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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 15 Novembre 2006 |
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"FIFTEEN", IL RISTORANTE SOCIALMENTE RESPONSABILE |
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La solid surface Dupont Corian e´ stata scelta dallo studio inglese di design Absolute Design per i top dei tavoli e di altri fondamentali elementi di arredo del ristorante "Fifteen Cornwall", nuovissimo locale della catena Fifteen di ristoranti socialmente responsabili. Caratterizzato da un look funky ma sofisticato, il ristorante Fifteen Cornwall e´ situato nella Watergate Bay a Newquay (Cornovaglia, Regno Unito). Il primo ristorante Fifteen socialmente responsabile e´ stato creato nel 2002 a Londra dal noto chef inglese Jamie Oliver (<http://www. Jamieoliver. Com>), seguito da Fifteen Amsterdam (Olanda) e Fifteen Cornwall. Fifteen Melbourne (Australia) e´ in fase di sviluppo. Il ristorante Fifteen Cornwall e´ arrivato nella Watergate Bay, portando un menu´ innovativo basato sui migliori cibi stagionali e locali, un´atmosfera rilassata, chef di talento e una vista incredibile su una spiaggia che si estende per oltre 3,5 km. Ma Fifteen Cornwall propone molto di piu´. Il ristorante fornisce ai giovani svantaggiati della Cornovaglia l´opportunita´ di costruirsi una carriera nell´industria della ristorazione. La Cornwall Foundation of Promise, ricevera´, tramite la Fifteen Foundation (organizzazione no-profit registrata in Inghilterra e Galles, fondata nel 2004) tutti i profitti del ristorante Fifteen Cornwall. La Cornwall Foundation of Promise e´ stata specificamente creata per sostenere, formare e guidare questi giovani aiutandoli a diventare chef di classe mondiale. Il ristorante Fifteen Cornwall (<http://www. Fifteenfoundation. Org. Uk>) e´ inoltre impegnato a proteggere l´ambiente. Ogni aspetto e attivita´ del ristorante e´ stata progettata in modo da minimizzare l´impatto ambientale. Le soluzioni adottate comprendono un vasto programma di riciclaggio, sistemi per ridurre il consumo di energia e acqua e l´utilizzo (all´80%) di alimenti provenienti dalle zone circostanti. "Volevamo creare un luogo che fosse capace di richiamare la struttura attiva precedentemente e che, allo stesso tempo, fosse in grado di comunicare chiaramente il carattere del nuovo ristorante e traducendo l´originario look urbano di Fifteen in un messaggio rilevante per un locale situato in una localita´ costiera. " commenta Helen Blake di Absolute Design. . |
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"NEL 2007 LA SECONDA CONFERENZA REGIONALE DEL MARE" L´APPUNTAMENTO, NEL GIUGNO PROSSIMO, PRECEDUTO DA SEMINARI TEMATICI E TERRITORIALI |
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Nelle prossime settimane verrà messo a punto il calendario di seminari e incontri tematici e territoriali che porterà, nel giugno 2007, alla seconda conferenza regionale sulle politiche del mare. Lo ha detto l´assessore regionale al bilancio, finanze e coordinamento delle politiche del mare, Giuseppe Bertolucci, intervenendo ieri a Viareggio al V° convegno nazionale del Conisma, il Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze del mare. "La Regione - ha spiegato l´assessore - manterrà anche in questa legislatura un orientamento politico indirizzato allo sviluppo del sistema marittimo e lo potenzierà aprendosi all´esterno attraverso progetti di cooperazione nel Mediterraneo. Intendiamo non solo confermare ed esaltare l´identità storica toscana di ´regione di mare´ ma farne sempre di più un elemento forte della nostra economia, alla luce della positiva esperienza del Progetto pilota integrato mare, approvato nel 2004, e delle stesse scelte contenute nel nuovo Prs". "Oggi - ha proseguito Bertolucci - abbiamo una carta in più: possiamo saldare questo nostro impegno alla discussione avviata dalla Commissione Ue con il Libro verde sulla nuova politica marittima europea, di cui si è parlato, proprio in Toscana, a Livorno, la settimana scorsa. L´europa - ha detto ancora - si muove intorno all´obiettivo di stabilire un corretto equilibrio tra dimensione economica, sociale e ambientale dello sviluppo: sono le stesse direttrici della nostra politica, tanto che in sede europea il Progetto pilota mare toscano ha rappresentato una delle esperienze più significative di nuova ´governance cooperativa´". L´assessore Bertolucci ha infine ricordato le politiche e gli obiettivi del Progetto pilota: "Con questo strumento - ha affermato - abbiamo preso in considerazione tutti gli aspetti più significativi del sistema marittimo toscano, dai settori della cantieristica, del turismo e della pesca alla rete delle infrastrutture portuali e intermodali, dal quadro delle risorse occupazionali a quello dei beni culturali e ambientali. Sono i capisaldi di una politica che con la Conferenza di giugno troverà nuovo slancio". . |
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ORDINAMENTO DEL MERCATO DI FRUTTA E VERDURA: ALTO ADIGE TRA LE REGIONI EUROPEE FAVOREVOLI |
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Assieme ad altre Regioni europee, l´Alto Adige è favorevole al mantenimento di uno specifico ordinamento del mercato per il settore frutta e verdura. Sulla prevista riforma dell´ordinamento il 21 novembre è fissato a Bruxelles un incontro-dibattito promosso tra gli altri dalla Provincia di Bolzano. La riforma dell´ordinamento comunitario riguardante frutta e verdura verrà rivista e a gennaio il commissario Ue competente per lo sviluppo rurale, signora Mariann Fischer Boel, presenterà le sue proposte. L´assemblea delle Regioni europee frutticole, orticole e floricole (Areflh), di cui anche l´Alto Adige fa parte, chiede che prima della creazione di una zona di mercato libero nello spazio mediterraneo dell´Ue il mantenimento di uno specifico ordinamento del mercato per frutta e verdura, che rappresenterebbe una garanzia per gli agricoltori favorendo il loro adeguamento alle esigenze del mercato e la prevenzione di eventuali fasi di crisi congiunturale. La questione della riforma - congiuntamente ai problemi del settore, agli alti costi di frutta e verdura, al ristagno dei consumi e dell´aumentata concorrenza nell´Ue - sarà al centro dell´incontro dibattito promosso a Bruxelles mercoledì 21 novembre alle 18 nelle sedi degli uffici Ue delle Regioni Emilia Romagna e Aquitania (Francia). L´appuntamento vede tra gli organizzatori anche la Provincia di Bolzano. Sono attesi circa 200 partecipanti delle istituzioni europee e nazionali. Nell´occasione la Provincia di Bolzano presenterà anche i propri prodotti di qualità del settore frutticolo. . |
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CITTÀ DEL VINO ELEGGE NUOVO PRESIDENTE. E’ VALENTINO VALENTINI SINDACO DI MONTEFALCO (PERUGIA)
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Enoturismo, ocm vino e pratiche enologiche tra i prossimi impegni dell’Associazione. Intanto anche sindaco di Conegliano vieta i trucioli nelle Igt. Al prossimo Vinitaly un evento per celebrare i 20 anni di Città del Vino E’ Valentino Valentini, sindaco di Montefalco (Perugia), il nuovo Presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino, la rete dei Comuni doc. Valentini è stato eletto oggi pomeriggio a Conegliano Veneto (Treviso) durante la Convention d’autunno di Città del Vino davanti a 300 sindaci provenienti da tutta Italia. Il giovane neopresidente di Città del Vino, 34 anni, imprenditore, governa l’amministrazione di Montefalco dal 1999. Succede a Floriano Zambon, sindaco di Conegliano e presidente dell’Associazione dal 2003. Zambon rimarrà in carica alla presidenza di Recevin, la rete europea delle Città del Vino. Valentini nel suo discorso di saluto ha ribadito il grande impegno dell’Associazione per la difesa e la promozione della vitivinicoltura italiana di qualità, esposta da una parte al rischio di perdere nei prossimi anni decine di migliaia di ettari di vigneto con la nuova Ocm vino, dall’altra di appiattirsi sui modelli produttivi di Paesi lontani dal nostro per storia e tradizione. Nelle politiche promozionali di Città del Vino un posto di primo piano è occupato anche dallo sviluppo dell’enoturismo. “L’associazione, che nel 2007 si appresta a celebrare i 20 anni di vita, è sempre più numerosa e rappresentativa – ha detto il nuovo presidente Valentini -. Coerentemente ai principi e obiettivi di Città del Vino mi impegnerò al meglio per continuare a far sentire la nostra voce sui temi della qualità, dell’enoturismo, delle economie locali e delle politiche ambientali. Temi centrali per la buona gestione dei territori del vino”. Ocm vino e catasto vigneti. Entro il 2007 si decideranno le sorti della vitivinicoltura europea nel quadro della competizione internazionale. Tra i punti in discussione si prevede l’espianto di circa 400 mila ettari di vigneto nel territorio comunitario. Secondo Città del Vino la nuova Ocm non prevede alcuna distinzione tra le varie viticolture e rischia di colpire fortemente le regioni e i territori più deboli del nostro Paese. “In Australia sono sufficienti appena 50 ore di lavoro meccanizzato per gestire un ettaro di vigneto, mentre in molti territori italiani sono necessarie anche mille ore di lavoro – fa notare il presidente Valentini -. Le viticolture infatti non sono tutte uguali e nel nostro Paese lo sono ancora meno: abbiamo intere aree di vigneti terrazzati, viticolture di montagna, viticolture delle piccole isole. A nostro avviso non c’è bisogno di ridurre il vigneto europeo, crediamo piuttosto che vada fotografata questa diversità per intervenire con politiche mirate e selettive tutelando efficacemente tutti i territori del vino. In Italia – conclude Valentini - per raggiungere questi obiettivi è necessario che il catasto vigneti e gli albi delle Doc e Docg passino sotto la gestione dei Comuni”. Nei prossimi giorni l’Associazione proporrà al Ministero delle Politiche Agricole e Alimentari l’istituzione di un albo dei vigneti storici. Un nuovo progetto che prevede l’intervento dei Comuni per la creazione di collezioni di vitigni autoctoni e antichi e la nascita di una commissione ad hoc per accertare la storicità dei vigneti candidati a far parte del nuovo albo. Turismo del Vino. In Italia il turismo del vino produce ricchezza per oltre 2,5 miliardi di € l’anno e conta oltre 4 milioni di enoturisti. Il V Rapporto Città del Vino/censis sull’enoturismo calcola che con buone pratiche di governo locale, migliori sinergie tra pubblico e privato, il settore potrebbe raddoppiare nel giro di cinque anni andando ad accompagnare una domanda in crescita. Una conferma di questa tendenza arriva anche dal recente rapporto di Mediobanca (Vinitaly, 2006), secondo il quale rispetto agli oltre 3 miliardi di € fatturati dalle 82 maggiori aziende vitivinicole nazionali, una quota di tutto rispetto del 7,5% è imputabile alle vendite di vino effettuate in cantina. Questo aspetto, sostiene Città del Vino, indica l’importanza della qualità dell’accoglienza enoturistica oltre che del prodotto vino. Oggi in Italia le Strade del Vino, ex lege 268/99, sono 140 e coinvolgono migliaia di cantine, agriturismi, ristoranti e alberghi. “Il valore strategico del turismo del vino per le economie dei nostri territori, anche di quelli lontani dalle tradizionali mete del turismo, è un dato accertato – sottolinea il presidente Valentini -. Tuttavia dobbiamo rilevare che sono ancora poche le esperienze di successo in Italia poiché è mancata una strategia politica condivisa e coordinata per trasformare un fenomeno emergente in un’economia consolidata”. “No ai trucioli anche nelle Igt”. Continua su questo argomento la battaglia di Città del Vino per impedire l’autorizzazione dei trucioli anche per i vini Igt. Dall’assemblea di Conegliano è stata rinnovata con forza la richiesta al ministro Paolo De Castro di rivedere il decreto sui trucioli e di allargare il divieto anche ai vini a Indicazione geografica tipica (Igt). Dopo Torrecuso (Benevento) e Montefalco (Perugia) anche il sindaco di Conegliano (Treviso) ha firmato un’ordinanza che estende il divieto di impiegare i trucioli in cantina alle Igt. Nei giorni scorsi il ministro delle Politiche Agricole e Alimentari, Paolo De Castro, aveva vietato l’uso dei chips per i vini Doc e Docg, lasciando fuori Igt e vini da tavola. A Conegliano si producono principalmente vini di qualità Doc, ma il sindaco Floriano Zambon ha deciso di “estendere la tutela” anche alle altre produzioni locali. “L’indotto economico e occupazionale che deriva dalla produzione vitivinicola – si legge nell’ordinanza del sindaco Zambon - può essere considerato di notevoli dimensioni…. È quindi assolutamente indispensabile tutelare le produzioni vinicole di qualità prodotte sul territorio comunale. Altre Città del Vino sono pronte a firmare un’analoga ordinanza”. . |
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LE GUIDE DI PAPILLON LANCIANO DUE NOVITÀ IL GOLOSARIO VA SUL PALMARE E I RISTORANTI AL CALL CENTER
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Grandi novità in casa Papillon, il movimento di consumatori fondato dal giornalista Paolo Massobrio, destinatario quest’anno del prestigioso premio Saint Vincent. In occasione dell’uscita delle Guide di Papillon, la casa editrice Comunica ha realizzato la ‘E-guide Golosario’: un software per il palmare satellitare che riporta 1. 500 soste imperdibili tratte da Il Golosario, la guida alle cose buone d’Italia che giunge, con 1. 080 pagine, alla sua ottava edizione. E-guide è realizzato dalla wine and more srl, società che opera nel settore dei programmi per i navigatori satellitari, ed è compatibile con navigatori palmari tipo Tom Tom Navigator 5, Go… Il Golosario palmare permette di raggiungere cantine, negozi, ristoranti, aziende agricole selezionate dal giornalista Paolo Massobrio e dalla sua equipe di collaboratori. “E’ stato uno sviluppo necessario, perché Il Golosario è diventata ormai una vera e propria guida turistica per conoscere i paesi e le città – dice Paolo Massobrio – e poi perché abbiamo voluto dar seguito alla nostra battaglia per le cantine aperte tutto l’anno (e non solo un giorno) e per le botteghe artigianali”. Con una semplice interrogazione o all’approssimarsi del punto di interesse ‘E-guide Golosario’ potrà segnalare sia la presenza delle strutture nelle vicinanze, sia le informazioni tratte dalla guida cartacea, e permetterà inoltre di contattarle via telefono per una eventuale prenotazione (se si dispone di un cellulare bluetooth) e di condurre fino alla meta prescelta; l’arrivo verrà anticipato da un segnale sonoro. Ma il navigatore satellitare, alla voce ristoranti, rimanda anche all’ 892. 888. 08 che è il Call Center del Gusto “in viaggio con Papillon”: qui sono segnalati 2. 000 locali dove è consigliata una sosta. In pratica, chiamando il Call Center, si ha a disposizione tutta la Guidacriticagolosa al Piemonte, Lombardia, Liguria, Valle D’aosta, e le migliori soste a tavola del Golosario e della rivista Papillon. Telefonando all’892. 888. 08, numero prezioso da memorizzare sul cellulare, si viene guidati alle migliori tavole d’Italia. Il servizio è a pagamento e i costi vengono esplicitati nei primi cinque secondi della telefonata. Per informazioni: www. Clubpapillon. It o www. Cicer1. It. . |
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IL RISPETTO COSTANTE DELLA TRADIZIONE...MA SENZA TRALASCIARE L’INNOVAZIONE! UN PERCORSO DA SCOPRIRE INSIEME A VALDA E ALLO CHEF MARCO FADIGA.
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Crema di castagne con limone caramellato e timo fritto, spuma fredda all’eucalipto e pepe nero, tartellette meringate al limone e menta fritta…ma cosa c’entra tutto questo con Valda? C’entra perché per farvi conoscere gli ingredienti delle sue pastiglie, Valda ha pensato che il modo migliore fosse quello di farveli scoprire e gustare rielaborati in chiave gourmet. La filosofia di questo storico marchio è sempre stata questa: sposare la tradizione, legata al mondo naturale delle erbe, all’innovazione, rappresentata in questo caso dal genio creativo di uno chef di fama internazionale come Marco Fadiga, la cui arte culinaria ha origini in Francia, proprio come Valda. Valda è un marchio con una grande storia alle spalle ma che non smette di rinnovarsi e che, dopo 100 anni di vita, vuole proseguire la sua avventura anche nel terzo millennio. Per questo motivo, ha deciso di festeggiarsi con modalità in linea con questo spirito, insieme a partner che ne condividano la filosofia. Nello chef Marco Fadiga, allievo di Gualtiero Marchesi e Michel Rostang e alla cui fantasia e creatività si è completamente affidata, ha trovato il compagno ideale per il suo progetto: una nuova interpretazione degli elementi tradizionali delle sue pastiglie, per dare vita ad una sequenza di gusti unici. Nel 360° di via Tortona ha invece scoperto la cornice più indovinata, uno spazio appartato, ingentilito da una splendida serra esotica e rinnovato in chiave moderna (è un’ex-officina…), che si trova proprio nel cuore di quel quartiere storico milanese che, oggi, detta i nuovi trend ed è fucina di innovazione continua. Con questa serata Valda si ripropone quindi di celebrare due dei suoi principi fondanti: tradizione e innovazione. Valda è tradizione perchè si basa su ingredienti, i suoi oli essenziali, da sempre alleati contro i fastidi della gola causati da freddo e maltempo. Eucalipto, mentolo, timo, propoli e limone sono infatti noti e radicati nella storia dell’uomo come aiuto e difesa della salute. Ma la tradizione, parlando di Valda, è anche quella che si è guadagnata sul “campo” in un secolo di permanenza nelle nostre case, tasche e borsette, durante il quale ha accompagnato gli inverni di una generazione dopo l’altra, con la sua inconfondibile confezione in metallo. L’innovazione, d’altra parte, si manifesta nella storia di Valda sin dai suoi esordi quando, in Francia, il Dr. Cannone (l’inventore) trovò modi nuovi e inusuali di pubblicizzarla e prosegue fino ai nostri giorni con il recente ampliamento della linea. Da un paio di inverni, in farmacia, accanto alle pastiglie dal gusto classico (con e senza zucchero) si possono infatti trovare anche l’originale accostamento timo e limone e lo spray alla propoli, e, dall’anno scorso, anche la versione in pastiglie del gusto propoli. Proprio di questi giorni è invece il “ritocco” al look, che ha reso ancora più in sintonia con i tempi la sua celeberrima “scatoletta”. . |
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AL VIA IL PROGETTO 2006/2007 “NETWORK FILIERALIMENTARE DALLA TERRA ALLA TAVOLA”
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Gestito da Irecoop Emilia Romagna nell’ambito del progetto integrato regionale “Network Filieralimentare: educazione e sicurezza alimentare” Produzione di sussidi didattici, attività di formazione per insegnanti ed operatori della formazione nel settore dell’educazione alimentare, azioni di sensibilizzazione per valorizzare tradizioni gastronomiche e produzioni tipiche: sono queste le iniziative previste per il periodo 2006/2007 dai Progetti del ciclo Network Filieralimentare “In Terr Net Dalla Terra alla Tavola”. Programmate da Irecoop Emilia Romagna (l’agenzia di formazione di Confcooperative attiva fin dal 1979 sul territorio), queste azioni si inseriscono nel progetto integrato regionale “Network Filieralimentare: educazione e sicurezza alimentare”, gestito congiuntamente dagli enti di formazione Irecoop, Nuovo Cescot e Cesvip. “Le iniziative 2006/2007 ‘In Terr Net Dalla Terra alla Tavola’– sottolinea Francesco Degli Esposti di Irecoop Emilia Romagna – sono promosse da più soggetti: imprese cooperative agroalimentari, Confcooperative, associazioni dei consumatori, istituti scolastici ed universitari”. “L’integrazione fra la produzione di sussidi e strumenti didattici e le attività formative – prosegue Degli Esposti – consente ai docenti del sistema dell’istruzione scolastica non solo di acquisire un bagaglio utile di conoscenze e competenze, ma anche di mettere contemporaneamente in pratica nelle attività didattiche quanto appreso e conosciuto frequentando i corsi e visitando alcune primarie imprese del settore”. L’azione di informazione e sensibilizzazione, indirizzata ad operatori di aziende cooperative agroalimentari presenti sui territori provinciali, consentirà alle imprese di svolgere una più organica attività di presentazione e promozione dei prodotti tipici della ricca e variegata tradizione gastronomica dell’Emilia Romagna. L’esperienza delle iniziative del ciclo “Dalla Terra alla Tavola”, attuate in questi anni in collaborazione con la Regione Emilia Romagna ha confermato l’utilità del dialogo e del confronto fra il mondo delle aziende agroalimentari e quello dei consumatori, in particolare insegnanti e studenti del sistema scolastico. Si è così instaurato un rapporto di reciprocità fra istituzioni preposte all’istruzione ed imprese produttive rispetto alla sicurezza alimentare ed all’educazione ad una corretta alimentazione. “Temi questi – conclude il formatore di Irecoop Emilia Romagna – assai sentiti dai moderni consumatori e collegati alla necessità di proteggere la qualità della vita, avvertita da fasce sempre più ampie di popolazione, come testimonia la sempre più diffusa volontà dei cittadini di approfondire la conoscenza di aspetti ambientali, naturalistici e di altri quali le tradizioni del mondo rurale”. . |
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“CRETE D’ATUNNO”: LA XXI^ MOSTRA DEL BIANCO ENTRA NEL VIVO COL DOPPIO “BOTTO” TARTUFI DA MEZZO CHILO, È CACCIA GROSSA NELLE CRETE
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Nelle ultime ore rinvenuti due esemplari da 350 e 480 grammi Domenica a San Giovanni d’Asso “Tartufo per la pace” all’Unicef La cerca si fa grossa nelle Crete senesi. Nelle ultime ore i tartufai della zona hanno messo a segno un doppio colpo di valore, recuperando con l’ausilio dei cani addestrati due tuberi dalla dimensioni decisamente fuori dalla norma. Il primo, rinvenuto nella giornata di domenica, pesa 380 grammi; a distanza di poco tempo, sul banco vendita allestito nel Castello di San Giovanni d’Asso è arrivato anche il secondo e più grosso campione: ben 450 grammi, che assieme al precedente formano una delle più vistose coppie di tartufi mai trovate nel territorio senese. Presi d’insieme, i due esemplari formano un patrimonio da circa 3000 euro, superiore a quello dato dalle quotazioni più recenti del Tartufo bianco, in virtù della pezzatura extra. All’avvio della Xxi^ Mostra delle Crete Senesi, l’associazione Tartufai ha messo in vendita i frutti delle “cerche” con prezzi oscillanti tra i 1800 (per i pezzi più piccoli) ed i 3200 euro (per le taglie più grandi), che hanno potuto constatare le migliaia di persone che tra sabato e domenica hanno affollato San Giovanni d’asso. Il doppio ritrovamento delle scorse ora è di buon auspicio in vista dell’appuntamento di domenica prossima, quando il Comune di San Giovanni d’Asso rinnoverà il proprio messaggio di fratellanza al mondo consegnando l’annuale “Tartufo per la pace”. Il riconoscimento, abitualmente consistente nell’esemplare più grosso di tartufo disponibile sul momento, sarà destinato quest’anno all’Unicef: l’organizzazione Onu per i diritti dei bambini sarà premiata in particolare per l’impegno in soccorso dei più piccoli nei luoghi di guerra di tutto il pianeta. Per la consegna del Tartufo per la pace, nel pomeriggio di domenica 19, a San Giovanni d’asso interverranno il Ministro per le Politiche per la famiglia, On. Le Rosi Bindi; il Presidente di Unicef Italia, Antonio Sclavi, ed un noto testimonial dell’organizzazione. . |
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DERBY D’ ITALIA DEL TARTUFO ALBA VS ACQUALAGNA SECONDO ROUND L’APPUNTAMENTO IN ACQUALAGNA IL 20 NOVEMBRE 2006
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Torna il Derby d’Italia del Tartufo, una sfida unica tra i migliori chef italiani a colpi di grandi piatti a base del prelibato tubero. Appuntamento in Acqualagna lunedì 20 novembre 2006 presso il ristorante la Ginestra in località Furlo. Il Derby del tartufo per questa seconda edizione chiama in campo il Derby d’Italia del Calcio e così con la fascia da capitani affianco alle due squadre di chef avremo due campioni dell’Inter e della Juventus del calibro di Stefano Tacconi e di Alessandro Altobelli. Domenica 12 novembre in conferenza stampa presso il Palazzo del Gusto di Acqualagna si deciderà l’abbinamento tra le squadre di chef e i due campioni che dimostreranno cosa sanno fare con le padelle in mano. A proposito nasce per questa sfida stellare “la padella del derby” opera realizzata e firmata Tvs azienda leader dell’antiaderente mondiale che in edizione limitata ha realizzato un oggetto unico che diverrà il piatto del buon ricordo da appendere nelle cucine dei migliori chef d’Italia che si sfideranno nell’evento. A decretare la squadra vincente una giuria di esperti enogastronomi e delegazioni dell’Accademia della Cucina Italiana e dell’Associazione Italiana Sommelier sia di Alba che di Acqualagna. A seguire la cena di gala con la premiazione e la presenza di Telethon a cui sarà devoluto parte del ricavato della serata che si preannuncia come un avvenimento da non perdere, ricco di emozioni, le richieste di adesione sono già numerose e si attendono novità dell’ultima ora come la partecipazione di vips e politici di cui al momento non si possono rivelare i nomi. Che esca allo scoperto proprio chi ha acquistato il tartufo da 1 kg di Acqualagna il giorno di inaugurazione della Fiera? La rosa di acquirenti parlava di Silvio Berlusconi, smentito poi dagli attori Jack Nicholson e Gorge Clooney…. E intanto il sindaco Bruno Capanna che mercoledì ha incontrato Massimo D’alema alla Farnesina ha invitato il ministro alla serata… che si apparecchi anche per un Derby politico. . |
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HOTEL GALLES: LA FESTA DEI CARCIOFI
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Dal 20 novembre 2006 appuntamento all’Hotel Galles di Milano per serate all’insegna del gusto che vedranno protagonista assoluto il carciofo. Fino al 3 dicembre, infatti, sarà possibile assaporare piatti cucinati secondo ricette gustose, tutte a base di carciofo. Per l’occasione lo chef del ristorante La Terrazza preparerà specialità raffinate, ricchi piatti per gli amanti della buona cucina e per i palati curiosi: antipasti fantasiosi, primi gustosi, secondi stuzzicanti per gustare il carciofo nelle sue infinite declinazioni di sapore, con menù a prezzi più che invitanti! Al sesto piano del Galles, il ristorante La Terrazza propone cucina regionale e italiana con divagazioni su temi internazionali. Ottimi i vini, selezionati dalla cantina che colleziona le migliori etichette d’Italia e del mondo. Una location perfetta che offre, oltre alla buona cucina, una vista suggestiva su Milano in un ambiente raffinato e discreto, che la rende un’oasi di gusto e sapore. Il menù Antipasti Crudità di “spinoso di Sardegna” con petali di parmigiano in emulsione di olio extra vergine e aceto balsamico Frittura di carciofi alla spagnola Cuori di carciofi al vapore saltati in padella con scalogno e parmigiano Primi Piatti Garganelli ai carciofi e pecorino Pappardelle con “mammole pugliesi” e pomodorini di pachino Risottino con scampi e “violetto di Sardegna” Secondi Piatti Tagliata di manzo con carciofi trifolati e scaglie di provola affumicata Scaloppina di vitello con mammole e vermentino liguri Filetto di Sanpietro spadellato con foglie di carciofo e timo I prezzi www. Galles. It . |
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VIAGGIO NELLE CUCINE E NELLE RICETTE PRATESI. APPUNTAMENTO FRA DICEMBRE 2006 E GENNAIO 2007 CON IL GUSTO DELLA STORIA E QUATTRO ‘LEZIONI’
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L’abate Firenzuola e Leonardo da Vinci, una razza bovina autoctona e la farina di castagne che per secoli ha sfamato le genti dell’Appennino, la ricca torta del matrimonio di Ginevra Datini (figlia del famoso mercante pratese) e il vin santo delle colline medicee. Sono gli straordinari ingredienti del Viaggio attraverso le cucine delle antiche ville che la Provincia di Prato organizza a cavallo fra dicembre 2006 e gennaio 2007 nell’ambito de Il gusto della storia. “L’atmosfera delle cucine di alcune antiche ville e residenze del territorio pratese farà da scenario alle lezioni, ma le ricette attingeranno sia dalla tradizione che dalla cucina di oggi, un vero e proprio tuffo nella gastronomia pratese – spiega l’assessore al Turismo della Provincia Roberto Rosati – Come sempre sarà un percorso attraverso i luoghi del nostro territorio, per avvicinare i cittadini di tutti i Comuni e per scoprire insieme a loro i suggestivi ambienti che ospiteranno gli incontri”. Le lezioni si terranno sempre di sabato, alle ore 16. Ad ospitare il primo incontro il 9 dicembre sarà l’Archivio di Stato di Prato, la duecentesca casa del mercante Datini. Qui Diana Toccafondi, direttrice dell’Archivio, aprirà le porte della raccolta di antichi documenti commerciali più importante al mondo e Stefania Storai, appassionata cultrice della gastronomia pratese, preparerà e farà assaggiare la torta di nozze di Ginevra Datini, la figlia del mercante. Si tratta naturalmente di un dolce ricchissimo, in particolare per l’epoca, perché fatto quasi interamente di zucchero (nel Medioevo si utilizzava il miele molto meno costoso), un sorta di via di mezzo fra il panforte e il croccante. Dopo il primo appuntamento cittadino il 16 dicembre il Viaggio farà tappa a Carmignano, nella Tenuta di Capezzana, che produce una delle etichette del Carmignano docg ma anche il toscanissimo Vin santo. Proprio questo nettare d’uva sarà uno degli ingredienti dell’Arista con vin santo e cipolline in agrodolce, un piatto odierno che lo chef Patrizio Cioni prepara spesso anche per gli ospiti della tenuta. Dopo la lezione, mentre l’arista completa la cottura in forno, ci sarà la visita alle cantine e alla vinsantaia e poi l’assaggio. Il 13 gennaio sarà invece la volta della Villa del Mulinaccio a Vaiano e del suo cucinone cinquecentesco, dove i riflettori si accenderanno sulle ricette di Agnolo Firenzuola, abate alla guida della Badia di Vaiano nel ‘500 e scrittore. Nel menù della lezione, introdotta dal sindaco Annalisa Marchi in qualità di ricercatrice gastronomica ma preparato dalle massaie del luogo, lo stufato di Calvana, razza bovina autoctona di cui è appena stato approvato il disciplinare di produzione, i ceci rossi e i maccheroni di farina dolce, cioè di castagne, uno dei prelibati prodotti della lavorazione di questo straordinario frutto dei boschi della Val di Bisenzio, anch’esso protagonista di un disciplinare appena presentato. E’ prevista la visita della villa e la degustazione. E siamo all’ultima tappa del nostro Viaggio, che il 20 gennaio torna a Carmignano, questa volta nella Fattoria di Artimino, altro produttore del Carmignano docg. Anche qui una suggestiva cucina nelle cantine della villa, che conserva nell’antico camino lo straordinario marchingegno progettato da Leonardo Da Vinci: uno spiedo. La lezione illustrerà l’uso di questo tipo di cottura, spesso utilizzato anche per la cacciagione, e alcuni piatti che si possono cucinare direttamente sul fuoco. Da non perdere la visita alla stupenda villa Ferdinanda, fatta costruire appunto dal Granduca Ferdinando I dei Medici. Le lezioni sono gratuite, ma il numero dei partecipanti è limitato. La prenotazione va fatta presso lo 0574 24112 (Ufficio informazioni Apt). Www. Provincia. Prato. It . |
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ASSEGNATO ALLO CHEF DEL RISTORANTE DEL GRAND HOTEL DI CESENATICO IL PRIX CULINAIRE INTERNATIONAL “PIERRE TAITTINGER” 2006 PER L’ITALIA |
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A Parigi il 5 dicembre il vincitore parteciperà alla finale internazionale Angelo Giovanni Di Lena, Chef del ristorante del Grand Hotel di Cesenatico si aggiudica il Prix Culinaire Pierre Taittinger per l’Italia 2006 e si qualifica così per la finale internazionale che si svolgerà a Parigi il 5 dicembre e che vedrà competere gli Chef dei vari Paesi partecipanti alla sfida gastronomica internazionale. La finale nazionale si è svolta il 25 ottobre a Milano con premiazione all’Hotel Excelsior Gallia, in collaborazione con la Federazione Italiana Cuochi – F. I. C. - e alla presenza di Virginie Taittinger, in rappresentanza della Maison Taittinger, promotrice dell’importante Premio giunto ormai alla sua 40a edizione. E’ stato proclamato il vincitore scelto tra 10 finalisti da una Commissione, suddivisi tra membri di Giuria, Commissari di cucina, e membri del Coordinamento generale. Erano presenti anche Michel Comby, Chef vincitore della prima edizione del premio nel 1967 e membro della Giuria Internazionale, Madame Claude Bontoux, Segretario Generale “Prix Culinaire Pierre Taittinger”, alcuni massimi esponenti della Federazione Italiana Cuochi – Paolo Caldana, Presidente e Gian Paolo Cangi, Segretario Generale -, Ennio, Luca, Paolo e Pietro Pescarmona che da quasi 50 anni sono importatori per l’Italia del rinomato Champagne. Secondo classificato Lorenzo Staltari, Sous-chef del ristorante del Casino di Campione d’Italia e terzo classificato Antonio Sagramosio, chef del ristorante Le Cedrare di Illasi in provincia di Verona. I 10 Chef finalisti italiani hanno eseguito due ricette. Una ricetta libera su tema imposto dalla Giuria per 8 persone che quest’anno prevedeva: un carré di maiale di fattoria di 8 prime costole, servito intero, e 2 filetti mignon accompagnati da 3 contorni liberi e una salsa o un sugo servito in salsiera; inoltre una ricetta a libera scelta del concorrente che valorizzasse le particolarità culinarie del nostro Paese. Il vincitore ha presentato quale ricetta libera una sinfonia di triglie con confetti di pane e olive taggiasche con le sue salse. Oltre a partecipare alla finale internazionale Giovanni Angelo Di Lena ha ricevuto in premio un assegno del valore di € 2. 300, mentre il secondo classificato ha ricevuto un assegno di € 1. 150 ed il terzo classificato un assegno di € 760. A tutti i partecipanti è stata consegnata una bottiglia magnum di Champagne Taittinger, una coppa e il diploma di partecipazione. Il premio fu istituito per la prima volta nel 1966 per ricordare Pierre Taittinger, che oltre ad essere stato uomo politico stimato, si affermò anche come sostenitore di una certa art de vivre che rifletteva il suo carattere di esperto gourmet. Senza ostentazione alcuna, la sua tavola era considerata una delle migliori “case borghesi” dell’epoca e la sua passione per la gastronomia emerse soprattutto grazie al suo contributo nel valorizzare la cucina dei ristoranti d’albergo. “Ho deciso di creare questo concorso, nato sotto la duplice egida dello champagne e della gastronomia, per coltivare il ricordo di mio padre – racconta Claude Taittinger – e per mettere in luce finalmente l’uomo in bianco, lo chef nascosto all’ombra dei fornelli”. Il Premio Culinario Internazionale Pierre Taittinger ha l’obiettivo di promuovere i principi della grande cucina classica francese, nondimeno, i grandi chef che vi partecipano si rallegrano delle influenze, molteplici e multiculturali, che arricchiscono oggi la grande tradizione. Per tale ragione il concorso si articola su due livelli: finali nazionali in numerosi paesi europei (Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Olanda, Svizzera) e in Giappone e finale internazionale a Parigi che vede coinvolti i vincitori dei Paesi concorrenti e della Francia. . |
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PASSAGGIO DI TESTIMONE AI FORNELLI DELLA CLINIQUE LA PRAIRIE: LA CHEF ELFRIED BLAES CEDE IL PASSO A JEAN-BERNARD MURARO.
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E’ Jean-bernard Muraro il nuovo chef chiamato a raccogliere il lascito ventennale di Madame Elfried Blaes e a dirigere la cucina della Clinique La Prairie. Personalità unica nel mondo della ristorazione internazionale, Muraro farà tesoro dei saperi e dei sapori ereditati, ma rileggendoli secondo il suo stile. L’obiettivo è arricchire e non stravolgere i menu consolidati e apprezzati dagli ospiti della clinica, far tesoro del passato per soddisfare papille e pupille, vista e palato, per un’alimentazione sana ed equilibrata. Non è strano che la Clinique La Prairie, Istituto di fama mondiale specializzato in trattamenti legati al wellness, interventi estetici e processi rivitalizzanti, abbia dedicato un´intera sezione della struttura alla rieducazione e alla sensibilizzazione alimentare. Il cibo è una vera medicina oltre che un piacere, non solo un’arte ma una scienza esercitata da specialisti del gusto, alchimisti del sapore. Per oltre vent’anni è stata Madame Elfried Blaes la protagonista della cucina della Clinique, firma di piatti a base di carne, pesce, verdure e molluschi in combinazioni imprevedibili, validi sostituti di pietanze cariche di condimenti e colesterolo. Summa della sua esperienza è il libro intitolato ´Vitality Diet´, raccolta di alcune delle ricette servite dal 1985 ad oggi a Clp, dalla crema delle Antille a base di agar-agar (ingrediente esotico ricavato da una particolare alga) e noce di cocco, all’insalata di tofu e di anacardi, dalla fantasia di gamberi e mango alla tartare di merluzzo passando per un cocktail di aragosta, oppure per una terrina di pesce angelo con asparagi, uova in gelatina con ratatouille, rotolo di cacciagione con cavolo e funghi, agnello in salsa con flan di carote, involtini di foglie di vite ripieni di vitello e salsa di limone, fino alle mele al forno all’aroma di cannella e zenzero, charlotte di rabarbaro, mousse di lamponi alle due salse, affogato alle prugne con tè, cheesecake con frutta e agrumi caramellati con gelato di crema. É su questa tastiera di sapori che si muoverà il nuovo chef Jean-bernard Muraro, dal 1° settembre maître del ristorante interno alla Clinique. Muraro, cresciuto professionalmente nella catena Frantel, crede in una cucina che sappia venire incontro alle esigenze dei clienti e sceglie per questo proposte culinarie in grado di emozionare, trasmettere sentimenti, dalla più goliardica partecipazione conviviale alla suggestione data da esperienze papillari complesse. La sua è una ‘cuisine du marché’ cangiante a seconda delle stagioni, caratterizzata da materie prime freschissime, scelte con attenzione. Continentali per inclinazione, i suoi menu denunciano forti influenze mediterranee, dalla regione della Savoia, del Jura e dalla Francia Orientale, per un melange che non disdegna l’esotico come nelle ‘Patate dolci allo zenzero con capesante’. Di fronte al nuovo incarico, lo chef è cosciente del fatto che gli ospiti del centro siano anche pazienti, spesso vincolati da restrizioni dietetiche o convalescenti dopo un’operazione chirurgica: per loro il pasto diventa una tappa fondamentale per ristabilirsi oltre che un momento che scandisce le giornate piacevolmente. ‘Piuttosto che stravolgere i menu già consolidati’ dice Muraro ‘preferisco aggiungere il mio tocco, integrando le preparazioni, per esempio, con olio inca-inchi (originario del Perù e ricco di Oméga 3) oppure con il Sumac (albero che produce un fiore da cui si ricava una polvere dal gradevole gusto acidulo)’. La sua parola d’ordine è equilibrio, per un piacere puro attraverso un regime dietetico rigoroso, certo che la nutrizione sia come la religione, un credo da interpretare a modo proprio, dove esiste un unico scopo, il benessere, ma mille strade per raggiungerlo. A chi gli chiede dove cerchi l’ispirazione, Muraro risponde ‘prima di mettermi ai fornelli mi chiedo sempre con chi sto per condividere la mia tavola, e in quale momento dell’anno mi trovo. Di grande utilità sono le letture, le ricerche su internet, il confronto con i colleghi e l’assaggio’. . |
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“UN SORSO DI MAGIA E VINCI” CON ACQUA MINERALE SAN BENEDETTO
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Da oggi c’è un motivo in più per scegliere di acquistare un’Acqua Minerale Naturale San Benedetto, marchio di grande successo presso milioni di famiglie italiane: la possibilità di partecipare al concorso “Un sorso di magia e vinci”, con in palio tantissimi premi, tra cui due soggiorni di una settimana per quattro persone in una delle zone più affascinanti della Sardegna. Il concorso avrà come filo conduttore l’acqua, in occasione dell’atteso lancio in Dvd de “La Sirenetta” in versione finemente restaurata e rimasterizzata. Uno dei cartoni animati, targati Walt Disney, più amati. Naturale e leggera, ideale per tutta la famiglia e per ogni momento della giornata, dello sport e del tempo libero, grazie all´equilibrio dei suoi sali minerali, Acqua Minerale Naturale San Benedetto, mette in palio, oltre ai soggiorni presso l’Eurotravel Style Telis Village di Arbatax, cinquanta biglietti di ingresso omaggio all’Acquario di Genova, sempre per quattro persone (due adulti e due bambini), cinquanta acquari Tetra da trenta litri e cento videogiochi del film “La Sirenetta” per Nintendo Ds. L’abbinamento di Acqua Minerale San Benedetto a Walt Disney nasce dall’idea dell’Agenzia In Action, che in questo caso si è occupata anche dello sviluppo dell’intero concorso; partecipare è semplicissimo, con la spedizione - dal 15 novembre 2006 al 28 febbraio 2007 – di dodici prove di acquisto (codici a barre) stampate sulle etichette della linea di Acqua Minerale Naturale San Benedetto, che spazia dai 2 litri agli 0,25 L della Babybottle per i più piccoli (questo prodotto vale due punti). Il concorso avrà un’ampia visibilità, assicurata dai fardelli personalizzati realizzati per le bottiglie da 2L e le Babybottle, da una cartolina inserita all’interno dei Dvd della “Sirenetta”, pagine pubblicitarie su riviste di settore e dal sito internet www. Sanbenedetto. It, dove i consumatori potranno trovare il regolamento completo. . . |
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NELLA SALVAGUARDA DEGLI EQUILIBRI NATURALI DELL’AMBIENTE, NASCONO I NUOVI FORMATI DE CECCO LA PASTA BIOLOGICA: UNA BONTÀ CHE RISPETTA LA NATURA
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Da oggi, la pasta De Cecco è anche biologica. L’azienda entra in una nicchia di mercato finora sperimentata con successo con l’Olio da Agricoltura Biologica. Il grano impiegato nella produzione della nuova Pasta Biologica De Cecco, come tutti i prodotti coltivati secondo gli standard europei dell’agricoltura biologica, rispetta gli equilibri naturali dell’ambiente, non utilizza concimi chimici o insetticidi chimici di sintesi, adotta taniche di coltivazione e concimazione naturali. Come tutto il grano scelto da De Cecco, non nasce da sementi geneticamente modificati, viene sottoposto a rigorosi controlli, ispezioni, campionamenti ed analisi. La pasta da agricoltura biologica, come tutte le paste De Cecco, è un prodotto di alta qualità che custodisce il gusto fragrante della semola realizzata con grani pregiati. Il colore è il giallo naturale molto amato dai consumatori del marchio della contadinella, la tenuta di cottura è perfetta grazie ai processi di lavorazione lenti e a bassa temperatura, la porosità è ideale per trattenere il sugo, grazie ad una trafilatura che avviene unicamente al bronzo. Genuina e tenace, la Pasta Biologica De Cecco rispetta la salute del consumatore ed il suo ambiente. L’assortimento iniziale è di 3 referenze: spaghetti penne rigate e fusilli, in confezione da 500 grammi, racchiusi in un astuccio dai colori tenui contrassegnato dal logo biologico. Con l’avvio della produzione di pasta biologica, De Cecco si attesta in un nuovo segmento di mercato, in una fascia di consumo salutistico verso il quale i consumatori dimostrano una sensibilità sempre maggiore. . |
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ARRIVA IL GIANDUIOTTO AL CAFFE´ DA CAFFÈ ALBERTO, CLASSICA TORREFAZIONE TORINESE
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Dall´avvolgente squisitezza del cioccolato Gianduja e dall´ inconfondibile aroma di Caffè Alberto nasce un cioccolatino finissimo, Giandujotto Espresso, l´arte del bel vivere. Www. Caffealberto. It Caffè Alberto è una classica torrefazione torinese orientata alla qualità e alla cura artigianale. Questa tradizione di rigore e di prestigio è stata attentamente preservata attraverso 40 anni di lavoro e di sviluppo. Dal 1961 può così offrire ai suoi clienti - privati, bar, ristoranti o aziende alimentari - tutto il piacere e la sicurezza di un caffé di altissima qualità. Per i suoi caffé in purezza utilizza unicamente il meglio di ciò che offre il mercato internazionale nelle diverse stagioni, seguendo le leggi e talvolta i capricci della natura. Nelle miscele combina con equilbrio e sensibilità gli aromi, le "forze" e le "tenute" delle diverse varietà e regola le tostature per esaltarne i pregi. In vendita nelle migliori pasticcerie e torrefazioni. . |
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RICOTTA DI BUFALA CAMPANA DOP, IL CONSORZIO TUTELA PREDISPONE LE STRATEGIE DI CERTIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE. IN PREPARAZIONE ANCHE UN TERZO PRODOTTO DOP A BASE DI LATTE BUFALINO |
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Il 7 novembre scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del 23 ottobre 2006 del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali “Protezione transitoria accordata a livello nazionale alla denominazione «Ricotta di Bufala Campana» per la quale e´ stata inviata istanza alla Commissione europea per la registrazione come denominazione di origine protetta. ” Il Comitato Promotore per il Riconoscimento della Ricotta di Bufala Campana Dop ha sede presso il Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana; entrambi gli enti sono presieduti da Francesco Serra, che afferma: ”Con le nuove norme in materia di Denominazione di origine l’iter per il definitivo riconoscimento in sede europea della Ricotta di Bufala Dop sarà più breve e contiamo sin d’ora sulla possibilità di incrementare il valore della produzione, grazie alla protezione transitoria nazionale”. Sul piano dell’immediata operatività, il Comitato, attraverso le strutture del Consorzio Tutela ha già attivato le procedure di certificazione del prodotto attraverso il Csqa di Thiene. Il consumatore potrà riconoscere la Ricotta di Bufala Campana Dop attraverso il marchio ((Si veda allegato). Il mercato della Ricotta di Bufala Campana Dop, secondo stime di Consorzio Tutela, ha oggi un valore di circa 30 milioni di euro l’anno, metà dei quali fatturati sul territorio del casertano. “Al fine di incrementare il valore di questa ricchezza, che da tempo vive all’ombra della Mozzarella Dop, il Consorzio ha allo studio le strategie di valorizzazione del caso – annuncia Vincenzo Oliviero, direttore del Consorzio Tutela, che sottolinea – siamo di fronte alla seconda ricotta a denominazione d’origine protetta d’Italia, dopo la Romana e al secondo riconoscimento Dop su un prodotto della filiera latte di bufala. ” Oliviero ancora aggiunge: “Si tratta di una Dop nella quale ho sempre molto creduto, anche contro lo scetticismo di molti produttori; il tempo mi darà ragione. ” “Il nostro auspicio – prosegue Oliviero - è che presto si pervenga anche alla definizione della denominazione per la Carne di Bufalo Campana, al fine di poter tutelare completamente tutti i prodotti bufalini. ” Oliviero fornisce anche un ulteriore elemento:” Il Consorzio si attiverà a breve per l’avvio di una procedura di valorizzazione per un altro prodotto a base di latte di bufala, sarà una sorpresa. ” Il Disciplinare di produzione della Ricotta di Bufala Campana dop riprende integralmente la stessa area di produzione di origine della Mozzarella dop: intero territorio delle province di Caserta e Salerno, la fascia di 9 comuni area nord di Napoli, una significativa pattuglia di comuni del Basso Lazio, l’agro di Roma, il comune di Venafro in Molise, 12 comuni in provincia di Foggia, 3 comuni in provincia di Benevento. Oltre al legame con il territorio, per ottenere la Ricotta di Bufala Campana dop è necessario l’esclusivo utilizzo del siero dolce proveniente dalla lavorazione della Mozzarella di Bufala Campana dop. Il siero dolce dovrà essere trasformato in ricotta entro le 24 ore dalla sua estrazione. E’ ammessa l’aggiunta di latte di bufala durante la trasformazione del siero in ricotta, sempre proveniente dall’area dop. Il confezionamento in area di produzione è obbligatorio. . |
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SABATO 4 E DOMENICA 5 NOVEMBRE CIRCA 1000 PRESENZE LUNGO I SENTIERI DELLA “MANGIAUNTA” SUCCESSO PER FRANTOI APERTI A GIANO DELL´UMBRIA PROSSIMO APPUNTAMENTO CON “LE VIE DELL’OLIO” |
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Un numero destinato a crescere ogni anno è ciò che si è registrato a Giano dell’Umbria in occasione della Mangiaunta, seconda edizione di un percorso gastronomico in quattro frantoi locali, all’interno della nona edizione della manifestazione Frantoi aperti. Tra sabato 4 e domenica 5 novembre, infatti, sono stati oltre un migliaio gli appassionati della buona tavola e delle eccellenze agroalimentari umbre che hanno visitato i quattro frantoi gianesi inseriti lungo un percorso tra natura e gusto intorno alla cittadina che si affaccia sulla valle umbra. L’anno scorso erano stati circa 350 i visitatori e i turisti giunti a Giano in occasione di Frantoi Aperti. Comunque un successo rispetto al 2004 e al centinaio di ospiti accolti durante quella edizione. Significative le presenze anche da Marche, Lazio, Toscana, Liguria, Emilia Romagna, Campania, Lombardia e Veneto. E allora tutti con la mappa alla mano lungo i sentieri della Mangiaunta alla ricerca dell’olio nuovo e delle rinomate bontà appartenenti ad territorio umbro. A Giano, presso l’Oleificio Speranza l’olio nuovo è stato degustato insieme alla bruschetta e all’ottima fagiolina del Trasimeno; il Frantoio Bartoloni in Loc. S. Stefano ha, invece, promosso il suo olio in abbinamento alla bruschetta e alla patata di Colfiorito sotto il fuoco; bruschetta e lenticchia locale, invece, sono stati preferiti dall’olio del Frantoio Del Sero Giuseppe in Loc. Moriano a Pian della Noce, mentre al Frantoio Flamini, Loc. Bivio Moscatini, l’olio si è sposato con bruschetta e sedano nero di Trevi in pinzimonio. Ai più golosi, che hanno concluso il percorso di degustazioni nei quattro frantoi, è stata offerta anche l’ambita bottiglietta di olio novello. Un prodotto che fa bene all’ambiente oltre che alla salute. Accade, ad esempio, nel frantoio Flamini dove il processo di produzione non si limita alla mera estrazione dell’olio. “Qui – ci racconta il frantoiano – delle olive non buttiamo via nulla. Abbiamo un macchinario che recupera il nocciolo dell’oliva che, attraverso combustione, a sua volta viene utilizzato per produrre energia pulita per la nostra casa. Non solo: abbiamo anche iniziato un esperimento per il riutilizzo delle foglie dell’oliva come ammendante per gli stessi uliveti”. Frantoi aperti e la Mangiaunta sono senza dubbio un’importante occasione per accogliere i viaggiatori del gusto desiderosi di conoscere l’olio Dop umbro, le sue tecniche d’estrazione e gli uomini che fanno la storia di questo prodotto. Il prossimo appuntamento del ricco programma di novembre a Giano è previsto il 25 e 26 novembre con “Le Vie dell’Olio”, iniziativa alla sua undicesima edizione che, attraverso degustazioni, laboratori, tavole rotonde e gran galà, celebrerà ancora l’olio di oliva di qualità, il prodotto che ha fatto di Giano una delle realtà più conosciute e apprezzate a livello regionale e nazionale, grazie alla presenza di rilievo tra le città appartenenti all’Associazione Nazionale “Città dell’Olio”. Novità di questa edizione sarà la premiazione di “Ulivolio – visioni maiviste dell’albero di Ulisse”, il 1° concorso internazionale per autori ed immagini sul tema della civiltà e della cultura dell’ulivo e dell’olio, organizzato in collaborazione con l’associazione “Repubblica di Frigolandia. Il programma completo della manifestazione è consultabile direttamente sul sito www. Leviedellolio. Info. . |
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