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Notiziario Marketpress di Mercoledì 13 Febbraio 2008
STUDIO SUL DNA DEGLI AMERICANI DI ORIGINE EUROPEA  
 
 Bruxelles, 13 febbraio 2008 - La mappatura del genoma, ovvero la creazione di una mappa genetica attraverso l´assegnazione di frammenti del Dna ai cromosomi, ha mosso i primi passi negli anni ´70, quando gli scienziati capirono come isolare e interpretare i geni o le sequenze di Dna. Alcuni scienziati di tutto il mondo stanno lavorando su vari genomi, fra cui quelli umani, animali e del lievito. Un gruppo di ricercatori ha di recente tentato di scoprire la diversità genetica degli europei che sono immigrati negli Stati Uniti. La loro ricerca, la quale fornisce la prima dissezione genetica della struttura della popolazione, è stata pubblicata a gennaio sulla rivista ad accesso libero «Plos Genetics». Le categorie di censimento statunitensi mostrano che gli americani di origine europea sono il gruppo etnico più popoloso d´oltreoceano e vengono tipicamente campionati negli studi di associazione genetica. Lo studio «Discerning the Ancestry of European Americans in Genetic Association Studies» (Discernere l´ascendenza degli americani di origine europea negli studi di associazione genetica) ha tentato di identificare i contributi delle diverse ascendenze genetiche, che svolgono un ruolo chiave nella mappatura dei geni responsabili di una malattia. Secondo i ricercatori è importante comprendere e spiegare la sottocultura esistente fra i cittadini americani di origine europea. In tal modo sarà possibile garantire che gli studi di associazione genetica forniscano risultati corretti, se i casi di malattia vengono comparati con i gruppi di controllo sani che mediamente hanno un´ascendenza diversa. Il gruppo di ricerca ha valutato i dati ottenuti da quattro studi di associazione con patologie sugli americani di origine europea, per descrivere e caratterizzare la maggior parte delle sottostrutture della popolazione che potrebbero dare origine ad associazioni falso- positive. «Benché il nostro lavoro non sia una descrizione completa della storia della popolazione americana di origine europea, ai fini della mappatura dei geni responsabili delle malattie è opportuno misurare il grado di somiglianza dell´eredità genetica di ogni individuo con tre popolazioni che possono essere suddivise grosso modo in europei nordoccidentali, europei sudorientali o ebrei Ashkenazi», spiega il dottor David Reich dell´Harvard Medical School, uno degli autori principali dello studio. «Adottando questo approccio, possiamo in gran parte evitare le associazioni falso-positive, dovute alla sottostruttura della popolazione, negli studi di mappatura dei geni responsabili delle malattie degli americani di origine europea. Il nostro lavoro precedente si è occupato di simili sfide nell´ambito degli studi sugli afro-americani e sui latino-americani. » Valutando i vari dati pubblicati, per individuare i punti del genoma in cui le varianti di sequenza del Dna comuni hanno una frequenza notevolmente diversa nelle tre popolazioni ancestrali, il gruppo di ricerca è riuscito a confermare l´efficacia di queste varianti genetiche, testandole nei campioni di Dna raccolti in Grecia, Italia, Polonia, Spagna, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti. «Abbiamo identificato 300 varianti genetiche comuni che presentano frequenze insolitamente diverse nelle tre popolazioni ancestrali: per identificare l´ascendenza degli americani di origine europea esse sono 10 volte più informative rispetto alle varianti genetiche casuali», dichiara il dottor Alkes Price, autore principale dello studio. «Possiamo in tal modo correggere la sottostruttura della popolazione negli studi di associazione con patologie sugli americani di origine europea, utilizzando solo questi 300 marcatori. » Il dottor Joel Hirschhorn, anch´egli autore principale dello studio, precisa che, benché i 300 marcatori «diano una stima ragionevole delle principali componenti ereditarie degli americani di origine europea, l´etnicità autodichiarata può ancora riflettere fattori ambientali, sociali e culturali che non possono essere individuati con una stima dell´ascendenza genetica». Il dottor Hirschhorn aggiunge che questo studio contribuirà a una maggiore sensibilizzazione e comprensione della biologia umana nel campo della salute e delle malattie e, nel lungo termine, a una migliore assistenza sanitaria per i pazienti. Per ulteriori informazioni visitare: http://genetics. Plos. Org .  
   
   
NUOVE PROSPETTIVE DI CURA GRAZIE ALLA SCOPERTA DI UN SITO GENICO ASSOCIATO ALLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI  
 
Bruxelles, 13 febbraio 2008 - Un´équipe internazionale di ricercatori ha scoperto un sito genico che potrebbe favorire lo sviluppo di nuovi farmaci contro le malattie cardiovascolari (Mcv). Il sito è associato al colesterolo Ldl (lipoproteina a bassa densità) che svolge un ruolo determinante per l´insorgenza di malattie del sistema cardiovascolare. Scienziati di Regno Unito, Finlandia, Usa, Svizzera, Australia e Canada hanno analizzato i dati genetici di quasi 12. 000 soggetti in cinque diverse indagini nell´ambito di uno studio genomico che ha consentito di individuare un´associazione tra il colesterolo Ldl e una specifica regione cromosomica, un sito che in precedenza non era stato collegato al metabolismo dei grassi. Due degli scienziati hanno ricevuto un sostegno finanziario nell´ambito del progetto Diabesity dell´Ue. «I risultati forniscono potenziali informazioni sui meccanismi biologici alla base della regolazione del colesterolo Ldl e potrebbero contribuire alla scoperta di nuovi obiettivi terapeutici per le malattie cardiovascolari» affermano gli scienziati nell´ultimo numero della rivista sottoposta a referaggio «The Lancet». Precedenti studi hanno dimostrato che i pazienti traggono beneficio dalla riduzione dei livelli di colesterolo Ldl nel sangue. Le conclusioni dello studio attuale sono corroborate da altri risultati, ma il dott. Ronald Krauss del Children´s Hospital Oakland Research Institute di Oakland (Usa), in un commento che accompagna l´articolo sottolinea che c´è ancora molto lavoro da fare. «Oltre all´individuazione di nuovi obiettivi terapeutici, la scoperta dei polimorfismi genetici che interessano l´Ldl e altri marcatori del rischio di malattie cardiovascolari potrebbe fornire uno strumento per classificare fenotipi specifici che potrebbero richiedere terapie differenti e per identificare individui a rischio. » «Questi polimorfismi probabilmente comprendono una percentuale elevata di varianti che sarebbero di particolare interesse clinico in virtù del potenziale di modulazione con misure preventive o terapeutiche», aggiunge il dott. Krauss. «In generale, per individuare ulteriori effetti genetici sul colesterolo Ldl, occorrerà identificare altri geni responsabili attraverso lo studio di percorsi biologici o casi clinici, o si renderanno necessarie ricerche genomiche in popolazioni ancora più ampie e diversificate, con un´attività più completa di classificazione di genotipi o risequenziamento e con l´acquisizione di informazioni ambientali potenzialmente rilevanti. » Le malattie cardiache e del sistema circolatorio sono la principale causa di morte nell´Unione europea, con oltre 1,9 milioni di decessi ogni anno. Secondo il sito web dedicato alle statistiche della British Heart Foundation, il 42% dei decessi nell´Ue (il 46% delle donne e il 39% degli uomini) è provocato da malattie cardiovascolari - una percentuale leggermente inferiore rispetto all´Europa nel complesso (49%). Da un terzo alla metà dei decessi dovuti a Mcv sono provocati da una patologia coronarica e circa un quarto da ictus. Per maggiori informazioni, consultare: http://www. Eurodiabesity. Org/ .  
   
   
SCIENZIATI GETTANO NUOVA LUCE SU UNA MALATTIA GENETICA MOLTO DIFFUSA  
 
Bruxelles, 13 febbraio 2008 - Un gruppo di ricercatori tedeschi ha scoperto che un difetto genetico del fegato è all´origine di una malattia da sovraccarico di ferro che colpisce una persona su 300. Il lavoro, parzialmente finanziato dall´Unione europea, è stato pubblicato sulla rivista «Cell Metabolism». Il ferro svolge un ruolo importante in diversi processi metabolici ed è un componente fondamentale dei globuli rossi. Tuttavia, se la carenza di ferro può causare problemi come l´anemia, il sovraccarico di ferro può essere altrettanto pericoloso, poiché promuove la formazione di radicali tossici che danneggiano i tessuti. Per questo motivo il nostro corpo dispone di meccanismi volti a garantire che la quantità di ferro sia abbastanza elevata da soddisfare le esigenze dell´organismo senza però raggiungere livelli tali da danneggiare i nostri organi e tessuti. Tra questi meccanismi figura la reazione a segnali provenienti da sistemi che assorbono il ferro e l´invio di segnali a cellule che rilasciano il ferro, come le cellule dell´intestino che assorbono il ferro dalla dieta. L´emocromatosi ereditaria è una malattia genetica da sovraccarico di ferro che colpisce circa una persona su 300 e, pertanto, è probabilmente la patologia genetica più diffusa in Europa. Chi ne soffre assorbe e accumula un´eccessiva quantità di ferro attraverso l´alimentazione. Il ferro in eccesso si accumula in organi del corpo come il pancreas, il fegato e la pelle. Tra i sintomi figurano dolore articolare, affaticamento, mancanza di energia, dolori addominali e problemi cardiaci nonché colore bronzino della pelle. Il trattamento dell´emocromatosi ereditaria consiste nel prelievo regolare di sangue; in questo modo l´organismo deve attingere al ferro accumulato in eccesso per stimolare la formazione di nuovi globuli rossi. Se non viene curata, l´emocromatosi può causare malattie come cancro al fegato, insufficienza cardiaca, artrite e ipotiroidismo. Nel 1996 gli scienziati hanno scoperto che la malattia è riconducibile a mutazioni del gene Hfe. Finora, tuttavia, l´organo in cui è attivo questo gene è rimasto un mistero. In quest´ultimo studio, gli scienziati hanno creato topi in cui il gene Hfe era stato disattivato in diversi tessuti e hanno scoperto che i topi il cui fegato era privo dell´Hfe mostravano tutti i classici sintomi della malattia. «Gli scienziati hanno ritenuto a lungo che l´emocromatosi ereditaria fosse una malattia dell´intestino, poiché è questo l´organo in cui il ferro viene di fatto assunto», ha osservato Matthias Hentze del Laboratorio europeo di biologia molecolare (Embl). «Ora la nostra ricerca rivela che in realtà il punto cruciale è il fegato e spiega perché i malati di emocromatosi ereditaria assorbono una maggiore quantità di ferro. » Il gene Hfe codifica una proteina che è responsabile di trasmettere informazioni sui livelli di ferro nell´organismo alle cellule epatiche. Se i livelli di ferro sono troppo elevati, le cellule epatiche producono un ormone chiamato epcidina, che riduce l´assorbimento intestinale di ferro. «L´hfe influenza l´espressione di epcidina attraverso varie molecole intermedie; tuttavia, quando il gene Hfe muta, la produzione di epcidina diminuisce», ha spiegato Martina Muckenthaler dell´Università di Heidelberg. «Questo processo a sua volta fa sì che l´assorbimento di ferro da parte dell´intestino non possa essere limitato altrettanto efficacemente e, di conseguenza, si produce un sovraccarico». Il sostegno comunitario al lavoro di ricerca è stato fornito dal progetto Euroiron1, finanziato a titolo dell´area tematica «Scienze della vita, genomica e biotecnologia per la salute» del Sesto programma quadro (6°Pq). All´inizio dell´anno, alcuni scienziati aderenti al progetto hanno dimostrato che due proteine regolatrici del ferro svolgono un ruolo essenziale anche per l´assorbimento di acqua e nutrienti da parte dell´intestino. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Euroiron1. Univ-rennes1. Fr/ .  
   
   
INTERRUZIONI VOLONTARIE DI GRAVIDANZA: IMPEGNO PER LA CORRETTA APPLICAZIONE DELLA LEGGE 194. PRESTO NUOVI TEST ECOGRAFICI E BIOCHIMICI PER LA DIAGNOSI PRECOCE SU MALFORMAZIONI DEL FETO  
 
 Bologna, 13 febbraio 2008 – Rispondendo ieri in Assemblea legislativa regionale dell’ Emilia Romagna, ad alcune domande poste nel corso del question time dai Consiglieri Varani e Noè sul tema relativo alle interruzioni di gravidanza – con particolare riferimento al limite entro il quale effettuare gli aborti terapeutici – l’Assessore regionale alle Politiche per la Salute, Giovanni Bissoni, ha fornito la seguente risposta: “Preliminarmente va osservato che la L. 194/1978, per l’Ivg dopo i primi 90 giorni, quando sussistano motivi di grave pericolo per la vita o per la salute fisica o psichica della donna, non riporta termini entro cui l’Ivg stessa va effettuata. Il tema della settimana gestazionale entro cui effettuare l’intervento non viene infatti affrontato né in sede legislativa né in sede amministrativa, bensì demandato a criteri clinico assistenziali. L’orientamento, opportunamente e fin dall’emanazione della legge, è fare riferimento alla responsabilità clinica e, di conseguenza, all’ aggiornamento derivante dall’evoluzione tecnologica e scientifica. Premesso che è ancora la stessa L. 194 a stabilire che “quando sussiste la possibilità di vita autonoma del feto, l’Ivg può essere praticata solo nel caso di cui alla lettera a) dell’art. 6 (grave pericolo per la vita della donna) e il medico che esegue l’intervento deve adottare ogni misura idonea a salvaguardare la vita del feto. ”, le decisioni di rianimare un neonato sono prese caso per caso, a seconda delle condizioni cliniche e di vitalità dello stesso, e nella decisione di rianimare vengono prese in considerazione non solo le settimane di gestazione, il cui calcolo può essere fallace, ma anche il peso del neonato. Ciò premesso, più che discutere di termini temporali limitatativi all´Ivg e quindi in contrasto con la legge 194 - peraltro su una materia già oggetto di un intervento del Consiglio Superiore di Sanità che a breve presenterà raccomandazioni cliniche per le cure perinatali in età gestazionali estremamente basse (22- 25 settimane) - ritengo utile mettere in atto tutte le risorse e potenzialità del Servizio sanitario regionale per rendere i servizi in grado di individuare in tempi ristretti le condizioni che potrebbero determinare Ivg dopo i 90 giorni (patologie della madre o del feto che possono determinare un grave pericolo per la salute fisica e psichica della donna). In questi termini si stanno concludendo i lavori a livello regionale, condotti da una specifica commissione tecnico-scientifica per rendere disponibile, nei tempi più tempestivi possibili, la diagnosi di anomalie fetali. Si tratta in particolare di test ecografici e biochimici da eseguire alla 11° - 13° settimana per la diagnosi di anomalie cromosomiche, e alla 19° - 20° settimana per la diagnosi di anomalie morfologiche (quali ad esempio gravi cardiopatie). La diagnosi precoce eseguita 11-14 settimane consentirà peraltro, di ridurre gli esami invasivi (amniocentesi e villo centesi) attualmente eseguiti e quindi ridurre quegli aborti che tali esami, anche se in percentuale ridotta, possono produrre (1-2 aborti ogni 100 esami). Inoltre l’anticipazione dei tempi della diagnosi a 20 settimane può non solo consentire alla donna una scelta responsabile e in tempi utili, ma anche, qualora siano possibili, programmare terapie tempestive in utero. A sostegno di tale percorso clinico assistenziale, e nella consapevolezza che già la legge garantisce il dovere di mettere in atto “ogni misura idonea a salvaguardare la vita del feto”, è obiettivo del Ssr organizzare, a livello territoriale, una rete di punti di diagnosi ecografica, laboratoristica, nonchè di supervisione successiva per la conferma della diagnosi, in grado di garantire una diagnosi sicura e tempestiva, nei termini sopra indicati. E´ una proposta concreta, un contributo importante a un dibattito non ideologico, se - come almeno molti interlocutori affermano - non si chiede una modifica della 194 ma un´impegno per una sua corretta applicazione”. .  
   
   
OK ALLA SOCIALFIDI, GNECCHI E THEINER: "STRUMENTO FONDAMENTALE PER IL SETTORE"  
 
Bolzano, 13 febbraio 2008 - Con la recente approvazione del regolamento interno da parte della giunta provinciale, è ora pienamente operativa la cooperativa di garanzia Socialfidi, nata con lo scopo di consentire un miglior accesso al credito a tutte le organizzazioni private del settore socio-assistenziale e sanitario. A Socialfidi potranno iscriversi cooperative sociali, associazioni e fondazioni attive nel settore socio-sanitario per ottenere una parziale garanzia verso gli istituti bancari per quanto attiene prestiti e liquidità. In questo modo soci e amministratori non dovranno più prestare le proprie garanzie personali per fare fronte agli impegni finanziari degli enti non profit. La cooperativa di garanzia si propone inoltre di erogare prestazioni di consulenza a favore dei propri soci. Socialfidi è stata promossa unitariamente da un gruppo di significative organizzazioni come Kvw, Caritas, Odar, Legacoopbund, Federazione delle associazioni sociali, Anmic e Confcooperative. La Provincia ha messo a disposizione i mezzi finanziari necessari per la costituzione del fondo rischi. Soddisfatti per questo importante passo in avanti gli assessori Luisa Gnecchi e Richard Theiner, promotori dell´iniziativa: "Socialfidi - sottolineano - rappresenta uno strumento nuovo e della massima importanza per il terzo settore altoatesino e per il suo ulteriore potenziamento, considerato come l’accesso al mercato del credito costituisca da sempre uno dei maggiori problemi per le organizzazioni non profit, ricche di entusiasmo ed impegno ma non sempre dotate dei necessari capitali propri". Le cooperative sociali, le associazioni e le fondazioni interessante possono trovare tutte le informazioni sull’attività di Socialfidi e le modalità di iscrizione sul sito internet www. Socialfidi. Coop .  
   
   
SANITá SEMPRE PIÙ A MISURA DELLA POPOLAZIONE ANZIANA: ACCORDO TRA PROVINCIA E SINDACATI DEI PENSIONATI  
 
Trento, 13 febbraio 2008 – L’assessore alle politiche per la salute della Provincia autonoma di Trento, Remo Andreolli, ed i segretari dei sindacati dei pensionati Spi-cgil Giuliano Rosi, Fnp-cisl Giuliano Zambelli e per la Uilp-uil Giuseppe Pisasale hanno firmato ieri un protocollo d’intesa per l’attuazione delle politiche sanitarie riferite alla popolazione anziana. L’intesa segue quella sulle politiche sociali per la stessa fascia di popolazione sottoscritta il 25 ottobre dello scorso anno con l’assessore Marta Dalmaso. Il protocollo d’intesa firmato stamane nasce innanzitutto dall’evoluzione demografica della popolazione trentina, che vede un progressivo aumento delle persone anziane (oggi gli ultra 65enni sono 96. 153 e rappresentano il 19 per cento della popolazione residente, nel 2010 saranno 100. 440, nel 2020 poco meno di 122. 000), e dunque dalla necessità di predisporre un “presidio” sanitario calibrato su una crescente e peculiare domanda di salute di una fascia importante della popolazione. E se è vero – come ha ricordato stamane l’assessore Andreolli – che il Trentino vanta la più alta longevità in Italia per le donne (85,5 anni) ed è tra i primi posti per quella maschile (78,7 anni) e che ciò testimonia l’alto livello della qualità della vita, che dipende a sua volta anche dal livello dei servizi sanitari, è anche vero che tale livello si può sempre migliorare. Ed è appunto in questa direzione che, riaffermando la centralità della concertazione con le parti sociali, va il protocollo d’intesa tra Provincia e sindacati dei pensionati. “L’obiettivo – ha affermato Andreolli - non è direttamente quello di elevare la speranza di vita della popolazione anziana ma di allungarne la vita nella qualità”. Soddisfatti per l’intesa raggiunta i sindacati dei pensionati, che rivendicano – anche nei confronti delle confederazioni - un ruolo negoziale e di diretta rappresentanza dei pensionati e anziani. “Nel protocollo – ha affermato Giuliano Rosi del Spi Cgil – vediamo il futuro del Trentino, esso ci porterà a migliorare le prestazioni sanitarie a favore degli anziani ed a far sì che abbiano una risposta ai loro particolari bisogni”. Un riconoscimento alla “sensibilità verso la popolazione anziana” manifestato dall’Assessorato alle politiche per la salute è stato espresso dal segretario Fnp Cisl Giuliano Zimbelli, mentre Giuseppe Pisasale del sindacato Uilp Uil si è dichiarato particolarmente soddisfatto per l’attenzione manifestata, in particolare, per le malattie croniche degenerative e per l’aiuto ai famigliari delle persone anziane. Tra i punti qualificanti dell’intesa, Andreolli ha sottolineato, in particolare, il miglioramento dei servizi erogati dai distretti sanitari anche attraverso l’istituzione di Case per la salute. Ne sono previste 11, la prima delle quali è in fase di ultimazione a Storo, che sarà prossimamente oggetto di una visita congiunta, concordata oggi, di Andreolli e dei sindacati dei pensionati. Questi i punti dell’intesa. Integrazione tra attività sanitarie e attività socio-assistenziali, anche alla luce di quanto previsto in attuazione della legge provinciale n. 13/2007, favorendo anche la definizione di protocolli operativi al fine di qualificare ulteriormente e potenziare la copertura di tutto il territorio provinciale con i servizi di assistenza domiciliare integrata e di cure palliative e promovendo la cultura dell’ospedale senza dolore. Rafforzamento della rete dei servizi sanitari distrettuali per permettere il miglioramento dei servizi erogati dai distretti, anche attraverso l’istituzione di Case per la salute, e, anche tenuto conto delle risorse disponibili, assicurare l’appropriato utilizzo dei presidi ospedalieri. Intensificare le politiche volte alla riduzione dei tempi di attesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie di specialistica ambulatoriale e, al medesimo fine, favorire l’incremento di risorse professionali nonché il pieno utilizzo delle strumentazioni diagnostiche. Proseguire e incrementare le azioni fino ad oggi intraprese dalla Provincia in materia di promozione attiva della salute, di prevenzione delle malattie attraverso iniziative di informazione ed educazione sanitaria sugli stili di vita sani, nonché di diagnosi precoce delle patologie (per l’accertamento del tumore alla prostata che riguarda soprattutto la popolazione anziana, screening del carcinoma della mammella, del collo dell’utero e del colon retto) secondo le migliori pratiche applicate dal servizio sanitario nazionale. Verificare l’efficacia del funzionamento delle unità di valutazione multidimensionali presenti in ciascun distretto relativamente ai tempi di presa in carico delle persone e all’attuazione dei progetti individualizzati nonché sviluppare un progetto per la gestione delle emergenze coinvolgendo i distretti e gli enti gestori, valutando anche la possibilità di introdurre la figura del case manager. Prestare particolare attenzione alle malattie croniche e degenerative, realizzando interventi di promozione, di prevenzione attiva e di riabilitazione finalizzati al controllo della progressiva perdita delle capacità funzionali della persona anziana; specifici progetti saranno attuati nei confronti delle patologie connesse con la demenza senile per assicurare adeguate prestazioni, anche a carattere residenziale, e azioni informative da realizzare ai fini di prevenzione e di rallentamento del decorso di tali patologie. Proseguire gli interventi in favore della popolazione anziana per assicurare l’erogazione delle prestazioni odontoiatriche e approntare nuove modalità di accesso a prestazioni ortodontiche secondo quanto previsto dalla legge provinciale 27 dicembre 2007, n. 22 “Disciplina dell´assistenza odontoiatrica in provincia di Trento” anche impegnandosi a rivedere i parametri Icef al fine di ampliare la platea dei potenziali beneficiari. Verificare il livello di appropriatezza delle prestazioni assicurate ai soggetti anziani non autosufficienti ospiti delle Rsao al fine di un eventuale potenziamento del livello di assistenza, anche attraverso l’istituzione di nuove strutture sul territorio. Eseguire il monitoraggio relativo al tasso di utilizzo nonché circa l’appropriatezza d’uso dei posti letto di sollievo nelle Rsa del Trentino quale strumento alternativo all’ingresso in Rsa a tempo indeterminato, nell’interesse degli anziani che possono assicurarsi, negli altri periodi dell’anno, la permanenza nel proprio domicilio. Adeguare i compiti dei Consultori attualizzando le prestazioni offerte alla luce delle modifiche sociali intervenute, anche estendendo il servizio a tutte le età della vita, in modo da fornire risposte tempestive ed efficaci ai nuovi bisogni che emergono. Potenziare i servizi di supporto alla permanenza a domicilio delle persone anziane, specie se non autosufficienti, garantendo in particolare servizi di riabilitazione fisioterapica erogabili anche presso le Rsa a beneficio di assistiti esterni non ospiti anche attraverso l’eventuale adeguamento della dotazione organica. Promuovere una ricerca sul fenomeno del badantato ai fini di evidenziare eventuali criticità di sistema. Favorire le procedure di prenotazione delle visite di controllo successive alla prima visita direttamente da parte del medico specialista. .  
   
   
ASILI NIDO, UN TAGLIO ALLE LISTE DI ATTESA CON IL VOUCHER CONTRIBUTI ALLE FAMIGLIE RESIDENTI NEI COMUNI TOSCANI CON POCHI POSTI  
 
Firenze, 13 febbraio 2008 - Ridurre le liste di attesa nei servizi all’infanzia da 0 a 36 mesi. Questo l’obiettivo del bando per l’erogazione di voucher, buoni spesa da 1. 500 euro ciascuno, destinati alle famiglie che non hanno trovato un posto al nido per il loro bambino. Grazie al buono, per i mesi che restano di qui alla fine dell’anno, i piccoli in lista di attesa potranno trovare una sistemazione alternativa al nido, come ad esempio una baby-sitter o un nido privato. Il bando sarà pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana nei prossimi giorni e prevede che i Comuni nei quali esiste una lista di attesa, presentino domanda entro il prossimo 15 marzo 2008. Saranno i Comuni ad erogare il buono direttamente alle famiglie che ne faranno richiesta, selezionandole secondo l’ordine nella graduatoria. Le f! amiglie che riceveranno il buono avranno l’obbligo di ri! volgersi a strutture accreditate e a operatori con regolare contratto, rendicontandone poi l’utilizzo. Questa misura sarà operativa in tempi brevissimi e servirà a fronteggiare l’emergenza liste di attesa per i prossimi cinque mesi. L’assessore sottolinea come, con questo contributo, si dia una mano alle famiglie e soprattutto alle donne che, troppo spesso, sono limitate, nella possibilità di accesso al lavoro, dalla necessità di dedicarsi ai figli piccoli. L’iniziativa risponde anche ad una logica di equità fra i diversi territori regionali, in modo da offrire le stesse opportunità anche a chi vive nei centri sforniti di servizi. Inoltre si sottolinea come questa misura punti a valorizzare ed ampliare il contributo dei privati e del privato sociale accreditati, in collegamento con i Comuni. I Comuni che hanno una lista di attesa per gli asili nido e i servizi integrativi sono 118 su un t! otale di 287, per oltre 9500 bambini in lista di attesa. Lo stanziamento complessivo da parte della Regione, per i prossimi cinque mesi, è di 1 milione e 400 mila euro che servirà a finanziare un totale di 933 voucher. Grazie ad esso sarà dunque possibile abbattere le liste di attesa di circa il 10%. Questa prima tranche di finanziamenti sarà seguita da una verifica a settembre nella quale per valutare, se il risultato sarà positivo, di fare un investimento più consistente che consentirà di coprire per intero il prossimo anno scolastico. In parallelo a questa iniziativa prosegue l’impegno della Regione per il potenziamento dei servizi per l’infanzia. Da gennaio altri 17 fra asili nido, centri gioco, centri bambini genitori, potranno avviare lavori di costruzione o ampliamento grazie ai fondi della legge 32 (il testo unico per istruzione formazione e lavoro) per un totale di 3 milioni d! i euro, che andranno ad aggiungersi a quelli già stanzi! ati nel 2007 per altre 14 nuove strutture. E’ un nuovo passo avanti nell’impegno per il potenziamento dei servizi all’infanzia. Un impegno che, nel 2007, ha visto uno sforzo particolarmente intenso da parte della Regione, che complessivamente ha messo in bilancio per questo oltre 19 milioni di euro, quasi 7 milioni in più rispetto al 2006. Con questo e con il prossimo piano triennale 208-2010 ormai in dirittura d’arrivo, contiamo di raggiungere il traguardo prefissato dall’Unione europea del 33% di bambini che frequentano i servizi per l’infanzia. Già oggi infatti, in Toscana poco meno del 30 % dei bambini in età compresa fra tre mesi e tre anni frequenta il nido o uno dei servizi alternativi e anche se la domanda continua a crescere, le liste di attesa diminuiscono e i servizi aumentano. Ecco dove verranno realizzati o ampliati centri gioco e asili nido Da gennaio altri 17 fra asili nido, centri gioco, centri bambini genitori, potranno avviare lavori di costruzione o ampliamento grazie ai fondi della legge 32 (il testo unico per istruzione formazione e lavoro) per un totale di 3 milioni di euro, che andranno ad aggiungersi a quelli già stanziati nel 2007 per altre 14 nuove strutture. Si tratta di lavori di ristrutturazione, ampliamento, costruzione ex novo, messa a norma di edifici adibiiti ad altri usi e che trasformeranno le strutture in centri gioco, centri infanzia 0-6, poli educativi per l’infanzia, scuole pre. Materna, insomma tutto ciò che ha a che fare . Con la prima infanzia, da zero a sei anni. Ecco i Comuni dove sorgeranno i nuovi servizi. Prato; Scandicci, Borgo San Lorenzo, Firenze, Lastra a Signa, San Piero a Sieve, Bagno a Ripoli in Provincia di Firenze; Pietrasanta, Stazzema, Capannori, Lucca, in Provincia di Lucca; Rosignano Marittimo, Livorno, in Provincia ! di Livorno; San Miniato, Montopoli, Pisa, in Provincia di Pisa! ; Pescia in Provincia di Pistoia. Vanno ad aggiungersi alle 14 strutture che stanno già beneficiando dei finanziamenti stanziati dalla Regione a novembre con i fondi 2007 (3000 euro) e che sono, lo riocordiamo: Castiglion Fibocchi e Capolona in provincia di Arezzo. Cetona, Chiusi e Monteriggioni in Provincia di Siena. Grosseto, Campagnatico e Roccalbegna in Provincia di Grosseto. In provincia di Firenze Scandicci, Monterspertoli, Firenzuola, Capraia e Limite, Barberino Val d’Elsa, Empoli. .  
   
   
UNA CAMPAGNA PER LA POPOLAZIONE ANZIANA DELLE RSA DEL VENETO E UN PROGETTO PILOTA A VERONA E A PIEVE DI SOLIGO”  
 
 Venezia, 13 febbraio 2008 - Il progressivo invecchiamento della popolazione è certamente una delle maggiori sfide del secolo. Il processo, cominciato oramai da molti anni e determinato dalle sempre migliori condizioni di vita e soprattutto dalla nostra accresciuta capacità di combattere malattie prima mortali, sembra inarrestabile e riguarda principalmente le nazioni con più benessere e soprattutto l’Italia che già è e sarà domani uno dei Paesi più vecchi del mondo. Si tratta di una scommessa che impone di rivedere radicalmente molti modelli organizzativi della nostra vita comune che vanno dalla sfera politica a quella sociale fino alla sanità. E’ necessario garantire non solo la salute, ma anche l’efficienza psico fisica e una dignitosa qualità di vita alla popolazione che invecchia. Da diverso tempo la Regione del Veneto è perciò tra le istituzioni capofila nell’affrontare i temi sociali e sanitari che riguardano l’osteoporosi. Se ne è parlato stamane in un convegno “Il sostegno possibile alla popolazione anziana. ” promosso dalla Regione del Veneto a San Giovanni Evangelista, Venezia. “L’osteoporosi – ha spiegato Francesca Martini, assessore alle Politiche sanitarie – è considerata una delle emergenze sociali ed economico sanitarie dei Paesi industrializzati. Il quadro, che è emerso dalle ultime indagini, è di impressionante importanza: si stima che siano quattro milioni le persone colpite nel nostro Paese. Per entrambi i sessi il numero di posti letto occupati per fratture osteoporotiche raddoppierà nei prossimi quaranta, cinquanta anni. Nel Veneto nell’ultimo triennio abbiamo assistito a un aumento del numero di fratture di circa il sette per cento e dati simili sono prevedibili per gli anni successivi. ” “La ragione principale del nostro interesse nei confronti di questo fenomeno - ha proseguito Francesca Martini - deriva dall’impatto che le fratture osteoporotiche hanno sui pazienti, sulle loro famiglie e su tutta l’organizzazione sanitaria e sociale. Le fratture sono, infatti, causa di un notevole eccesso di mortalità e disabilità, nonché di costi sociali ed economici ragguardevoli. Si stima che i costi diretti per ricovero da frattura di femore siano in media in un anno di oltre trentadue milioni di euro senza valutare i costi ben più ampi della riabilitazione, dell’eventuale ricovero in case di riposo, dell’assistenza domiciliare. ” “Il Veneto ha istituito - ha detto l’Assessore - una apposita commissione di studio per l’osteoporosi e ha creato due centri regionali di riferimento per la prevenzione, la diagnosi e la cura a Verona e a Padova. La carenza di vitamina D, presente in oltre il settanta per cento della popolazione anziana, provoca da un lato un esponenziale incremento del rischio di fratture da fragilità ossea, dall’altro contribuisce all’insorgere di malattie neoplastiche ed immunologiche e al peggioramento delle patologie cardiovascolari. La somministrazione straordinaria di vitamina D, il cui costo è estremamente contenuto e cioè di un euro a paziente per anno, é in grado di opporsi assai efficacemente all’insorgenza di molte di queste condizioni e non si associa a nessun sostanziale effetto collaterale. ” Perciò partirà una campagna su larga scala di somministrazione annuale di vitamina D in tutta la popolazione anziana veneta residente nelle rsa (residenze sanitarie protette) da associarsi temporalmente all’intervento vaccinale anti influenzale e strutturalmente ad un intervento complessivo diretto anche alla profilassi delle cadute. Un programma pilota con copertura del cento per cento della popolazione anziana sarà, invece, attuato nelle Aziende sanitarie di Verona e di Pieve di Soligo. “Ci aspettiamo che questo sforzo comune – ha concluso Francesca Martini - possa da una parte costituire un modello razionale e appropriato per fornire risposte alle molteplici istanze che derivano dalla gestione di questa malattia e dall’altra che possa fornire risultati di così grande efficacia da consentirci di esportare con successo il nostro lavoro su tutto il territorio nazionale. ” .  
   
   
APERTE LE ISCRIZIONI AL CORSO BASE ICF PER DEFINIRE LO STATO DI SALUTE DELLE PERSONE DISABILI  
 
Bolzano, 13 febbraio 2008 - L’assessorato alla sanità ed alle politiche sociali organizza anche quest’anno una formazione sul sistema di classificazione medica dello stato di salute “Icf – (International Classification of Functioning, Disability and Health)”. Il sistema Icf è stato concepito ed ideato dall´Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per descrivere lo stato di salute funzionale, dell’handicap, della disabilità sociale, nonché dei fattori sociali relativi alla persona. Il Sistema Icf si basa essenzialmente sulle seguenti classificazioni parziali: funzioni corporee e strutture corporee, attività e partecipazione (sociale), fattori personali. L’icf sostituisce la già esistente Icidh (International Classification of Impairment, Disability and Handicap) come prima classificazione concepita dall’Oms, la quale si basa sul modello delle conseguenze delle malattie, un approccio orientato ai disturbi e ai deficit. Con l’Icf, invece, si persegue un approccio orientato alle risorse. I seminari su questa innovativa definizione di salute e disabilità, saranno tenuti dal Dott. Alessandro Cosentino a Bressanone il 17 marzo (1 giornata corso base) dalle ore 9. 00 alle ore 18 circa e dal 19 al 21 maggio (3 giornate corso avanzato) dalle ore 9. 00 alle ore 18. 00 circa nelle aule dell´Accademia Cusano. Il Dott. Alessandro Cosentino, è medico chirurgo, specialista in fisioterapia svolge attività di ricerca nel settore della riabilitazione ortopedica e neurologica di pazienti adulti ed in età evolutiva; docente e membro del comitato scientifico del corso di perfezionamento e di aggiornamento professionale in terapia occupazionale della Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Verona; svolge attività di formazione ed aggiornamento per l’utilizzo dell’Icf. È previsto inoltre un percorso a distanza via internet ed una mezza giornata d’incontro conclusivo. Il corso è rivolto ad operatori del settore socio – sanitario e della scuola. Per eventuali informazioni, è possibile rivolgersi alla dott. Ssa Ada Pirozzi del Servizio Sviluppo Personale della Ripartizione Politiche sociali, E-mail: ada. Pirozzi@provinz. Bz. It Tel. 0471 411 593 o 418 226. Si può inoltre consultare il sito web: http://www. Provinz. Bz. It/sozialwesen/01/list_i. Asp. .  
   
   
DISABILITÀ, A PERUGIA SINERGIA PUBBLICO-PRIVATO PER L´ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE  
 
Perugia, 13 febbraio 2008 - L’abbattimento delle barriere architettoniche, e più in generale la promozione delle iniziative intese a rimuovere gli ostacoli che ancora oggi a livello architettonico impediscono o rendono difficoltosa la piena partecipazione delle persone in situazione di disabilità alle attività economiche e sociali, è un tema che la Prefettura di Perugia ha posto alla costante attenzione delle Amministrazioni dello Stato presenti nel territorio. La Conferenza Regionale Permanente, in collaborazione con il Presidente della Fiaba – Fondo Italiano per l’Abbattimento delle Barriere Architettoniche - Commendator Giuseppe Trieste, ha pertanto invitato le amministrazioni pubbliche ad assicurare la coerenza e la complementarietà delle azioni di informazione, promozione e sensibilizzazione sui temi dell´abolizione delle barriere, nonchè la loro sinergia con analoghe iniziative svolte dalle associazioni private impegnate nel settore. Momento unitario di attenzione sul tema è stata la ´Giornata nazionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche´, istituita dalla Direttiva emanata con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 febbraio 2003, in occasione della quale la Prefettura ha invitato le Amministrazioni dello Stato a voler riservare, come negli anni passati, la necessaria sensibile attenzione alla ricorrenza, assumendo nell´ambito delle rispettive competenze iniziative di informazione e sensibilizzazione dei cittadini sui temi legati all´esistenza delle barriere architettoniche, sostenendo altresì azioni concrete per favorire l´integrazione delle persone in situazione di disabilità, degli anziani e di quanti comunque limitati nella mobilità. .  
   
   
NEL PROGRAMMA REGIONALE UMBRO ANCHE VACCINI CONTRO MENINGITE, POLMONITE E PAPILLOMA  
 
Perugia, 13 febbraio 2008 – Le campagne di vaccinazione contro il meningococco C, lo pneumococco ed il papilloma virus costituiscono le principali novità del “protocollo per le vaccinazioni”, approvato dalla Giunta regionale dell’Umbria. Il documento, che contiene le direttive per la profilassi vaccinale in Umbria, prevede che la somministrazione dei nuovi vaccini sia gratuita e per chiamata diretta dei soggetti a rischio e dei nuovi nati. Le tre vaccinazioni andranno quindi ad aggiungersi a quelle cosiddette obbligatorie (contro il tetano, la difterite, la polio e l’Epatite B) ed a quelle individuate in precedenti protocolli (contro pertosse, emofilo influenza tipo B, morbillo, rosolia e parotite). L’introduzione di nuove profilassi nel protocollo regionale consente all’Umbria di stare al passo con la maggior parte delle altre regioni italiane, dove questi vaccini sono già somministrati, e di anticipare le strategie vaccinali contenute nel prossimo Piano nazionale vaccini. Ciò rappresenta l’impegno della Regione a migliorare l’offerta vaccinale con l’obiettivo di salvaguardare i cittadini da malattie infettive che, come la meningite, possono avere ripercussioni particolarmente serie sulle salute. In Umbria – affermano all’assessorato regionale alla sanità - si è raggiunto un elevato livello di copertura per le vaccinazioni. Secondo le ultime rilevazioni, nel 2006 i livelli di copertura contro poliomielite, difterite, tetano, pertosse, epatite B ed emofilo erano in Umbria superiori al 97per cento, rispetto ad un livello medio nazionale del 95per cento; mentre per il morbillo si è ottenuta una copertura del 93per cento, contro l’87per cento della media nazionale. Per la somministrazione dei vaccini occorrerà attendere i tempi tecnici per l’avvio dei programmi di vaccinazione che saranno preceduti da campagne informative rivolte ai cittadini. In base al protocollo, dove sono indicate le “coorti” coinvolte, i rispettivi calendari, le modalità e i tempi di somministrazione di ciascun vaccino, la vaccinazione contro il meningococco C (responsabile di malattie invasive, sepsi e meningiti) verrà effettuata dal 13esimo al 15esimo mese di vita ed ai 12enni. Per i nuovi nati appartenenti ai gruppi a rischio, su richiesta del pediatra, la somministrazione inizierà a partire dal terzo mese con tre dosi, di cui l’ultima dopo l’anno di età. La vaccinazione sarà gratuita in singola dose (dopo l’anno di età) per i soggetti a rischio di qualunque età, previa attestazione del medico curante. Per quanto riguarda il vaccino contro lo pneumococco (causa di malattie invasive come sepsi polmoniti e meningiti e di otiti) verrà somministrato gratuitamente con tre dosi nel primo anno di vita (al terzo mese, al quinto mese e dall’11esimo al 13esimo mese). La vaccinazione dei bambini al di sopra dei 24 mesi e fino ai 5 anni verrà effettuata, a prezzo agevolato, dietro richiesta del pediatra. Per i soggetti a rischio per particolari patologie il vaccino sarà dispensato gratuitamente in singola dose fino all’età di 5 anni. Negli adulti a rischio per patologie o condizioni di vita la vaccinazione è gratuita, previa presentazione del certificato del medico curante che attesti la specifica condizione di rischio. La campagna di vaccinazione contro il Papilloma Virus Umano (una delle cause del carcinoma della cervice uterina) interesserà tutte le ragazze nel dodicesimo anno di età, nate nel 1997. Sarà per chiamata diretta e gratuita. E’ inoltre prevista la disponibilità, su richiesta, della vaccinazione gratuita per le nate nel 1996. La vaccinazione verrà offerta a prezzo agevolato fino al compimento dei 18 anni, in considerazione della diminuzione dell’efficacia con il crescere dell’età. .  
   
   
PIXANTRONE DIMOSTRA ATTIVITÀ IN UNO STUDIO PRECLINICO DI MIASTENIA GRAVE AUTOIMMUNE SPERIMENTALE (EAMG) RISULTATI RIPORTATI IN THE JOURNAL OF IMMUNOLOGY  
 
Seattle e Bresso 13 febbraio 2008,— Cell Therapeutics, Inc ha annunciato che pixantrone ha dimostrato di ridurre la gravità della manifestazione clinica in un modello animale di miastenia grave autoimmune (Mg). Mg è una malattia neuromuscolare autoimmune cronica caratterizzata da gradi diversi di debolezza dei muscoli scheletrici (volontari) del corpo, causata da autoanticorpi che agiscono contro il recettore dell’acetilcolina. Lo studio preclinico è stato pubblicato in The Journal of Immunology (180:2696-2703, 2008) dal Dr. Fulvio Baggi e dal Dr. Renato Mantegazza dell’Istituto Neurologico “Carlo Besta” di Milano. Lo studio ha comparato l’efficacia di pixantrone con mitoxantrone, un farmaco di uso corrente nel trattamento della sclerosi multipla grave, un’altra malattia autoimmune che attacca il sistema nervoso centrale. In tale studio pixantrone si è dimostrato più efficace rispetto a mitoxantrone nel migliorare sia le manifestazioni cliniche sia i parametri di laboratorio della Mg indotta nei ratti. Gli autori concludono che “pixantrone è un promettente agente immunosoppressore adatto alla sperimentazione clinica nell’ambito della miastenia grave, nonostante siano necessari studi aggiuntivi per confermarne il profilo di tollerabilità in trattamenti prolungati”. Le attuali opzioni terapeutiche per questa malattia includono corticosteroidi e farmaci immunosoppressori, che risultano entrambi efficaci nella maggior parte dei pazienti. Tuttavia, alcuni pazienti non rispondono ai trattamenti standard e gli effetti collaterali possono limitare il quantitativo somministrabile di ogni farmaco. Mitoxantrone possiede un ampio effetto immunosoppressivo, ma ha anche effetti cardiotossici cumulativi e i trattamenti prolungati possono causare una diminuzione della frazione di eiezione ventricolare sinistra (Lvef – la quantità di sangue che il cuore pompa ad ogni battito) o raramente un danno cardiaco congestizio. Il meccanismo d’azione di pixantrone è simile a quello di mitoxantrone, dato che entrambi agiscono quali agenti intercalanti del Dna ed inibiscono la topoisomerasi Ii, ma i dati preclinici indicano che pixantrone è meno tossico per il tessuto cardiaco rispetto a mitoxantrone e consentirebbe una somministrazione prolungata. “Questi risultati sono interessanti e, come i primi dati su modelli animali di sclerosi multipla, suggeriscono che pixantrone potrebbe essere di utilità clinica nei pazienti affetti da miastenia grave o sclerosi multipla. Siamo stati contattati da gruppi europei interessati alla conduzione di studi clinici per entrambe le malattie” ha detto Gabriella Pezzoni, Direttore Scientifico di Cell Therapeutics Inc. , Sede Secondaria, e tra gli sperimentatori dello studio preclinico su Eamg. Informazioni sullo studio preclinico In un modello animale di roditore in vitro, pixantrone ha dimostrato un’inibizione dose-dipendente delle risposte della cellula T fino alla completa soppressione della proliferazione in Eamg. Eamg è stata indotta in soggetti animali utilizzando il recettore acetilcolinico (cellula T), l’auto-antigene prodotto a livello della giunzione neuromuscolare. Gli animali sono stati assegnati in modo randomizzato a quattro gruppi di trattamento – 1) gruppo pixantrone preventivo, iniziato quattro giorni dopo l’immunizzazione 2) gruppo pixantrone terapeutico, iniziato quattro settimane dopo l’immunizzazione 3) gruppo mitoxantrone (Mtx) terapeutico, iniziato quattro settimane dopo l’immunizzazione e 4) gruppo di controllo. Le dosi di pixantrone e mitoxantrone erano equivalenti ad un quarto di Ld10 per singola iniezione intravenosa negli animali da laboratorio. Nonostante sia pixantrone che mitoxantrone abbiano migliorato i sintomi clinici, ridotto la perdita di peso ed aumentato il contenuto del recettore acetilcolinico del muscolo, rispetto ai ratti del gruppo di controllo, pixantrone è risultato essere più efficace a dosi equitossiche. Informazioni su Pixantrone Il pixantrone è un farmaco sperimentale, attualmente in fase di sviluppo, destinato al potenziale trattamento di diverse forme maligne ematologiche, tumori solidi e patologie immunologiche. E’ stato sviluppato al fine di migliorare l’efficacia e la sicurezza dei farmaci anti-tumorali appartenenti alla classe delle antracicline. L´elevata efficacia delle antracicline è stata dimostrata clinicamente in numerose tipologie di tumori. Tuttavia la loro somministrazione cumulativa è abitualmente associata a danni cardiaci, che ne limitano l´utilizzo su un numero elevato di pazienti. Il pixantrone è stato sviluppato per ridurre il rischio di questi gravi effetti cardiotossici, così come per aumentare l’efficacia e semplificare la somministrazione rispetto alle antracicline attualmente disponibili in commercio. .  
   
   
NEFROPATICI, POTENZIATA RETE CON 24 NUOVE UTENZE INTERESSATI I PRESIDI DI PESCARA, PENNE E POPOLI  
 
Pescara, 13 febbraio 2008 - La realizzazione di un unico centro di Emodialisi nel presidio ospedaliero di Pescara, l´attivazione di un centro di emodialisi nell´ospedale di Penne e la creazione di un terzo centro in quello di Popoli. Lo prevede per l´immediato futuro il nuovo Atto aziendale della Asl di Pescara in linea con il piano di riordino della rete ospedaliera sancito dalla legge regionale 20 del 2006. Il chiarimento è stato fornito, questa mattina, a Pescara, dall´assessore alla Sanità, Bernardo Mazzocca, in occasione della seduta del Consiglio regionale che si è tenuta nell´aula consiliare del Comune, rispoendendo ad una interrogazione del consigliere Alfredo Castiglione. "Il Programma Rene - ha spiegato l´assessore - prevede sostanzialmente l´attivazione di un´Unità operativa complessa di Emodialisi e di una Unità operativa complessa di Nefrologia nelll´ospedale di Pescara, di una struttura semplice di Emodialisi con posti di Nefrologia in Afo medica (area funzionale omogenea) nel presidio vestino ed infine di una Unità operativa complessa di Nefrologia ed Emodialisi a Popoli. Si tratta - ha continuato Mazzocca - di una razionalizzazioone del sistema dopo anni di totale assenza di indiirizzo politico in materia sanitaria. Inoltre, mi preme evidenziare - ha aggiunto - che, in un momento storico particolare in cui si va verso una riduzione del numero delle Unità operative complesse e dei Primariati relativi, il numero di Unità operative complesse della precedente organizzazione è rimasto invariato mentre sono stati incrementati i posti di Emodialisi che passano da 10 a 12 in ciascun presidio ospedaliero con un aumento di 24 nuove utenze. Circostanza che porterà ad alleggerire la pressione sull´ospedale di Pescara". Infine, sempre nell´ottica di porre una maggore attenzione alle problematiche dei nefropatici, sono state avviate le procedure concorsuali per coprire due nuovi posti di dirigente medico nefrologo. .  
   
   
PIANO SANITARIO MARCHIGIANO 2007-2009 - JESI SPERIMENTA LA NUOVA ORGANIZZAZIONE OSPEDALIERA  
 
Ancona, 13 febbraio 2008 - La struttura ospedaliera di Jesi sperimentera` l´organizzazione del un nuovo modello di ospedale previsto nel Piano sanitario 2007-2009. Lo ha deciso la Giunta regionale che ha incaricato il dirigente del servizio Salute, il direttore generale dell´Asur e quello della zona territoriale 5 di predisporre un progetto che privilegi ´la funzione piuttosto che la struttura e i posti letto´. La nuova organizzazione dovra` valorizzare la centralita` della persona, l´integrazione con il territorio e la citta`. Dovra` puntare sulla continuita` assistenziale, sulla correttezza delle cure e dell´uso delle risorse, sul rinnovamento diagnostico terapeutico e tecnologico, sull´approfondimento clinico e sull´aggiornamento professionale. Il progetto dovra` essere presentato entro novanta giorni. ´A fronte dell´attuale organizzazione sanitaria ´ evidenzia l´assessore alla Salute, Almerino Mezzolani ´ il Piano 2007/2009 privilegia una logica dimensionata sulla funzionalita` ed economicita`, in relazione a un bacino di utenza utile a garantire la qualita` dei risultati. I nuovi ospedali, ad alta tecnologia e assistenza, non saranno piu` strutture basate sull´autonomia e autosufficienza dei reparti, ma incentrati su modelli organizzativi dipartimentali in grado di assicurare un´elevata intensita` assistenziale. Andranno, quindi, ridotti i costi di gestione, condividendo le risorse e incrementando l´integrazione, in modo da azzerare le disfunzioni´. La scelta dell´Ospedale di Jesi, quale ´struttura piu` idonea per realizzare la sperimentazione del nuovo modello´, era gia` prevista nel Piano sanitario regionale approvato nel luglio 2007. .  
   
   
OSPEDALE VENOSA ESEMPIO BUONA SANITÀ LUCANA  
 
Potenza, 13 febbraio 2008 - “I dati estremamente positivi diffusi sull’attività dell’Unità Operativa Oculistica dell’ospedale di Venosa, un’attività che si è dimostrata particolarmente rilevante per la quantità e la qualità delle prestazioni erogate, dimostrano quello che i Comunisti Italiani vanno ripetendo da tempo e cioè che i cosiddetti piccoli ospedali possono svolgere un ruolo importante all’interno del sevizio sanitario regionale a condizione che non siano dei semplici poliambulatori e si proceda ad una diversificazione delle prestazioni sanitarie sul territorio”. E’ quanto afferma il capogruppo del Pdci in Consiglio regionale Giacomo Nardiello. “Nello specifico – aggiunge Nardiello - l’apprezzata e qualificata attività specialistica dell’U. O. Oculistica dell’ospedale di Venosa riesce a soddisfare non solo un’utenza regionale, ma persino extraregionale, a riprova che il nostro sistema sanitario può tamponare la cosiddetta emigrazione sanitaria, che ha un costo alto e drena risorse da destinare alle nostre strutture sanitarie, ma anche intercettare la domanda di un’utenza extraregionale per lo più campana, pugliese e calabrese. Per l’Ospedale di Venosa – afferma – si tratta, dunque, di riprendere pazientemente e con responsabilità il dialogo e il confronto con i cittadini, l’Asl di Venosa, l’Amministrazione comunale e la Conferenza dei Sindaci Vulture-melfese, partendo da questo aspetto della ‘buona sanità lucana’ che troppo spesso è offuscata dai casi, purtroppo esistenti, di ‘malasanità’ che vanno decisamente contrastati”. “Lo stato di mobilitazione che perdura da troppo tempo a Venosa in difesa della struttura ospedaliera cittadina – dice Nardiello – si supera attuando con maggiore speditezza la politica dei servizi sanitari territoriali e distrettuali senza privare il territorio di servizi socio-sanitari essenziali e anche con il rigore necessario per riorganizzare il servizio sanitario regionale. Prima di pensare a tagli di spesa per gli ospedali – conclude il capogruppo del Pdci – è necessario però pensare a tagliare le Asl riducendone il numero”. .  
   
   
FORUM INVECCHIAMENTO ATTIVO, ASSESSORE MONTALDO: "AL VIA PROGETTO ANZIANI PER FAVORIRE IL MANTENIMENTO IN ATTIVITÀ, RIFINANZIATE LE PROTESI DENTARIE PER I REDDITI BASSI"  
 
Genova, 13 Febbraio 2008 - "Faremo partire nei prossimi mesi, attraverso l´agenzia sanitaria regionale e il dipartimento salute della Regione Liguria, un progetto rivolto agli anziani ancora attivi in grado di aiutare gli ultrasessantacinquenni della Liguria ad invecchiare bene ed evitare così l´ingresso nella fragilità". Lo ha detto nel corso del Forum sull´invecchiamento attivo organizzato dalla Regione Liguria a Palazzo Ducale, l´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo intervenuto insieme tra gli altri a Ernesto Palummeri, direttore del dipartimento interaziendale geriatrico dell´ospedale Galliera, Cristina Barbera, presidente associazione anziani oggi, Paolo Cavagnaro, direttore generale della Asl 4 Tigullio, Claudio Culotta, responsabile servizio di epidemiologia della Asl 3 Genovese, Vincenzo Zucca presidente Anteas Liguria. "Dopo le iniziative assunte dalla Regione per aiutare gli anziani in difficoltà - ha ribadito Montaldo - come il fondo per la non autosufficienza attraverso cui sono stati erogati fino ad oggi 20 milioni di euro, le azioni intraprese anche per il contenimento delle liste di attesa che dovranno andare a regime quest´anno, la separazione delle agende tra prime e seconde visite, necessaria in una regione dove vi è un´alta cronicità, stiamo dando il via ad un progetto di promozione della salute e dell´invecchiamento attivo, in grado di permettere agli anziani di rimettersi in gioco per dare un contributo attivo in una regione, come la Liguria che, per quanto riguarda l´invecchiamento, anticipa di 25 anni lo scenario nazionale". Alla base del progetto anziani vi sarà secondo l´assessore anche il rifinanziamento, per ulteriori 500mila euro, delle protesi dentarie gratuite destinate ai nuclei famigliari con reddito Isee sotto gli 8. 300 euro e del pagamento da parte della Regione degli interessi bancari su prestiti contratti per l´installazione di protesi mobili. Dagli interventi della mattinata è emerso infatti l´importanza, nel mantenimento in attività degli anziani, di un´alimentazione corretta e sufficiente che non è sempre possibile soprattutto nei casi di disagio economico. "Inoltre come Regione - ha sottolineato Montaldo - abbiamo stipulato una convenzione con l´Università per dare il via a gruppi di cammino nel territorio della Asl 3 Genovese per l´utilizzo di un cosiddetto ´walking leader´ in grado di condurre gruppi di anziani in giro per la città, nell´ambito del piano regionale di prevenzione, finalizzato ad una corretta attività fisica, in grado anche di ridurre gli incidenti domestici". "Qualità della vita dunque - ha ribadito l´assessore - come qualità dell´invecchiamento per favorire una maggiore conoscenza e consapevolezza delle persone a partire dalla giovinezza". A questo proposito l´assessore alla Salute ha ricordato l´impegno della Regione Liguria sul tema dell´abuso di alcol nei giovani, per evitare in vecchiaia serie patologie. .  
   
   
OLTRE UN MILIONE E 200MILA EURO PER GLI ASILI NIDO DESTINATI AI COMUNI PIEMONTESI PER SOSTENERE LE FAMIGLIE  
 
Torino, 13 febbraio 2008 - L’assessorato regionale al Welfare ha assegnato contributi per 1. 276. 420,00 Euro a sostegno delle famiglie che usufruiscono di servizi di asilo nido. Le risorse, che verranno erogate ai Comuni che ne hanno fatto richiesta, in base all’apposito bando regionale, sono destinate a: sostenere le famiglie che usufruiscono di asili nido privati, baby parking, micro-nidi e nidi in famiglia nei Comuni privi di asili pubblici; prolungare l’orario di apertura giornaliero di asili nido, senza oneri aggiuntivi per le famiglie; finanziare il nuovo convenzionamento tra Comuni sede di asili nido comunali e Comuni privi di qualsiasi tipologia di servizio per la prima infanzia. “Con lo stanziamento di queste risorse - afferma l’assessore regionale al Welfare, Teresa Angela Migliasso - la Regione intende fornire un sostegno concreto alle famiglie e potenziare la rete dei servizi di accoglienza per l’infanzia disponibili sul territorio, per rispondere in modo sempre più adeguato alle loro esigenze”. .  
   
   
CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO DELLE COOP SOCIALI IL RINNOVO CHE CHIEDIAMO  
 
Pordenone, 13 febbraio 2008 - Di seguito una relazione di Orietta Antonini Direttore Cooperativa sociale Itaca –Pordenone: “Ad ogni rinnovo il Contratto Collettivo Nazionale (Ccnl) delle Cooperative Sociali diventa un calice amaro. Se da una parte è una scadenza auspicata ed attesa per noi lavoratrici e lavoratori, dall’altra vi sono delle forti preoccupazioni per l’impatto dello stesso sui nostri bilanci. Il precedente contratto (2002-2005) si è concluso dopo 14 mesi di contrattazione a cui va aggiunto l’anno di ritardo con cui fu presentata la piattaforma. Degli iniziali obiettivi di alto contenuto politico, come l’omogeneizzazione dei diversi contratti di lavoro nell’area del Terzo settore e la riforma del sistema di classificazione, non rimase nulla, rimandando ad un ‘serio lavoro di approfondimento congiunto sulle esigenze del settore attraverso una commissione di studio’. Quindi la trattativa si concentrò sull’aspetto economico e di positivo emerse l’impegno delle parti ad arrivare gradualmente al superamento del salario convenzionale su tutto il territorio nazionale, su cui non aggiungo ulteriori commenti rispetto ai tentativi successivi di aggirarlo. Alla fine il tutto si concluse con l’11,80% di aumento tabellare e l’impegno a mantenere attivo il lavoro delle delegazioni trattanti, per estendere e monitorare lo stato applicativo del Contratto in tutti i territori del paese anche attraverso il rafforzamento delle Commissioni miste paritetiche e con l’ulteriore obiettivo di attivare territorialmente dei tavoli di lavoro per un rapido recepimento da parte degli enti pubblici degli aumenti contrattuali. Voglio qui approfondire l’aspetto riferito al coinvolgimento degli Enti pubblici ritenuti, anche dalle organizzazioni sindacali, attori fondamentali nel sistema delle regole in questo settore. Ho messo quindi a confronto il rinnovo del Ccnl con le clausole di revisione prezzi dei contratti in essere con i nostri committenti, prendendo in esame un campione significativo dei nostri primi dieci contratti. I contratti analizzati (7 con Amministrazioni comunali e 3 con Aziende sanitarie non solo del territorio regionale) sono tutti triennali, tranne uno quinquennale, e contengono in linea generale la clausola di revisione prezzi che spesso richiama la Legge 724/94 art. 44, ma con significative ‘manomissioni’. I contenuti dell’articolo della citata Legge prevedono l’obbligo di revisione periodica del prezzo per tutti i contratti ad esecuzione continuativa stipulati dalle Pubbliche amministrazioni sulla base di un’istruttoria operata dal Responsabile del Servizio. Per orientare le Pubbliche amministrazioni nell’individuare il prezzo - comma 6 - l’Istat, avvalendosi ove necessario delle Cciaa, cura la rilevazione dei prezzi dei principali servizi acquistati dalla Pubblica amministrazione. In mancanza di tale rilevazione, il dato comunemente più fruibile e utilizzato è l’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (per abbreviazione indice Istat), non certamente quello più indicato. Rimando il dettaglio all´articolo pubblicato sul portale della Cooperativa Itaca www. Itaca. Coopsoc. It. Gli esiti comunque sono abbastanza sconfortanti: quattro contratti con amministrazioni comunali prevedono la possibilità di chiedere l´Istat dopo un anno anche se in taluni casi con scadenze prefissate; gli altri cinque prevedono percentuali inferiori all´Istat, o riduzione proporzionale dell´importo del servizio, o prezzo fisso per tre anni, o franchigie che annullano la possibilità di applicazione della revisione prezzi perché vanno dal 2,5% al 5% (l´Istat media per l´anno 2007 è al 1,7% per cui per arrivare a superare il 5% ci vogliono un po´ di anni!); un solo esempio virtuoso con un azienda sanitaria riporta una clausola di revisione prezzi indicando come parametro di riferimento il costo orario del lavoro del personale rilevato dal Ccnl di categoria e depositato presso il Ministero del Lavoro. Dopo questa greve disamina, aggiungo tre brevi considerazioni. 1. Questa comparazione rileva che la maggior parte delle clausole di revisione prezzi (con un unico caso virtuoso) sopra evidenziate sono impugnabili, ma non è nelle nostre intenzioni e possibilità contestare tutte le gare d’appalto le cui clausole, lo sappiamo bene, derivano anche dalla progressiva e impietosa diminuzione di risorse degli enti locali. 2. Se dovessimo ipotizzare, per estrema esemplificazione, un incremento del costo del lavoro pari al 15% e fare una proiezione sul bilancio di Itaca con le clausole di revisione prezzi come elencate, ne trarremmo un deficit annuo superiore ad un milione e mezzo di euro, a cui potremmo certo aggiungere qualche bel migliaio di euro in più per l’Ert del Veneto dove la contrattazione di secondo livello è già consolidata, molto meno l’applicazione omogenea del contratto. 3. L’efficienza economica delle Cooperative sociali, anche molto più grandi e più ricche della nostra, non è in grado di assorbire un rinnovo contrattuale (eccezionali e rari casi di virtuosismo in questo campo non andrebbero presi ad esempio), se non a condizione di chiedere lo stato di crisi piuttosto che di compromettere le capacità di investimento e miglioramento necessari oggi per lavorare con le persone sulle persone. L’applicazione di accordi di gradualità, alla fine obbligatori, salva le apparenze, ma svilisce l’obiettivo prioritario di far avere una dignitosa retribuzione ai lavoratori (debbo spiegarmi così la richiesta avanzata dalle organizzazioni sindacali sul recupero di un biennio del precedente contratto) e crea sul mercato situazioni incontrollabili e deregolamentate per tutto il periodo di applicazione della stessa. O almeno così è successo la volta scorsa. Dobbiamo continuare il confronto non per smettere di bere dal calice ma per modificare l’amaro che vi è contenuto. Se il nostro settore viene ritenuto strategico per lo sviluppo del welfare, se la missione primaria di perseguire l’interesse generale della comunità non è derogabile per disposto legislativo, allora non è coerente che un rinnovo contrattuale si sostanzi con penalizzazioni economiche a carico dei bilanci delle Cooperative sociali, scaricando così sugli stessi soci lavoratori il mantenimento del welfare. Né è più coerente applicare gradualità che hanno l’effetto di spostare solo più avanti il problema, mentre nel frattempo alcuni soggetti furbi, che passano da una regione all’altra, si fanno strada. Alle organizzazioni sindacali e alle associazioni di rappresentanza chiediamo, questa volta, che la trattativa sul contratto si ampli di contenuti politici che possano accordare il riconoscimento dei diritti dei lavoratori ad avere la dignità economica che il lavoro sociale merita, con le prospettive e l’impegno della Cooperazione sociale in relazione alle esigenze del welfare. Gli atti necessari a garantire il rinnovo del contratto (e aggiungo anche l’applicazione del precedente) devono essere rilanciati con forza anche verso le Amministrazioni regionali e comunali. Il coinvolgimento della Conferenza Stato-regioni non può restare un generico preambolo da affidare eventualmente alle commissioni di studio, ma un’adesione alla trattativa determinante per la crescita del ruolo della Cooperazione sociale e per il più ampio sviluppo del welfare che poi è, appunto, il benessere sociale”. .  
   
   
SIGLATO AL GALLIERA UN PROGRAMMA DI COOPERAZIONE MEDICA INTERNAZIONALE A FAVORE DEL MAROCCO  
 
 Genova, 13 febbraio 2008 – Ieri mattina il Galliera ha siglato con l´Associazione umanitaria “Soleterre - Strategie di Pace” un accordo triennale di partnership per la realizzazione del programma pilota di cooperazione medica internazionale finalizzato allo sviluppo sanitario nella regione di Chaiuia Ouardigha in Marocco. “Condividendo con Soleterre- spiega Adriano Lagostena, Direttore Generale dell´Ospedale genovese- la finalità di assistenza sanitaria nel pieno rispetto della inviolabile dignità della persona e nella difesa e promozione dei diritti e responsabilità, il Galliera metterà a disposizione dell´associazione umanitaria - che opera direttamente sul territorio - tutte le competenze e i mezzi necessari per favorire uno sviluppo concreto del sistema sanitario nella regione interessata. Questo di oggi non è che il primo passo di un percorso di solidarietà ben più ampio che l´ospedale intende sviluppare per il futuro, in piena condivisione con lo spirito e i dettami statutari dell´Ente”. In particolare l´accordo quadro prevede la creazione, con aggiornamento costante, di una rete informatica per la raccolta l´archiviazione e lo scambio a fini diagnostici di cartelle e documenti sanitari propedeutica a programmi di telemedicina e teleconsulto; la realizzazione di un piano di copertura sanitaria infantile anche tramite la formazione di medici locali; l´attivazione di una campagna di educazione sanitaria destinata a donne e madri; la realizzazione di un adeguato supporto informativo volto a costruire indicatori idonei a verificare l´appropriatezza della presa in carico di un paziente/assistito in un determinato intervento/percorso, nonché a monitorare l´andamento dei piani diagnostico-terapeutici-riabilitativi mirati e contestualizzati alla situazione locale. “Con la nostra Associazione interveniamo principalmente- spiega Damiano Rizzi, Presidente di Soleterre- in paesi interessati da una forte migrazione verso l´Italia. In genere si tratta di progetti pluriennali finalizzati all´attivazione non solo di servizi sanitari o di sostegno al sistema sanitario, ma anche di azioni mirate a favorire il sistema scolastico o finalizzate allo sviluppo sociale attraverso campagne di informazione, di comunicazione e di raccolta fondi”. Www. Soleterre. Org .  
   
   
“ARVALIA IN ARTE”- ITINERARI DI ARTE CONTEMPORANEA NEL XV MUNICIPIO- BIBLIOTECA DI CORVIALE ROMA DAL 15 FEBBRAIO AL 4 MARZO 2008  
 
Roma, 13 febbraio 2008 - Dal 15 febbraio, negli spazi espositivi della Biblioteca di Corviale, prende il via la rassegna “Arvalia in arte - Itinerari di arte contemporanea nel Xv Municipio”, che prevede la realizzazione di una serie di percorsi espositivi allestiti all’interno di quei luoghi realmente deputati alla diffusione e produzione della cultura contemporanea che in precedenza hanno già accolto le opere di artisti emergenti. L’iniziativa, sviluppata da un’idea di Monica Melani, direttore artistico del Mitreo, e sostenuta dal Municipio Xv, in quanto vincitrice del bando indetto dall’ufficio cultura a favore dell’arte contemporanea, presenta una serie di appuntamenti volti a favorire il confronto tra artisti, operanti all’interno e all’esterno del territorio municipale, e a coinvolgere ed innescare riflessioni sul valore sociale e propulsivo dell’arte e sul ruolo esercitato dagli artisti nella società contemporanea. Secondo un nutrito programma espositivo, la rassegna proseguirà in altre sedi quali la Biblioteca Guglielmo Marconi, il Teatro S. Raffaele, il Mitreo nonchè quattro Studi d’Artista che apriranno al pubblico proprio là dove gli artisti vivono ed operano, generando invenzioni, poetiche e linguaggi, per comprendere intimamente la genesi dell’ esperienza creativa e per conoscere il pensiero che anima la ricerca e la produzione artistica. Aprire gli studi alla collettività, costituisce uno strumento particolarmente efficace per la costruzione di una “rete urbana” in grado di mettere in comunicazione tutti quei luoghi considerati funzionali ad un’azione di distribuzione-diffusione del patrimonio culturale artistico racchiuso nel territorio. Nell’ambito del ciclo di esposizioni sono previsti incontri formativi tra gli artisti e i giovani delle scuole con lo scopo di farli avvicinare al mondo dell’arte, non come semplici fruitori, ma come protagonisti attivi di un universo artistico in continua evoluzione. Seguirà un confronto pubblico che si svolgerà nel singolare spazio espositivo del Mitreo, emergente centro culturale del Municipio Xv, e che vedrà coinvolti referenti istituzionali, professori ed accademici, critici d’arte, operatori culturali di varie associazioni, per porre l’accento sul ruolo svolto dall’arte come veicolo e strumento di riqualificazione del tessuto sociale e urbano e, nel contempo, per avviare processi di valorizzazione e di crescita delle risorse artistiche e culturali presenti nel territorio. Biblioteca di Corviale espongono gli Artisti: Bellucci Mauro, Bracale Graziano (Xv), Cacioli Maria (Xv), Calderoni Anna (Xv), Campilongo Antonietta, Capone Enrica, Cerminara Cristina, Cinanni Andrea (Xv), Chiovelli Gianluca, Coletti Amalia (Xv), Correnti Roberta, De Stefanis Cesare (Xv), Di Filippo Stefania, Fassari Mario, Gabellone Mirko, Galli Giuseppe, Giustolisi Michela (Xv), Guarino Enrico, Marcoccia Andrea, Mariotti Valeria (Xv), Marletta Franco, Natale Sergio, Pedacchia Marco (Xv), Perticari Patrizia (Xv), Regni Bruno, Rella Maria Pia, Rossi Alessandra (Xv), Severi Alessia (Xv), Testana Fabrizio, Ugolini Vittorino (Xv), Yvonne Yle (Xv), Zorri Fiorella (Xv). .  
   
   
DAL 16 FEBBRAIO 2008 NEL PALAZZO DUCALE DI SASSARI ESPOSTE LE OPERE DELL´ARTISTA GIGI CAU  
 
Sassari, 13 febbraio 2008 - Sabato 16 febbraio 2008 alle ore 10 prende il via a Sassari nella sala Duce del Palazzo Ducale la mostra del pittore sassarese Gigi Cau. La mostra sarà inaugurata dall’Assessore alla cultura Avv Angela Mameli. Gigi Cau, affascinato dalla vista di un Klimt ha coltivato sin da ragazzo la passione per la pittura indirizzandosi verso opere dalla forte accentuazione cromatica e da una certa incisività nel segno. L’artista esprime l’anima della sua terra con colori caldi e avvolgenti . Le rappresentazioni appaiono molto suggestive e ricche di contenuto assumendo un carattere simbolico L´artista vive di emozioni, abbraccia i colori della natura e della solarità dei luoghi in cui vive, divenendo talvolta osservatore di paesaggi e di vedute metropolitane e assurgendo a simbolo la sua pittura nei particolari che la distinguono. L´opera traduce il pensiero e il sentimento, sottolineando l´interiorità creativa dell´autore rispetto ai dati del mondo esterno che vengono fortemente intensificati e distorti. Inoltre è presente una certa drammaticità espressiva, evidenziata da una capacità e da una intensità di espressione che Gigi Cau rivela e comunica in forma adeguata alla propria creatività, manifestando il desiderio di farsi ricordare nel tempo e di distinguere sempre la propria opera. Opere come Smog City , Manipolazione genetica, Strage di bimbi innocenti , L’incomunicabilità dell’anima , per l’artista vogliono essere uno strumento di comunicazione affinché il fruitore possa riflettere e dibattere sugli argomenti di massima attualità. L’artista ha al suo attivo esposizioni alla Galleria Modigliani di Milano, Iii Biennale Ermitage du Riou, Grand Prix dell’Adriatico, mostre collettive e personali a Rimini, Riccione, Cesenatico, Sassari, Olbia, Alghero. Nel 2006 ha presentato nella sala capitolare del Monastero di San Pietro di Sorres a Borutta la mostra sacra di pittura dal titolo “Laudate Dominum Omnes Gentes” . Il 1° luglio 2007 ha ricevuto il Leone d’Oro a Sirmione da Euro Arte Expò. Alla fine dell’anno ha esposto su invito della Banca Sella nei locali della filiale di Olbia. .  
   
   
LEGNO D’ULIVO PER LUDOVICO COLELLA  
 
Milano, 13 febbraio 2008 – Si inaugura mercoledì 13 alle diciannove – con la mostra Luce Cuore Mente Materia di Ludovico Colella – un nuovo bellissimo spazio situato in via Plinio 38, a Milano: Energolab. Protagoniste della mostra una decina di sculture in legno d’ulivo che Colella – allievo di Basile – scolpisce nel laboratorio in Brera dopo aver selezionato accuratamente le piante attratto dalle venature, dalla vita tormentata dei legni, dalle storie che hanno da raccontare. L’esposizione resterà aperta ogni sera da giovedì 14 a martedì 19 dalle ore 19 alle ore 22: una occasione per visitare la location e bere un buon cocktail anche per tutti coloro i quali non riusciranno a intervenire alla apertura di mercoledì. Dopo Luce Cuore Mente Materia, Energolab ospiterà una nuova mostra al mese nel corso di tutto il 2008, accogliendo soprattutto giovani artisti per favorirne l’accesso al mercato. L’apertura di Energolab coincide con il debutto di m2m, neonata società di servizi e organizzazione eventi creata da professionisti della comunicazione e del no profit. Ispirate ai principi della responsabilità sociale, le linee guida di m2m sono racchiuse in un Decalogo che il gruppo di lavoro ha elaborato e si impegna a seguire. .  
   
   
RINNOVATO IL CONSIGLIO DIRETTIVO DEL MOTOCLUB MV CONFERMATO PRESIDENTE ANGELO VERONA  
 
 Gallarate, 13 febbraio 2008 - Un motoclub moderno e dinamico dalle tradizioni antiche. Questa è l’immagine evidente che emerge dopo il rinnovamento operato al vertice del Motoclub Mv Gallarate, sorto nel 1956 ed organizzatore di grandi eventi fuoristrada di caratura mondiale. Alla presidenza è stato confermato il presidente Angelo Verona, personaggio carismatico: con la sua regia il motoclub ha compiuto passi importanti e investimenti che hanno portato l’impianto del Ciglione di Malpensa ad essere tra i migliori crossdromi d’Europa. A lui si affiancano imprenditori e istruttori della federmoto in un mix di alta qualità e grande impegno professionale. Vice presidente è stato eletto l’architetto Michele Bonini di Sesto Calende, figura preminente e grande appassionato di motocross giovanile. Direttore sportivo del motoclub e responsabile tecnico del crossdromo del Ciglione è stato nominato Pietro Miccheli di Morazzone, ex-pilota di rango nel fuoristrada, portacolori delle Fiamme Oro della Polizia di Stato e da anni istruttore di guida della Federazione Motociclistica Italiana. Con la sua direzione tecnica si è svolta alla Malpensa l’ultima tappa Mondiale Cross 2004. Nuovi consiglieri del motoclub Mv Gallarate sono stati eletti Roberto Cisana di Angera e Roberto Raimondi di Gallarate. E’ notevole e di qualità la serie di eventi di una stagione 2008 che eccelle quanto ad offerta di spettacolo a tutti i livelli. Sono ben 18 gli eventi programmati al Ciglione nel corso della stagione. Dagli Internazionali d’Italia di Motocross Mx1-mx2 del 23 (Pasqua, prove) e 24 marzo (Lunedì dell’Angelo, gare) alle gare tricolori, dal minicross al femminile, dalle presentazioni di auto e moto nuove ai corsi di guida sicura e perfezionamento agonistico legati ad un marchio motociclistico storicamente molto vicino al motoclub Mv Gallarate: si tratta di Husqvarna, gruppo Bmw, che vanta ben 67 titoli mondiali vinti in oltre 100 anni di produzione. Ma non solo cross è il Ciglione e motoclub Mv Gallarate: sono infatti programmate feste giovanili, concerti di musica, happening per tutte le età in un impianto modello dal punto di vista logistico e delle strutture. Oltre al rinnovato bar e al moderno ristorante, da poco ultimati anche i locali dedicati a segreteria, sala stampa, accoglienza e servizi. Un esempio per tutti è del recente passato: nell’ottobre 2007 la celebrità musicale Eros Ramazzotti ha ambientato al crossdromo un servizio fotografico a cura del grande reporter newyorkese Bruce Gilden. Presto verrà presentato un programma di eventi dove musica e divertimento sono gli elementi base dell’intrattenimento giovanile per una svolta epocale del Ciglione che va ben oltre i ristretti confini del motocross. .