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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 16 Gennaio 2007 |
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LA CAMERA AMERICANA APPROVA DISEGNO DI LEGGE SULLE CELLULE STAMINALI |
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Bruxelles, 15 gennaio 2007 - La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato un disegno di legge che amplierebbe la ricerca sulle cellule staminali embrionali finanziata dal governo. La Casa Bianca ha tuttavia dichiarato che il Presidente americano George W. Bush opporrà il veto all´iniziativa proposta. Per la seconda volta in due anni i legislatori hanno votato a favore dell´abolizione delle restrizioni sulla ricerca in materia di cellule staminali embrionali, ma è anche la seconda volta che la maggioranza è troppo limitata per imporsi su un eventuale veto presidenziale. Nel dibattito carico di emozioni che si è svolto l´11 gennaio, molti senatori schierati su entrambi i fronti hanno fatto riferimento a patologie o disabilità all´interno delle loro famiglie. Le cellule staminali embrionali sono interessanti per i ricercatori, in quanto potrebbero garantire scoperte mediche per il trattamento di svariate patologie, tra cui il diabete, il morbo di Parkinson e le lesioni del midollo spinale. I sostenitori affermano che tale ricerca sarebbe condotta su embrioni che verrebbero comunque scartati dalle cliniche di fertilità. Gli oppositori di tale ricerca ritengono che l´impiego di embrioni ai fini della ricerca sia eticamente sbagliato. Secondo i sondaggi, la maggior parte degli americani è a favore dell´espansione della ricerca sulle cellule staminali negli Usa, e i democratici sostengono che la questione abbia svolto un ruolo significativo nelle recenti elezioni che sono costate la maggioranza ai repubblicani a vantaggio dei democratici sia alla Camera che al Senato. «Oggi, approvando la legislazione volta ad ampliare la ricerca sulle cellule staminali, la Camera ha dato voce alle speranze di oltre 100 milioni di americani e delle loro famiglie», ha dichiarato la portavoce della Camera Nancy Pelosi. . |
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FONDI UE PER LA RICERCA NEL FARMACEUTICO |
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Milano, 16 gennaio 2007 - Un fondo per la ricerca scientifica che sia davvero europeo e sappia promuovere l’eccellenza. Parte da qui la scommessa e la novità del Consiglio europeo per la ricerca (Erc), un programma avviato nel 2002 che adesso diviene operativo. Si tratta di un fondo da 7,5 miliardi di euro, affidati alla supervisione di un Comitato scientifico composto da ventidue membri scelti dalla Commissione Europea in base alla loro credibilità scientifica – senza riguardo alla nazionalità. Il progetto è stato presentato dai due membri italiani del Comitato, il direttore scientifico dell’Istituto San Raffaele di Milano, Claudio Bordignon, e il direttore della Scuola normale superiore di Pisa, Salvatore Settis, in una conferenza stampa organizzata a Milano da Farmindustria. Sono due, per Bordignon, gli aspetti innovativi del progetto: “I bandi – la prima tranche, trecento milioni di euro, sarà assegnata entro la fine dell’anno – guarderanno al merito dei singoli progetti, senza cercare alcun equilibrio nella ripartizione delle risorse tra gli stati membri. Secondariamente, i progetti saranno valutati per la loro competitività, mentre in passato si prestava maggiore attenzione alla cooperazione tra studiosi”. I finanziamenti verranno erogati a condizione che i presentatori siano in grado di organizzare gruppi di lavoro indipendenti, e riguarderanno qualunque disciplina scientifica e umanistica; si distingueranno in due categorie: giovani ricercatori e studiosi più affermati. “Altra novità – ricorda Settis – è che l’Unione europea assegna la gestione dei finanziamenti direttamente a rappresentanti della comunità scientifica, saltando ogni intermediazione politica ed evitando interferenze da parte dei governi. Questo darà luogo a un’analisi spietata della qualità scientifica dei sistemi universitari”. Non c’è nessuna garanzia, infatti, – dicono i promotori – che un paese prenda un “minimo sindacale” di finanziamenti: a far testo dovrebbero essere solo la qualità dei progetti e il curriculum dei presentatori, assieme al prestigio delle loro istituzioni di provenienza. Il Consiglio europeo per la ricerca si rivolge soprattutto alla ricerca di base e mira alla creazione di gruppi indipendenti: da cosa deriva, dunque, l’interesse di Farmindustria? “L’industria farmaceutica – spiega il presidente Sergio Dompé – per vivere deve fare ricerca. La ricerca di base serve a creare le fondamenta su cui innestare sviluppi applicativi. Noi abbiamo ogni interesse a promuovere la vitalità della comunità scientifica nazionale e internazionale, perché solo così potremo avere quelle basi culturali e quelle competenze professionali senza cui è impossibile fare innovazione”. . |
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VITERBO, IN CALO LA SPESA FARMACEUTICA |
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Roma, 16 gennaio 2007 - La spesa farmaceutica nella Tuscia scende e la Asl di Viterbo si rivela una delle più virtuose della Regione. A novembre 2006, infatti, si è registrata una diminuzione della spesa rispetto allo stesso mese del 2005 del 5,5%. Positivi anche i dati di dicembre, periodo nel quale si è riscontrato un calo di ben 18 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Dati che in cifre valgono un risparmio di più di un milione di euro in spesa farmaceutica negli ultimi due mesi del 2006 in confronto allo stesso periodo dell’anno precedente. . |
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BOSTON SCIENTIFIC: EFFETTUATO IL PRIMO IMPIANTO DI STENT A ELUIZIONE DI EVEROLIMUS PROMUS |
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Natick, Ma 16 gennaio 2007 – Boston Scientific Corporation ha annunciato il lancio internazionale dello stent a eluizione di everolimus Promus, che fa di Boston Scientific l’unica società oggi in grado di offrire due distinte piattaforme di stent a rilascio di farmaco. Promus è un sistema di stent coronarico a rilascio di everolimus prodotto da Abbott con proprio brand e distribuito da Boston Scientific. Ha ottenuto l’autorizzazione al marchio Ce nell’ottobre 2006 e questo consente ora a Boston Scientific di distribuirlo in 25 Paesi dell’Unione Europea. Lo stent sarà anche disponibile in alcuni Paesi in Asia, America Latina ed Europa dell’Est, mentre il lancio negli Stati Uniti è previsto per il 2008. Il 21 dicembre, il Dr. Willibald Maier ha eseguito il primo impianto di stent Promus presso l’University Hospital di Zurigo. “Sono entusiasta di avere effettuato il primo impianto del nuovo stent a eluizione di farmaco di Boston Scientific”, ha commentato Maier. “Promus” offre ai pazienti un’opzione terapeutica che inserisce il farmaco ‘Olimus’ in una piattaforma ad alta disponibilità e siamo lieti di metterlo a disposizione dei nostri pazienti”. “Grazie a Promus, Boston Scientific offre ai medici due opzioni di grande efficacia: lo stent Taxus a eluizione di paclitaxel, leader del mercato, e Promus, stent a eluizione di everolimus ad alto potenziale”, ha affermato Paul Laviolette, Chief Operating Officer di Boston Scientific. “Promus completa l’ampio portfolio di stent ad eluizione di farmaco e riconferma sia la leadership di Boston Scientific nel mercato, sia il nostro impegno ad un’innovazione continua”. Durante il Congresso mondiale di cardiologia di Barcellona, sono stati resi noti i risultati dello stent Promus, rilevati dallo studio clinico Spirit Ii; tali risultati dimostrano come Promus abbia soddisfatto l’obiettivo di non avere prestazioni inferiori a Taxus nel restringimento tardivo del lume a sei mesi. Il sistema Taxus di Boston Scientific vanta numerosi risultati positivi, tra cui più di tre milioni di stent impiantati in pazienti in tutto il mondo e follow-up eseguiti su circa 4. 000 pazienti in quattro anni di indagini cliniche. . |
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CONCLUSA LA PRIMA “DUE GIORNI” CHE HA RIUNITO LE ASSOCIAZIONI DI SETTORE INSEGNAMENTO, FORMAZIONE E RICERCA LA SFIDA DELLA MEDICINA GENERALE ITALIANA ALLE ISTITUZIONI |
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Firenze, 16 gennaio 2007 - Un medico di Medicina Generale ancora più al centro del sistema sanitario nazionale, forte di una preparazione specifica omogenea e autonoma. In altre parole, un professionista della salute che non faccia solo assistenza, ma che si occupi anche di insegnamento, formazione e ricerca. È questa la sfida che la comunità della Medicina Generale lancia alle Istituzioni e che rappresenta la sintesi della “due giorni” promossa dalla Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg), tenutasi a Roma il 12 ed il 13 gennaio. Una “due giorni” che ha visto riunite, per la prima volta, tutte le organizzazioni sindacali e le società scientifiche del settore intorno al “Tavolo della Medicina Generale”. I quattro punti della proposta unitaria: 1) L’insegnamento della Medicina Generale deve essere affidato agli stessi professionisti che la esercitano, perché questa disciplina ha dignità autonoma. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario modificare la normativa vigente, che attribuisce al Medico di Medicina Generale un esclusivo ruolo assistenziale. 2) Gli studi dei Medici di Medicina Generale, sulla base della proposta avanzata, possono diventare luoghi di formazione e di ricerca, integrati con Università e Servizio Sanitario Nazionale. 3) La formazione specifica del Medico di Medicina Generale post-laurea deve diventare specializzazione, in armonia con le vigenti norme dell’Unione Europea. 4) Didattica e ricerca diventano attività che fanno parte dello sviluppo di carriera e che, aggiungendosi alla tradizionale attività di diagnosi e cura, dovranno avere riconoscimento contrattuale. “L’insegnamento universitario è solo uno degli obbiettivi che ci siamo posti – afferma Claudio Cricelli, Presidente della Società Italiana di Medicina generale (Simg) commentando il Documento Unitario sull’insegnamento e la formazione, stilato nella ‘due giorni’ di Roma. - Siamo consapevoli delle difficoltà e conosciamo le ragioni di chi si oppone alla nostra presenza, ma abbiamo creato una fitta rete di rapporti all’interno della comunità scientifica che rendono debolissime le obiezioni e le resistenze di quanti ci vogliono fuori dal sistema universitario ed in ruolo subalterno nel sistema sanitario e della Medicina Clinica. La nostra ambizione è quella di vedere riconosciute le funzioni didattiche e di ricerca quali equivalenti a quelle del lavoro clinico. Vogliamo essere accettati con uguale dignità nei contratti e nelle convenzioni”. “Il Documento Unitario – continua Cricelli – è un risultato di grande valore politico rappresentato dall’unitarietà di intenti, di visione e di programma di tutte le associazioni convenute. Si compie così l’avvio di un processo verso un ampio dibattito interno alla professione, da portare all’attenzione della politica, del sistema sanitario e dell’università. La Simg, forte della sua esperienza, è consapevole delle responsabilità che le derivano dal suo ruolo all’interno della Comunità delle Società Scientifiche, oltre che all’interno del gruppo delle Associazioni della Medicina Generale. Metteremo a disposizione della professione tutte le nostre risorse. La Società, la Scuola, la Fondazione, il Centro di ricerca, i database e le nostre 106 sezioni lavoreranno per il successo di questo percorso unitario”. Migliaia di medici della Simg sono così pronti ad affrontare una nuova fase del processo di crescita professionale insieme con le forze sindacali, i gruppi professionali e le associazioni scientifiche consorelle. “Il nostro prossimo Congresso – conclude Cricelli - avrà carattere unitario e costituirà un momento di confronto scientifico e professionale”. . |
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FORMAZIONE DEGLI OPERATORI: UNO STRUMENTO EFFICACE PER PREVENIRE LE INFEZIONI OSPEDALIERE IL C.I.R.M. - CONSORZIO ITALIANO PER LA RICERCA IN MEDICINA HA SVILUPPATO -PER LA REGIONE LOMBARDIA- UN PERCORSO FORMATIVO CHE CONIUGA SISTEMI TRADIZIONALI E NUOVI MEDIA PER RAGGIUNGERE I DIVERSI OPERATORI OSPEDALIERI DIRETTAMENTE SUL TERRITORIO |
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Milano, 16 gennaio 2007 – Le inchieste del settimanale L´espresso hanno reso evidente a tutti che quello delle infezioni nelle strutture sanitarie continua ad essere un problema rilevante per la Sanità Pubblica. Le infezioni ospedaliere, infatti, hanno un impatto notevole sia in termini sanitari, data l’elevata morbosità e mortalità associate, sia in termini economici per le giornate aggiuntive di degenza e gli interventi assistenziali necessari per la diagnosi e il trattamento delle stesse. Il Ministero della Salute, in accordo con le Regioni, ha varato lo scorso 10 ottobre il “Progetto nazionale per le cure sicure” che prevede, tra gli obiettivi, la creazione di un sistema di allerta e monitoraggio delle infezioni ospedaliere e la formazione degli operatori. Ed è proprio la formazione a giocare un ruolo rilevante poiché ai tradizionali rischi legati a problemi di igiene ambientale si associano quelli derivanti da comportamenti, pratiche professionali e assetti organizzativi inadeguati. Il C. I. R. M. - Consorzio Italiano per la Ricerca in Medicina ha sviluppato un percorso formativo ad hoc, operativo dal 2005. E´ stata creata una rete telematica per la formazione a distanza (fad) che utilizza in modo integrato sistemi e metodologie tradizionali e new media (Cd, Dvd, Internet, e-Learning). Il nuovo modello formativo, basato su metodologia Ebe- Evidence Based Education, consente di articolare la proposta dei contenuti in forma trasversale in modo da permettere a tutte le figure professionali che sono chiamate ad assicurare la continuità delle cure di fruire di approfondimenti comuni e di specificità necessarie al proprio livello di competenza. E tutto direttamente presso la propria sede di lavoro, con un notevole risparmio di costi e di tempi. Il progetto “Rete Telematica per la Formazione a Distanza (Fad) e per la gestione delle conoscenze (Km) dei professionisti della salute” è stato avviato nel 2003 dalla Regione Lombardia che ha recepito le direttive del Ministero della Salute in materia di formazione continua in medicina (Progetto di ricerca ex. Art 12 / Dlgs 502 2003-2005). “Una proposta formativa coerente è un passo importante per affrontare con competenza i numerosi e diversi problemi inerenti le infezioni negli ospedali e nelle altre strutture sanitarie –afferma Nicola Fabris, Direttore Generale del C. I. R. M. - Tra questi, un aspetto importante riguarda non solo l’identificazione dei microrganismi, e dei relativi antibiotici, ma l’identificazione delle varie componenti responsabili: dalle più complesse come gli studi epidemiologici, alle più semplici –ma non meno importanti- come il lavaggio delle mani”. In realtà, infatti, proprio la scarsa attenzione ad aspetti igienici risulta essere la causa principale delle infezioni correlate alle pratiche assistenziali. Ma questo non deve meravigliare: alle cure in Italia sono addetti circa 900. 000 operatori tra medici, infermieri, tecnici ed altre figure che ruotano attorno al paziente e vengono erogate in varie strutture tra ospedali e residenze sanitarie. E anche se sono previsti organismi di controllo, i Cio - Comitati per le Infezioni Ospedaliere, questi sono presenti in molti ospedali, ma non ancora in tutti. Altri aspetti non secondari legati a questo problema riguardano la “mobilità” dei pazienti che spesso migrano da un ospedale all’altro per risolvere i loro problemi, o da una residenza sanitaria all’ospedale per problemi acuti o, infine, dagli Istituti Penitenziari - anche i detenuti possono ammalarsi - all’ospedale per problemi acuti del detenuto. “Se a questo aggiungiamo i recenti fenomeni immigratori, è facile rendersi conto che si tratta di un’enorme popolazione in movimento –precisa, quindi, Nicola Fabris- Per esempio coloro che provengono dall’Africa, non sono resistenti ad alcune infezioni come la tubercolosi; per converso, negli ospedali, la maggior parte degli ammalati è costituita da anziani che hanno perso la resistenza naturale a molte malattie, resistenza che avevano acquisito da giovani. La longevità della popolazione e l’immigrazione creano perciò nuovi problemi che impongono al controllo delle infezioni una visione a 360° anche per questo i momenti formativi devono essere in grado sia di rispondere alle diverse esigenze, sia di svolgere essi stessi un ruolo decisivo di motore del cambiamento”. . |
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NO DELLA FIMP ALLA POSSIBILITÀ DI INSERIRE L’INDICE DI MASSA CORPOREA NELLE PAGELLE DEI BAMBINI |
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Roma 16 gennaio 2007 – Nove milioni di ragazzi e il 67 per cento di tutta la popolazione. Questi gli impressionanti numeri delle persone colpite da obesità negli Stati Uniti, che hanno portato le autorità a promuovere in alcuni stati l’inserimento nelle pagelle di valutazione scolastica dei bambini anche del voto relativo al grado di soprappeso . Una iniziativa che ha creato proteste nei genitori e scalpore nell’opinione pubblica sia in America che in Italia dove, come oltreoceano, il numero dei bambini obesi è in costante aumento, a tutte le età: secondo i dati messi a disposizione dall’Osservatorio Grana Padano, risulta che il 23 per cento dei bambini è sovrappeso e il 14,2 per cento è proprio obeso. Iniziativa bocciata, dunque, con fermezza, in particolare, dai pediatri italiani della Fimp che la definiscono semplicemente ‘inapplicabile’ per il nostro Paese e con risultati ‘discutibili’ se l’obiettivo che si vuole raggiungere è un buon livello di prevenzione primaria. “Non è con il pubblico giudizio che si risolve un problema come l’eccesso di peso che dipende da diversi fattori legati al comportamento e alla psicologia” sottolinea Giuseppe Mele, Presidente della Fimp. “Ma proprio le scuole, assieme ai pediatri di famiglia, potrebbero fare molto per intervenire nell’educazione delle nuove generazioni ed evitare l’espandersi del fenomeno”. “Il problema obesità è molto più complesso di quanto si pensi - continua Mele - oltre a quello che si mangia vanno considerati altri fattori tra cui l’attività fisica e/o la sedentarietà. Aumenta, infatti, in maniera difficilmente controllabile il tempo che i nostri bambini passano seduti o sdraiati di fronte non più solo alla Tv ma anche a internet e videogiochi”. “Dare un voto all’obesità può sembrare quantomeno discutibile”, aggiunge Claudio Maffeis, Docente di Pediatria presso l’Università degli Studi di Verona e componente del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Grana Padano. “Del resto l´obesità è una malattia polifattoriale e per gestirla è necessario intervenire contemporaneamente su più fattori di rischio noti quali: composizione della dieta, porzioni di alimenti, ripartizione dei pasti nelle 24 ore, riduzione della sedentarietà, aumento del livello di attività fisica, etc. In particolare va sottolineato che tutti questi fattori di rischio possono essere controllati solamente con una responsabilizzazione ed un coinvolgimento diretto della famiglia oltre che del bambino”. “Un secondo aspetto molto importante - continua Maffeis - è la precocità di intervento: prima si interviene più efficace è l´azione preventiva così pure la terapia. E’ fondamentale pertanto promuovere abitudini alimentari e motorie corrette sin nelle prime età. Uno strumento utile a questo scopo può essere il questionario delle abitudini alimentari proposto dall´Osservatorio Grana Padano e fornito ai pediatri che hanno aderito all´iniziativa che consente di ottenere una valutazione qualitativa dell´alimentazione del piccolo, come pure offre la possibilità di evidenziare carenze o eccessi nutrizionali” Da 2 anni i pediatri di famiglia italiani somministrano questionari ai bambini (mamme) per mettere in evidenza non solo il Bmi (Body Mass Index, indice di massa corporea, cioè il numero che esprime quanto si è grassi, magri o normopeso), ma il ben più importante quadro nutrizionale. Il pediatra, in tal modo, è agevolato nell’educare mamme e bambini mettendo in evidenza non solo il loro eventuale stato di soprappeso o obesità, ma anche quali sono gli errori nutrizionali principali sui quali poter intervenire. Da 2007 l’Osservatorio Grana Padano utilizzerà un nuovo software che prevede anche il monitoraggio dell’attività fisica e dei momenti di sedentarietà come ad esempio il tempo che i bambini dedicano ai videogiochi, tv e computer. L’osservatorio Grana Padano nasce grazie all’impegno del Consorzio tutela Grana Padano in collaborazione con Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri) e Simg (Società Italiana di Medicina Generale) e dall’inizio del 2005 sta fotografando gli stili alimentari della popolazione italiana attraverso il contributo attivo dei Medici di Medicina Generale e i Pediatri di famiglia. In Italia sono 134 i pediatri che fanno anamnesi alimentari ed educazione con il software Osservatorio Nutrizionale Grana Padano, e lo hanno somministrato a circa 4. 000 bambini con la costante supervisione di un board scientifico multidiciplinare. . |
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GUARDIA MEDICA: I BAMBINI DEVONO ESSERE VISITATI A DOMICILIO "PER QUESTO SERVIZIO, PREVISTO DAL CONTRATTO, I MEDICI PERCEPISCONO UN´INDENNITÀ" |
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Firenze, 16 gennaio 2007 - I genitori hanno il diritto che i loro bambini siano visitati a casa, e i medici della guardia medica sono pagati apposta per farlo. "Sono rimasto profondamente colpito - dice l´assessore Enrico Rossi - da quello che si racconta nell´articolo comparso ieri sulle pagine della cronaca fiorentina di Repubblica e da cui risulta che i bambini, il sabato e la domenica, non vengono visitati a domicilio, con un vuoto assistenziale che sarebbe davvero grave, e con un carico di spesa per le famiglie di 70 euro (la metà se per caso sono socie della Fratellanza Popolare). Non essendo convinto che tutto fosse regolare, mi sono preoccupato di effettuare una verifica". Dalla verifica fatta dall´assessorato, è risultato che la situazione descritta dalla giornalista di Repubblica riguarda solo Firenze, dove con i medici della continuità assistenziale (guardia medica) è stato stipulato un accordo diverso. In base all´accordo regionale del 2003, tutte le aziende toscane hanno destinato per la continuità assistenziale uno specifico incentivo di 25 euro per ogni visita che il medico della guardia medica fa a casa del bambino. Mentre nelle altre aziende i medici vengono pagati a prestazione, nella Asl 10, questo incentivo è stato spalmato sul monte ore: 2 euro l´ora (1. 50 messi dalla Regione, 50 centesimi dall´azienda sanitaria). A Firenze, quindi, i medici della guardia medica percepiscono un´indennità oraria per andare a visitare anche i bambini da 0 a 6 anni. Hanno fatto un corso di formazione apposta, in maniera tale da essere in grado di giudicare se possono trattarlo loro o se invece il bambino deve andare in una struttura ambulatoriale o in un ospedale. "I medici della guardia medica devono rispettare un contratto di lavoro - chiarisce l´assessore - Se non vanno a visitare i bambini, vengono meno al loro dovere". Su questo punto, l´assessore Rossi chiede all´azienda fiorentina di prendere gli opportuni provvedimenti perché il contratto venga rispettato e episodi del genere non si debbano ripetere. . |
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ARES 118, PIÙ AMBULANZE E MIGLIAIA DI INTERVENTI EFFETTUATI |
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Roma, 16 gennaio 2007 - 400mila interventi nel 2006 e oltre un milione di telefonate gestite. Questi solo alcuni dei dati sul bilancio dell’attività dell’Ares 118 nell’ultimo anno e mezzo, presentati da Augusto Battaglia, assessore regionale alla Sanità e da Vitaliano De Salazar, Direttore generale dell’Ares. “In un anno e mezzo, l’azienda ha raggiunto alti livelli di efficienza – ha affermato l’Assessore Battaglia - Nel corso del 2007 contiamo di migliorare questi risultati che già consideriamo importanti”. “Abbiamo migliorato il servizio reso ai cittadini con mezzi, postazioni e tecnologia – ha detto De Salazar – riuscendo ad ottimizzare comunque i costi di gestione con un risparmio di 2. 308. 222,49 euro”. In 18 mesi di attività è aumentato del 20% il numero di ambulanze presenti sul territorio regionale e il numero delle postazioni territoriali, 121 in tutta la Regione. Un incremento realizzato con la nuova logica di azione della cosiddetta prossimità di soccorso con lo spostamento delle ambulanze dall’ospedale al territorio. Un modo di programmare l’emergenza che ha permesso di ridurre notevolmente i tempi di intervento. . |
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INAUGURATO A VERONA OSPITALE, RESIDENZA PER TRAPIANTANDI E TRAPIANTATI |
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Verona, 16 gennaio 2007 - E’ stata inaugurata ieri Verona Ospitale, una struttura residenziale realizzata per ospitare le persone in attesa di trapianto ed i loro familiari: al taglio del nastro hanno provveduto l’assessore regionale alle politiche sanitarie Flavio Tosi e il sindaco di Verona Paolo Zanotto. “E’ l’ultimo tassello – ha detto Tosi – per dare completezza a un’offerta di grande qualità del sistema sanitario veneto, quella dei trapianti, che conferma l’eccellenza a livello nazionale dell’Azienda Ospedaliera di Verona in questo settore. E’ una risposta positiva e importante non solo per i cittadini veneti ma anche per quelli di altre regioni, con una sanità gestita meno bene della nostra, costretti a venire da noi per trovare una risposta alle loro necessità di trapianto di rene, fegato o cuore”. “L’esperienza di chi subisce un trapianto – ha aggiunto l’assessore regionale – non inizia e finisce solo con il ricovero in ospedale: è fatta di momenti di vita quotidiana spesso difficili, soprattutto per chi è lontano da casa e senza punti di riferimento e necessita quindi, sia per sé sia per chi gli sta vicino, di accoglienza in una fase preliminare e di accompagnamento in una fase successiva all’intervento”. “Una residenza come questa – ha concluso Tosi – consente inoltre un notevole risparmio economico sia ai pazienti che ai loro familiari, sia al servizio sanitario pubblico perché evita i costi del ricovero ospedaliero prima dell’intervento e permette di ridurre quelli della fase successiva all’intervento stesso”. “Verona Ospitale” è nata dall’inziativa degli Istituti Civici di Servizio Sociale (I. Ci. S. S. ) con l’apporto della Fontazione Cariverona e la collaborazione della’Azienda Ospedaliera scaligera: è un bell’edificio immerso nel verde del quartiere Pindemonte, a pochi passi dall’Ospedale Maggiore di Borgo Trento, composto da 24 minialloggi, 8 dei quali concessi in comodato dagli I. Ci. S. S. All’abeo (Associazione Bambino emopatico oncologico) e alla Lega Italiana Fibrosi cistica – Associazione veneta Onlus; ogni unità abitativa ha due posti letto, con possibilità di aggiungerne un terzo, dotata di zone giorno/notte monoblocco cottura attrezzato, televisore, telefono, bagno per disabili, climatizzazione. La residenza per trapiantandi e trapiantati è costata complessivamente 3 milioni e 700 mila euro, dei quali 2 milioni 582 mila finanziati dalla Fondazione Cariverona; il costo giornaliero di permanenza in ogni unità abitativa è di 35 euro. . |
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VICENZAORO WINTER 2007. PRESIDENTE GALAN |
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Vicenza, 16 gennaio 2007- Il Veneto è un’area in declino? Anche se in occasioni di dibattiti, interventi, manifestazioni, in questi ultimi anni si è continuamente cercato di far passare questa idea, non è così. Il Veneto vive in un “lusso” di cui forse non si rende nemmeno conto, si chiama “welfare”, benessere. Lo ha sottolineato il presidente della Regione Giancarlo Galan partecipando il 14 gennaio al forum di apertura di Vicenzaoro Winter 2007, fiera dell’oreficeria e della gioielleria. Il presidente ha messo l’accento sulla connotazione positiva del concetto di “lusso”, inteso come qualità della vita. Dall’idea di lusso – ha sostenuto Galan – è nato qualcosa a cui ci sia può ispirare, è diventata l’idea stessa del progresso sociale e in questo senso il “welfare” può essere indicato ai giorni nostri come l’espressione migliore del concetto di lusso. In ogni caso, il presidente ha detto che il benessere di cui disponiamo, e di cui il sistema sociosanitario è una delle eccellenze, deriva anche dalle capacità delle nostre imprese. L’italia infatti resta leader tra i Paesi dell’Ocse per quanto riguarda il saldo commerciale nei settori dell’abbigliamento-moda, arredo-casa, alimentazione-vini e automazione-meccanica. Si parla di dati record per i distretti veneti dell’abbigliamento sportivo e del mobile per quanto riguarda l’esportazione. In questi ultimi giorni, la stampa ha reso noto che la bilancia commerciale dei preziosi ha chiuso nel primo semestre del 2006 con un export di oltre due miliardi di euro, con un più 6,6% rispetto al 2005. E in questo settore il Veneto è in testa con il 39% delle esportazioni italiane. Galan si è chiesto se è o non è per il Veneto e per l’Italia un lusso poter avere imprenditori e industrie così, impegnate nella ricerca del massimo della qualità. Inoltre il Veneto guida la crescita del Nord Est anche per quanto riguarda il mercato dell’occupazione. Aprendo quindi ufficialmente Vicenzaora Winter 2007 ha rivolto un augurio agli imprenditori del settore che, pur a fronte del calo del mercato dell’oro, hanno creduto che ci si potesse battere e vincere nonostante le “cassandre” della nostra economia; a quelli che invece di chiedere alla politica di sostituirsi all’impresa chiedono soltanto di costruire le condizioni perché gli imprenditori possano operare. “Io credo possibile – ha concluso il presidente – che ci sia ancora un lungo periodo di prosperità per il Veneto, anche se ci saranno sicuramente altri “cinesi” che ci complicheranno la vita. Questo territorio non è finito come non è finito il modello veneto e la genialità delle nostre imprese. Abbiamo costruito un grande benessere, difendiamolo”. . |
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MIART 2007, ZANELLO: E´ NOSTRO FIORE ALL´OCCHIELLO |
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Milano, 16 gennaio 2007 - "La Regione Lombardia, attraverso la concessione di un riconoscimento di alto valore culturale come il patrocinio, intende esprimere grande apprezzamento per il prestigioso contributo offerto dalla rassegna Miart2007 in ambito artistico, vero e proprio fiore all´occhiello della città di Milano e delle terre lombarde". Lo ha dichiarato l´assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, Massimo Zanello, intervenendo oggi alla presentazione della Fiera Internazionale d´Arte Moderna e Contemporanea Miart2007. "E´ opportuno sottolineare inoltre che questa prestigiosa rassegna si pone sullo sfondo di un più ampio e significativo progetto di valorizzazione e fruizione del patrimonio artistico contemporaneo che l´assessorato regionale persegue con vigoroso impegno - ha aggiunto Zanello -. Il progetto inerente il recupero di Villa Necchi Campiglio, per esempio, prosegue attivamente, così come i numerosi eventi, mostre, convegni, rassegne o progetti dedicati alla produzione artistica contemporanea che certamente non mancheranno di interessare il pubblico lombardo, sempre più coinvolto in iniziative culturali di alto livello". L´assessore si è infine voluto complimentare con tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questa manifestazione internazionale "per aver condiviso e interpretato i principi promossi dall´azione regionale in materia culturale: primo fra tutti la cultura come potente fattore di sviluppo morale, civile ma anche sociale ed economico, virtuoso percorso di promozione, conservazione e valorizzazione delle radici e identità lombarde". . |
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AL VIA "NO RULES/SENZA REGOLE", LA PRIMA MOSTRA FOTOGRAFICA DI MARCO SCATAGLINI |
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Roma, 16 gennaio 2007 - I segreti delle immagini di Marco Scataglini? Eccoli svelati dallo stesso professionista nella mostra “No Rules/senza Regole”, che si inaugurerà a Roma il 17 febbraio (e proseguirà fino al 28 febbraio, presso la Galleria Icipici, in via Giulia, 96). Una mostra che riflette la volontà dell’artista di non rispettare “le norme non scritte” delle normali mostre di fotografia. “Normalmente – spiega Scataglini - nelle mostre si espongono fotografie che hanno un contenuto o un aspetto omogeneo, che sono o tutte bianco e nero, o tutte creative, o tutte classiche, tutte figurative o tutte astratte. E´ una sorta di norma non scritta, ma sempre rispettata. Un giorno, però, visitando l´ennesima mostra fotografica, mi sono reso conto che il rischio è, a volte, la noia. Ecco perchè mi è venuto spontaneo chiedermi se non fosse possibile inserire in una singola mostra serie diverse di immagini, alcune astratte, alcune trattate come fossero dipinti, altre con i colori alterati. Insomma, realizzare una mostra che fosse colorata, varia, antitetica alla noia”. Nasce così un’esposizione “Senza Regole”. Immagini che sembrano parlare grazie ad una personale sensibilità e che, come in un magico caleidoscopio impazzito, appartengono ai generi più diversi, ma sono unite dalla creatrività giocosa lasciata libera di esprimersi. Scataglini partendo dalla fotografia naturalistica, da quella di landscape e dal reportage di viaggio, è arrivato oggi ad una fotografia fine art con frequenti sconfinamenti nell´astrattismo più spinto. Ma le foto "grafiche" ed "astratte" sono per lui solo un modo diverso di rappresentare la realtà, che tende sempre a sfuggirci e che dunque non può mai essere raccontata in maniera letterale, ma sempre e solo per metafore. Ben consapevole del fatto che questa realtà è mutevole e sfaccettata, quindi multiforme ed a volte incomprensibile. Scataglini ne trae un lavoro intenso, con il quale dà ai luoghi una personale visibilità, che non è diversa da quella reale, ma è soggettivata, raccontata con un linguaggio nuovo. Ogni scatto è un momento unico, singolare, irripetibile, frammento di un progetto che l’autore cura in ogni dettaglio, dando al lavoro un taglio preciso, nel quadro di una particolare connotazione grafica e alcune stupende schematizzazioni stilistico-espressive. Una studiata rimodulazione del reale osservato e filtrato criticamente. Il fotografo romano impone la sua arte fotografica innervata da creatività all’ambiente, che è già di per sé un universo bello e stimolante. L’autore ha indagato certe bellezze di tutto quanto ruota intorno e l’ha fatto con autorevolezza e sensibilità interpretativa, ha immortalato, con metodica attenzione, i piccoli oggetti, le tracce, apparentemente insignificanti, della realtà circostante, i paesaggi in ogni più piccolo particolare e poi ha ricollocato quanto indagato in un nuovo contesto: il “proprio”. Scataglini, dà grande attenzione alla composizione, al soggetto ripreso, che deve sempre essere valorizzato al massimo anche se si tratta solo di una foglia caduta sull´asfalto, fissa ed isola l’essenza, scopre le parole segrete di ogni luogo, monumento, palazzo, della natura e, in un gioco di luci ed ombre, di astrattismo, trasforma il tutto in emozioni. . . |
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PANAMERICAN 20,000: LA GALLERIA FERRARI RIPERCORRE IL TOUR DELLE DUE FERRARI 599 GTB FIORANO LUNGO IL CONTINENTE AMERICANO CON UNA NUOVA MOSTRA FOTOGRAFICA |
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Maranello, 16 gennaio 2007 - La Galleria Ferrari inaugura il 2007 con una mostra fotografica dedicata al Panamerican 20,000, il tour delle due Ferrari 599 Gtb Fiorano attraverso il continente americano. Dal 14 gennaio al 31 marzo, uno speciale itinerario di immagini farà rivivere ai visitatori della Galleria l´impresa compiuta dalla coppia di Granturismo dal Sud al Nord America, così come aveva fatto all´inizio del 2006 a conclusione del Ferrari 15,000 Red Miles, l´avventura delle due Ferrari 612 Scaglietti in Cina. La mostra comprende una selezione di affascinanti immagini della spedizione, oggetti raccolti attraverso i vari Paesi, un filmato inedito che racconta il viaggio e, naturalmente, le due 599 Gtb Fiorano protagoniste dell´impresa. Conclusosi lo scorso 17 novembre a New York, dopo 84 giorni di viaggio e oltre 30. 000 chilometri attraverso 16 Paesi, dal Brasile fino al Canada, il Panamerican 20,000 rivive ora grazie agli scatti di Gabriela Noris, la fotografa che ha seguito il tour immortalando la performance delle due 599 Gtb Fiorano attraverso paesaggi spettacolari, lungo gli itinerari più disparati e difficoltosi. Nell´anno che vedrà le celebrazioni del 60° anniversario del Cavallino Rampante, a cui la Galleria Ferrari prenderà parte con una serie di iniziative speciali, un´altra occasione espositiva per dimostrare il forte legame della Galleria con l´Azienda e le sue sfide, che tutti gli appassionati Ferrari nel mondo possono ritrovare solo qui a Maranello. La Galleria Ferrari è aperta tutti i giorni, anche festivi, dalle 9. 30 alle 18. 00. Si ricorda infine che, fino alla fine di gennaio, prosegue la speciale iniziativa in collaborazione con la Pista di Fiorano, che offre la possibilità a chi acquisti un biglietto d´ingresso alla Galleria nel weekend di fare un giro di pista con un pulmino Ferrari. . |
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TRIBUTO AD ARTURO TOSCANINI NEL 50° ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA KAZUSHI ONO DIRIGE LA FILARMONICA TOSCANINI IN PROGRAMMA MUSICHE DI VERDI, STRAUSS SOPRANO ANJA KAMPE, VIOLINO SOLISTA MIHAELA COSTEA |
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Parma, 16 gennaio 2007 - Con il concerto della Filarmonica Toscanini diretta da Kazushi Ono, martedì 16 gennaio 2007 all’Auditorium Paganini alle ore 20. 00 nell’ambito della Stagione Concertista del Teatro Regio di Parma (abbonamenti turni A, B), si realizza il tributo ad Arturo Toscanini in occasione dei 50 anni dalla sua scomparsa. Il concerto è parte del “Progetto Toscanini” che presenta fra i concerti in Stagione, quelli nei quali sono proposte pagine musicali dirette da Arturo Toscanini nei preziosi concerti tenuti a Parma tra il 1900 e il 1921. In programma la Sinfonia da “I Vespri Siciliani” di Giuseppe Verdi seguita dai “Vier letzte Lieder”, soprano Anja Kampe, e dal poema sinfonico “Ein Heldenleben” di Richard Strauss, violino solista Mihaela Costea. Il concerto del 16 gennaio, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, realizzato con la collaborazione del Teatro alla Scala, della Fondazione Toscanini e del Teatro Regio di Parma, e con il sostegno del Ministero per i Beni e le attività Culturali e la Regione Emilia Romagna, rientra nel ricco calendario di eventi promosso dal Comitato Celebrazioni Arturo Toscanini 2007 di Parma (www. Toscanini2007. It). La Sinfonia da “I Vespri Siciliani” di Verdi - l’opera venne rappresentata per la prima volta in lingua francese a Parigi il 13 giugno 1855 - è una splendida ouverture in forma bipartita che, introdotta da un breve ‘largo’ iniziale, si carica d’inquietudine fino a esplodere in un ‘allegro agitato’ dove le tinte dell’audacia, dell’eroismo e dell’amore richiamano l’intreccio politico-sentimentale della vicenda operistica. Con “Ein Heldenleben” (Una vita da eroe) composto nel 1898, il trentaquattrenne Richard Strauss si congeda consapevolmente dal ciclo dei poemi sinfonici e pronuncia un messaggio di spiccata evidenza autobiografica. L’eroe è il compositore, che riassume in questo modo il significato esistenziale della propria vita e stabilisce gli esiti della propria opera. Frequente e motivato, il tal senso, l’utilizzo dell’autocitazione dai poemi sinfonici precedenti. “Ein Heldenleben” è strutturato in sei sezioni: L’eroe, Gli avversari dell’eroe, La compagna dell’eroe, Il campo di battaglia dell’eroe, Le opere di pace dell’eroe, Il ritiro dal mondo e La fine dell’eroe. Il percorso si dipana attraverso un’elaborazione musicale assai complessa e raffinata, che dal crinale storico-culturale tra due secoli getta uno sguardo acceso su quel Novecento che vedrà Strauss impegnato soprattutto sul fronte teatrale. I “Vier letzte Lieder” (Quattro ultimi Lieder) per soprano e orchestra vennero pubblicati postumi nel 1950. Richard Strauss era morto l’8 settembre 1949 e queste sue ultime composizioni erano state scritte nel 1948, benché il Lied intitolato “Im Abendrot” fosse stato già iniziato nel 1946. I testi sono tratti da Hermann Hesse (“Frühling”, Primavera; “September”, Settembre; “Beim Schlafengehen”, Al momento di coricarsi) e da Joseph von Eichendorff (“Im Abendrot”, Al tramonto). L’edizione postuma dei quattro ultimi Lieder straussiani non riflette la successione cronologica della loro stesura e non impone di eseguirli nell’ordine pubblicato. I “Vier letzte Lieder” furono eseguiti per la prima volta alla Royal Albert Hall di Londra il 22 maggio 1950 dal soprano norvegese Kirsten Flagstad, nota interprete wagneriana, con la Philharmonia Orchestra diretta da Wilhelm Furtwängler. In quell’occasione vennero proposti in questa successione: “Beim Schlafengehen”, “September”, “Frühling” e “Im Abendrot”. Richard Strauss era morto pochi mesi prima: il senso del tramonto di un’epoca e della vita stessa pervade i quattro ultimi Lieder del compositore bavarese che ha cesellato un prezioso ciclo di innegabile coerenza musicale ed emotiva che si chiude con la domanda: “Ist dies etwa ser Tod” (E’ forse questa la morte?, da “Im Abendrot”). . |
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L’ESTRO DI FAZIL SAY IL PIANISTA E COMPOSITORE TURCO IN UN AVVINCENTE VIAGGIO MUSICALE DA BACH A PROKOF’EV AUDITORIUM NICCOLÒ PAGANINI GIOVEDÌ 18 GENNAIO 2007 |
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Parma, 16 gennaio 2007 - Per la Stagione Concertistica 2006-2007 del Teatro Regio di Parma, appuntamento giovedì 18 gennaio ore 20. 00 all’Auditorium Paganini (abbonamento turno A) con Fazil Say, il pianista e compositore turco che si sta rivelando uno dei più sorprendenti e originali interpreti della tastiera. Il programma riflette la personalità di Fazil Say, con la Suite francese n. 6 in mi maggiore Bwv 817 di Johann Sebastian Bach, la Fantasia in sol minore Bwv 542 di Bach, nella trascrizione pianistica di Fazil Say, la sonata in do magg. Hob. Xvi/35 di Franz Joseph Haydn, la Sonatine di Maurice Ravel, la Sonata n. 7 in si bemolle maggiore op. 83 di Sergej Prokof’ev La carriera di interprete di Fazil Say, nato ad Ankara nel 1970, unisce le prove folgoranti al pianoforte in un repertorio che spazia da Bach ai grandi classici del Xx secolo e al jazz, ad una intensa attività di compositore che lo ha visto impegnato nella realizzazione di partiture di vasto respiro sia nel campo sinfonico che vocale, oltre che per il suo strumento, a cui ha dedicato un funambolico e divertente adattamento della celebre Marcia Turca mozartiana. Fra le sue opere: Black Hymns, scritto all´età di 16 anni per il 750° anniversario della città di Berlino e un Concerto per pianoforte e violino commissionatogli dall´Orchestra Sinfonica di Berlino. Ha suonato in prima mondiale il suo secondo concerto per piano, Silk Road, incidendolo nello stesso anno e recente è la registrazione del suo oratorio Nazim per soli, coro e orchestra, basato sulle poesie del celebre poeta turco Nazim Hikmet. . |
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AL TEATRO CARCANO DI MILANNO “ANTIGONE” DI SOFOCLE |
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Milano, 16 gennaio 2007 - Torna al Carcano per due settimane di repliche straordinarie, dopo il debutto nazionale dello scorso aprile, l’ultima produzione della Compagnia del Teatro Carcano “Antigone” di Sofocle per la regia di Giulio Bosetti, anche interprete nel ruolo di Creonte. Lo spettacolo, unanimemente apprezzato per l’intensità dell’interpretazione e la suggestiva austerità dell’allestimento, oltre che per la poetica versione di Giovanni Raboni tutta incentrata sulla valorizzazione della parola, sarà a Milano dal 31 gennaio all’11 febbraio a conclusione di una tournée che ha toccato, tra le altre città, Firenze, Bologna, Roma, Bolzano, Padova. Antigone racconta l’ultimo atto del mito tebano che, insieme a quello argivo, fu oggetto di ispirazione per Eschilo (I Sette contro Tebe), Sofocle (Edipo re, Edipo a Colono, Antigone) e Euripide (Le Fenicie). Come è noto, Edipo, del tutto inconsapevole, si unisce incestuosamente alla madre Giocasta e da questa unione nascono due femmine (Antigone e Ismene) e due maschi (Eteocle e Polinice). Già in Edipo a Colono risulta chiaro il rapporto radicalmente diverso che si instaura fra Edipo e i suoi quattro figli nati dall’incesto: di amore e dolcezza per le due figlie, che si occupano amorosamente di lui fino alla sua scomparsa, e di odio e disprezzo per i due figli maschi che, essendo bramosi solo di ottenere il potere in Tebe, egli non esita a maledire per sempre. Tuttavia, nonostante il loro desiderio di ascendere al trono, né Eteocle né Polinice vi riusciranno perché si uccideranno vicendevolmente in duello. Nel corso di questa lotta fratricida Creonte, fratello di Giocasta e quindi in qualche modo zio dei quattro giovani, aveva preso il potere in Tebe nell’intento di sostenere Eteocle contro il fratello Polinice. Pertanto, alla loro morte, Creonte non esita a far seppellire Eteocle con tutti gli onori e maledice invece Polinice per essere andato contro la sua stessa città spalleggiato da un manipolo di sette eroi della città di Argo. Creonte dunque ordina che il corpo di Polinice, che giace fuori dalle mura di Tebe, resti insepolto e sia dato in pasto agli uccelli rapaci e ad altri animali bramosi di carogne umane. A questo punto della vicenda interviene Antigone, che non accetta le disposizioni di Creonte e, a insaputa di quest’ultimo, seppellisce il fratello Polinice sottraendolo allo strazio che ne avrebbero fatto cani e uccelli. Come sempre nella tragedia greca, i fatti non sono mai da interpretare letteralmente, ma emblematicamente. La sepoltura o non sepoltura di Polinice, che era andato contro la sua stessa città pur di ottenere il potere, diventa metafora di un quesito che accompagna da sempre l’uomo durante la sua esistenza: è giusto o no sovvertire le leggi dello Stato? Facendolo, è giusto o no proporre nuovi ordinamenti che si sostituiscano ai precedenti? Creonte e Antigone si scontrano violentemente su questo tema e tutta la vicenda, con quanto di tragico essa comporta, prenderà spunto proprio da questo loro insanabile contrasto. Accanto a Giulio Bosetti, Marina Bonfigli nel ruolo di Euridice e Sandra Franzo in quello di Antigone troviamo Silvia Ferretti (Ismene), Tommaso Amadio (Emone), Massimo Loreto (Tiresia,) Francesco Migliaccio (Messaggero), Alberto Mancioppi (Corifeo), Giuseppe Scordio (la Guardia). I costumi sono di Guido Fiorato, le musiche di Giancarlo Chiaramello. Movimenti mimici Marise Flach. Progetto luci Pasquale Mari. . |
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PER IL VII GIORNO DELLA MEMORIA IN SCENA AL CONSERVATORIO G. VERDI DI MILANO “C’ERA UN’ORCHESTRA AD AUSCHWITZ” |
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Milano, 16 gennaio 2007 - Quest’anno, in occasione del Vii Giorno della Memoria, la Compagnia Teatrale Alma Rosé e il Conservatorio G. Verdi di Milano, in collaborazione con la Comunità Ebraica di Milano e l’Associazione Figli della Shoah, presenteranno lo spettacolo "C’era un’orchestra ad Auschwitz", spettacolo che fa parte del progetto La Memoria e la Musica. “Con questa iniziativa - sottolinea la compagnia - vogliamo celebrare la memoria della Shoah ed allo stesso tempo creare nuove possibilità di collaborazione tra artisti e realtà della nostra città”. Una piccola orchestra, formata da studenti del Conservatorio di Milano, accompagnerà lo spettacolo con l’esecuzione dal vivo di alcune delle musiche evocate nel libro-testimonianza di Fania Fénelon, rendendo ancora più suggestiva la messa in scena. “Il giorno della memoria è un appuntamento che il Conservatorio onora da 5 anni - dichiara Leonardo Taschera, direttore del Conservatorio -, rappresenta anche l´occasione per recuperare, sia a livello di studio che di ascolto, patrimoni musicali che non sono entrati nel repertorio corrente, e sono legati a momenti storici particolari e significativi della storia europea”. C’era un’orchestra ad Auschwitz è frutto di una rilettura dello spettacolo “Alma Rosé”, vincitore del premio nazionale Eti Scenario nel 1997, nato da un’idea di Claudio Tomati, autore del testo, che si è ispirato al libro-testimonianza di Fania Fénelon. Si tratta di una storia nella Storia, quella con la s maiuscola, quella di uno dei tempi più bui del Novecento, che prende corpo e sangue nel racconto di Fania Fénelon, sopravvissuta al campo di Auschwitz-birkenau. Quando Fania fu deportata ad Auschwitz era il gennaio 1944 e poiché sapeva cantare e suonare il pianoforte entrò a far parte dell’orchestra del campo, composta da detenute ebree, l’unica orchestra femminile che sia mai esistita nei campi di concentramento nazisti. Nel suo libro Fania racconta quella esperienza, compreso il rapporto nato con Alma Rosé, la direttrice dell’orchestra e il loro diverso modo di vivere la musica all’interno del lager. Per Fania suonare è un mezzo per sopravvivere e sopravvivere è ricordare “per far sapere al mondo”. Anche in una condizione estrema Fania riesce a mantenere intatta la propria umanità, e mentre suona e canta sa che suonare e cantare “è la cosa migliore di Birkenau in quanto procura oblio e divora il tempo, ma è anche la peggiore perché ha un pubblico d’assassini”. Per Alma, nipote di Gustav Mahler, nell’orrore del campo la musica assume un’importanza fondamentale. Nella musica trova il senso di tutta la sua vita e quando le viene affidata la direzione dell’orchestra femminile di Auschwitz, il suo obiettivo è realizzare musiche sublimi, anche a costo di risultare troppo dura nei confronti delle sue compagne. La storia della loro musica pone domande toccanti sul rapporto fra Arte e Vita, che superano la dimensione storica e arrivano fino al nostro presente. Per la preparazione dell’orchestra, che accompagnerà dal vivo lo spettacolo e che sarà formata da studenti del Conservatorio, è stata istituita una master class durante la quale i musicisti lavoreranno non solo sulla parte musicale ma si confronteranno anche con le specifiche esigenze dell’accompagnamento musicale nel teatro e dell’interazione fra musica e scena. L’ensemble sarà composto da un gruppo di strumenti e un soprano. Le musiche, rielaborate e riarrangiate da Mauro Buttafava, riprendono alcuni dei brani citati nel libro di Fania Fénelon. Nel corso dello spettacolo saranno eseguiti frammenti da Ungarischer Tanz n° 5 di Johannes Brahms elaborata da Mauro Buttafava, Il bel Danubio blu di Johann Strauss jr, Radetzky Marsch di Johann Strauss, Alma Rosé di Mauro Buttafava (per violoncello solo), Un bel dì vedremo dalla Madama Butterfly e Vissi d’arte da La Tosca di Giacomo Puccini. Lo spettacolo sarà preceduto da una testimonianza di Nedo Fiano sopravvissuto al lager nazista di Auschwitz. A Milano, presso la Sala Verdi del Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi”, Via Conservatorio 12 sabato 27 gennaio, inizio dello spettacolo ore 20. 30 - Ingresso libero. . |
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MILANO, FONDI AL PADIGLIONE AERONAVALE DEL MUSEO DELLA SCIENZA |
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Milano, 15 gennaio 2007 - E´ di 30. 000 euro lo stanziamento approvato dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore alle Culture, Identità ed Autonomie della Lombardia, Massimo Zanello, assegnato alla Fondazione Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" di Milano per la realizzazione dell´archivio del padiglione aeronavale. Il Museo è stato inaugurato da Alcide De Gasperi nel 1953 in quello che era stato il convento dei frati Olivetani dal Xvi secolo sino all´epoca napoleonica. Nel 1968 è stato realizzato il padiglione aeronavale per ospitare, tra l´altro, la nave scuola Ebe, veliero del 1921 e una sezione della nave da crociera "Conte di Biancamano" comprendente il ponte di comando e una sala passeggeri. Ora in questo settore si trova anche il sottomarino Toti. I fondi assegnati fanno parte dei 2. 248. 000 euro stanziati dalla Regione, attraverso la legge n. 35 del 1995 sugli interventi di promozione e sviluppo dei beni e servizi culturali. In tutta la Lombardia sono stati finanziati 59 progetti (176 le domande di finanziamento pervenute) divisi in tre settori: beni mobili collocati in musei, progetti culturali di università, progetti di enti pubblici. . |
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INAUGURATA LA MOSTRA “ARCO & FRECCE NELL’ETÀ DELLA PIETRA” |
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Bolzano, 16 gennaio 2007 – Da oggi al 13 maggio il Museo Archeologico dell’Alto Adige ospiterà una mostra incentrata sull’evoluzione dell’arco e della freccia dall’età della pietra sino ad oggi. La mostra è stata inaugurata oggi alla presenza del presidente dei Musei provinciali, Bruno Hosp, dell’assessora alla cultura, Sabina Kasslatter Mur, e della, direttrice del Museo archeologico dell’Alto Adige, Angelica Fleckinger. Si tratta di un’esposizione particolarmente interessante e dalle finalità didattiche che vuole offrire una carrellata pressoché completa dell’evoluzione di questi strumenti che per millenni hanno accompagnato la vita e l’evoluzione dell’uomo. Arco e frecce furono sviluppati dai cacciatori-raccoglitori del Paleolitico come arma da caccia. Non si sa esattamente quando, ma probabilmente già 20. 000 anni fa. Verso la fine dell’epoca glaciale, dunque intorno a 10. 000 a. C. , questa nuova arma sostituì definitivamente la lancia e il propulsore. A quel tempo gli uomini vivevano a stretto contatto con la natura dalla quale dipendevano nella ricerca di cibo, di acqua, di combustibile e materie prime. L’attività venatoria svolgeva un ruolo importante nell’approvvigionamento delle risorse alimentari. Per avere successo nella caccia non bastava essere abili, attenti, veloci e forti, ma contava soprattutto avere armi da caccia funzionali. A seconda delle dimensioni e del comportamento della preda si utilizzavano strumenti diversi. L’interazione tra uomo, arco, corda e freccia si può considerare il vero e proprio “hightech” preistorico con il quale si era in grado di colpire la preda con notevole precisione anche da grandi distanze. Arco e frecce sono adatti sia a selvaggina di piccola taglia che grande, alla caccia agli uccelli e alla pesca. Nella caccia in ambiente boschivo questo strumento presenta un vantaggio importante: il proiettile di dimensioni ridotte non viene deviato facilmente dai rami. Per il loro peso minimo più frecce pronte all’uso possono essere trasportate senza sforzo anche per lunghi tratti. La mostra temporanea organizzata dal Museo Archeologico si collega in maniera diretta con Ötzi, la mummia dei ghiacci risalente a 5300 anni fa, ed alla sua attività di cacciatore preistorico, all’arco ritrovato vicino al suo corpo, assieme alla faretra ed alla punta di lancia scoperta alcuni anni fa conficcata nella sua spalla. Ad oggi quello ritrovato assieme ad Ötzi è il primo equipaggiamento completo per il tiro con l’arco dell’età della pietra. Il legno, materia prima principale nella fabbricazione di archi e frecce, marcisce molto in fretta nel terreno e soltanto in ambienti anaerobici, come nei fanghi delle paludi o nel ghiaccio, è possibile la conservazione. Una scoperta sensazionale è stata fatta nella palude di Holmegaard in Danimarca dove furono ritrovati due archi in legno. Risalgono al Vii millennio a. C. E sono i più antichi reperti di questo genere. I primi frammenti di frecce sono ancora più antichi: gli esemplari rinvenuti nella palude di Stellmoor presso Amburgo si datano a 10. 000 a. C. Durante il periodo dell’esposizione il Museo Archeologico ospiterà una serie in conferenze, di seminari sulla costruzione ed il tiro con l’arco, aggiornamenti per gli insegnanti, laboratori e workshop incentrati sulla tematica della mostra. Per ulteriori informazioni sulla mostra temporanea “Arco & frecce nell’età della pietra” si può consultare il sito www. Iceman. It del Museo Archeologico dell’Alto Adige. . |
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GOLF - US PGA TOUR: PAUL GOYDOS TORNA A VINCERE DOPO UNDICI ANNI |
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Milano, 16 gennaio 2007 - Lo statunitense Paul Goydos ha vinto con 266 colpi (66 63 70 67) il Sony Open in Hawaii, secondo torneo stagionale dell´Us Pga Tour svoltosi al Waialae Country Club di Honolulu. Il quarantatreenne pro di Long Beach è tornato al successo a distanza di undici anni dalla sua prima vittoria nel circuito (Bay Hill Invitational del 1996). In un giro finale molto combattuto ha superato di un colpo il connazionale Charles Howell Iii (267 - 69 63 65 70), leader dopo tre turni, e l´inglese Luke Donald (267 - 63 66 69 69) in vetta nei primi due. Al quarto posto con 271 Jim Furyk, Doug Labelle Ii, K. J. Choi e Steve Stricker, all´ottavo con 272 Geoff Ogilvy e Robert Allenby, al 13° con 274 David Toms, campione uscente, al 34° con 277 Vijay Singh, al 42° con 278 Trevor Immelman, al 66° con 285 Davis Love Iii. Alla gara ha preso parte anche la diciassettenne hawaiana Michelle Wie che non ha superato il taglio (143ª con 154 - 78 76) come era già avvenuto in altre tre occasioni nell´U. S. Pga Tour. Corsi Per Gli Azzurri A Is Molas - Dal 5 all´11 febbraio si terranno al Golf Club Is Molas corsi di aggiornamento per giocatori e giocatrici azzurre. Sono stati convocati per il corso maschile: Luca Beneduce, Marco Beneduce, Francesco Bonaga, Alberto Campanile, Andrea Chiapuzzo, Federico Colombo, Valentino Dall´arche, Antonio Garbaccio, Luca Gobbi, Marco Guerisoli, Gabriele Heinrich, Joon Kim, Nunzio Lombardi, Matteo Manassero, Leonardo Motta, Benedetto Pastore, Andrea Pavan, Andrea Perrino, Niccolò Quintarelli, Niccolò Ravano, Andrea Romano, Lorenzo Scotto, Andrea Signor, Cristiano Terragni, Giacomo Tonelli, Claudio Viganò, Alberto Zani. Lo staff tecnico è composto da: Alberto Binaghi, Sergio Bertaina, Massimo Florioli, Silvio Grappasonni, Massimo Scarpa, Roberto Zappa e dal preparatore atletico Mauro Bertoni. Convocate per il corso femminile: Federica Angioletti, Alessandra Averna, Chiara Brizzolari, Marta Cagnacci, Ludovica Carulli, Marianna Causin, Francesca Compans, Alessandra De Luigi, Alessandra Gallo, Claire Grignolo, Alessia Knight, Giulia Molinaro, Camilla Patussi, Enrica Prando, Anna Roscio, Valeria Tandrini, Vittoria Valvassori, Chiara Venezia. Lo staff tecnico è formato da: Federica Dassù, Fabrizio Sintich, Enrico Trentin, Anna Nistri e dai fisioterapisti Mauro Citzia, e Meriem El Meiki . |
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A BORMIO IX TROFEO DI SCI PER TRAPIANTATI D´ORGANI |
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Milano, 16 gennaio 2007 - Saranno anche quest´anno le piste di Bormio (Sondrio) ad ospitare il Ix Trofeo Internazionale Sci Trapiantati in programma dal 21 al 28 gennaio nella località sciistica valtellinese. La manifestazione, che si svolge all´interno della settimana bianca per dializzati e trapiantati, vede la partecipazione fattiva anche in questa occasione di Regione Lombardia (Direzione Generale Sanità) in collaborazione con l´Associazione Nazionale Emodializzati (Aned) e il sostegno del Centro Nazionale Trapianti. A questo proposito, la Giunta regionale ha stanziato, su proposta dell´assessore alla Sanità, Alessandro Cè, la somma di 25. 000 euro. A Bormio sono attesi centinaia di partecipanti provenienti da tutta Italia e dai Paesi europei d´Oltralpe (tra gli altri Austria, Belgio, Finlandia, Germania, Svizzera) che, dopo quattro giorni di scuola e di allenamento preparatorio, si affronteranno in gare di sci alpino e sci di fondo. Negli stessi giorni si terrà anche il Vi Trofeo Coordinatori locali dei prelievi. Attualmente la Lombardia è la prima regione italiana per numero di donatori e di trapianti: nei soli primi sei mesi del 2006 sono stati effettuati 365 trapianti grazie a 108 donatori, 100 dei quali multiorgano, con un incremento di 10 interventi e di 14 donatori rispetto allo stesso periodo del 2005. . |
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SFIDUCIATA LA DIRIGENZA DEL VOLO LIBERO |
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Parma, 16 gennaio 2007 - Si è svolta l´assemblea straordinaria della Fivl, Federazione Italiana Volo Libero, una delle nove federazioni facenti capo all´Aero Club d´Italia e che raccoglie le associazioni dei praticanti il volo in deltaplano e parapendio, volo definito "libero" in quanto non prevede l´uso di motore. Analizzata l´attuale situazione, dopo accesa discussione sull´orientamento politico della Federazione che non ha portato a nessuna delibera, è stata presentata una mozione di sfiducia nei confronti dell´attuale Consiglio Direttivo, formato dal presidente Pietro Bacchi e dai consiglieri Italo Tarasconi, Luigi Vigorito, Luigi De Stefanis, Luigi Borsoi, Sergio Calabresi, Flavio Tebaldi e Luciano Gallo. Prima che fosse posta ai voti detta mozione, Calabresi ha rassegnato le sue dimissioni, seguite da quelle di Tarasconi, motivate dalla mancata modifica dell´orientamento politico federale. La mozione è stata approvata con 26 voti a favore, 12 contrari ed 1 astenuto insieme a tutti i membri del Consiglio Direttivo. A seguito del verdetto assembleare, il Presidente reggerà i lavori di ordinaria amministrazione della Fivl sino alla convocazione di una nuova assemblea elettiva prevista per il mese prossimo e per la quale si sono in pratica già aperte le candidature. . |
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