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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Settembre 2009
BPCO, NUOVA MOLECOLA SALVA POLMONI GLI ESPERTI: “UNA SVOLTA STORICA” OLTRE AI TRADIZIONALI BRONCODILATATORI, UN FARMACO ORALE RIDUCE LE RIACUTIZZAZIONI E MIGLIORA LA FUNZIONALITÀ POLMONARE  
 
Vienna, 14 settembre 2009 – Si profila una nuova era nel trattamento della Bpco, (bronco pneumopatia cronico ostruttiva) malattia che causa un decesso ogni 15 secondi nel mondo e che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), entro il 2030 sarà la terza causa di morte. I risultati di 4 studi clinici multicentrici (2 della durata di 6 mesi, 2 di 12 mesi) hanno dimostrato che roflumilast, una nuova molecola antinfiammatoria orale da assumere una volta al giorno, oltre a migliorare la funzionalità polmonare, determina una riduzione statisticamente significativa e clinicamente rilevante delle riacutizzazioni nei pazienti con Bpco da moderata a grave (compresa fra il 15 e il 37%), anche quando associata alla terapia standard. Gli studi, condotti in 10 Paesi, tra cui l’Italia, hanno coinvolto 4500 pazienti. “Roflumilast è un inibitore della fosfodiesterasi 4 (Pde4) e potrebbe rappresentare un importante nuovo trattamento per la Bpco - afferma il professor Fernando Martinez, dell´Università del Michigan, principale autore degli studi durati 12 mesi -. Abbiamo bisogno di nuove alternative per i pazienti e i risultati di questi studi confermano i benefici sperati. La nuova molecola riduce le riacutizzazioni e migliora la funzionalità polmonare, anche in pazienti in cui è molto scarsa”. L’italia ha avuto un peso rilevante nella sperimentazione. “La molecola – spiega Leonardo Fabbri, Professore di Medicina Respiratoria all´Università di Modena e Reggio Emilia e principale autore degli studi di sei mesi - ha una modalità d’azione rivoluzionaria e nei prossimi anni potrebbe diventare l´unica alternativa completamente nuova per il trattamento della Bpco. I risultati mostrano, oltre a confermare i miglioramenti importanti, prolungati e statisticamente significativi della funzionalità polmonare, che roflumilast ha anche rivelato una tendenza a ridurre le complicanze se somministrato in aggiunta ai broncodilatatori a lunga durata d’azione per via inalatoria. I risultati degli studi di 6 mesi hanno esaminato l’efficacia di roflumilast associato a salmeterolo o tiotropio e hanno confermato quanto emerso dagli studi di 12 mesi, mostrando un miglioramento clinicamente rilevante della funzionalità polmonare”. La Bpco è fortemente sottodiagnosticata e sottostimata, ma rappresenta una vera e propria epidemia: in Italia colpisce 2. 600. 000 persone ed è diretta responsabile di 18. 000 decessi ogni anno. Un malato su due non sa di esserlo e la malattia non viene diagnostica nel 50-75% dei casi. Per questo la novità terapeutica presentata nel corso dell’Ers viene valutata con estrema soddisfazione da parte degli pneumologi di tutto il mondo e, dopo i brillanti risultati presentati a Vienna, è ora al vaglio delle autorità regolatorie europee e statunitensi. “Siamo molto soddisfatti dei dati clinici evidenziati dal roflumilast – conclude Anders Ullman, Vice-presidente Esecutivo R&s della Nycomed, azienda farmaceutica svizzera che ha sviluppato il prodotto -. L’uniformità dei risultati è estremamente incoraggiante e siamo molto fiduciosi nel chiaro potenziale terapeutico della molecola. ” .  
   
   
STUDIO STIMOLA LA RICERCA DI UN VACCINO EFFICACE CONTRO LA MALARIA  
 
Bruxelles, 14 luglio 2009 - Ricercatori finanziati dall´Ue hanno dimostrato che è possibile proteggere volontari sani contro la malaria, iniettando loro i parassiti della malattia e trattandoli contemporaneamente con il farmaco antimalarico clorochina. Le scoperte, pubblicate nel New England Journal of Medicine (Nejm), fanno ben sperare che presto sarà possibile sviluppare un vaccino efficace per prevenire questa malattia mortale. La malaria - causata dal Plasmodium, un parassita trasmesso dalle zanzare - uccide oltre un milione di persone ogni anno, molte delle quali sono bambini al di sotto dei cinque anni di età. Creare un vaccino per la malaria si è rivelato difficile, in parte perché l´immunità al parassita è difficile da acquisire, in parte perché ancora non sappiamo esattamente come è costituita l´immunità protettiva antimalarica nell´uomo. Da qualche tempo si era presentata l´idea di usare parassiti irradiati come vaccino, questi però provocano una risposta immunitaria senza essere capaci di svilupparsi completamente nell´organismo umano. Tuttavia, questa tecnica è efficace soltanto se il paziente è stato punto da zanzare irradiate oltre mille volte nel corso di cinque o più sedute di immunizzazione. Ciò rende questa tecnica piuttosto difficoltosa. Prove condotte su animali hanno mostrato che l´immunità può essere raggiunta inoculando agli animali con parassiti intatti, trattandoli contemporaneamente con la clorochina, un farmaco che uccide i parassiti verso la fine del loro ciclo di vita nell´organismo umano. Inoltre, questo trattamento sembra essere molto più efficace del meccanismo con i parassiti irradiati. In questo studio su piccola scala, scienziati in Francia, Paesi Bassi e Singapore hanno infettato dieci soggetti volontari sani con il parassita della malaria trattandoli allo stesso tempo con la clorochina. I volontari venivano punti da zanzare infette da malaria in tre occasioni a intervalli di un mese. Per il confronto, cinque volontari si sono sottoposti allo stesso trattamento ma venivano punti da zanzare non infettate. Dopo otto settimane dall´ultima seduta con le zanzare e quattro dopo l´ultima dose di clorochina, tutti i 15 volontari sono stati esposti alle zanzare infettate dai parassiti della malaria. I volontari che erano stati esposti al parassita nella prima fase dello studio non si sono ammalati, mentre i cinque soggetti di controllo hanno sviluppato i sintomi della malaria e sono stati sottoposti a trattamento. Ora il compito dei ricercatori è di determinare la durata di questa protezione; questo verrà valutato in uno studio di follow-up. In questo esperimento i 15 volontari sono stati trattati con trattamenti antimalarici standard alla fine dello studio in maniera preventiva. Gli scienziati ammettono che neanche questo tipo di vaccinazione è pratico all´uso nella popolazione generale. Ciononostante, fanno notare che le scoperte suggeriscono che "il concetto di vaccini antimalarici completi richiede ulteriore attenzione". Le scoperte sono temporanee; in un altro articolo dello stesso numero del Nejm, gli scienziati riferiscono sulla crescente resistenza del parassita della malaria ai composti dell´artemisia, che sono i farmaci antimalarici più efficaci di cui disponiamo attualmente. Per maggiori informazioni, visitare: Centro medico universitario St. Radboud di Nijmegen: http://www. Umcn. Nl New England Journal of Medicine (Nejm): http://content. Nejm. Org .  
   
   
APPALTO: TIPIZZAZIONE MOLECOLARE NELLA SORVEGLIANZA E CONTROLLO DEL SAMR NEGLI OSPEDALI E NELLA SOCIETÀ  
 
Bruxelles, 14 settembre 2009 - Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha pubblicato una gara d´appalto per la tipizzazione molecolare nella sorveglianza e controllo dello staphylococcus aureus meticillino-resistente (Samr) negli ospedali e nella società. Gli appaltatori dovranno: raccogliere le prove disponibili dell´uso attuale di diversi metodi di tipizzazione molecolare per il Samr nell´ambito della sorveglianza delle malattie nell´Ue, e valutare come queste prove potrebbero essere usate come parte di un modello per l´integrazione dei dati relativi alla tipizzazione molecolare con i dati clinici ed epidemiologici sul Samr conseguiti nell´Ue; esaminare e valutare l´utilità dei diversi metodi di tipizzazione molecolare dei ceppi di Samr contratto in ospedale e nella società per la sorveglianza delle malattie a livello locale/ospedaliero, nazionale ed europeo; valutare come l´integrazione dei dati ottenuti dalla tipizzazione molecolare del Samr contratto in ospedale e nella società con i dati clinici ed epidemiologici conseguiti nell´Ue può essere eseguita a livello locale ed europeo al fine di potenziale la sorveglianza del Samr nell´Ue; - condurre uno studio pilota in un piccolo numero di Stati membri al fine di dimostrare il valore aggiunto relativo alla sorveglianza e controllo del Samr nell´Ue dell´integrazione di dati ottenuti dalla tipizzazione molecolare del Samr con i dati clinici ed epidemiologici. Per ulteriori informazioni, contattare: Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, Tomtebodavägen 11a , All´attenzione di: Procurement, S-171 83 Stockholm , Tel. +46 858 60 1000 , Fax +46 858 60 1001. .  
   
   
IL PIANO CALABRESE DI RIQUALIFICAZIONE E RAZIONALIZZAZIONE DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE 2010-2012  
 
Reggio Calabria, 10 settembre 2009 La Giunta Regionale ha approvato il Piano di riqualificazione e razionalizzazione del Servizio sanitario della Regione Calabria 2010-2012. L’obiettivo strategico del Piano – informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta -è la riqualificazione e il miglioramento dell’intero sistema sanitario regionale. L’attuale sistema mostra diffusi e cronici punti di criticità che implicano livelli mediamente modesti di assistenza e di tutela del diritto alla salute dei calabresi. Ciò impone una riforma strutturale del sistema in modo da garantire standard di sicurezza e di qualità per tutti i cittadini, in particolare per i più deboli. Il Piano aspira a costruire un sistema sanitario con caratteristiche organizzative e qualitative in linea con quelli medi nazionali. Il Piano proposto dalla Giunta Regionale, con il sostegno tecnico e scientifico dell’Agenas e di Kpmg, ha tutte le caratteristiche per scongiurare l’ipotesi di commissariamento della sanità regionale. Il commissariamento non è la soluzione ai problemi della sanità calabrese come l’esperienza ha dimostrato, in Calabria ed in Italia. Il commissariamento è una grave ferita istituzionale senza benefici evidenti per la collettività; per questo la Regione Calabria si oppone con determinazione. Il Piano, organizzato in nove obiettivi generali, 22 obiettivi specifici, 49 obiettivi operativi e 89 azioni-interventi, è prioritariamente orientato a conseguire miglioramenti significativi nelle aree strategiche dell’intero sistema: assistenza territoriale; rete ospedaliera; farmaceutica; personale. Il primo e più importante miglioramento che il Piano vuole conseguire consiste nel potenziare e qualificare i servizi più vicini ai cittadini, ossia quei servizi territoriali che consentono di soddisfare i bisogni diffusi di assistenza sanitaria in loco e che dunque possono limitare i ricoveri ospedalieri impropri. Il secondo miglioramento atteso è la riqualificazione della rete ospedaliera attraverso: a) un potenziamento dell’offerta riabilitativa e di lungodegenza rispondente ai fabbisogni di una popolazione sempre più anziana; b) una riorganizzazione dei presidi ospedalieri di piccole dimensione per accrescere sicurezza, appropriatezza delle prestazioni, efficienza organizzativa; c) dismissioni di reparti insostenibili sotto il profilo della sicurezza e della qualità dell’assistenza, in particolare per le aree chirurgiche e punti nascita; d) l’aumento delle prestazioni sanitarie appropriate. Il terzo miglioramento consiste nel promuovere e conseguire un uso più congruo e appropriato dei farmaci, evitando abusi e consumi inutili e dannosi, nonché un sistema di acquisti da parte delle aziende sanitarie più efficiente e trasparente. Il quarto e ultimo miglioramento attiene ad un idoneo utilizzo delle risorse umane attraverso una più oculata politica del turn-over, un’immissione di personale, soprattutto sanitario, più giovane e motivato, e promuovendo la ricostruzione di vere e proprie “scuole” ospedaliere. A queste quattro aree strategiche, il Piano affianca altre quattro azioni di sistema: struttura organizzativa dipartimentale; meccanismi di monitoraggio e controllo; politica degli acquisti; formazione del personale. Il Piano prevede un rafforzamento significativo degli assetti organizzativi del Dipartimento della salute soprattutto in direzione delle aree economico-finanziaria, produttivo-gestionale, epidemiologica, farmaceutica e legale-contrattualistica. Contemporaneamente, il Piano individua un insieme di azioni rivolte a creare un sistema organico di monitoraggio dei flussi informativi in modo consentire un efficace controllo gestionale. Il Piano prevede, altresì, una progressiva centralizzazione degli acquisti al fine di conseguire economie di scala ed allineare i costi a quelli medi nazionali nonché di accrescere la trasparenza informativa e procedurale, soprattutto attraverso il funzionamento pieno della Stazione unica appaltante che già nei prossimi mesi consentirà di ottenere i primi corposi benefici. Infine, il Piano prevede la costruzione di un sistema di formazione e di aggiornamento sistematico del personale sanitario e amministrativo finalizzato a potenziare l’insieme delle capacità professionali. Il complesso delle azioni e degli interventi del Piano porterà nel 2013, anno a regime, all’equilibrio di bilancio del sistema sanitario regionale, che consentirà da un lato di non incrementare il debito cumulato e, dall’altro, di utilizzare per usi alternativi la leva fiscale regionale. .  
   
   
REGISTRO TUMORI FVG, PRESENTATI I DATI 1995-2005  
 
Trieste, 14 settembre 2009 - Da un lato screening su fasce sempre più ampie di popolazione per consentire diagnosi precoci ed interventi tempestivi; dall´altro campagne di prevenzione per favorire l´assunzione di stili di vita e comportamenti salutari. E poi terapie sempre più moderne ed efficaci. Il risultato è che anche in Friuli Venezia Giulia negli ultimi dieci anni non cresce l´incidenza delle malattie neoplastiche ma soprattutto chi ne viene colpito vive più a lungo, anche se tra gli uomini è forte l´aumento dei casi del carcinoma della prostata, mentre tra le donne crescono quelli alla mammella. Sono questi alcuni tra i principali elementi che emergono dalla lettura del volume "I tumori in Friuli Venezia Giulia. Dati di incidenza, sopravvivenza e prevalenza: 1995-2005", curato dall´Agenzia regionale della Sanità e dal Centro di riferimento oncologico di Aviano (Cro) e presentato l’ 11 settembre a Trieste dall´assessore regionale alla Salute e Protezione sociale, Vladimir Kosic e dal direttore del Registro Tumori Diego Serraino. Erano presenti anche il direttore generale del Cro Giovanni Del Ben e Loris Zanier dell´Agenzia della Sanità. La pubblicazione, che offre informazioni sull´incidenza dei tumori nell´ultimo biennio di registrazione, il 2004-2005, sull´andamento temporale di queste patologie nel periodo 1995-2005, e sulle persone che sono ancora in vita a vari periodi dopo la diagnosi, se certamente è rivolta agli addetti ai lavori, risulta particolarmente utile, come ha detto Kosic, a "permettere scelte politiche corrette, basate sul rigore scientifico, per dare risposte a tematiche che altrimenti restano drammatiche". Più nel dettaglio, in regione si sono registrati in media quasi 8. 400 nuovi casi di tumore negli ultimi due anni presi in esame (2004-2005). E se la maggioranza delle diagnosi riguarda persone con più di 65 anni di età, ad essere colpiti sono in misura maggiore ancora gli uomini (circa 8 casi ogni 1. 000 abitanti) rispetto alle donne (6 su 1. 000). Tra i maschi, come detto, i tumori maggiormente diagnosticati sono quelli alla prostata (23,3 per cento), che risultano anche in costante e sensibile aumento nel decennio considerato. Ma ciò sembra dovuto alla rapida diffusione delle pratiche di screening tramite Psa. A seguire vi sono i tumori al colon-retto (23,7 p. C. ) e al polmone (13,3 p. C. ), che non è più, come in passato, l´organo più interessato dalle malattie neoplastiche, "grazie ad un´ottima legge nazionale e alle campagne anti-fumo", ha sottolineato l´assessore, rimarcando l´importanza della prevenzione e delle diagnosi precoci, cui l´Amministrazione regionale dedica da sempre particolare attenzione. Più graduale, invece, nelle donne, l´aumento dei casi di tumore alla mammella, mentre, sebbene modesto, merita attenzione il numero di giovani donne colpite da melanoma: circa 40 i casi all´anno, facilmente evitabili con un´adeguata protezione dai raggi solari o ultravioletti artificiali. Dati molto incoraggianti vengono infine messi in luce dall´analisi della sopravvivenza. Aumentano infatti le persone ancora in vita a cinque anni dalla diagnosi. Si stima che attualmente nella nostra regione vivano circa 40 mila persone a cui è stato diagnosticato un tumore. Di fatto, come è stato sottolineato sia da Kosic che da Serraino, le informazioni contenute nel volume, oltre a fornire un quadro puntuale della situazione, danno un contributo importante a tutti i soggetti coinvolti nella lotta contro il cancro: dalla ricerca epidemiologica alla valutazione degli esiti di interventi preventivi ed assistenziali, alle politiche di programmazione sanitaria. Azioni cui "un contributo significativo - ha concluso Kosic - viene anche da un´alleanza terapeutica e progettuale con le associazioni di volontariato". .  
   
   
SANITÀ, ANIMALI E UOMO ALLEATI CONTRO I TUMORI NASCE IN REGIONE LIGURIA IL FORUM ONCOLOGIA COMPARATA  
 
 Genova, 14 Settembre 2009 - Nasce il Forum Mediterraneo dell´Oncologia Comparata. L´associazione, nata dall´idea di studiosi, medici e veterinari di vari Paesi è stata costituita il 10 settembre nella sede della Regione Liguria. Tra i promotori, presente con l´assessore alla salute Claudio Montaldo il ministro rumeno Marian Zlotea, presidente dell´autorità nazionale di sanità veterinaria e sicurezza alimentare,accompagnato dal console onorario di Romania a Genova Massimo Pollio L´oncologia comparata è una disciplina scientifica che punta a realizzare nuovi obiettivi terapeutici a beneficio sia degli uomini, sia degli animali. Anche gli animali domestici, cani e gatti colpiti dal cancro rispondono alla malattia in modo simile all´uomo . Fondamentale, secondo gli esperti, lo studio comparato dei tumori. Il forum, a carattere internazionale, in Italia vede coinvolti il Centro di referenza per l´oncologia comparata Cerovec , diretto da Angelo Ferrari, nominato presidente del Forum Mediterraneo l´Istituto tumori di Genova, diverse facoltà di Medicina e Chirurgia, Medicina veterinaria e numerosi Istituti Zooprofilattici. L´associazione ha come obbiettivi prioritari promuovere e valorizzare la cultura della prevenzione, della conoscenza, e della ricerca in oncologia medica e veterinaria, sviluppare iniziative che favoriscano una maggiore consapevolezza sull´importanza dell´educazione e della prevenzione oncologica in campo umano e animale e svolgere attività di informazione e formazione, nonché di collaborazione scientifica in ambito nazionale ed internazionale, come nel caso dell´Istituto Zooprofilattico Sperimentale, l´Istituto Tumori di Genova insieme alla Società Oncologica Rumena. .  
   
   
NUOVE TECNOLOGIE AL SERVIZIO DI UNA MIGLIORE VITA IN CASA DEI SOGGETTI DEBOLI: A LECCE IL PRIMO FORUM NAZIONALE LA PROVINCIA DI TRENTO TRA I PROMOTORI DELL´ASSOCIAZIONE AMBIENT ASSISTED LIVING  
 
Lecce, 14 settembre 2009- Telemedicina, teleassistenza, telemonitoraggio, tecnologie assistive per gli ambienti di vita, inclusione sociale, domotica, ovvero tutto ciò che le nuove tecnologie possono essere messe oggi a disposizione di anziani, soggetti deboli e disabili per vivere meglio in casa e sulle quali da tempo Provincia autonoma di Trento sta investendo risorse e progetti: di tutto questo se ne è parlando il 10 settembre a Lecce al primo Forum italiano Ambient Assisted Living, nel cui comitato promotore è presente, proprio in virtù dell´esperienza che può vantare nell´ambito dell´e-welfare, anche la Provincia di Trento, la Fondazione Bruno Kessler e il Gruppo per l´Informatica. Nella prospettiva di un aumento progressivo dell´età media della popolazione, in un contesto sociale sempre più vulnerabile e fragile, vi è la necessità di individuare soluzioni avanzate, affidabili e socialmente accettabili per far fronte ai costi aggiuntivi dovuti all´invecchiamento della popolazione. A partire da tali considerazioni la Provincia autonoma di Trento e gli altri enti promotori del Forum hanno inteso costituire un´associazione nazionale allo scopo di contribuire, in un´ottica interdisciplinare, allo sviluppo di tali politiche, promuovendo la diffusione, la conoscenza e l´utilizzo delle nuove tecnologie di supporto agli ambienti di vita, con particolare riguardo alle esigenze delle persone anziane e fragili, mettendo in rete le buone esperienze maturate a livello locale, nazionale e internazionale. Alla sessione del Forum dedicata all´"inclusione sociale" sono intervenuti, illustrando le esperienze in corso in Trentino, Luciano Malfer, responsabile del Progetto per le politiche familiari e il sostegno alla natalità della Provincia autonoma di Trento, Fabio Pianesi della Fondazione Bruno Kessler e Fausto Manzana amministratore di Gruppo per l´Informatica Gpi Spa di Trento. Di seguito il documento del comitato promotore che, nel giro di qualche mese, porterà alla nascita dell´Associazione nazionale Ambienti Assisted Living, che si federerà all´Associazione europea. Sfide Demografiche E Nuove Tecnologie Verso l’Associazione italiana Ambient Assisted Living Nella prospettiva di un aumento progressivo dell’età media della popolazione, in un contesto sociale sempre più fragile e vulnerabile, vi è la necessità di individuare nuovi modelli di intervento che coinvolgano una pluralità di attori secondo logiche interdisciplinari. Si rende necessario ricercare e sperimentare nuovi servizi che valorizzino le potenzialità dell’Ict mettendo in campo servizi avanzati, affidabili e socialmente accettabili per far fronte ai costi aggiuntivi del welfare che si prospetteranno negli anni a venire. A partire da tali considerazioni il comitato promotore del primo Forum italiano Ambient Assisted Living (Aal) intende sottolineare le finalità e l’importanza di questo nuovo approccio per rispondere a tali necessità in modo innovativo tramite lo sviluppo di una nuova cultura, di nuove tecnologie e di nuovi servizi. A tal proposito ritiene sia opportuno aprire, per la prima volta in Italia, su tematiche fortemente discusse in ambito europeo una discussione ampia e un confronto approfondito, coinvolgendo tutti gli attori del sistema, sul tema dell’Aal e sulla ricerca scientifica, tecnologica e sociale collegata. Il comitato promotore ritiene che per affrontare le sfide sopra richiamate, sia necessario proporre la costituzione di un’Associazione nazionale che opera su tali temi perseguendo i seguenti scopi: · contribuire allo sviluppo delle politiche e degli indirizzi strategici nel settore dell’ Ambient Assisted Living a livello regionale e nazionale in costante coordinamento con gli indirizzi e gli orientamenti europei · diffondere in Italia la conoscenza e l’utilizzo delle tecnologie innovative di supporto agli ambienti di vita, con particolare riguardo alle esigenze delle persone anziane e/o con diverse forme di fragilità, · considerare, a tali fini, tutti gli aspetti scientifici, tecnologici, culturali e sociali, in un contesto multi e interdisciplinare · mettere in rete gli enti soci e le loro esperienze al fine di realizzare ogni proficua forma di collaborazione · promuovere, sostenere e coordinare tematiche ed iniziative di comune interesse, sia a livello nazionale che internazionale, con particolare riguardo al contesto europeo La costituenda Associazione perseguirà tali scopi secondo un approccio multidisciplinare con tutte le modalità ritenute opportune tra le quali: · organizzando congressi e workshop nazionali e internazionali, · promuovendo giornate di studio, riunioni e discussioni tecniche, · patrocinando pubblicazioni scientifiche e altre forme di diffusione delle conoscenze · sottoscrivendo accordi e convenzioni con istituti finanziari, operatori, produttori, istituzioni pubbliche e associazioni di settore · organizzando corsi di istruzione e formazione e ricercando la collaborazione con federazioni, associazioni ed enti italiani ed esteri aventi analoghe finalità · particolare attenzione verrà data al collegamento tra realtà locali e livello nazionale, anche tramite l’organizzazione di manifestazioni ed eventi itineranti che facciamo emergere e portino a più ampia conoscenza esperienze maturate a livello locale. Il comitato promotore: Centro Nazionale Ricerche; Comune di Lecce; Provincia Autonoma di Trento; Fondazione Bruno Kessler -Trento; Mr&d Institute - Gallarate Milano; Associazione Abitare e Anziani – Roma; Gruppo per l’informatica – Trento; Società Italiana Gerontologia e Geriatria. .  
   
   
IN VENETO 209 TRAPIANTI DI RENE L’ANNO, ALTRA ECCELLENZA” . APERTO A VERONA IL 12° SEMINARIO DI NEFROLOGIA. IL 10% DEI VENETI HA PROBLEMI RENALI, 600 NUOVI CASI GRAVI L’ANNO  
 
Venezia, 14 settembre 2009 - Nell’ultimo anno in Veneto sono stati effettuati 209 trapianti di rene su un totale di 579 registrati nell’intera area del Nord Italian Transplant, il che pone la nostra regione all’avanguardia in Italia, e un notevole contributo è venuto dal Centro Trapianti di Verona con 45 operazioni effettuate. Questi dati hanno fatto da sfondo all’intervento con cui l’ 11 settembre l’Assessore regionale alla Sanità Sandro Sandri ha aperto a Verona il 12° Seminario Veronese di Nefrologia, ormai tradizionale appuntamento dedicato agli specialisti e all’approfondimento di numerosi aspetti di questa importante branca della medicina: nefrologia clinica, trapianto renale, dialisi, ipertensione arteriosa. “Di questi problemi – ha riferito Sandri – soffre circa il 10% della popolazione, che assistiamo con una efficiente rete di 22 Centri Dialisi e 4 Centri Trapianto, ma non dobbiamo abbassare la guardia, perché ogni anno si presentano 600 nuovi casi gravi da trattare con dialisi o da trapiantare. Si tratta di situazioni di cronicità, legate anche all’aumento della vita media, alle quali dovremmo rispondere con un potenziamento della rete nefrologica e la sua estensione sul territorio, utilizzando anche le molte sinergie possibili con l’uso dell’informatica”. Sandri ha posto anche l’accento sull’importanza della prevenzione: “ individuare precocemente i casi di insufficienza renale – ha detto – consente infatti di distinguere i soggetti a più alto rischio di progressione della malattia da indirizzare ai servizi di nefrologia, da quelli a basso rischio per i quali è sufficiente mettere in atto adeguate misure dietetiche e farmacologiche per ridurre il rischio di morte”. A partire dal 1998 il numero di pazienti trattati con emodialisi, trapianto o dialisi peritoneale è progressivamente aumentato, ma se si considera l’incremento percentuale sino ad oggi, il dato più rilevante riguarda i pazienti trapiantati il cui numero è aumentato di oltre 60% in un decennio a fronte di un aumento dell’emodialisi del 10% e della dialisi peritoneale del 30%. I dati epidemiologici degli ultimi 10 anni mostrano un vistoso cambiamento dello scenario regionale: è molto cresciuto nei malati cronici il peso delle classi di età avanzata, mentre è rimasto stabile quello delle classi con meno di 65 anni. Tra il 1998 e il 2007 i pazienti con età superiore a 75 anni sono aumentati del 40% e quelli nella classe 65-75 anni del 20%. .  
   
   
SANITÀ IN CAMPANIA, APPROVATO PROTOCOLLO OPERATIVO PER AFFRONTARE H1N1. AL VIA NUMERO VERDE E DECALOGO PER INFORMARE I CITTADINI.  
 
Napoli, 14 settembre 2009 - La Giunta regionale, su proposta del presidente Antonio Bassolino e dell’assessore alla Sanità Mario Santangelo, ha deliberato le linee di indirizzo per l´organizzazione delle attività cliniche relative all’influenza H1n1. Le linee sono state elaborate dal Tavolo di concertazione permanente dedicato alle problematiche dell’attuale pandemia H1n1, con la collaborazione del presidente dell’ordine dei medici Peperoni e delle principali organizzazioni medico-sanitarie. Punto centrale del documento è l’indicazione di un protocollo operativo che codifica ufficialmente: soggetti e le casistiche da sottoporre alle indagini per la definizione dell’infezione; soggetti che devono essere ricoverati; soggetti che vanno sottoposti al trattamento antivirale sia profilattico che terapeutico; le condizioni di rischio più elevate e di malattia severa o complicata. Per tranquillizzare i cittadini, è in corso di elaborazione un decalogo informativo sulla H1n1 che verrà divulgato al più presto sul territorio regionale attraverso una campagna di comunicazione istituzionale pianificata sui principali media. Sempre dai prossimi giorni, il numero verde della Sanità regionale (800. 187. 514) fornirà informazioni utili ai cittadini campani sull’incidenza dell’H1n1 e sulle strutture sanitarie da contattare in caso di necessità. “I cittadini campani possono stare tranquilli” ha dichiarato l’assessore Santangelo. “Dalle analisi in corso si ricava con evidenza che la diffusione dell’infezione è più lenta rispetto a quanto era stato finora previsto. Allo stato attuale la H1n1 si comporta come una normale influenza e ha una mortalità, su una base di 10mila infettati, più bassa rispetto a quella determinata da un normale influenza. Non servono dunque psicosi e allarmismi, siamo organizzati e pronti a gestire una problematica che si sta presentando molto meno grave di quanto si era ipotizzato” ha concluso Santangelo. .  
   
   
SIANI ALLA SUN, BERTOLI ALL’ARSAN E NARDONE ALLA ASL NA2 DELLA CAMPANIA  
 
Napoli, 14 settembre 2009 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla Sanità Mario Santangelo, ha deliberato la nomina del dott. Alfredo Siani a direttore generale dell´azienda ospedaliera-universitaria Sun (seconda Università di Napoli). Siani dirige il dipartimento di radiologia dell´Istituto Pascale ed è presidente della Società Italiana di Radiologia. In passato ha ricoperto incarichi di amministratore delegato presso importanti strutture sanitarie. La dott. Ssa Lia Bertoli è il nuovo direttore generale dell´Arsan. Già commissario dell´Asl Na2, la dott. Ssa Bertoli ha ricoperto ruoli di prestigio sia presso l´assessorato alla Sanità, sia presso la stessa Arsan dove ha collaborato alla realizzazione dei piani ospedalieri e sanitari. Il dott. Franco Nardone assume l´incarico di commissario dell´Asl Na2. Il dott. Nardone è stato segretario generale della Provincia di Napoli e di quella di Teramo e ha guidato le amministrazioni di diversi comuni ed enti pubblici. Il presidente Bassolino inoltre, su proposta dell´assessore Santangelo, ha decretato la nomina del professor Lucio Vizzioli a presidente del Consiglio di indirizzo e verifica dell´Irccs Fondazione Pascale. Contestualmente ha nominato il professore Filiberto Cimmino quale componente dello stesso consiglio di indirizzo e verifica. . .  
   
   
NESSUNA “PAGELLA” AI DIRETTORI GENERALI DELLE ULLSS E AZIENDE OSPEDALIERE DEL VENETO  
 
Venezia, 14 settembre 2009 - In merito alla pubblicazione su alcuni quotidiani veneti di presunte “pagelle” e relativa “classifica” riguardo alle valutazioni in corso sull’operato dei Direttori Generali della sanità veneta, la Giunta regionale precisa quanto segue: “Il processo di valutazione dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie è un obbligo di legge (previsto dal Decreto Legislativo n. 502 del 1992), definito per il periodo in questione con la delibera di Giunta Regionale n. 2860 del 7 ottobre 2008, nella quale sono tra l’altro evidenziati gli indicatori utilizzati per la valutazione dei Dg. I dati utilizzati sono quelli trasmessi dalle stesse Aziende alla Regione ed ai Ministeri del Welfare e delle Finanze. Quando necessario, le Direzioni regionali competenti hanno chiesto chiarimenti direttamente alle Aziende. Le valutazioni conseguenti sono state compiute dalle diverse Direzioni interessate in maniera indipendente l’una dall’altra e sottoposte agli Assessori competenti. Il peso assegnato a ciascun indicatore è stato concordato con una rappresentanza qualificata dei D. G. Le valutazioni tecniche sono state distribuite su un arco temporale di 5 anni per poter considerare le singole operatività a tutto tondo. I risultati del primo anno di tale lavoro confermano che tutti i Dg hanno superato ampiamente gli obiettivi fondamentali loro assegnati. A tal proposito si precisa che non esiste nessuna “pagella”, in quanto nel corso della procedura non è stato compiuto alcun confronto tra un Dg e l’altro, ma una singola valutazione dei singoli risultati che consentirà alla Giunta regionale di quantificare l’importo economico del premio annuale da riconoscere. La valutazione finale sarà ovviamente compiuta dalla Giunta regionale nella sua collegialità e, anche sulla base della relazione tecnica della Segreteria Regionale Sanità e Sociale, verranno assunte le relative decisioni. Va infine sottolineato che la procedura di valutazione è trasparente in quanto sostanziata da dati oggettivi e verificabili, utilizzando la delibera 2860 sopra citata”. .  
   
   
SANITA´ IN ABRUZZO:WORKSHOP SU EPIDEMIOLOGIA E DATI NELLA PREVENZIONE  
 
Pescara, 14 settembre 2009 - Oggi a Pescara, presso la sala conferenze dell´Agenzia Sanitaria Regionale in via Monti 9, dalle ore 9 alle 17, si svolge il workshop "Epidemiologia e flusso dei dati nella prevenzione" organizzato dal "Servizio Gestione flussi informativi, mobilità sanitaria e procedure informatiche" dell´assessorato alle politiche della salute. Si parlerà del piano di rientro in Abruzzo, delle enormi potenzialità offerte dalle nuove tecnologie in sanità come il braccialetto elettronico, nonché della gestione e delle prospettive del dato nella governance abruzzese. .  
   
   
INTERRUZIONI VOLONTARIE DI GRAVIDANZA CON RU486, IN EMILIA-ROMAGNA RAPPRESENTANO CIRCA IL 5% DELLE IVG TOTALI. L´ASSESSORE BISSONI: "SOMMINISTRAZIONE NEL RIGOROSO RISPETTO DELLA LEGGE 194 E SECONDO UN PRECISO PROTOCOLLO CLINICO. LA DONNA NON VIENE ABBANDONATA"  
 
 Bologna, 14 settembre 2009 – Una somministrazione che avviene “nel rigoroso rispetto della legge 194 e secondo un preciso protocollo clinico”, concordato tra i professionisti del Servizio sanitario regionale, che definisce il percorso assistenziale e le procedure per il consenso informato. L’ha ribadito oggi l’assessore alle Politiche per la salute della Regione Giovanni Bissoni, a proposito dell’utilizzo della pillola Ru486 in Emilia-romagna. “Non c’è nessuna violazione della legge, nessun abbandono della donna – ha sottolineato l’assessore – . Proprio stamani abbiamo incontrato i clinici che praticano l’interruzione volontaria di gravidanza con il metodo farmacologico; abbiamo condiviso insieme, dopo una prima lettura delle procedure che l’Aifa ha introdotto, di approfondire il tema del percorso di presa in carico, del dosaggio farmacologico e del periodo di osservazione. Tutti i clinici concordano – ha concluso Bissoni – che il terzo giorno, dopo la somministrazione alla donna del secondo farmaco, sia bene rispettare un periodo di osservazione (indicato peraltro dall’Emea, l’Agenzia europea per i medicinali) di almeno tre ore. Dopodiché il medico e la donna valuteranno se per lei è possibile tornare a casa”. La legge 194, per l’Ivg entro i primi 90 giorni, all’articolo 8 non prevede l’obbligatorietà del ricovero, che pure, e giustamente, viene previsto in Emilia-romagna come in tutto il Paese e, all’articolo 15, invita a ricercare le tecniche più moderne e più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna. Le procedure previste in Emilia-romagna si inseriscono pienamente nelle indicazioni contenute nella 194, rispettando dunque il diritto della donna di scegliere e del medico di agire secondo scienza e coscienza nel rispetto della salute della paziente. Le linee guida regionali - Le linee guida regionali stabiliscono obbligatoriamente la somministrazione della Ru486 entro la 7° settimana di gravidanza e in regime di ricovero ospedaliero, nella forma del day hospital, così come per altro avviene per l’Ivg chirurgica che è praticata in day surgery. La donna deve firmare il “consenso informato” dopo la lettura delle “note informative” che descrivono analiticamente quali sono le condizioni cliniche e di natura psicosociale (comprensione della lingua italiana, possesso di un telefono, disponibilità ai controlli) che permettono l’assunzione della Ru486, il percorso assistenziale in ospedale, le indicazioni per l’assistenza al ritorno a casa in caso di effetti collaterali (vomito, dolori addominali, mal di testa, diarrea), la tipologia dei farmaci utilizzati. Fin da quando è stata introdotta in Emilia-romagna la possibilità di Ivg con Ru486 nel 2006, particolare attenzione è stata dedicata alla definizione del consenso informato proprio per il particolare ruolo esercitato dalla donna quando decide di ricorrere a questa metodica. Nell’ambito dei percorsi stabiliti con la delibera 1690/2008 (linee di indirizzo per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza nell’ambito dei Piani di zona per la salute e il benessere sociale) sono stati istituiti gruppi di lavoro per la valutazione e il miglioramento della qualità dell’assistenza. Uno di questi gruppi sta svolgendo un monitoraggio e una valutazione clinica sull’utilizzo della metodica farmacologica per l’Ivg. I temi su cui il gruppo sta lavorando sono il controllo del dolore, il processo di presa in carico con particolare riferimento alle fasi di osservazione in ospedale, il rapporto con la fase domiciliare, il dosaggio e l’utilizzo dei farmaci. La riflessione del gruppo si arricchisce delle indicazioni emerse nel processo autorizzativo dell’Aifa relativo alla Ru486, i cui risultati potranno costituire integrazioni alle linee regionali vigenti. I dati - Le interruzioni di gravidanza con metodo farmacologico nel 2008 sono state 526, e rappresentano il 4,7% delle Ivg totali (11. 124). Erano state 563, il 5% del totale (11. 274), nel 2007. Nel primo trimestre 2009 sono state 161 le Ivg farmacologiche, il 5,4% delle 2. 986 Ivg totali (erano state 161 nel primo trimestre 2008, il 5,3% delle 3. 064 Ivg totali). Nel 2008, la metodica è risultata efficace nel 94,7% dei casi, nel 5,3% (28 casi) è stata necessaria una revisione di cavità. Nel primo trimestre 2009 è risultata efficace nel 95% dei casi (nel 2007 l’efficacia era stata registrata nel 94,4% dei casi). Come emerge dai dati, l’efficacia della metodica è andata progressivamente migliorando anche per la migliore capacità di valutazione ecografica acquisita dai professionisti. .  
   
   
BOLZANO.PRESENTATA DA THEINER LA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE “SEGNALE D’ALLARME: L’INFARTO NELL’UOMO E NELLA DONNA”  
 
Bolzano, 14 settembre 2009 - -Presentata dall´assessore alla sanità ed alle politiche sociali, Richard Theiner, la campagna di informazione e di sensibilizzazione “Segnale d’allarme: l’infarto nell’uomo e nella donna” promossa dall´´Assessorato in collaborazione con la Centrale Provinciale per le Emergenze 118, la Fondazione Cuore Alto Adige, Heart Care Foundation, Upad e Gender Medicine. Riguardo all’infarto cardiaco, ha sottolineato nel corso della conferenza stampa odierna l’assessore provinciale alla sanità ed alle politiche sociali, Richard Theiner, vi è attualmente scarsa informazione soprattutto per quanto riguarda l’incidenza di genere. È, infatti, errato ritenere che l’infarto cardiaco colpisca prevalentemente l’uomo rispetto alla donna. Al contrario l’infarto è una piaga sociale in cui le donne, come in altri settori, stanno superando gli uomini. Nel 2007, negli ospedali dalla provincia sono state ricoverate 1. 754 persone con diagnosi di infarto. Di questi 843 erano maschi e 911 femmine, che quindi erano in maggioranza. L’anno successivo, i ricoveri per infarto sono stati in tutto 1. 506, e anche qui, in base ai dati statistici della relazione sanitaria provinciale, le donne hanno superato gli uomini, rispettivamente con 777 e 729 casi. Già questi dati dimostrano che non è affatto vero che l’infarto colpisca prevalentemente i maschi, come spesso si sente dire, anzi l’infarto è una piaga sociale in cui le donne, come in altri settori, stanno superando gli uomini. Inoltre, dalla ricerca medica è emerso che in una donna i segni premonitori di un infarto acuto o imminente si manifestano in modo diverso che in un uomo. Nell’uomo, ad esempio, si manifesta dolore al torace, senso di costrizione e soffocamento, debolezza improvvisa e pallore. Nelle donne i sintomi possono essere diversi e si manifestano spesso: respiro corto o affannoso, nausea, dolori addominali e vomito, dolore alla schiena o alla mandibola, stanchezza profonda ed inspiegabile. Nel corso del suo intervento l’assessore Theiner ha sottolineato: “Per me come assessore alla sanità è importante sapere che alla centrale d’emergenza, nei servizi di soccorso, negli ospedali e nei distretti sanitari operano degli specialisti esperti ed affidabili, in grado di riconoscere e valutare immediatamente questi sintomi. Da questo punto di vista, il nostro Ufficio per la formazione del personale sanitario ha già svolto un’opera assidua con corsi di formazione e aggiornamento mirati. Stiamo realizzando questa campagna di sensibilizzazione insieme alla Centrale d’emergenza 118 del Servizio sanitario provinciale, alla Fondazione cuore Alto Adige, all’Upad e all’Hcf, la fondazione internazionale per la salute del cuore rappresentata dalla sua filiale italiana Anmco. In questa sede, quindi, vorrei ringraziare dell’impegno profuso tutti gli operatori, gli amici e gli sponsor di queste istituzioni”. L’assessore ha quindi aggiunto “La campagna d’informazione che vi presentiamo oggi è pensata per imprimere nella coscienza della popolazione l’importanza di riconoscere i sintomi dell’infarto cardiaco, una vera piaga sociale che colpisce tutti, senza distinzione di sesso. Ciascuno dovrebbe saper riconoscere questi sintomi, che si manifestano in modo diverso negli uomini e nelle donne. E soprattutto vorremmo ottenere uno scopo preciso: fare in modo che in ogni situazione d’emergenza, e ogni volta che una persona sta male, per prima cosa si chiami il 118”. Sono seguiti gli interventi di Walter Baumgartner, presidente della Fondazione Cuore Alto Adige, Manfred Brandstätter, direttore della Centrale provinciale per le Emergenze, Andrea Erlicher, presidente regionale dell’Anmco in rappresentanza dell’associazione “Hert Care Foundation”, ed Elisa Morra, specialista in cardiologia all’Ospedale di Merano. In particolare il dott. Brandstätter ha illustrato nel dettaglio l’attività svolta dalla Centrale provinciale per le Emergenze 118 che gestisce in media ogni 24 ore 1450 chiamate. Nel 2008 sul “118” sono state evase oltre 118. 000 chiamate d’emergenza e oltre 23. 000 sul “115”. Il 118 in particolare riceve, valuta ed evade le chiamate d’emergenza, coordina e gestisce i mezzi di soccorso, ottimizza le risorse dentro e fuori dell’ospedale, dà informazioni sulle farmacie e medici di turno, allerta e coordina lo psicologo e l’assistenza spirituale d’emergenza. Il servizio si basa su di una tecnologia d’avanguardia ed è dotato di 2 elicotteri dell’Elisoccorso Provinciale 365 giorni all’anno più un elicottero dell’Aiut Alpin Dolomites, nelle stagioni turistiche, sia invernale che estiva, garantendo il servizio durante le ore diurne. Pronti ad intervenire su chiamata 24 ore su 24 vi sono inoltre 8 autoambulanze di soccorso con medico a bordo, ubicate presso tutti gli ospedali della provincia più 35 ambulanze di soccorso, distribuite capillarmente su tutto il territorio Il lavoro nella Centrale 118 si svolge su turni di 12 ore su 9 postazioni di lavoro, provviste di un sistema informatico e di un sistema radio e telefonico. Sono sempre in servizio un infermiere capoturno, 3-4 call-taker e 2-3 dispatcher. Il lavoro si basa su una cartografia esatta per l’identificazione del luogo dell’emergenza. È la cartografia ufficiale della Provincia, nella quale sono riportati tutti i nomi delle località, anche agricole, dei masi, dei rifugi, delle cime montane, dei sentieri, ecc. Cliccando con il mouse si possono inoltre determinare velocemente coordinate geografiche. Il lavoro si svolge secondo procedure prestabilite, in cui tuttavia è lasciato spazio alla professionalità dei singoli collaboratori. Recentemente è stato elaborato un Protocollo operativo per la sindrome coronaria acuta e l’infarto acuto del miocardio, concordato e condiviso con tutti i reparti e servizi operanti a livello provinciale per questo tipo di patologia. .  
   
   
UN’IMMERSIONE NEL PASSATO PER IL PRESENTE, SOGNANDO IL FUTURO CASA RICCHIERI: 10 ANNI E VOGLIA DI VITA LA COMUNITÀ DI ACCOGLIENZA IN FESTA IL 2 OTTOBRE A PORDENONE  
 
Pordenone, 14 settembre 2009 - Festa grande a Pordenone tra poco più di due settimane per celebrare il 10^ anniversario dall’apertura di Casa Ricchieri, fiore all’occhiello nell’ambito dei servizi dedicati alla salute mentale post basagliana gestito da Cooperativa Itaca in stretta collaborazione con il Dsm dell’Ass6 Friuli Occidentale. Il prossimo 2 ottobre infatti la città di Pordenone festeggerà i 10 anni della nascita di Casa Ricchieri, la Comunità di accoglienza situata in via Ricchieri, con una grande festa organizzata dalle persone che quella Casa vivono ogni giorno. “Intendiamo celebrare l’evento così da continuare un cammino che vede la nostra Casa al centro di eventi culturali - fanno sapere i ‘ricchieriani’ - quali mostre e concerti, allo scopo di promuovere l’apertura verso l’esterno della nostra esperienza di riabilitazione”. Casa Ricchieri è una struttura di accoglienza residenziale interamente gestita dalla Cooperativa sociale Itaca, dove una decina di persone con sofferenza mentale, svantaggio o disadattamento sociale trova ospitalità ed aiuto. In stretta sinergia con il Dipartimento di salute mentale di Pordenone, la Casa è stata in grado in questi anni di formare tra beneficiari ed operatori un “gruppo famiglia” per rassicurarsi, riappropriarsi delle proprie capacità, reinserirsi nella dimensione sociale. Il servizio è certamente uno dei fiori all´occhiello - non solo per l´Azienda sanitaria n. 6 Friuli Occidentale e per Itaca, ma per l´intera Città di Pordenone - in quell´ampio procedimento di deistituzionalizzazione attivato anche nel Pordenonese a seguito sia della Legge 180, promulgata il 13 maggio 1978, sia della progressiva chiusura negli anni Novanta dell´ex ospedale psichiatrico udinese di Sant´osvaldo, che vide recluse e segregate tantissime persone provenienti anche dal Pordenonese. Nell’ambito della salute mentale, Casa Ricchieri è indubbiamente un alto esempio di buone prassi grazie alla stretta collaborazione tra il Dsm dell’Ass6 e Itaca. Sinergia che si applica inoltre non solo nelle strutture residenziali riabilitative sparse nel territorio ma anche nei laboratori dei Centri diurni dei Centri di salute mentale. In ogni luogo si lavora per programmi individuali con le persone inserite, cercando di usufruire il più possibile dei contesti informali, esterni al circuito “sanitario” che il territorio offre, comprese le attività legate alla Cooperazione sociale di tipo B ed agli inserimenti lavorativi. Il rapporto che esiste tra l’esperienza cooperativistica di Itaca ed il senso che permea i 10 anni di Casa Ricchieri raffigura due componenti essenziali ed inscindibili di un percorso riabilitativo nella salute mentale. Un percorso fatto anche di riacquisizione dei diritti. Itaca da sempre intende perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e alla integrazione sociale delle cittadine e dei cittadini - come recita la mission della Coop friulana - attraverso la gestione di servizi socio-sanitari educativi orientati in via prioritaria, ma non esclusiva, alla risposta ai bisogni di persone in condizioni di svantaggio fisico, psichico e sociale, anziani e minori. La sera del 2 ottobre la festa inizierà alle 19 con l’apertura dei festeggiamenti, il benvenuto delle autorità, mentre alle 20 sarà la volta del concerto con il gruppo “Emfaber Band”. Info: 0434 367188.  
   
   
AL VIA BANDO PER LA PROGETTAZIONE DEL NUOVO OSPEDALE FELETTINO DELLA SPEZIA  
 
Genova, 14 Settembre 2009 - Sarà pubblicato nei prossimi giorni sulla Gazzetta Europea il bando per la progettazione del nuovo ospedale Felettino della Spezia che è stato presentato l’ 11 settembre presso il Camec, il Centro di Arte Moderna e Contemporanea della Spezia, con la partecipazione del presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, dell´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo, del sindaco della Spezia, Massimo Federici, dell´assessore alle politiche sanitarie del Comune della Spezia, Omero Belloni, del direttore della Asl 5 Spezzina, Gianfranco Conzi e del presidente del comitato del nuovo ospedale, Attilio Ferrero. Si tratta di un bando comunitario per lo sviluppo del progetto preliminare e definitivo della struttura ospedaliera. Il termine per la ricezione delle offerte sarà di tre mesi dalla data di pubblicazione del bando, previa la necessaria selezione dei concorrenti da invitare. La presentazione della progettazione preliminare avverrà dopo 120 giorni dalla sottoscrizione del contratto. A questo seguirà la stipula dell´accordo di programma tra i vari enti competenti per decidere le procedure successive per la realizzazione del nuovo Felettino e la valorizzazione del S. Andrea. "Si tratta di un grande investimento nel campo dell´edilizia ospedaliera - ha ribadito oggi il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando - la prima opera sanitaria a livello ligure integralmente finanziata che non graverà sulla gestione della Asl 5 Spezzina in quanto abbiamo aspettato, per procedere, di mettere in pista l´intero finanziamento per chiudere definitivamente la stagione dei disavanzi sanitari". Il sindaco della Spezia Massimo Federici ha sottolineato che "si sta compiendo un altro passo concreto molto importante e molto atteso per la realizzazione del nuovo ospedale grazie all´impegno della Regione Liguria. Si riconosce alla comunità spezzina tutto il diritto e la dignità di avere un ospedale moderno e funzionale, rafforzando così il nostro ruolo di capoluogo". "Sarà un ospedale - ha detto Federici - a totale finanziamento pubblico senza altri interventi che potrebbero complicare il buon andamento del percorso". Sarà Infrastrutture Liguria srl, società che ha tra i suoi compiti la realizzazione di infrastrutture di interesse regionale, ad occuparsi di tutte le attività per l´avvio dell´intervento di realizzazione del nuovo ospedale: progettazione preliminare e definitiva della struttura nell´area del Felettino, realizzazione del nuovo reparto di radioterapia, dei parcheggi e della viabilità necessaria, appalto del nuovo ospedale, individuazione delle modalità di dismissione del S. Andrea e gestione dell´appalto. Infrastrutture Liguria supporterà la Asl anche nelle opere di ristrutturazione dell´ospedale S. Andrea funzionali alla collocazione temporanea delle funzioni oggi attive al Felettino e delle procedure autorizzative, urbanistiche, edilizie e di acquisizione delle aree necessarie per l´intervento. La nuova struttura sarà localizzata nell´area dell´attuale Felettino, avrà circa 560 posti letto, un numero adeguato di parcheggi e sarà sede di Dea di Ii´ livello (Pronto soccorso, rianimazione, terapie intensive, blocchi operatori e medicina d´urgenza). Le sue funzioni di base saranno costituite da: Alta tecnologia (medicina nucleare, diagnostica per immagini, radiologia interventistica, radioterapia); Piastra ambulatoriale; Centro di emodialisi (laboratorio di analisi, ematologia, microbiologia, centro prelievi, trasfusioni); Degenze suddivise per intensità di cura e un complesso di altre specialità. "Con questo ospedale - ha aggiunto l´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo - la provincia della Spezia avrà a disposizione 800 posti letto. A questi si devono aggiungere 800 mila euro a disposizione della Asl 5 fino al 31 dicembre di quest´anno per abbattere le liste di attesa, grazie anche ad un lavoro congiunto già avviato tra Asl 5 e Asl 1 per l´elaborazione di un programma riorganizzativi. Si tratta di risorse che sono state liberate grazie all´opera di risanamento compiuto dalla Giunta". L´assessore ha inoltre ricordato la prossima assunzione da parte di Asl 5 di 130 nuovi Oss, operatori socio-sanitari, oggi affidati ad una ditta esterna, a dimostrazione della volontà di rafforzare l´assistenza in questa provincia". Il costo dell´operazione per il nuovo ospedale sarà di circa 188,7 milioni di euro di cui 40 milioni provenienti dal finanziamento del vecchio progetto, 50 milioni dall´art. 20/2007, 25 milioni di valorizzazione del Sant´andrea. La quota restante sarà coperta o con parte dei fondi dell´art. 20/2008 (83 milioni per la Liguria) o con quota dei 70 milioni delle plusvalenze della cartolarizzazione dei beni immobili delle Asl. Il presidente della Regione ha inoltre ricordato che il nuovo ospedale si collocherà nell´area del Felettino dove verrà realizzato il terzo lotto della variante Aurelia per la quale la Regione Liguria ha stanziato 25 milioni di euro. Proprio in queste ore infatti sta per partire la gara di appalto per la progettazione. In questo modo l´ospedale sarà direttamente collegato all´autostrada e al servizio di un comprensorio più vasto di quello spezzino. .  
   
   
CAMPOLUNGO L’ORIZZONTE SENSIBILE DEL CONTEMPORANEO 15 SETTEMBRE – 10 OTTOBRE 2009 COMPLESSO DEL VITTORIANO, ROMA  
 
 Roma, 14 settembre 2009 - Martedì 15 settembre inaugura a Roma, presso il complesso del Vittoriano, la mostra Campolungo. L’orizzonte Sensibile del Contemporaneo. L’esposizione, che sarà aperta al pubblico fino al 10 ottobre 2009, è a cura di Vittoria Coen e raccoglie più di cinquanta opere di undici artisti, italiani e stranieri, che testimoniano le tendenze artistiche delle generazioni nate tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta: Valerio Berruti, Enrico T. De Paris, Shay Frisch, Federico Guida, Riccardo Gusmaroli, Min Jung Kim, Francesco Lauretta, Domingo Milella, Barbara Nahmad, Sharon Pazner e Alex Pinna. Il titolo della mostra è riferito proprio all’espressione tecnica “campo lungo”, che si usa per un certo tipo di inquadratura cinematografica. Questa esposizione, che nasce da un’idea di Vittoria Coen e del gallerista Ermanno Tedeschi, esprime la distanza - e nello stesso tempo il luogo - in cui si concentrano le attenzioni degli artisti selezionati. Il “campo lungo” ci permette di vedere esposti in mostra matita e pennello, olio e acrilico, rette e curve non più fieramente avverse, carta, tela, metalli, materiali che sfidano il tempo in dipinti, installazioni, sculture, fotografie e video. Alcune di queste opere sono state realizzate appositamente per l’evento, le altre provengono da importanti collezioni private. La mostra ha il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali, Regione Lazio, Provincia di Roma e Comune di Roma. Valerio Berruti (Alba, 1977) propone un micro mondo disegnato, costruito organicamente e visivamente aperto. L’ordine, che dominava nelle sue opere precedentemente, si è rotto, portando una novità rispetto al piccolo mondo antico dei bambini “perbene” a cui Berruti ci aveva abituato. Queste creature esprimono una personalità appena abbozzata, ma già fornita di elementi da leggersi come segni di un futuro che, appunto, scorre. In una espressione, “la semplicità della complessità”, Enrico T. De Paris (Belluno, 1960) sintetizza il suo percorso, fatto di contaminazioni stilistiche e di materiali, pittura, metalli, scultura, installazione, ready made, che si concentra sul rapporto tra ricerca artistica e ricerca scientifica. De Paris vuole forse dirci che tutti i molteplici aspetti della conoscenza devono essere osservati e analizzati per comprendere le complessità del nostro vivere, e lo fa dando al suo lavoro una suggestione ludica del tutto personale. La sua “disperata ironia” si esprime in Genesis e Flussi, serie di installazioni con vetri soffiati dove vivono piccoli uomini e piccoli animali, in mezzo a luci e simulazioni del Dna, microcosmi paralleli che affollano le sue creazioni o nel grande polittico Good News, composto da centoventi piccole tele. Per Shay Frisch (Israele, 1963) il punto nodale delle sue esperienze estetiche è la luce, con la quale elabora un linguaggio personale nella combinazione e nella contaminazione degli elementi. Quello che a prima vista potrebbe sembrare un ready made, in realtà è il risultato finale di un processo complesso di combinazioni. Prese e lampadine diventano protagoniste dello spazio: in Superficie assemblata 4616 B (2007), ad esempio, Frisch elabora un assemblaggio come a voler creare un monocromo in rilievo. Si ispirano alle favole di Fedro i cinque ritratti animali presentati da Federico Guida (Milano, 1969), che sviluppa un percorso individuale attraverso una mirabile tecnica pittorica. Dai pugili, ai ritratti di fotomodelli invecchiati, a quelli infantili e infine, agli autoritratti, è proprio attraverso questa messa a fuoco della “sembianza” che l’artista svolge la sua ricerca e scandaglia l’animo umano. Guida si serve di un linguaggio pittorico al limite del verismo, le sue figure suggeriscono una profondità grazie proprio al gusto per il particolare, per la narrazione estetica attraverso un cromatismo fatto di chiaro scuri potenti, di contrasti cromatici avventurosi. Nella evidente fisicità dei suoi protagonisti, Guida ci costringe ad una comunicazione diretta e immediata con l’opera. Negli acrilici di grande formato di Riccardo Gusmaroli (Verona, 1963) si dispiegano motivi formali, perfettamente regolari, dai quali si libra un mondo di magica libertà fantastica, retta da cadenze ora uniformi e complementari, ora assolutamente libere e irripetibili. Nei suoi lavori c’è anche un aspetto ludico che vola sulla leggerezza, dato dall’alchimia dei colori delle opere, che provocano una piacevole perdita di orientamento, forse soltanto apparente. Min Jung Kim (Gwangju, Corea, 1962) conduce una sua personalissima ricerca attraverso l’analisi del segno e del colore, grazie anche allo studio della calligrafia. L’universo dell’artista è un vortice di calibrate ed eleganti tonalità cromatiche, che creano toni contrastanti accanto a impercettibili sfumature di monocromi. La sua è una pittura concettuale, realizzata attraverso un intrigante uso della carta, che utilizzata in molteplici strati e sovrapposizioni, dopo un sottile gioco di combustione suggerisce una forma tridimensionale che porta lo sguardo ad entrare dentro l’opera. Alla frammentazione e alla scomposizione, effetti derivati da una visione ravvicinata dell’opera, si contrappone una suggestione di generale compattezza della materia e della forma, se si guarda il lavoro da lontano. Le immagini di Francesco Lauretta (Ispica, 1964), così forti e così nitide, senza contare i soggetti più diversi e i titoli spiazzanti – come il dipinto ad olio Les Demoiselles d´, che ritrae il riposo di un gruppo di contadini - sono amplificate nei colori, nel segno e nelle suggestioni visive che provocano nell’osservatore. Quello che noi vediamo nelle quattro scene esposte in mostra di Lauretta, fatte di mille particolari che si scoprono a poco a poco, è l’immagine nell’immagine. È più interessante guardare il mondo da una certa distanza, possibilmente dall’alto, per poter “riconoscere” meglio, di certi luoghi, le atmosfere, le suggestioni, ed anche le contraddizioni. Domingo Milella (Bari, 1981) rappresenta nelle sue fotografie paesaggi naturali e paesaggi urbani, che si intrecciano ad abusi edilizi e all’incuria dell’uomo. La distanza permette al soggetto di mostrarsi in tutte le sue componenti: sembra a volte di sentire i rumori, gli odori di questi luoghi diversi fra loro, ma che vengono presi in esame da un sentimento che li accomuna, la curiosità di vedere oltre ciò che appare. In un attimo la fotografia deve essere in grado di dire tutto, questa una delle sue caratteristiche principali. Barbara Nahmad (Milano, 1967) propone frammenti di storia recente. L’artista lavora, infatti, su volti noti, che nei suoi dipinti ad olio e smalto su tela di grande formato acquistano una familiarità diversa, nata da una focalizzazione del tutto personale. Che cosa mette insieme, per esempio, un giovane Dalai Lama, una matura Maria Callas, un giovane Robert Kennedy all’apice della sua carriera? Barbara Nahmad possiede lo sguardo del reporter - lo sappiamo dalle sue esperienze stilistiche precedenti – ma ora i suoi interessi sono volti più a rivelare che a descrivere, come nell’inedito Fiat Nova, che rappresenta Sergio Marchionne. A Sharon Pazner (Tel Aviv, Israele, 1970) non servono né grandi spazi, né grandi forme, le basta l’idea della forma per realizzare con estrema semplicità e raffinatezza le sue grandi installazioni, come Fishing (2009), creata appositamente per Campolungo. L’insistita dimensione geometrica e la regolarità del tracciato non escludono altre presenze, più leggere, come la carta o un intrico di chiavi che non saranno mai in grado di aprire alcunché. Le situazioni che Pazner crea non costringono ad alcun modello interpretativo obbligato, parlano da sole, col solo strumento del vedere. E tutto ciò che vediamo acquista un senso diverso se lo pensiamo come una rappresentazione virtuale. La misura in cui Alex Pinna (Imperia, 1967) si ritrova meglio è certamente la dismisura, che non significa esasperazione o eccesso. Il rigore formale e l’essenzialità sono le coordinate principali delle sue sculture, che amano sfidare la vertigine e il paradosso, come nel caso di 2con o di Punte, entrambe grandi opere in bronzo patinato. La soggettività acrobatica di Pinna si legge nel disegno, è scultura disegnata, nata su un foglio, e portata fino al punto estremo di sopravvivenza fisica, come se a dirigere l’operazione non fossero gli strumenti dello scultore ma l’immaginazione del disegnatore. “Si va sviluppando una diversa coscienza interna nel processo artistico: una cura particolare si esercita, un’azione attenta è rivolta ai materiali, ai soggetti e l’arte moltiplica i suoi linguaggi. La pittura in particolare riacquista i suoi diritti, si riappropria di tutto ciò che alcuni consideravano trapassato. Gli artisti stanno ricominciando a raccontare, accettano di essere letti secondo la loro propria grammatica, ne facilitano spesso la comprensione fornendo segnali sulle loro pratiche creative, sulla loro progettualità, sulle loro motivazioni. Si fa strada, nonostante tutto, un’atmosfera più riflessiva” – dice Vittoria Coen – “Che lo si voglia o no, nel suo campo, l’artista fa i conti con se stesso, anche quando sembra che stia alla finestra, curioso e onnivoro, o deluso e scettico. E i toni del lavoro riflettono, in questo senso, quella che chiamiamo dialettica di contrari. Si tratta di atteggiamenti, di affinità o di contrasti: la storia dell’arte ne è ricca. Ma sottolineandone le manifestazioni, si legge quanto i referenti siano ancora fondanti e quanto intorno ad essi si svolga la rappresentazione delle forme artistiche nella nostra civiltà. Essere artefici o essere esecutori, sarà forse questo il punto, il vero dilemma”. .  
   
   
LA PRIMA GRANDE MOSTRA DI EDWARD HOPPER IN ITALIA  
 
Milano, 14 settembre 2009 - Per la prima volta, Milano e Roma rendono omaggio all’intera carriera di Edward Hopper (1882-1967) il più popolare e noto artista americano del Xx secolo con una grande mostra antologica, senza precedenti in Italia, che comprende più di 160 opere. L’evento è promosso dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma - a cui va riconosciu¬to l’impulso iniziale alla realizzazione del progetto - uniti per la prima volta in una partnership cultu¬rale, con Arthemisia, il Whitney Museum of American Art e la Fondation Hermitage di Losanna. La rassegna si terrà a Palazzo Reale di Milano dal 14 ottobre 2009 al 24 gennaio 2010 e, subito dopo a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010, ed è pro¬dotta da Palazzo Reale, Fondazione Roma e Arthemisia che grazie agli elevati standard qualitativi delle proprie produzioni, riconosciuti in Italia e all’estero, è riuscita in un’operazione mai realizzata prima: portare a Milano e a Roma – e successivamente a Losanna per l’estate 2010 - la prima grande mostra italiana del maggior esponente del Realismo statunitense, il pittore che più di ogni altro ha saputo rappresentare la vita quotidiana e la solitudine dell’uomo moderno. Un evento che è anche un’occasione per unire pubblico e privato in una nuova importante collabora¬zione che eccezionalmente vede protagoniste le due maggiori città italiane in unico progetto espo¬sitivo. Una inedita e proficua sinergia tra l’Amministrazione Comunale del Sindaco Letizia Moratti e la Fondazione Roma, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele. “È con immenso piacere e grande soddisfazione che inauguriamo oggi un importante percorso di collaborazione tra il Comune di Milano e la Fondazione Roma con la presentazione della prima grande antologica italiana dedicata ad Edward Hopper - spiegano Letizia Moratti e Emmanuele Francesco Maria Emanuele - Si tratta di un progetto di altissimo livello culturale che coinvolge un ente pubblico e uno dei maggiori protagonisti della vita culturale italiana e internazionale uniti dalla passione e dall’amore per l’arte e la cultura”. L’artista Nato e cresciuto a Nyack una piccola cittadina nello Stato di New York, Hopper studia per un breve periodo illustrazione e poi pittura alla New York School of Art con i leggendari maestri William Mer¬ritt Chase e Robert Henri. Si reca in Europa tre volte (dal 1906 al 1907, nel 1909 e nel 1910) e soprattutto le esperienze parigine lasciano in lui un segno indelebile, alimentando quel sentimento francofilo che non lo avrebbe mai abbandonato, anche dopo essersi stabilito definitivamente a New York, dal 1913. Alto un metro e novanta, nonostante la forte presenza fisica, era famoso per la sua reticenza, scriveva o parlava pochissimo del suo lavoro. Scomparso all’età di ottantaquattro anni, la sua arte gode della stima della critica e del pubblico nel corso di tutta la carriera, nonostante il successo dei nuovi movimenti d’avanguardia, dal Surrealismo all’Espressionismo astratto, alla Pop art. Nel 1948 la rivista “Look” lo nomina uno dei migliori pittori americani; nel 1950 il Whitney Museum organizza un’importante retrospettiva su di lui e nel 1956 il “Time” gli dedica la copertina. Nel 1967, l’anno della sua morte, rappresenta gli Stati Uniti alla prestigiosa Bienal di São Paulo. Da allora, l’opera di Hopper è stata celebrata in diverse mostre e ha ispirato innumerevoli pittori, poeti e registi. Eloquente il tributo del grande John Updike che in un saggio del 1995, definisce i suoi quadri “calmi, silenti, stoici, luminosi, classici”. La mostra La storia di Edward Hopper è indissolubilmente legata al Whitney Museum of American Art che ospitò varie mostre dell’artista, dalla prima nel 1920 al Whitney Studio Club a quelle memorabili nel museo, del 1960, 1964 e 1980. Dal 1968, grazie al lascito della vedova Josephine, il Whitney ospita tutta l’eredità dell’artista: oltre 3000 opere tra dipinti, disegni e incisioni. A cura di Carter Foster, conservatore del Whitney Museum che ha concesso per l’occasione il nucleo più consistente di opere, la rassegna vanta tuttavia altri importanti prestiti dal Brooklyn Museum of Art di New York, dal Newark Museum of Art, dal Terra Foundation for American Art di Chicago e dal Columbus Museum of Art. Suddivisa in sette sezioni, seguendo un ordine tematico e cronologico, l’esposizione italiana ri¬percorre tutta la produzione di Hopper, dalla formazione accademica agli anni in cui studiava a Parigi, fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’ar¬tista: l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. Le prime sezioni “Autoritratti”, “Formazione e prime opere. Hopper illustratore” e “Hopper a Parigi” illustrano un gruppo di promettenti autoritratti, le opere del periodo accademico e quindi gli schizzi inondati di luce e le opere del periodo parigino, come il noto dipinto Soir Bleu (1914). La sala dedicata a “La definizione dell’immagine: Hopper incisore”, con capolavori fra cui Night Shadows (1921) e Evening Wind (1921), mette in evidenza la sua tecnica elegante e quel “senso di incredibile poten¬zialità dell’esperienza quotidiana” che riscuote grande successo e che segna l’inizio di una felice carriera. Nella sezione titolata “L’elaborazione di Hopper: dal disegno alla tela”, che celebra la straordinaria mano di Hopper disegnatore e il suo metodo di lavoro, viene presentato un gruppo significativo di di¬segni preparatori per esempio per Morning Sun (1952) e per il precedente New York Movie (1939), nei cui bozzetti si può vedere chiaramente come prenda forma la figura femminile: all’inizio è quasi un ritratto della moglie Jo (sua unica modella) per poi giungere alla “maschera” del cinema - uno dei temi prediletti dall’artista - assorta nei suoi pensieri e bella come una diva. Questa sezione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero. In mostra eccezionalmente an¬che uno dei suoi Record books, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Nelle sale dedicate a “L’erotismo di Hopper” la mostra riunisce invece alcune delle più significative immagini di donne in stati contemplativi, perlopiù nude o semi svestite, da sole e in interni, che insieme alle opere della sezione "L’essenza dell’artista: tempo, luogo e memoria" illustrano al meglio la poetica dell’artista, il suo discreto realismo e soprattutto l’abilità nel rivelare la bellezza nei soggetti più comuni, usando spesso un taglio cinematografico, molto apprezzato dalla critica. Hopper è stato per lungo tempo associato a suggestive immagini di edifici urbani e alle persone che vi abitavano, ma più che i grattacieli – emblemi delle aspirazioni dell’età del jazz – egli preferiva le fatiscenti facciate rosse di negozi anonimi e i ponti meno conosciuti. Tra i suoi soggetti favoriti vi sono scorci di vita nei tranquilli appartamenti della middle class, spesso intravisti dietro le finestre da un treno in corsa, immagini di tavole calde, sale di cinema, divenute delle vere e proprie icone, come testimoniano alcuni celebri capolavori esposti: Cape Cod Sunset (1934), Second Story Sun¬light (1960) e A Woman in the Sun (1961). Hopper realizza anche notevoli acquerelli, durante le estati trascorse a Gloucester (Massachusetts), nel Maine, e a partire dal 1930, a Truro (Cape Cod). Difficile vedere il mare in quelle opere che raffigurano piuttosto dune di sabbia arse dal sole, fari e modesti cottage, animati da sensuosi contrasti di luce e ombra. Dipinti che evocano sempre delle storie pur lasciando irrisolte le motivazioni dei personaggi. La mostra è arricchita di un importante apparato fotografico, biografico e storico, in cui viene riper¬corsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del Xx secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico. Un’occasione dunque per capire meglio anche la nuova crisi di oggi e l’America di Barack Obama. .  
   
   
MILANO IL PALAZZO DI GIUSTIZIA SI APRE, PER LA PRIMA VOLTA, ALL’ARTE CONTEMPORANEA CON BEATTIE – MIYAHARA – ROTA. DAL 24 SETTEMBRE AL 30 OTTOBRE 2009  
 
Milano, 14 settembre 2009 - L’esposizione, dal titolo La giustizia e i suoi simboli, presenterà 28 opere di Basil Beattie, Mitsuo Miyahara e Aldo Rota, che dialogheranno con i capolavori presenti nello storico edificio disegnato da Marcello Piacentini. L’arte contemporanea dialoga con i simboli della giustizia e per la prima volta lo fa all’interno di uno dei suoi luoghi simbolo. Questo propone la mostra La giustizia e i suoi simboli, organizzata da B-artcontemporary, col patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, del Comune di Milano che, dal 24 settembre al 30 ottobre 2009, verrà ospitata dal Palazzo di Giustizia di Milano. L’esposizione è curata da Victor de Circasia e presenterà 28 opere di tre artisti, Basil Beattie, Mitsuo Miyahara e Aldo Rota, che hanno lavorato, usando come fonte d’ispirazione, il tema della giustizia, i suoi simboli, il rapporto emotivo tra l’essere umano e il processo, dialogando con i grandi capolavori presenti nel Palazzo di Giustizia di Milano e la grande fisicità dell’edificio disegnato da Marcello Piacentini. Basil Beattie (1935), uno dei maggiori artisti astratti britannici, ha sempre volto la sua attenzione su due principali soggetti - il suo intimo e la terra – e le immagini che ne risultano, rappresentano un comune, ma profondamente personale, senso dell´ordine. Nei decenni Beattie ha utilizzato tratti giocosi, piacevoli ed intriganti. La sua visione si è poi lentamente evoluta dalla metà degli anni Novanta, acquisendo un senso più ampio dei luoghi e dello spazio. Le opere recenti contengono un forte richiamo ai primi lavori e sono una testimonianza del trascorrere del tempo, testimoniato da Beattie con l’incondizionato apprezzamento delle cose più care. Il giapponese, ma torinese d’adozione, Mitsuo Miyahara (1948) ha concentrato la sua attenzione sul tema del progetto, con un’installazione site specific composta da 18 pannelli dipinti che costituisce una testimonianza pubblica del suo profondo studio della simbologia della giustizia. Invece di porre in evidenza come lo spettatore interpreta il rapporto con le immagini, Miyahara offre una serie di elementi per studiare la simbologia dei segni. Diversamente dagli altri suoi interventi, per i quali l’artista ha tratto i soggetti dalla natura e dal paesaggio, in questo caso trae i riferimenti interamente dall´esperienza quotidiana. Aldo Rota (1941) presenta una serie di 8 tele in cui la pittura è in rilievo e mostra una superficie contorta che fa riferimento al passato più antico e alla trasformazione dei materiali quotidiani in un’idea simbolica e inorganica. I suoi dipinti, che fanno riferimento alla fisicità del palazzo e alla fisicità intellettuale della giustizia, sono allo stesso tempo sommersi e di immediata percezione, ricchi di gestualità e di esplosioni di colore monocromo, in modo da essere percepiti come sensazioni ancor più che come segni. Questa mostra sarà anche l’occasione per ammirare l´importante collezione di opere presenti all’interno del Palazzo di Giustizia. .  
   
   
A SIENA IN MOSTRA LA PITTURA DI LUCE E COLORE: TORNA A RISPLENDERE LA LEZIONE DI FEDERICO BAROCCI (1535-1612)  
 
Milano, 14 settembre 2009 - 34 le opere del maestro urbinate in esposizione: tra queste, dopo il recente restauro, la Deposizione del Duomo di Perugia e il Perdono di Assisi dalla chiesa di San Francesco a Urbino “Federico Barocci (1535-1612). L’incanto del colore. Una lezione per due secoli” è la mostra che Siena, a partire dal prossimo 11 ottobre, dedica al genio di uno dei maestri la cui fama in Italia, Spagna, Boemia, Baviera e nelle Fiandre fu pari, nel corso del Cinquecento, a quella di Raffaello e Michelangelo, di Tiziano e Correggio. Saranno 34 le opere del maestro urbinate in esposizione, provenienti dai musei di Londra, Parigi, Vienna, Roma, Napoli, Firenze, Perugia, Urbino e da altri importanti centri come Senigallia e Assisi. Tra i capolavori che sarà possibile ammirare, spiccano alcune opere di esaltante bellezza restaurate per l’occasione, come la Deposizione del Duomo di Perugia e il Perdono di Assisi dalla chiesa di San Francesco a Urbino. La mostra, a cura di Claudio Pizzorusso e Alessandra Giannotti, aprirà i battenti a Siena il prossimo 11 ottobre presso il Complesso Museale Santa Maria della Scala di Siena e resterà aperta fino al 10 gennaio 2010. L’evento senese vuole essere un omaggio all’importanza che l’arte di Federico Barocci ha assunto nello sviluppo della civiltà artistica italiana ed europea dal Cinque al Settecento. Poche sono le aree dell’Italia pittorica che in questo periodo non hanno risentito del fascino del maestro urbinate, tramite le opere inviate a Roma, Perugia, Loreto, Arezzo, Genova, Madrid, Praga, tramite la diffusione delle stampe di sua mano o di altri importanti incisori, e tramite la circolazione collezionistica dei suoi disegni. Barocci raggiunse così una notorietà direttamente proporzionale all’isolamento esistenziale nel quale si era voluto rifugiare dopo il suo brusco e pressoché definitivo rientro in patria da Roma. Il viaggio alla scoperta delle suggestioni della luce e del colore che caratterizzano le atmosfere del maestro urbinate si arricchisce dunque di altri importanti temi. Un’ampia parte della mostra è dedicata a quegli artisti che in varia misura e in vario modo, con fedele adesione o con maggiore autonomia, hanno trovato in Barocci una fonte di ispirazione: non solo artisti a lui contemporanei o di poco successivi, come Annibale, Ludovico e Agostino Carracci, Lodovico Cigoli, Bernardo Strozzi, Guido Reni, Pietro da Cortona, fino a Rubens e Van Dyck, ma anche coloro che, a maggior distanza di tempo e di cultura, ne hanno raccolto il messaggio, quasi “affidato a una bottiglia”, tra cui Giuseppe Maria Crespi, Rosalba Carriera, Jean-antoine Watteau, Jean-honoré Fragonard. Una particolare sezione è dedicata ai pittori senesi Francesco Vanni, Ventura Salimbeni, Alessandro Casolani, Rutilio Manetti, che hanno fornito una freschissima rilettura del maestro, contribuendo non poco alla divulgazione della sua fama. “Federico Barocci (1535-1612). L’incanto del colore. Una lezione per due secoli” - promossa da Comune di Siena - Complesso Museale Santa Maria della Scala, Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico per le province di Siena e Grosseto, Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici delle Marche, Università per Stranieri di Siena e Fondazione Monte dei Paschi di Siena – resterà aperta presso il Complesso Museale Santa Maria della Scala dal 11 ottobre al 10 gennaio 2010 . .  
   
   
ALBERTO GHINZANI SCULTURE MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA, LISSONE 20 SETTEMBRE – 1 NOVEMBRE 2009 FONDAZIONE STELLINE, MILANO 16 SETTEMBRE – 1 NOVEMBRE 2009  
 
Lissone, 14 settembre 2009 - Mostra antologica per Alberto Ghinzani in due luoghi importanti per l’arte contemporanea, il Museo d’arte contemporanea di Lissone e la Fondazione Stelline di Milano. Mostra unica nonostante i luoghi espositivi siano dislocati a una certa distanza, ma da Milano si giunge a Lissone in treno in poco più di 15 minuti da Porta Garibaldi e il museo è situato proprio di fronte alla stazione ferroviaria. Due iniziative espositive differenti sono confluite in un unico progetto complessivo che permette di mettere in scena la proposta plastica di Ghinzani in tutti i suoi più significativi sviluppi: nel chiostro e nei giardini del Palazzo delle Stelline sono installate opere recenti di grandi dimensioni, mentre negli spazi del museo lissonese viene documentato il percorso creativo dell’artista a partire dalla fine degli anni Sessanta attraverso una ampia e accurata selezione di disegni, bozzetti e sculture di diverse dimensioni realizzate in vari materiali dal bronzo al legno, dal ferro alla vetroresina, spesso con l’aggiunta di interventi cromatici. La mostra a Lissone riporta Ghinzani in una città dove l’artista (finiti gli studi all’Accademia di Brera nella scuola di Marino Marini) ha avuto per qualche tempo il suo studio, e dove ha partecipato nel 1967 al Xv Premio Lissone, l’ultima edizione dello storico Premio, dedicato per la prima ed unica volta anche alla scultura. In ricordo di queste esperienze Alberto Ghinzani ha recentemente offerto alla città di Lissone una scultura di grandi dimensioni, che sarà collocata nella piazza davanti al museo. Come sottolinea l’Assessore alla Cultura, Identità e Tradizioni locali Daniela Ronchi, “In linea con i primari obiettivi di promozione e valorizzazione dell’arte contemporanea e dei suoi molteplici linguaggi, è per il mio Assessorato un vero onore accogliere presso la sede museale di Lissone una mostra di Alberto Ghinzani. Tale progetto espositivo, oltre a presentare al pubblico una delle figure più interessanti della scultura di oggi, rappresenta un forte collegamento con il territorio e la straordinaria avventura del Premio Lissone storico. Passato e presente si intrecceranno sapientemente all’interno di una mostra che intende nuovamente porre l’accento sulla volontà del nostro Museo di dare un meritevole spazio, non unicamente alla pittura, ma a tutte le innumerevoli e dinamiche espressioni dell’arte del presente, scultura compresa”. Riguardo alla specificità dell’opera di Alberto Ghinzani appare significativa la riflessione di Francesco Poli: “La scultura di Ghinzani, che si oppone a ogni rischio di retorica monumentale, si sviluppa in stretta interrelazione con lo spazio ambientale attraverso una complessa logica di assemblaggio liberamente costruttivo di elementi che danno vita ad articolate forme plastiche la cui tensione estetica è determinata da aerei e instabili equilibri, da una raffinata enfatizzazione dell’espressività primaria dei materiali e da ben studiati interventi cromatici”. La parte di esposizione presso il Museo lissonese si sviluppa su tre piani e propone sculture e installazioni, accompagnate da una carrellata di piccole opere che costituiscono a volte studi per lavori maggiori, ma in buona parte sono lavori in sé compiuti. Per illustrare il procedimento creativo dello scultore vengono presentati alcuni dei grandi disegni di riflessione, di studio e di progetto, che mostrano il lento e graduale avvicinamento all’opera e alla scelta dei materiali più idonei per ciascun lavoro. Alla Fondazione Stelline di Milano l’attenzione è concentrata su una serie di grandi opere recenti, che sono presentate nei giardini del chiostro centrale e costituiscono un interessante momento nella evoluzione della ricerca di Ghinzani: la struttura complessa delle opere, il loro sviluppo prevalentemente verticale, l’interazione dei materiali riassumono molto bene il pensiero plastico dell’artista sviluppato in oltre quarant’anni di lavoro. Il catalogo della mostra, edito da Skira, è introdotto da un testo critico di Francesco Poli e da un’intervista a Ghinzani a cura di Luigi Cavadini, autore anche di una riflessione storica sulla partecipazione dell’artista al Premio Lissone nel 1967. Biografia - Alberto Ghinzani, nato nel 1939 a Valle Lomellina, vive e lavora a Milano. Scultore di fama internazionale, si è formato all’Accademia di Brera, frequentando i corsi di scultura di Marino Marini, che a quel tempo aveva come assistente Alik Cavaliere. Nel 1962 è invitato alla Biennale Internazionale di Scultura di Carrara (vi tornerà nel 1967), mentre del 1966 sono le sue prime personali: una alla Galleria delle Ore di Milano (con una presentazione di Mario de Micheli) e l’altra alla Galleria Il Girasole di Roma (con una presentazione di Luciano Caramel). Da allora si sono succedute numerose altre personali e le sue opere sono state presentate in importanti rassegne dedicate alla sculture: fra le più recenti , la Xi Triennale di New Delhi, India, e “Scultura italiana del Xx secolo”, presso la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano. .  
   
   
ARTEFATTO 2009 LUMINESSENZE LA GIOVANE ARTE CONTEMPORANEA 153 GIOVANI ARTISTI, 10 PAESI EUROPEI, 200 OPERE, 5 SEDI ESPOSITIVE 13 - 27 SETTEMBRE 2009 – TRIESTE  
 
Trieste, 14 settembre 2009 - Artefatto 2009 – Luminessenze è la quinta edizione della mostra d’arte giovanile del Progetto Artefatto, a cura dell’Assessorato all’Educazione, Università e Ricerca (Direzione d’Area e Servizi Educativi Integrati) del Comune di Trieste, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura (Direzione d’Area e Direzione Civici Musei di Storia ed Arte). L’iniziativa si svolge all’interno di Italia Creativa un progetto per il sostegno e la promozione della giovane creatività italiana a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Gioventù, in collaborazione con l’Anci - Associazione Nazionale Comuni Italiani e il Gai - Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti italiani. L’evento sarà articolato in 5 prestigiosi spazi espositivi: la sala “Umberto Veruda” di Palazzo Costanzi (Piazza Piccola 2, Trieste), La sala “Arturo Fittke” (Piazza Piccola 3, Trieste), la Sala Comunale d’Arte (Piazza Unità d’Italia 4, Trieste), “Stazione Rogers” (Riva Grumula 14, Trieste), la serra del parco di Villa Revoltella (Via De Marchesetti 37, Trieste) Saranno in mostra sculture, pitture, disegni, video, fotografie, cartoline, fumetti, illustrazioni, mosaici, opere di arte tessile e di digital art. Sarà inoltre possibile osservare le opere della sezione speciale Luminessenze Urbane dedicata alla documentazione e interpretazione degli spazi industriali e portuali dimessi della provincia di Trieste I 153 Giovani Artisti selezionati per la mostra (tutti di età compresa tra 17 e 35 anni) provengono da 18 Regioni Italiane e da 10 Paesi stranieri: Spagna, Francia, Slovenia, Croazia, Germania, Repubblica Ceca, Grecia, Finlandia, Gran Bretagna, Stati Uniti. L’inaugurazione dell’evento sarà articolata in 2 momenti: domenica 13 settembre alle ore 19. 00 presso la centrale Piazza Piccola a Trieste; lunedì 14 settembre alle ore 20. 00 presso la serra del parco di Villa Revoltella (via De Marchesetti 37, Trieste). In entrambe le occasioni il vernissage sarà sottolineato da alcune originali performance di luce e musica ideate site specific dall’architetto triestino Marianna Accerboni, che dalla metà degli anni novanta lavora in Italia e all’estero sulla formula innovativa della luce, realizzata attraverso mezzi tecnologici di assoluta avanguardia e collegata a interpretare altre forme d’arte quali pittura, scultura, musica, poesia, recitazione, canto, danza: con il fine di creare eventi multimediali che coinvolgano il fruitore mediante più stimoli sensoriali, donandogli, attraverso una festa di luce, un momento ludico, magico e poetico, che lo distragga, anche solo per un attimo, dall’ansia cui c’induce la realtà contemporanea. Il 13 settembre un grande raggio di luce laser partirà dal Palazzo Municipale di Trieste, in corrispondenza della Sala Comunale d’Arte, una delle 5 sedi espositive di Artefatto, dirigendosi verso l’orizzonte, il mare e l’infinito per simbolizzare lo slancio verso il mondo e verso il futuro di Artefatto, mentre una scritta luminosa intermittente, accompagnata da una musica “intermittente”, segnalerà l’evento sulla facciata del palazzo e la piazza retrostante sarà illuminata da altri segnali di luce. Il 14 settembre il giardino all’italiana e parte del parco di Villa Revoltella saranno animati da performance di musica e luce atti a sottolineare la magia e l’antica bellezza del luogo. In ambedue i siti le musiche sono scelte, come lo scorso anno, in collaborazione con i ragazzi di Artefatto. Conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa “Artefatto 2009 – Luminessenze”: Venerdì 11 Settembre 2009 ore 11. 00 presso la sala “Umberto Veruda” di Palazzo Costanzi (Piazza Piccola 2, Trieste). La mostra sarà aperta al pubblico (con ingresso libero) da domenica 13 a domenica 27 settembre 2009 con i seguenti orari. Sala “Umberto Veruda” di Palazzo Costanzi (Piazza Piccola 2, Trieste) - lun. /dom. 10/13 e 17/20; Sala “Arturo Fittke” (Piazza Piccola 3, Trieste) - lun. /dom. 10/13 e 17/20; Sala Comunale d’Arte (Piazza Unità d’Italia 4. Trieste) - lun. /dom. 10/13 e 17/20; “Stazione Rogers” (Riva Grumula 14, Trieste) - mar. /sab. 10/21; Serra di Villa Revoltella (Via Marchesetti 37, Trieste) - lun. /dom. 14. 00/18. 00 (ad eccezione dell’apertura inaugurale del 13 settembre). Programma e info: Comune di Trieste, Poli di aggregazione Giovanile, 0403485818; www. Artefatto. Info - questions@artefatto. Info .  
   
   
ALBERTO GHINZANI SCULTURE MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA, LISSONE 20 SETTEMBRE – 1 NOVEMBRE 2009 FONDAZIONE STELLINE, MILANO 16 SETTEMBRE – 1 NOVEMBRE 2009  
 
Milano, 14 settembre 2009 - Mostra antologica per Alberto Ghinzani in due luoghi importanti per l’arte contemporanea, il Museo d’arte contemporanea di Lissone e la Fondazione Stelline di Milano. Mostra unica nonostante i luoghi espositivi siano dislocati a una certa distanza, ma da Milano si giunge a Lissone in treno in poco più di 15 minuti da Porta Garibaldi e il museo è situato proprio di fronte alla stazione ferroviaria. Due iniziative espositive differenti sono confluite in un unico progetto complessivo che permette di mettere in scena la proposta plastica di Ghinzani in tutti i suoi più significativi sviluppi: nel chiostro e nei giardini del Palazzo delle Stelline sono installate opere recenti di grandi dimensioni, mentre negli spazi del museo lissonese viene documentato il percorso creativo dell’artista a partire dalla fine degli anni Sessanta attraverso una ampia e accurata selezione di disegni, bozzetti e sculture di diverse dimensioni realizzate in vari materiali dal bronzo al legno, dal ferro alla vetroresina, spesso con l’aggiunta di interventi cromatici. La mostra a Lissone riporta Ghinzani in una città dove l’artista (finiti gli studi all’Accademia di Brera nella scuola di Marino Marini) ha avuto per qualche tempo il suo studio, e dove ha partecipato nel 1967 al Xv Premio Lissone, l’ultima edizione dello storico Premio, dedicato per la prima ed unica volta anche alla scultura. In ricordo di queste esperienze Alberto Ghinzani ha recentemente offerto alla città di Lissone una scultura di grandi dimensioni, che sarà collocata nella piazza davanti al museo. Come sottolinea l’Assessore alla Cultura, Identità e Tradizioni locali Daniela Ronchi, “In linea con i primari obiettivi di promozione e valorizzazione dell’arte contemporanea e dei suoi molteplici linguaggi, è per il mio Assessorato un vero onore accogliere presso la sede museale di Lissone una mostra di Alberto Ghinzani. Tale progetto espositivo, oltre a presentare al pubblico una delle figure più interessanti della scultura di oggi, rappresenta un forte collegamento con il territorio e la straordinaria avventura del Premio Lissone storico. Passato e presente si intrecceranno sapientemente all’interno di una mostra che intende nuovamente porre l’accento sulla volontà del nostro Museo di dare un meritevole spazio, non unicamente alla pittura, ma a tutte le innumerevoli e dinamiche espressioni dell’arte del presente, scultura compresa”. Riguardo alla specificità dell’opera di Alberto Ghinzani appare significativa la riflessione di Francesco Poli: “La scultura di Ghinzani, che si oppone a ogni rischio di retorica monumentale, si sviluppa in stretta interrelazione con lo spazio ambientale attraverso una complessa logica di assemblaggio liberamente costruttivo di elementi che danno vita ad articolate forme plastiche la cui tensione estetica è determinata da aerei e instabili equilibri, da una raffinata enfatizzazione dell’espressività primaria dei materiali e da ben studiati interventi cromatici”. La parte di esposizione presso il Museo lissonese si sviluppa su tre piani e propone sculture e installazioni, accompagnate da una carrellata di piccole opere che costituiscono a volte studi per lavori maggiori, ma in buona parte sono lavori in sé compiuti. Per illustrare il procedimento creativo dello scultore vengono presentati alcuni dei grandi disegni di riflessione, di studio e di progetto, che mostrano il lento e graduale avvicinamento all’opera e alla scelta dei materiali più idonei per ciascun lavoro. Alla Fondazione Stelline di Milano l’attenzione è concentrata su una serie di grandi opere recenti, che sono presentate nei giardini del chiostro centrale e costituiscono un interessante momento nella evoluzione della ricerca di Ghinzani: la struttura complessa delle opere, il loro sviluppo prevalentemente verticale, l’interazione dei materiali riassumono molto bene il pensiero plastico dell’artista sviluppato in oltre quarant’anni di lavoro. Il catalogo della mostra, edito da Skira, è introdotto da un testo critico di Francesco Poli e da un’intervista a Ghinzani a cura di Luigi Cavadini, autore anche di una riflessione storica sulla partecipazione dell’artista al Premio Lissone nel 1967. Biografia Alberto Ghinzani, nato nel 1939 a Valle Lomellina, vive e lavora a Milano. Scultore di fama internazionale, si è formato all’Accademia di Brera, frequentando i corsi di scultura di Marino Marini, che a quel tempo aveva come assistente Alik Cavaliere. Nel 1962 è invitato alla Biennale Internazionale di Scultura di Carrara (vi tornerà nel 1967), mentre del 1966 sono le sue prime personali: una alla Galleria delle Ore di Milano (con una presentazione di Mario de Micheli) e l’altra alla Galleria Il Girasole di Roma (con una presentazione di Luciano Caramel). Da allora si sono succedute numerose altre personali e le sue opere sono state presentate in importanti rassegne dedicate alla sculture: fra le più recenti , la Xi Triennale di New Delhi, India, e “Scultura italiana del Xx secolo”, presso la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano. .  
   
   
PARAPENDIO: ITALIA, FRANCIA, GIAPPONE AI VERTICI DELLA COPPA DEL MONDO 2009  
 
Poggio Bustone (Rieti) 14 settembre 2009 Conclusa nella cittadina laziale la fase finale di Coppa del Mondo di parapendio (Pwc), con la partecipazione di 129 piloti provenienti da 24 nazioni, compresa l´agguerrita pattuglia di 16 donne. Le tappe precedenti erano state disputate in Brasile, Corea, Turchia, Francia e Croazia. Confermando il trend positivo che, dopo la vittoria ai campionati mondiali di deltaplano, ci pone al vertice mondiale del volo libero, quello che si pratica senza motore in deltaplano e parapendio, l´Italia vince la classifica per nazioni, davanti a Germania, Francia e Svizzera. Nell´individuale vittoria del francese Charles Cazaux, seguito da Russell Ogden (Gran Bretagna), dal trentino Luca Donini e da Aaron Durogati (Verona). In campo femminile la giapponese Keiko Hiraki batte nell´ordine Elisa Houdry (Francia) e Petra Sliviva (Repubblica Ceca). In due settimane di gara, sono solo quattro le prove valide su distanze tra i 72 e gli 80 km. A causa delle cattive condizioni meteo, l´organizzazione si è vista costretta a sospendere le altre, compresa quella prevista in Abruzzo, con decollo da Campo Imperatore ed atterraggio ad Onna, località simbolo del recente sisma. Per salvare la competizione e con considerevole sforzo logistico, per la prima volta nella storia della Pwc, si è perfino deciso un ulteriore spostamento della carovana a Norma (Latina), muovendo piloti, 40 membri dello staff organizzatore, più un nutrito numero di accompagnatori. L´operazione ha sortito il risultato di disputare una manche molto veloce ed in condizioni meteorologiche perfette, vinta da Luca Donini, e con voli attorno ai 2700 m di quota. Invece quella prevista il giorno successivo è stata sospesa per il forte vento con una parte dei piloti già in cielo. Rientrati nella sede originale di Poggio Bustone, si è volato un´ultima prova, prima che pioggia ed ancora vento mettessero fine a questa edizione della Pwc, tanto sfortunata come condizioni del tempo, quanto impareggiabile come partecipazione ed organizzazione, affidata alla associazione Alta Quota di Poggio Bustone con la collaborazione dello staff tecnico di Cornizzolo Eventi. .  
   
   
GOLF – EUROTOUR: FRANCESCO MOLINARI 12° - CHALLENGE TOUR: EDO MOLINARI 6° LADIES EUROPEAN TOUR: VERONICA ZORZI SESTA  
 
Roma, 14 settembre 2009 - European Tour: In Germania Prevale Kingston, 12° F. Molinari - Francesco Molinari ha concluso al 12° posto con 281 colpi (68 71 69 73) il Mercedes-benz Championship, disputato sul percorso del Golf Club Gut Larchenhof a Colonia in Germania e riservato a 78 giocatori selezionati dall´ordine di merito europeo e dal world ranking. Ha ottenuto il secondo titolo nel circuito il 44enne sudafricano James Kingston (275 – 67 69 70 69), che ha superato con un par alla prima buca di play off il danese Anders Hansen (70 68 70 67), con il quale aveva terminato alla pari le 72 buche della gara. Al terzo posto con 276 l’inglese Simon Dyson, il danese Soren Hansen e lo svedese Peter Hanson, al sesto con 278 l’inglese Anthony Wall e lo svedese Henrik Stenson. Partito per l’ultimo turno al settimo posto con tre colpi di ritardo dal leader Peter Hanson, Molinari ha iniziato bene con un birdie, ma poi è andato in altalena assemblando per il 73 altri tre birdie, tre bogey e un doppio bogey. A Kingston, che oltre ai due successi nell’European Tour vanta anche altri 14 titoli conquistati in Sudafrica e in Asia, sono andati 320. 000 euro su un totale in palio di due milioni. E’ la prima volta che prevale in spareggio, su due disputati, mentre per Hansen il bilancio è di un play off vinto e tre persi. Challenge Tour: Edoardo Molinari Sesto, Titolo A Nicolas Colsaerts - Edoardo Molinari è stato in corsa per il titolo fino a quattro buche dalla fine nel Dutch Futures (Challenge Tour), sul percorso del Gc Houtrak a Halfweg in Olanda, poi con due bogey è scivolato al sesto posto (277 – 68 69 66 74) e ha lasciato via libera al belga Nicolas Colsaerts (271 – 69 66 67 69). Il ventisettenne di Bruxelles ha conseguito il secondo titolo stagionale e ora può puntare direttamente a salire nell’European Tour con una terza vittoria, così come possono fare l’inglese Robert Coles e il gallese Rhys Davies. Al secondo posto, distanziati di quattro colpi, il francese Julien Quesne e lo scozzese Andrew Mcarthur, al quarto con 276 il portoghese José Filipe Lima e l’inglese Andrew Butterfield. Questi ha recuperato 3. 600 euro (106. 028 guadagnati nell’anno) nei riguardi di Molinari, che comunque mantiene saldamente il comando nell’ordine di merito (124. 080 euro). Si è portato al terzo posto con 94. 374 euro Colsaerts, al quale il successo ha reso 24. 000 euro (su 150. 000 in palio). Sono terminati al 36° posto con 285 Federico Colombo (69 72 73 71) e Andrea Perrino (73 70 72 70), e al 53° con 287 Emanuele Canonica (73 70 71 73) e Marco Crespi (70 68 78 71). Non hanno superato il taglio Matteo Delpodio, 64° con 144 (70 74), Michele Reale, 83° con 146 (72 74), Lorenzo Gagli, 99° con 147 (75 72), e Gregory Molteni, 134° con 154 (73 81). Let: La Wessberg Batte La Davies, Sesta Zorzi – La svedese Linda Wessberg (279 – 70 68 70 71) ha vinto l´Uniqa Ladies Golf Open (Ladies European Tour) disputato sul percorso del Golfclub Föhrenwald, a Wiener Neustadt in Austria. Prevalendo alla seconda buca di play off, ha impedito all’inglese Laura Davies (279 – 67 69 74 69), che l’aveva raggiunta sull’ultimo green, di imporsi per la terza volta consecutiva in questa gara. Al terzo posto con 280 la francese Gwladys Nocera, la tedesca Bettina Hauert e l’irlandese Hazel Kavanagh, e al sesto una brillante Veronica Zorzi (281 – 69 70 71 71), che è stata sempre nelle posizioni d’avanguardia. Ha ceduto nel giro finale Federica Piovano, da 14ª a 27ª con 290 (69 72 72 77), mentre hanno chiuso in bassa classifica Isabella Maconi, 58ª con 298 (74 73 79 72), e Stefania Croce, 62ª con 299 (74 74 70 81). Sono uscite al taglio Diana Luna, 75ª con 149 (71 78), penalizzata da un torcicollo che le ha impedito di effettuare un corretto swing, e Margherita Rigon, 81ª con 150 (75 75). Alla Wessberg sono andati 37. 500 su un montepremi di 250. 000 euro. Alps Tour: Dominio Francese, Titolo A Michael Lorenzo Vera – I francesi hanno dominato nell´Allianz Open Paris Stade Français (Alps Tour) svoltosi al Golf du Stade Français-courson a Parigi, piazzando ben dieci giocatori nelle prime undici posizioni. Ha vinto il giovane Michael Lorenzo Vera (293 – 73 72 74 74), che due anni addietro conquistò la carta per l’European Tour imponendosi nell’Apulia San Domenico Grand Final, il quale ha preceduto di un colpo i connazionali Nicolas Mourlon, Damien Perrier, Fabien Marty e Bruno-teva Lcuona. Al sesto posto con 295 l’inglese Steve Lewton e il transalpino Thomas Fournier. Il migliore degli italiani è stato Marco Guerisoli, 27° con 305 (77 76 77 75), quindi al 38° posto con 313 Michele Zanini (74 79 81 79). Non hanno superato il taglio Andrea Zanini 61° con 155, Alberto Campanile 72° con 157, Simone Brizzolari 76° con 158, Paolo Terreni 83° con 159, Andrea Zani 91° con 160, Giacomo Tonelli 108° con 165, Andrea Rota e Niccolò Giusti 113. I con 167. Per Lorenzo Vera un assegno di 6. 525 euro sui 45. 000 in palio. Golf - Playoffs: Woods Si Scatena E Fa Il Vuoto – Tiger Woods (197 – 68 67 62) con un parziale di 62 colpi, nuovo record del campo, ha preso decisamente il largo nel terzo giro del Bmw Championship, la terza delle quattro gare dei Playoffs che assegnano i dieci milioni di dollari della Fedex Cup, su un montepremi complessivo di 35 milioni, al primo nella speciale classifica a punti. Punto sul vivo dal sorpasso subito la scorsa settimana, da parte di Steve Stricker, in vetta alla graduatoria della Fedex Cup, il numero uno mondiale ha reagito alla sua maniera, offrendo sin dalle prime battute del torneo un grande golf che è divenuto straordinario nella terza frazione in cui, dopo aver iniziato male con un bogey, ha messo poi insieme un eagle e otto birdie e ponendosi in condizioni di puttare per il birdie in quasi tutte le altre buche chiuse in par. Difficile ipotizzare, ora, che possa perdere la gara, sul percorso del Cog Hill G&cc a Lemont nell´Illinois, dall’alto dei sette colpi di vantaggio maturati su Brandt Snedeker e su Marc Leishman, che si è trovato al comando attorno alla metà del turno, secondi con 204. E sono ancora più complicate le possibilità di recupero sia per Matt Kuchar e per l’irlandese Padraig Harrington, quarti con 205, sia per l’australiano John Senden e per Mark Wilson, sesti con 207. Ha tentato un generoso recupero Steve Stricker, che è risalito dal 51° al 30° posto con 213 colpi, ma è evidente che l’eventuale successo di Woods probabilmente chiuderebbe anche il conto nella Fedex. In merito al Bmw Championship, che assegna al vincitore 1. 350. 000 dollari su un montepremi di 7. 500. 000 dollari, hanno risalito la graduatoria lo spagnolo Sergio Garcia e Jim Furyk, ottavi con 207, insieme a Luke Donald e a Bubba Watson, ha guadagnato una posizione David Toms, 12° con 208, e ne hanno persa una Phil Mickelson, 20° con 210, e il canadese Mike Weir, 26° con 212. La Fedex Cup si concluderà con la quarta gara dei Playoffs, il Tour Championship (24-27 settembre), al quale saranno ammessi soltanto i primi 30 della graduatoria a punti. Lpga Tour: Sergas Al 15° Posto, Cavalleri Out – Giulia Sergas si è migliorata nel secondo giro del P&g beauty Nw Arkansas Championship (Lpga Tour) al Pinnacle Cc di Rogers nell´Arkansas, e con lo score di 69 colpi è salita dal 36° al 15° posto con 139 (70 69). E’ invece uscita al taglio Silvia Cavalleri, 87ª con 146 (74 72), due colpi oltre il limite di qualifica. Nuova leader è la coreana Song-hee Kim (133 – 65 68), che precede Angela Stanford (135) e il trio con 136 formato dalla taiwanese Yani Tseng e dalle coreane Na Yeon Choi e Sun Young Yoo. Insieme alla Sergas vi sono anche Michelle Wie e Cristie Kerr, leader della money list, mentre è al 24° posto Paula Creamer con 140. Per la Sergas sei birdie e quattro bogey, per la Cavalleri un birdie, l’unico in 36 buche, e due bogey. Il montepremi è di 1. 800. 000 dollari. .