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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 11 Giugno 2009 |
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GRAVE IL QUADRO DELINEATO DALLA FILIERA CARTA, EDITORIA, STAMPA E TRASFORMAZIONE IERI IN AUDIZIONE AL SENATO: I RAPPRESENTANTI DELLA FILIERA CHIEDONO INTERVENTI OPERATIVI URGENTI A TUTELA DELLA COMPETITIVITÀ DELLE IMPRESE |
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Milano, 11 giugno 2009 - Dopo l’incontro dello scorso 20 maggio con la Commissione Industria del Senato i rappresentanti di Acimga (produttori di macchine grafiche), Aie (editori di libri), Anes (editoria periodica specializzata), Argi (distributori di macchine, sistemi e prodotti per il settore grafico), Asig (stampatori di giornali), Assocarta (produttori di carta), Assografici (industrie grafiche, cartotecniche e trasformatrici) e della Fieg (editori di quotidiani e di periodici) hanno illustrato oggi, nel corso di un’audizione al Senato, proposte operative di politica industriale a sostegno di una Filiera che ha un fatturato di circa 40 miliardi di Euro e pesa per il 5% in termini di addetti sull’occupazione complessiva (con un livello occupazionale pari a quello del settore auto). Il quadro delineato oggi dai rappresentanti dei settori Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione, nel corso dell’audizione, è segnato dal grave impatto che la crisi finanziaria internazionale sta avendo sulla Filiera con costi di produzione in costante ascesa, vendite nazionali in forte diminuzione nel 2008 (-4,6 rispetto al 2007) che riportano ai livelli del 2000-2003, una perdita di ben 3. 533 addetti nel corso del 2008 e risultati ancora più preoccupanti in questa prima parte dell’anno in corso: dal crollo verticale degli investimenti pubblicitari sulla carta stampata (-25,8% nel primo trimestre 2009 – Fonte Nielsen Media Research), agli ulteriori accentuati cali del fatturato fino a picchi del 30% ed un ricorso alla cassa integrazione che nei primi 5 mesi subisce un’impennata del 190%. A tutela della Filiera Italiana Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione, i rappresentanti delle otto associazioni della Filiera hanno chiesto interventi per l’attuazione di iniziative mirate a favorire gli investimenti in pubblicità e comunicazione delle imprese, la riattivazione del credito d’imposta per l’acquisto di carta, una maggiore promozione della cultura anche attraverso l’adozione di sistemi di defiscalizzazione per l’acquisto di libri, in particolare di libri di testo, la difesa del diritto di autore e una “strutturale” detassazione degli utili reinvestiti in azienda per l’acquisto di beni strumentali nel periodo d’imposta. I rappresentanti hanno inoltre richiesto interventi urgenti mirati alla liberalizzazione del mercato energetico, in particolare per le cartiere, dove il costo dell’energia sul costo di produzione della carta può pesare dal 20% sino al 35% mentre i competitori europei sono tutelati da sconti e aiuti di Stato. . |
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FATTORIE DIDATTICHE, IN UN FILM LABORATORI DELLA TRADIZIONE |
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Potenza, 11 giugno 2009 – Oggi alle ore 18,30 presso La Mellinoteca di Ripacandida (Pz) si tiene la presentazione del video delle aziende della rete “Fattorie Didattiche lucane - Laboratori della Tradizione”. Un lavoro per far conoscere in Italia e all’estero nuove proposte turistiche offerte dal nostro territorio. Infatti il video si proporrà anche in lingua tedesca. Il Video, da un idea della consulente turistica Fernanda Ruggiero, è stato realizzato da Produzioni di Vietri – Lavello; Fotografia e Grafica a cura dello Studio immaginelite – Lavello; Riprese video realizzate da Pasquale Ceccia; Montaggio video Mauro Antonio Madio e Noemi Ceccia. Alla presentazione di giovedì parteciperanno dalle ore 18. 00 alle 21. 00 i seguenti maestri dei Laboratori della Tradizione: Vittorio Cirminiello di Calitri per “Gli animali della fattoria in argilla”; Leonardo Sabato di San Cataldo di Bella per “I Cinti”; Antonietta Greco di Rionero in Vulture per “Le pupe di pezza”; Michele D’adamo di Rionero in Vulture per “La scopa di melica”; Angelo di Lucchio di Rionero in Vulture per “Candele di Cera d’api”. Nell’ambito della serata verrà inoltre presentato il progetto “Andar per Campi”, che si svolgerà presso tutte le aziende della Rete e che avrà come oggetto principale specialità a base di erbe selvatiche e fiori con laboratori per il loro riconoscimento e utilizzo in cucina. Il primo appuntamento Venerdì 12 giugno 2009 ore 20,30 presso l’agriturismo Valle Ofanto di Rapone. . |
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LA VALLE DEI FUMETTI SEMINARIO GRATUITO SUL DISEGNO UMORISTICO |
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Aosta, 11 giugno 2009 - L’assessorato dell’istruzione e cultura organizza un corso di disegno umoristico con Pierluigi Sangalli, il “disegnatore italiano” di Braccio di Ferro e uno dei maggiori esponenti del fumetto, che illustrerà la propria cinquantennale esperienza lavorativa e umana. Il seminario si svolgerà dal 22 al 26 giugno a La Salle, con orario dalle 10 alle 14. Sotto la guida di un maestro d’eccezione, gli aspiranti disegnatori potranno così apprendere tecniche e segreti della professione e verificare le proprie capacità artistiche. Il corso rientra tra le iniziative organizzate in occasione della mostra “La Valle dei Fumetti – Autori italiani del fumetto per ragazzi”, curata da Dino Aloi e allestita al Castello di Ussel dall’Assessorato dell’istruzione e cultura. La mostra può essere visitata sino al 4 ottobre 2009, tutti i giorni dalle 9 alle 19. La partecipazione al seminario è gratuita. Le iscrizioni dovranno essere presentate entro il 19 giugno 2009 telefonando al Comune di La Salle (tel. 0165-861908) oppure inviando una e-mail all’indirizzo e. Beneyton@comune. Lasalle. Ao. It. Informazioni per eventuali pernottamenti in alberghi della zona potranno essere richieste sempre al Comune di La Salle (0165-861908/861912). Pierluigi Sangalli nasce a Monza nel 1938: 1954 - Realizza i suoi primi disegni comici con caricature dei professori e dei compagni di scuola. 1957 - Vede le tavole dell’amico Motta, già collaboratore dell’Alpe, si innamora dei fumetti. 1958 - Inizia la sua collaborazione con le Edizioni “Il Pont” di Renato Bianconi. 1959 - Per il mensile Soldino disegna Blick e Block, Devy Crock, Pignatta, Geppo e altri, di cui scrive anche le sceneggiature. 1960 - Dà vita, con Alberico Motta, al periodico Geppo. Una pubblicazione che segnerà un’epoca nella storia del fumetto italiano. 1963 - Inizia un lungo periodo dedicato alla produzione di storie di Braccio di Ferro, che si concluderà nel 1998. 1967 - Realizza i disegni delle storie di Provolino, il celebre personaggio televisivo, scritte da Motta. 1975 - Disegna anche storie di Felix, Pinocchio, Chico e Saruzzo. Una quantità di tavole impensabile. 1993/1997 - Produce storie di Topo Gigio per Fpm Editore. 1996 - Realizza una nuova serie di storie di Geppo su proprie sceneggiature. Sviluppa interessanti serie di strip e vignette. 1997/2004 - Introduce il disegno umoristico nella comunicazione per gli Urp di alcuni comuni della Brianza. Per maggiori informazioni: Assessorato dell’istruzione e cultura, Servizio attività espositive Corso Battaglione, 24 - 11100 Aosta Tel. +39. 0165. 274401 Fax +39. 0165. 230537/230710 E-mail: u-mostre@regione. Vda. It Internet: www. Regione. Vda. It Castello di Ussel - Châtillon - Aosta Tel. +39. 0166. 563747 . |
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MIRCEA ELIADEYOGASAGGIO SULLE ORIGINI DELLA MISTICA INDIANA A CURA DI UGO CUNDARI UN INEDITO ASSOLUTO DEL GRANDE STORICO DELLE RELIGIONI |
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Torino, 11 giugno 2009 - Yoga. Saggio sulle origini della mistica indiana è stata la prima grande opera sullo yoga scritta da un occidentale. Nata come tesi di dottorato in filosofia, discussa da Eliade all’università di Bucarest nel giugno del 1933 e pubblicata nel 1936, è presentata qui per la prima volta in edizione italiana. Sullo yoga il grande storico delle religioni ritornò con altre tre opere: Tecniche dello yoga (del 1948), il fondamentale Lo yoga. Immortalità e libertà (risalente al 1954) e Patañjali e lo yoga (del 1962). Ma proprio il confronto con tali testi rivela al lettore – anche a quello non specialista – l’importanza di questo primo saggio, che ci offre la rara opportunità di cogliere Eliade nel momento stesso in cui imposta e definisce la propria metodologia di lavoro. Come scrive Alberto Pelissero nell’introduzione, in quest’opera emerge «la progressiva emancipazione [di Eliade] dai maestri indiani, in cerca di un’epistemologia e di un’ermeneutica che svincolasse lo studio dello yoga dalle pastoie della filologia sanscrita e consentisse la nascita di un metodo più largamente storico-religioso, con maggiore attenzione al contenuto speculativo (filosofico, rituale, relativo alla prassi religiosa) rispetto alla mera venerazione testuale». Mircea Eliade (1907-1986) è stato uno dei più grandi storici delle religioni del Xx secolo e un profondo conoscitore del mondo orientale. La sua vasta produzione comprende saggi, trattati, opere letterarie e scritti autobiografici. Di Eliade la nostra casa editrice ha pubblicato nel 2007 il volume Miti, sogni, misteri. «Le pratiche yogiche portavano all’“estasi”, alla pienezza e alla beatitudine “mistica”, all’esperienza abissale del samādhi. Superando completamente la condizione umana, “bruciando” completamente ogni sorta di passione, di dolore e di idee “umane”, si realizzava la perfetta “esistenza”, l’autonomia spirituale più completa. Lo yogin, allora, rimasto solo – poiché è solo anima, essendosi distaccato da ogni “esperienza” che lo accomunava al dolore cosmico – entrava realmente nell’eternità; in quella eternità indiana che significa autonomia, beatitudine e conoscenza. » Edizioni Lindau pag. 376 euro 26 Titolo originale Yoga. Essai sur les origines de la mystique indienne . |
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ALAIN FINKIELKRAUTL´UMANITÀ PERDUTASAGGIO SUL XX SECOLO |
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Torino, 11 giugno 2009 - Un giorno, un cane senza casa né padrone fece la sua comparsa nello stalag. I prigionieri, che sognavano l’America e gli americani, lo chiamarono Bobby e Bobby prese l’abitudine di salutarli abbaiando gioiosamente sia al momento dell’appello mattutino che al ritorno dal lavoro. «Per lui, incontestabilmente, noi fummo uomini. » Ma questo fragile conforto non poteva durare: in capo a qualche settimana, le sentinelle scacciarono l’animale importuno e «l’ultimo kantiano della Germania nazista» riprese il suo vagabondaggio. L’idea di umanità, dimenticata dall’«animale razionale», si attestava ormai soltanto nelle rumorose effusioni di un amichevole animale a quattro zampe, sprovvisto «del cervello necessario per universalizzare le massime delle sue pulsioni». Questa è, nella storia dell’inumano, la vertiginosa originalità del Xx secolo. Alain Finkielkraut Alain Finkielkraut, nato a Parigi nel 1949, insegna Cultura generale e Storia delle idee al dipartimento di Scienze umanistiche e sociali dell’École Polytechnique. Il Xx secolo ha lasciato al nuovo millennio un’eredità tragica. La più radicale affermazione di autonomia – di liberazione – dell’uomo che la storia abbia conosciuto, l’umanesimo figlio della modernità, si è risolta nel suo esatto contrario, la riduzione in schiavitù e lo sterminio di milioni di esseri umani sotto il Terzo Reich così come in Unione Sovietica e in Cina, in Cambogia sotto il regime dei Khmer Rossi, in Ruanda e nel Darfur. Dopo che tutto questo è avvenuto, l’idea di umanità non può più essere pensata innocentemente. Essa ha bisogno di essere concepita in modo nuovo. Secondo Alain Finkielkraut è il compito del nostro tempo, che, assumendolo, non deve però fraintenderne il significato profondo: né una generica compassione né un astratto umanitarismo possono infatti riscattare davvero i mali sofferti dagli uomini e dall’idea di umanità. Se l’uomo moderno continuerà a essere dominato da quella disposizione affettiva che Hannah Arendt ha definito «risentimento» – verso «tutto ciò che è dato, anche contro la propria esistenza», verso «il fatto che egli non è il creatore dell’universo né di sé stesso», un risentimento che lo spinge a «non scorgere alcun senso nel mondo quale gli si offre» e a proclamare che «tutto è permesso» – allora il Xx secolo, con il suo carico di dolore e di morte, sarà trascorso invano. Edizioni Lindau pag. 160 euro 14 . |
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OLLIVIER POURRIOL: CINEFILOSOFIA I GRANDI FILOSOFI SPIEGATI ATTRAVERSO IL CINEMA |
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Novara, 11 giugno 2009 - Il cinema – proprio come la filosofia – rappresenta, indaga e si rivolge a tutti gli esseri umani. Non è allora forse vero che il cinema stesso pone in ogni film la domanda eminentemente filosofica “Che cos’è l’essere umano?”. D’altro canto Guy Debord è stato un pensatore rivoluzionario con il fondamentale testo La società dello spettacolo, e anche un cineasta molto amato, ancorché di nicchia… Di più: una delle domande del Metodo di Cartesio è, a ben vedere, la stessa che pone l’ormai cult cinematografico Matrix: “E se un genio malefico ci ingannasse, se nulla fosse reale?”. Oppure: dobbiamo temere la passione o viverla appieno? American Beauty ci risponde. Lucrezio anche. Con Cinefilosofia Ollivier Pourriol ci invita a un viaggio nel mondo della celluloide, per esplorare le più significative questioni filosofiche, facendo dialogare immagini e idee, strettamente connesse già nel pensiero di Platone. Prendendo le mosse dal dibattito tra Cartesio e Spinoza sulla libertà, l’intera storia della filosofia prende vita, diventa accessibile a tutti, e appassionante; riflettendosi di volta in volta sui volti dei divi, da Catherine Deneuve a Keanu Reeves. In fondo, la scommessa di questo libro è anch’essa un domandare: può il cinema mantenere la promessa di universalità della filosofia? Ollivier Pourriol laureato all’École Normale Supérieure e docente di Filosofia presso la stessa università, ha elaborato un modo diverso di insegnare: da tre anni promuove al cinema Mk2 di Parigi sedute di cine-filosofia. Questo libro ne riprende lo spirito e il senso (www. Cine-philo. Fr). Romanziere e saggista, ha scritto Mephisto Valse (Grasset, 2001), Le Peintre au coucteau (Grasset, 2005), Polaroïde (Grasset, 2006) e Alain, le grand voleur (Livre de Poche, 2006). Ollivier Pourriol Cinefilosofia I grandi filosofi spiegati attraverso il cinema Pagine: 380 Euro: 18 De Agostini 2009 . . |
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GIUSEPPE SERMONTI ALCHIMIA DELLA FIABA CON UNA PRESENTAZIONE DI ELÉMIRE ZOLLA E UN COMMENTO DI GIULIO GIORELLO |
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Torino, 11 giugno 2009 - «Come la conosciamo, la fiaba è l’elaborazione logica di un originario incantato. La liberazione di una bella dall’orco, l’estrazione di un’idea dal subconscio, la separazione di un metallo dalla roccia non sono opere pie né sono prive di dolore, sono una téchne che imita la creazione divina, e quindi comportano il caos originario, la cosmogonia e il soffio spirituale. Queste sono le tre fasi della via alchemica. » Giuseppe Sermonti Giuseppe Sermonti da molti anni si dedica a una serrata riflessione intorno alla scienza e alla sua pretesa di elaborare la sola spiegazione valida della realtà. Denunciando la sua presenza sempre più invadente, compie una sorta di «percorso a ritroso», recuperando come termini di confronto i saperi che la scienza ha messo in disparte negli ultimi due secoli: la religione e la tradizione popolare, interpretazioni diverse ma coerenti della Natura e della sua sacralità. Affascinato dalla struttura simbolica della vita, dalle sue leggi eterne e ordinate, Sermonti mette in discussione il metodo scientifico quale unica via di accesso alla verità e rivitalizza il senso della fiaba, intesa come rappresentazione delle strutture profonde dell’Universo, come narrazione allegorica delle attività fondamentali dell’uomo, la caccia e l’agricoltura innanzitutto. In particolare, in quest’opera ormai classica – edita per la prima volta da Rusconi nel 1989 – Sermonti propone un’esegesi chimica (alchemica) di alcune delle fiabe più famose, da Biancaneve a Cappuccetto Rosso, a Cenerentola, e ne svela i significati perduti collegati all’estrazione e lavorazione dei metalli. Come ha scritto Elémire Zolla, riunendo i fili di miti e simboli appartenenti a varie culture, Sermonti ricerca nelle fiabe «i sempre uguali archetipi della metamorfosi [che] si esprimono via via come luna nera, cava e piena; come pietra grezza, opera chimica e fulgore liberato; come seme, pianta crescente, fiore». Giuseppe Sermonti (Roma, 1925), genetista dal 1950 presso l’Istituto Superiore di Sanità in Roma, ha fondato la genetica dei microrganismi produttori di antibiotici e ha presieduto la International Commission for Genetics of Industrial Microorganisms. Nel 1964 vince una cattedra di Genetica e nel 1970-71 presiede l’Associazione Genetica Italiana. Nel 1980 è eletto alla vicepresidenza del Xiv Congresso Internazionale di Genetica a Mosca. Lo stesso anno è chiamato alla direzione della «Rivista di Biologia» (fondata nel 1919). In quel periodo inizia la sua critica allo Scientismo e all’Evoluzionismo darwiniano, che lo isola dall’establishment accademico. Nel 1982 l’Accademia Pontificia lo invita a partecipare a un gruppo di lavoro sull’Evoluzione dei Primati. Nel 1986 è tra i fondatori, a Osaka, del gruppo degli Strutturalisti dinamici, di cui la «Rivista di Biologia» diviene l’organo. Alla ricerca dei significati non utilitaristi della scienza, indaga e scopre leggi naturali e tecniche chimiche nelle fiabe del focolare. Scrive e rappresenta drammi sui protagonisti della scienza. Nel 2004 riceve il Premio per la Cultura della Vicepresidenza del Consiglio per le sue ricerche e critiche scientifiche. Pubblica indagini sulla nascita degli alfabeti dalle costellazioni dello Zodiaco. Edizioni Lindau pag. 256 euro 18,50 . |
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BOLOGNA RICORDA CARDUCCI. PRESENTATI TRE VOLUMI ALL´ARCHIGINNASIO |
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Bologna 11 giugno 2009 - Ieri nella Sala dello Stabat Mater, nella Biblioteca dell´Archiginnasio, a conclusione del centenario della morte del poeta, la città ha ricordato Carducci con la presentazione dei tre volumi: Carducci nel suo e nel nostro tempo, a cura di Emilio Pasquini e Vittorio Roda (Bologna, Bononia University Press, 2009); Bologna ricorda Carducci, (Bologna, Tipografia Moderna, 2009); Visitando Casa Carducci. I libri e le immagini, gli oggetti e i ricordi, a cura di Simonetta Santucci (Bologna, Costa editore, 2009) . Con il saluto del Magnifico Rettore Pier Ugo Calzolari Hanno presentato i volumi Marco A. Bazzocchi, Guido Capovilla, Emilio Pasquini, Vittorio Roda Coordina Gian Mario Anselmi . . |
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JACQUES ARNOULD TEILHARD DE CHARDIN ERETICO O PROFETA? |
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Torino, 11 giugno 2009 - Pochi studiosi e pensatori moderni hanno saputo, come Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955), intrecciare nella loro opera gli interrogativi della scienza e le certezze della religione. Formato dai gesuiti (cui successivamente si unì), ordinato sacerdote all’età di trent’anni, Teilhard affiancò allo studio della teologia un’assidua attività di paleontologo e geologo che lo portò a viaggiare in tutto il mondo e a trascorrere gran parte della vita lontano dalla natia Francia, soprattutto in Cina e negli Stati Uniti. Questa duplice vocazione, tanto fertile quanto poco ortodossa negli esiti, gli alienò i favori delle gerarchie ecclesiastiche, che negarono fino all’ultimo l’imprimatur ai suoi scritti, tutti pubblicati postumi, a cominciare dal suo libro più celebre, Il fenomeno umano. Accusato di panteismo e apertamente ostacolato nella carriera accademica, Teilhard rimase per altro sempre fedele alla Chiesa e obbediente al suo magistero, seppure in una condizione di intima sofferenza. Oggi il suo pensiero appare per molti aspetti profetico e in ogni caso sorprende per la sua capacità di andare dritto al cuore di molte delle questioni più controverse riguardo al rapporto fra scienza e fede. Se al fermento scientifico del Xix secolo la Chiesa oppose spesso un atteggiamento di sospetto, quando non di aperta ostilità, Teilhard cercò invece di comporre le più avanzate acquisizioni della ricerca all’interno di una visione cosmologica in cui il principio evolutivo si estende alla dimensione dello spirito, senza avvalorare alcun determinismo di tipo meccanicistico. La sua visione unitaria dell’universo e dell’uomo, della materia e dello spirito, tendenti verso il Cristo cosmico, ha trovato uno spazio anche all’interno della Chiesa e comunque la sua opera è considerata uno dei contributi intellettuali più stimolanti del Xx secolo, una delle proposte più suggestive contro la frammentazione del sapere e il diffuso smarrimento dei nostri tempi. Jacques Arnould, domenicano, è nato nel 1961. Teologo, filosofo, storico delle scienze, ingegnere agronomo, è esperto incaricato per la «dimensione etica, sociale e culturale delle attività spaziali» presso il Centre National d’Études Spatiales (Cnes) di Parigi. Edizioni Lindau pag. 476 euro 28 . |
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JEAN-LOUIS MARGOLIN L´ESERCITO DELL´IMPERATORE STORIA DEI CRIMINI DI GUERRA GIAPPONESI1937-1945 |
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Torino, 11 giugno 2009 - È durata otto anni – dal 1937 al 1945 – la guerra scatenata dal Giappone in Asia orientale e nel Pacifico, ma ancora oggi è il conflitto del Xx secolo meno conosciuto in Occidente, dove è riduttivamente considerato solo a partire dall’attacco aereo di Pearl Harbor del 7 dicembre 1941. In quel lungo arco di tempo, l’esercito imperiale giapponese ha perpetrato crimini di inaudita ferocia, che richiedono un’analisi severa e approfondita, analoga a quella in corso da molti anni sulle atrocità compiute dal comunismo e dal nazismo in Europa. L’elenco è lungo e terribile: eccidi di prigionieri di guerra, campi della fame, cantieri della morte, prostituzione forzata, violenze sessuali, esseri umani usati come cavie, intere comunità intossicate da prodotti chimici. A Nanchino in poche settimane furono sterminate decine di migliaia di civili. E oltre 400 milioni di persone vissero sotto il terrore. Come è stato possibile arrivare a tanto? Perché questi fatti sono stati a lungo taciuti? E perché ancora oggi, in Giappone, molti (compresi alcuni storici), pur non negando i fatti, li giustificano, ne sminuiscono la portata o ne attribuiscono la responsabilità agli Alleati?il Giappone ha beneficiato di numerose circostanze che hanno contribuito a mascherare le sue colpe e a trasformarlo in vittima, prime fra tutte le bombe atomiche lanciate sul suo territorio. Ma invocare il contesto storico, o quello che è accaduto dopo, o magari la tradizione militare nipponica, non è più sufficiente. La guerra del Pacifico nasconde molte verità per chiunque voglia capire i totalitarismi di ieri e di oggi. Jean-louis Margolin è docente di storia contemporanea all’Université de Provence e direttore aggiunto dell’Institut pour la recherche sur le Sud-est asiatique (Irsea). È co-autore del Libro nero del comunismo. Crimini, terrore, repressione, edito da Mondadori. «Due uomini nudi sono stati condotti in un ambiente dove la temperatura era tra i 40 e i 50 gradi sotto zero; i ricercatori hanno filmato tutto il processo, fino alla morte dei soggetti, che hanno talmente sofferto da conficcare le unghie l’uno nella carne dell’altro. Tali erano le esigenze della vita militare. Un giapponese obbedisce sempre ai superiori, proprio come se l’ordine provenisse dall’Imperatore in persona. A volte non veniva somministrata l’anestesia. Urlavano e urlavano. Ma noi non consideravamo quei “pezzi di legno”, quei “tronchi”, come esseri umani. Erano solo carne da tritare su un’asse. » Testimonianza di un collaboratore dell’Unità 731 «Se c’è un libro che può aiutare a prendere coscienza delle sofferenze inflitte dall’esercito dell’Imperatore e a scongiurare un relativismo che sconfina nel negazionismo questo è proprio il saggio di Jean-louis Margolin. » Yves Ternon, autore di «Gli armeni». Edizioni Lindau pag. 672 euro 32 . |
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OLIVIER CLÉMENT TAIZÉ. UN SENSO ALLA VITA |
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Torino, 11 giugno 2009 - Sono milioni i cittadini di tutto il mondo che dopo essere passati per Taizé vivono e operano con lo spirito di Frère Roger e dei suoi fratelli. Olivier Clément, da poco scomparso, è stato uno di loro. Teologo e scrittore, di confessione ortodossa, ha dedicato la sua vita a costruire ponti ideali tra l’Occidente e l’Oriente cristiani, e in questa sua missione ha riconosciuto Taizé come un approdo insieme naturale ed eccezionale, «un luogo di un prodigioso incontro tra le genti dove si costruisce ogni giorno l’Europa dello spirito». Questo libro è costituito da una serie di riflessioni e pensieri nati dagli incontri che Olivier Clément ha avuto nel corso degli anni con i frati e i giovani ospiti di Taizé. Taizé è stata per Clement una patria dello spirito, aperta al superamento delle divisioniculturali e di fede. Un luogo dove si condividono l’amicizia, il silenzio, la preghiera. Dove i giovani riescono a dare un senso concreto alla loro vita e alla speranza nel futuro in nome dell’amore e della carità cristiani. Olivier Clément (1923-2009) è stato docente di teologia presso l’Institut de théologie ortodoxe Saint-serge di Parigi, ma anche un finissimo poeta e scrittore. «Se la storia non si nutre di eternità diventa zoologia. » Olivier Clément Edizioni Lindau pag. 96 ca. Euro 9 ca. . |
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ANTONIO AMBROSETTI LA MATEMATICA E L´ESISTENZA DI DIO |
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Torino, 11 giugno 2009 - Da Odifreddi a Paulos, a Dawkins, la pubblicistica antireligiosa si è imposta nei dati di vendita e nel comune sentire. La figura moderna dello scienziato prevede un accanimento assoluto contro chi crede, emarginato dal metodo logico in una sorta dilimbo fideistico di nessun interesse agli occhi dell’uomo moderno. Ambrosetti, matematico di grande e riconosciuto valore, in questo saggio propone un altro scenario, nel quale fede e razionalità non sono antitetici, ma anzi possono coesistere armoniosamente. Che cosa può fare la matematica per dimostrare qualcosa sul mistero di Dio? Per Ambrosetti matematica e religione attengono a campi distinti e non esistono prove matematiche né a favore né contro l’esistenza di Dio. Ciò non vuol però dire che i due campi siano inconcilibili o reciprocamente infecondi, come è testimoniato da tanti matematici credenti. Di fronte al pensiero unico per cui chi crede sarebbe un ingenuo è ora che si affermi un altro modello, in cui i credenti riacquistino una maggiore consapevolezza delle proprie ragioni e della propria forza. Antonio Ambrosetti è ordinario di Analisi matematica alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste. È socio dell’Accademia dei Lincei dal 2003. Edizioni Lindau pag. 80 ca. Euro 9 ca. . |
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LE SPERANZE DI PAOLO ROSSI AL CAFFÈ LETTERARIO GALILEO PER IL CICLO DI INCONTRI CON L’AUTORE PROMOSSO DA RINASCIMENTO DIGITALE, IL CELEBRE FILOSOFO PRESENTA IL SUO ULTIMO PAMPHLET. |
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Firenze, 11 giugno 2009 – Sul tema Scienza e Società, secondo appuntamento del ciclo Caffè letterario Galileo oggi (ore 21) a Palazzo Strozzi, nel contesto della mostra Galileo. Immagini dell’universo dall’antichità al telescopio. Organizzato dalla fondazione Rinascimento Digitale (promossa dall’Ente Cassa di Risparmio), il programma propone un incontro con il celebre filosofo Paolo Rossi, Accademico dei Lincei e professore emerito dell’Università di Firenze. Coadiuvato da Alessandro Pagnini, associato di Storia della filosofia contemporanea nell’ateneo fiorentino, Rossi presenta il suo ultimo libro, Speranze, di recente pubblicato dalle edizioni Il Mulino (pagine 146, € 9,00). Si tratta di un polemico pamphlet contro apocalittici e utopisti, in favore di un misurato e ragionevole ottimismo in un mondo senza destini, né tragici né paradisiaci. Due attori (Chiara Valentini e Nicola Fornaciari) ne leggeranno alcuni brani. Per il pubblico la possibilità di visitare la mostra di Galileo a prezzo ridotto (€ 4). I filosofi che vanno per la maggiore, spiega Rossi in Speranze, sono da molto tempo quelli che sdottoreggiano sulla storia universale, sul destino della civiltà, sul senso della tecnica in generale, sul globale significato del sapere scientifico, quelli che sanno come e quando sono cominciati i nostri guai e dove inevitabilmente andremo a finire. Da quando ha comincialo a scrivere, Rossi ha polemizzato (a volte aspramente) con questo tipo di filosofia. Questo suo libro non per caso ha il sottotitolo Storie senza destino; è scritto in stile chiaro e asciutto, non è solo per i filosofi, ma per tutti coloro che non si accontentano di vivere e vogliono anche pensare. Si parla di visioni "senza speranze", e quindi di letteratura apocalittica, delle previsioni catastrofiche fallite, della fine dell´Occidente, del masochismo degli intellettuali, dell´impellente bisogno, che molti di loro manifestano, di "uscire dall´Occidente"; ma si parla anche di "smisurate speranze", di immaginari paradisi collocati in un altrove geografico, di coloro che hanno aspettazioni eccessive e coltivano il mito dell´ uomo nuovo, dell´utopismo come ideologia diffusa. Paolo Rossi è autore di numerosi volumi di storia della filosofia e della scienza, tradotti in molte lingue. Da ricordare I filosofi e le macchine (Feltrinelli, 2002), La nascita della scienza moderna (Laterza, 1997). Editi o riediti con il Mulino: Clavis universalis (1983), Il passato, la memoria, l’oblio (1991, premio Viareggio 1992), Un altro presente (1999), Francesco Bacone (2004), Speranze (2008). . |
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PICCOLO TEATRO. IN SCENA LA “FERROVIA SOPRELEVATA” DI BUZZATI MUSICATA DA LUCIANO CHAILLY |
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Milano, 11 Giugno 2009 – Oggi e domani venerdì 12 giugno, alle 21. 00, al Piccolo Teatro Studio andrà in scena la prima rappresentazione assoluta della versione originale di “Ferrovia soprelevata”, il racconto musicale in sei episodi di Dino Buzzati con musiche di Luciano Chailly. La produzione è stata realizzata con il patrocinio e il contributo dell’Assessorato al Turismo, Marketing territoriale e Identità del Comune, in collaborazione con l’associazione Res Musica e con il sostegno di Regione Lombardia e di numerosi altri enti. Angelo Rusconi, produttore e direttore artistico dell’evento, ha avuto accesso ai materiali originali dei due autori grazie alla collaborazione delle famiglie Buzzati e Chailly. “Grazie a questa manifestazione – ha detto l’assessore Massimiliano Orsatti -, oggi ritroviamo lo spirito e il genio creativo di due grandi milanesi d’adozione i quali, sia pur con linguaggi differenti, hanno saputo raccontare e descrivere al meglio e in maniera universale lo spirito del tempo in cui si possono ritrovare le evoluzioni della loro e della nostra città, Milano”. “Queste due serate – ha aggiunto Orsatti - non rappresentano solo l’omaggio al grande lascito culturale e umano di due maestri come Buzzati e Chailly, ma l’impegno dell’Amministrazione a mantenere vivo il fervore intellettuale meneghino al fine di affermare sempre più Milano tra le grandi capitali della musica e della cultura a livello internazionale”. Lo spettacolo del Piccolo inaugura l’ Art&music Festival 2009 che prevede una serie di appuntamenti a Milano e in altre città lombarde. Nell’opera di Buzzati la parte dello speaker è stata affidata a un interprete “anomalo”: il famoso rapper Frankie Hi Nrg, mentre gli attori principali sono artisti familiari alle produzioni del Piccolo: Giorgia Senesi, Pierluigi Corallo, Giorgio Ginex, Sergio Leone. La regia è affidata a Lisa Nava mentre l’Orchestra Milano Classica è diretta da Gianluca Capuano. La danzatrice iraniana Deniz Azhar Azari, il soprano Mya Fracassini e il baritono Davide Rocca completano il cast, che prevede anche mimi, un coro misto (Rhaudenses Cantores diretti da Giovanni Scomparin) e uno di voci bianche (Piccoli Cantori delle Colline di Brianza diretti da Floranna Spreafico). Scenografia di Roberta Pagani e costumi di Margherita Maltese. Si tratta della prima rappresentazione assoluta del testo originale, al quale, in occasione dell’unica rappresentazione del 1955, la commissione di censura aveva imposto radicali modifiche; l’intero quinto episodio, che rappresenta un esorcismo praticato da un vescovo, dovette essere completamente riscritto e trasformato in una seduta psicanalitica, provocando una dicotomia fra il testo nuovo e la musica scritta per quello precedente. La versione originale è stata ripristinata sulla base dei manoscritti autografi e l’opera andrà pertanto in scena per la prima volta come la vollero gli autori. Così Buzzati ha riassunto la fantasiosa vicenda: “Un diavolo, spedito in missione sulla terra col nome di Max per condurre a perdizione le anime, si innamora proprio della ragazza ch’egli è riuscito a rovinare, di nome Laura. Da qui la sua conversione; affronta la pericolosa incognita di un elettroshock che non si può prevedere quale risultato dia, e che infatti lo trasforma in cane. Ciò non gli impedisce di riscattare la sua natura demoniaca con un gesto eroico e disperato insieme, buttandosi sotto al treno dei diavoli che portano Laura all’inferno. E lo fa deragliare. Così la storia si conclude per Max in un ipotetico paradiso, con la soddisfazione di tutti, tranne che di Belzebù, e con un gioioso alleluja”. . |
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LE PERFORMANCE DI INTEATROFEST TROVANO NUOVE FRONTIERE CULTURALI. |
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Ancona, 11 Giugno 2009 - ´Invitiamo degli altri individui a condividere con gli artisti un´esperienza creativa che cerca di aprire dei nuovi punti di vista´. Attraverso queste ´azioni performative´ In teatro si rinnova e si rilancia sfondando il confine della sperimentazione e inventando delle produzioni vincenti. Il tutto, nell´ormai tradizionale festa di Villa Nappi a Polverigi. Con queste parole Velia Papa, direttore artistico, ha svelato gli spettacoli del cantiere permanente di questa edizione del 2-3-4 luglio, fra Polverigi e Jesi e con i concerti finali di Naif e dei Wewe´ ´La Regione Marche partecipa convinta a tali rappresentazioni e iniziative di qualita` che ci consentono di rimanere protagonisti nel teatro a livello internazionale ´ ha detto l´assessore Vittoriano Solazzi ´ E´ il momento di investire davvero nella cultura anche per fronteggiare la carenza di fondi dovuta alla crisi con buone produzioni marchigiane che promuovono le Marche elevandone il livello e facendole conoscere sempre piu`´. Gli ha fatto eco ´ alla presenza di Valentina Conti assessore alla Cultura di Jesi e di Carlo Pesaresi della Provincia di Ancona - il presidente di In teatro Marco Bellardi sottolineando che Inteatrofest ha radici importanti nel coinvolgimento del paese di Polverigi e della sua popolazione e come tale e` un´iniziativa che fa bene al territorio e lo promuove a 360. Un programma nutrito di performance che vanno da figure giganti che entrano in casa e si affacciano dalle finestre di abitazioni al Gioco dell´Oca che al contrario esce dalle case e si anima per le strade coinvolgendo la piazza´ ´Non manca di sorprenderci la capacita` di rinnovarsi in automatico ´ ha concluso Solazzi ´ una straordinaria evoluzione che ha accompagnato 32 anni di rappresentazioni su palchi sempre internazionali. Polverigi attrae un pubblico di tecnici e intellettuali come di turisti e vacanzieri amanti del teatro e dell´arte, soprattutto per scoprire un paese e un parco secolare bellissimi´. Un passaparola e una ´memoria comune´ e` stato detto, portano le platee come in pellegrinaggio a seguire Inteatro e ogni volta la soddisfazione e` grandissima, per quanto visto e per quanto vissuto. . . |
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MILANO: IN VIA TORTONA LA MOSTRA “TOMBINI ART” “LA STRADA COME MUSEO DA RIEMPIRE DI EVENTI” |
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Milano, 11 giugno 2009 - “A 100 anni dalla nascita del Futurismo, dobbiamo pensare e rappresentare il nuovo del Futurismo che, ancora una volta, passa attraverso la luce, la velocità, i colori, i giovani, la provocazione”. Lo ha detto ieri mattina l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory alla presentazione di “Sopra il Sotto”, mostra open air di tombini art in ghisa, realizzata in occasione del decennale di attività di Metroweb. “La strada come museo da riempire di eventi – ha aggiunto Finazzer Flory –. Ho ispirato e condiviso questa iniziativa che sarà ripetuta anche in altri quartieri della città”. Allestita in zona Tortona (nelle vie Tortona, Savona, Montevideo, Bergognone, Voghera, Stendhal, Bugatti, Forcella, Novi, Cerano) dall’11 giugno fino alla fine di novembre, la mostra è nata da un’idea di Monica Nascimbeni ed è patrocinata dal Comune. Il curatore è Davide Giannella e la direzione artistica di Gisella Borioli. Per sei mesi saranno esposti 30 tombini realizzati da 16 street artist (108, 2501, Abbominevole, Bo130, Dem, El Gato Chimney, Faust, Luze, maba, Microbo, Ozmo, Pho, Santy, Sten&lex, Ufo5) grazie alla collaborazione di Attilio Tono e Veronique Pozzi. . |
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BOLOGNA: MOSTRA "POTERE E SPLENDORE. GLI ANTICHI PICENI A MATELICA" AL MUSEO ARCHEOLOGICO. DUE VISITE GUIDATE OGGI APERTURA FINO ALLE 23 |
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Bologna 11 giugno 2009 – Oggi alle ore 18. 30 e alle ore 20. 30 si svolgono le prime due visite guidate alla mostra “Potere e Splendore. Gli Antichi Piceni a Matelica” allestita al Museo Civico Archeologico che, per l´occasione, resterà aperto fino alle 23. Dalle 18. 30 alle 23 il Nu Lounge Bar di via dei Musei 6/F aspetta nel suggestivo cortile del Museo tutti i possessori di biglietto di entrata alla mostra: sarà per loro possibile utilizzare il biglietto della mostra come coupon per consumare un aperitivo o un drink ‘after dinner’ a prezzo ridotto. Anche chi in queste serate non visiterà la mostra potrà comunque approfittare della possibilità di bere qualcosa all’interno del cortile del Museo, in una cornice davvero eccezionale, per una serata d’estate che disseti il corpo e la mente. Per informazioni: 0512757211 http://www. Comune. Bologna. It/museoarcheologico . . |
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