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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Febbraio 2013
PREPARAZIONE DEL CONSIGLIO EUROPEO: IL PRESIDENTE UE BARROSO INTERVIENE AL PARLAMENTO EUROPEO  
 
 Strasburgo, 7 febbraio, 2013 - Di seguito il discorso di ieri al Parlamento europeo sessione plenaria del Presidente Barroso, nel corso del dibattito tasto sulla preparazione del Consiglio europeo: ” Caro Presidente, Caro Ministro, Onorevoli deputati, Prima si è deciso di concentrare questo Consiglio europeo sul quadro pluriennale finanziario dopo il fallimento di raggiungere un accordo nel mese di novembre, questo incontro è stato originariamente destinato ad essere dedicata a due temi di importanza strategica per l´Unione europea: in primo luogo, la nostra politica commerciale esterna e, in secondo luogo dei nostri vicini meridionali. Presidente, onorevoli deputati, Il commercio è un contributo fondamentale per la nostra ripresa economica. Nel 2012 la domanda estera è stata la principale fonte di crescita per l´economia europea. Ha contribuito quasi un ulteriore 1% al Pil dell´Ue con circa 30 milioni di posti di lavoro in Europa, a seconda delle nostre esportazioni. Siamo di gran lunga più grande potenza commerciale al mondo e noi il nostro peso si utilizza per modellare il commercio mondiale in modo da trarre i massimi benefici dalla globalizzazione. Ma se vogliamo beneficiare nel modo più completo possibile, deve perseguire un approccio strategico lungimirante alle nostre relazioni commerciali internazionali. Se vogliamo raggiungere questo obiettivo dobbiamo essere pro-attivo e ambizioso. Dobbiamo preservare e rafforzare il sistema multilaterale che ha servito l´Europa e il mondo per 60 anni. Ma come complemento dobbiamo anche cercare di approfondire la nostra commercio bilaterale e degli investimenti. Abbiamo concordato numerosi accordi bilaterali e stanno lavorando verso gli altri. Tra questi, abbiamo già realizzato un accordo di punto di riferimento di libero scambio con la Corea, i negoziati con Singapore sono stati completati e ci aspettiamo di completare i negoziati con il Canada nel prossimo futuro, con, speriamo, l´India da seguire. A breve l´avvio dei negoziati su un accordo di libero scambio con il Giappone e stanno esaminando la possibilità di un accordo con gli Stati Uniti. Ho esplorato questo direttamente con il presidente Obama e il governo degli Stati Uniti per qualche tempo, e sono sicuro che un accordo di libero scambio transatlantico porterà benefici ancora maggiori dal nostro unico rapporto economico più importante. Queste partnership strategiche sono di vitale importanza per il nostro futuro economico. Ma la realizzazione di queste opportunità sarà necessario una chiara visione dei nostri interessi a lungo termine, la capacità di gestire la complessità dei negoziati e la necessaria compromessi - e si può farlo in modo efficace. Allo stesso tempo, richiede la capacità di parlare con una sola voce e ad impegnarsi in modo costruttivo i nostri partner. Naturalmente, mentre l´Ue nel suo complesso sta facendo bene in termini di commercio mondiale alcuni Stati membri e le regioni stanno facendo meglio di altri. Abbiamo bisogno di affrontare questi problemi nelle nostre politiche economiche e strutturali, in particolare nel quadro delle riforme in corso per la competitività. Dobbiamo anche assicurare che il nostro impegno per l´apertura dei mercati continuerà ad essere sostenuta dalla nostra capacità di agire contro le pratiche anticoncorrenziali commerciali, attraverso gli strumenti commerciali adeguati. Presidente, Onorevoli parlamentari, Ieri con il Presidente Hollande abbiamo parlato della situazione in Mali. Non voglio ripetere questo oggi, ma vorrei dire qualche parola sul nostro vicinato meridionale, come ai nostri impegni per i nostri partner del Mediterraneo continua ad essere una priorità politica. Voglio essere molto chiaro, la nostra credibilità esterna sarà in gran parte giudicati dalla nostra capacità di agire con i nostri partner nella regione per modellare congiuntamente i vicini comuni. La situazione sul terreno varia: democrazia non arriverà durante la notte e il percorso per realizzarlo non sarà una linea retta. I movimenti di massa in tutta la regione erano circa il desiderio di democrazia e libertà. Continueremo a sostenere questi ideali in modo da evitare che le forze estremiste dirottare le transizioni politiche in corso. Saremo particolarmente attenti al rispetto dei diritti fondamentali, in particolare dei diritti delle donne. Subito dopo lo scoppio delle rivolte l´Unione europea ha adottato un pacchetto completo e ambizioso di sostegno. Negli ultimi due anni abbiamo mobilitato 600.000.000 € di nuovi finanziamenti per i programmi nella regione. Abbiamo ampliato europea mandato Bei e la Bers modificato uno, aprendo ulteriori 2 miliardi di euro di finanziamenti. Abbiamo proposto un commercio ambizioso e concreto programma di mobilità e sostegno settoriale. Tuttavia l´incertezza politica ha limitato la capacità dei nostri partner di beneficiare del pieno potenziale della nostra offerta. Tunisia ha tenuto le elezioni e ha approvato una nuova Costituzione, senza turbolenze maggiore. Il Presidente della Tunisia sarà con voi in quest´Aula più tardi oggi per discutere i progressi del suo paese ha fatto. Ma in Egitto il processo di transizione continua ad essere polarizzata. In Libia ci sono ancora problemi di sicurezza. E, naturalmente, abbiamo la situazione estremamente drammatica in Siria. La Siria rimane una macchia nella coscienza del mondo. In risposta al dramma umanitario, la Commissione ha aumentato il sostegno di 100 milioni di euro, portando il totale a 200 milioni di euro. Ma l´aiuto umanitario non è sufficiente. Come ho detto prima: la comunità internazionale ha la responsabilità di fermare questo spargimento di sangue. Presidente e Onorevoli deputati, Nei mesi a venire, la Commissione europea cercherà di approfondire le nostre relazioni economiche con il lancio dei negoziati per un accordo globale e approfondito di libero scambio con il Marocco, la Tunisia, l´Egitto e la Giordania e con la firma di partenariati per la mobilità con il Marocco, la Tunisia e la Giordania. Ci sarà anche redigere una tabella di marcia per la creazione di un partenariato Ue-mediterraneo meridionale della Comunità dell´energia. E noi sviluppare progetti con la regione sui trasporti, l´ambiente, l´acqua e lo sviluppo rurale. Né trascuriamo la società civile. Approfondiremo il nostro sostegno ed estendere le misure che toccano direttamente la vita delle persone: ad esempio, raddoppiando la Mundus / Tempus borsa di studio Erasmus per i paesi in via di transizione nei partner del Mediterraneo meridionale. Si tratta di un comune sforzo che può avere successo solo se le istituzioni europee, il Parlamento e la Commissione, insieme con l´esterno europeo mano lavoro Servizio per l´azione nella mano con i nostri Stati membri. Si tratta di un´opportunità storica per la democrazia. Siamo in grado di provare e fallire, ma non dobbiamo mancare di provare. Presidente, onorevoli deputati, Le discussioni in seno al Consiglio europeo sul futuro quadro finanziario pluriennale e Venerdì segno di un momento molto importante per l´Europa, ma lo è anche il nostro dibattito in questo Parlamento oggi. Il trattato di Lisbona ha cambiato il modo in cui si decide il quadro finanziario pluriennale, che richiede il consenso del Parlamento europeo "pronuncia a maggioranza dei membri che lo compongono". Questo è un punto, il ruolo del Parlamento europeo, che ho fatto al dibattito all´ultimo Consiglio europeo sul quadro finanziario pluriennale e anche nei miei contatti bilaterali nella corsa alla riunione di questa settimana. E proprio Lunedi scorso, in un incontro che ho organizzato a Bruxelles, per il quale ho invitato il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, e anche il Taoiseach Enda Kenny, in qualità di Presidente in carica del Consiglio, ho fatto questo punto in modo molto chiaro. La Commissione auspica che i capi di Stato e di governo sarà in grado di venire a un accordo politico che può essere la base per il Consiglio di ottenere il consenso del Parlamento europeo. E oggi mi rivolgo a tutti i Capi di Stato e di governo a colmare le loro differenze e venire a Bruxelles, in uno spirito di compromesso e di responsabilità europea in modo che questo accordo politico può essere trovato. Ulteriori ritardi avrebbe mandato un messaggio molto negativo in questo momento di fragile ripresa economica. Il rischio è che le posizioni si induriscono e diventerebbe ancora più difficile da superare. E ´per questo che stiamo lavorando attivamente per un accordo che affronta le esigenze e le priorità dell´Unione europea, e garantisce che i mezzi finanziari necessari a consentire all´Unione di rispettare gli obblighi di legge. Non dobbiamo dimenticare che il bilancio dell´Unione europea sia, nonostante le sue dimensioni relativamente piccole, circa l´1% del Pil dell´Ue, lo strumento più importante a livello europeo per gli investimenti: gli investimenti che è fondamentale e un elemento integrante della nostra agenda per la crescita e competitività, in particolare nei paesi più vulnerabili e delle regioni. Sì, abbiamo bisogno di stabilità della finanza pubblica, sì, abbiamo bisogno di una riforma strutturale profonda per la competitività, ma gli investimenti europei è necessaria anche in particolare nei settori in cui un euro investito a livello europeo aggiunge più valore di un euro investito a livello nazionale. Presidente e Onorevoli deputati, La crisi è tutt´altro che finita e il nostro quadro finanziario pluriennale è una parte indispensabile della nostra risposta sia allo sviluppo economico e alla crisi sociale. Per molti dei nostri Stati membri il sostegno che ricevono dal bilancio dell´Unione europea è essenziale per avere la possibilità di battere la crisi. In altre parole, se tali paesi avranno una vera opportunità di investire per la crescita e l´occupazione. Il Qfp è anche espressione di solidarietà. Ci sono Stati membri che semplicemente non hanno i mezzi per sostenere i loro lavoratori locali quando una società decide di spostare altrove i propri impianti. Ci sono alcuni Stati membri che non hanno nemmeno i mezzi per prendersi cura dei più svantaggiati. Vogliamo questa gente, vogliamo queste società di voltargli le spalle in Europa? Lo stesso vale per i 25 milioni di giovani disoccupati nell´Unione europea. Voglio fare un appello ai capi di Stato e di governo di non perdere l´opportunità di utilizzare il bilancio europeo per combattere la disoccupazione giovanile. Abbiamo la possibilità di prendere le decisioni giuste, per offrire ai nostri giovani uomini e donne la prospettiva di una vita dignitosa. Voglio a costruire su altre iniziative della Commissione per combattere la disoccupazione giovanile, per esempio, il riorientamento e la riprogrammazione dei fondi strutturali in 8 Stati membri più colpiti dalla disoccupazione giovanile e anche la proposta di garanzia per i giovani. Dovremmo utilizzare il quadro finanziario pluriennale per sostenere le azioni di questi e simili. Il mese scorso ho parlato di questo concetto nel corso della riunione congiunta con il Parlamento europeo ei parlamenti nazionali. Ho espresso la speranza che questa settimana, gli Stati membri in seno al Consiglio europeo in grado di supportare la nostra ambizione di trovare misure concrete che hanno colpito il terreno rapidamente e fare la differenza. Una iniziativa per l´occupazione giovanile sarebbe un segnale forte di solidarietà e di valore aggiunto a livello europeo. E ´estremamente importante che tale iniziativa entri in vigore il più presto possibile. Presidente, Onorevoli deputati, Il Qfp è di vitale importanza per l´Ue a rimanere una delle regioni più competitive del mondo attraverso l´attuazione di Europa 2020, che, non dimentichiamolo, è stato approvato da tutti gli Stati membri. Per questo abbiamo bisogno di fornire i mezzi finanziari per livello mondiale della ricerca e dell´innovazione. E abbiamo bisogno di infrastrutture più moderne in atto per sfruttare appieno il potenziale del mercato unico. Dal momento che la maggior parte dei capi di Stato e di Governo sarà naturalmente particolare attenzione alle loro priorità nazionali e per quello che vedono come le loro dotazioni nazionali - devo dire, la mia esperienza è che la maggior parte dei governi parlano di più sui loro dotazioni finanziarie nazionali a circa la prospettiva europea - mi batterò per conservare la dimensione europea del nostro bilancio - per esempio, su Orizzonte 2020 per la ricerca, per collegare l´Europa, Cosme per le Pmi e Erasmus per tutti. E, naturalmente, intendo sottolineare la necessità che la dimensione sociale con finanziamenti adeguati, non solo per il Fondo sociale europeo e l´iniziativa per l´occupazione giovanile, ma anche il Fondo di adeguamento alla globalizzazione e il programma di aiuti agli indigenti. Per tutti questi motivi riteniamo che sia importante avere un quadro finanziario pluriennale, ma non ogni accordo è un buon accordo. Abbiamo bisogno di un accordo costruttivo che riflette gli impegni che i capi di Stato e di governo hanno fatto in passato, per la crescita e per gli investimenti a livello europeo, per la competitività e per attuare il nostro accordo Europa 2020; Allo stesso tempo, abbiamo anche bisogno di rispettare gli impegni assunti in termini di un forte sostegno per la coesione, la coesione territoriale, economica e sociale e anche per la politica agricola comune. Ultimo, ma certamente non meno importante, per migliaia e migliaia di persone nelle zone più povere del mondo del Qfp con il suo sviluppo e fondi di aiuto umanitario è la differenza tra la vita e la morte. Inoltre il nostro bilancio delle relazioni esterne va un lungo cammino per determinare l´effetto leva l´Unione europea avrà in molte parti del mondo. Per questo motivo abbiamo anche bisogno di guardare la parte esterna delle relazioni del nostro bilancio, almeno per coloro che credono l´Unione europea dovrebbe essere presente e forte nel mondo del 21 ° secolo. Presidente, onorevoli deputati, La mia posizione è sempre stata quella di trovare il giusto equilibrio tra ambizione e realismo. Questo è ciò che la proposta originaria della Commissione rappresenta. Farò quanto possibile per mantenere un livello di ambizione nell´accordo finale. Tuttavia, è chiaro che qualsiasi accordo tra i capi di Stato e di governo, purtroppo, essere inferiore che la Commissione e il Parlamento spera. In queste circostanze, è ancora più importante che la qualità del bilancio è garantita. Per raggiungere questo obiettivo, l´accordo deve affrontare una serie di preoccupazioni su questioni quali la flessibilità, le risorse proprie e un meccanismo di revisione robusto. Sono sicuro che questo è molto importante in vista del necessario consenso di questo Parlamento. La flessibilità può applicare in molti modi diversi. La cosa più importante, sarà importante avere la possibilità di spostare importi non spesi da un anno all´altro e anche di avere flessibilità tra le varie rubriche del bilancio. Nessuno può prevedere il tipo di sfide che l´Ue dovrà affrontare in due, tre o quattro anni da oggi e per i quali potrebbe essere necessario reperimento dei finanziamenti. Inoltre, sarebbe solo logico all´interno di sette anni del quadro finanziario per avere una clausola nel quadro finanziario pluriennale, che ci permetterà di fare un bilancio a medio termine, e per vedere se siano necessari adeguamenti. Infine mi auguro, e farò il caso forte per esso al Consiglio europeo, che il prossimo Qfp, aprirà la strada e avviare il processo verso una riforma del nostro sistema di risorse proprie. Presidente, Onorevoli parlamentari, Ho esposto l´ambiente molto difficile e impegnativo in cui stiamo discutendo il prossimo Qfp. Continuo a credere che un accordo è possibile. Continuo a sperare che, con uno spirito di responsabilità europea, sarà possibile avere un quadro finanziario pluriennale che risponde alle sfide che i volti dell´Unione europea. Lavoriamo insieme perché questo avvenga. Vi ringrazio per la vostra attenzione.”  
   
   
BILANCIO 2014-2020: NON SACRIFICHIAMO IL FUTURO DELL´UE SULL´ALTARE DELLA CRISI, DICONO I DEPUTATI  
 
Strasburgo, 7 febbraio 2013 - Gli Stati membri non devono utilizzare la crisi economica come un pretesto per obbligare l´Ue all´austerità fino al 2020: è il monito dei deputati, emerso dal dibattito di mercoledì. L´ue ha bisogno di un bilancio più flessibile per affrontare gli imprevisti e finanziato con nuove risorse, hanno aggiunto i deputati durante il dibattito con il presidente della Commissione Barroso e il ministro della Presidenza irlandese Lucinda Creighton sul summit europeo del 7 e 8 febbraio. I deputati hanno auspicato che al Consiglio europeo sul bilancio Ue per il 2014-2020, che si terrà tra i capi di Stato e di governo dell´Ue questo fine settimana a Bruxelles, si trovi un accordo che fornisca i fondi necessari per venire incontro alle promesse e che dia la flessibilità necessaria per fronteggiare gli imprevisti. Il bilancio pluriennale non può essere approvato senza il consenso del Parlamento. Vari deputati hanno criticato i governi degli Stati membri per aver cercato di tagliare la proposta di bilancio comunitario della Commissione, senza pensare alle possibili conseguenze. "Tutti i tagli sono certamente a detrimento dell´innovazione, dello sviluppo sostenibile, della ricerca e dei giovani disoccupati. È lì che i tagli colpiscono di più. È un comportamento responsabile? Lo potete giustificare?" ha chiesto Rebecca Harms (De) per il gruppo Verde. Flessibilità per affrontare gli imprevisti Il bilancio a lungo termine (conosciuto anche come prospettive finanziarie o il Quadro finanziario pluriennale, Qfp, o anche Mff, dall´acronimo inglese) pone dei limiti alla spesa comunitaria, per ogni anno e per ogni capitolo di spesa. Quando il Parlamento e gli Stati membri trovano l´accordo sul bilancio annuale dell´Ue devono rispettarne i limiti. Molti deputati hanno chiesto che la crisi economica non impedisca all´Ue di adottare bilanci più ambiziosi, fra qualche anno, una volta finita. "Non dovremmo mai accettare un bilancio di austerità per sette anni. Se lo facciamo, accettiamo che la crisi prosegua all´infinito. E non siamo così pessimisti", ha dichiarato il leader del Ppe Joseph Daul (Fr). Molti deputati hanno richiesto più flessibilità nel trasferimento dei fondi tra i vari anni o i capitoli di spesa, secondo le necessità, e un controllo di metà percorso del Qfp. "Propongo una ´clausola provvisoria´ che ci obblighi a dare un nuovo benestare, dopo tre anni, per andare avanti con questo bilancio per i successivi quattro anni", ha affermato il leader del gruppo liberale, Guy Verhofstadt (Be). Non costringere l´Ue a un deficit "illegale" Molti deputati hanno anche espresso preoccupazione sulla proposta di creare una differenza sostanziale tra impegni di spesa (le promesse contrattuali dell´Ue) e pagamenti (liquidità per pagare i conti derivati dalle promesse). Il Presidente del Parlamento, Martin Schulz, ha dichiarato che non firmerà alcuna decisione sul bilancio che porti al disavanzo. "Non lo farò. Nemmeno se il Parlamento me lo chiederà, perché è una decisione illegale. I trattati ci impegnano al pareggio del bilancio". Nuove fonti per le entrate dell´Ue per ridurre la pressione sui bilanci nazionali I deputati hanno anche sollecitato gli Stati membri a fermare la concorrenza che si crea tra i ministri dell´Economia per ottenere eccezioni e i più alti rimborsi possibili. Se si finanziasse il bilancio comunitario con nuove "risorse proprie", invece di basarlo solo sui contributi diretti dai bilanci nazionali, si potrebbe fermare questa concorrenza, hanno sostenuto i deputati. "Abbiamo bisogno di risorse proprie perché questo gioco vergognoso di contrapporre Paese a Paese, rimborso a rimborso, deve fermarsi", ha detto Hannes Swoboda del gruppo dei S&d. Spender meno e meglio Alcuni deputati hanno ribattuto che un bilancio meno consistente ma riformato potrebbe funzionare meglio dell´attuale. "Dobbiamo smettere di pensare che solo un bilancio più grande potrebbe risolvere i molti problemi dell´Europa. Invece abbiamo bisogno di un bilancio migliore", ha dichiarato Martin Callanan (Uk) per il gruppo Ecr. Ha aggiunto che abolire la legge che obbliga il Parlamento a riunirsi dodici volte l´anno a Strasburgo sarebbe un buon inizio. "So che i costi di manutenzione per questo palazzo sono una goccia nell´oceano, ma guadagneremmo un enorme credito se potessimo scrollarci di dosso questa costosa reliquia del passato", ha aggiunto. "Il summit è l´inizio, non la fine, del processo" "Non è questo il caso in cui un accordo nel Consiglio europeo diventerà subito un fatto compiuto. Seguirà un periodo di intensi negoziati con il Parlamento. Il summit è l´inizio, non la fine, del processo", ha concluso il ministro Creighton. Ha aggiunto che le richieste di flessibilità, controllo di metà percorso e risorse proprie sono state ascoltate e saranno prese in considerazione.  
   
   
PARALMENTO EUROPEO: RIDURRE GLI AIUTI ALLO SVILUPPO SAREBBE UN DANNO PER I PIÙ POVERI DEL MONDO  
 
Strasburgo, 7 febbraio 2013 - In una lettera prima delle discussioni di bilancio nel corso della settimana, i deputati hanno invitato i ministri dell´Unione europea a rifiutare la proposta la Presidente Van Rompuy di ridurre drasticamente gli aiuti umanitari per lo sviluppo dell´Unione europea. Essi avvertono che il taglio di questi investimenti sarebbe un falso risparmio colpirebbe il mondo più povero. "Gli aiuti dell´Ue costano ad ogni europeo solo € 0,50 per settimana .... Qualsiasi accordo sul Qfp dovrebbe proteggere questo investimento, che rappresenta solo il 6% del bilancio totale e ha un impatto significativo. Negli ultimi cinque anni è stato consentito a più di 10 milioni di bambini di andare a scuola primaria e ad altri 32 milioni la disponibile di acqua pulita ", dice la lettera firmata da Sviluppo coordinatori dei gruppi politici del Comitato. "L´aiuto allo sviluppo è dedicato alle acque e alle persone che hanno bisogno di solidarietà europea più che mai come soffrono le conseguenze sleali e di terribili crisi finanziarie, economiche e il clima di cui non sono responsabili", ha detto Eva Joly (Verdi / Ale, Fr), presidente della commissione per lo sviluppo del Parlamento europeo. La lettera dei deputati "è stata inviata a tutti i ministri europei che partecipano al Consiglio Affari generali di questa settimana, prima delle discussioni sul bilancio 2014-2020 in occasione del vertice Ue il Giovedi e Venerdì.  
   
   
LOMBARDIA: E´ ON LINE LA RELAZIONE DI FINE LEGISLATURA  
 
Milano, 7 febbraio 2013 - È online sul portale di Regione Lombardia, www.Regione.lombardia.it  la Relazione di fine legislatura: un documento di 435 pagine, che dà conto ai cittadini di tutte le principali attività normative e amministrative dell´attuale legislatura, così come dello stato economico-finanziario dell´Ente. Si tratta di una vera e propria radiografia dello stato di salute dei conti regionali, nonché del grado di efficienza della macchina amministrativa, redatta con un linguaggio accessibile e arricchita di dati, grafici e tabelle esplicative, a disposizione di tutti i cittadini, oltre che della prossima Amministrazione. Trasparenza - Si tratta di un Documento ufficiale, firmato dal presidente della Giunta, improntato ai criteri della trasparenza, che risponde ai contenuti e agli obiettivi previsti dalla normativa governativa (d.Lgs 149/2011, modificato dal Dl 174/2012). È stato redatto dalla Presidenza di Regione Lombardia con la collaborazione di Eùpolis (l´Istituto per la ricerca e la formazione di Regione Lombardia e mira a garantire l´effettivo controllo nei confronti degli eletti, in un´ottica di accountability e di trasparenza da parte della Giunta regionale. I cittadini possono così conoscere nel dettaglio la situazione economica, finanziaria e amministrativa di Regione Lombardia, ma anche i suoi assetti organizzativi, le azioni intraprese per contenere la spesa, il grado di avanzamento delle varie realizzazioni, il funzionamento e gli esiti del sistema dei controlli e l´effetto dei principali atti della Ix Legislatura. Programma Di Sviluppo - L´introduzione descrive in sintesi il modello della programmazione regionale e i suoi strumenti. Seguono quattro grandi capitoli (corrispondenti alle aree istituzionale, sociale, economica e territoriale indicate nel Piano regionale di sviluppo) sono dedicati alla descrizione dello stato di attuazione delle politiche regionali della legislatura. Il corpus vero e proprio della Relazione di fine legislatura consta di 6 sezioni, che rispondono nel dettaglio ai contenuti previsti dalle norme governative: ´Sistema ed esiti dei controlli interni´; ´Osservazioni della Corte dei Conti´; ´Situazione economica e finanziaria generale´; ´Situazione economica e finanziaria del settore sanitario´; ´Effetto di spesa di atti legislativi, regolamentari o amministrativi´; ´Certificazione del bilancio regionale´. I Dati Salienti - Dai contenuti della relazione emergono il rigore della gestione della spesa pubblica, la bontà delle politiche d´investimento, la sostanziale correttezza dell´azione amministrativa e il non ricorso ad anticipazioni di tesoreria dovuto alla puntuale gestione di cassa, così come rilevato anche dalla Corte dei Conti. Più nel dettaglio, gli aspetti salienti della gestione finanziaria dal 2009 al 2012 vedono: consistenti risorse fiscali potenzialmente disponibili (circa il 99 per cento dell´intero debito a fine 2011, e superiori allo stock di debito a fine 2012); il mantenimento della riduzione della pressione fiscale introdotta nel 2008; il mancato ricorso a nuovo debito; un´incidenza irrisoria del debito esistente sulle entrate correnti (8,9 per cento nel 2011); una sanità in costante equilibrio capace di garantire la qualità delle prestazioni e dei servizi; il mantenimento dei tempi di pagamento dei fornitori regionali a 60 giorni; un rating attribuito da Moody´s superiore a quello attribuito alla Repubblica italiana; una continua messa a punto di nuove misure volte alla razionalizzazione dei processi e all´ottimizzazione nell´utilizzo delle risorse per l´intero sistema pubblico territoriale (indicatori di virtuosità per i Comuni, Patto di stabilità territoriale, fiscalizzazione tassa auto alle Province…). Giova infine precisare che nessun atto amministrativo della Ix legislatura ha avuto effetti di spesa incompatibili per il bilancio regionale.  
   
   
ELEZIONI. ECCO COSA CHIEDONO I COMUNI DELLA TOSCANA  
 
Firenze, 7 febbraio 2013- Il presidente di Anci Toscana ha presentato, in un incontro al Caffè Letterario delle Murate, il "Manifesto dei Comuni e delle Città”. Documento con cui si è aperto il confronto con i candidati alle prossime politiche Dieci punti da cui i comuni chiedono agli aspiranti parlamentari che usciranno dalle urne il 24 e il 25 febbraio, di ripartire per rendere reale e concreta la crescita di cui il Paese ha bisogno per contrastare l’impoverimento e uscire dalla crisi. Si struttura così il documento che il presidente di Anci Toscana e sindaco di Livorno, affiancato dai membri del Direttivo dell’Associazione, ha illustrato oggi, al Caffè Letterario delle Murate, a Firenze, ai candidati dei partiti che si presenteranno in Toscana alle prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio. Presenti all´iniziativa 29 candidati, in rappresentanza di 10 partiti con l´assenza di quasi tutto il centrodestra. I punti illustrati dal Presidente Anci Toscana sono una summa delle questioni che hanno vista impegnata l’Anci sia a livello nazionale sia con le sue diverse sedi regionali, in una lotta quotidiana per la difesa dell’autonomia e del ruolo dei comuni. “Chiediamo ai candidati un impegno preciso – spiega il presidente Anci Toscana – una rottura con la tendenza che ha caratterizzato l’azione degli ultimi governi, e che ha imposto agli enti locali tagli lineari e spesso indiscriminati che, di fatto, hanno bloccato la spinta propulsiva che le nostre comunità potevano rappresentare per il rilancio dell’economia”. “I punti sono molto chiari – continua il Presidente Anci Toscana – per quanto riguarda la finanza locale, chiediamo che siano presi alcuni provvedimenti, come l’impegno a rivedere i tagli secondo il modello dei fabbisogni standard e una riduzione di quelli già previsti per il 2013, la modifica del Patto di stabilità (che escluda i Piccoli comuni e preveda l’equilibrio di parte corrente e non faccia rientrare nel vincolo gli investimenti); autonomia finanziaria per i comuni che passa necessariamente”, chiosa il presidente, “dall’assegnazione dell’Imu in toto ai comuni e da una sua applicazione in base a principi di progressività”. Ma non solo sulla finanza i comuni chiedono rassicurazioni e garanzie ai candidati. Chiedono una decisa presa di posizione sul riassetto istituzionale, “in modo da responsabilizzare i comuni, renderli davvero motori di sviluppo e metterli in condizione di espletare la propria funzione nella maniera migliore, affiancando l’autonomia finanziaria con quella istituzionale”. Nel documento ecco, quindi, che si parla di istituzione delle Città metropolitane, riforma delle Province come enti di secondo livello, e di un rafforzamento dei processi di unioni e fusioni di comuni, nonché di una revisione delle sedi di concertazione istituzionale. Tra gli altri punti presi in esame, il welfare, che si incentra sulla affermazione del principio dello ius soli per la cittadinanza, “sanando così – dice il Presidente Anci – il vulnus che il nostro Paese si porta dietro da troppo tempo e che limita la democrazia italiana, escludendo dal diritto i giovani italiani nati da genitori stranieri”; su un sistema più efficace per l’accoglienza che non sia frammentato e lasciato all’iniziativa di associazioni e comunità locali, l’istituzione di un piano nazionale di politiche di genere e una massiccia serie di interventi sull’edilizia scolastica per “mettere in sicurezza i luoghi dove crescono e si formano i giovani cittadini”. I comuni non rinunciano a far sentire la propria voce anche sui servizi pubblici locali, a proposito dei quali chiedono che sia rivista e razionalizzata la normativa sulle società partecipate e su ambiente e gestione dei rifiuti: “Riteniamo necessario – afferma il presidente di Anci Toscana – che il Governo che verrà punti finalmente su politiche che incentivano l’economia sostenibile che, è sotto gli occhi di tutti, è uno dei veri volani della ripresa in tutto il mondo, e noi non possiamo restare indietro su un terreno così importante. E, visti anche i recenti eventi di cronaca, con la polemica sull’allarme terremoto in Garfagnana e l’eco delle sentenze sulla Commissione grandi rischi per L’aquila, tra le richieste anche l’attuazione del Piano nazionale per il rischio idrogeologico e un rafforzamento della Protezione civile. E ancora agenda digitale, in nome di trasparenza e eliminazione del digital divide e agenda europea, con un’attenzione al processo che porterà alla definizione della programmazione 2014 - 2020 e una rimodulazione degli interventi sulla dimensione comunale. Sicurezza e legalità, secondo i comuni, si possono rafforzare con l’istituzione delle “zone franche della legalità”, una riforma della geografia giudiziaria e la valorizzazione sul piano normativo della polizia municipale. Infine per quanto riguarda Beni culturali, turismo e sport, tre punti intersecati tra loro e che rappresentano tre eccellenze del sistema Italia, da valorizzare e promuovere, dai comuni l’invito ad attuare il codice dei beni culturali, promuovere in maniera efficace il “brand” Italia e istituire finalmente il fondo nazionale per lo sport. Queste le richieste che i comuni hanno presentato ai candidati e su cui il presidente Cosimi è categorico: “Dalla posizione presa su questi argomenti e dalla rilevanza che avranno nell’agenda e nel lavoro dei partiti dipende il futuro del Paese. Noi abbiamo fatto, negli ultimi mesi, tutto ciò che era in nostro potere per difendere le nostre comunità e per continuare a garantire servizi ai cittadini. Ora è il momento che chi si candida a governare assuma un impegno reale e sincero, con noi sindaci ma soprattutto con i cittadini, per fornire a questo Paese gli strumenti per rialzare la testa”.  
   
   
FVG: VENERDÌ A UDINE CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE LOCALI  
 
Udine, 7 febbraio 2013 - Si riunirà venerdì 8 febbraio alle ore 10,30 a Udine, nel Palazzo della Regione in via Sabbadini 31, il Consiglio delle autonomie locali (Cal). L´organismo consultivo del sistema delle autonomie - presieduto dal sindaco di Gorizia, Ettore Romoli - sarà chiamato a esprimere il proprio parere su due provvedimenti della Giunta regionale. Il primo, in via d´urgenza per consentirne l´approvazione in tempi brevi da parte dell´esecutivo regionale al fine di agevolare le imprese in questo momento di crisi, riguarda il Regolamento sui criteri e le modalità di concessione di finanziamenti a favore di Province, Comuni e loro forme associative per la realizzazione di cantieri di lavoro, ai sensi della legge finanziaria 2013. Il secondo, è relativo al Regolamento concernente le caratteristiche dei veicoli, degli strumenti operativi, delle tessere personali di riconoscimento e delle divise con i relativi elementi identificativi, in dotazione ai corpi e ai servizi di polizia locale. Al termine dei lavori si riunirà l´Ufficio di Presidenza del Cal, per un approfondimento sull´applicazione delle disposizioni introdotte dalla Legge Finanziaria regionale 2013 in materia di patto di stabilità, con particolare riferimento ai nuovi vincoli relativi al miglioramento del saldo di competenza mista.  
   
   
SVIMEZ: MEZZOGIORNO NON È LUSSO MA OPPORTUNITÀ, ENERGIA, AREE URBANE ED INTERNE, INFRASTRUTTURE E LOGISTICA I TEMI CHIAVE. SOTTOLINEATA LA QUESTIONE DELLE CLASSI DIRIGENTI: "BASILICATA SIA DI ESEMPIO"  
 
 Potenza, 7 febbraio 2013- Il Mezzogiorno non è per il Paese un lusso eccessivo che ora non può essere più sostenuto, ma rappresenta un´imprescindibile opportunità per far tornare a crescere l´Italia sia sotto il profilo economico che sociale. È la sintesi del pensiero contenuto nel documento “Una politica di sviluppo del Sud per riprendere a crescere”, messo a punto da 21 associazioni col coordinamento dello Svimez, che è stato presentato ieri mattina in un convegno che si è tenuto a Roma, presso la sala “Atti Parlamentari” della biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini" al fine di essere sottoposto alle forze politiche per giungere ad una "Agenda per il Sud" da affrontare nella nascente legislatura. Nel corso dei lavori è stato evidenziato come l´impatto delle manovre finanziarie del 2012 sia stato devastante per il Sud, colpito in modo quasi doppio da politiche quali il taglio della spesa in conto capitale e come, a fronte dell´obiettivo di mantenere la quota del 45% degli investimenti pubblici destinati al Sud, dal 2001 al 2011 si sia scesi dal 40,4 al 31,1%. Nel corso dell´incontro il presidente Svimez, Adriano Giannola, ha anche posto il problema delle classi dirigenti, indicando quella della Basilicata (era presente il Presidente della Regione Vito De Filippo che è intervenuto al dibattito) come un esempio da seguire. Il documento, in particolare, evidenzia la necessità di puntare su riqualificazione urbanistica, infrastrutturazione logistica, produzione e recupero energetici sia da fonte fossile che rinnovabile, sviluppo delle aree interne anche quale bacino turistico e sul ruolo del Mediterraneo per un raccordo con altre aree geografiche in rapida crescita, al fine di sviluppare l´intero Paese utilizzando il Mezzogiorno come risorsa. Questo perché, hanno ripetuto tutti i partecipanti al dibattito (da Umberto Raneri a Giorgio La Malfa e Gerardo Bianco) il Mezzogiorno è l´unica possibilità di riprendere a crescere per il Paese). Nel suo intervento De Filippo ha ribadito la necessità di scelte serie e responsabili per il Paese e per il Mezzogiorno, evitando la tradizione del pregiudizio verso il Sud e cogliendone appieno le opportunità. L´impegno per il Sud, ha sostenuto, non è questione di solidarietà o di intervento straordinario, ma un´opportunità di ripresa per il Paese che metta in sicurezza anche la prospettiva dell´Europa, perché, ha spiegato, se cade il Sud cade l´Italia. De Filippo ha poi osservato come i contenuti del documento presentato dallo Svimez e dalle associazioni mostri elementi di netta coerenza con le linee guida del novo ciclo di programmazione degli interventi comunitari, sottolineando inoltre come una tale convergenza mostri in modo inequivoco la via da seguire mettendo nell´angolo le demagogie e le proposte di chi pensa o afferma che i problemi dell´Italia possano essere affrontati in modo separato dalle diverse aree del Paese.  
   
   
CASSE IN DEROGA E BLOCCO DEI PAGAMENTI RICOSTRUITA LA SITUAZIONE IN CONSIGLIO PROVINCIALE DI FIRENZE  
 
 Firenze, 7 febbraio 2013- Blocco dei pagamenti delle Casse in deroga richieste nel 2012, ma che al 31 dicembre non avevano ancora concluso l´iter amministrativo di concessione. Sul tema era stata presentata una domanda d´attualità dei due consiglieri Andrea Calò e Lorenzo Verdi alla quale ha risposto l´assessore al Lavoro. L´inps, dunque, con il messaggio n°1051 del 17 gennaio 2013 ha affermato che la mancata proroga per il 2013 della disposizione che consente all´istituto di anticipare le mensilità di cassa integrazione in deroga, non consente l´erogazione delle prestazioni fino a quando non sia stato emanato il decreto di concessione della regione o in alternativa della direzione regionale del lavoro, se competente. La legge 9 aprile 2009, n° 33, ha introdotto l´istituto dell´anticipazione "in via sperimentale per il periodo 2009-2010. In attesa dell´emanazione dei provvedimenti di autorizzazione dei trattamenti di integrazione salariale in deroga con richiesta di pagamento diretto, l´Inps è autorizzato ad anticipare i relativi trattamenti sulla base della domanda corredata dagli accordi conclusi dalle parti sociali e dell´elenco dei beneficiari, conformi agli accordi quadro regionali e comunque entro gli specifici limiti di spesa previsti, con riserva di ripetizione del datore di lavoro delle somme indebitamente erogate ai lavoratori". Tale norma era stata prorogata per gli anni 2011 e 2012 per effetto delle leggi di stabilità del 2011 e del 2012. La legge 24 dicembre 2012, legge di stabilità 2013, non ha previsto un´ulteriore proroga e quindi, come già comunicato ai direttori regionali e ai direttori territoriali, non potranno essere più autorizzate richieste di anticipazione di cassa integrazione in deroga per periodi di competenza 2013. Pertanto, sarà possibile procedere all´autorizzazione delle domande e conseguentemente all´erogazione delle prestazioni di Cassa integrazione in deroga riferite a mensilità 2013, solo ed esclusivamente dopo aver ricevuto la trasmissione del relativo e specifico decreto di competenza regionale o ministeriale, in caso di aziende plurilocalizzate. Inps ha precisato inoltre che non possono trovare applicazione accordi quadro regionali che prevedano il ricorso all´istituto dell´anticipazione per periodi di competenza 2013.  
   
   
CAMPANIA: PERSONALE REGIONALE, 30% DI DIRIGENTI IN MENO E RISPARMIO DI 77 MILIONI  
 
Napoli, 7 febbraio 2013 - Rispetto alla precedente amministrazione, il numero complessivo dei dirigenti della Giunta regionale è stato ridotto dai 311 del 2009 ai 222 oggi: 89 in meno, ovvero circa il 30% in meno. Gli altri dipendenti non dirigenti sono scesi dai 6195 del 2009 ai 5423 di oggi: 772 in meno, con una riduzione del 12,50%. Allo stesso tempo è stata ridotta anche la retribuzione dei dirigenti, per effetto sia delle manovre a livello nazionale e delle leggi di stabilità, sia delle autonome ed aggiuntive decisioni della Regione. E´ del resto evidente che la retribuzione complessiva e le singole voci stipendiali sono stabilite dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro e quindi non sono derogabili e sono omogenee, sull’intero territorio nazionale, per tutte le regioni. Viceversa, le scelte discrezionalmente operate dalla Regione Campania sono state orientate al contenimento ed alla riduzione della spesa per il personale. Infatti si è passati dai 348 milioni di euro del 2010 ai 271 milioni di euro del 2012 con una riduzione assoluta di 77 milioni di euro, pari ad oltre il 22% in meno. Altre regioni hanno scelto strade diverse. In ogni caso, le retribuzioni della Campania figurano nella fascia bassa delle regioni italiane.  
   
   
CONFERENZA CGIL, “PIANO DEL LAVORO”: PER PRESIDENZA REGIONE UMBRIA FONDAMENTALE PROGRAMMAZIONE UNITARIA POLITICHE INDUSTRIALI E LAVORO  
 
 Perugia, 7 febbraio 2013 - Per realizzare buone politiche di occupazione e per più lavoro occorre tenere insieme, ed in maniera condivisa, le nuove politiche industriali con quelle per lo sviluppo e la crescita. È quanto affermato dalla presidenza della Regione Umbria, intervenendo ieri mattina, a Perugia, alla conferenza regionale organizzata dalla Cgil dell´Umbria sul "Piano del lavoro". Per la presidenza della Regione, per attuare una buona e sicura politica per l´occupazione dobbiamo innanzitutto riflettere sulle cause che hanno determinato questa crisi economica che in Umbria, oltretutto, mostra effetti ancor più pesanti. Dunque, nel definire una nostra strategia, ed un nuovo modello di sviluppo, dobbiamo tener conto delle debolezze e delle criticità del sistema economico umbro. Soprattutto, secondo la presidenza, dobbiamo rilanciare lo spirito della ´nuova alleanza´, e cioè tenere insieme l´idea della crescita con quella dello sviluppo e dell´occupazione. Una sfida sulla quale la stessa Unione Europea sta investendo, avendo ormai compreso che non può esserci separatezza ed autonomia tra le politiche industriali e quelle per il lavoro. Si deve assolutamente evitare - ha proseguito - il rischio di una ripartenza della crescita che veda questi due momenti di programmazione separati. Nella nostra regione, in questi ultimi due anni, e per la prima volta, abbiamo attuato, condividendolo con tutte le parti sociali, una programmazione unitaria delle azioni derivanti dalla legge regionale per le politiche industriali e da quella per le politiche attive del lavoro, puntando soprattutto verso azioni in grado di incentivare gli investimenti in innovazione. Ciò in considerazione del fatto che l´efficacia delle politiche industriale e di sviluppo sarà tanto più positiva quanto più l´innovazione determinerà maggiore competitività dei sistemi delle imprese e quindi economici di un territorio. È stato quindi ribadito quanto affermato di recente in occasione della riunione del "tavolo generale" della "Nuova alleanza" per la presentazione del Documento di programmazione annuale, e cioè che "la situazione economica dell´Umbria, molto difficile e complessa per le imprese, l´occupazione, il lavoro e per le famiglie, ci stimola a guardare da subito alle opportunità che potranno derivare dalla nuova stagione dei fondi europei 2014-2020, ormai unico strumento finanziario, soprattutto per le Regioni, per mettere in atto politiche di sviluppo". Accanto a questo - è stato detto - occorrono anche politiche fiscali che favoriscano imprese e lavoro, così come si dovrà operare una riforma dell´Irap che agevoli quelle imprese che investono e producono lavoro ed occupazione.  
   
   
BLOCCO AMMORTIZZATORI IN DEROGA, IL PRESIDENTE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA VASCO ERRANI SCRIVE LETTERA AL MINISTRO DEL LAVORO ELSA FORNERO PER SOLLECITARE UN RAPIDO INTERVENTO. ANCHE IL TAVOLO REGIONALE PER LA CRESCITA HA ESPRESSO GRANDE PREOCCUPAZIONE.  
 
Bologna, 7 febbraio 2013 - «Sugli ammortizzatori sociali in deroga, siamo di fronte ad un grave errore del Governo. Ora lo stesso Esecutivo deve porvi rapidamente rimedio». Lo ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli rendendo noto che il presidente della Regione Emilia-romagna Vasco Errani ha già scritto al Ministro del Lavoro Elsa Fornero sollecitandola ad intervenire. Una forte preoccupazione per il blocco degli ammortizzatori sociali in deroga era stata anche espressa, in modo unanime, dalle forze economiche, sociali ed istituzionali che compongono il ‘Tavolo regionale per la crescita’ (Legautonomie, Upi, Anci, Unioncamere, Agci, Cia, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Confcooperative, Confservizi, Legacoop, Confapi, Uncem, Ervet, Commissione Regionale Abi, Forum Terzo Settore Emilia-romagna, Cgil, Cisl, Uil e Ugl).  
   
   
TRENTO: SOSTEGNO AL LAVORO: ACCORDO TRA AGENZIA E COMUNITÀ ROTALIANA  
 
Trento, 7 febbraio 2013 - Il mercato del lavoro richiede misure concrete a sostegno dell’occupazione, soprattutto di giovani e di fasce deboli. Dopo l’Alto Garda, la Vallagarina, la Val di Non e le Giudicarie, l’Agenzia del lavoro ha sottoscritto nel pomeriggio di oggi il protocollo di intesa con la Comunità Rotaliana Königsberg per attivare una sperimentazione sul territorio a favore dell’occupazione. L’intesa mira a favorire il monitoraggio della situazione economica, con il coinvolgimento delle aziende ed associazioni sindacali, e ad individuare percorsi in grado di favorire l’entrata sul mercato del lavoro soprattutto di giovani e ultracinquantenni. “La Comunità - ha sottolineato la dirigente di Agenzia del lavoro, Antonella Chiusole - è un partner fondamentale perché è in grado di cogliere le reali necessità del territorio. L’accordo vuole promuovere l’intesa tra strutture pubbliche ed aziende, grazie anche a gruppi di lavoro, in grado di individuare in tempi rapidi le misure necessarie a sostegno dell’occupazione in Piana Rotaliana”. Anche il presidente della Comunità Rotaliana, Gianluca Tait, ha posto l’accento sulla necessità di “perseguire tutte le opportunità per garantire al territorio locale e all’intera provincia degli strumenti efficaci per contrastare l’attuale crisi economica”. La Comunità Rotaliana Königsberg ed Agenzia del Lavoro lavoreranno in sinergia per promuovere sul territorio nuovi opportunità di occupazione a contrasto dell’attuale crisi socio-economica e occupazionale. Il protocollo, firmato nel primo pomeriggio di oggi, è una prima risposta a favore dei soggetti maggiormente colpiti e in particolar modo dei giovani e degli ultracinquantenni della Comunità. Con l’approvazione del protocollo d´intesa con l´Agenzia del Lavoro di Trento si attiverà un percorso di sperimentazione, che coinvolgerà, oltre alle aziende e ai sindacati, anche i Comuni appartenenti alla Comunità Rotaliana Königsberg. La Piana Rotaliana è uno dei territori trentini dove maggiore è la presenza di aziende di piccole e medie dimensioni, legate all’artigianato, e con una presenza di alcune importanti realtà industriali. Tra le misure previste c’è l’istituzione di un apposito comitato composto da rappresentanti della Comunità, dell’Agenzia del Lavoro, della Conferenza dei Sindaci, delle associazioni di categoria e dei sindacati. Il gruppo di lavoro avrà la possibilità di coinvolgere di volta in volta i soggetti interessati, attivando interventi di politica del lavoro sul territorio a seconda di specifiche tematiche. Nella prima fase sperimentale, il protocollo permetterà di promuovere una campagna informativa rivolta alla popolazione e ai soggetti istituzionali pubblici e privati, attivando un punto informativo multimediale sulle attività dell’Agenzia del Lavoro e presentando un documento degli interventi di politica del lavoro e dei servizi all’impiego svolti presso il Centro per l’Impiego. Inoltre, ci sarà la possibilità di promuovere gli interventi dell’Agenzia del Lavoro a sostegno delle fasce deboli e svantaggiate, oltre ad attivare progetti su “target” individuati, di volta in volta dal Comitato sulla base delle esigenze locali. Il sostegno all’occupazione giovanile e femminile sarà garantito con l’organizzazione e la realizzazione di progetti di avviamento al lavoro per donne e giovani.  
   
   
LAVORATORI IN LISTE MOBILITA´: CRESCIUTI DI 1489 UNITA´ L´ASSESSORE AL LAVORO RISPONDE IN CONSIGLIO PROVINCIALE DI FIRENZE A UNA DOMANDA D´ATTUALITÀ SUL TEMA  
 
Firenze, 7 febbraio 2013 - In Consiglio provinciale di Firenze era stata presentata una domanda d´attualità della consigliera Alessandra Fiorentini sulla mancata proroga al 2013 delle iscrizioni alle liste di mobilità ex legge 236/93. L´assessore al Lavoro, rispondendo in Consiglio, ha spiegato che dopo un attento esame del testo della Legge di Stabilità 2013 ( Legge 228/12) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il comma 405 non prevede la proroga dell´iscrizione in lista di mobilità per i lavoratori licenziati per giustificato motivo oggettivo da aziende che occupano fino a 15 dipendenti. Esso prevede la proroga, per tutto il 2013, del finanziamento degli ammortizzatori sociali previsti ai commi 14-15 e 16 dell´art. 19 della Legge 2/2009. Non vi è traccia della proroga del comma 13 che riguarda appunto la possibilità di iscrizione in lista di mobilità per i lavoratori licenziati per giustificato motivo oggettivo da aziende che occupano fino a 15 dipendenti. La Provincia auspica che in breve tempo il legislatore possa, cosi come è accaduto in passato, emanare una norma che, nel rispetto anche del principio di uguaglianza, possa permettere l´iscrizione in lista di mobilità ai suddetti lavoratori. Nel frattempo è opportuno accettare le istanze presentate dai lavoratori informandoli che dette istanze non saranno istruite e di conseguenza non si procederà all´iscrizione in lista di mobilità degli interessati in quanto manca la norma di riferimento. Ad oggi i numeri sono questi e parlano da soli: dal 1 gennaio al 31 dicembre 2012 i lavoratori iscritti alle liste di mobilità della 236 sono 6150; nello stesso periodo del precedente anno erano 4661 e quindi sono cresciuti di 1489 unità  
   
   
BOLZANO, REDDITO AL TOP: INTERVENTI ANTICRISI VANNO NELLA GIUSTA DIREZIONE  
 
 Bolzano, 7 febbraio 2013 - I nuovi dati resi noti il 6 febbraio dall’Istituto nazionale di statistica Istat collocano l’Alto Adige in testa alla graduatoria regionale del reddito disponibile per abitante con quasi 23mila euro. "I dati confermano - sottolinea il presidente della Provincia Luis Durnwalder - che le misure adottate dalla Giunta provinciale sin dalle avvisaglie della crisi internazionale sono andate nella giusta direzione. Ora bisogna proseguire su questa strada.” Secondo lo studio Istat sul "Reddito disponibile delle famiglie nelle Regioni italiane", nel 2011 l´Alto Adige si colloca con 22.800 euro al primo posto a livello nazionale del reddito disponibile per abitante. Il valore medio nazionale è di circa 18mila euro. "La nostra provincia ha risentito meno di altre degli effetti della difficile congiuntura grazie all´intervento della mano pubblica, agli sforzi compiuti da aziende e lavoratori, alla solidità del tessuto imprenditoriale e del sistema di welfare", commenta il presidente Luis Durnwalder. La politica provinciale ha contribuito a creare posti di lavoro portando servizi primari e secondari anche in periferia, evitando così lo spopolamento della montagna, "e in futuro si dovrà proseguire su questa strada per consentire alle famiglie di mantenere sicurezza sociale ed economica, malgrado il ristagno della finanza pubblica", aggiunge Durnwalder. In tal senso la Giunta provinciale si è già mossa con misure strutturali per sostenere la crescita e l´equità: "Con il nuovo bilancio puntiamo a coniugare sviluppo, coesione sociale e rigore nei conti pubblici", spiega Durnwalder. Nell´ambito delle politiche per la crescita, il presidente Durnwalder ricorda che la Giunta provinciale ha confermato anche nel 2013 il sostegno al welfare, alla formazione e all´innovazione, e in particolare una politica tributaria che vuole attenuare la pressione fiscale nei settori di competenza provinciale: esenzioni e riduzioni su tasse universitarie, addizionale Irpef, Irap, tassa automobilistica.  
   
   
UE: GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI  
 
Bruxelles, 7 febbraio 2013 - Dichiarazione congiunta di ieri in occasione della Giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili In occasione della Giornata internazionale della tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili (6 febbraio 2013) Alto rappresentante dell´Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza / Vicepresidente della Catherine Commissione Ashton, Vicepresidente Viviane Reding, dell´Ue Commissario alla Giustizia, Commissario allo Sviluppo Andris Piebalgs, Commissario Kristalina Georgieva, responsabile per la cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari e la risposta alle crisi, Commissario Cecilia Malmström, responsabile per gli affari interni, e il commissario Tonio Borg, responsabile per la politica sanitaria hanno rilasciato la seguente dichiarazione: "Secondo l´Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ogni anno, milioni di donne e ragazze nell´Unione europea e in tutto il mondo sono sottoposti alla brutale pratica delle mutilazioni genitali femminili e molti altri sono a rischio. 6 febbraio segna la Giornata Internazionale della tolleranza zero alle mutilazioni genitali femminili - un giorno in cui sensibilizzare l´opinione pubblica mondiale su questo problema e riaffermare il nostro forte impegno per sradicare questa pratica estremamente dannosa che viola i diritti delle ragazze e delle donne all´integrità fisica e mentale. La mutilazione genitale femminile viola i diritti umani e dei diritti delle donne e delle ragazze. La nostra priorità deve essere la prevenzione - contribuendo a garantire che nessuna ragazza potrà mai più avere a sperimentare questa traumatica violazione dei loro diritti. Abbiamo bisogno di integrare la vigente legislazione nazionale che vieta la pratica aumentando la consapevolezza circa gli effetti negativi delle mutilazioni genitali femminili sulla salute psicologica e fisica delle donne e delle ragazze e fornendo servizi di supporto per le vittime. È per questo che l´Unione europea si sta adoperando sia all´estero che in patria. Al di là della Ue, un congiunto Ue-progetto Unicef ha aiutato migliaia di famiglie, comunità e paesi a modificare gli atteggiamenti circa le mutilazioni genitali femminili e altre pratiche nocive in Africa. Ci congratuliamo con l´Unione africana e gli Stati membri per la sua leadership con l´adozione di una risoluzione delle Nazioni Unite per aiutare ad affrontare le mutilazioni genitali femminili. Si tratta di un importante passo avanti nella lotta globale contro la violenza e la discriminazione contro le donne e le ragazze. L´ue si è impegnata a raggiungere un risultato forte e orientati all´azione sulla violenza contro le donne in seno alla Commissione delle Nazioni Unite sulla prossima status delle donne. All´interno dell´Ue, la direttiva le nuove vittime "farà in modo che le vittime della violenza contro le donne, comprese le vittime di questa pratica dannosa, ottenere il supporto specialistico e l´attenzione di cui hanno bisogno. Particolare attenzione è data anche a questo gruppo nella nostra legislazione in materia di asilo. Le donne che sono a rischio di mutilazioni genitali femminili, o genitori che temono persecuzioni perché si rifiutano di avere il loro bambino sottoporsi a questa pratica può essere concessa la protezione internazionale nell´Ue. Il 6 marzo, si terrà una tavola rotonda con i principali attivisti e parlamentari per discutere la via da seguire. Ci consulteremo i governi, le Ong e quelli con l´esperienza diretta delle mutilazioni genitali femminili. Ci sarà anche mettere a disposizione finanziamenti per le attività di sensibilizzazione di questa pratica. La violenza verso le donne e le ragazze non è culturale. E ´criminale. La Commissione europea e il Servizio europeo per l´azione esterna rimane pienamente impegnata a combattere ogni forma di violenza basata sul genere sia all´interno dell´Unione europea e nelle nostre relazioni esterne. "  
   
   
MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI. ALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA OLTRE 380MILA EURO PER LA PREVENZIONE, IL SOSTEGNO DELLE VITTIME E LA FORMAZIONE DEGLI OPERATORI  
 
Bologna, 7 febbraio 2013 - Interventi per prevenire le mutilazioni genitali femminili e sostenere chi ne è vittima attraverso l’ascolto e l’accompagnamento. Corsi di formazione e aggiornamento per gli operatori, insieme ad attività di informazione in grado di sensibilizzare la popolazione. Sono le “azioni” che la Regione Emilia-romagna progetta di realizzare con gli oltre 380mila euro che le verranno assegnati dal governo (complessivamente 3 milioni, a livello nazionale) in base a un’intesa per la prevenzione e il contrasto della pratica. Una pratica che ha menomato, in base alle stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, dai 100 ai 140 milioni di donne nel mondo, con circa 3 milioni di potenziali vittime ogni anno. Le mutilazioni sono presenti anche in Italia, seppure in modo sommerso. “Non dobbiamo affrontare un argomento come quello delle mutilazioni genitali femminili da soli, ma aprirci al confronto. Non giudicare, ma costruire insieme percorsi di cambiamento” ha sottolineato l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi in apertura del convegno “L’approccio dei servizi socio-sanitari alla pratica delle Mgf tra modello terapeutico, preventivo, salutogenico”, promosso da Regione e Ausl di Bologna, che si è svolto oggi in occasione della Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili. Durante il convegno è stata presentata una ricerca (che ha coinvolto numerosi partner, nazionali e internazionali) con questionari rivolti a 268 donne italiane, 80 straniere e 212 operatori socio-sanitari dell’Emilia-romagna. Uno degli aspetti che sono emersi riguarda la tendenza a considerare in maniera quasi analoga, da parte sia delle italiane che delle straniere immigrate, le mutilazioni genitali come una violazione dei diritti delle donne e, in quanto tale, una pratica da contrastare ed eliminare. “La ricerca realizzata dall’Ausl di Bologna affronta la questione da un punto di vista delle rappresentazioni sociali – ha aggiunto l’assessore Marzocchi – . E difatti la pratica delle mutilazioni non va letta unicamente sotto l’aspetto sanitario, ma con un approccio interculturale. Anche su questo tema è importante lavorare per reti territoriali: fondamentale comunque – ha concluso l’assessore – è formare il personale in modo specifico su quest’argomento, far crescere la nostra cultura per dare risposte appropriate e creare i presupposti perché queste pratiche vengano ripudiate”.  
   
   
CONCILIAZIONE TEMPI VITA-LAVORO. ASSESSORE REGIONALE POLITICHE SOCIALI: “OK A PROVVEDIMENTO INTERVENTI NEL VENETO PER 2013; RISORSE IMPIEGATE SARANNO DI OLTRE 1 MILIONE EURO”  
 
Venezia, 7 febbraio 2013 - E’ stata approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell’Assessore ai servizi sociali, un provvedimento per l’attuazione del programma regionale 2013 degli interventi di conciliazione dei tempi di vita con quelli di lavoro. Le risorse destinate sono pari a 1.092.000 euro. “Dopo l’intesa raggiunta dalla Conferenza Unificata tra Stato-regioni e Città dell’ottobre 2012 – spiega l’assessore – il Veneto ha scelto le proprie linee d’intervento che promuovono misure di welfare aziendale per rispondere alle esigenze delle famiglie e delle imprese e puntano allo sviluppo di nuove opportunità di lavoro e di specifici profili professionali. Dopo la validazione delle nostre linee d’intervento da parte del livello nazionale, le metteremo a bando con l’obiettivo di portare avanti un lavoro di più stretta connessione e coordinamento tra le iniziative già presenti sul territorio in modo da sfruttare al massimo le opportunità realizzate in questo settore. Il tema della conciliazione tra famiglia e lavoro, per aiutare la crescita economica e la tutela sociale del nucleo familiare, è fondamentale per la politica regionale”.  
   
   
ISERNIA - IMPRESE ROSA, CORSO PER MIGLIORARE LE COMPETENZE GESTIONALI  
 
Isernia, 7 febbraio 2013 - Un Laboratorio per l´accrescimento delle competenze gestionali delle imprese femminili. L’iniziativa, promossa dal C.i.f. – Comitato per l’Imprenditoria Femminile – e curata dall’Azienda Speciale S.e.i. Della Camera di Commercio di Isernia, è tesa a migliorare le competenze gestionali delle imprenditrici attraverso un percorso formativo finalizzato all’acquisizione di strumenti e tecniche di pianificazione, di gestione, di rapporti con le banche oltre che incrementare le capacità comunicazionali e di attrazione dell’azienda. Il percorso è destinato a 10 imprese femminili della provincia di Isernia e si articola in due fasi. La Prima Fase prevede come “Migliorare le tecniche di gestione aziendale, sotto il profilo economico finanziario, e il rapporto con le banche”; la Seconda Fase è finalizzata a “Comunicare l’immagine aziendale con efficacia ed efficienza” e a migliorare le tecniche di comunicazione interpersonale e di vendita. Le lezioni si terranno presso la Camera di Commercio di Isernia in C.so Risorgimento, 302, nei giorni 25-26-27 febbraio 2013 e 5-6-7 marzo 2013. La partecipazione al corso è totalmente gratuita. Le domande di adesione, redatte utilizzando il modulo disponibile presso gli uffici della Segreteria del C.i.f. - Azienda Speciale S.e.i. - o sul sito web della Camera di Commercio ( www.Camcomisernia.net ), dovranno pervenire entro e non oltre le ore 18.00 di martedì 19 febbraio 2013. Per informazioni: Segreteria C.i.f. - Azienda Speciale S.e.i., C.so Risorgimento, 302, Isernia – dal Lunedì al Venerdì dalle ore 9,30 alle 12,30, il Lunedì e il Giovedì dalle ore 15,30 alle 17,30. Ref: Francesca Cuna Tel. 0865 455239235075 Fax 0865235056, e-mail: francesca.Cuna@is.camcom.it