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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 16 Gennaio 2007 |
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PRIMO CONTRATTO QUADRO NAZIONALE SUI BIOCARBURANTI |
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Il futuro dell’energia verde è cominciato. Il 10 gennaio scorso è stato infatti presentato dal Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il primo contratto quadro nazionale sui biocarburanti, che rappresenta il primo passo verso la costruzione di una filiera nazionale delle agro-energie e contribuirà a conferire un nuovo ruolo all´agricoltura italiana. Soggetti interessati dal contratto quadro sono le Associazioni agricole, l’Unione Seminativi (produttori di semi oleosi) e, sul versante industriale, Assitol, Assobiodiesel, Assocostieri. Si tratta, per l’Italia, di una mossa concreta nel segno della tutela ambientale, nel senso di una riduzione della dipendenza dalle fonti energetiche non rinnovabili; per l’agricoltura, in particolare, di un momento fondamentale per l’affermazione di una filiera innovativa. L´intesa raggiunta esprime così la risposta del Governo agli obblighi imposti dal Protocollo di Kyoto, mettendo in rapporto di collaborazione agricoltura e ambiente. L´accordo quadro, oltre a rappresentare una grande opportunità di crescita per il nostro sistema produttivo, è dunque un primo segnale delle opportunità offerte dalla finanziaria. Nel 2007, infatti, la coltivazione di semi oleosi a fini energetici potrà raggiungere i 70 mila ettari di terreno dai quali si ricaveranno circa 70 mila tonnellate di bio-diesel da integrare nel normale carburante, produzione che si spera di triplicare entro il 2010, raggiungendo i 240 mila ettari. Http://www. Governo. It/governoinforma/dossier/contratto_biocarburanti/index. Html . |
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NUOVO IMPULSO ALLA PRODUZIONE VEGETALE NEL REGNO UNITO |
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I ricercatori britannici nel settore della produzione vegetale hanno ottenuto una dotazione di 13,3 Mio Gbp (19,8 Mio Eur) per la realizzazione di vari progetti da cui potrebbero trarre vantaggio sia gli agricoltori sia i consumatori. In tutto sono 18 i progetti che riceveranno sovvenzioni dal Consiglio per la ricerca in biotecnologia e biologia (Bbsrc), che nel Regno Unito è il principale ente finanziatore della ricerca nel settore delle scienze biologiche. I progetti riguarderanno argomenti che spaziano dal miglioramento della durata di conservazione in magazzino del broccolo al potenziamento della resistenza del frumento agli insetti. I finanziamenti riguarderanno anche altri temi, quali l´ottimizzazione delle rese in biomassa della pianta di salice per la produzione di bioenergia, l´individuazione di geni per la crescita prevedibile delle semine e lo sviluppo di diverse varietà di amido. «Il Regno Unito possiede alcune tra le migliori risorse al mondo nel campo della fitotecnica», ha dichiarato il prof. Julia Goodfellow, direttore generale del Bbsrc. «È nostra intenzione sfruttare tali capacità per affrontare una parte dei problemi più urgenti che restano da risolvere. Il Bbsrc si pone l´obiettivo di sostenere la ricerca fondamentale sulle colture grazie alla quale l´agricoltura sarà più sostenibile e potrà far fronte alle sfide di un ambiente in evoluzione. » L´ultimo annuncio relativo ai finanziamenti fa seguito a un´analisi condotta dal Bbsrc nel 2003, in cui era stata messa in evidenza la necessità di estendere l´applicazione dei progressi della ricerca britannica in materia di colture alla selettocoltura e all´agricoltura. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Bbsrc. Ac. Uk . |
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ACCORDO TRANSATTIVO FRA PARMALAT S.P.A. E ALTRE SOCIETÀ DEL GRUPPO E DELOITTE & TOUCHE S.P.A. E DIANTHUS S.P.A. |
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Collecchio - Parmalat S. P. A. E Deloitte & Touche S. P. A. E Dianthus S. P. A. (la società che ha operato in Italia sotto il nome di Deloitte & Touche fino a luglio 2003) comunicano che in data 12 gennaio 2007 l’azione per risarcimento danni iniziata da Parmalat S. P. A. Contro Deloitte & Touche S. P. A. E Dianthus S. P. A. È stata transata. Sono state anche transate le pretese riconvenzionali fatte valere da Deloitte & Touche S. P. A. E Dianthus S. P. A. Contro Parmalat S. P. A. Deloitte & Touche S. P. A. E Dianthus S. P. A. Si sono impegnate a corrispondere in favore di Parmalat S. P. A. Un corrispettivo valutato in Us$ 149. 000. 000. A seguito della transazione Parmalat S. P. A. E Deloitte & Touche S. P. A. E Dianthus S. P. A. Si sono impegnate a ritirare tutte le azioni pendenti e le reciproche pretese. La transazione pone termine ad anni di attività investigativa compiuta da Parmalat e ad approfondita istruttoria delle parti in relazione alle azioni civili negli Stati Uniti. Essa è stata agevolata da varie autorità giudiziarie e amministrative. In base alla transazione, Deloitte & Touche S. P. A. E Dianthus S. P. A. Si sono riservate l’opzione, contro pagamento dell’importo di $ 15 milioni, di risolvere la transazione entro 60 giorni ove non ottenessero, entro tale periodo, un “contribution bar” in base all’Illinois Joint Tortfeasor Contribution Act. Parmalat S. P. A. E Deloitte & Touche S. P. A. Esprimono soddisfazione per la transazione raggiunta, la quale pone le basi per relazioni future di reciproca soddisfazione. Parmalat S. P. A. E Deloitte & Touche S. P. A. Intendono collaborare in futuro. . |
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QUOTE LATTE, INIZIA RECUPERO COATTIVO MULTE PRIME CARTELLE ESATTORIALI NELLE PROVINCE DI CREMONA E MANTOVA |
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"I produttori di latte fuorilegge sono costretti a pagare. Sono stati, infatti, attivati i procedimenti di recupero coattivo delle somme dovute dai cosiddetti splafonatori irriducibili. Le Province nelle quali sono arrivate le prime cartelle esattoriali relative alle multe verso le aziende che non hanno rispettato le norme in materia di quote latte per la campagna 2004/2005, sono quelle di Cremona e Mantova per un totale di 2,5 milioni di euro". A darne notizia è la vicepresidente della Regione lombardia e assessore all´Agricoltura, Viviana Beccalossi, che sottolinea: "Regione Lombardia svolge quanto è di propria competenza per far sì che chi non rispetta le regole venga perseguito dalla legge. Le nostre iniziative - aggiunge Viviana Beccalossi - sono orientate, innanzitutto, a garantire la legalità, come dimostra l´attività sanzionatoria e di controllo posta in essere con l´obiettivo di regolarizzare e riequilibrare l´intero sistema". Complessivamente, nell´intera Lombardia sono circa un centinaio le aziende lombarde per cui è in atto l´iscrizione a ruolo del prelievo inerente il periodo 2004/2005 per una cifra complessiva di oltre 12 milioni di euro. "Certamente - continua Viviana Beccalossi - non sono il totale dei fuorilegge del latte, perché, come tutti sanno, ancora per molti di loro i Tribunali Amministrativi Regionali, ai quali hanno fatto ricorso, devono ancora esprimersi in merito. Penso però che queste prime cartelle siano un forte segnale utile a dare certezze a tutti gli allevatori lombardi. Chi sbaglia e non rispetta le regole, paga". "Sono ferma e decisa - conclude Viviana Beccalossi - anche alla luce dell´errore tecnico verificatosi a fine anno, nel ribadire che la linea della Regione è quella della tolleranza zero contro chi, in materia di latte, non rispetta le regole, continuando a produrre latte in sfregio a quanti investono e lavorano onestamente. Così come ho saputo riconoscere un errore che, vale la pena ricordarlo per l´ennesima volta, è imputabile esclusivamente ad un errato incrocio di dati, sono certa che la medesima responsabilità verrà espressa dal mondo rurale lombardo proseguendo, fianco a fianco, in quel percorso fiduciario e virtuoso che ha fatto grande questa nostra regione". . |
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LATTE, STOP A SOCIETA´ CREATE PER AGGIRARE LE QUOTE BECCALOSSI: FUORI DAL MERCATO CHI NON RISPETTA LE REGOLE |
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La Giunta regionale su proposta della vicepresidente e assessore all´Agricoltura, Viviana Beccalossi, ha approvato il 12 gennaio una delibera che rende più trasparente e sicuro il mercato del latte, obbligando il primo-acquirente (chi acquista il latte alla stalla e lo lavora o lo rivende) ad essere in regola con il regime delle quote e a non avere pendenze in corso. Di fatto, con questo provvedimento, si cerca di impedire, a chi tenta di costituire società-fantasma per aggirare il sistema delle quote latte e per non trattenere le sanzioni imputate ai produttori disonesti, di poter acquisire la qualifica di primo-acquirente. "Si tratta - sottolinea Viviana Beccalossi - di un altro passo importante nella direzione della tutela della legalità del sistema latte, in linea con il programma di iniziative studiato e messo in campo da Regione Lombardia per riequilibrare il mercato bloccando i produttori che non rispettano le regole ed i primi-acquirenti compiacenti. Con questa delibera si definisce un punto fermo nella lotta all´illegalità, esercitando in modo rigoroso il compito a cui è chiamata l´amministrazione che rappresento". "Credo sia sempre più evidente che - commenta Viviana Beccalossi - non rispettare le regole, in Lombardia, significhi esclusione dal mercato e certezza della pena anche se, per ottenere la completa trasparenza, il cammino sarà ancora impegnativo. Ribadisco, pertanto, il massimo impegno dell´Amministrazione regionale a lavorare fianco a fianco con gli agricoltori onesti che vogliono, come me, giustizia e correttezza ad onore del proprio lavoro e del proprio impegno". E durante la Giunta del 12 gennaio la vicepresidente Beccalossi ha illustrato, con una comunicazione ufficiale la vicenda relativa all´errore tecnico che ha portato, a fine anno, all´emissione di un primo blocco di pagamenti ad aziende produttrici di latte con posizione debitorie aperte, senza che fosse computata la prevista compensazione. "E´ stato deciso - spiega Viviana Beccalossi - di istituire due gruppi di lavoro, di cui uno coordinato dal segretario generale della Giunta, che dovranno fornire gli elementi necessari per capire cosa realmente sia accaduto e studiare soluzione concrete. Ricordo comunque che, già dalla seconda tranche dei premi Pac liquidati, la procedura ha previsto la trattenuta alle aziende sanzionate". "Un aspetto - conclude Viviana Beccalossi - è già stato chiarito e sottolineato dalla Giunta a scanso di ulteriori equivoci: non è in alcun modo legittimata una lettura politica dell´accaduto. Questa Amministrazione sostiene da anni una battaglia, in più di un´occasione solitaria, a difesa della legalità nella gestione delle quote latte e per sistemi di riconoscimento economici sempre più snelli ed efficaci. Questa posizione, ribadita e riconosciuta anche pubblicamente alle Associazioni rappresentative del mondo agricolo, non è mai stata messa in discussione, e tanto meno lo è oggi". . |
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REGIONE-ORGANIZZAZIONI AGRICOLE MARCHIGIANE: ACCORDO PER LA SOLUZIONE DELLE RISORSE DEL VECCHIO PSR E IMPEGNI PER LA NUOVA PROGRAMMAZIONE - SPACCA: GROSSO IMPEGNO FINANZIARIO IN ATTESA DELL``INTERVENTO AGEA |
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Incontro del Presidente della giunta regionale e dell´assessore Paolo Petrini con i vertici delle organizzazioni di categoria: Coldiretti (il presidente Giannalberto Luzi e il vice-direttore Claudio Gagliardini), la Cia (il presidente Franco Fiori, Gianfranco Santi), la Copagri (Giovanni Bernardini, Stefano Brocani), la Confagricoltura (la vice-presidente Francesca Colonnelli), la Lega delle Cooperative-settore Agricolo (Teodoro Bolognini), la Confcoperative (il presidente Valentino Mandolini e Mauro Scattolini). Oggetto dell´incontro - programmato nel dicembre scorso - sia la difficile situazione che si e` creata a fronte del mancato pagamento dei Fondi del Piano di Sviluppo Rurale, che problemi di prospettiva del settore. A conclusione dell´incontro si e` concordato quanto segue: - la Regione Marche mettera` a disposizione delle imprese agricole i 29 milioni e 314 mila euro, che non sono stati erogati a causa della sopravvenuta mancanza dei fondi Ue, cioe` tutti quelli per cui la Regione aveva approntato un decreto di liquidazione entro il 15 ottobre. I finanziamenti verranno reperiti sul bilancio regionale attraverso una anticipazione della Regione, e restituiti alla stessa dall´Agea nel prossimo autunno; Cio` consente di risolvere il problema delle molte imprese, che non avendo ricevuto le risorse del Psr 2004-2006, relative a investimenti, indennita` compensative e biologico, si trovano ad affrontare situazioni di grave difficolta`; - tutte le parti hanno ritenuto necessario un ulteriore approfondimento della concertazione delle scelte programmatiche sul nuovo Psr 2007-2013 e sul Por (Piano Obiettivo regionale), in una logica di collaborazione e governance. Cio` comporta una intensificazione del lavoro del Tavolo Verde, e anche il ricorso a incontri come quello odierno per questioni ritenute di rilevante importanza per il comparto; - si e` condivisa una sollecitazione dal Ministro dell´agricoltura perche` si faccia carico del mancato introito dei fondi Pac, avanzando al tesoro la richiesta di procedere prontamente ai pagamenti; - ugualmente e` necessario avviare una attenta politica che consenta di reperite eventuali altre risorse finalizzate a rilanciare la competitivita` delle imprese, puntando su innovazione e qualita`; - cosi` pure occorre un percorso per semplificare, sburocratizzare, snellire le procedure amministrative, attraverso una rimodulazione delle professionalita` dell´organizzazione regionale. Il presidente Spacca ha sottolineato che, in un quadro di ristrettezze finanziarie, come quello che stiamo vivendo, per la Regione ´e` oggettivamente un grosso impegno accollarsi, anche se temporaneamente, l´anticipazione delle risorse. ´ In termini di oneri finanziari si tratta di circa oltre un milione di euro. Si tratta comunque di una scelta che viene fatta in una logica che considera l´agricoltura fondamentale per la nostra economica, insieme al settore manifatturiero, valorizzando il ruolo dell´impresa agricola nella ´costruzione e tutela del paesaggio regionale´, insieme all´ambiente e turismo. Queste linee strategiche del governo regionale sono state completamente condivise da tutti gli esponenti del mondo agricolo, che si sono impegnati a favorire una costante concertazione propositiva e progettuale con la Regione. . |
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TORINO, NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA: SI PRECISANO GLI INTERVENTI DELLA REGIONE |
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Si sta discutendo in queste settimane della direttiva Cee in materia di nitrati di origine agricola (91/676), sulla quale si sono purtroppo diffuse informazioni non sempre corrette; l´Assessorato all´agricoltura della Regione Piemonte ritiene quindi importante fornire alcune precisazioni. La direttiva citata è finalizzata a ridurre e prevenire i fenomeni di inquinamento da nitrati di origine agricola delle acque, destinate in particolare ad uso potabile. A tale scopo sono fissate soglie di concentrazione dei nitrati nelle acque stesse e criteri per la delimitazione di "zone vulnerabili da nitrati", terreni su cui l´agricoltura e l´allevamento, in assenza di azioni di limitazione, potrebbero causare fenomeni di inquinamento. La Regione Piemonte, in seguito ad una prima designazione effettuata nel 2002, sta valutando l´ampliamento delle zone a nuovi territori, anche in relazione all´avvio di una procedura di infrazione comunitaria nei confronti dell´Italia, sulla stessa materia, una problematica che interessa l´intera pianura padana. L´ipotesi proposta all´esame del Consiglio Regionale - con la deliberazione n° 26 – 4755 del 4 dicembre 2006 - prevede di identificare, in via di prima individuazione, come ulteriori zone "vulnerabili da nitrati", i territori che presentano caratteristiche intrinseche di vulnerabilità ed elevato carico azotato, sinteticamente definiti come zone suscettibili dal Piano di tutela di acque delle acque, a suo tempo adottato dalla Giunta e ora all´esame del Consiglio. A questo proposito, è importante precisare, innanzitutto, che solo in seguito alla fase di prima individuazione le aree dovranno essere oggetto di una vera e propria designazione a scala di maggior dettaglio. Solo successivamente, tali aree andranno ad aggiungersi alle zone già designate come vulnerabili da nitrati dal Regolamento regionale n° 9/R 18. 10. 02 e sue successive modifiche, nonché alle fasce fluviali A e B del Piano per l´assetto idrogeologico, già previste dal precitato Piano di Tutela delle Acque. Inoltre, la Regione Piemonte, di concerto con le altre Regioni interessate e con i Ministeri delle Politiche Agricole e dell´Ambiente, ha avviato incontri e negoziati con la Commissione Europea, per ricercare una soluzione al problema, che tenga in considerazione anche le esigenze della produzione agricola. Non è quindi escluso che, a seguito dei prossimi incontri, vengano riviste le attuali ipotesi di prima individuazione. Tutte le informazioni o le carte in circolazione, relative ad ulteriori designazioni di zone vulnerabili da nitrati, diverse da quelle qui precisate, non hanno al momento riscontro in atti normativi definitivi della Regione Piemonte. "La Regione Piemonte, e in particolare gli assessorati competenti, hanno da sempre lavorato per la tutela e la salvaguardia dell´ambiente e per sostenere lo sviluppo di un´agricoltura di qualità – afferma l´assessore all´agricoltura Mino Taricco. Stiamo intervenendo in questa delicata questione, cercando di tenere in considerazione le molteplici esigenze coinvolte e svolgendo soprattutto un ruolo di garanzia delle procedure e della trasparenza, a beneficio del territorio e dell´ambiente, ma anche dei produttori e allevatori che su questi territori svolgono la propria attività. " . |
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IGP CASTAGNA CUNEO UN PRIMO RICONOSCIMENTO DELL´UNIONE EUROPEA |
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E´ stata accolta la domanda di registrazione della Castagna Cuneo, ai fini della protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazione di origine dei prodotti agricoli ed alimentari: la domanda è stata infatti pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale dell´Unione Europea al n. 2006/C 321/05 ai sensi del regolamento Cee 510/2006 del Consiglio. Con questo atto scattano i 6 mesi di tempo per la eventuale opposizione alla registrazione, cui seguirà la pubblicazione del regolamento che assegnerà l´Igp alla Castagna Cuneo. La produzione della Castagna Cuneo, che interessa oltre 110 comuni della provincia, raggiunge ogni anno i 100 mila quintali di prodotto, per oltre 25. 000 ettari coltivati. "Siamo finalmente alla fine di un percorso – afferma l´assessore all´Agricoltura Mino Taricco - che ci ha visti tutti impegnati per l´ottenimento di questo prezioso riconoscimento, per il momento transitorio, che premia il lavoro fatto dagli agricoltori sul territorio, la convinzione di avere una produzione di eccellente qualità, l´investimento fatto in questi anni per incentivare la manutenzione dei castagneti in attualità di produzione, la manutenzione delle piante, la lotta ai parassiti, tra cui non ultimo il cinipide galligeno. È una vittoria del nostro territorio, del lavoro fatto, della convinzione di avere ancora molto da dire in questi territori non sempre così facili da condurre. Speriamo, e faremo tutto il possibile perché ciò accada, che la pubblicazione del regolamento prevista dopo i sei mesi necessari per accertare la non opposizione alla domanda, avvenga nel più breve tempo possibile e comunque prima della prossima campagna di raccolta e commercializzazione delle castagne. Nei prossimi mesi saremo quindi chiamati a mettere in campo azioni di promozione e di valorizzazione per rendere effettiva la valorizzazione che questo riconoscimento ci offre". . |
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A MARZO TORNA LA TERZA EDIZIONE DEL SALONE DELL’AGROALIMENTARE LIGURE
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Dal 16 al 18 marzo 2007 torna l’atteso appuntamento con il Salone Regionale dedicato alle eccellenze agroalimentari provenienti da tutta la Liguria: il Salone dell’Agroalimentare Ligure. La manifestazione si svolgerà, anche in questa edizione, a Finale Ligure Borgo (Sv), nel borgo medievale, una delle perle del Club dei Borghi più belli d’Italia, presso il prestigioso Complesso Monumentale di Santa Caterina. La Liguria vanta un grande patrimonio agricolo e gastronomico, costituito da piccole realtà produttive, le cui caratteristiche organolettiche sono fortemente connesse con le peculiarità del territorio di origine, produzioni di nicchia di alta qualità, ma la cui quantità è piuttosto limitata. Il consumo di prodotti enogastronomici è divenuto negli anni sempre più attento e consapevole. Grazie alla ricerca da parte di consumatori consapevoli le produzioni agricole di tipicità e di qualità hanno cominciato a competere e a trovare un proprio spazio commerciale. Il valore aggiunto dai prodotti tipici della tradizione è alla base di una richiesta di mercato sempre più significativa. La Regione Liguria sta portando avanti un programma di promozione del territorio attraverso la valorizzazione delle produzioni agroalimentari liguri di qualità, le stesse produzioni che rendono la cucina ligure una tra le più apprezzate, non solo tra il turista-consumatore, ma anche tra gli addetti ai lavori. Si pensi all’olio extra vergine d’oliva, al pesto, alla focaccia: tre prodotti che hanno reso celebre la Liguria non solo a livello europeo, ma anche oltreoceano. La manifestazione è nata per valorizzare le peculiarità enogastronomiche regionali attraverso l’esposizione, la vendita e la degustazione di prodotti tipici. Il tutto si svolgerà in una cornice molto suggestiva e la struttura medievale, che ospita il Salone dell’Agroalimentare Ligure, verrà suddivisa in aree tematiche: Carruggio del Pesto, Largo dell’Olio, la Cantinetta, Largo del Dolce, Largo degli Orti, Via dei Sapori ed altro ancora. In ogni settore il pubblico potrà trovare le migliori produzioni del territorio ligure. Le novità 2007 √ Il 2007 vedrà potenziate sia le aree espositive, ricordiamo che gli espositori della passata edizione Salone dell’Agroalimentare Ligure sono stati più di 130, sia le aree dedicate agli eventi collaterali. Nella Sala delle Capriate e nella Sala Liguria saranno organizzati incontri didattici, corsi di degustazione, laboratori, seminari e convegni, tutti dedicati alle peculiarità dei prodotti liguri. √ Sarà allestita l’Arena Eventi dedicata ai laboratori a cielo aperto. Nell’arena Eventi si susseguiranno corsi di composizione floreale - durante i quali un maestro dimostratore si cimenterà nelle creazioni floreali più creative - , corsi di cucina, dimostrazioni sulla produzione dei più svariati prodotti della tradizione ligure. √ Inoltre nell’edizione 2007, all’interno del giardino botanico del Complesso Monumentale di Santa Caterina, sarà allestito “il Giardino dei Sapori e dei Profumi”, un’area dedicata alle degustazioni gastronomiche con la preparazione di farinata ed altre specialità della cucina della tradizione ligure. In questo settore il pubblico avrà l’occasione di degustare piatti tipici preparati secondo le antiche ricette della tradizione. √ Un altro settore introdotto nell’edizione 2007 sarà quello dedicato alle aziende agrituristiche della Liguria. Questo settore rappresenterà una vetrina dedicata agli agriturismo ed ai servizi offerti ai turisti dalle numerose aziende agrituristiche liguri. √ il 2007 sarà l’anno dedicato al “business to business”. Una sezione workshop ricavata nella secolare “Cappella Oliveri” sarà l’area dedicata agli espositori del Salone dell’Agroalimentare Ligure, che intenderanno incontrare i loro clienti acquisiti e/o potenziali in una sala dedicata alle trattative. Il Salone dell’Agroalimentare Ligure vuole rendere omaggio a tutte le produzioni presenti sul territorio che si sono distinte per il recupero delle tradizioni enogastronomiche liguri. Il Salone dell’Agroalimentare Ligure è una manifestazione ricca di attrattiva, dalla rassegna espositiva -costituita da un’ampia area di spazi espositivi suddivisi tra l’Auditorium, l’Oratorio de’ Disciplinanti e negli splendidi chiostri quattrocenteschi di Santa Caterina -, in cui i produttori presenteranno prodotti della tradizione ligure caratterizzati da elevati livelli qualitativi. Tra le produzioni presenti possiamo citare: il pesto, la focaccia di Recco, la focaccia classica genovese, la panissa, la farinata, l’olio extravergine d’oliva, i cicciarelli di Noli, i formaggi, i dolci, lo zafferano di Campiglia, il chinotto di Savona, l’aglio di Vessalico, i fagioli di Badalucco, le salse liguri (pesto, patè di olive, machetto, pasta d’acciughe, crema di carciofi, ecc. ), le castagne, il miele, il Pigato, il Vermentino, il Rossese, lo Sciacchetrà, la birra artigianale ed altro ancora. Un fitto programma di laboratori, seminari e corsi sarà a disposizione dei visitatori e degli espositori. Le associazioni di categoria: Coldiretti, Confagricoltura, Confederazione Italiana Agricoltori proporranno eventi divulgativi dedicati ai progetti di valorizzazione dei prodotti tipici regionali. Il Salone dell’Agroalimentare Ligure si terrà dal 16 al 18 marzo 2007 a Finale Ligure Borgo nel prestigioso Complesso Monumentale di Santa Caterina ubicato nel borgo medievale e seguirà i seguenti orari: F venerdì 16 marzo dalle ore 15. 00 alle ore 20. 00 F sabato e domenica 17 e 18 marzo dalle ore 10. 00 alle ore 20. 00 Importante è segnalare che il Salone sabato e domenica farà orario continuato. La filosofia dell’evento si può sintetizzare nei seguenti punti: Ïprivilegiare la dimensione culturale delle produzioni agroalimentari liguri, intese come momento di scoperta, confronto e conoscenza; Ïriconoscere l’esigenza di un consumo responsabile dei prodotti agroalimentari; Ïporsi come una risposta credibile alle esigenze di un pubblico che non si percepisce come “consumatore tradizionale”, ma che sa “degustare” i prodotti che acquista; Ïvalorizzare il territorio attraverso l’esposizione dei suoi prodotti. La terza edizione del Salone dell’Agroalimentare Ligure è organizzata dalla Regione Liguria e da Unioncamere Liguria con la collaborazione della Provincia di Savona, la Camera di Commercio di Savona, il Comune di Finale Ligure e la Comunità Montana Pollupice. La manifestazione sarà ad ingresso libero. . |
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MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE ALLE FIERE CIBUS E TUTTO FOOD |
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L’unioncamere Molise ricorda che si avvicinano i termini per partecipare alle due più importanti fiere organizzate per la promozione internazionale del “Made in Italy” agroalimentare: il Cibus di Roma e Tutto Food di Milano. Alle due manifestazioni l’Unioncamere Molise parteciperà con uno stand collettivo all’interno del quale potranno essere ospitate solo le aziende della regione che operano nel settore delle produzioni agroalimentari del Molise. Si ricorda a tal fine che le manifestazioni di interesse a partecipare da parte delle imprese interessate ad essere ospitate nel suddetto stand collettivo dovranno pervenire all’Unioncamere Molise, piazza della Vittoria, 1 – 86100 Campobasso, entro il 20 gennaio 2007 (anche a mezzo fax al numero 0874 415674). I moduli da utilizzare sono disponibili presso la sede dell’Unioncamere Molise, in Piazza della Vittoria, 5. Per ulteriori informazioni si potrà contattare l’ufficio promozione dell’Unioncamere Molise al numero 0874 471227. . |
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ARRIVATO IERI A PISA IL PRIMO CARGO DI FAGIOLINI DEL BURKINA FASO "UN PROGETTO PER RICOMPORRE I RAPPORTI EURO-AFRICANI" TOSCHI PRESENTE ALLO SBARCO. "I LEADER DEL PAESE AFRICANO LO HANNO DEFINITO UN MIRACOLO" |
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Firenze - "I leader politici del Burkina Faso lo hanno definito un ´miracolo´. Di fatto questo progetto, un´esperienza pilota nella sua specificità e autonomia logistica, vuole segnare l´inizio di una riconciliazione e di una ricomposizione dei rapporti euroafricani. Inaugura una condizione paritaria in cui l´Africa è partner dell´Europa e l´Europa partner dell´Africa". Lo ha dichiarato l´assessore regionale alla cooperazione internazionale Massimo Toschi arrivato il 15 gennaio 2007 all´aeroporto Galilei di Pisa per accogliere il primo carico di fagiolini verdi coltivati nel Burkina Faso e volati direttamente dalla savana africana allo scalo pisano per essere distribuiti in tutta Italia. "Più che un piccolo e suggestivo progetto di commercializzazione - ha proseguito Toschi - definirei questa un´inversione di rotta, segno di una nuova politica capace di interpretare i rapporti con quei paesi in modo diverso. Se ognuno farà la sua parte, potremo aprire una nuova stagione dei rapporti euroafricani". Il progetto, che ogni anno farà arrivare in Italia 500 tonnellate di fagiolini verdi e garantirà lavoro a 8000 contadini burkinabé, ha avuto un lungo periodo di gestazione. Nato dal desiderio di Unicoop Tirreno, Unicoop Firenze, con la collaborazione di Coop Italia, e dalla onlus Movimento Shalom di San Miniato, che da cinque anni portano avanti progetti di solidarietà e cooperazione in Burkina, ha visto il coinvolgimento diretto della Regione Toscana, del Governo e dell´Unione Europea. Il cargo arriva a Pisa da Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso, senza fare scali. Un´operazione non scontata resa possibile dall´azione della Regione, che si è adoperata presso gli aeroporti e le istituzioni per facilitarla. Lo sbarco avverrà a cadenza settimanale fino a metà marzo, in modo da coprire il periodo in cui in Italia i fagiolini sono un prodotto fuori stagione. L´accordo commerciale è stato siglato lo scorso anno fra Coop Italia e la Scoo. Bam di Kongoussì, un cooperativa agricola che dà lavoro a 8000 contadini di 24 villaggi, 100 Km a nord di Ouagadougou. Il raccolto proviene da quest´area in prossimità di un bacino artificiale: 25 ettari coltivati nella savana, con il deserto ad alcune miglia. I fagiolini burkinabè saranno messi in vendita nei supermercati in confezioni da 750 grammi, con il marchio Terraequa. Il prezzo di acquisto al fornitore è di 2,25 euro a confezione, quello di vendita nei supermercati di 2,54 euro a confezione (un prezzo che può subire piccole variazioni secondo le zone di vendita). . |
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IL CAPPUCCINO ITALIANO CERTIFICATO SARÀ A RIMINI A FEBBRAIO |
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Dopo la presentazione alla Camera dei Deputati, il Cappuccino Italiano Certificato è pronto per il banco di prova con il pubblico a Rimini il 10 e l’11 febbraio 2007 Il Cappuccino Italiano Certificato ha riscosso successo e apprezzamenti durante la cena di Natale organizzata dalla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati il 19 dicembre scorso. A palazzo Montecitorio è stato infatti presentato il nuovo prodotto tutelato dall’Istituto Nazionale Espresso Italiano, alla presenza dell’on. Marco Lion, presidente della Commissione Agricoltura, e del Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio che ha portato un saluto. Dopo il debutto istituzionale il Cappuccino Italiano Certificato è ora pronto per la sua prima uscita con il largo pubblico. Verrà infatti preparato e proposto al pubblico il 10 e l’11 febbraio a Rimini, nell’ambito di Pianeta Birra Beverage & Co. , l’importante kermesse riminese dedicata al mondo del bere. In quell’occasione al banco di assaggio “Espresso & Grappa Stratus Tasting” sarà possibile per i visitatori provare e valutare sensorialmente il Cappuccino Italiano Certificato. Alla base del Cappuccino Italiano Certificato vi è l’Espresso Italiano Certificato, il caffè tutelato dall’Istituto Nazionale Espresso Italiano. Questo unito a latte intero fresco di alta qualità contribuisce a dare un cappuccino sensorialemente perfetto: colore bianco, con bordo marrone più o meno spesso nel cappuccino classico oppure con disegni dal marrone al nocciola nel cappuccino decorato, una crema dalle maglie strette e dall’occhiatura molto fine o assente. Il tutto per garantire un aroma intenso: soffusi sentori di fiori e di frutta, di latte, di tostato, di cacao, di vaniglia e di frutta secca. Mai presenti odori di bruciato e biochimici, da considerarsi sempre veri e propri difetti. Il Cappuccino Italiano Certificato presenta un corpo importante, supportato da un amaro tenue e da un’acidità bilanciata, quasi impercettibile. Chi è l’Istituto Nazionale Espresso Italiano L’istituto Nazionale Espresso Italiano, di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine e macinadosatori e altri sodalizi che volgono la loro attenzione all’espresso di qualità, oggi conta 28 associati che insieme aggregano un fatturato complessivo annuo di più di 350 milioni di euro. Dal 1998 l’Istituto Nazionale Espresso Italiano si impegna a difendere l’espresso di qualità attraverso una certificazione riconosciuta dal Csqa (certificato di conformità numero 214 del 24 settembre 1999, Dtp 008 ed. 1) che prevede esclusivamente l’impiego di miscele certificate, macinadosatori e macchine qualificate e operatori abilitati. . . |
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INAUGURATA LA PRIMA SCUOLA DI FORMAZIONE PER ALIMENTARISTI, CHE CONSENTIRÀ - ABOLITO IL LIBRETTO SANITARIO - DI OTTENERE L´ATTESTATO DI FORMAZIONE DIVENUTO OBBLIGATORIO PER LEGGE. |
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Domenica 14 Gennaio è stata inaugurata presso la sede di p. Zza Vittorio Emanuele a Vallo della Lucania la Scuola Di Formazione Per Alimentaristi gestita dalla Laboratorio Analisi Cliniche dott. Giovanni D’arena s. R. L. Dal Primo Gennaio di quest’anno, infatti, anche la Regione Campania ha abolito i vecchi libretti sanitari e li ha sostituiti con gli “Attestati Di Formazione e/o Aggiornamento Per Alimentaristi”. La Società amministrata dal dott. Giovanni D’arena è tra i pochi centri accreditati presso la Regione Campania ai sensi del decreto dirigenziale n. 9 del 13 marzo 2006 per lo svolgimento di tali tipi di corsi ed a partire già da lunedì prossimo, 15 gennaio, inizierà il percorso formativo che – per ogni iscritto – terminerà con l’esame finale (da tenersi alla presenza anche del Direttore del Sian) ed il conseguimento dell’Attestato di Formazione. La Regione Campania, dunque, fa proprio ciò che l’Organizzazione Mondiale della Sanità – con la risoluzione n. 785 aveva già affermato 18 anni fa, nel 1989, evidenziando l’inutilità degli accertamenti sanitari di routine e sancendo, di fatto, la necessità di sostituire ad essi un idoneo percorso formativo. I corsi di formazione per alimentaristi saranno di Tre Diversi Tipi, a seconda di coloro i quali andranno a prenderne parte. Il modulo più semplice sarà di 4 ore e riguarderà i cosiddetti “addetti di livello rischio 1”, vale a dire tutti coloro che non partecipano alla fase della manipolazione degli alimenti, ma si limitano solo a distribuirli o hanno a che fare col prodotto finito (sono i camerieri, i cassieri, ecc…). Più complessa sarà la seconda tipologia di corso, della durata di 8 ore, dedicata agli addetti livello rischio 2 (per esempio cuochi, pasticcieri, pizzaioli, fornai, macellai, ecc…). Per i titolari di ciascuna attività, invece, sulle cui spalle grava tra l’altro la responsabilità giuridica per la mancata formazione del proprio personale, il corso sarà della durata di 12 ore e comprenderà anche nozioni specifiche di legislazione sanitaria, oltre che dell’intero sistema dell’autocontrollo e del metodo Haccp. Ogni corso sarà organizzato tenendo presenti le esigenze dei singoli operatori e ci sarà la possibilità anche di frequentare – se richiesto – di sera o nei fine settimana. Pesanti anche le Sanzioni per coloro che non adempiranno all’obbligo di formazione previsto col citato decreto dirigenziale della Regione Campania. A ciascun alimentarista, infatti, se trovato ad un controllo sprovvisto di attestato, può essere comminata una sanzione amministrativa fino a 300 euro, mentre per il titolare essa può arrivare fino a 600 euro ed essere aumentata sino a 900 euro nel caso egli stesso risulti non in possesso del citato Attestato. Lo staff di docenti comprende medici del lavoro, igienisti, biologi, tecnici alimentari, nutrizionisti e dietologi che si alterneranno nei vari momenti delle lezioni e avranno come unico obiettivo quello di formare operatori validi e capaci, coscienti del delicato compito che sono chiamati a svolgere nella manipolazione degli alimenti, ma anche pronti ad investire per fornire un servizio ed un prodotto sempre migliori. Queste le parole del dottor Giovanni D’arena: “E’ un onore per Noi essere l’unica struttura a Vallo della Lucania ed una delle pochissime in provincia di Salerno accreditate presso la Regione per tenere questo tipo di corsi. E’ per questo che cureremo ogni dettaglio per far sì che ciascun iscritto possa frequentare con profitto le lezioni e migliorare ancor di più il servizio che già offre alla collettività. Crediamo molto nella formazione e su di essa investiremo ancora molto. Ne approfitto per invitare tutti alla grande inaugurazione di domenica mattina alle ore 11 e a coloro che vogliono maggiori informazioni dico che abbiamo istituito una linea telefonica dedicata al numero 3. 9. 2. 9. 7. 7. 1. 7. 2. 0 e che possono – se preferiscono - recarsi ogni giorno presso la sede del Laboratorio. Chi ancora non avesse aderito potrà farlo prendendo contatti con il personale incaricato e con i singoli docenti. C’è anche un indirizzo di posta elettronica (labdarenaformazione@email. It) dove chiedere qualsiasi chiarimento ed informazione”. . |
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SI PRESENTA IL GRAN BALLO IN MASCHERA 2007 DI BOLOGNA CON ANGOLI TEMATICI TUTTI DA…DEGUSTARE
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Il prossimo 9 febbraio 2007 torna il Gran Ballo in Maschera di Bologna, la festa di Carnevale più prestigiosa del capoluogo emiliano, un raffinato riferimento ludico e gastronomico che si lega al mondo della solidarietà e che giunge quest’anno alla sua quinta edizione. Accantonati i temi storici del passato, il Gran Ballo in Maschera 2007 si intitola “Il Gatto con gli Stivali…e altre storie”, per collegarsi alla cultura della favola e per lasciare ampio spazio alla fantasia di chi parteciperà al Ballo, creando un filo conduttore con tutte le iniziative a esso correlate. L’evento è stato recentemente presentato nella sede bolognese di Strada Maggiore di Banca Sara – Banca della Rete, alla presenza di giornalisti e imprenditori felsinei quali Niccolò Rocco di Torrepadula, Angelo di Giansante, Giorgia Schvili, Guido Penzo, Mauro Orsi, Liana Baroni e Cristina Vincenzi dell’Associazione “Aliante”. Il Gran Ballo si svolgerà come di consueto nelle antiche sale di Palazzo Isolani, che saranno allestite appositamente con angoli tematici tutti da…degustare: come ad esempio “La Casa dei Tre Porcellini”, che sarà curata dall’azienda Negrini, oppure “La Casa di Hansel e Gretel”, con le delizie dolci e il cioccolato di Gino Fabbri; presente anche “Madre Natura” con i suoi saporiti frutti by Acmo. E nella bella cave di Palazzo Isolani, come sempre, si potrà ballare con musica dal vivo, mentre al piano nobile la Società di Danza Circolo Bolognese coinvolgerà i presenti in originali danze scozzesi, ispirandosi a un film-favola musicale del 1954 intitolato “Brigadoon”, con il ballerino Gene Kelly, il quale scopre per caso un villaggio scozzese da sogno che riappare ogni 100 anni… La serata del Gran Ballo in Maschera sarà dedicata anche quest’anno a “Aliante”, Associazione di volontariato che opera nel territorio bolognese. Il biglietto d’invito porterà il logo che lo contraddistingue sin dalla prima edizione, realizzato da Riccardo Raviola – detto “Pixu” – figlio del famoso fumettista Magnus. Novità infine anche per i barman, che da tre anni partecipano alla gara per l’ideazione di nuovi cocktail: l’edizione del 2007 si chiamerà “Concorso Angostura Cocktail di Carnevale”, per la presenza in ogni ricetta del leggendario bitter aromatico centroamericano. . . |
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BIRRA MORETTI: È DI BIRRA MORETTI IL TERZO POSTO DELLA PRESTIGIOSA CLASSIFICA PUBBLICITARIA BEVERAGE DYNAMICS MAGAZINE.
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Il concorso premia ogni anno la creatività più innovativa, la comunicazione pubblicitaria più efficace e i più acuti programmi promozionali presentati dalle marche dell’industria Beverage in America. Dopo le due medaglie conquistate quest’anno per la qualità in America in occasione del World Beer Cup, la più importante competizione mondiale del settore, Birra Moretti raddoppia il proprio successo oltre oceano anche dal punto di vista dell’immagine, con il terzo posto nella classifica assoluta di Beverage Dynamics Advertising & Promotion Awards. Si tratta della competizione americana che premia ogni anno la creatività più innovativa, la comunicazione pubblicitaria più efficace e i più ingegnosi programmi promozionali presentati dalle marche dell’industria Beverage. Un’attenta giuria, composta da membri eletti da Beverage Dynamics Magazine - una delle più autorevoli riviste del settore Beverage (alcol e non alcol) americana con diffusione di 50. 000 copie - concentra il proprio giudizio sia sugli strumenti utilizzati per la vendita sia sulla qualità dei materiali stessi utilizzati. Quest’anno le candidature sono state raccolte tra aprile 2005 e giugno 2006 e, dopo le attente analisi degli esperti, i giudizi sono stati resi pubblici solo lo scorso novembre. In particolare la “medaglia di bronzo” è stata conquistata dalle “table tent” (particolari espositori a forma di piccole tende) sui punti vendita di Birra Moretti progettate e realizzate da Smith & Jones, agenzia di consulenza pubblicitaria americana per il gruppo Heineken Italia. L’apprezzata campagna declinata su più strumenti fa parte di un più ampio progetto multimediale che ospita nel visual alcuni capolavori italiani per eccellenza: la torre pendente di Pisa, il David di Michelangelo, l’immagine dell’uomo Vitruviano e la Mona Lisa di Leonardo da Vinci. Tutte queste icone sono state sapientemente coniugate con sottile allegoria alle figure della bottiglie di Birra Moretti, che si fa così portatrice dei valori Made in Italy quale birra italiana più apprezzata nel mondo. La campagna ha riscosso talmente successo che sembra aver creato una sorta di collezionismo mania: la domanda degli stessi espositori è salita infatti di oltre 6. 000 unità durante la campagna in corso, rispetto ai soli 305 che erano stati sufficienti nel 2005. Birra Moretti è diventata così protagonista di un vero e proprio fenomeno attrattivo di comunicazione. Il podio di Beverage Dynamics Magazine Awards 2006 1° posto Stellar Gin 2° posto Bacardi Flavored Rums 3° posto Birra Moretti . |
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SPUMANTI “MADE IN ITALY” EXPLOIT SUI MERCATI STRANIERI
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Germania, Stati e Uniti e Giappone guidano la riscossa. Molto bene anche l’Est Europa. Crescono i consumi domestici in Italia, qualità sempre più in alto. Il successo degli spumanti legato al rapporto valore e ricchezza di tipologia. Dagli exit-pool vicina la soglia dei 300 milioni di bottiglie . Ha ripreso a correre e …scorrere lo Spumante italiano nel 2006 sia sulle tavole degli italiani, sia e soprattutto sui mercati stranieri ed extraeuropei in particolare. Si sta dunque per chiudere con il…botto un anno decisamente positivo per il comparto spumantistico nazionale, forse molto vicino a raggiungere l’importante traguardo dei 300 milioni di bottiglie annue. Un risultato impensabile solo qualche stagione fa e che ora sembra invece alla portata di mano. Un exploit degli spumanti Made in Italy dovuto soprattutto alle performance fatte registrare sui mercati stranieri dove sono finite complessivamente circa 130 milioni di pezzi. Il dato più eclatante è la forte crescita – quasi + 20% - delle spedizioni nei paesi Extracomunitari, dove in particolare evidenza sono Stati Uniti e Giappone. Negli States si stapperanno circa 15 milioni di bottiglie per il fine anno 2006, cioè un brindisi su tre sarà marchiato “Made in Italy” Il merito va soprattutto ad Asti Docg e Prosecco Doc Conegliano Valdobbiadene che insieme con oltre 27 milioni di bottiglie (+ 21%) detronizzano sua maestà lo Champagne. In Giappone con un balzo oltre il 62% si arriverà a fine anno a 4,5 milioni di bottiglie. Molto interessanti anche i segnali di crescita ulteriore in Brasile e più in generale in tutta l’Est Europa dove l’export in Russia fa registrare una crescita di oltre il 20%. La Cina resta ancora un mercato di nicchia, ma sta scalando rapidamente le posizioni con un aumento di 7 volte rispetto al 2005. Per quanto riguarda le tipologie preferite dai consumatori stranieri, in forte apprezzamento soprattutto gli spumanti secchi, quelli di vitigno ed anche i metodo classico, con incrementi medi superiori al 9% in volume e al 13% in fatturato. Ma come vanno le cose nei paesi dell’Unione Europea? Anche qui la crescita c’è, anche se meno accentuata, ma significativa proprio nei paesi a più spiccata vocazione enologica. Infatti l’andamento in Germania – che rimane il primo cliente italiano – registra un + 13% grazie in particolare agli 8,5 milioni di tedeschi che preferiscono brindare con il Prosecco e con l’Asti (quasi 16 milioni di bottiglie), staccando nettamente i 2,5 milioni che invece scelgono lo Champagne. Bollicine italiane in festa anche in Gran Bretagna, ma soprattutto in Svizzera, in Austria, in Ungheria, in Russia con incrementi sempre superiori al 20-25% rispetto al 2005. Il buon momento degli Spumanti italiani all’estero si nota anche dal fatturato del comparto che è superiore all’incremento delle quantità e si avvicina in valore molto al miliardo di Euro al consumo. Dunque un quadro incoraggiante per il settore spumantistico nazionale che può contare su circa 800 aziende e poco meno di 3000 etichette, ma soprattutto su una varietà e ricchezza di vitigni, tipologie e produzioni che non ha riscontri nel mondo e che, se ben valorizzata e promossa, può avvantaggiare i prodotti italiani in grado appunto di farsi preferire ai competitor stranieri (primi fra tutti Champagne e Cava) per le potenzialità di un consumo più diffuso, più vario negli abbinamenti a tavola, più alla portata di tutte le tasche, delle diverse le fasce d’età e dei differenti stili di vita, specialmente quelli giovanili. Anche in casa nostra si torna a parlare decisamente italiano, dopo anni in cui avanzavano scelte esterofile, anche in occasione delle festività di fine anno, periodo in cui si concentra ancora oltre il 65% degli acquisti degli italiani. Crescono sia i consumi domestici ( + 8%) sia le vendite in particolare attraverso la grande distribuzione ( + 16%). Solo il 2% degli italiani infatti sceglieranno le bottiglie di Champagne, mentre il 54% si orienterà verso gli spumanti dolci di vitigno ed in particolare verso l’Asti Docg; il 39% verso gli spumanti secchi e semibrut con in testa il Prosecco Doc Conegliano Valdobbiadene; il 5% circa preferirà quelli prodotti con il metodo classico. Spesa interna al consumo prevista di 0,750 mld di Euro per fare il botto di 110 milioni di bottiglie nell’ultimo mese dell’anno. Cresce di più il fatturato rispetto alla quantità venduta a dimostrazione che lo Spumante nazionale ha un ottimo rapporto prezzo abbinato ad un valore di origine-ricchezza tipologica. Anche le produzioni di nicchia hanno successo perché oggi il consumatore è sempre più attento, esigente e preparato. Un’ulteriore buona notizia per l’enologia spumantistica italiana. Www. Forumspumantiditalia. It press@forumspumantiditalia. It . |
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SORSI DI BOLOGNESITÀ NEGLI USA ENTUSIASTA ACCOGLIENZA DEL VIGNETO SAN VITO DI MONTEVEGLIO (BO) NELLA MIAMI ENOLOGICA
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Non solo Coca Cola, per gli americani che si dimostrano un popolo amante del buon vino. Grande, infatti, il successo ottenuto da Federico Orsi, nuovo proprietario della storica tenuta bolognese Vigneto San Vito, celebre per le etichette “con l’uccellino”. Durante una kermesse dedicata alle produzioni enologiche internazionali, con circa 350 produttori provenienti da tutto il mondo, presso il Miami Beach Convention Center, dall’ 11 al 12 novembre 2006, le produzioni bolognesi sono state accolte con notevole interesse. Il Vigneto San Vito, unico produttore dell’Emilia, ha portato per la prima volta in Florida il Pignoletto, nella versione superiore e spumante: stupendo il vasto pubblico, a tal punto da ritirare lo stand prima della chiusura in entrambe le giornate, per esaurimento del prodotto. Un successo anche dal punto di vista commerciale, con l’interesse di alcuni distributori, a testimonianza della grande potenzialità rappresentata dal mercato statunitense. ”Cerchiamo – afferma soddisfatto Orsi - un partner in Florida, per poter introdurre lentamente il Pignoletto in un mercato di nicchia, per intenditori e per tutti coloro che sono curiosi di bere qualcosa di diverso”. Un risultato, dunque, che dimostra la forza del made in Italy e dei brand nazionali, premiando quelle imprese, come Vigneto San Vito, capaci di rinnovarsi e muoversi in maniera competitiva non solo sul piano locale, ma anche su quello internazionale. . . |
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POSITIVO BILANCIO FITOSANITARIO NEI COLLI ORIENTALI DEL FRIULI
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Il 2006, dal punto di vista climatico, è stata un’annata emblematica per i suoi estremi termici e la perdurante siccità. Scomparsa ogni influenza oceanica, le correnti meridiane si sono infatti impossessate del clima della regione, flagellandola con una siccità impensabile sino all’anno scorso e passaggi termici degni del nord America. In compenso la campagna viticola ha portato con sé un’ottimale maturazione delle uve, con livelli zuccherini molto buoni ed una dotazione in sostanze polifenoliche elevata. Inoltre la stagione è stata caratterizzata da una bassa pressione patologica, dovuta prima (giugno-luglio) alla scarsità di manifestazioni piovose rilevanti e poi, in agosto, all’abbassamento repentino delle temperature che hanno inibito il propagarsi delle malattie principali della vite. Sono questi i dati principali emersi dall’approfondita analisi svolta dai tecnici del Consorzio Colli Orientali del Friuli che, nel consueto incontro di fine anno sul bilancio fitosanitario, hanno esposto i risultati dei monitoraggi effettuati durante la stagione 2006. L’affollato convegno, aperto dai saluti del presidente Pierluigi Comelli che si è detto seriamente preoccupato per la “questione Tocai”, si è svolto nella splendida cornice della rinnovata cantina dell’azienda vitivinicola La Tunella a Ipplis di Premariacco. Il gruppo di assistenza tecnica del Consorzio, coordinato dal direttore Mariano Paladin, è composto da Giovanni Bigot, Ramon Persello, Paolo Sivilotti e Francesco Degano, cui si è aggiunto quest’anno Andrea Chiavoni che si occupa del progetto di recupero dei vitigni autoctoni, co-finanziato dalla Comunità Montana del Torre, Natisone e Collio. “La raccolta dei dati è il risultato di molti mesi di lavoro – ha sottolineato Bigot – e della collaborazione con moltissime aziende del territorio. Obiettivo di questo incontro è condividere con i produttori le informazioni ottenute per poterle confrontare con i dati degli anni procedenti e costruire nel tempo una banca-dati che ci consenta di migliorare la produzione anno dopo anno. Infatti abbiamo dato particolare importanza allo studio delle caratteristiche produttive e qualitative dei vitigni maggiormente coltivati nel territorio dei Colli Orientali”. Un plauso convinto all’egregio lavoro svolto dai tecnici del consorzio è venuto dal Direttore centrale alle risorse agricole, naturali, forestali e montagna Augusto Viola, presente all’incontro. Il monitoraggio dei dati con studio agrometeorologico, come ha spiegato Ramon Persello, è andato dal 1 aprile al 31 ottobre e ha evidenziato che i mesi di giugno-luglio e settembre-ottobre sono stati aridi e torridi. L’anomalia termica e pluviometrica si è ripetuta per 4 mesi, comprendendo l’intero ciclo vegetativo della vite, dal germogliamento alla maturazione delle uve. I tecnici hanno poi messo a confronto le principali fasi fenologiche del 2005 e 2006 con lo storico del consorzio, avviato nel 1996. Sono state confrontate anche le curve di maturazione delle uve delle singole varietà, per valutare l’evoluzione della maturazione nelle due ultime campagne viticole. Sul versante dell’incidenza delle malattie della vite in vigna, alle competenze dei tecnici si è affiancata anche la tecnologia. Per ottimizzare la raccolta dei dati è stato infatti utilizzato un dispositivo Gps dotato di antenna geodetica. L’apparecchiatura consente sia la mappatura degli appezzamenti, sia la memorizzazione dei punti precisi in cui si è verificato un attacco di un patogeno o di un parassita. “Nel 2006 - ha spiegato Francesco Degano - si è osservato un modesto attacco di peronospora nel mese di maggio che è ricomparso sulle femminelle a settembre. L’oidio, poco presente nei mesi di giugno e luglio, si è manifestato con attacchi più virulenti sulle foglie nel periodo vendemmiale. La botrite è apparsa in agosto, ma le condizioni meteo sfavorevoli per il fungo ne hanno ridotto la pressione. Il marciume acido è stato praticamente assente”. Andrea Chiavoni ha quindi illustrato il progetto co-finanziato dalla Comunità Montana di recupero dei vitigni autoctoni, la cui prima fase (iniziata nel 2006 e che si concluderà nel 2008) ha permesso di ritrovare varietà sia a bacca bianca sia nera con un’età superiore a 45-50 anni e con una precisa biodiversità. In futuro il progetto si snoderà attraverso attività che porteranno alla creazione di alcuni “vigneti-catalogo”, i quali racchiuderanno i biotipi ottenuti dalla selezione che verrebbe a sua volta denominata “selezione colli orientali del Friuli”. Per quanto riguarda invece l’altro importante aspetto legato alla stima delle produzioni, Bigot ha evidenziato che “è sicuramente difficile da determinare a priori, ma allo stesso tempo fondamentale per poter intervenire con eventuali diradamenti o più in generale per avere indicazioni sulla produzione attesa. In generale nel 2006 si è potuto evidenziare come le differenze di peso medio/grappolo e di numero medio di acini/grappolo siano molto variabili in funzione delle diverse condizioni agronomiche di coltivazione e della situazione microclimatica. È importante avere molti dati suddivisi per più annate, per poter avere delle medie attendibili”. Tra i numerosi interventi che i tecnici hanno effettuato nel 2006 c’è anche una sperimentazione condotta in due vigneti di Pinot Grigio per valutare l’efficacia dell’utilizzo di una macchina defogliatrice e di un trattamento a base di acido gibberellico per il controllo degli attacchi di botrite e di marciume acido del grappolo. . . |
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OTTENUTO DAI VITIGNI MALVASIA, TREBBIANO E SAN COLOMBANO SEGUENDO IL METODO TRADIZIONALE, IL VINSANTO PRODOTTO DALL’AZIENDA AGRICOLA VILLA S. ANDREA
È IL VINO DELL’AMICIZIA E DELL’OSPITALITÀ
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Colore ambrato, profumo intenso e persistente di frutta secca, sapore vellutato, il Vinsanto toscano è il simbolo dell’ospitalità: ogni famiglia lo offre al proprio ospite, magari con i cantucci, o a fine pasto come accompagnamento a formaggio fresco. Il Vinsanto in Toscana fa parte della tradizione ed è un vino tanto importante e carico di significato che anticamente non si acquistava, ma era ambizione farlo in casa con le proprie mani; in ogni famiglia c’era la persona addetta a tale arte, solitamente il babbo o il nonno, che lo preparava secondo la propria ricetta, conservandone gelosamente il segreto. Oggi come allora, l’Azienda Agricola Villa S. Andrea mantiene viva la tradizione producendo un ottimo Vinsanto nel cuore del Chianti fiorentino utilizzando i vitigni Malvasia, Trebbiano e San Colombano. La sua produzione viene effettuata secondo antiche regole: al momento della vendemmia si scelgono i grappoli d’uva migliori lasciandoli appassire naturalmente su delle stuoie. Dopo un periodo di appassimento di tre mesi l’”uva santa” viene pigiata; il mosto è chiuso in caratelli (che sono costruiti in prevalenza con doghe di castagno, ma poi vi sono, e qui sta il segreto, un numero di doghe di gelso, di ciliegio o di rovere) senza aggiunta né di zucchero né di alcool, e lasciato invecchiare. Da un quintale di uva fresca si ottengono soltanto venticinque litri di Vinsanto. Anche il luogo in cui il mosto riposa è pieno di fascino: il mosto rimane almeno tre anni, senza più essere toccato, nell’apposita “Vinsantaia” per evitare di subire gli sbalzi termici delle stagioni. Il Vinsanto tra storia e leggenda Il Vinsanto o Vin Santo ha origini leggendarie. Le prime citazioni risalgono agli inizi del Cristianesimo, forse a voler indicare un vino particolarmente adatto al rito della Messa. Una leggenda senese racconta che nel 1348, anno in cui si diffuse le peste, un frate domenicano distribuiva del vino agli ammalati per portar loro un po’ di sollievo, da cui la convinzione che si trattasse di un vino miracoloso, "santo". Un’altra interpretazione riconduce la nascita del termine “Vinsanto ” al 1439, data del Concilio ecumenico indetto a Firenze da Papa Eugenio Iv per riunire la Chiesa di Oriente a quella d’Occidente, separatesi a causa del grande scisma. In un convivio, organizzato dai Medici in occasione del Concilio, fu servito un vino passito che, al cardinale Bessarione, vescovo di Nicea, fece esclamare: "Ma questo è Xantos!" (per la somiglianza che questo aveva con il vino prodotto nell’isola di Xanto), trasformato poi dai presenti nell’aggettivo latino “santus”. Un’ultima spiegazione fa invece riferimento al ciclo produttivo del Vinsanto, basato intorno alle feste religiose più importanti del calendario liturgico cristiano: alcuni spremono l’uva per i Santi, altri per Natale ed altri per Pasqua. Alcuni imbottigliano il Vinsanto in Novembre, mentre altri ad Aprile. In Trentino, ad esempio, presso il lago di Toblino, ancora oggi la tradizione vuole che l’attributo derivi dal periodo in cui, le uve appassite vengono pigiate, appunto durante la Settimana Santa. . . |
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