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Notiziario Marketpress di Giovedì 03 Dicembre 2009
CAMPANILE, GUARESCHI E ALTRI INSOSPETTABILI CRITICI TELEVISIVI: LA STORIA DELLA CRITICA TELEVISIVA NEL SAGGIO "LA COSCIENZA DI MIKE" DI NANNI DELBECCHI (MURSIA). IN LIBRERIA.  
 
Milano, 3 dicembre 2009 - "La tivù è la fabbrica dei cretini": il lapidario giudizio, datato 1965, è firmato da Giovannino Guareschi. Il creatore di don Camillo, per quattro anni titolare della rubrica Telecorrierino delle famiglie sul settimanale Oggi Illustrato, è stato uno precursori della critica televisiva in Italia. Guareschi amava poco la tivù, e ancora meno la pubblicità. Tuttavia, come Achille Campanile e Luciano Bianciardi, fu uno dei grandi scrittori che nei primi anni Sessanta aiutarono gli italiani a scoprire il piccolo schermo. A tracciare l´albero genealogico dei critici e del rapporto di amore-odio che li ha uniti alla televisione è Nanni Delbecchi, giornalista, scrittore e autore del saggio "La coscienza di Mike" ( Mursia, pagg. 160, euro 14,00) in libreria in questi giorni. Il rapporto tra la tivù e i suoi critici è stato complesso sin dall´inizio. Prima ancora del fatidico 3 gennaio 1954, data d´inizio delle trasmissioni Rai, firme illustri del giornalismo come Paolo Monelli, Luigi Barzini jr, Giorgio Bocca avevano lanciato grida d´allarme. Monelli temeva che la "nuova piazza elettronica" sostituisse "le nostre meravigliose piazze vere", mentre altri sospettavano la nuova venuta di diffondere una cultura di basso livello. Nella storia della critica televisiva si possono distinguere tre ere: la prima pionieristica che va dalla seconda metà degli anni Cinquanta agli inizi degli anni Ottanta. E´ il periodo in cui scrivono Bianciardi, Campanile, Guareschi, l´anglista Gabriele Baldini (critico per il Mondo di Pannunzio); Sergio Saviane sull´Espresso, Alberto Bevilacqua e Pier Paolo Pasolini per il Corriere della Sera e persino un insospettabile Gian Carlo Fusco che a 65 anni firma la rubrica Pollice Verso sul Il Giornale d´Italia. Se Bianciardi, Campanile e Guareschi hanno raccontato la tivù come un soggetto letterario, ciascuno con il proprio inconfondibile stile, il primo a fissare i paradigmi della critica televisiva intesa come diario quotidiano "che seleziona ciò che di memorabile (o di stomachevole) ha passato il convento televisivo" è stato Ugo Buzzolan, per trentacinque anni titolare di una rubrica quotidiana su La stampa. "Buzzolan faceva prevalere il cronista sull´intellettuale, prese sul serio una materia che i più tendevano a snobbare: criticare la tivù divenne semplicemente il suo mestiere" scrive Delbecchi raccontando il rito della stanzino in cui per anni, ogni sera alle 21, Buzzolan si chiudeva per guardare la tivù senza disturbare e essere disturbato. A Buzzolan va il merito di aver dato un metodo alla critica tivù ma spetta a Beniamino Placido quello di aver inserito la tivù nella discussione culturale in Italia e di aver aperto la seconda Era della critica televisiva. Nel 1985 su la Repubblica, allora diretto da Eugenio Scalfari, debutta Beniamino Placido con la sua rubrica A parer mio. La tivù entra da quel momento a pieno titolo nel dibattito culturale e nasce la critica d´autore in cui tra gli altri si cimentano: Omar Calabrese, Sandro Bolchi, Enrico Vaime, Oreste del Buono. Nei primi anni Novanta, periodo di grande trasformazione per il sistema televisivo, la critica tivù entra nella sua terza fase: meno recensioni e più cronache. Con poche eccezioni, come Aldo Grasso che riesce a coniugare pareri e notizie, la razza dei critici tv sembra arretrare ma, per contro, dilaga sul web il recensore fai da te. Nel 2005 nasce Tvblog. It da quel momento la critica trasmigra sulla rete. "Dove il pensiero critico tende a polverizzarsi in cerca di una nuova identità. Da questo punto di vista la critica televisiva e in posizione di vantaggio: un´identità certa non l´ha mai avuta", conclude Delbecchi. La coscienza di Mike di Nanni Delbecchi è edito nella collana Media Mursia, diretta da Francesco Specchia. .  
   
   
LIVIO BERRUTI. IL ROMANZO DI UN CAMPIONE E DEL SUO TEMPO UN APPASSIONANTE RITRATTO SPORTIVO E UMANO  
 
Torino, 3 dicembre 2009 - Un appassionante ritratto sportivo e umano, ma anche uno straordinario affresco dell’epoca che ha visto l’atleta piemontese passare alla storia. A poco meno di un anno dal 50° anniversario del record olimpico, esce un’originale biografia pubblicata da Editvallardi con il contributo della Regione Piemonte. Uno sparo. Una pista di atletica in terra rossa. Un volo di colombe. E una medaglia d’oro che è passata alla storia. Roma, 3 settembre 1960. Sono in corso i Giochi Olimpici, i primi teletrasmessi dalla Rai in tutto il mondo. La Città Eterna trabocca di gioventù e di bandiere di tutti i continenti. E’ l’Olimpiade di Cassius Clay e Nino Benvenuti, Dawn Fraser e Herbert Elliott, Armin Hary e Wilma Rudolph. L’africa sboccia e mostra i piedi nudi di Abebe Bikila. E’ soprattutto l’Olimpiade di un ragazzo torinese, Livio Berruti, che vince i 200 uguagliando il record del mondo e diventa per tutti “L’angelo” per l’eleganza della sua corsa. Berruti vola sulla pista e dimostra che lo sport è gioia. Diventa l’icona dei Giochi. L’immagine che lo mostra mano nella mano con Wilma Rudolph, la regina nera della velocità, è un manifesto in anticipo sui tempi, in un mondo dove c’è ancora la vergogna dell’apartheid. Sono anche gli anni della bomba H e di Brigitte Bardot, dello Sputnik e dell’uomo sulla Luna, del libretto di Mao e della contestazione. Incomincia l’era della tv e dei pendolari. Modugno canta “Volare”, esplode Mina, i Beatles impazzano. Ma i Kennedy e Martin Luther King vengono assassinati e Oriana Fallaci viene ferita a Città del Messico. Sono gli anni della Guerra Fredda e dell’insurrezione di Budapest, del Muro e dei carri armati di Praga. Anni di grandi cambiamenti, di entusiasmi e di tragedie, di sogni e di rivolte. E la vita di Livio Berruti diviene così il filo conduttore per raccontare un’epoca irripetibile di sport, ma anche di storia dell’umanità. Quattrocento pagine di vivide emozioni, accompagnate da 85 foto pressoché inedite provenienti dall´archivio personale di Livio Berruti: a meno di un anno dal 50° anniversario del record con cui l’atleta piemontese portò l’Italia sul massimo podio olimpico, per la prima volta nella sua storia, Editvallardi presenta con il contributo della Regione Piemonte il libro di una storia e insieme di tante storie. Scritto dalla penna poetica, documentata e coltissima, di Claudio Gregori si snoda il romanzo di una medaglia d’oro che risplende ancora oggi. E sullo sfondo, la città di Torino, elegante e raccolta, culla di intellettuali e sportivi. .  
   
   
COSA IMPORTA SE NON POSSO CORRERE STORIE VERE DI UOMINI E DONNE CHE LA VITA HA MESSO A DURA PROVA. DI MARINELLA RAIMONDI  
 
Milano, 3 dicembre 2009 - Marinella Raimondi era una donna brillante e realizzata, nella famiglia e nel lavoro, finché sulla so-glia dei quarant’anni un ciclone chiamato Sla, la Sclerosi Laterale Amiotrofica, ha sconvolto la sua vita e le ha strappato ogni movimento negandole persino il respiro, che può ricevere solo da una macchina. Se il suo corpo da anni è immobile, la sua mente al contrario corre, e Marinella racconta: racconta il presente di una malattia atroce e il passato della nostra terra e della sua famiglia. Spesso ride di sé o delle sciocchezze di coloro che credono di correre, osservate dalla sua immobile saggezza. Nel suo racconto, eredità preziosa dedicata ai piccoli nipoti, spiega anche come è riuscita a scrivere: una complicata apparecchiatura informatica e un colpo dato al mouse contraendo le gambe per ogni singola lettera, l’unico movimento che la malattia le concede. Lei, testarda, scrive e narra per noi, invocando contro ogni sfortuna il proprio amore per la vita, quasi a proibirci di essere fragili e depressi. Mursia Editore Pagine 208 Euro 12,00. .  
   
   
LE PIETRE DI LUNA DI MARIA NATALE WERDENBERG  
 
Torino, 3 dicembre 2009 - Le pietre di luna offre una pienezza di narrazione e felicità di scrittura dovute ad uno stile colloquiale e senza forzature, il cui processo principale consiste nella registrazione dei contorni delle cose e nei suggerimenti dell’esperienza. In queste pagine l’Autrice dà particolare rilievo alla psicologia dei personaggi, all’evocazione significativa dell’ambiente, cosicché ciascun racconto non si limiti all’annotazione del visibile, ma lasci intravedere un flusso di vita e di coscienza. Con sapienza tecnica, Maria Natale Werdenberg offre a ciascuno dei protagonisti femminili dei racconti una discrezione fatta di sapienza narrativa, di gusto e di misura e la parola, carica di forza orale, risulta sempre di grande efficacia stilistica, riuscendo a suscitare commozione e piacere nella lettura. Biografia - Maria Natale Werdenberg è nata nel 1949 a Caltanissetta. Ha frequentato il liceo classico, conseguito una prima laurea in Scienze Biologiche e una seconda in Psicologia presso l’università di Padova. Ha lavorato per i servizi psichiatrici territoriali dell’Ospedale Psichiatrico di Ferrara. Successivamente si è trasferita in Svizzera dove si è sposata ed ha avuto le sue due figlie. Attualmente vive in Svizzera, nel cantone Jura, è psicoterapeuta. Si interessa di letteratura italiana e partecipa all’organizzazione di un Centro di Studi e Diffusione della Cultura e Letteratura Italiana nel Cantone Jura. Editrice Nuovi Autori Prezzo € 12. 00 pagine 78, .  
   
   
NEL CUORE DELLA MADRE DI CARLA FALCONI  
 
 Milano, 3 dicembre 2009 - Tre racconti sulla maternità, narrata come uno stato dell’esistenza tenero e feroce, dolce e dolente. Tre donne di fronte al ruolo di madre che le costringe a mettere in discussione le loro scelte di vita e a confrontarsi giorno per giorno con se stesse e con i loro desideri più profondi. C’è Ruth, moglie poco amata, che va alla deriva dopo aver perso il figlio. C’è Anna, di ricca famiglia, che ha un bel marito e due figlie, ma all’interno di questa apparente normalità si consumano i tradimenti del partner e un dolore silenzioso e paziente; poi una nuova gravidanza e, quando arriva la diagnosi prenatale, la crepa che diventa voragine. Infine, c’è la mamma di Alice: nel suo cuore nascono (e si sciolgono) tre sogni assassini, fantasticherie frutto della depressione e della stanchezza che svelano il lato oscuro del cuore di una madre, dove odio e amore si mescolano in modo imprevedibile. Mursia Editore Pagine 182, Euro 15,00. .  
   
   
CINEMA E MUSICA: ASSEGNATO AL M° ANDREA TERRINONI, COMPOSITORE DELLA MUSICA ORIGINALE DEL FILM “IL PIEDE DI DIO” DEL REGISTA LUIGI SARDIELLO  
 
 Lagonegro, 3 dicembre 2009 - Nelle città di Lagonegro e Latronico si è tenuta la settima edizione del Festival Cinema & Musica manifestazione che premia le migliori composizioni di musica originale del cinema italiano di recente produzione. Tra i compositori giunti in gara, nella fase finale e scelti dalla direzione artistica affidata a Marco Mazzieri e Antonio Brigante: Nicola Tescari per Lo Spazio Bianco di Francesca Comencini, Gatto Ciliegia E Il Grande Freddo, Max Casacci per Cosmonauta di Susanna Nicchiarelli, Andrea Terrinoni per Il Piede Di Dio di Luigi Sardiello e Pasquale Catalano per La Doppia Ora di Giuseppe Capotondi, la giuria tecnica composta da: M° Pino Racioppi, musicista - presidente, Marco Mazzieri, regista, M° Pietro Cantisani, musicista, M° Francesco Langone, musicista e Antonio Brigante, direttore artistico, ha assegnato il Primo Premio al M° Andrea Terrinoni compositore della musica originale del film “Il Piede di Dio” del regista Luigi Sardiello Nelle precedenti edizioni il Festival ha premiato: il M° Franco Piersanti per la musica originale del film Tutta La Vita Davanti di Paolo Virzì ( 2008 ), i M° Daniele Furlati e Marco Biscarini per la musica originale del film Il Vento Fa Il Suo Giro di Giorgio Dritti ( 2007 ), il M° Antonio Castrignanò per la musica originale del film Nuovomondo di Emanuele Crialese ( 2006 ), il M° Giuliano Taviani per la musica originale del film Saimir di Francesco Munzi (2005), il M° Teho Teardo per la musica originale del film Lavorare Con Lentezza di Guido Chiesa ( 2004 ) e il M° Salvatore Bonafede per la musica originale del film Il Ritorno Di Cagliostro di Ciprì e Maresco ( 2003 ). .  
   
   
POTENZA, ATTESO RICONOSCIMENTO PER "COSE DI TEATRO E MUSICA"  
 
Potenza, 3 dicembre 2009 - Dopo tre anni di intensa attività, Cose di teatro e musica è stata riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività culturali quale organismo di promozione, distribuzione e formazione del pubblico per le attività teatrali. Un obiettivo, viene sottolineato, tanto atteso e finalmente raggiunto grazie al supporto, alla collaborazione e alla sensibilità culturale della Regione Basilicata e delle numerose Amministrazioni comunali che negli ultimi anni hanno condiviso il progetto "Voglia di Teatro - Teatri in Rete". Un grande ringraziamento, Cose di Teatro e Musica, rivolge, inoltre, alle tante associazioni e strutture che durante lo svolgimento delle diverse stagioni teatrali hanno collaborato per la buona riuscita delle stesse: il Palcoscenico di Castel Lagopesole, la Proloco di Vaglio, l´ Ass. Lo Specchio di Oppido Lucano, Incongress di Matera, ai gestori delle diverse sale teatrali, ai tecnici e a quanti hanno collaborato all´organizzazione delle stagioni. Ed ancora, al pubblico che "non ha fatto mai mancare la sua partecipazione alle tante iniziative promosse, contribuendo in maniera attiva e propositiva al miglioramento dell´offerta culturale". La Basilicata, quindi, torna ad occupare un posto di rilievo nella rete dell´offerta culturale avendo un punto di riferimento nel settore teatrale, riconosciuto a livello nazionale. Da qui l´impegno di " continuare nelle iniziative di promozione del teatro in Basilicata, non dimenticando, nello stesso tempo, il dialogo collaborativo con le istituzioni locali". . .  
   
   
UDINE: LA PLAYTOY ORCHESTRA SPRIGIONA LA SUA ENERGIA AL TEATRO NUOVO! ALLEGRIA E DIVERTIMENTO PER I BIMBI CON LA MUSICA DELL’ UNICA ORCHESTRA AL MONDO A SUONARE CON VERI STRUMENTI GIOCATTOLO  
 
Udine, 3 dicembre 2009 - La Playtoy Orchestra, è l’unica orchestra al Mondo a suonare esclusivamente strumenti giocattolo e domani, giovedì 3 dicembre alle ore 15. 00, sarà al “Giovanni da Udine” per coinvolgere bambini e famiglie con un concerto davvero entusiasmante. Parte proprio con la Musica la serie di spettacoli dedicati ai bambini che il Teatro Nuovo propone per la Stagione 2009/2010 e che proseguirà a gennaio con l’oramai collaudata rassegna “A Teatro da Giovanni” alla sua settima edizione, frutto della collaborazione con la struttura Teatro&scuola dell’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia. Sul palco - e con la platea! - ha inizio un gioco musicale che parte dai jingle pubblicitari che ci accompagnano da trent’anni, prosegue con brani di Brahms, Strauss, Rossini, Mozart per concludersi con un gran finale tutto da scoprire. Sette musicisti di rigorosa formazione classica per un’ora di travolgente gioco musicale: è proprio impossibile non farsi coinvolgere dal ritmo scatenato e dallo stupore di scoprire che la grande musica “funziona” sempre, anche suonata con i giocattoli. La straordinaria band, capeggiata dall’ideatore di questo originalissimo spettacolo, Fabrizio Cusani, performer di inesauribile energia e simpatia, ha provato e riprovato per anni l’effetto su tutti i nipotini disponibili, prima di affrontare il pubblico dei teatri. Le repliche proposte alle scuole (mercoledì e giovedì alle ore 09. 00 e 11. 00) hanno scatenato l’entusiasmo di migliaia di bambini: imperdibile dunque per le famiglie la replica di giovedì alle 15. 00 aperta a tutte le famiglie. .  
   
   
SPETTACOLI IN BASILICATA: RAFFORZARE IMPRENDITORIA DI SETTORE  
 
Potenza, 3 dicembre 2009 - L’assessore regionale alla Formazione-lavoro-cultura Antonio Autilio ha espresso “il più vivo compiacimento per il riconoscimento ad opera del Ministero per i Beni e le Attività culturali a “Cose di teatro e musica”, dopo tre anni di intensa attività, quale organismo di promozione, distribuzione e formazione del pubblico per le attività teatrali. “La Basilicata – ha detto Autilio – ha bisogno di imprese che, in sinergia con le politiche culturali regionali, siano in grado di garantire una maggiore fruibilità di spettacoli ed attività di teatro. E’ un impegno che sto sostenendo anche in qualità di coordinatore della Commissione Beni e Attività Culturali della Conferenza delle Regioni, nell’iniziativa avviata da tempo, contro i tagli statali e nel merito del testo unificato delle proposte di legge per lo spettacolo dal vivo, che registra, purtroppo, ancora la mancata concertazione tra Regioni e Ministro Bondi. Gli aspetti finanziari – ha detto ancora l’assessore – condizionano fortemente la nostra attività di programmazione, come quella di imprese, operatori del settore, compagnie di spettacolo, artisti e figure professionali legate al mondo dello spettacolo. Pur valutando positivamente l’accoglimento della proposta di istituzione del nuovo Fondo perequativo, sostenuta da più tempo in particolare dalle “più piccole” Regioni Molise e Basilicata, la conferma del Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo) e del Fondo per la Creatività – continua Autilio - appaiono in contrasto con le disposizioni di cui alla Legge 42/2009 “delega al Governo in materia di federalismo fiscale”. Diventa infine improponibile il ricorso ai fondi Fas per il finanziamento delle attività di spettacolo secondo il metodo già sperimentato dal Governo di sottrarre risorse finanziarie destinate al Mezzogiorno. Anche per questo – ha concluso Autilio – in mancanza di concertazione con il Ministro Bondi avremo solo una possibilità come Regioni di esprimere il nostro dissenso con il parere negativo alla proposta di legge sullo spettacolo dal vivo”. .  
   
   
TOCCARE GLI ANGELI INEDITI MARMI DI GIOACCHINO VARLE’ AL MUSEO OMERO ANCONA, 3 DICEMBRE 2009-20 GIUGNO 2010  
 
Ancona, 3 dicembre 2009 - Tracce eloquenti dell´Ancona del Settecento e del rinnovamento che pervase la città, saranno in mostra al Museo Tattile Statale Omero da giovedì 3 dicembre. Testimonianze concrete ed affascinanti di un periodo di splendore quando Luigi Vanvitelli, con i suoi interventi, ridisegnava e portava all´esaltazione la forma urbana, e Gioacchino Varlè ne ornava e aggiornava, con la sua stupefacente e copiosa attività plastica, tutte le maggiori architetture. Toccare Gli Angeli, consentirà di ammirare e di esplorare tattilmente inediti e pregevoli marmi di Gioacchino Varlè: due mirabili teste d´angelo, infantili e alate, provenienti dal Museo Diocesano e le figure di due evangelisti, Luca e Giovanni, provenienti dal Convento dei padri Domenicani, sottoposte, per l´occasione, ad un sapiente restauro conservativo. L’esposizione, curata da Massimo Di Matteo, Nadia Falaschini e Diego Masala, viene realizzata in collaborazione con: Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico delle Marche - Urbino, Arcidiocesi Ancona - Osimo, Museo Diocesano di Ancona, Convento dei Padri Domenicani di Ancona, Studio Italia Design, Effettoluce - Castelfidardo. Con il patrocinio de: Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero dell´Istruzione, dell´Università e della Ricerca, Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Marche, Regione Marche, Provincia di Ancona,comune di Ancona. .  
   
   
MUSEO STORICO ARTISTICO “TESORO DI SAN PIETRO” TORNA ALL’ANTICO SPLENDORE LA “CAPPELLA SISTINA IN BRONZO” DEL POLLAIOLO, STRAORDINARIO E PREZIOSO MONUMENTO BRONZEO DEDICATO A PAPA SISTO IV.  
 
 Città del Vaticano, 3 dicembre 2009. Si è inaugurato l’ 1 dicembre dopo due anni di restauro il Monumento a papa Sisto Iv conservato nel museo del tesoro di San Pietro. L’opera, che racchiude in sé molte e significative valenze, si disvela quale splendida macchina bronzea caratterizzata da uno straordinario complesso figurativo, inusitato per quel tempo, dal quale si evincono i caratteri figurativi “moderni” delle fanciulle che il Pollaiolo ritrae nelle formelle, sia delle virtù sia delle arti. Anticipa di ben quarant’anni, lo scultore fiorentino, l’estetica dei corpi, dalle forti e tese muscolature, delle Sibille michelangiolesche nella Cappella Sistina, che dal pontefice stesso prende il nome. Nel prezioso e singolare monumento, in antico detto la “Cappella Sistina in bronzo”, si intrecciano le storie di due pontefici e le vicende dell’arte e degli artisti, attivi fra Roma e Firenze, del periodo che segna la fine del ‘400 e l’inizio del Rinascimento che fu fervida fucina dei più grandi tesori dell’arte e dell’architettura. A Sisto Iv, cui il monumento è dedicato, già si lega la grandezza e la sensibilità del coltissimo pontefice umanista quale mecenate delle Arti: è lui, infatti, a volere in vita la realizzazione della Cappella Sistina - da cui il nome - ed è lo stesso pontefice che chiama a Roma da Firenze il Botticelli, il Ghirlandaio, il Perugino, il Pinturicchio e il Rosselli che diedero la prima magnificente impronta artistica alla cappella Sistina. Alla morte del Pontefice, è ancora una volta un artista fiorentino a recarsi a Roma per realizzare il suo monumento funebre, ed è il nipote, il Cardinale Giuliano della Rovere a far sì che, attraverso un’abile partita diplomatica che coinvolse lo stesso Lorenzo il Magnifico, giungesse in Vaticano Antonio Benci, detto del Pollaiolo, ritenuto sul finire del ’400, abilissimo orafo e abile cesellatore ma soprattutto il massimo scultore vivente, fama sorpassata solo dal “divino” Michelangelo. Il Pollaiolo realizza in dieci anni d’intenso lavoro (1484-1493) il grandioso monumento. Già la concezione dello stesso segna una svolta importante: è il primo monumento funebre papale realizzato a tutto tondo, tutti i precedenti e quelli addivenire sono realizzati a parete. L´opera, straordinaria e inusuale, viene concepita come monumento regale ed evoca piuttosto i modelli delle tradizionali sepolture d’oltralpe. In effetti, il catafalco sistino, appare un monumento più da re che da papa, confermando la volontà di Giuliano della Rovere di sottolineare esplicitamente il significato “Rinascimentale” politico e temporale del pontificato dello zio. In maniera assai più peculiare si nota nell’opera la totale assenza di figure sacre, il sepolcro, pur presentando una ricca iconografia, ne è totalmente scevro. La figura del papa giace su un materasso coperto da un lenzuolo ricamato circondata dalle sette Virtù d’ispirazione botticelliana, e nelle dieci specchiature sui lati convessi del basamento trovano posto le immagini allegoriche di Arti e Scienze in una struttura libera e istoriata. Soprattutto l’aspetto di fanciulle discinte con cui il Pollaiolo immagina le allegorie delle Arti e delle Scienze, non mancarono di scandalizzare qualche commentatore dell’Ottocento, anche se, non va dimenticato che questa inaudita struttura di bronzo dialogava, nella sua collocazione originaria, con la Madonna col Bambino e angeli del Perugino dove il papa francescano Sisto Iv veniva raffigurato genuflesso ed alla presenza dei santi Pietro e Paolo, nonché di Francesco d´Assisi ed Antonio da Padova (opera andata perduta). Fra i dati più significativi che emergono dall’attenta osservazione delle figure femminili realizzate dal Pollaiolo nella lavorazione delle formelle in bronzo, sia nel caso delle Virtù che per le Arti e Scienze, vi sono le muscolature asciutte e nervose e le pose elastiche e sensibili delle fanciulle che popolano la tomba. Qui si trova un coerente sviluppo d´idee che il Pollaiolo aveva già sperimentato nelle prove migliori del suo periodo fiorentino, e la piena maturazione di quelle premesse insite nella tradizione delle botteghe artistiche della città, nelle quali profondamente affonda le radici della propria cultura. Soprattutto, si può evidenziare come, il vigore plastico dell’anatomia dei volti, le torsioni, la scattante tensione muscolare, contrapposta ai nervosi panneggi delle vesti increspate - tanto da creare vivaci contrasti luministici - che caratterizza le figure muliebri si possa riferire direttamente alle Sibille che Michelangelo dipinge quarant´anni dopo nella Cappella Sistina. Ancora una volta la sommità dell´arte e del mecenatismo si fondono in un unicuum storico straordinario: la Cappella Sistina, voluta da Francesco della Rovere, Sisto Iv, che si arricchisce ulteriormente per volere di Giuliano della Rovere, ora papa Giulio Ii, degli affreschi michelangioleschi ha un fil-rouge nell’estetica delle fanciulle del Pollaiolo, ne è la riprova il fatto che il monumento di papa Sisto Iv fu denominato “la cappella Sistina in bronzo”. Giulio Ii, pontefice illuminato e ambizioso, pone la prima pietra dell’attuale Patriarcale Basilica il 18 aprile del 1506, è lui ad illuminare San Pietro di quel gioiello d’arte e architettura unico al mondo. E’ lui a volere con sé i più grandi artisti viventi e, come fece per il Pollaiolo, ancora una volta, chiama a Roma da Firenze Raffaello e Michelangelo per quella straordinaria avventura che ha segnato uno degli episodi più importanti della storia universale dell´arte. Il lungo e minuzioso intervento di restauro, protrattosi per più di due anni ha restituito al monumento funebre la piena leggibilità degli infiniti particolari e per la prima volta ha permesso di rilevare le diverse fasi della realizzazione dell’opera nei successivi passaggi. È ora evidente come nel monumento a papa Sisto Iv Pollaiolo trasferì le stesse attenzioni e il medesimo operare riservato alla piccola e minuziosa produzione orafa, applicando con successo la sua esperienza nel compimento di un’opera dalle dimensioni monumentali, enormemente complessa per tecnica e ricchezza materiale. La lavorazione delle formelle in bronzo, che rese possibili tali straordinari bassorilievi, è il frutto della sapiente fusione del metallo, della lavorazione delle masse metalliche e delle superfici attraverso specifiche e lentissime operazioni e numerosi passaggi che vanno dalla preparazione dei modelli in cera d’api ai trattamenti finali, agevolati dalla sapiente scelta della composizione della lega metallica impiegata in questi casi ricca di stagno che ha conferito maggiore morbidezza e duttilità del bronzo. Le molte indagini scientifiche effettuate prima e durante i lavori, ed in modo particolare le analisi metallografiche condotte su numerosi punti delle formelle, delle grandi foglie di acanto e delle cornici perimetrali, hanno infatti confermato l’ipotesi “di cantiere” che l’artista abbia volontariamente utilizzato leghe con composizione differente in relazione alla parte da realizzare. La raccolta di questi dati, insieme ad una attenta e dettagliata analisi visiva degli aspetti tecnologici del manufatto, ha permesso di realizzare un quadro conoscitivo approfondito della preziosa opera scultorea e delle tecniche proprie del grande maestro fiorentino. Il Monumento funebre di Sisto Iv non fu mai utilizzato come tale, il pontefice, la sera seguente la sua morte, avvenuta il 12 agosto 1484, fu sotterrato, secondo le sue stesse disposizioni, in un avello al centro della Cappella del Coro dei canonici della vecchia Basilica. Solenne e monumentale, al punto da renderne difficile la collocazione dal momento in cui viene rimosso dalla sede originaria, il catafalco sistino entra a far parte della collezione del Museo del Tesoro di San Pietro nel 1971. Oggi, lo straordinario complesso bronzeo, è fra le opere di maggior pregio storico e artistico del Museo e rappresenta, senza dubbio, la magnificenza della collezione del Capitolo di San Pietro. .  
   
   
COSTANTINO MERLINI SPAZI D’ASCOLTO  
 
Aosta, 3 dicembre 2009 - L’assessore all’istruzione e cultura, Laurent Viérin, inaugurerà venerdì 11 dicembre 2009, alle ore 17. 00, all’Espace Porta Decumana della Biblioteca Regionale di Aosta, l’esposizione Costantino Merlini. Spazi d’ascolto. La mostra presenta al pubblico trentadue opere fotografiche offrendo l’opportunità di ammirare tre diverse tipologie di spazio che segnano le principali scansioni del percorso espositivo: il bosco, la montagna e il cielo. Un percorso verticale che segna un lento e progressivo distacco dalla terra e consente al visitatore di salire in quota sino a toccare le cime delle montagne e poi metaforicamente spiccare il volo nel cielo. Costantino Merlini, artista lombardo che vive a Tronzano da molti anni, è ritenuto un importante fotografo di montagna che si distingue per la qualità delle sue opere e per una significativa sperimentazione tecnica. L’artista attraverso i suoi scatti ha saputo rendere il paesaggio valdostano e non solo di straordinario fascino. «Attraverso l’opera di Costantino Merlini è possibile percepire la ricerca della serenità e sentire interiormente il silenzio della montagna - sottolinea l’Assessore Laurent Viérin - che, come afferma l’artista,”consente all’uomo di ottenere le risposte alle grandi domande sul significato dell’esistenza”. Sono convinto – conclude l’Assessore - che questa mostra di notevole qualità saprà incuriosire e affascinare i visitatori, offrendo straordinarie immagini della nostra regione che si trasformano in poesia». .  
   
   
LA REGIONE DEL VENETO PROTAGONISTA AL XIII SALONE DEI BENI E DELLE ATTIVITA’ CULTURALI  
 
Venezia, 3 dicembre 2009 - Dai lavori di restauro eseguiti, alla mostra fotografica dedicata a Mario Rigoni Stern, alla collezione fotografica della Fondazione Graziano Arici, fino alla riproduzione in fac-simile del “Breviario Grimani”: sono alcune delle proposte della Regione del Veneto per la tredicesima edizione di "Bbcc Expo" salone dei beni e delle attività culturali in programma da domani fino al 5 dicembre presso il Terminal Passeggeri di Venezia. La Regione del Veneto parteciperà al salone con l´obiettivo di far conoscere le attività realizzate per valorizzare il patrimonio culturale regionale: ad esempio i lavori di pulitura e ripristino dei segnacoli funerari dei cimiteri ebraici storici di Padova, il restauro di opere d’arte nella chiesa degli Eremitani, sempre a Padova, il rifacimento della pavimentazione a Lonedo di Lugo Vicentino, dove sorgono due ville di Andrea Palladio. All’interno dello stand della Regione del Veneto una collocazione di rilievo è riservata alla presentazione di Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, che diventerà il punto di ingresso al sistema delle Ville Venete. Tra gli appuntamenti da segnalare oggi alle 15 alla sala Bellini, il convegno “Quale cultura per il rilancio economico?”. Parteciperanno Franco Miracco (portavoce Presidente della Regione del Veneto), Fabio Achilli (vicedirettore della Fondazione di Venezia), Giuseppe Menzi (vicedirettore generale della Banca Monte dei Paschi di Siena),), Antonio Prade (sindaco di Belluno), Matteo Renzi (sindaco di Firenze), Tiziano Tagliani (sindaco di Ferrara), Francesca Zaccariotto (presidente della Provincia di Venezia), Luana Zanella (assessore alla Cultura di Venezia). Modera: Fabio Isman (Il Messaggero). Sabato 5 dicembre alle 10 è in programma il convegno “Dall’emergenza in Abruzzo alla gestione integrata del rischio nei centri storici”. Apre i lavori Franco Miracco. .  
   
   
BASILICATA, BENI CULTURALI: UNA MAPPA DELLE DISFUNZIONI  
 
Potenza, 3 dicembre 2009 - La migliore fruizione dei contenitori culturali (musei, aree archeologiche, gallerie d’arte), gestiti dalle strutture periferiche del Ministero Beni Culturali o dagli Enti Locali, non può prescindere dall’eliminazione di tutte le disfunzioni, anche strumentali e organizzative, che purtroppo sono ancora presenti. E’ l’iniziativa promossa dall’assessore regionale alla Formazione-lavoro-cultura Antonio Autilio. L’assessore, in una recente visita al Castello di Melfi , dopo aver avuto modo di riscontrare direttamente alcuni aspetti che riguardano piccole disfunzioni anche strumentali (mancanza di biglietteria, mancanza di impianto di riscaldamento, mancanza di una guida-pubblicazione) sollecita “la promozione, di intesa con gli Enti di gestione delle strutture culturali della regione, di un primo censimento delle problematiche esistenti in ogni struttura che – sottolinea Autilio – in molti casi sono anche di facile soluzione”. “Diventa essenziale – afferma l’assessore - uno sforzo sinergico tra Amministrazioni Pubbliche in direzione della realizzazione di un “sistema a rete” dei giacimenti culturali di cui disponiamo ,e che sono una delle maggiori attrazioni turistiche,per il cui recupero sono stati già investiti consistenti finanziamenti,al fine di evitare che si possa distorcere l’immagine e la capacità propositiva e organizzativa a causa di modeste difficoltà e disfunzioni che comunque incidono sulla qualità dei servizi offerti; tanto proprio in considerazione del numero crescente di turisti che affollano ormai i contenitori culturali della nostra regione. Un intervento sistemico delle Istituzioni Pubbliche – conclude Autilio - darà prova altresì della grande sensibilità che occorre rinnovare in questo settore culturale-turistico”. .  
   
   
CRISTIANO DE ANDRÉ DE ANDRÉ CANTA DE ANDRÉ “FIUME SAND CREEK” È IL PRIMO SINGOLO ESTRATTO  
 
 Roma, 3 Dicembre 2009 - Dal 4 dicembre sarà in rotazione radiofonica “Fiume Sand Creek” il primo singolo estratto dal disco “De André canta De André”, in cui Cristiano, a dieci anni dalla scomparsa, omaggia suo padre reinterpretando undici canzoni del vasto repertorio di Fabrizio. Il brano è il racconto poetico e amaro del genocidio dei pellerossa da parte dei coloni avvenuto nel 1864, quando le truppe della milizia del Colorado, comandate dal colonnello John Chivington, attaccarono un villaggio di Cheyenne e Arapaho, massacrando donne e bambini. Una struggente e malinconica poesia attraverso la quale Fabrizio si fece ancora una volta portavoce degli oppressi, dei vinti, degli emarginati. Un brano che ha conservato negli anni tutto il suo valore politico e sociale. “Questo è un brano che considero attualissimo perché siamo circondati da tanti Generali Custer che ci tolgono la libertà” è stato il commento a questa canzone di Cristiano, che ha raccolto così l’eredità del padre, artistica e civile. Scritta da Fabrizio De André e Massimo Bubola, “Fiume Sand Creek” uscì per la prima volta nel 1981, incisa nell’album “Fabrizio De André” in cui Cristiano suonava con il suo violino. Rispetto all’originale, il sound di questo brano, ri-arrangiato da Cristiano stesso e da Luciano Luisi (già arrangiatore di Zucchero e Ligabue) si fa più rock, più moderno, più internazionale. La poesia del padre si affianca qui al prodigioso talento musicale del figlio: una fetta di storia della musica che si veste di nuove sfumature ma continua a commuovere ed entusiasmare il pubblico di tutte le età. L’album “De André canta De André” è pubblicato dall’etichetta Mt Blues Records e distribuito da Universal e contiene all’interno il dvd “Filming around tour”. Il progetto “De André canta De André” è di Michele Torpedine e Bruno Sconocchia. Prossime tappe del tour 2009 (proseguirà poi nel 2010): 2 dicembre Vercelli al Teatro Civico, 3 dicembre Trento al Palatrento, 5 dicembre Ravenna al Pala De André, 11 dicembre Ancona al Palarossini, 13 dicembre Roma Auditorium Parco della Musica. .  
   
   
ENTRA IN CLASSIFICA "LUIGI TENCO, INEDITI" (I DISCHI DEL CLUB TENCO/ALA BIANCA GROUP) @  
 
Roma, 3 dicembre 2009 - "Luigi Tenco, inediti", il doppio Cd pubblicato nella collana "I Dischi del Club Tenco" di Ala Bianca e curato da Enrico de Angelis, è entrato della classifica ufficiale stilata dalla Nielsen sui dischi più venduti in Italia ed in particolare si trova al settimo posto tra gli album realizzati dai produttori musicali indipendenti italiani. Una notizia importante, che attesta non solo il valore artistico ma anche lfattenzione del pubblico per questfopera e più in generale per una collana discografica che da diciotto anni propone dischi preziosi. Il doppio Cd racchiude molte registrazioni inedite di Tenco. Nel primo Cd compaiono sue canzoni mai pubblicate come "Padroni della Terra", traduzione di "Le déserteur" di Boris Vian, o tre suoi brani che il cantautore piemontese non aveva mai inciso e che sono quindi stati affidati ad interpreti dfeccellenza come Massimo Ranieri ("Se tieni una stella"), Stefano Bollani ("No no no", solo strumentale) e Morgan ("Darling Remember", traduzione in inglese di "Vola colomba"). Molte le succulente versioni alternative di brani già noti ma con musiche, testi o arrangiamenti sensibilmente diversi dagli originali: "Quello che tu vorresti avere da me" (sulla stessa musica de "Il tempo dei limoni"), "Quando", "Il tempo passò", "Come mi vedono gli altri", "Se stasera sono qui", "Ragazzo mio", "Non sono io", "Ah lfamore lfamore", "Vedrai vedrai", "Io sono uno", "Guarda se io". Ed inoltre "Un giorno dopo lfaltro" cantata in francese e in inglese e "Ognuno è libero" in spagnolo. Infine, come bonus track, "I know, donft know how" e "The Continental", eseguite al sax contralto da Tenco in registrazioni del 1957 del Settetto Moderno Genovese, e unfintervista radiofonica al cantautore di Sandro Ciotti. Nel secondo Cd 17 suoi brani sono interpretati da vari artisti in esibizioni tratte proprio dalla "Rassegna della canzone dfautore" di Sanremo intitolata a Tenco. Si tratta di Vinicio Capossela, Roberto Vecchioni, Simone Cristicchi, Ardecore, Shel Shapiro, Alice, Alessandro Haber, Skiantos, Têtes de Bois, Giorgio Conte, Elena Ledda, Giovanni Block, Gerardo Balestrieri, Ricky Gianco, Ada Montellanico, Paolo Simoni, Eugenio Finardi. La collana "I Dischi del Club Tenco" ideata e voluta da Ala Bianca, è nata nel 1991 dalla collaborazione tra il Club Tenco ed Ala Bianca Group e raccoglie incisioni inedite e di altissimo valore, veri e propri gioielli di parole e musica. Dischi unici, anche perché parecchi degli artisti presenti nelle varie raccolte per la prima volta nella loro carriera artistica hanno acconsentito all´inserimento in dischi collettivi come sono molti di questi. A curare le pubblicazioni è il Club Tenco, la principale associazione europea che opera nel campo della canzone dfautore. Fondato nel 1972, ha avuto un ruolo fondamentale nel nostro Paese per la diffusione della musica di qualità, in particolare modo con il Premio Tenco, la "Rassegna della canzone dfautore" nata nel 1974 a Sanremo. "Luigi Tenco, inediti" anticipa un futuro progetto a cui da tempo il Club Tenco e Ala Bianca stanno lavorando per la collana: la pubblicazione in cofanetto dellfintera produzione del cantautore. .