settimanale in materia di aiuti di Stato (State Aid Weekly e-News). (1)Nb: oltre al regime, l’Italia ha notificato ulteriori misure, in particolare relative alla ricapitalizzazione delle banche, per le quali sono in preparazione le disposizioni di applicazione. Tali misure saranno oggetto di una decisione a parte. .  
   
   
48 ORE A SETTIMANA: IL PARLAMENTO EUROPEO SI DIVIDE  
 
Bruxelles, 17 novembre 2008 - Sì o no alle 48 ore di lavoro a settimana? Il voto in seconda lettura della direttiva sulla riorganizzazione del tempo di lavoro ha scatenato non poche polemiche all´interno del Parlamento Europeo. La maggior parte dei deputati della commissione parlamentare occupazione ed affari sociali (Empl) ritiene che la durata massima del tempo di lavoro nell´Unione europea dovrebbe limitarsi alle 48 ore settimanali e che ogni tipo di eccezione a questa regola dovrebbe essere vietato. Non é esattamente dello stesso avviso il Consiglio, il quale sostiene che la settimana lavorativa in Europa deve essere limitata alle 48 ore, ma che gli Stati Membri devono conservare il diritto, sotto certe condizioni, di non rispettare questo limite legale (clausola dell´opt-out). La clausola dell´opt-out consentirebbe, a quei lavoratori che lo desiderano, di lavorare di più e di conseguenza di guadagnare di più. "In tempi economicamente difficili come il nostro, fa notare la deputata Lynne (Alde), non si dovrebbe togliere la possibilità a quelle persone che lavorano duro, e che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, di aumentare il loro reddito". I pro e i contro di una direttiva contestata - La Commissione parlamentare Empl, adottando, il 5 novembre scorso, il rapporto di codecisione presentato dall´eurodeputato Alejandro Cercas (Pse), ha voluto sottolineare il suo disaccordo con il Consiglio sulla clausola di non partecipazione (opt-out). Il relatore, Alejandro Cercas , si é opposto con forza a questa clausola: "l´opt-out puó portare ad un dumping sociale nell´intera Unione Europea. I Paesi che dispongono di leggi ingiuste faranno concorrenza ai paesi dotati invece di leggi sociali più giuste ed avanzate". E continua affermando che la competitività dell´Europa non si basa sulle ore di lavoro piuttosto sulla capacità di innovazione, sulla capacità di aumentare la produttività e il valore aggiunto dei lavoratori. Il pericolo di questa clausola é quello di mettere in crisi il già difficile e delicato equilibrio tra lavoro e famiglia. Il rapporto dell´eurodeputato Cercas ha ottenuto 35 voti favorevoli, 13 contro e 2 astensioni. Della fazione del "contro", l´eurodeputata inglese Elisabeth Lynne (Alde), per la quale il mantenimento della clausola dell´out-put é essenziale: "Gli Stati Membri che non utilizzano la clausola di non partecipazione sono quelli che registrano il piú alto tasso di lavoro non dichiarato". Tutti, secondo Lynne, dovremmo avere la possibilità di gestire il nostro tempo di lavoro, purché di tratti di una scelta fatta liberamente e volontariamente. Il voto della direttiva é stato anticipato al 5 novembre per permettere, al Parlamento e al Consiglio, di trovare in via del tutto informale un compromesso prima del voto in sessione plenaria, previsto per il prossimo dicembre a Strasburgo. Affinché gli emendamenti della commissione parlamentare Empl siano definitivamente adottati, é necessario ottenere in plenaria la maggioranza assoluta dei voti. .  
   
   
OFFERTA: POLITICA DI MONITORAGGIO E ATTIVITÀ DI RICERCA SU "SCIENZA E SOCIETÀ" IN EUROPA  
 
 Bruxelles, 17 novembre 2008 - La direzione generale della Ricerca della Commissione europea ha pubblicato un bando di gara d´appalto per offerte sulla politica di monitoraggio e attività di ricerca su "Scienza e società" in Europa. L´appalto di servizi Masis ("Monitoring research and policy activities of science in society") istituirà, in cooperazione con gli Stati membri Ue e i paesi associati, un sistema per mappare e seguire gli sviluppi delle attività più importanti di "Scienza e società" a livello nazionale ed europeo con il fine di: informare i responsabili politici pertinenti e tutti gli altri soggetti interessati; accrescere la visibilità di tali attività nelle varie parti dell´Europa; aumentare il loro impatto nella politica e società europea. Masis si baserà sulle risorse regionali, nazionali ed europee esistenti dove esistenti, fornendogli visibilità e rafforzando la loro dimensione europea. Dove tali risorse non esistono, Masis varerà delle misure di raccolta di informazioni con l´aiuto di una rete di corrispondenti nazionali. L´appalto includerà un insieme di relazioni nazionali, una relazione di sintesi sulle attività di "Scienza e società" all´interno dello Spazio europeo della ricerca e la manutenzione di un sistema online da collegare al portale Ue "Scienza e società". Per ulteriori informazioni, contattare: Commissione europea, Direzione generale della Ricerca, att. Ne: Jean-michel Baer, direttore, direzione L - Scienza, economia e società, Unità L. 1, Ufficio Sdme 7/54, B-1049 Bruxelles, Fax +32 2 296 60 20. .  
   
   
EUROPA: DE ANNA ELETTO NELL´UFFICIO POLITICO DELL´ARE (ASSEMBLEA DELLE REGIONI D´EUROPA).  
 
Trieste, 17 novembre 2008 - L´assessore regionale Elio De Anna è entrato a far parte, unico italiano, dell´Ufficio politico dell´Are (Assemblea delle Regioni d´Europa). De Anna resterà in carica due anni e avrà il compito di rappresentare le Regioni italiane in seno all´Are, organizzazione indipendente di cui fanno parte oltre 270 Regioni di 33 Paesi dell´area del Consiglio d´Europa, quindi anche al di fuori dell´Unione europea. L´esponente del Friuli Venezia Giulia è stato eletto in occasione dell´Assemblea generale dell´Are, a Tampere (Finlandia), che ha nominato Michele Sabban, presidente della Regione francese dell´Ile de France, alla presidenza dell´organizzazione. Michelle Sabban ha superato nel ballottaggio Johanna Mikl-leitner, della Bassa Austria, per 94 voti contro 71. Il 14 novembre la prima riunione di insediamento dell´Ufficio politico. La delegazione del Friuli Venezia Giulia a Tampere è costituita, oltre che dall´assessore De Anna, dal vicedirettore delle Relazioni internazionali Pino Napoli e da Giorgio Perini, responsabile dell´Ufficio di Bruxelles della Regione. L´assemblea generale dell´Are è stata convocata in Finlandia per eleggere i nuovi vertici dell´organismo internazionale, a seguito delle dimissioni di Riccardo Illy, che ne è stato presidente dal novembre 2004 fino alla scorsa primavera. "L´essere rimasti all´interno dell´Ufficio politico - ha detto l´assessore regionale Elio De Anna subito dopo la sua nomina - rappresenta per il Friuli Venezia Giulia un grande risultato. Non dimentichiamo che ora si getteranno le basi per i nuovi processi che governeranno i nostri territori dal 2014 al 2020, tra i quali quello dell´immigrazione e dell´economia". "Gli organismi come l´Are, che tengono conto delle necessità e delle specifiche esigenze delle singole realtà regionali - ha aggiunto De Anna - sono quelli in cui si possono esaminare i temi più sentiti dalle popolazioni. Le strutture che partono dal basso, come l´Assemblea delle Regioni, sono quindi fondamentali per entrare nello specifico di quelle materie che i consessi nazionali non sempre riescono invece a vedere". .  
   
   
SLOVENIA, 40 MLN PER COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA  
 
Lubiana, 17 novembre 2008 - L´ufficio del Governo Sloveno per l´Amministrazione Locale e le Politiche Regionali ha organizzato una presentazione a Nova Gorica, con l´obiettivo di incoraggiare partner sloveni e italiani a richiedere i 40 milioni disponibili nel primo bando per progetti strategici transfrontalieri. Lo rende noto il sito internet del governo stesso. L´ue ha messo in serbo circa 137 milioni di euro in fondi per la cooperazione transfrontaliera tra la Slovenia e l´Italia per il periodo 2007-2013. Circa il 30 per cento della somma sarà distribuito nel primo bando, che è aperto fino al 1 dicembre prossimo. Le richieste possono essere fatte per progetti che sono valutati in più di 1 milione di euro e possono durare due o tre anni. I progetti devono riguardare l´area di frontiera e devono anche dare un importante contributo alla strategia dell´Unione Europea. Alcuni dei temi di interesse sono i trasporti, le lingue, i porti, i prodotti biologici, il turismo e gli sforzi per aumentare la competitività aziendale. Per l´approvazione del progetto è sufficiente un contratto con un organo di gestione e un unico bilancio. .  
   
   
CROAZIA, COMMISSIONE UE PROSPETTA ENTRATA NEL 2011  
 
Bruxelles, 17 novembre 2008 - Il Progress Report della Commissione Europea prospetta una chiara opportunità per la Croazia di concludere i trattati di adesione entro la fine del 2009 ed entrare nell´Unione Europea entro il 2011, afferma Setimes. Com. La Croazia ha ricevuto pareri positivi sul processo di adesione all´Unione Europea. Naturalmente la Croazia dovrà rispettare tutte le condizioni necessarie, ha ribadito il rapporto presentato dal Commissario per l´Allargamento, Olli Rehn. Il primo ministro, Ivo Sanader, ha affermato che è estremamente incoraggiante il fatto che la Commissione Europea abbia specificato un termine per la fine dei negoziati di adesione. La sfida per la Croazia,adesso, è realizzare le riforme progettate. I problemi comprendono uno scarso livello di amministrazione e la corruzione diffusa, nonché gli arsenali croati, che sono cronicamente in perdita e godono di abbondanti sussidi statali. .  
   
   
TOSCANA PROTAGONISTA AGLI EUROPEAN DEVELOPMENT DAYS 8 PROGETTI DI GEMELLAGGIO CON AFRICA E PALESTINA IN RISPOSTA ALL´APPELLO DEL COMMISSARIO UE E UN PROGETTO CON CAPOFILA LA REGIONE SCELTO FRA 50 COME ESEMPIO DI BUONE PRATICHE  
 
Firenze, 17 novembre 2008 - Sono 8 progetti di “gemellaggio” e sono destinati a stringere e valorizzare ulteriormente i legami di cooperazione fra la Toscana e l´Africa. I progetti riguardano: 1) Santa Croce Sull´arno che si “gemella” con Dissin, Gorom-gorom, Nanorò, Zniarè e Boulsa in Burkina Faso; 2) Castiglion Fiorentino con il distretto di Koinadugu (Sierra Leone); 3) San Giuliano Terme con il comune di Buosteila (Mauritania); 4) Chianciano terme, Trequanda e Chiusi con i comuni di Luanshya, Masaiti e Mpngwe (Zambia); 5) Tavarnelle Val di Pesa con i comuni di Bodo e Ebeboto (Ciad) e Gagny (Francia); 6) Uzzano con il distretto Vii di Yaoundè (Camerun); 7) Siena con il comune rurale di Sana (Mali); 8) Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montepulciano, Sinalunga e Torrita di Siena, con i comuni di Benthelem, Beit, Leed, e il campo di rifugiati Azz Camp in Palestina. Sono tutti progetti accolti dall´Unione Europea e le relative “convenzioni” saranno firmate a Strasburgo in occasione degli European Development days promossi dalla Commissione Ue e dal Comitato delle Regioni dal 15 al 17 novembre. L´incontro quest´anno è dedicato in particolare al tema “Autorità locali per lo sviluppo” e la Toscana ne risulta una delle regioni protagoniste. Nella stessa occasione infatti la Regione Toscana è presente anche con un altro progetto, di cui è capofila, che è stato selezionato come una delle migliori pratiche a livello europeo per partecipare agli European Development days 2008. Il progetto è stato prescelto fra altri 50 a livello internazionale ed è finanziato dall´Unione Europea nell´ambito del programma Urbal Ii, per un totale di circa 1,2 milioni di euro. Gli altri partner sono stati, in Sudamerica, i comuni di Vina del Mar (Cile), Le on (Nicaragua), Capilla del Monte (Argentina) e Avana Centro (Cuba), mentre in Toscana i comuni di Follonica, Livorno, Pontedera, Roccastrada e Siena, il circondario Empolese Valdelsa e la provincia di Siena. Il progetto ha permesso di lavorare a piani di riqualificazione urbana delle 4 città sudamericane, che hanno caratteristiche diversissime l´una dall´altra, risanando le situazioni di degrado e contribuendo al miglioramento della qualità della vita e delle condizioni socioeconomiche delle popolazioni. L´assessore alla cooperazione internazionale Massimo Toschi è stato invitato a presentare il progetto a Strasburgo il 17 novembre nell´ambito di un seminario “Cooperazione decentrata e gemellaggio per lo sviluppo: esperienze e sfide” al quale parteciperanno anche rappresentanti dei partner sudamericani. La delegazione toscana che si recherà a Bruxelles per gli European Development Days sarà composta dall´assessore Toschi e dalla Consigliera Questore Bruna Giovannini, dai sindaci dei Comuni Toscani che daranno vita ai gemellaggi e dai rappresentanti di Anci Toscana ed Euroafrica Partnership, l´organismo sostenuto dalla Nazioni Unite che ha sede in Toscana. I progetti e la missione che la delegazione della Toscana svolgerà agli Europea Dvelopment days sono stati presentati stamani durante una conferenza stampa tenuta nella sede del Consiglio Regionale, con la Consigliera Bruna Giovannini e l´assessore Massimo Toschi. «Il sistema della cooperazione toscana – sottolinea l´assessore regionale Massimo Toschi – è già particolarmente attivo nel Mediterraneo, in Africa e nel Medio Oriente, che sono le aree prioritarie della cooperazione internazionale della Toscana, dove da tempo sono stati attivati progetti di cooperazione in un´ottica sia di sviluppo che di riconciliazione e di pace, che vanno dal diritto alla sa lute, all´acqua, all´ambiente e allo smaltimento dei rifiuti, ad attività di supporto ai processi democratici e di governance, alle iniziative volte a supportare lo sviluppo economico, le risorse del territorio, l´agricoltura, il turismo, ma anche quelle culturali e volte a combattere disagio e degrado. In questo contesto, che era già il nostro – continua Toschi – siamo stati tutti entusiasti di rispondere all´appello del commissario Ue Luis Michel che ha indicato proprio il “partenariato per la cooperazione” e il “gemellaggio” come strumenti innovativi e insostituibili ed ha proposto una grande iniziativa di solidarietà internazionale, invitando i Comuni europei a gemellarsi con un comune del Sud del mondo e a presentare progetti di cooperazione congiunti. Il fatto che la Toscana abbia risposto con ben 8 progetti, tutti accolti dalla Commissione, mi sembra un bellissimo riconoscimento di quanto il ruolo internazionale del “sistema Toscana”sia cresciuto e abbia saputo farsi apprezzare in questi anni. Un ruolo che, dall´impegno in prima persona del presidente Martini nell´ambito della Crpm (la conferenza delle regioni periferiche e marittime) e del Fogar (il Forum mondiale delle associazioni di regioni), a tutto il lavoro che svolgiamo nella cooperazione, ci viene riconosciuto dall´Unione Europea che ci dà atto della qualità e della continuità della nostra azione. » .  
   
   
FESR, VDA: PRESENTAZIONE DEI BANDI PER LA REALIZZAZIONE DI PROGETTI DI INNOVAZIONE  
 
 Aosta, 17 novembre 2008 - Confindustria Valle d’Aosta, in collaborazione con l’Assessorato alle Attività Produttive, ha organizzato un incontro di presentazione dei bandi per l’innovazione attivati dalla Regione, nell’ambito del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale Fesr, che hanno l’obiettivo di favorire la realizzazione di progetti di innovazione. Alla riunione, che si terrà il 20 novembre alle ore 10. 30 presso gli uffici di Confindustria Valle d’Aosta, interverrà l’Ing. Fabrizio Clermont, Direttore della Direzione assistenza alle imprese, ricerca, qualità e formazione professionale dell’Assessorato alle Attività Produttive, che illustrerà i bandi e potrà fornire ai presenti tutte le informazioni richieste per presentare le domande di finanziamento. L’incontro è aperto a tutte le aziende interessate, previa conferma di partecipazione. Per maggiori informazioni sull’iscrizione rivolgersi ai seguenti recapiti: telefono: 0165/237. 413 mail: corsi@confindustria. Aosta. It .  
   
   
WORKSHOP INTERCULTURALE DI GESTIONE SULLO SVILUPPO DI PERSONALE CON POTENZIALE ELEVATO  
 
Bruxelles, 17 novembre 2008 - Il 5 dicembre si terrà a Bruxelles, in Belgio, un workshop interculturale di gestione intitolato "Japanese companies in Europe: Developing high potential staff" ("Aziende giapponesi in Europa: sviluppare personale con potenziale elevato"). Questo, che è il terzo di una serie di workshop, sarà incentrato sullo sviluppo del personale con potenziale elevato assunto in loco, e sulle opportunità di creare strategie globali nell´ambito delle risorse umane attraverso l´integrazione del personale della sede centrale e delle sedi europee. Il workshop auspica la partecipazione di manager giapponesi e europei al fine di esaminare in modo più efficace e in un ambiente condiviso le reciproche problematiche. La prima parte del workshop comprenderà un intervento iniziale, seguito dalle presentazioni di due professionisti che parleranno della propria esperienza. La seconda parte consiste in una serie di casistiche che serviranno da base per il dibattito generale. Il dibattito sarà seguito dall´intervento di un gruppo di esperti, attento alle problematiche pertinenti alla massimizzazione dell´efficienza e della resa in un luogo di lavoro multiculturale che richiede l´esistenza di un partenariato efficace tra collaboratori giapponesi e europei competenti. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Eu-japan. Eu/global/seminars/intercultural-mngt. Html .  
   
   
SLOVACCHIA, NEL PARCO A VIGLAS 800 POSTI DI LAVORO  
 
Viglas, 17 novembre 2008 - Pavol Vyboh, sindaco di Viglas - città situata nella parte centrale della Slovacchia - ha annunciato il completamento dei lavori per un nuovo parco industriale. Lo rende noto Informest. Finora, due compagnie hanno espresso il loro interesse a trovare collocazione nel parco: la società di ingegneria tedesca Burgmaier e la locale Ipec-real. I negoziati con altri investitori saranno avviati nel prossimo futuro; tuttavia Vyboh ha spiegato che i loro risultati dipenderanno dalla crisi finanziaria. Ciononostante, ha espresso la fiducia che il parco porterà 500-800 nuovi posti di lavoro. La società austriaca di costruzione Strabag ha completato i lavori nel parco a giugno. Il costo complessivo è stato stimato sui 50,4 mln Skk (1,7 ml n Eur) assieme a 4,7 mln Skk per l´acquisto di lotti di terra. Il 95 per cento del costo è stato coperto da Fondi strutturali europei. Il parco ha un´area complessiva di 38 ettari e può ospitare fino a 7 società. .  
   
   
FABBISOGNO DEL SETTORE STATALE DEL MESE DI SETTEMBRE 2008  
 
Roma, 17 novembre 2008 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze comunica i dati di sintesi del conto del settore statale del mese di settembre 2008. Fabbisogno del settore statale del mese di settembre 2008
Milioni di euro
Formazione del fabbisogno
Entrate 29. 931
Spese 41. 730
di cui: spesa per interessi 5. 162
Fabbisogno (-) / Disponibilità (+) -11. 799
Copertura
Totale 11. 799
Titoli a breve termine -400
Titoli a medio-lungo termine -19. 783
Titoli esteri -60
Altre operazioni (1) 32. 042
(1) Comprendono la raccolta postale e la variazione del conto di disponibilità. In conformità al programma Special Data Dissemination Standard (Sdds) del Fondo Monetario Internazionale, il calendario delle pubblicazioni dei dati sopraesposti è disponibile sul sito (http://dsbb/imf. Org). .
 
   
   
BANCA EUROPEA DEGLI INVESTIMENTI: LOIERO E SCANNAPIECO FIRMANO IL CONTRATTO PER UN PRESTITO DI 450 MILIONI DI EURO ALLA REGIONE CALABRIA  
 
Catanzaro, 17 novembre 2008 novembre 2008 È di 450 milioni di euro il prestito concesso alla Regione Calabria dalla Banca Europea degli Investimenti. La sottoscrizione del contratto è avvenuta il 14 novembre a Catanzaro, alla presenza dei giornalisti, tra il presidente della Giunta regionale Agazio Loiero e il vicepresidente della Bei Dario Scannapieco. “Per noi è un fatto importantissimo - ha affermato Loiero - perchè portiamo alla firma il frutto di tre anni di lavoro costruito su un rapporto fiduciario e virtuoso con l’istituto di credito europeo”. Il Presidente della Regione si è, poi, soffermato sui problemi che attanagliano la Calabria, come gli elevati tassi d’interesse e la criminalità che scoraggiano gli investimenti. “Fatti, questi, importanti - ha sottolineato Loiero - perché sono un rischio di cui le banche devono tener conto. Noi - ha proseguito - ci siamo schierati da un parte. Dalla parte delle imprese. Ci siamo costituiti parte civile nel processo di un imprenditore che ha denunciato prestiti a tassi usurai, ma volevamo anche fornire fatti concreti che permettessero ai calabresi di difendersi ed essere competitivi. Perciò, come Giunta, abbiamo seguito con una certa partecipazione emotiva il rapporto con la Bei, anche perché abbiamo sempre pensato che da lì potesse giungere un valore importante per la situazione del credito e dei tassi d’interesse”. Il prestito, approvato dal comitato direttivo della Bei il ventisei giugno scorso, non costituisce un indebitamento a carico del bilancio regionale. Quello relativo alla quota regionale Por, ha una durata massima di venti anni, oltre ai cinque previsti per rimborsare il capitale ed i relativi interessi. Quattrocento milioni sono destinati al cofinanziamento della quota regionale del Por (Fesr e Fse) nei settori dell’energia; dell’ambiente, con particolare attenzione ai sistemi idrici; dei trasporti, con la realizzazione di infrastrutture anche nel porto di Gioia Tauro. “Gli ulteriori cinquanta milioni - ha spiegato il presidente Loiero - saranno utilizzati per alimentare il credito delle piccole e medie imprese. La Regione metterà a gara la somma tra le istituzioni finanziarie locali sulla base di un tasso di interesse Bei molto vantaggioso, più basso di quello concesso dalla Cassa depositi e prestiti, perché vogliamo dare l’opportunità al mondo produttivo calabrese di essere competitivo”. Il vicepresidente Scannapieco ha espresso apprezzamento per la disponibilità della Regione Calabria e del Presidente Loiero “che - ha detto - si è battuto non solo per la quantità, ma soprattutto per la qualità degli investimenti”. “Si tratta - ha aggiunto il vicepresidente - di un’operazione molto importante per la Bei che farà parte anche del comitato di monitoraggio del Por, mettendo in campo non solo le capacità finanziarie, ma anche quelle tecniche. È un contratto che nasce da lontano e c’è dietro tanto lavoro e un rapporto solido che si è creato nel tempo. Una rapporto diretto con la Calabria che – ha auspicato Sconnapieco - spero si possa sviluppare in futuro anche in altri settori”. Erano presenti alla conferenza stampa anche gli assessori regionali Mario Maiolo (Programmazione nazionale e comunitaria) e Francesco Sulla (Attività Produttive), Antonello Ricci (capo divisione Infrastrutture), Alessandro Izzo (Senior Lawyer), Gennaro Ramazio (Responsabile per i finanziamenti agli Enti Locali) e il dirigente generale del Dipartimento regionale Bilancio Luigi Bulotta. .  
   
   
CCIA MATERA, NASCE LA BANCA POPOLARE DEL MEZZOGIORNO  
 
Potenza, 17 novembre 2008 - “La creazione della Banca Popolare del Mezzogiorno rappresenta una grande opportunità di crescita per le regioni meridionali e lo sarà, maggiormente, quanto più rafforzerà attenzione e rapporti con il sistema delle imprese locali e con i bisogni del territorio’’. E’ quanto afferma il presidente della Camera di commercio di Matera, Domenico G. Bronzino in merito al nuovo istituto di credito nato dalla fusione della Banca Popolare del Materano con la Banca Popolare di Crotone e che opera già con 89 sportelli in Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia. “Siamo fiduciosi – aggiunge Bronzino- per la presenza di un grande istituto di credito meridionale, nato dalle esperienze di due Banche popolari radicate nei rispettivi territori. E’ un segnale importante che può portare benefici all’economia e alle popolazioni del Sud, in una fase difficile per il sistema delle imprese e per le famiglie. E’ un rapporto, quello tra Popolare del Mezzogiorno e territorio, che va rafforzato con una presenza viva e continua degli amministratori e delle diverse componenti dell’istituto di credito, affinché ci siano per tempo i necessari supporti ai diversi bisogni delle aree di competenza, come ha mostrato di fare negli anni la Banca Popolare del Materano, che è tra i soggetti promotori del nuovo progetto creditizio. Da parte della Camera di commercio, che è la “casa di tutti gli imprenditori’’ - conclude Bronzino - vi è l’impegno ad operare insieme al sistema bancari, per creare tutte le condizioni possibili per la ripresa economica e la creazione di nuove opportunità occupazionali’’. .  
   
   
CONVEGNO MICROFINANZA 18 NOVEMBRE 2008 OLTRE L’ASSISTENZA… IL DIRITTO ALL’INIZIATIVA ECONOMICA  
 
Milano, 17 novembre 2008 - “Microfinanza: oltre l’assistenza… il diritto all’iniziativa economica” è il titolo del convegno che si svolgerà martedì 18 novembre 2008 ore 10,00 a Milano, presso il Centro congressi della fondazione Cariplo, via Romagnosi 8. L’incontro si inserisce nell’ambito del progetto Oltre l’assistenza… il diritto all’iniziativa economica per il raggiungimento degli obiettivi del millennio, organizzato da Acra, Cipsi, Fondazione Giordano Dell´amore, Planet Finance e l´Associazione delle ong italiane e co-finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e dalla Fondazione Cariplo. Guido Barbera, Presidente del Cipsi, nel presentare il convegno ha dichiarato: “La microfinanza serve alle persone che vivono in miseria per aumentare il loro reddito, creare imprese sostenibili, migliorare le loro condizioni di vita e dei loro cari. Da qui l’urgenza per il Cipsi di rilanciare l’impegno di cooperazione internazionale attraverso la partecipazione diretta delle persone nel costruire la propria storia e in un contesto in cui vivere dignitosamente. La cooperazione come relazione. Per tutelare i diritti fondamentali. E allora la microfinanza è uno strumento, che permette alle persone misere, generalmente escluse dai sistemi finanziari formali, di accedere al credito, al risparmio e ad altri prodotti finanziari. È il diritto alla vita e all’iniziativa economica, la quale deve poter essere equamente accessibile a tutti. Per essere davvero equa e sostenibile, l’iniziativa economica non può essere a priori garantita nel risultato, ma deve avvenire sulla base di impegni precisi da parte di chi accede a un credito”. Ada Civitani, responsabile del Settore Educazione allo Sviluppo di Acra, ha sottolineato: "L´iniziativa è un´occasione per riflettere sul futuro della Microfinanza in Italia, a partire dal confronto tra gli organismi italiani che se ne occupano, dall´incontro con rappresentanti di reti europee e dalla condivisione delle esperienze che nel corso del progetto sono state raccolte nel mondo. Una sfida urgente che Acra da anni gioca in molti Paesi in via di sviluppo. Il convegno sarà un´importante occasione per entrare in contatto con operatori ed addetti ai lavori, e per partecipare attivamente ad un percorso che sta portando il settore italiano a crescere continuamente, in linea con i trend a livello mondiale. In occasione del seminario saranno presentati e distribuiti i materiali informativi prodotti nell´ambito del progetto: dagli spot televisivi e radiofonici al video documentario, dalla brochure al kit interattivo, dalle ricerche valutative ai seminari territoriali. Strumenti che consentiranno di proseguire nell´opera di sensibilizzazione e di diffusione delle tematiche relative all´inclusione finanziaria e al diritto all´iniziativa economica, come strumenti estremamente importanti nella lotta alla povertà. " Il progetto nasce come iniziativa di un gruppo di Ong e di altre organizzazioni impegnate nel campo della microfinanza. L’obiettivo è sensibilizzare società civile, enti finanziatori, operatori del settore e opinione pubblica sul contributo significativo che il microcredito e la microfinanza possono dare in favore del raggiungimento degli Obiettivi del Millennio. Attraverso un utilizzo cosciente e contestualizzato della microfinanza, si prospetta la costruzione di sistemi finanziari dinamici e durevoli, atti a garantire ad un numero più ampio possibile di persone e famiglie il diritto all´iniziativa economica, diritto fondamentale a sostegno di uno sviluppo dignitoso e sostenibile. L’incontro del 18 novembre si propone di diffondere i risultati ottenuti nell’ambito del progetto “Oltre l’Assistenza”, valutare l’impatto che intende avere nella messa in rete degli operatori italiani di Microfinanza e nella sua diffusione al pubblico, sintetizzare e condividere le principali tematiche di microfinanza presentando le diverse esperienze in atto in Italia e nei paesi in Via di Sviluppo. Nell’ambito di questa iniziativa, alcune televisioni e radio locali e nazionali stanno trasmettendo gli spot realizzati per la promozione del microcredito a livello globale. Il convegno si terrà in una data particolare, quella del 18 novembre, in cui nel 2004 è stato lanciato dalle Nazioni Unite l’Anno internazionale del Microcredito, e che auspichiamo diventi la giornata mondiale del microcredito. Per confermare la propria partecipazione: info@microfinanza-italia. Org .  
   
   
ASTE TITOLI DI STATO A MEDIO/LUNGO TERMINE DEL 13 NOVEMBRE 2008  
 
Aste Titoli Di Stato A Medio/lungo Termine Del 13 Novembre 2008
Btp 5,00% Btp 4,00% Btp 4,75%
Scadenza 01. 08. 2039 01. 02. 2037 01. 02. 2013
Cod. /tranche It0004286966/08 It0003934657/16 It0003357982/15
Imp. Offerto 1417 1500 2000
Regolamento 17. 11. 2008 17. 11. 2008 17. 11. 2008
Imp. Domandato 2178 2037 3908
Imp. Assegnato 1417 1500 2000
Prezzo aggiudicazione 96,80 82,90 103,41
Prezzo esclusione (**) (**) (**)
Rendimento lordo 5,27 5,22 3,90
Variazione Rend. Asta prec. (*) 0,070 (**) (**)
Rendimento netto 4,62 4,63 3,30
Riparto (**) 81,481 89,640
Importo in circolazione (mln) 12617 22200 20809
Riapertura (mln) (**) (**) (**)
Prezzo nettisti 96,79989900 82,90000000 103,41000000
(*) raffronto con titolo di pari durata
(**) non pervenuto
Elaborazione Assiom
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MILANO-PALERMO. NASCE L´ALLEANZA PER IL MERITO E PER L´EXPO  
 
Milano, 17 novembre 2008 - Milano e Palermo alleate per affermare il merito e per una reciproca valorizzazione nel contesto di Expo 2015. Nel corso di un incontro avvenuto il 14 novembre a Palazzo Marino, il Sindaco di Milano, Letizia Moratti, e il Sindaco di Palermo, Diego Cammarata, hanno stretto un´alleanza fondata su tre livelli di collaborazione. In primo luogo, per affermare concretamente il riconoscimento del merito i due Sindaci hanno avviato un lavoro di analisi, approfondimento e proposta da sottoporre ai Ministri degli Affari regionali e Autonomie locali, delle Riforme e dell´Economia. "Ho aderito con entusiasmo al Manifesto del Merito lanciato da Letizia Moratti - ha sottolineato Diego Cammarata - e attraverso questo lavoro comune che inizia oggi vogliamo sollecitare i Ministri competenti ad adottare misure precise per riconoscere parametri di merito nella gestione delle amministrazioni locali. Bisogna poter dare riconoscimenti effettivi rispetto alla gestione amministrativa, al rispetto del Patto di Stabilità, alla qualità dei servizi erogati, alla capacità di essere virtuosi nel fare efficientamento della macchina amministrativa così come nella riduzione della pressione fiscale". Un secondo livello di collaborazione riguarda la valorizzazione delle eccellenze turistiche, enogastronomiche, di arte, cultura ed eventi della città di Palermo nel contesto dell´Esposizione Universale che sarà ospitata a Milano nel 2015. "Con il Sindaco di Palermo - ha spiegato Letizia Moratti - abbiamo tracciato un percorso che, da qui al 2015 così come per tutta la durata dell´Esposizione, permetta di valorizzare al massimo le eccellenze di Palermo. Attraverso Expo potremo, infatti, promuovere attivamente l´offerta turistica su Palermo, per far conoscere ed apprezzare il prezioso patrimonio di offerta culturale, artistica, enogastronomica e di accoglienza che Palermo e la Sicilia offrono al mondo". "Inoltre - ha aggiunto il Sindaco di Milano - questa sarà l´occasione per valorizzare una serie di eventi che Palermo deciderà di portare a Milano, e che verranno inseriti nel calendario degli oltre 7mila eventi che compongono il "cartellone" di Expo 2015". Un terzo livello di collaborazione è, infine, quello avviato sul fronte dell´energia, grazie alla partecipazione di Edison nella gestione della fornitura di gas ai cittadini di Palermo. Si tratta di una collaborazione pubblico-privato che vede un protagonista del mercato nazionale dell´energia fortemente radicato a Milano collaborare attivamente con la Città di Palermo e la sua partecipata attiva in questo campo. Edison ha, infatti, acquistato nelle scorse settimane il pacchetto di maggioranza di Amg gas. “Con la vendita dell’80% del capitale sociale di quest’azienda - è la conclusione del Sindaco di Palermo - abbiamo raggiunto due obiettivi: creare un’alleanza strategica con un colosso dell’energia italiano e valorizzare l’importante patrimonio costituito dalle aziende attive partecipate dal Comune a tutto vantaggio dei miei concittadini”. .  
   
   
LOMBARDIA, LA RUSSA: PIU´ COMPETITIVI CON STRUMENTI INNOVATIVI RIUNITO COMITATO SORVEGLIANZA SU PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE  
 
Milano, 17 novembre 2008 - La promozione e il sostegno della ricerca e dell´innovazione per la competitività delle imprese sono legate a filo doppio ai finanziamenti. Per questo Regione Lombardia ha "studiato" strumenti finanziari innovativi (detti di "ingegneria finanziaria") in aggiunta ai tradizionali contributi a fondo perduto e in coerenza con quanto stanziato e previsto dal programma Operativo Regionale (Por) 2007/2013. Questo, in sintesi, il risultato della riunione del Comitato di Sorveglianza del Por che si è svolto in Regione, convocato dall´assessore all´Industria, Piccola e Media Imprese e Cooperazione, Romano La Russa. "I 532 milioni di euro stanziati dalla Ue - spiega La Russa - benché molto significativi, non sono di certo sufficienti a rispondere al crescente fabbisogno di finanziamenti del nostro tessuto imprenditoriale. Le istituzioni devono giocare la stessa partita e fare di tutto affinché possano innovarsi e, quindi, rispondere alle pressioni competitive che provengono dallo scenario mondiale". "Per questo - continua l´assessore La Russa - abbiamo studiato e messo a punto strumenti innovativi capaci di generare un effetto moltiplicatore delle risorse pubbliche disponibili favorendo la raccolta di capitali privati e ottimizzandone, allo stesso tempo, il loro utilizzo da parte dei beneficiari finali". A questo mirano il Fondo di rotazione per l´imprenditorialità (Frim) e Fondo Made In Lombardy, già presentati dal presidente Formigoni durante il recente accordo sottoscritto con tutte le parti coinvolte nel Patto per lo sviluppo. Il primo parte da 130 milioni di euro a sostegno degli investimenti per lo sviluppo aziendale delle micro, piccole e medie imprese tramite la concessione di prestiti agevolati (cofinanziamento a medio termine, locazione finanziaria di beni strumentali e prestito partecipativo) che, in sinergia con il sistema bancario, potranno garantire finanziamenti per oltre 300 milioni. Il secondo, sarà attivato nei primi mesi del 2009, avrà a disposizione 100 milioni di euro di Finlombarda, oltre a 35 milioni di garanzie regionali a valere sulla programmazione comunitaria 2007/2013, e sarà in grado di "muovere" anche 400 milioni di finanziamenti. "La finalità di questi strumenti - conclude La Russa - è quella di massimizzare l´effetto leva delle risorse comunitarie disponibili aumentandone l´impatto sul territorio lombardo e di garantire la sostenibilità degli interventi realizzati nel tempo". .  
   
   
“L’UMBRIA MULTINAZIONALE”: CONVEGNO A TERNI, CRESCENTE PRESENZA IMPRESE SU MERCATI INTERNAZIONALI  
 
Terni, 17 novembre 2008 - L’umbria, negli ultimi anni, ha fatto sforzi crescenti per ridurre lo strutturale e storico “gap” di internazionalizzazione delle proprie imprese. Oggi persiste ancora questo differenziale, sebbene nel corso del tempo si sia andato riducendo. Di come proseguire in Umbria nel cammino intrapreso di crescente presenza, con le proprie medie imprese manifatturiere, sui mercati internazionali, in particolare di quelli emergenti, e per preservare e valorizzare l’insediamento di molte multinazionali estere nel territorio regionale, allo scopo di rafforzare la competitività e l’innovazione del “sistema” Umbria, si è parlato nel convegno “L’umbria multinazionale” che si è svolto il 14 novembre a Terni e con il quale la Regione Umbria ha proseguito la riflessione avviata nel 2007 sulla presenza nel modello produttivo regionale dei gruppi multinazionali, sia di proprietà estera che umbra e italiana. Al centro del convegno, che è stato concluso dall’assessore regionale allo Sviluppo economico Mario Giovannetti, l’analisi di contesto, l’impatto sulle strategie di internazionalizzazione delle imprese della nuova congiuntura economica che si profila all’orizzonte, caratterizzata da una riduzione del tasso medio del “Pil” (Prodotto interno lordo) in tutti i Paesi, gli obiettivi e le politiche da perseguire. La riflessione è continuata sulla base del rapporto di ricerca 2008, incentrato sulla “internazionalizzazione delle imprese umbre tramite investimenti diretti esteri”, in un quadro comparato con il resto dell’Italia, che è stato elaborato da Marco Mutinelli dell’Università degli studi di Brescia e del quale hanno discusso – tra gli altri - Luca Ferrucci, dell’Università degli studi di Perugia, il presidente di Confindustria Umbria Umbro Bernardini e il segretario generale della Cgil Umbria Manlio Mariotti. I dati – è stato sottolineato - registrano, innanzitutto, a livello mondiale una “infelice” contrazione dei valori complessivi degli investimenti diretti esteri, forma più evoluta dell’internazionalizzazione delle imprese, tornati sui livelli del 2000. Ciò “segna l’inizio di una nuova fase, nella quale la sfida dell’internazionalizzazione diverrà più complicata e difficile da perseguire per tutte le imprese”. Tutto questo suscita “una particolare preoccupazione per un Paese, quale l’Italia, che, ormai in modo strutturale, non riesce ad intercettare i flussi di investimento internazionale proveniente da multinazionali estere”. Negli ultimi cinque anni “l’Italia ha ospitato, infatti,solamente 125 progetti di investimento di imprese estere, comparativamente ai 601 della Francia, ai 404 della Gran Bretagna e ai 397 della Spagna. Si tratta di un risultato che conferma la crescente marginalità del nostro Paese nell’intercettare questi flussi internazionali di investimenti diretti esteri, anche quando questi sono diretti nell’ambito dell’Europa occidentale e non sono influenzati dal fattore del costo del lavoro”. In Umbria, a testimoniare gli sforzi crescenti di internazionalizzazione delle imprese umbre, oggi il 7% dei dipendenti delle imprese manifatturiere umbre opera all’interno di consociate estere. “È un valore ancora oggi significativamente inferiore – è stato rilevato - rispetto sia a quello medio nazionale (25%) che a quello dell’Italia centrale (in Toscana, ad esempio, è il 12% circa). I settori umbri maggiormente proiettati a fare investimenti diretti all’estero sono il tessile-abbigliamento (con circa 1330 dipendenti nelle sedi estere), i materiali da costruzione (con circa 503 dipendenti all’estero) e la meccanica (con 472 dipendenti all’estero)”. Le determinanti di questa internazionalizzazione “non sono solamente quelle riconducibili alla delocalizzazione ‘selvaggia’; al contrario, modelli societari finalizzati a presidiare i mercati di sbocco e a ridurre i costi di logistica appaiono particolarmente frequenti. Sul fronte delle multinazionali estere presenti in Umbria, viene confermato il valore storico di tali insediamenti. Nell’industria manifatturiera, l’Umbria presenta – in termini di dipendenti – un percentuale superiore a quella riconducibile ad altre regioni del centro Italia: con il suo 9,4%, l’Umbria si posiziona al di sopra della Toscana e dell’Emilia Romagna, oltreché delle Marche. Settori quali la metallurgia, il tabacco, la chimica e la gomma sono fortemente influenzati dalle “performance” di queste multinazionali estere presenti storicamente in Umbria. “È, tuttavia, da rilevare che, sin dal 2002 si denota una lieve ma costante riduzione del numero degli stabilimenti presenti in Umbria e controllati da multinazionali estere. Si tratta, dunque, di un sintomo preoccupante di contrazione della competitività di questi impianti, con evidenti ripercussioni negative in termini di occupazione diretta ed indiretta”. Le imprese umbre “multinazionali”, ovvero le imprese non controllate da investitori esteri che detengono almeno una partecipazione in imprese attive all’estero, sono 62. Le imprese da esse partecipate all’estero (sia di controllo, sia paritarie e minoritarie) sono 134; esse occupano circa 4. 300 dipendenti e il loro fatturato è pari a 569 milioni di euro. Il grado di internazionalizzazione attiva delle imprese umbre, misurato dal rapporto tra i dipendenti delle affiliate estere e l’occupazione interna, è pari al 4,3%, contro una media nazionale del 16,7%. Le imprese con sede in Umbria partecipate da multinazionali estere sono 39, con 5. 808 dipendenti e un giro d’affari di oltre 4,6 miliardi di euro. Sono presenti, inoltre, 18 unità produttive di imprese a partecipazione estera con sede principale in altre regioni: tra queste figurano anche grandi imprese come Nestlè, Alcantara e Basell. Nel complesso, in Umbria sono attive 41 unità produttive di imprese a partecipazione estera, con 7. 632 dipendenti; considerando anche le altre attività industriali, di commercio all’ingrosso e di servizi reali, il numero totale dei dipendenti delle imprese a partecipazione estera in Umbria è pari a circa 8. 500 unità. Il grado di multinazionalizzazione passiva, calcolato rapportando i dipendenti delle imprese a partecipazione estera ai dipendenti totali delle imprese della regione, è per l’Umbria al 6%, contro una media nazionale del 10,5%. Il divario si riduce se si restringe il confronto all’industria manifatturiera (9,4% contro 12,7%) e soprattutto se l’indicatore viene calcolato rapportando il numero degli addetti occupati negli stabilimenti umbri delle imprese a partecipazione estera al numero dei dipendenti di tutte le unità locali manifatturiere della regione: così calcolato, il grado di multinazionalizzazione passiva dell’industria manifatturiera raggiunge sostanzialmente la media nazionale, attestandosi al 12,5%; in altri termini, nell’industria manifatturiera umbra 1 dipendente su 8 risulta occupato in imprese a partecipazione estera. Le analisi si basano sulle informazioni estratte dalla banca dati “Reprint”, realizzata al Politecnico di Milano nell’ambito delle ricerche sull’internazionalizzazione delle imprese italiane promosse dall’”Ice” (Istituto per il commercio estero), e che copre l’intero sistema delle imprese industriali e l’insieme delle attività commerciali e di servizi reali che ne supportano le attività. Assessore Giovannetti: “Da Regione Umbria Strumenti E Risorse Per Competività”. “La competitività del nostro sistema economico e produttivo regionale – ha sottolineato l’assessore regionale allo Sviluppo economico Mario Giovannetti, concludendo il convegno di Terni – dipende in maniera strategica dalle imprese multinazionali e internazionalizzate umbre o che operano in Umbria. Questo convegno e il rapporto di ricerca che mettiamo a disposizione della comunità regionale, al quale sarà data ulteriore continuità dal gruppo di lavoro permanente appositamente costituito, deve essere considerato come il rinnovato impegno delle istituzioni a porre al centro delle proprie politiche di sviluppo economico e sociale l’internazionalizzazione e l’apertura, in un momento in cui paura e istinti alla chiusura in se stessi danno l’illusione di essere l’unica soluzione all’incertezza estrema che deriva dalla crisi finanziaria”. “Con questo aggiornamento sul posizionamento strategico delle imprese umbre – ha detto ancora – prosegue il lavoro della Regione e delle istituzioni per creare quei vantaggi competitivi del territorio che consentano alle multinazionali a capitale estero di consolidarsi nel territorio, di attrarre nuovi investimenti e insediamenti aziendali, e alle imprese umbre internazionalizzate di acquisire supporti e strumenti per ampliare la loro presenza e svolgere un ruolo di traino nei confronti delle aziende di minori dimensioni collegate per filiera o per fornitura”. “Per far questo – ha proseguito Giovannetti – per rafforzare la competitività del sistema Umbria e il suo sviluppo, la Giunta regionale ha predisposto il disegno di legge sulle politiche industriali, in procinto di essere discusso in Consiglio regionale, che insieme ai bandi del ‘Pacchetto competitività’, a sostegno di innovazione e ricerca, mette strumenti e risorse per accompagnare la crescita delle imprese. Su problematiche fondamentali per la competitività territoriale quali energia e infrastrutture, continua, inoltre, la collaborazione con il Governo nazionale, in modo da dare risposte adeguate alle necessità dell’Umbria, per le quali non sono sufficienti provvedimenti delle istituzioni locali”. L’assessore allo Sviluppo economico ha ribadito, infine, la volontà “di accorpare tutti gli strumenti per l’internazionalizzazione delle imprese, allo scopo di avere una strumentazione efficace unitaria, che coinvolga Regione, imprese, Camere di commercio, per accompagnare le imprese che investono all’estero”. .  
   
   
BOLZANO, DURNWALDER INCONTRA LE ASSOCIAZIONI ECONOMICHE: RICHIESTE PER LA NUOVA LEGISLATURA  
 
Bolzano, 17 novembre 2008 - Le aspettative di parte dell´economia locale per il periodo della nuova legislatura sono state illustrate al presidente della Provincia Luis Durnwalder dai rappresentanti del Südtiroler Wirtschaftsring (Swr) nell´incontro del 13 ottobre a Bolzano. Spaziano dalle semplificazioni burocratiche e fiscali alle infrastrutture, dalla formazione alla promozione della famiglia. Guidati da Helmuth Innerbichler, presidente del Swr, l´associazione che raggruppa il mondo economico di lingua tedesca, a Palazzo Widmann i rappresentanti di industriali, artigiani, commercianti, albergatori, agricoltori e liberi professionisti hanno discusso con il presidente Durnwalder delle loro aspettative per la nuova legislatura provinciale fino al 2013. Tra le richieste figurano anche una riduzione della composizione numerica della Giunta e l´accorpamento delle competenze del settore economico in un unico Assessorato. Dal nuovo governo ci si aspetta inoltre una riduzione del carico brurocratico e fiscale per le imprese. "Ho annunciato ai rappresentanti delle organizzazioni l´intenzione di istituire un tavolo di confronto composto dai rappresentanti della pubblica amministrazione e delle associazioni economiche per verificare dove sia possibile intervenire nella semplificazione legislativa, soppesando bene le necessità e le regole", spiega Durnwalder dopo l´incontro. In tema di alleggerimento fiscale, Luis Durnwalder ha suggerito alle associazioni anche un vertice con i Comuni per ampliare il discorso alla riduzione delle tariffe e dei versamenti legati ai costi di costruzione. Dal Presidente è arrivata l´assicurazione dell´impegno ad investire nel miglioramento delle infrastrutture, sia sul piano della rete della mobilità che dell´accesso a banda larga. Anche i necessari collegamenti via aereo da Bolzano dovranno essere garantiti con gli specifici bandi di gara. In tema di istruzione scolastica, nella prossima legislatura si intende proseguire sulla strada delle due opzioni formative nella scuola superiore e in quella professionale, con un maggiore interazione tra i due sistemi e la prospettiva dell´introduzione della maturità professionale. .  
   
   
CRISI ECONOMICA: LA MANOVRA ANTICICLICA DELLA REGIONE PUGLIA AL VIA LA GARANZIA PER UN ALTRO MILIARDO DI PRESTITI BANCARI ALLE IMPRESE  
 
 Bari, 17 Novembre 2008 - È pronta la manovra anticiclica per aggredire la crisi economica. Il governo regionale ha licenziato il 14 novembre 2008 il più articolato pacchetto di sostegno pubblico all’economia mai varato in una singola seduta di giunta. Un’architettura completa capace di sviluppare investimenti produttivi per 1 miliardo di euro e di mobilitare prestiti bancari al sistema delle imprese per un altro miliardo. Si tratta di una iniezione che da sola quota l’1,7% del Pil pugliese (pari nel 2007 a 58miliardi 480milioni di euro). A parità di proporzioni sul Pil nazionale, è come se il Governo varasse una manovra di aiuti alle imprese di 21,9 miliardi di euro. Così la Puglia diventa la regione più attrattiva in Italia per chi voglia investire. Al momento lo Stato, infatti, ha sospeso i programmi nazionali per l’incentivazione (come la 488 e i contratti di programma, sta ridisegnando la 181, resta solo Industria 2015 ancora alla prima fase). La Puglia è oggi l’unica Regione a sostenere gli investimenti nei confronti di tutte le categorie di imprese, la sola a colmare gli spazi lasciati dal Governo nazionale. La manovra è composta da 2 Regolamenti e 7 Bandi che iniettano nel sistema economico della Puglia 355milioni 770mila euro di fondi pubblici. Nessun settore è escluso: dalle imprese grandi medie e piccole, ai cassaintegrati, dalle donne ai giovani, dai disoccupati ai precari, dai Bollenti Spiriti a chi è sul punto di perdere il posto di lavoro, senza dimenticare il commercio nelle aree disagiate. Nel pacchetto di misure antirecessive sono stati creati strumenti del tutto innovativi. Si tratta dei due Regolamenti: il “De minimis”, che disciplina gli aiuti di minore dimensione nei confronti delle piccole e medie imprese e il Regolamento per lo start-up che consente la costituzione di Microimprese da parte di soggetti svantaggiati. Il primo permette l’attivazione del Fondo di Garanzia regionale che mobiliterà prestiti per un miliardo di euro, il secondo è il più potente incentivo per l’autoimprenditorialità in Italia. Chi, in una condizione di debolezza, decide di cambiare vita avviando un’impresa in proprio, potrà ricevere un sostegno eccezionale: fino a 400mila euro, che copriranno anche i costi di funzionamento di un’azienda, come stipendi, affitti, bollette per cinque anni. Perché la manovra - Le misure anticicliche approvate oggi hanno lo scopo di contrastare il coinvolgimento del sistema produttivo pugliese nella recessione globale. Nel corso del biennio 2006-07 la Puglia ha attraversato una fase di considerevole espansione della propria economia con un aumento complessivo del Pil del 4% (+2,2 nel 2006, +1,8 nel 2007 – dato Istat), e un aumento dei redditi da lavoro dipendente, sempre nei due anni, del 4,7% (+2,4 nel 2006, +2,3 nel 2007 – dato Istat). Positivi anche i dati Istat dei primi sei mesi del 2008 con le esportazioni in crescita dell’11,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (contro una media italiana del 5,9) e gli occupati aumentati di 12mila unità. Per gli anni a venire gli scenari di previsione cambiano. La crisi minaccia di mordere severamente anche il sistema regionale. La manovra del Governo regionale vuole contrastare gli effetti di questo scenario preoccupante, aumentando l’attrattività della Puglia per nuovi investimenti nei settori meno esposti alla crisi internazionale e per la diffusione della cultura dell’autoimprenditorialità, come modello per l’ampliamento della base produttiva regionale. Le misure a sostegno del sistema d’impresa sono state proposte dal Vice Presidente, Sandro Frisullo, con delega allo Sviluppo economico. “In questa manovra anticiclica – spiega il Vice Presidente – abbiamo cercato di attivare tutto il sistema d’impresa. Sviluppiamo questa iniziativa in continuità con l’esperienza di incentivazione degli ultimi due anni, nei quali la Regione Puglia ha speso quanto altri fanno in dieci. Stiamo portando avanti un meccanismo che valorizza la continuità. In tal modo diamo alle imprese che investono la sicurezza che essere in un territorio in grado di mantenere le promesse”. Le misure anticicliche - La manovra si compone di 2 Regolamenti e 7 Avvisi. Il Regolamento De minimis disciplina gli aiuti di minore dimensione nei confronti delle Piccole e Medie Imprese (Pmi). È la prima volta che la Puglia adotta un simile strumento. Gli aiuti a fondo perduto non possono superare i 200mila euro in tre anni per una stessa azienda. Il pregio più grande di questo regolamento è nella possibilità di ricevere garanzie di credito. In pratica l’azienda può ottenere garanzie in questo regime garanzie su prestiti fino ad 1milione e mezzo di euro. Il De minimis è lo strumento che può mobilitare prestiti bancari per 1 miliardo di euro, attivando il Fondo di Garanzia regionale di 50 milioni di euro annunciato dal Presidente Nichi Vendola lo scorso 17 ottobre. Il Regolamento Start up per le microimprese permette a persone in situazioni di svantaggio di dare una svolta alla propria esistenza grazie al più potente incentivo del genere in Italia. Riguarda donne, giovani dai 18 ai 25 anni, precari fino all’età di 35 anni, giovani fino a 35 anni che nel biennio precedente hanno completato corsi di formazione finanziati o autorizzati dal pubblico, disoccupati di lunga durata, persone che stanno per perdere il posto di lavoro. Chi è in questa situazione, per avviare un’impresa, può ottenere aiuti di livello eccezionale: 400mila euro per ogni microazienda, dei quali 150mila per strumenti e attrezzature e 250mila per stipendi, affitti, leasing, bollette, in pratica – cosa mai avvenuta prima d’ora – i costi di funzionamento di un’impresa. È un incentivo potentissimo, una sorta di maxi prestito d’onore che si lega alle politiche di imprenditorialità femminile e giovanile, che valorizza i giovani di Bollenti Spiriti intenzionati ad avviare un’attività propria, che permette il sostegno dei cassaintegrati desiderosi di uscire dall’azienda. Inoltre tutti gli aiuti previsti per il commercio sono destinati a quelle aree che potevano confluire nelle Zone franche urbane per situazioni di disagio. Questo regolamento svilupperà investimenti per 100 milioni di euro, con un’iniezione di fondi pubblici pari a 50 milioni. I bandi saranno pubblicati a breve. In corso di approvazione nella giunta di oggi i 7 Bandi che completano la manovra. Il primo consiste in Contratti di Programma finalizzati alle grandi imprese per investimenti industriali e ricerca. Determineranno investimenti per 550 milioni di euro grazie a 130 milioni di risorse pubbliche. Il secondo Bando riguarda i Programmi integrati di agevolazione (Pia). Questo intervento si rivolge a medie imprese e a consorzi di piccole e medie imprese. Permette di incentivare iniziative industriali, di risparmio energetico, di ricerca, di servizi e di e-business. Genererà investimenti per 270 milioni di euro con fondi pubblici pari ad 88 milioni. Il terzo bando consiste in Aiuti alla Ricerca ed è finalizzato alle piccole e medie imprese per investimenti in questo settore. Metterà in circolo 70 milioni di euro, grazie ad una dotazione pubblica di 28 milioni. Il quarto, quinto e sesto bando riguardano l’Internazionalizzazione per la promozione all’estero di tre tipi di consorzi: agroalimentari, turistico-alberghieri ed export del settore manifatturiero. Svilupperanno investimenti per 15 milioni di euro con fondi pubblici pari 9 milioni (tre per ogni tipologia di consorzio). L’ultimo bando, il settimo, riguarda il Contrasto all’usura. Si tratta di un intervento in favore dei Confidi e delle Fondazioni impegnati nella lotta all’usura. Per debellare questa piaga la Regione Puglia mette a disposizione 770mila euro. .  
   
   
FVG: BALLAMAN E CIRIANI CON DELEGAZIONE REPUBBLICA ARMENIA  
 
 Trieste, 17 novembre 2008 - Un protocollo d´intesa fra il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e la Regione di Tavush della Repubblica di Armenia è stato sottoscritto a Trieste dal presidente Edouard Ballaman e dal governatore Armen Ghularyan, alla presenza del vicepresidente della Giunta regionale Luca Ciriani e del ministro armeno per la cultura Hasmik Poghosyan. Il documento fa seguito a un primo accordo firmato nell´aprile del 2004 che definiva un programma di cooperazione e di reciproci scambi in tutti i settori di interesse comune. Ritenendo positiva la prima esperienza interparlamentare fra le due Regioni, il nuovo protocollo pone le basi per un programma di cooperazione che, nel rispetto delle reciproche competenze, possa intensificare le relazioni tra le parti. Potranno così essere organizzate in Friuli Venezia Giulia e nella regione armena visite di gruppi di amicizia e di interesse economico, delle Commissioni, conferenze, seminari, stage, scambi di documenti e di informazioni tecniche sul funzionamento dei rispettivi ordinamenti. Nel corso dell´incontro, il presidente Ballaman ha avuto parole di apprezzamento "per una Repubblica giovane, la cui storia è di sofferenza a causa della vicinanza di stati potenti, ma che è rimasta compatta grazie a un popolo forte che ha saputo superare ogni avversità. Siete in credito con la storia, ha aggiunto Ballaman - è giunta l´ora che questo credito venga riscosso". Gli ha fatto eco il vicepresidente della Giunta Ciriani, che ha avuto modo di conoscere l´Armenia come osservatore del Consiglio d´Europa per una tornata elettorale nel 2005 e come ospite del Parlamento di Yerevan, e che ha potuto constatare il grande sviluppo in atto in quel Paese, ma soprattutto il grande favore con cui guarda all´Europa. "Mi auguro - ha detto - che questa iniziativa possa contribuire a rafforzare gli scambi culturali ed economici". Felice di questo rinnovato rapporto tra l´Armenia e il Friuli Venezia Giulia, il ministro Poghosyan si è detta certa che le molte cose in comune potranno portare a varie attività, mentre il governatore di Tavush, Regione che si trova a nord del Paese ai confini con Georgia e Azerbaigian, ha auspicato che gli ottimi rapporti con la comunità armena di Trieste - che ha avuto modo di incontrare - possano preludere a positivi sviluppi in senso più ampio. Ad accompagnare la delegazione, di cui facevano parte anche esponenti del mondo culturale ed economico, il friulano Gianni Bravo, particolarmente legato a quel Paese del quale fu tra i primi soccorritori all´indomani del sisma che nel 1988 causò migliaia di morti. E proprio il dramma del terremoto e una grande storia di emigrazione sono momenti che legano l´Armenia al Friuli Venezia Giulia, senza trascurare che Udine, assieme a Parigi, fu la prima città a riconoscere il genocidio del popolo armeno compiuto a cavallo degli anni 1915 e 1916 dall´allora Governo dei "Giovani turchi". Proprio dei rapporti con il Governo di Ankara si è interessato Ballaman, perché anche se il presidente Berlusconi ha manifestato aperture per l´ingresso della Turchia nell´Unione europea, "non tutti la pensano allo stesso modo, specialmente io che ho alle spalle 10 anni di attività internazionale da deputato". Il riconoscimento del genocidio e i buoni rapporti con l´Armenia dovrebbero essere posti come pregiudiziali per l´ingresso turco nell´Ue. Il ministro della Cultura ha risposto che il suo Governo sta cercando il dialogo con quello turco. Un avvicinamento c´è stato, con la prima visita ufficiale di un Capo di Stato turco a Yerevan, ma i problemi sorgono ogni volta che si torna a parlare dell´olocausto armeno. "La verità è una sola - ha commentato Ballaman - indipendentemente dalla grandezza dei soggetti che la raccontano. Sono perciò contento di questa nostra collaborazione, che spero possa estendersi dalle istituzioni e dalla cultura ai settori economici". .  
   
   
LA CINA CHIAMA, RISPONDE SUBITO IL VENETO. IL SISTEMA STATISTICO REGIONALE SARA’ UN MODELLO PER PECHINO  
 
 Venezia, 17 novembre 2008 - Il sistema informativo di governo della nostra regione sarà modello per la Repubblica Popolare Cinese. Una delegazione di Pechino è stata ricevuta stamattina, a Palazzo Balbi, sede della Giunta veneta, a Venezia dall’assessore all’Economia, Vendemiano Sartor, per conoscere le peculiarità e le caratteristiche della nostra rete di rilevazione statistica. “La piattaforma regionale, che certamente è di grande valore e di eccellenza riconosciuta sia in ambito nazionale che a livello europeo, serve - ha detto l’assessore - come base informativa condivisa da tutti coloro che partecipano, a diverso titolo, al processo di formazione dei programmi regionali. Costituirà sempre più spesso un impianto omogeneo per la strutturazione e la diffusione di numeri statistici validati sulla realtà sociale ed economica delle sette province. Una componente fondamentale del sistema informativo veneto deriva, inoltre, dalla possibilità di fare interazione e sinergia con gli enti locali del territorio. Così come c’è da evidenziare l’opportunità per i cittadini che lo desiderano di capire la realtà regionale con analisi aggiornate, dettagliate e puntuali. ” Alla delegazione cinese l’assessore all’Economia ha ricordato che il Veneto ha un Pil pro capite di 30 mila euro, superiore a quello nazionale del 18 per cento e a quello europeo del 23,6 per cento. Nel 2007 il Pil veneto è per altro cresciuto rispetto alla stima nazionale dell’1,8 per cento. La maggior parte della ricchezza è attualmente prodotta dal terziario (63,3 per cento), anche se risulta ancora forte la componente manifatturiera (34,7 per cento). “Il tasso di disoccupazione - ha chiarito l’assessore - è praticamente a valori fisiologici (3,3 per cento), mentre il tasso di occupazione è del 65,8 per cento. ” Subito dopo la Lombardia, il Veneto insieme al Lazio è la regione che produce più ricchezza nazionale con 460 mila imprese e con 47 milioni e mezzo di euro di export. Infine, alcune curiosità: la comunità cinese nella nostra regione è composta da quasi 22 mila persone, il 20 per cento sono imprenditori del manifatturiero, del commercio e della ristorazione; l’export del Veneto verso la Cina è di 880 milioni di euro; l’import dalla Cina al Veneto ha superato i 3,3 milioni di euro. .  
   
   
SIGLATO IN REGIONE UN ACCORDO TRA LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA E LA PROVINCIA CINESE DELLO ZHEJIANG. SARANNO AVVIATE RELAZIONI IN CAMPO ECONOMICO MA ANCHE CULTURALE E SCIENTIFICO.  
 
 Bologna, 17 novembre 2008 – Una collaborazione in campo economico ma anche culturale e scientifico tra l’Emilia-romagna e la Provincia cinese dello Zhejiang: il presidente della Regione Vasco Errani e il presidente della Provincia dello Zhejiang, Zhao Hongzhu, hanno siglato questa mattina una dichiarazione d’intenti per l’avvio di relazioni di amicizia e di partenariato. All’incontro erano presenti l’assessore regionale alle Attività produttive Duccio Campagnoli e i rappresentanti del mondo dell’economia e del sistema produttivo dell’Emilia-romagna. Della delegazione cinese faceva parte anche il console generale della Repubblica popolare cinese a Milano, Zhang Limin. “Con questo accordo vogliamo rafforzare e istituzionalizzare i nostri rapporti con una delle provincie più importanti dal punto di vista economico della realtà cinese – ha detto il presidente Errani – Il sistema produttivo dello Zhejiang, come quello dell’Emilia-romagna, si basa sulla piccola e media impresa, e questa collaborazione ha l’obiettivo di sviluppare ulteriormente l’export del nostro sistema di imprese”. Il presidente Zhao Hongzhu, intervenendo durante l’incontro, ha ricordato l’importanza della presenza italiana nella Provincia dello Zhejiang e si è augurato l’avvio di una proficua collaborazione con l’Emilia-romagna. “L’interscambio con la Cina sta crescendo ad un ritmo del 30% all’anno e nei prossimi anni si prevede che lo sviluppo del paese prosegua ad un ritmo sostenuto – ha spiegato l’assessore Campagnoli - Lo Zhejiang vede già una presenza significativa di imprese emiliano-romagnole e molti cittadini cinesi che vivono nella nostra regione provengono proprio da questa provincia. La Regione supporta il mondo produttivo sostenendo gli investimenti ma anche costruendo queste occasioni di incontro”. Con l’accordo, le due regioni si sono impegnate a promuovere i contatti diretti e gli scambi economici e commerciali, nonché gli scambi relativi ad iniziative di cooperazione nei campi della scienza e della tecnologia, del turismo, della cultura, dello sport, della sanità e dell’educazione. Sono 190 le imprese emiliano-romagnole con investimenti diretti in Cina, di cui 140 a Shangai, per cui la Cina si colloca al 6° posto tra i primi 13 Paesi di destinazione. Con esportazioni pari a oltre 740 milioni di euro nel 2007 (in crescita del 16,4% rispetto al 2006) ed un interscambio commerciale in rapida e continua crescita dal 2000. La punta di diamante delle esportazioni verso la Cina è costituita dalle macchine ed apparecchi meccanici, il cui export è salito del 22,2%. Oltre la meccanica per l’industria (circa il 63% del totale), il made in Italy va forte per quanto riguarda la casa, la moda e l’alimentare (circa 6%) e sono in crescita per l’export e per quote di mercato i settori automotive, macchine produzione energia, alimentare. Per le aziende regionali interessate alla Cina da sei anni un punto di riferimento è costituito dall’Infopoint Emilia-romagna a Shanghai che ha offerto, dal suo insediamento, assistenza a oltre 1000 imprese regionali attraverso l’erogazione di informazioni di primo accesso al mercato cinese, il supporto all’organizzazione di incontri B2b, ricerca partner, missioni imprenditoriali. Esportazioni: Emilia-romagna E Cina - Con esportazioni pari a oltre 740 milioni di Euro nel 2007 (in crescita del 16,4% rispetto al 2006) ed un interscambio commerciale in rapida e continua crescita dal 2000 (quasi triplicato il valore dell’export), l’Emilia-romagna è la terza regione d’Italia per esportazioni verso la Cina, mercato che è percepito dalle imprese del territorio sia come un concorrente temibile, sia come un grande paniere di nuove opportunità. Nella prima metà del 2008, per quanto riguarda la Cina si registra un aumento più elevato delle merci esportate dall’Emilia-romagna rispetto alla media del continente asiatico (+28,0 per cento). Il buon andamento delle esportazioni verso la Cina è da attribuire in parte alla voce più importante, le “Macchine ed apparecchi meccanici”, il cui export è salito del 22,2%. I Settori di punta dell’export regionale verso la Cina sono: Meccanica per l’industria, circa 63% del totale; Made in Italy (Casa, moda, alimentare), circa 6%; in crescita (export e quote mercato): automotive, macchine produzione energia, alimentare. Investimenti Diretti Esteri - In particolare, con 190 imprese regionali con investimenti diretti in Cina, di cui 140 a Shanghai, la Cina si colloca al 6° posto tra i primi 13 Paesi di destinazione (e al 1° posto tra i Bricst). Infopoint Shanghai - Per le aziende regionali interessate alla Cina da 6 anni un punto di riferimento è costituito dall’Infopoint Emilia-romagna a Shanghai che ha offerto, dal suo insediamento, assistenza a oltre 1000 imprese regionali attraverso l’erogazione di informazioni di primo accesso al mercato cinese, il supporto all’organizzazione di incontri B2b, ricerca partner, missioni imprenditoriali. Nato nel 2003 come “Centro di servizi avanzati” a Shanghai rappresenta una straordinaria iniziativa di concertazione e raccordo che vede coinvolte nella partnership di progetto, oltre alla Regione e il sistema camerale regionale, Apt e soprattutto gli enti fieristici della regione (Bologna Fiere, Rimini Fiera e Fiere di Parma). Il Centro si è affermato come un vero proprio “incubatore” e poi sede comune delle iniziative di presenza e di insediamento a Shanghai, e ospita oggi la sede di Bologna Fiere (Bf China Fairs) anche con Rimini Fiera e Fiere di Parma che hanno dato vita ad una crescente attività fieristica a Shanghai. Attraverso Apt Servizi si sono insediati gli uffici di tour operator come Italcamel che organizzano i primi programmi per il turismo cinese. Servizi erogati dall’Info-point a Shanghai: Informazioni primo accesso; Assistenza al reperimento consulenze qualificate; Supporto all’organizzazione di incontri; Facilitazione della partecipazione delle imprese regionali alle fiere in Cina; Promozione della partecipazione delle imprese cinesi alle fiere regionali; Organizzazione di eventi promozionali e di comunicazione. . .  
   
   
INCONTRO MINISTRO RAFFAELE FITTO CON PRESIDENTE GIAN MARIO SPACCA - COLLABORAZIONE ISTITUZIONALE, MOTODO DI LAVORO CORRETTO PER AFFRONTARE LA DIFFICILE SITUAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA .  
 
Ancona, 17 Novembre 2008 - Il Presidente della giunta Gian Mario Spacca ha ricevuto il Ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto. Piena sintonia sulla necessita` di assicurare un leale rapporto istituzionale e progettuale tra Governo centrale, Regioni, sistema delle autonomie, categorie economiche e forze sociali. Un metodo di lavoro corretto per rispondere alla grave situazione economico-finanziaria e sostenere la domanda interna. Il momento e` tale, infatti, da richiedere il massimo di collaborazione per affrontare la crisi, il rilancio dell´economia, difendere il lavoro ed il reddito delle famiglie. Il presidente Spacca si e` fatto interprete delle preoccupazioni del mondo sindacale e imprenditoriale per alcune situazioni che riguardano le Marche. Un territorio, ha detto, a forte valenza manifatturiera, che vive ora un momento non facile, che rischia di mettere in discussione quello che fino ad ora e` stato il suo elemento di vitalita`: la forte coesione sociale, incentrata sull´equilibrio tra sviluppo economico e welfare. Ha illustrato le iniziative che sono state assunte dalla Regione ed il lavoro che si sta svolgendo con i Ministeri dello Sviluppo Economico e del Welfare. Attivita` che ha gia` prodotto risultati positivi. Ultimi, in ordine di tempo, il Progetto di riconversione industriale per la Sgl Carbon e le risorse per gli ammortizzatori sociali in deroga per le imprese, al disotto dei 15 addetti, che vivono una condizione di sofferenza. Su questa linea continueremo ad operare ´ ha detto ´ confrontandoci con tutti gli attori del territorio. Spacca ha ricordato che le Marche coordinano il gruppo di lavoro delle Regioni per affrontare le problematiche inerenti la crisi economico-finanziaria. Anche questo ruolo comporta uno stretto coordinamento con il Ministero per i Rapporti con le Regioni. Il Ministro Fitto ha sottolineato che nella prossima Conferenza Stato-regioni, il tema centrale sara` quello delle misure per la ripresa economica, nello spirito di una collaborazione con le Regioni. Si parlera` anche di ammortizzatori sociali e di fondi Fas per le aree sottoutilizzate. . .  
   
   
CRESCONO I RAPPORTI TRA LA REGIONE MARCHE E LA RUSSIA: COLLABORAZIONE CON LA CAMERA DI COMMERCIO E PROTOCOLLO D´ INTESA CON LA PROVINCIA DI DMITROV..  
 
Ancona, 17 Novembre 2008 - La giunta regionale ha preso atto dell´Accordo di collaborazione per lo sviluppo dei rapporti economici, commerciali e finanziari sottoscritto dalla Regione Marche con la Camera di Industria e Commercio della Federazione Russa e di uno speciale Protocollo d´ intesa con la Provincia di Dmitrov. ´Si e` arrivati a questo risultato ´ commenta il presidente della Regione Gian Mario Spacca - grazie all´ efficace opera di cooperazione che la Regione ha iniziato nel corso del 2007 e nei primi mesi del 2008, ponendo le basi per una collaborazione piu` diretta con il paese russo, culminata con la visita nelle Marche del presidente della Provincia Logachev Gavrilov della citta` di Dmitrov e del presidente della Camera di Commercio Evgenij Primakov. La scelta della Russia come partner commerciale di primo livello rientra in un progetto piu` ampio di cooperazione internazionale che coinvolge anche Brasile, India, Cina´. Nell´ ambito dell´Accordo verra` favorita la cooperazione fra Italia e Russia coinvolgendo imprese, aziende, organizzazioni e imprenditori dei due paesi, in particolare nel settore della piccola e media impresa. Per questo motivo verranno create condizioni favorevoli ad aumentare gli spazi di collaborazione tra tutti questi soggetti, realizzando un sistema di scambio di informazioni per la realizzazione di progetti comuni e nella ricerca di potenziali partners economici, coinvolgendo sia i centri di studio sulle nuove tecnologie che le ricerche pratiche fatte dalle imprese marchigiane. Inoltre sara` incentivata la partecipazione attiva a esposizioni, fiere ed altri eventi di comunicazione e promozione sia sul territorio russo che in quello marchigiano. Infine l´atto definisce le modalita` di cooperazione per attuare i programmi economici tra Federazione Russa e Unione Europea con particolare riferimento al Programma ´Strategia della Russia a medio termine per lo sviluppo dei rapporti con l´ Ue per gli anni 2000 ´ 2010´. Sulla stessa linea il Protocollo d´ Intesa con la Provincia di Dmitrov che individua nel dettaglio gli ambiti di collaborazione tra le due aree: nel settore industriale (incluso il metalmeccanico, agro-industriale, dell´ industria leggera), nel settore logistico, edilizio, finanziario, scientifico e dell´ innovazione, del commercio e dei servizi, della formazione e della protezione sociale, culturale e sportivo, turistico e ambientale. Inoltre sara` promosso l´ avvio e lo sviluppo dell´ ´Italian Industrial Park´ della citta` di Dmitrov, il progetto varato un anno fa che ha messo a disposizione delle imprese marchigiane una vasta area dotata di tutte le infrastrutture necessarie per gli insediamenti industriali, ripercorrendo la positiva esperienza del distretto di Lipetsk, interamente progettato in linea con la ´filosofia marchigiana´. .  
   
   
IL PRESIDENTE DELLA MARCHE SPACCA HA INCONTRATO IL NUOVO AMBASCIATORE POLACCO JERZY CHMIELEWSKI.  
 
Ancona, 17 Novembre 2008 - Il presidente Gian Mario Spacca ha incontrato, nella sede istituzionale, il nuovo ambasciatore polacco Jerzy Chmielewski. Un incontro cordiale e amichevole, in occasione del quale il presidente Spacca ha voluto porgere gli auguri di buon lavoro all´ambasciatore da poco insediato. Jerzy Chmielewski sostituisce il predecessore Michal Radlicki che ha lasciato l´Italia nel luglio 2007. Nato il 23 aprile 1948 a Poznn, Chmielewski si e` laureato con lode in Lettere e in Slavistica a Varsavia. E` stato docente di lingue slave all´Istituto degli Studi slavi dell´Universita` di Varsavia, e traduttore delle lingue serba, croata e slovena. Lavora alle dipendenze del ministero degli Esteri dal 1991. Roma non e` la sua prima sede in veste di ambasciatore, ha svolto la stessa funzione nella ex Jugoslavia durante il tormentato periodo della guerra, dal 1991 al 1995. In seguito, dal 1997 al 2003 ha prestato servizio come ambasciatore polacco in Croazia. Dal 2003 al 2008 ha ricoperto la carica di vicedirettore e successivamente direttore del Dipartimento d´Europa del ministero degli Esteri, che ha conservato fino alla nomina di ambasciatore in Italia. .  
   
   
BOLZANO, COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO: FIRMA ACCORDO CON UGANDA A STRASBURGO  
 
Bolzano, 17 novembre 2008 - Nell´ambito delle Giornate europee dello sviluppo lunedì 17 novembre a Strasburgo la Provincia di Bolzano siglerà un accordo di gemellaggio con il Distretto di Gulu-uganda. In base a quest´accordo sarà implementato un programma quinquennale di cooperazione allo sviluppo. Il Distretto di Gulu, nel Nord dell´Uganda, rappresenta un´area prioritaria per la cooperazione allo sviluppo della Provincia, anche grazie ai numerosi progetti di sviluppo ed ai partenariati sostenuti ormai da vari anni. Nel gennaio 2008 la Provincia ed il Governo locale del Distretto di Gulu hanno concordato di istituzionalizzare e rafforzare il loro partenariato con la sigla di un Accordo di gemellaggio quinquennale. Al riguardo il presidente della Provincia, Luis Durnwalder, sottolinea che tra gli obiettivi dell´accordo vi è il sostegno di progetti per la riduzione della povertà e per migliorare la sanità ed anche l´educazione e la formazione. Per i progetti da realizzare è prevista una somma complessiva di 600. 000 Euro. L´accordo di gemellaggio sarà sottoscritto lunedì prossimo, 17 novembre 2008 a Strasburgo nell´ambito delle Giornate europee dello sviluppo che quest´anno si incentrano sul tema "I poteri locali e lo sviluppo". E si svolgono tra il 15 ed il 17 novembre. Su incarico del presidente Durwalder, l´accordo sarà siglato per la Provincia da Elisabeth Spergser, direttrice dell´Ufficio affari di gabineto competente per il settore cooperazione allo sviluppo. .  
   
   
MARRAZZO, RILANCIARE IL TERRITORIO ATTRAVERSO I DISTRETTI PRODUTTIVI  
 
Roma, 17 novembre 2008 - “Roma non vive più senza le province, senza Viterbo, Rieti, Latina e Frosinone. La Regione, dal canto suo, è convinta che rilanciare il territorio e i suoi distretti produttivi voglia dire innanzitutto lavorare velocemente e bene sulle infrastrutture e garantire l´accesso al credito, soprattutto per le piccole e medie imprese sostenendole e rilanciando gli strumenti finanziari di cui dispone la Regione “. Così il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo È intervenuto a San Martino al Cimino (Viterbo) al convegno ´ Province e distretti per lo sviluppo economico del territorio´. Marrazzo ha ricordato come “la crisi possa essere affrontata collegando il territorio in un unico sistema infrastrutturale”. E ha ricordato tutti i progetti messi in cantiere e avviati dalla regione: dalla superstrada Orte Viterbo alla Sora-ferentino-frosinone fino alla Roma-latina-valmontone. Parlando poi del ruolo del Lazio e di Roma Capitale, Marrazzo ha aggiunto: “L´idea del governatorato di Roma come quella di Roma ´città Stato´ è anacronistica. Ma anche l´idea del federalismo dei Comuni, è un anacronismo istituzionale”. Serve dunque “un nuovo modello che renda il Lazio la regione della Capitale e delle Province”. Il convegno nazionale è stato organizzato da provincia di Viterbo, Fondazione Promo Pa e Upi Lazio. Al centro del dibattito, il ruolo delle Province e la cooperazione interistituzionale per sostenere la competitività per rilanciare i sistemi produttivi locali. Oltre al presidente Marrazzo, erano presenti i presidenti delle province di Viterbo e Rieti, Alessandro Mazzoli e Fabio Melilli, gli assessori al Bilancio delle provincia di Viterbo, Frosinone e Roma Aldo Fabbrini, Patrizio Cittadini e Antonio Rosati, il presidente della Camera di Commercio Ferindo Palombella e il consigliere regionale Giuseppe Parroncini. “Questo appuntamento nazionale -ha detto Mazzoli- è diventato ormai un luogo per parlare di temi che ci toccano tutti da molto vicino. Grazie a questa occasione infatti non solo si approfondiscono argomenti, ma si cercano insieme le vie d´uscita. Oggi parliamo di due punti essenziali: le province e i distretti. Sul primo posso dire che nonostante il dibattito acceso che si è sviluppato, sono fermamente convinto dell´utilità di questi enti, punto di riferimento per i comuni e non solo. Togliere le province significherebbe togliere un pezzo fondamentale a un sistema democratico. Per quanto riguarda i distretti invece la provincia deve porsi come ente in grado di operare da raccordo all´interno di una rete e farlo con ottimismo”. Nel corso dei lavori si è parlato anche dell´aeroporto di Viterbo e di ´Roma Capitale’. ” Sono entrambi dibattiti che ci riguardano da vicino - ha concluso Mazzoli - perchè non si può concepire un territorio come il Lazio senza la capitale e viceversa. La nostra ricchezza dovrà necessariamente essere l´unione e la reciprocità E l´aeroporto deve andare in questa direzione. Perchè non si tratta solo dello scalo di Viterbo, ma del secondo aeroporto del Lazio. E solamente insieme avremo una regione più forte in grado di offrire più opportunità”. .  
   
   
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE MOLISE MICHELE IORIO INTERVIENE PER RETTIFICARE LA NOTIZIA DATA DA NUOVO MOLISE SUL COSTO DELLA MISSIONE ISTITUZIONALE IN ARGENTINA  
 
Campobasso, 17 novembre 2008 - In merito alla notizia riportata il 13 novembre dal quotidiano "Nuovo Molise" circa il viaggio Istituzionale in Argentina del Presidente della Regione Michele Iorio e di alcuni Consiglieri Regionali, lo stesso Presidente Iorio ha dichiarato: "Per dovere di verità, ed in ossequio ai lettori che hanno il diritto di avere una notizia precisa e soprattutto corrispondente alla realtà circa l´utilizzo del denaro pubblico, mi corre l´obbligo di precisare che dei 70 mila euro impegnati nella delibera citata dall´articolista di "Nuovo Molise", 50 mila sono stati spesi assegnandoli, in parti uguali (25 mila Euro ciascuno) alle Associazioni e alle Federazioni dei Molisani nel mondo delle aree di Buenos Aires e di Mar del Plata per le loro attività istituzionali. Dei diecimila euro impegnati, invece, per il viaggio e il pernottamento della delegazione, sono stati realmente spesi, circa 5 mila euro. Mentre per le spese di rappresentanza, dei 10 mila euro impegnati, sono stati effettivamente spesi 1. 377 Euro. Non occorre poi essere esperti di Bilancio pubblico per comprendere la differenza tra "impegno" e "spesa". Si comprende quindi quanto forzata sia stata la semplicistica divisione dell´importo di 70 mila euro per il numero dei componenti della missione. Ogni considerazione sul modo in cui vengono distorti fatti reali la lascio ai lettori". .  
   
   
DELEGAZIONE DELLA PROVINCIA ARGENTINA DI SANTA FE NELLE MARCHE - PETRINI: ´COOPERAZIONE, AIUTO A TROVARE RISPOSTE GIUSTE PER RISPONDERE A UNA CRISI COMPLESSA´.  
 
 Ancona, 17 Novembre 2008 - ´Vi porto i saluti del presidente Spacca e di tutta la Giunta regionale. Sono felice di rivedervi, dopo esserci incontrati solo poche settimane fa a Rosario. Dove abbiamo consolidato la nostra collaborazione, basata su progetti di sviluppo che, partendo dall´esperienza marchigiana dei distretti, possano portare vantaggi reciproci. Sviluppo Marche e i centri servizi Asteria, Cosmob, Meccano e Scam, gia` presentati sia a Rosario che ad Armstrong, le imprese da questi coinvolte, sono determinanti per la nostra cooperazione. Il settore agromeccanico, le tecniche di semina in sodo, che ho potuto approfondire a Rosario, sono un esempio di interesse diretto per le nostre imprese agricole, su cui basare collaborazioni. Ma al di la` dei singoli settori d´interesse diretto, credo che in un momento difficile come quello che stiamo vivendo in tutto il mondo, la cooperazione sia d´aiuto anche a trovare risposte giuste per rispondere a una crisi complessa. Oggi firmiamo i documenti finali dell´intesa di Rosario, impegno a proseguire un rapporto proficuo, coltivato anche grazie a Marchigianar, sopratutto per la parte culturale che lega la comunita` marchigiana all´Argentina´. Cosi` il vicepresidente e assessore all´Agricoltura Paolo Petrini, salutando la delegazione tecnico istituzionale della Provincia argentina di Santa Fe, in visita oggi e domani nelle Marche. Ne fanno parte rappresentanti del Ministero della Produzione e responsabili di agenzie di sviluppo. La delegazione argentina e` nelle Marche a seguito dei forum sulle piccole e medie imprese organizzati nel paese sudamericano e nelle Marche (Mendoza novembre 2007, Civitanova Marche maggio 2008, Armstrong/rosario ottobre 2008). La visita si collega alla recente firma del protocollo d´intesa tra Regione Marche e Provincia di Santa Fe ´ firmatari il vicepresidente Petrini e il governatore Binner. ´Le filiere dell´agroalimentare, della meccanica, del cuoio e del tessile fanno si` che la regione Marche sia un punto di riferimento per l´interscambio tecnico e imprenditoriale. Santa Fe partecipa al progetto del Ministero degli Affari esteri che parte a marzo, in cui la Regione Marche sara` capofila nella nostra provincia, uno strumento aggiuntivo per la nostra collaborazione´ ha detto, ringraziando Petrini, Sergio Buchara, sottosegretario del Ministero della Produzione della Provincia di Santa Fe. Marche e Santa Fe promuovono i rapporti produttivi tra le piccole e medie imprese attraverso eventi promozionali, contatti tra istituzioni formative e culturali, il consolidamento della cooperazione tecnica, basata sui centri di trasferimento tecnologico. Durante la visita nelle Marche la delegazione della Provincia argentina e` interessata ad approfondire la conoscenza del tessuto produttivo e il sistema cooperativo delle Marche oltre ai settori energia, ambiente e logistico. Per questo, dopo l´incontro istituzionale di questa mattina sono stati organizzati, nel pomeriggio, un incontro con i vertici della Lega Coop Marche e visite alla Sviluppo Marche (Svim) e ad aziende. ´Questo incontro ´ commenta l´amministratore di Svim, Roberto Tontini - nasce dal forte interesse della Provincia argentina per il sistema Marche. Sono presenti oggi quattro agenzie di sviluppo, che vogliono conoscere meglio il nostro modello di governance. In particolare l´incontro con Svim, l´agenzia di sviluppo della Regione, e` dedicato ad approfondire le azioni messe in campo nei territori e da qui verificare la possibilita` di realizzare progetti concreti, che trovino interessi reciproci nei due sistemi industriali e produttivi per la rispettiva crescita´. Domani la delegazione fara` tappa presso la Federazione delle banche di credito cooperativo delle Marche, all´Interporto di Jesi e alla Meccano, dove verra` accolta dal presidente Gennaro Pieralisi. .  
   
   
REGIONE UMBRIA PROMUOVE CORSO PER NEO-DIRIGENTI  
 
Perugia, 17 novembre 2008 - Fare “rete” e creare una comunità di “buone pratiche”, conoscere le attività svolte nei rispettivi ambiti e condividere difficoltà e soluzioni a problematiche comuni. Sono stati questi gli obiettivi del corso di formazione manageriale, il primo nel suo genere, promosso dalla Regione Umbria e rivolto a 19 neodirigenti entrati in ruolo nel corso del 2008. Il percorso formativo, effettuato dalla Scuola di amministrazione pubblica “Villa Umbra”, è stato finanziato con fondi comunitari, “allo scopo di sviluppare le capacità e le abilità del dirigente pubblico – sottolineano dalla Direzione regionale Risorse umane e finanziarie - e non di esclusivo aggiornamento”. Le principali materie del corso, articolato in oltre cento ore di lezioni, hanno riguardato i poteri datoriali, l’organizzazione dei servizi e del lavoro, la gestione delle risorse umane, strumentali, tecnologiche e finanziarie. Due specifiche lezioni sono state dedicate agli atti amministrativi e legislativi. I neodirigenti che hanno partecipato al corso, durante le lezioni, hanno applicato gli strumenti didattici alla propria realtà lavorativa. Una metodologia didattica che è culminata con la preparazione di un progetto da parte di ogni singolo partecipante, illustrato in aula e sottoposto al confronto con colleghi e docenti che hanno contribuito con la loro “consulenza”. La specificità del corso è stata sottolineata sia dal Direttore regionale Annalisa Doria sia dall’amministratore di Villa Umbra Alberto Naticchioni che nel corso dell’ultima lezione hanno incontrato i neo dirigenti regionali i quali hanno evidenziato le potenzialità di tale tipo di formazione ed auspicato il potenziamento di tale metodo formativo. Il coordinamento scientifico del corso è stato curato dal Prof. Luigi Campagna, docente del Politecnico di Milano e l’organizzazione del corso dalla Dott. Ssa Lorena Grassi, funzionario della Scuola di Amministrazione Pubblica Villa Umbra. .  
   
   
REGIONE SICILIA: ECCO LE PRIORITÀ PER SPENDERE I FONDI UE  
 
Palermo, 17 novembre 2008 - Completamento della rete autostradale, rilancio in grande stile dei porti per fare della Sicilia una piattaforma logistica del Mediterraneo e valorizzazione dei beni culturali. A un mese esatto dal suo insediamento, il professore Robert Leonardi, neo dirigente generale del dipartimento della Programmazione, fissa gli obiettivi per spendere i quasi 10 miliardi di euro di risorse comunitarie destinate all’Isola nei prossimi 5 anni. “Quello che abbiamo trovato - dice Leonardi al Tgweb della Regione siciliana (www. Regione. Sicilia. It/tgweb) - era un programma molto diffuso sul territorio, molto spezzettato nelle sue parti e mancante di una strategia comune. Stiamo tentando di identificare le priorità e poi concentrare i soldi su queste. Visto che questo sarà l’ultimo ciclo di programmazione, infatti dopo il 2015 non ci saranno più fondi strutturali convergenza per la Sicilia, dobbiamo completare tutte quelle infrastrutture in grado di stimolare una crescita endogena, che sia sostenibile una volta che non ci saranno più i fondi”. Negli altri servizi del Tgweb, si parla del ricordo del terremoto che 100 anni fa devastò la città di Messina e della capacità della Sicilia ad affrontare, oggi, le più gravi calamità naturali; della figura di Silvio Milazzo, il presidente della Regione che, cinquant’anni fa, varò un governo trasversale per rilanciare le ragioni dell’Autonomia; della banca del germoplasma creata dall’Azienda foreste demaniali per tutelare le specie vegetali siciliane a rischio di estinzione; del progetto dell’assessorato all’Agricoltura per realizzare una filiera interamente regionale dedicata all’acquacoltura in aree interne. Il Tgweb della Regione siciliana è visibile anche sul canale satellitare Sky 887 Administra. It, il lunedì, il mercoledì e il venerdì alle ore 13. 00 ed è inserito nel palinsesto di oltre 30 televisioni locali di tutta l’Isola. Per le emittenti che ne faranno richiesta, registrandosi sul sito, il Tgweb è disponibile in formato integrale broadcast ad alta risoluzione. .  
   
   
APPRENDISTI: 16,6 MILIONI PER LA FORMAZIONE. PRONTO IL BANDO DELLA REGIONE SICILIANA  
 
Palermo, 17 novembre 2008 - È stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana il bando per l´assegnazione dei voucher formativi agli apprendisti siciliani, di età compresa tra i 16 e i 29 anni. L´assessorato regionale al Lavoro e alla Formazione professionale ha emanato l´avviso pubblico per l´assegnazione dei buoni agli apprendisti delle aziende siciliane che intendono seguire uno dei corsi di formazione inseriti nel catalogo regionale dell´offerta formativa (sezione D). “I fondi - dice l´assessore Carmelo Incardona - ammontano a 16. 679. 260 euro. L´ammontare di ciascun voucher sarà di 4. 320 euro. Gli apprendisti, in accordo con l´impresa per cui lavorano, potranno scegliere il percorso formativo più indicato e incaricare l´ente formativo, tra quelli accreditati, che organizza il corso. È la prima volta, in Sicilia, che viene attuato questo strumento. L´obiettivo è favorire la qualificazione professionale degli apprendisti, attraverso la scelta autonoma dei percorsi formativi più adeguati. È, in generale, la filosofia del catalogo dell´offerta formativa che dà centralità alle esigenze formative degli allievi che possono scegliere, tra le varie proposte progettuali, quelle rispondente alle loro necessità e alle loro aspirazioni, in linea con le richieste del mercato del lavoro”. Se le richieste di assegnazione dei voucher saranno superiori alla disponibilità finanziaria, sarà stilata una graduatoria, nella quale sarà data priorità ai candidati con contratto di apprendistato meno recente. “Questo - spiega l´assessore - per garantire maggiore possibilità a chi non potrebbe più usufruire dei voucher in futuro”. Gli enti scelti per lo svolgimento dei corsi dovranno presentare on line la richiesta del voucher entro il 12 dicembre, sul portale www. Catalogovouchersicilia. It. I percorsi formativi inseriti nell´elenco della sezione D del catalogo regionale dell´offerta formativa sono 566. I progetti sono stati selezionati, a seguito di un´istruttoria per la valutazione del possesso dei requisiti, tra quelli inviati all´assessorato al Lavoro a seguito del bando pubblicato nella Gazzetta ufficiale dello scorso 8 agosto. L´elenco è stato approvato, si può consultare sul sito www. Catalogovouchersicilia. It e sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana. Il dipartimento della Formazione professionale aveva redatto un primo repertorio regionale dei profili professionali e formativi che è stato presentato alle parti sociali, costituito da un elenco di figure professionali che caratterizzano il sistema economico-produttivo regionale, identificate per aree professionali e descritte secondo standard professionali, cui gli interventi formativi devono essere riferiti. L´elenco dei percorsi formativi comprende figure dei settori dell´edilizia, della ristorazione e della pasticceria, dell´eno – gastronomia, del turismo, dell´elettromeccanica, dell´impiantistica termo – idraulica, delle costruzioni nautiche, dell´animazione e del tempo libero, della gestione aziendale e del marketing, del commercio e dell´estetica. I percorsi formativi dovranno partire entro tre mesi dalla pubblicazione in catalogo, con un minimo di 8 apprendisti e un massimo di 25, e concludersi entro due anni. .  
   
   
API MATERA SU SISTEMA CREDITIZIO ALLE IMPRESE  
 
 Matera, 17 novembre 2008 - “E’ noto come la crisi dell’economia si sia aggravata a causa del sopravvenire di una crisi di liquidità delle imprese e sia stata acutizzata dalla restrizione del credito bancario”. Lo si apprende da una nota dell’Api Matera. L’api – si legge nel comunicato - tuttavia denuncia l’atteggiamento di contrazione del credito, messo in atto dalle banche, al quale si aggiungono ulteriori comportamenti di scarsa trasparenza nei casi di concessione del credito bancario. Non si comprende perché le banche neghino il credito anche alle imprese sane, sottraendosi a ricoprire il ruolo che compete loro nel rapporto banche-imprese. Le imprese hanno bisogno di finanziare i propri investimenti e le banche hanno bisogno di prestare denaro. Anche le società di assicurazione dei crediti esteri non assicurano più le aziende. Sembra che ognuno abbia dimenticato qual è il suo ruolo, il suo compito e il suo mestiere in questo mercato globalizzato così complesso. In questo contesto – si legge - l’Api apprezza alcuni interventi che giungono da diversi parlamentari di opposizione, deputati e senatori, lucani e non solo. Anche il senatore Filippo Bubbico ed altri suoi colleghi componenti della commissione Industria del Senato, segnalando al presidente dell’Antitrust la mancata attuazione della liberalizzazione del mercato dell’energia, hanno evidenziato la scarsa tutela delle piccole e medie imprese e la mancata trasparenza nella composizione del prezzo dell’energia e del carburante. L’associazione ha invitato i parlamentari lucani a sostenere l’iniziativa nelle sedi istituzionali competenti, ottenendo subito il consenso di Salvatore Margiotta, vice presidente della Viii Commissione Ambiente, Territorio, Lavori Pubblici della Camera dei Deputati. La proposta – continua l’Api - pur se limitata ai crediti per forniture di beni e servizi, riguarda un fenomeno molto diffuso in Basilicata per le aziende che operano nel mercato degli appalti pubblici. Il disegno di legge riveste un’estrema importanza per il sistema locale delle Pmi anche perché il meccanismo in esso previsto viene esteso al credito d’imposta per gli investimenti, la cui fruizione è stata posticipata anche al 2014”. .  
   
   
VERSO UN TRENTINO PIÙ EFFICIENTE  
 
 Trento, 17 novembre 2008 - Già da qualche anno, quando si tratta di varare e portare avanti politiche incentrate sul risparmio energetico, il Trentino è in prima fila. Ora, a rafforzare un impegno già notevole, arriva la certificazione obbligatoria per gli edifici pubblici, che entrerà in vigore entro il 2013. Il compito di distinguere le strutture “risparmiose” da quelle che al contrario non lo sono, sarà affidato ad un apposito marchio. Turisti e residenti avranno così la garanzia che queste costruzioni rispettano elevati standard di carattere energetico, nonché di sostenibilità ambientale. L’obbligo di certificazione riguarda tutti gli edifici, ad eccezione di quelli storici, i fabbricati industriali, artigianali e agricoli non residenziali nel caso in cui gli ambienti siano riscaldati per esigenze del processo produttivo. Quello del “bollino verde” sarà un passo obbligatorio anche per le strutture di nuova costruzione, così come negli interventi di demolizione, ricostruzione e ampliamento. Il Trentino, del resto, nel settore del risparmio energetico applicato agli edifici, è da tempo all’avanguardia, specie se si opera un raffronto con il resto d’Italia. A testimoniarlo in modo inequivocabile sono l’apposita legge provinciale 14 del 1980 (dedicata alle “nuove disposizioni in materia di catalogazione del patrimonio storico, artistico e popolare del Trentino e del relativo inventario”), via via migliorata con il passare degli anni, ma anche il Piano energetico ambientale del 2003, i vari protocolli di intesa firmati ad esempio con il Consorzio dei Comuni (nei quali rientra l’accordo volontario per promuovere gli edifici a basso impatto ambientale), nonché la delibera del 2005 che obbliga i soggetti pubblici e coloro che costruiscono con finanziamenti pubblici ad adeguarsi ai criteri di basso impatto energetico. .  
   
   
ESITI DEL CONVEGNO SUL MERCATO UNICO  
 
Monza e Brianza, 17 novembre 2008 - L’europa è ancora il principale mercato di riferimento: un mercato, tra import ed export, da oltre 20 miliardi di Euro per la Brianza, 142 per la Lombardia e 420 per l’Italia. La Brianza risulta una delle aree più integrate con il mondo: ha un indice di apertura commerciale pari al 138%, più del doppio di quello italiano (52%), di gran lunga superiore a quello lombardo (77%) e a quello milanese (89%). Il settore manifatturiero della Brianza esporta verso i Paesi europei 6. 632,72 milioni di Euro (64,1% del totale delle esportazioni), di cui il 17,1% verso la Francia e il 16,7% verso la Germania. La Lombardia esporta in Europa 65. 044,10 milioni di Euro (71,42% delle esportazioni) e l’Italia il 70,97%. Questi i dati illustrati durante il convegno “Il Mercato Unico Europeo. Benefici per imprese, consumatori e professionisti”, organizzato da Innovhub e da Camera di commercio Monza e Brianza e tenutosi a Monza il 14 novembre 2008. L’iniziativa rientra nella “Campagna di informazione sul mercato 2007-2008 Single Market Review”. .  
   
   
LE IMPRESE TOSCANE CHIEDONO MENO BUROCRAZIA PRESENTATA UN´INDAGINE DELLA REGIONE SUGLI OBBLIGHI AMMINISTRATIVI  
 
Firenze, 17 novembre 2008 - Se il costo del lavoro è ancora il più avvertito, la macchinosità degli adempimenti amministrativi si attesta ormai al secondo posto nella graduatoria dei problemi più gravi segnalati dalle piccole e medie imprese toscane, prima ancora delle carenze infrastrutturali, delle difficoltà di accesso al credito o della concorrenza di produzioni a basso costo di paesi extraeuropei. È il dato più rilevante che si ricava da un´ampia indagine statistica sulla semplificazione che, promossa dalla Regione e realizzata attraverso un sondaggio affidato all´istituto Swg di Trieste, ha coinvolto ben 3 mila imprese con meno di 50 dipendenti. «Un´indagine che rappresenta con molta evidenza le valutazioni e le percezioni degli imprenditori toscani nei confronti della pubblica amministrazione – spiega il vicepresidente della Regione Toscana Federico Gelli – Ovviamente si può discutere sull´effettivo peso della burocrazia nella vita dell´impresa rispetto alle carenze infrastrutturali o alle dinamiche della globalizzazione, ma il problema indubbiamente esiste. Anche in Toscana la pubblica amministrazione è vissuta dalle imprese più come un problema che come una risorsa. Sono valutazioni preziose per il governo regionale che, anche a partire dalle esigenze manifestate in questa ricerca, rafforzerà il suo impegno per semplificare e migliorare i rapporti tra economia e pubblica amministrazione, razionalizzando e alleggerendo gli iter burocratici anche con il sostegno delle nuove tecnologie». Per quanto riguarda i dati, il costo del lavoro è indicato dal 32% per cento delle imprese, la macchinosità degli adempimenti amministrativi dal 23%. Seguono rispettivamente con il 18 e il 16% la mancanza di manodopera qualificata e l´accesso al credito. Per quanto riguarda i motivi di insoddisfazione (ma va sottolineato che un´impresa s u 4 non segnala alcun aspetto critico), il 31% delle imprese segnala la lunghezza delle procedure, il 15% la carenza di informazioni, il 14% la scarsa competenza del personale, il 12% la difficoltà a entrare in contatto. Due terzi dei soggetti intervistati vivono come gravosi gli obblighi amministrativi perché il loro costo (anche in termini di tempo) è ritenuto inappropriato rispetto al servizio ricevuto. “Tuttavia – spiegano i ricercatori – un risultato di queste dimensioni è atteso. È usuale che le aziende si lamentino dei costi. Va invece sottolineato il dato contrario, ovvero un 33% di imprese che ritiene i servizi della pubblica amministrazione adeguati al costo sostenuto». Da segnalare che la diffusione della conoscenza degli Sportelli unici per le attività produttive non arriva a metà del campione (43%) e il loro utilizzo si ferma al 15%. Quanto all´autocertificazione, circa il 30% degli impren ditori a oggi non è informato su questa possibilità per le dichiarazioni di conformità. Poco più di 4 imprese su 10 vi fanno ricorso per per l´inizio di attività. Tra le soluzioni proposte, il 48% degli imprenditori propone la riduzione degli obblighi per le imprese più piccole o con attività non a rischio per particolari problematiche sanitarie o ambientali. Il 19% richiede la riduzione della frequenza delle dichiarazioni, il 18 l´eliminazione delle duplicazioni nella richiesta delle informazioni, il 15 lo sviluppo di procedure on line. Due terzi delle imprese si attendono benefici rilevanti dalla modernizzazione della pubblica amministrazione, e in particolare dalla possibilità di accesso via Internet. .  
   
   
"L´INFORTUNIO: IMPARARE DAGLI ERRORI", IL 20 NOVEMBRE CONVEGNO A BOLZANO  
 
Bolzano, 17 novembre 2008 - Molti degli infortuni che si verificano sul luogo di lavoro potrebbero essere evitati con piccoli accorgimenti e facendo tesoro delle esperienze passate. Partendo da questo presupposto, la Ripartizione provinciale lavoro organizza per giovedì 20 novembre a Bolzano un convegno dal titolo "L´infortunio: imparare dagli errori". "L´obiettivo di questa iniziativa - spiega l´assessore provinciale al lavoro Francesco Comina - è quello di prendere coscienza degli errori che sono stati commessi in alcuni casi esemplari, e fare in modo che in futuro, con una maggiore attenzione, il numero degli incidenti sul luogo di lavoro possa ridursi". Durante il convegno gli ispettori dell´Ufficio provinciale sicurezza del lavoro, e il sostituto procuratore della Repubblica Axel Bisignano, analizzeranno due infortuni mortali ed evidenzieranno le relative cause, responsabilità e conseguenze. Il convegno è destinato soprattutto a coordinatori della sicurezza, responsabili dei lavori, responsabili del servizio di prevenzione e protezione, e datori di lavoro, con particolare attenzione agli imprenditori edili. Il convegno "L´infortunio: imparare dagli errori", la cui partecipazione è gratuita, si svolgerà giovedì 20 novembre, a partire dalle ore 15, presso l´Auditorium del nuovo palazzo provinciale di via Canonico Michael Gamper 1, a Bolzano. .  
   
   
PIACENZA: SEMINARIO SUL QATAR  
 
Piacenza, 17 novembre 2008 – Oggi a partire dalle 9. 30, presso la Sala Corsi della Camera di Commercio di Piacenza, il Cepi - Consorzio Esportatori Piacentini- e la Camera di commercio hanno organizzato un incontro con Enrico Balugani, un concittadino da una decina di anni residente a Doha (Qatar) che si sta distinguendo sia nel settore puramente imprenditoriale (è Technical Manager della Qppc - Qatar Plastic Products Co, joint-venture italo-qatarina con sede in Qatar per la produzione di imballaggi per impiego industriale), sia nel campo istituzionale (è Presidente dell´ Ibcq - Italian Qatar Business Council) punto di riferimento operativo per le aziende italiane interessate al mercato di questo Paese. L’italia, al momento è il secondo Paese esportatore per il Qatar, ed il numero di imprese italiane che hanno rapporti con questo Emirato stanno rapidamente crescendo. L´incontro è gratuito e sarà in gran parte improntato sulla conoscenza delle opportunità che il mercato qatarino può offrire alle imprese, opportunità che verranno illustrate da Balugani, nella sua duplice veste di imprenditore e rappresentante istituzionale. Le aziende potranno rivolgere quesiti specifici al relatore. L’export piacentino in Qatar è più che raddoppiato se si confronta il primo semestre del 2007 con il primo semestre del 2008 ed ha raggiunto i 38 milioni di euro. Macchine e prodotti in metallo sono i prodotti che vengono venduti dalle imprese piacentine. .  
   
   
AL VIA IN PIEMONTE I CORSI DI LINGUA ITALIANA PER ADULTI STRANIERI  
 
Torino, 17 novembre 2008 - Stanno per prendere il via in Piemonte i corsi di italiano rivolti a cittadini stranieri adulti regolarmente presenti sul territorio regionale. Finanziati in base ad un accordo di programma siglato fra Regione e Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e realizzati in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte del Ministero dell’Istruzione, i corsi avranno sede in diversi istituti scolastici di tutte le province piemontesi. L’obiettivo è favorire la conoscenza dell’italiano da parte dei cittadini stranieri adulti, sia comunitari che extracomunitari, per facilitarne l’inserimento e l’integrazione nella comunità regionale, con un’attenzione particolare rivolta alle donne. Il programma prevede l’attivazione di un progetto per l’alfabetizzazione e l’apprendimento della lingua italiana, insieme a nozioni di base di cultura ed educazione civica, con il rilascio di certificazioni finali aventi valore ufficiale di attestazione di conoscenza dell’italiano. La Regione Piemonte, sulla base delle linee guida dell’accordo stipulato, ha individuato quali beneficiari dell’iniziativa in primo luogo i genitori stranieri degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. I corsi dovranno essere realizzati entro il 30 giugno 2009 e si terranno presso 8 scuole capofila, una per provincia, alle quali si collegheranno, in rete, altre scuole interessate all’iniziativa. La cabina di regia del progetto è affidata alla Direzione Politiche Sociali e per la Famiglia della Regione Piemonte ed è costituita da rappresentanti della Direzione Scolastica Regionale per il Piemonte del Ministero della Pubblica Istruzione, da due referenti per ogni scuola capofila e da rappresentanti delle Province piemontesi. La realizzazione dei corsi prevede un investimento complessivo di 300. 000 euro, di cui 267. 000 finanziati dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e 33. 000 dalla Regione Piemonte. “Dopo il successo dei corsi di lingua e cultura italiana per ragazze e ragazzi stranieri – dichiara l’assessore regionale al Welfare, Teresa Angela Migliasso – ci rivolgiamo ora agli adulti, in particolare alle mamme e ai papà degli allievi che frequentano le scuole della nostra regione. I processi di inclusione sociale e di integrazione si realizzano solo attraverso percorsi di pari opportunità. La conoscenza della lingua e della cultura italiana e dell’educazione civica rappresentano un punto centrale: capire e farsi capire, parlare, chiedere informazioni, comunicare sul posto di lavoro, muoversi tra uffici e servizi, cercare casa o impiego, socializzare con gli altri sono presupposti essenziali per una convivenza costruttiva e non conflittuale” . “L’iniziativa – sottolinea Alessandro Lombardi, dirigente della Direzione Generale dell’Immigrazione del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali – rappresenta un momento significativo della collaborazione istituzionale fra il Ministero e la Regione Piemonte, con la quale nel corso degli ultimi anni si è consolidata un’esperienza molto proficua nel settore dell’insegnamento della lingua italiana”. “Fra tutte le attività possibili riguardanti l’accoglienza degli immigrati stranieri – afferma l’assessore regionale all’Istruzione, Gianna Pentenero - gioca un ruolo fondamentale l´insegnamento della nostra lingua, poiché facilita e migliora il loro inserimento nel lavoro, nella scuola e in generale in tutte le relazioni sociali. Molte scuole della nostra regione si stanno attrezzando per riuscire a fronteggiare questa nuova necessità didattica, offrendo, con iniziative come questa, corsi gratuiti ai ragazzi di età superiore ai 18 anni. ‘Italiano parliamone’, assume in quest’ottica non solo una valenza didattica, ma anche educativa. Talvolta infatti la domanda esplicita di acquisire la lingua italiana nasconde richieste inespresse di promozione personale, realizzazione professionale, riscatto sociale". “Senza l’insegnamento della lingua l’integrazione è impossibile – aggiunge il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, Francesco de Sanctis - ma insegnare l´italiano agli stranieri adulti, più ancora che ai bambini e ai ragazzi, è un compito molto delicato e complesso: richiede competenze specifiche, oltre che strumenti didattici originali, e modalità organizzative flessibili. E’ per questo motivo che sosteniamo con particolare impegno questa iniziativa di educazione linguistica e interculturale”. . .  
   
   
DONNE: PARI OPPORTUNITA’: ASSESSORE PRODI ESPRIME SOLIDARIETA’ A CONSIGLIERA DI PARITA’ UMBRA FAUSTA GUARRIELLO  
 
Perugia, 17 novembre 2008 - “Solidarietà” alla Consigliera di Parità nazionale, Fausta Guarriello, rimossa nei giorni scorsi dal Governo per “incompatibilità politica” dell’incarico, è stata espressa dall’assessore alle Pari Opportunità della Regione Umbria, Maria Prodi. “La Consigliera di Parità - dice Prodi – è una figura di garanzia dell’attuazione del principio costituzionale di parità tra uomo e donna. Non si tratta di una figura politica, ma tecnica e nessuna sino ad ora era stata revocata dal vertice politico durante il corso del suo mandato. Assoggettare la Consigliera di Parità al meccanismo dello “spoil system” – prosegue l’assessore - costituisce un grave precedente che ovviamente non deve ripercuotersi su tutte le altre Consigliere di Parità che operano a presidio dei rispettivi territori”. L’assessore ha infine ribadito “l’importanza della figura delle Consigliere di Parità e del loro ruolo di difesa delle donne rispetto discriminazioni sul posto di lavoro, sottolineando che, pur essendo nomine governative si tratta di ruoli di garanzia che non devono essere sottoposte a condizionamenti”. .  
   
   
‘DONNE E POLITICA’: UN BINOMIO POSSIBILE ANCHE IN ITALIA? OGGI UN FORUM METTE A CONFRONTO PARLAMENTARI E SOCIETÀ CIVILE  
 
Caserta, 17 novembre 2008 - Promuovere l’accesso femminile alla rappresentanza politica significa creare per le donne uno ‘spazio sociale’ che ne riconosca e valorizzi identità, istanze, priorità e approcci. Questo il punto di partenza che animerà il dibattito ‘Donne e politica’ promosso da Campus, l’ente di formazione e ricerca presieduto da Sossio Scialla, e in programma per lunedì 17 novembre a partire dalle ore 16,30 nei locali di via Santa Chiara a Caserta. Un argomento di stretta attualità sul quale si confronterà un parterre d’eccezione. Al tavolo dei relatori siederanno infatti le parlamentari Pina Picierno del Pd e Maria Elena Stasi del Pdl, l’assessore provinciale alle Pari opportunità, Lucia Esposito, i sindaci di Roccaromana, Roccamonfina e Fontegreca, rispettivamente Anna Filomena De Simone, Maria Cristina Tari e Carmela Filomena Imundi, il vicesegretario provinciale del Pd, Carmen Trepiccione. Ma non solo. Una platea eterogenea e di diversa estrazione politica per indagare un fenomeno ancora troppo diffuso in Italia – quello della scarsa rappresentanza femminile nelle istituzioni e nelle organizzazioni partitiche e sindacali – che, secondo gli esperti, rischia di generare un deficit di democrazia. A introdurre i lavori – subito dopo il saluto di benvenuto del presidente della Provincia, Sandro De Franciscis, - sarà la professoressa Lorella Cedroni, docente di Filosofia politica e Scienza politica all’Università di Roma ‘La Sapienza’ e massima esperta del settore per aver coordinato un progetto del Ministero su ‘Donne, politica e istituzioni – percorsi formativi per la promozione delle pari opportunità nei centri decisionali della politica’ che ha fatto tappa in tutte le università italiane. “La scarsa presenza delle donne nelle istituzioni e nei partiti – ha spiegato al riguardo Cedroni – dipende da fattori strutturali ma anche culturali. Personalmente penso sia sbagliato ragionare in termini numerici, piuttosto ritengo sia necessario indicare in quali termini una presenza più consistente delle donne in politica possa poi fare la differenza sul piano qualitativo’. Sotto i riflettori anche le ipotesi di soluzione, le proposte, anche provocatorie, ai politici presenti in sala e soprattutto l’impegno a delineare insieme nuovi e più rosei scenari per il futuro politico delle donne. Un’iniziativa che nasce come naturale proseguimento del percorso di formazione avviato da Campus con il master ‘Il disagio, la politica e le istituzioni’ e che proseguirà a fine novembre con un nuovo corso che investirà questa volta gli enti pubblici. I lavori del convegno di lunedì saranno moderati da Roberto De Rosa, coordinatore scientifico del master di formazione alla politica realizzato da Campus e docente di Analisi delle politiche pubbliche presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università della Tuscia di Viterbo. .  
   
   
I "FATTORI DI CRESCITA" DELLE AZIENDE FAMILIARI PER IL RILANCIO ECONOMICO DEL PAESE SE NE È PARLATO AL 5° CONVEGNO SULLE GARANZIE E TUTELE SOCIALI DEI COMMERCIALISTI DI MILANO  
 
 Milano, 17 novembre 2008 – Si è tenuto il 14 novembre nell´aula magna dell´Università Bocconi il 5° Convegno nazionale sulle Garanzie e Tutele Sociali dell´Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano: Le aziende familiari: cultura del mercato e modernizzazione per lo sviluppo del Paese. Nel contesto economico attuale, caratterizzato da sfiducia e incertezza, si guarda con speranza e apprensione all´economia reale e a come potrebbe essere impattata dalla crisi. Mai come in questo momento dunque le aziende familiari, che costituiscono l´83% del tessuto delle piccole e medie imprese italiane e il 30% delle imprese con fatturato superiore a 50 Mio €, necessitano di un´analisi del loro stato di salute e di misure e proposte per sostenerne le potenzialità di crescita. Aprendo i lavori del convegno Luigi Martino, presidente dell´Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano ha affermato che "secondo dati recentissimi in Italia nei primi 9 mesi di quest’anno hanno chiuso 336. 846 aziende. Il saldo, dato dalla differenza tra iscritte e cessate, è stato pari a –13. 184. Nei primi 9 mesi del 2007, quest’ultimo indicatore, era abbondantemente positivo e pari a + 10. 007. Le questioni legate al consolidamento e alla crescita dell´azienda familiare sono quindi assolutamente centrali per l´economia del Paese che si trova in una fase di crisi dinanzi alla quale i cittadini sono spaesati, chiedono certezze e riferimenti sicuri. Questa crisi che viene da lontano, è nata in un contesto di iperliberalizzazione dei sistemi e dei mercati finanziari, dove ci si è spinti consapevolmente oltre il confine del rischio. A questa crisi le imprese familiari, se sostenute nella loro crescita, sono in grado di fare argine. Oltre alla necessità di rivedere innanzitutto l´insieme delle norme sulla successione, le imprese familiari - ha aggiunto Martino - hanno però anche bisogno di flusso di liquidità: le banche devono comprendere che questa è la loro grande occasione per recuperare la fiducia non solo dell´impresa ma di tutta la società. In un contesto molto indebitato - il 36. 5% delle pmi italiane ha un debito superiore al valore del patrimonio netto - gli istituti finanziari, dovrebbero essere interessati a spingere e consigliare gli imprenditori verso un buon passaggio generazionale". L´indagine promossa dall´Ordine di Milano in collaborazione con l´Università Bocconi - cattedra Aidaf Alberto Falk - ha messo in luce spunti e proposte di cui il legislatore dovrà tenere conto. Sarà ad esempio auspicabile una profonda revisione della normativa sulle successioni che tenga conto della nuova struttura di famiglia rispetto a quella tradizionale. Sono emerse indicazioni sull´importante ruolo dei professionisti, sui sistemi contabili, sui parametri patrimoniali e sulla struttura concorrenziale internazionale. Si è rivelato inoltre critico il rapporto con gli istituti bancari, che saranno chiamati a ripensare le loro strategie di finanziamento per evitare che la paventata stretta creditizia amplifichi le ripercussioni negative della crisi sull´economia reale; le banche spesso ignorano un segmento di clientela che potrebbe essere altamente profittevole. Le modifiche normative per sostenere la crescita delle aziende familiari - Le aziende familiari sono una componente essenziale del sistema economico italiano. In questi ultimi anni, anche a seguito del lavoro di sensibilizzazione e di ricerca svolto dalla Associazione Italiana delle Aziende Familiari (Aidaf), il quadro legislativo e tributario in tema di processi di ricambio generazionale si è in parte modificato. In primo luogo, le imposte di successione sono state prima riviste con una significativa riduzione da un Governo di centrosinistra, poi sono state abolite del tutto da un Governo di centrodestra e poi sono state reintrodotte ma in misura contenuta e con agevolazioni nel caso di giovani imprenditori che continuino l’impresa dei genitori. In secondo luogo, con la legge n. 55 del 14 febbraio 2006 il legislatore ha preso atto che in molti paesi europei sono ammessi i patti successori e ha introdotto nel nostro Paese l’istituto del “Patto di Famiglia per l’impresa”. Dopo questi primi risultati, si tratta ora di valutare il lavoro svolto e di ipotizzare altre possibili misure che possano agevolare la continuità e la crecita delle aziende familiari. A questo scopo, invece di procedere con uno “studio a tavolino” si è ritenuto opportuno avviare una indagine sul campo intervistando un campione selezionato di professionisti scelti tra Dottori Commercialisti, Avvocati e Notai sulla base di un questionario semistrutturato. La ricerca, promossa dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano in collaborazione con la cattedra Aidaf - Alberto Falck dell’Università Bocconi, ha lo scopo di aprire un dibattito tra i professionisti e gli imprenditori che porti poi alla formulazione di alcune richieste condivise ai policy makers. L’interesse pubblico nel confronti delle aziende familiari - I professionisti intervistati hanno ribadito, in primo luogo, l’importanza delle aziende familiari nel sistema economico italiano e la conseguente necessità di supportarne l’operato in particolare nel momento del passaggio generazionale che costituisce tipicamente uno dei momenti più difficili per la vita dell’azienda. A tale riguardo è stato sottolineato che secondo una concezione moderna dell’impresa, essa non è più solo dell’imprenditore o della sua famiglia, ma costituisce un centro di interessi per molti stakeholders. Esiste pertanto un interesse pubblico alla sua integrità, così come avviene, per esempio, per le collezioni d’arte e per le biblioteche ai sensi dell’art 727 del codice civile in materia di frazionamento delle stesse. Di conseguenza, la preservazione della continuità delle aziende familiari nel corso dei vari passaggi generazionali e della conseguente “deriva generazionale” è una sorta di bene pubblico che merita adeguate tutele. La definizione giuridica di azienda familiare - Sulla base di tale presupposto è stato affrontato il problema della definizione giuridica di azienda familiare, preso atto che l’art 768 c. C. In materia di “Patto di Famiglia per l’impresa” ne ha introdotto per la prima volta nel nostro ordinamento un richiamo esplicito. Gli intervistati hanno espresso in linea teorica una opinione positiva sul punto evidenziando che una precisa definizione di azienda a controllo familiare costituirebbe la base di partenza per prevedere una serie di interventi legislativi in materia. Tutti concordano però sulla difficoltà di pervenire ad una corretta definizione ed evidenziano il rischio che si pervenga così ad una sorta di ghettizzazione dell’azienda familiare. L’impatto delle nuove dinamiche familiari Una parte del questionario era poi dedicata all’impatto che le dinamiche che stanno avvenendo nella famiglia (aumento della vita media, aumento delle convivenze senza matrimonio, dei divorzi, dei figli da diversi matrimoni, …) possono avere sulla continuità delle imprese familiari. E’ quasi superfluo ricordare che il nostro Codice Civile è ispirato da una struttura molto più tradizionale di famiglia. In tema, un esempio classico citato riguarda la presenza tra i soci di figli del primo matrimonio, già operativi in azienda, e di figli del secondo matrimonio ancora giovani, ma che, grazie alla legittima esistente in capo alla madre, potranno avere partecipazioni societarie più elevate. Secondo i professionisti intervistati, la obiettiva maggior complessità dovuta a questi fenomeni deve condurre ad una ancora più attenta, tempestiva e lungimirante pianficazione del passaggio generazionale. Ne sono seguiti una serie di suggerimenti per preparare e condurre in porto positivamente il passaggio generazionale: una corretta predisposizione degli statuti sociali. In un buon numero di casi gli statuti non vengono progettati con cura e si procede con soluzioni standard. Gli statuti sono invece uno dei temi più delicati per la continuità delle aziende ed essi vanno progettati come un vestito su misura delle caratteristiche delle aziende e delle famiglie imprenditoriali coinvolte. Le clausole di prelazione, i criteri per la nomina dei consiglieri, le maggioranze per le varie decisioni sono alcuni tra i temi sui quali spesso nella pratica non si riscontrano soluzioni debitamente progettate; una adeguata politica dei dividendi che tenga conto delle specifiche esigenze dell’azienda e dei vari familiari; una adeguata progettazione societaria che valuti l’utilizzo di una holding. Le holding, infatti, sono uno strumento utile per creare una distinzione più chiara tra proprietari e gestori dell’azienda. Grazie alla holding si crea una forza che spinge i proprietari a cercare un punto di mediazione per trasmettere volontà unitarie alle società controllate. Sembra che molte famiglie (e molti loro professionisti) stiano procedendo in questa direzione; una attenta redazione dei testamenti al fine di utilizzare la quota disponibile e la possibilità di attribuire specifici beni per garantire il governo unitario delle aziende e ridurre il rischio di contenziosi; una preventiva e condivisa preparazione della famiglia (individuazione del leader familiare, redazione di patti di famiglia, …) e dell’azienda (rafforzamento dell’autonomia del management familiare o non familiare che sia, rafforzamento del ruolo di indirizzo e controllo del consiglio di amministrazione, apertura del capitale a terzi, …) . La riduzione della quota di legittima - Allo scopo di favorire una maggiore flessibilità dei processi di ricambio generazionale imposti anche dalle dinamiche familiari citate, tutti gli intervistati hanno condiviso l’opportunità di avanzare al Legislatore la richiesta di intervenire al fine di ridurre la quota di legittima. Come noto, la quota di legittima costituisce la quota parte minima da attribuire all’erede anche contro la volontà del de cuius, mentre la quota disponibile può essere atribuita come meglio preferito, anche in aggiunta alla quota minima di legittima. Oggi la quota disponibile varia da un terzo (nel caso di un coniuge e un figlio) ad un quarto (nel caso di un coniuge e due o più figli). Questa normativa risponde certamente a bisogni di ordinato svolgimento della società nelle relazioni tra genitori e figli, ma è bene non nascondersi il fatto che essa può creare situazioni di profonda iniquità quando induce a trattare sostanzialmente nello stesso modo due o più persone con comportamenti del tutto differenti tra loro e legittimando così anche i comportamenti meno responsabili. E, nel caso che una parte del patrimonio sia rappresentato da un’azienda, l’esigenza di rispettare le quote di legittima può creare vincoli allo sviluppo delle aziende o, peggio, danni derivanti da comportamenti antiaziendali praticati da uno o più degli eredi legittimi. Gli intervistati unanimemente hanno ritenuto che una previsione così stringente e poco flessibile non sia più adeguata al contesto sociale attuale, chiedendo pertanto una riduzione se non l’eliminazione della legittima. La legittima infatti costituisce un ostacolo alla governance aziendale e spesso rappresenta un impedimento al mantenimento del controllo in capo ai soggetti meritevoli. Non va poi dimenticato che l’assegnazione di un bene in donazione è sempre soggetta ad azioni di riduzione rendendo così non definitiva ogni eventuale sistemazione fatta in vita. L’opinione condivisa è però che tale auspicato intervento legislativo sia esteso erga omnes e non alle sole aziende familiari. L’attenuazione del divieto di patti successori - Come noto l’art 458 c. C. Dispone la nullità dei patti successori “rinunciativi, istitutivi e dispositivi”. In forza di tale previsione non solo ogni imprenditore non ha mai la certezza della definitività delle attribuzioni fatte in vita, ma è impossibile regolamentare in vita contrattualmente, pur con l’accordo di tutti i soggetti coinvolti, il passaggio generazionale. Tale divieto è ormai anacronistico e la stessa Commissione Europea nel 1998 ne ha raccomandato la modifica, così come anche auspicato dall’Aidaf in un convegno del 2000. E’ opportuno pertanto, pur con le opportune cautele, ridurre la portata di tale divieto, non solo in presenza di aziende familiari ma erga omnes. A tale riguardo, il Patto di Famiglia per l’impresa, introdotto dal Legislatore anche su spinta della Associazione Italiana delle Aziende Familiari (Aidaf), è stato visto positivamente come primo passo di una più importante riforma. Questa legge ha rappresentato certamente un punto di novità in una legislazione che non prevede la possibilità di stipulare patti successori. Nella pratica, in questi due anni la legge non ha ancora avuto una diffusa applicazione a seguito anche di alcune importanti incertezze applicative. In particolare, tra i principali difetti è stata evidenziata l’incongruenza tra la normativa civilistica e quella fiscale. Nonostante questi limiti la legge rispondeva ad un bisogno reale che è quello di poter decidere in vita come allocare il proprio patrimonio in modo da rendere possibile un incontro felice tra aspettative dei figli e delle figlie, loro capacità e bisogni delle aziende. E’ ragionevole attendersi che il tema torni d’attualità nella corso della legislatura. L’introduzione dei patti prematrimoniali - Ai sensi della vigente normativa i patti prematrimoniali sono vietati e quindi nulli. Le dinamiche familiari sopra evidenziate, ad evidenza, creano situazioni complicate che meriterebbero la tutela costituita dalla possibilità di stendere patti prematrimoniali che disciplinino adeguatamente le attese dei partner coinvolti. Gli intervistati hanno sottolineato che un eventuale intervento su questo tema deve essere progettato con cura nell’ambito di una ridefinizione complessiva della normativa, evitando interventi approssimativi e parziali che rischiano poi di rendere inapplicabile lo strumento individuato. La normativa sui trust - Gli intervistati hanno espresso perplessità anche in ordine alle nuove disposizioni normative sugli atti di destinazione e i trust, individuando alcune linee di intervento operative per rendere i meccanismi più coerenti alla nostra realtà economica e sociale. Per il trust la principale difficoltà evidenziata risiede nella necessità di un rinvio alla normativa estera in assenza di specifiche disposizioni interne, il che ne rende ostico il recepimento in Italia. A ciò si aggiunge il fatto che il conferimento di beni al trust è assimilato alla donazione con la conseguente applicazione della legittima. Non ultimo poi il problema che la normativa fiscale non differenzia in capo ai beneficiari le assegnazioni di capitale conferito o dei frutti. Il contenzioso - E’ stato poi sottolineato che proprio questa situazione di non adeguatezza della normativa alle mutate esigenze delle famiglie e delle imprese finisce per rendere il rischio del contenzioso in capo ai soci delle aziende familiari sempre più presente. Gli intervistati hanno così indicato la necessità di una giustizia molto veloce per le fasi patologiche, individuando, altresì, alcune modalità tecniche per prevenire, per quanto possibile, il contenzioso stesso: corrette politiche di dividendo, studio di statuti sociali adeguati, politiche di acquisto di azioni proprie, … Perplessità sono poi state evidenziate per quanto concerne possibili riti alternativi quali l’arbitrato (la possibilità di appello lo riconduce nell’alveo della giustizia ordinaria) e la conciliazione (che deve essere voluta dalle parti e non può essere imposta). In ogni caso è condivisa l’opinione che un contenzioso che vede coinvolta una azienda familiare possa avere effetti devastanti. Peraltro, spesso le origini di un contenzioso vanno ricercate in fatti o comportamenti risalenti nel tempo e il professionista della famiglia può avere un ruolo fondamentale per prevenire e sciogliere i nodi. Le imposte - In linea di massima, l’attuale normativa in ipotesi di successione di aziende familiari, anche alla luce della riduzione dell’imposta di successione e all’abolizione dell’imposta di bollo sui trasferimenti azionari, pare adeguata. Si ricorda infatti che l’aliquota massima è ora del 4% per coniugi e discendenti in linea retta con una franchigia di euro 1. 000. 000 per beneficiario. Per quanto riguarda poi le società di capitali è prevista l’esenzione nel caso gli eredi conservino il controllo per 5 anni. Al riguardo è stato rilevato che, data la frammentazione del capitale spesso presente nelle aziende familiari, il requisito del controllo appare di difficile applicazione ed in parte discorsivo. Per quanto riguarda, invece, le imposte dirette, più che interventi fiscali specifici, appare urgente elaborare proposte di semplificazione della normativa e di incentivazione per la ricapitalizzazione delle aziende. Il ruolo dei professionisti - L’indagine si è poi concentrata sul ruolo dei professionisti in relazione alle aziende familiari, con tutta una serie di indicazioni relative all’importanza di assistere l’imprenditore nel processo di crescita e di cambiamento. Molta rilevanza è stata data all’aspetto psicologico nel rapporto tra professionista e famiglia dell’imprenditore. La capacità di ascolto e di interpretazione delle reali volontà dell’imprenditore è ritenuta fondamentale. Nella maggior parte dei casi i professionisti di fiducia si sono rivelati un prezioso sostegno; solo in pochi casi è stato rilevato il rischio che il professionista possa costituire un freno al cambiamento; è quindi fondamentale un continuo aggiornamento e una predisposizione ai temi strategici e finanziari. In tal senso l’apertura dei consigli di amministrazione agli esterni non familiari è ritenuto un passaggio utile per la crescita delle aziende familiari e delle famiglie. Non sono, poi, mancate indicazioni sull’opportunità che il professionista si riorganizzi in forma associata o addirittura come family officer per meglio adeguarsi alle nuove realtà normative ed economiche. Il rapporto banche-aziende familiari - Data la situazione congiunturale, particolare attenzione è stata posta all’impatto di Basilea e delle concentrazioni bancarie sulle aziende familiari. A tale fine, gli intervistati, da un lato, hanno sottolineato le incongruenze che possono derivare dall’utilizzo di due sistemi contabili differenti (Ias e non Ias) e, dall’altro, hanno indicato l’urgenza di un provvedimento di rivalutazione per consentire l’adeguamento dei parametri patrimoniali delle aziende non solo ai criteri di Basilea ma anche alla struttura concorrenziale internazionale, secondo quelle che tra l’altro sono le recentissime indicazioni di Confindustria. Interessante è stato poi uno spunto suggerito da alcuni professionisti: dato che le banche sono un soggetto tra i più interessati ad un corretto ricambio generazionale ed alla corretta gestione delle aziende familiari, esse dovrebbero utilizzare tutti gli strumenti di cui dispongono per spingere l’imprenditore e la famiglia a dare continuità all’azienda utilizzando gli strumenti più moderni. Da ultimo, a coronamento di tutta l’indagine, è stata evidenziata l’importanza che la vita dell’impresa familiare, il suo rapporto con la società, l’intervento dei professionisti e i rapporti tra i soci siano inseriti in una cornice di rinnovata sensibilità etica. .  
   
   
PER LA SCUOLA DELL’INFANZIA IL VICEPRESIDENTE DELLA GIUNTA CALABRESE CERSOSIMO DICE CHE LA “POLITICA È ASSENTE, OCCORRE STIMOLARE L’OFFERTA PUBBLICA”  
 
Firenze, 17 novembre 2008 - In Calabria la politica pubblica per l’infanzia è in ombra. Nella fascia da zero a tre anni gli asili nido degli Enti locali accolgono soltanto 2. 800 bambini su quasi 73. 000 residenti. “Da noi non c’è una domanda sociale di politica per l’infanzia, non ci sono portatori di interessi organizzati nel settore. Per questo non ci si attiva sufficientemente, ma non è una giustificazione sufficiente per chi amministra, che ha il dovere di assicurare questo diritto universale ai cittadini, in quanto anche da noi esistono i portatori di problemi che spesso non hanno voce per farsi sentire. Se metteremo in campo un’offerta adeguata potrà anche svilupparsi una domanda verso i servizi all’infanzia”. Così il vicepresidente della Regione Domenico Cersosimo ha esordito come relatore al convegno internazionale “Diritti dei bambini e servizi: la programmazione regionale. Regioni d’Europa a confronto”, che si è svolto il 14 novembre a Firenze. Realtà molto diverse, quelle di Catalogna (Spagna), Vastra Gotaland (Svezia), Toscana e Calabria, che comunque hanno dato la propria disponibilità a promuovere una rete di progetti interregionali e di scambio di buone pratiche. “Con la Regione Toscana - ha annunciato Cersosimo - la Calabria procederà a un accordo istituzionale di partnership sulle politiche pubbliche relative all’intera filiera formativa da zero anni fino al dottorato di ricerca”. L’unione Europea chiede che entro il 2010 venga accolto almeno il 33% dei bambini, nella fascia da zero a tre anni, negli asili nido. C’è adesso un’enorme forbice da colmare, come dimostrato a Firenze dall’analisi delle quattro regioni: la svedese Vastra Gotaland assicura il servizio prescolastico al 43% dei bambini fino ad un anno di età e dell’85% tra i due ed i tre anni; negli asili della Catalogna si arriva al 32%; in Toscana si tocca il 29,5% mentre in Calabria a mala pena si arriva al 4%. “Anche in Calabria, comunque, c’è qualche eccellenza, ma ciò non deve giustificare l’assenza di una politica organica per l’infanzia. Da noi - ha evidenziato il vicepresidenza della Giunta - è mancato lo sviluppo economico, con una forte occupazione femminile, determinando così una bassa richiesta di servizi. Ma perché dobbiamo legare il diritto universale del cittadino calabrese alla situazione socio-economica? L’offerta educativa e formativa per i bambini non deve derivare solo da motivazioni di mercato, perché è in sé un motivo di crescita culturale e quindi di innovazione della società. Anche in Calabria la politica si sta faticosamente impegnando a creare le condizioni pedagogiche e di servizio offerte agli svedesi, ai catalani, ai toscani. Il paradigma, in questo caso, deve essere opposto: l’offerta pubblica deve creare la domanda delle famiglie”. “Certamente, con i tagli alla scuola ed agli enti locali, la strada da intraprendere sarà in salita. Però - ha affermato inoltre Cersosimo - dobbiamo attivarci presto, altrimenti rischiano di fallire anche le politiche pubbliche già realizzate, come l’organizzazione dei bonus di 600 euro al mese, indirizzati alle neo-mamme per l’acquisto di servizi per l’infanzia. Infatti, in molti casi esse trovano difficoltà ad impegnare la cifra in quanto non c’è un’adeguata offerta formale di tali servizi neppure dal privato”. “In questo settore - ha concluso il vicepresidente - è necessario impiegare le stesse capacità che la Regione ha dimostrato di disporre per le scuole superiori e per le università. La Calabria ha sperimentato, tra le prime in Italia, gli incentivi ed i premi per studenti, operatori e strutture scolastiche, nel campo dell’educazione di base al fine di superare il gap di conoscenza e di competenza soprattutto nelle materie tecnico-scientifiche. Le nostre proposte formative hanno ottenuto una risposta di massa, molto superiore all’obiettivo che ci eravamo preposti. E nella rete interregionale delle buone pratiche, mentre dobbiamo imparare moltissimo sulle politiche per l’infanzia, sul terreno della correlazione tra incentivi monetari e performance formative potremo essere noi di aiuto alle altre Regioni. Così come abbiamo sperimentato quest’azzeramento formativo per i neo-immatricolati in questo anno accademico, stiamo adesso progettando un’altra iniziativa sui bambini neonati, attraverso un originale programma di sensibilizzazione dei genitori alla lettura per il precoce apprendimento”. .  
   
   
ASILI NIDO, TOSCANA SEMPRE PIÙ A MISURA DI BAMBINO UNA DUE GIORNI PROMOSSA DALLA REGIONE ALL´INTERNO DI DIRE E FARE NOVITÀ E NUMERI DEL PIANETA INFANZIA. UN CONFRONTO CON L´EUROPA  
 
Firenze, 17 novembre 2008 - La Regione lavora per ampliare le opportunità educative per i piccolissimi e per garantire alla maggior parte di loro la possibilità di accedere ai servizi. Su questo piano la Toscana ha fatto notevoli passi avanti e oggi è in grado di registrare un notevole aumento degli asili nido e dei centri gioco che arrivano a coprire il territorio di quasi tutti i Comuni toscani. Il punto della situazione, con gli ultimi dati disponibili e la presentazione di una ricerca condotta dall´Istituto degli Innocenti, è stata fatta nel corso della due giorni organizzata dalla Regione all´interno della manifestazione Dire e Fare alla Fortezza da Basso a Firenze. “Diritti dei bambini e servizi – la progettazione della Regione Toscana”, questo il titolo del convegno che si svolgerà all´interno del salone dedicato all´infanzia. Si comincia venerdì 14 novembre, vi è stato un confronto fra Regioni italiane ed europee con uno scambio di esperienze, metodologie e iniziative fra diverse realtà che si misurano, tutte, con l´obiettivo fissato dal consiglio europeo di Lisbona di un 33% di risposta alla popolazione nella fascia di età 0-3 entro il 2010. Un obiettivo al quale la Toscana è sempre più vicina. A tirare le fila del confronto sarà l´assessore all´istruzione Gianfranco Simoncini, che coglierà l´occasione per annunciare una serie di novità concrete che si annunciano per i prossimi mesi nei servizi all´infanzia di tutta la Toscana. Sempre venerdì 14 novembre, vi è stato un focus sul rapporto pubblico-privato al quale sono intervenuti rappresentanti di associazioni e cooperative e amministrazioni pubbliche. Originale il tema delle sezioni primavera, a cavallo fra servizi all´infanzia e scuola materna (dai 2 ai 3 anni): sarà fatto su questo un primo bilancio delle esperienze avviate a livello sperimentale da alcuni comuni. Sabato 15 novembre è stata la volta dei nidi e delle scuole di montagna. “Crescere in un piccolo Comune” è stato il tema della mattinata. Al dibattito sono state presentate le iniziative e le proposte per garantire il rispetto dei diritti all´istruzione e all´educazione dei bambini residenti nei piccoli Comuni, in montagna e sulle isole. .