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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 06 Aprile 2010 |
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SCOPERTA L’EFFICACIA DELLA DUTASTERIDE NEL BLOCCARE LO SVILUPPO DI PICCOLI TUMORI PROSTATICI PUBBLICATI I RISULTATI CHE DIMOSTRANO L’EFFICACIA DEL FARMACO SUL NEW ENGLAND JOURNAL OF MEDICINE. IL SAN RAFFAELE DI MILANO TRA I CENTRI PRINCIPALI CHE HANNO PARTECIPATO ALLO STUDIO. |
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Milano, 6 aprile 2010 - Pubblicati l’ 1 aprile sul New England Journal of Medicine, la più prestigiosa rivista medica internazionale, i risultati dello studio Reduce (Reduction by Dutasteride of Prostate Cancer Events) che hanno dimostrato come l’utilizzo del farmaco Dutasteride in pazienti a rischio per tumore della prostata abbia comportato una significativa riduzione di sviluppare la malattia. Il San Raffaele di Milano è tra i centri principali che hanno partecipato allo studio e il Prof. Francesco Montorsi, Ordinario di Urologia al San Raffaele, è uno dei coordinatori internazionali. Il tumore della prostata è il più frequente tumore e la seconda causa di morte per tumore nell’uomo. L’avvento nella pratica clinica del dosaggio nel sangue dell’Antigene Prostatico Specifico (Psa) permette oggi di ottenere una diagnosi precoce della malattia e quindi di poterla curare con efficacia. E’ comunque chiaro che, vista la diffusione del problema, la prevenzione giocherebbe un ruolo di grande importanza. La dutasteride è un farmaco utilizzato già da alcuni anni per il trattamento dei disturbi urinari legati all’ingrossamento benigno della prostata. Agisce bloccando la trasformazione all’interno delle cellule prostatiche del testosterone in di-idro-testosterone, la forma biologicamente attiva dell’ormone che influenza l’attività del Dna cellulare. I sintomi dei pazienti migliorano in quanto la dutasteride riduce le dimensioni della ghiandola prostatica. L’ipotesi investigata dallo studio Reduce è che la dutasteride possa anche prevenire il tumore della prostata se utilizzata in soggetti a rischio. Sono stati inseriti nello studio circa 6300 uomini con età variabile da 50 a 75 anni, sottoposti per sospetto tumore della prostata a biopsia prostatica risultata però negativa per malattia. I pazienti dovevano avere un Psa di partenza variabile da 2.5 a 10 ng/ml. I pazienti sono stati randomizzati a trattamento per 4 anni con dutasteride (1 compressa da 0.5 mg al giorno) oppure con placebo. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a biopsia prostatica dopo 2 anni di trattamento ed al termine dello studio. Inoltre è stata eseguita una biopsia prostatica ogni volta che si è sospettata la presenza di un tumore prostatico. Nei pazienti trattati con dutasteride si è osservata la riduzione del rischio di ammalare di tumore prostatico del 22.8 percento rispetto ai pazienti trattati con placebo. L’effetto del farmaco si è osservato particolarmente per i tumori meno aggressivi. Nei pazienti che hanno sviluppato un tumore della prostata, non si è infatti osservata alcuna differenza tra dutasteride e placebo nel numero di tumori prostatici più aggressivi. E’ plausibile pensare che il farmaco dutasteride abbia avuto la capacità di bloccare lo sviluppo di piccoli tumori prostatici già presenti nei pazienti all’inizio dello studio ma non identificati dalla prima biopsia. Afferma il Prof. Francesco Montorsi: “Questo studio offre una nuova possibilità a pazienti che hanno eseguito una o più biopsie prostatiche risultate però negative per tumore. Questi pazienti hanno tipicamente valori di Psa elevati oppure una visita prostatica sospetta. In questi casi il trattamento con dutasteride rappresenta una opzione terapeutica che deve essere discussa con il paziente.” Lo studio è stato interamente finanziato da Graxosmithkline, l’azienda farmaceutica che produce il farmaco dutasteride. |
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OSTEOPOROSI OLTRE DIECIMILA AL CONGRESSO MONDIALE DI FIRENZE MENTRE SI PROGETTA UN CENTRO PER LE MALATTIE RARE DAL 5 ALL’8 MAGGIO. PRESENTAZIONE IN PALAZZO VECCHIO. |
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Firenze 6 Aprile 2010– Il progetto di realizzare a Firenze un Centro avanzato per la ricerca sulle malattie rare dell’osso torna prepotentemente di attualità, grazie al congresso mondiale sull’osteoporosi (5 – 8 maggio), uno dei maggiori mai ospitati dalla Fortezza da Basso con oltre 10 mila specialisti e il considerevole impatto economico sulla città di 13 milioni di euro. Si tratta di Iof Wco–esceo 10, congresso congiunto delle due più importanti istituzioni internazionali per le patologie dello scheletro: la International Osteoporosis Foundation, come noto presieduta dalla regina Ranja di Giordania, e la European Society for Clinical and Economic Aspects of Osteoporosis and Osteoarthritis. Evento presentato l’ 1 aprile in Palazzo Vecchio dall’assessore alle politiche socio-sanitarie Stefania Saccardi e dal comitato organizzatore italiano. Il presidente del comitato Maria Luisa Brandi, docente di Endocrinologia all’Università di Firenze, ha insistito in particolare sullo stretto legame tra progetto e congresso, fiancheggiata dai professori Claudio Cricelli e Marco Italo Gusso (presiedono rispettivamente le associazioni scientifiche Simg-medicina Generale-medici di famiglia e Ortomed-ortopedia e Medicina). Se Iof ed Esceo hanno scelto di riunirsi a Firenze, spiega Brandi, è per sottolineare l’eccellenza degli studi in corso da anni in questa città, che già oggi è la capitale italiana della ricerca sulle malattie delle ossa: ha uomini e know how, qui hanno sede alcune delle principali società scientifiche (Simg, Ortomed, Geriatria, ecc.) e fondazioni (Firmo) che operano a sostegno della ricerca. “Firenze”, aggiunge la professoressa, “offre dunque il contesto ottimale per un grande Centro specialistico pubblico, che si proponga da modello per la ricerca sui nuovi farmaci in un’area che le multinazionali trascurano per mancanza di incentivi economici. Di fatto, per le malattie rare dell’osso non esistono cure e investire in questo settore acquista perciò un doppio supervalore umanitario e scientifico. Per questo motivo chiediamo alle istituzioni la massima attenzione e disponibilità”. Le patologie dello scheletro sono del resto allarmanti anche per il loro impatto crescente sul sistema sanitario: 5 milioni i malati di sola osteoporosi in Italia, 300 mila in Toscana, 80 mila a Firenze (provincia), rappresentano un pesante fardello sociale e finanziario, destinato ad aggravarsi con l’invecchiamento della popolazione. Aspetti di cui si occupa appunto l’associazione Esceo e che saranno al centro del congresso. In questo quadro, la prevenzione acquista un valore decisivo. In proposito la Simg di Cricelli renderà noti i risultati di una ricerca tutta made in Florence, la Carta del Rischio, che rappresenta uno degli strumenti più attesi dagli operatori. “E’ un progetto”, spiega, “che stiamo elaborando su indicazioni Ue. Un algoritmo che servirà a identificare le persone che per età, disposizioni genetiche e stile di vita rischiano di sviluppare osteoporosi. Ciò consentirà di intervenire per tempo e di risparmiare sofferenze e danaro”. Gusso presenterà invece una serie di studi sul metabolismo osseo condotti nei laboratori di Careggi: farmaci pensati per prevenire l’osteoporosi che sembrano avere anche il potere di favorire la guarigione delle fratture. Una nuova frontiera della ricerca che vede Firenze in prima linea. |
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LE ARITMIE DEL CUORE NEL TERZO MILLENNIO A LEVICO TERME DALL’8 AL 10 APRILE UN WORKSHOP DI RILIEVO INTERNAZIONALE |
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Trento, 6 aprile 2010 - Levico Terme torna ad essere, a distanza di tre anni, la capitale dell’aritmia: dall’8 al 10 aprile ospiterà un convegno di rilievo internazionale, promosso dalla Sicoa (Società Italiana Cardiologia Ospedalità Accreditata), al quale parteciperanno una sessantina di relatori scientifici provenienti da tutt’Italia. Al centro di questi tre giorni di workshop, i rischi cardiaci nei giovani e negli atleti, gli effetti delle assunzioni farmacologiche, nonché gli ultimi i progressi della scienza medica nel settore. Coordinatore dei lavori e presidente del congresso ancora una volta è il professor Francesco Furlanello, uno dei massimi esperti mondiali delle aritmie cardiache, il quale promuove da oltre trent’anni momenti internazionali di confronto. Il convegno si aprirà giovedì 8 aprile alle 18, presso l’Imperial Grand Hotel, con la cerimonia inaugurale alla presenza dei rappresentanti delle principali società cardiologiche italiane ed europee, delle autorità locali e provinciali. L’incontro di approfondimento che riunisce i principali esperti di questo argomento, nasce dalla necessità di applicare al singolo paziente e all’atleta le nuove conoscenze tecnologiche, farmacologiche e genetiche ai fini di una moderna diagnosi e terapia. In questo senso il Trentino è stato all’avanguardia: uno dei primi convegni internazionali interamente dedicato alle aritmie è stato organizzato proprio qui nel 1974 e da allora il percorso non si è mai interrotto. Il professor Furlanello ha, infatti, presieduto i congressi di Marilleva (dal ’74 al 2004) e quelli di Levico Terme (nel 2007 ed oggi), nella convinzione che l’aritmologia, in questi anni enormemente sviluppatasi in Italia e nel mondo, sia la branca che maggiormente fornisce informazioni preziose per interpretare i meccanismi alla base delle patologie cardiache più pericolose in grado di provocare spesso una morte improvvisa. La morte improvvisa dell’atleta sarà, infatti, uno dei temi affrontati durante il workshop: verranno presentati i risultati condotti dal professor Gaetano Thiene dell’Università di Padova, che ha effettutao studi approfonditi sui cuori di atleti che hanno presentato morte improvvisa in correlazione con l’attività atletica. Ne sono derivate informazioni diagnostiche per il cardiologo da trasferire negli atleti teoricamente a rischio dello stesso tipo di patologia riscontrata che riguarda di solito patologie del muscolo, delle coronarie, dello scheletro elettrico, acquisite o congenite con particolare riguardo ad anomalie da difetto genetico identificabile a livello molecolare. Altro aspetto di particolare rilievo riguarderà le conseguenze dei farmaci che un atleta può assumere nel corso della vita, sia per motivi terapeutici che ai fini fraudolenti di tentare di migliorare farmacologicamente le prestazioni sportive, una linea di ricerca sulla quale si sono concentrati gli sforzi del professor Furlanello: “Disponiamo attualmente di informazioni precise dell’effetto cardiovascolare di tutte le sostanze illecite chiamate tali in quanto bandite dallo sport, il cui utilizzo rappresenta costantemente un reato sportivo e di recente penale – spiega il prof. Francesco Furlanello – In questi ultimi mesi è stato da noi fatto un grande sforzo scientifico per ricercare anche le possibili conseguenze dannose dell’assunzione di tutti i farmaci che sono teoricamente permessi ed in talune patologie sono prescritti, ma che nell’atleta possono interferire con le conseguenze dello sforzo fisico, provocando eventi e patologie cardiache e i aritmiche impreviste ed apparentemente imprevedibili. Si tratta di una nuova branca della medicina sportiva, che deve essere fatta conoscere nel modo più largo possibile, sia nell’ambiente medico che nella popolazione generale”. Nell’ambito del congresso verranno, dunque, presentati i dati attuali delle nuove metodologie diagnostiche e terapeutiche, elettriche e farmacologiche delle aritmie cardiache comprese gli ultimissimi farmaci disponibili, antiaritmici ed antitrombotici, fra cui il nuovissimo “dronedarone”, già in commercio in alcuni Paesi europei, e proposto per la prevenzione e la cura della fibrillazione atriale aritmia, molto frequente nella popolazione soprattutto di media età ed anziana la cui presenza comporta una cattiva qualità di vita e in molti casi provoca una netta riduzione dell’efficienza fisica. In questo senso si collocano anche gli studi internazionali condotti dal dottor Riccardo Cappato, direttore del Centro di Aritmologia ed Elettrofisiologia del Policlinico San Donato a Milano, che ha riunito dati complessivi per oltre 40.000 casi, realizzando una banca dati indispensabile da cui partire per curare il singolo paziente. Fra i trattamenti più moderni si sta, inoltre, profilando l’impiego di un nuovo farmaco con capacità antitrobotiche, in grado di evitare le trombosi venose ed arteriose e le gravi conseguenze trombo-emboliche cerebrali (ictus). Infine, nella tre giorni di Levico, saranno presentate anche della patologie aritmiche rare come le cosiddette “tachicardie inappropriate”, che si riscontrano soprattutto in giovani donne (anche di 14 anni) e che sono dovute ad una iperattività di solito su base genetica del normale centro cardiaco che regola la frequenza del cuore. Per queste rare patologie, ma molto inabilitanti, sono state identificate le basi genetiche che riguardano il cosiddetto canale “funny”, dal prof. Dario Di Francesco dell’Università di Milano, rilievo che consente l’utilizzazione pratica di un nuovo farmaco specifico intelligente in grado di rallentare in modo mirato la frequenza cardiaca. Il congresso “Le aritmie nel terzo millennio” si propone, dunque, come un tradizionale appuntamento di alto valore scientifico per cardiologi esperti ma anche con grande potenzialità informativa per cardiologici cinici e sportivi, internisti, pneumologi e geriatri, medici legali. A questo fine viene anche organizzato un “Corso pratico intermedio interattivo di aritmologia clinica e sportiva e polisonnografia”, dedicato a: medici sportivi (Fmsi), cardiologi sportivi (Sic sport), medici di base, internisti, pediatri, geriatri, pneumologi. Il workshop, organizzato dalla Sicoa (Società Italiana Cardiologia Ospedalità Accreditata), gode del patrocinio delle principali società cardiologiche e medico sportive nazionali ed internazionali, della Provincia autonoma di Trento, dell’Irccs Policlinico San Donato (Milano) e dell’Istituto di Scienza dello Sport – Coni (Roma). (a.T.) Per informazioni: www.Sicoa.net |
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SALUTE FVG: IL FUTURO DEL CRO DI AVIANO |
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Trieste, 6 aprile 2010 - "Sono rimasto colpito dai toni sgradevoli usati dal dott. Del Ben nelle sue ennesime esternazioni sul futuro del Cro, non tutti evidentemente sanno uscire di scena in maniera elegante". Il vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, commenta così l´intervista rilasciata ad un quotidiano locale dal Direttore Generale uscente del Cro di Aviano. "Ciò che mi lascia maggiormente sconcertato sono gli scenari futuri descritti da Del Ben e che risultano completamente infondati; il Cro infatti non va incontro a nessun tipo di ridimensionamento e il dott. Cappelletti, che fra pochi giorni assumerà l´incarico di Direttore Generale dell´Irccs di Aviano, metterà la sua indubbia professionalità a disposizione degli indirizzi decisi dalla Giunta regionale, già chiari nel Piano sociosanitario recentemente approvato". "Capisco la delusione personale di Del Ben - prosegue il vicepresidente - per dover lasciare questo prestigioso incarico che gli era stato conferito dalla precedente Giunta regionale, ma chi come lui è stato scelto 5 anni fa dalla politica non si può certo stupire se proprio la politica sceglie, una volta scaduto il suo contratto, di sostituirlo con un´altra persona che, come in questo caso, presenta delle competenze tecniche e professionali indiscutibili". "Voglio infine tranquillizzare i cittadini - conclude Ciriani - e sgombrare il campo dai dubbi sollevati dalle dichiarazioni, quantomeno incaute, che si sono succedute nelle ultime settimane. Ribadisco quindi con forza che il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano rimarrà un polo d´eccellenza e non andrà incontro a nessuna riduzione,così come hanno dichiarato recentemente non solo l´assessore Kosic, ma lo stesso Ministro della Salute Ferruccio Fazio". |
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RU486, IL PRESIDENTE DELL’ EMILIA ROMAGNA ERRANI INTERVISTATO DAL GR1: "ESISTONO LE LEGGI DELLO STATO, E LE LEGGI DELLO STATO DEVONO ESSERE APPLICATE IN TUTTE LE REGIONI" |
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Bologna, 6 aprile 2010 – “Esistono le leggi dello Stato, e le leggi dello Stato devono essere applicate in tutte le Regioni”. Così Vasco Errani, presidente della Regione Emilia-romagna e presidente uscente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, è intervenuto il 2 aprile sul dibattito relativo alla pillola Ru486 sul Gr1 delle ore 13. Al giornalista, che gli ha domandato se ritenesse plausibile fermare la distribuzione della pillola come richiesto dai neopresidenti di Piemonte e Veneto, Roberto Cota e Luca Zaia, Errani ha ribadito come non ci sia la possibilità da parte delle Regioni “di fare quel che ciascuno ritiene più opportuno”, bensì “c’è una legge da rispettare. Da questo punto di vista – ha aggiunto Errani – sarebbe opportuno che il Governo decidesse di confrontarsi con le Regioni per le linee guida, per non avere un Paese articolato in mille posizioni diverse, perché la legge 194 è una legge che nella sua interezza va rispettata”. Errani ha poi ricordato come in Emilia-romagna l’Ru486 sia già stata introdotta attraverso l’applicazione di linee guida; qui “i professionisti, con le donne che vivono quest’esperienza – che è comunque e sempre un’esperienza drammatica – , gestiscono le forme più adeguate per garantire la piena applicazione della 194 e la sicurezza della donna”. Al termine dell’intervista, sempre in merito alle posizioni espresse da Cota e Zaia, Errani ha sottolineato come l’autonomia “si eserciti ad altri livelli. Da questo punto di vista – ha concluso – a me pare molto chiaro sia il Titolo V, sia le norme che regolano la vita della Repubblica italiana”. |
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AL VIA NELLA AUSL DI VITERBO LA CAMPAGNA DI PREVENZIONE ODONTOIATRICA ´PREGO...UN SORRISO´ |
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Viterbo, 6 aprile 2010 - ‘Prego… un sorriso’. E’ questo il nome della campagna della Regione Lazio di prevenzione e trattamento odontoiatrico gratuito che la Ausl di Viterbo realizzerà su tutto il territorio provinciale, a partire dai prossimi giorni. Il progetto è stato presentato dal direttore generale dell´azienda sanitaria Adolfo Pipino, dal direttore sanitario aziendale Marina Cerimele e dal direttore dell´unità operativa di chirurgia maxillo-facciale dell´ospedale di Belcolle, Claudio Taglia. La campagna prevede tre ambiti di applicazione, il primo dei quali riguarda la prevenzione in età evolutiva con il coinvolgimento di tutti i bambini e i ragazzi della Tuscia da 0 a 14 anni, insieme ai genitori e ai docenti delle scuole. “Per questa fascia di cittadini - spiega Taglia in una nota - metteremo in campo un progetto di educazione sanitaria per la prevenzione delle patologie odontoiatriche e un programma di screening, con visita odontoiatrica, per tutti gli alunni della terza classe primaria”. Ai bambini sottoposti a screening, dopo la prima visita, saranno poi assicurati gli ulteriori trattamenti a livello ambulatoriale, come la sigillatura dei solchi molari dei denti permanenti. La campagna inoltre prevede un servizio di assistenza odontoiatrica per le persone con particolari patologie e per i cittadini diversamente abili, nei confronti dei quali saranno erogati gratuitamente dei trattamenti exodontici o realizzate le protesi totali o parziali. |
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VITERBO, ATTIVO IL SERVIZIO DI PREOSPEDALIZZAZIONE AL PRESIDIO DI BELCOLLE |
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Viterbo, 6 aprile 2010 - Dall’autunno del 2007, presso il presidio ospedaliero centrale di Belcolle, che comprende anche gli ospedali di Montefiascone e Ronciglione, è stato istituito il servizio della preospedalizzazione, sotto la diretta responsabilità della direzione sanitaria. Per gli utenti, che sono in lista di attesa per un intervento chirurgico, la preospedalizzazione è il primo approccio con la realtà ospedaliera finalizzato ad accertare l’idoneità del paziente a essere sottoposto all’operazione. In pratica, nel corso di una sola giornata, e senza la necessità di un ricovero, l’utente viene sottoposto sia alle indagini (visite, esami strumentali e di laboratorio) necessarie per la valutazione del rischio operatorio e la preparazione all’intervento, sia ad altre metodiche talvolta necessarie. Con questo servizio i cittadini si vedono azzerate le giornate di degenza in attesa di intervento e possono beneficiare dell’ottimizzazione dei tempi per l’esecuzione degli esami. Ogni giorno, mediamente, afferiscono al servizio 18 utenti. “L’attività della preospedalizzazione - spiega il coordinatore infermieristico, Fabio Riccardi - è suddivisa in alcuni aspetti fondamentali, a partire dall’accoglienza e dall’accettazione, intesa come primo contatto col paziente e con l’ascolto dei suoi bisogni e delle sue richieste. C’è, poi, l’attività tecnica di esecuzione degli esami preoperatorii, la supervisione e il controllo dell’iter pre-operatorio stesso. Infine, procediamo con un momento di comunicazione/educazione della persona alla quale spieghiamo la fase della preparazione pratica all’intervento, le modalità di ricovero nel reparto di appartenenza, tutto il processo di preospedalizzazione e, per quanto è possibile, le caratteristiche della degenza e del percorso operatorio”. Solo 2009 si sono rivolte al servizio di preospedalizzazione 2.378 persone, a cui ne vanno aggiunte altre 833 per l’attività di day surgery. “La nostra squadra - prosegue Riccardi - lavora di concerto con i servizi di anestesia, di radiologia, laboratorio analisi, cardiologia e cardiologia pediatrica. Questa organizzazione complessa ed efficiente ci permette di espletare la totalità degli accertamenti nel corso di una sola mattinata”. Il servizio di preospedalizzazione si trova al piano -1 dell’ospedale di Belcolle ed è operativo, dal lunedì al venerdì, dalle ore 7,30 alle 14,30 |
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DAL 15 MAGGIO AL 22 AGOSTO 2010 AL MUSÉE D’ART MODERNE DI SAINT-ÉTIENNE MÉTROPOLE (FRANCIA) LA PERSONALE DI OMAR GALLIANI |
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Saint-étienne (Francia), 6 aprile 2010 - Dal 15 maggio al 22 agosto, al Musée d’art moderne di Saint-étienne (Francia), si terrà la personale di Omar Galliani (Montecchio Emilia, 1954). Nello spazio del Cabinet du dessin et art Graphique, 70 disegni ripercorrono la carriera grafica di uno dei maggiori artisti italiani contemporanei. La personale, organizzata in collaborazione con Solares Fondazione delle Arti, rientra nel progetto espositivo del museo francese che, dal 2004, ha inaugurato una serie di esposizioni interamente dedicate al disegno, presentando il lavoro di artisti, la cui cifra espressiva più caratteristica risiede in altre espressioni tecniche, come la scultura (Richard Nonas) o la pittura (Arnulf Rainer). In questo modo, si vuole riabilitare il valore del disegno all’interno dello sviluppo dell’arte contemporanea, promuovendo, al tempo stesso, una nuova discussione e una nuova interpretazione di questo mezzo. Gli artisti scelti, infatti, siano essi maestri ormai riconosciuti a livello mondiale, sia giovani esponenti che si caratterizzano per una narrativa spontanea, dimostrano come il disegno sia ancora fondamentale per la loro produzione. Infatti, è attraverso il disegno, la linea pura, che passa il concetto che porterà all’esecuzione dell’opera, all’oggettivazione dell’idea. Per questo motivo, il museo francese ha scelto di presentare il lavoro di Omar Galliani. Per l’artista emiliano, infatti, il disegno è stato uno dei principali strumenti d’esplorazione, vissuto nel solco della tradizione rinascimentale, ma allo stesso tempo aperto e sensibile alle dinamiche delle più avanzate indagini artistiche contemporanee. L’esposizione, curata da Lóránd Hegyi, direttore del museo di Saint-étienne, privilegerà opere di piccole e medie dimensioni, oltre a 4 grandi carte e a 7 tavole di 2 metri di dimensione, appartenenti al ciclo esposto al chiostro di Santa Apollonia a Venezia. Le opere sono legate tra loro da una profonda visione di ricerca nel labirinto delle metafore culturali. Tra le sue carte, Galliani non riflette la contemporaneità, quanto segue una poetica artistica che va dal post-Romanticismo fino ai nostri giorni. Galliani vive una latente relazione con le suggestioni di Alfred Kubin, con quelle dei Simbolisti tedeschi e belgi (Ensor, Von Stuck), nonché si sente partecipe di quell’eredità dell’oscurità che vede in Böcklin e in De Chirico due dei suoi esponenti più accreditati, senza rinunciare all´approdo alla più stretta contemporaneità seguendo gli esempi di Gino de Dominicis e Robert Longo. Galliani usa il disegno come un’immaginaria mappa del mondo e lavora molto con le influenze che gli provengono da culture extraeuropee, in particolar modo, con quella indiana e orientale, raccolte nel corso degli anni e nelle sue numerose peregrinazioni tra oriente e occidente, dal Messico all’Africa, alla Cina. L’artista emiliano è reduce da un ciclo di mostre internazionali che lo hanno visto protagonista in prestigiosi spazi pubblici e privati come i musei d’arte contemporanea di Pechino, Tokyo, Buenos Aires, Shanghai, Kyoto, San Paolo, Città del Messico, Miami, Los Angeles. Accompagna la mostra un catalogo Silvana Editoriale. Cenni Biografici - Nato nel 1954 a Montecchio Emilia, dove vive, Omar Galliani ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna e insegna pittura all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Agli inizi degli anni Ottanta è stato esponente di spicco del gruppo degli Anacronisti e del Magico Primario. Ha partecipato a tre edizioni della Biennale di Venezia e in quella del 1984 ha avuto una sala personale nella sezione “Arte allo specchio”. Sempre negli anni Ottanta ha partecipato alla Biennale di San Paolo del Brasile e alla Xii Biennale di Parigi. Ha esposto nei Musei d’Arte Moderna di Tokyo, Kyoto, Nagasaki, Hiroshima, alla Hayward Gallery di Londra, a due edizioni della Quadriennale di Roma, alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, in quelle di Francoforte e Berlino. Negli anni Novanta il suo lavoro è stato esposto allo Scottsdale Center for the Arts dell’Arizona, alla Marian Locks di Philadelphia e alla Arnold Herstand Gallery di New York. L’artista ha inoltre presentato Feminine Countenances alla New York University e nel 2000 Aurea al Museum of the Central Academy of Fine Arts di Pechino. Ha poi esposto presso il Palazzo delle Stelline a Milano, alla Galleria Civica di Modena, al Museo d’Arte Moderna di Budapest, al Palacio Foz di Lisbona, al Pac di Milano. Nel 2003 è stato invitato alla Biennale di Praga e alla prima edizione di quella di Pechino, dove ha vinto il primo premio con tre grandi opere del ciclo Nuove anatomie. Nel 2005, all’Archivio di Stato di Torino nell’ambito della mostra Grande Disegno Italiano, un suo disegno (5 x 6,3 metri), grafite su pioppo, è stato messo a confronto con il volto dell’angelo di Leonardo, preparatorio della Vergine delle rocce, esposto alla Biblioteca Reale. A Palazzo Magnani di Reggio Emilia ha presentato la personale Nuove anatomie. Sempre nel 2005 il Museo d’Arte Contemporanea di Guadalajara (Messico) ha inaugurato una sua personale dal titolo Nuovi fiori nuovi santi e lo Spazio Mazzotta di Milano ha presentato La figlia era nuda. Dal 2006 una sua personale dal titolo Disegno Italiano ha girato in Cina i più importanti Musei d’Arte Moderna e Contemporanea, da Shangai, Chengdu, Jinan, Xian, Wuhan, Hangzhou, Ningbo, a Nanchino, Dalian, Tientsin, Capital Museum di Pechino, e ha concluso il tour alla fine del 2008 a Honk Kong nella prestigiosa galleria d’arte Schoeni Art Gallery. Sempre nel 2006 l’Università e il Museo di Caracas hanno ospitato una sua personale dal titolo Disegnarsi, che nell’aprile 2007 è stata portata al Museo Hassan di Rabat. Il Grande Disegno Italiano, la grande opera esposta a Torino nel 2005, è stata poi presentata al Palazzo della Permanente di Milano nell’ambito della mostra La bellezza nel 2006, quindi a Verona, Palazzo della Ragione, all’interno dell’esposizione Il settimo splendore. Nel giugno 2007 si inaugura la mostra Tra Oriente e Occidente. Omar Galliani e il Grande Disegno Italiano in Cina presso la sede della Fondazione Querini Stampalia, inserita tra gli eventi collaterali della 52a Biennale di Venezia. L’evento, realizzato con il patrocinio dell’Ambasciata Cinese in Italia, in collaborazione con il Ministero Italiano per gli Affari Esteri e il governo della Repubblica Popolare di Cina, vedrà la presenza dell’Associazione degli Artisti Cinesi e la collaborazione dei musei di Shanghai, Ningbo, Dalian, Xian, Hanghzou, Jinan, Chengdu e Wuhan. Nel mese di Aprile 2009 Christian Mermoud inaugura una sua personale alla galleria " Angle Art-led Attitude & Design" a Saint Paul de Vance, il 31 di luglio si inaugura sempre a Saint Paul de Vance un nuovo spazio "Angle Art e Design" , all´interno e in permanenza si apre "Space Galliani" che raccoglie in permanenza sue opere . La galleria "k 35" di Mosca apre una sua personale da Maggio a Luglio con un nuovo ciclo di opere. La Fondazione Michetti di Francavilla al Mare gli dedica una grande retrospettiva ,catalogo Allemandi. Nel Maggio e per tutta l´estate ,la galleria "Shangheie" di Shanghai allestisce una sua personale " Lontano da Xian". Sempre in quelle date a Vienna l´istituto Italiano di Cultura ospita nei propri spazi una sua personale; a Lucca a Villa Bottini e nel Museo Archeologico di Palazzo Guinigi presenta "Dalle Stanze dei Miei Disegni”. Nel 2009 è anche Venezia nella collettiva Dètournemen” nell’antico Ospizio di San Lorenzo – evento collaterale alla 53° Biennale - e Andy Warhol-omar Galliani, ospitata nel Chiostro di Santa Apollonia. In ottobre la Galleria Dep Art gli dedica un ampio omaggio retrospettivo. All’istituto italiano di Cultura di Bogotà (Colombia) si è tenuta una sua personale dal titolo 21 Dibuyos por una noche in Bogota. Il 2010 si è aperto con una mostra al Museo Borges di Buenos Aires che verrà poi ospitata da altri 4 musei argentini e, nel 2011, da istituzioni brasiliane. |
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PALAZZO MARGUTTA: DAL 9 AL 15 APRILE SBARCA LA CINA VENTIQUATTRO OPERE PITTORICHE REALIZZATE DA TRE MAESTRI DELL’ACCADEMIA CENTRALE DI BELLE ARTI DI PECHINO |
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Roma, 6 aprile 2010 – Dal 9 al 15 aprile, la Galleria “Il Mondo dell’Arte” ospita nella sua prestigiosa sede di Palazzo Margutta (Via Margutta, 55) una testimonianza significativa di pittura contemporanea cinese. A prendere parte all’esposizione (ingresso gratuito) tre Maestri dell’Accademia Centrale di Belle Arti di Pechino per la prima volta in mostra nel nostro paese: Shi Yu, Lui Shang Ying e Bai Xiao Gang. Questi artisti - “unici per l’affabilità e l’entusiasmo che mettono nel loro lavoro”, come ha spiegato il Maestro Sandro Trotti, che li segue da tempo e che ha dato un importante contribuito al loro arrivo in Italia – si servono di una pittura che, allo stesso tempo delicata ma concreta, racconta la quotidianità della terra in cui sono nati, i paesaggi sperduti che la caratterizzano, gli uomini e le donne che la abitano. E’ per dare vita a tutto ciò che Shi Yu, Lui Shang Ying e Bai Xiao Gang si dilettano a esprimersi attraverso un gioco, spesso complesso, di forme e colori (tra i quali spiccano il rosa e l’azzurro) che sembra tendere, a volte, verso l’infinito e che - a ben vedere – risulta essere, invece, l’altro protagonista presente sulla tela. In mostra in tutto 24 lavori – olii su tela di dimensioni decisamente consistenti – realizzati con una tecnica pittorica dinamica, giovane e immediata ma che, tuttavia, non risulta estranea alla secolare cultura cinese ed è, anzi, proprio figlia di quel realismo socialista tuttora vivo nella società di questo paese e per il quale la rappresentazione della realtà risulta essere anche denuncia sociale. L’arte che da quella prende vita, allora, racchiude in sé un contenuto ideologico forte ed è caratterizzata da uno stile documentario, vero e inoppugnabile, che punta a rappresentare, oltre al paesaggio, la vera condizione sociale delle classi povere ed emarginate. Rappresentata sulla tela di Shi Yu, Lui Shang Ying e Bai Xiao Gang c’è, dunque, la realtà nuda e cruda, mediata solo dall’energia e dall’entusiasmo vitale dei tre autori. Discorso a parte, tra loro, merita Liu Shang Ying: in lui una sensibilità intimistica e simbolica, quasi estranea al realismo, aleggia decisa sopra le montagne che sembrano irrompere dai suoi paesaggi. L’atmosfera dei panorami raffigurati ha una luce intensa, il colore, pulito e puro, risulta steso con decisione e sicurezza, senza alcuna meditazione intellettuale. In lui, non c’è alcun dubbio, la proverbiale disciplina e compostezza cinese, che a volte tende a limitare l’estro a vantaggio della rappresentazione, lascia il posto alla totale libertà espressiva, che non ha nessun altro limite se non lo spazio e il tempo. |
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L’ORIGINALE MOSTRA ISOLE MAI TROVATE / ISLANDS NEVER FOUND. GRANDI ARTISTI CONTEMPORANEI A PALAZZO DUCALE DI GENOVA FINO AL 13 GIUGNO. PALAZZO DUCALE, APPARTAMENTO DEL DOGE |
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Genova, 6 aprile 2010 - L’isola come metafora di vita e di ricerca è il tema che ispira la mostra “Isole mai trovate/Islands never found”, che Palazzo Ducale ospita nell’Appartamento del Doge fino al 13 giugno. Curata da Lóránd Hegyi, Direttore Generale del Musée d’Art Moderne di St-etienne – museo che ospita la terza collezione più importante di Arte Moderna di Francia – e da Katarina Koskina, Presidente del Museo di Stato di Arte Contemporanea di Salonicco, l’esposizione coinvolge artisti di fama internazionale, chiamati a interpretare, con alcune opere inedite, la propria isola mai trovata, attraverso una navigazione eterna, pervasa comunque dal dubbio se davvero quell’isola esista. Le “isole” sono infatti zone creative specifiche, uniche e individuali, nelle quali ciascuno di essi cerca di rendere oggettivo e di comunicare con il proprio linguaggio, una visione del mondo, ideologica, filosofica ed estetica. L’artista interpreta così la propria vita e il proprio lavoro con simbolismi che sono veri e propri “luoghi altri”, in uno scorrere continuo e appassionato di espressioni e incertezze, di curiosità e speranze, di attitudini e competenze. Sentimenti ed emozioni che spingono ogni artista a intraprendere una sorta di viaggio – o meglio di navigazione – seguendo la propria rotta verso nuove “isole”, alla ricerca continua del proprio spazio interiore. Come scrive Lóránd Hegyi: “Al di là di tutto, questa mostra vuole rendere omaggio a quegli artisti, uomini e donne, che sulla scia della loro creatività, illimitata e piena di impegno, e del loro inesorabile radicalismo e stravagante libertà intellettuale, sono in grado di creare situazioni e attitudini mentali innovative, e di conseguenza nuovi territori i quali, come le isole dell’immenso oceano fluttuante, evocano al tempo stesso riparo e prigionia, casa e inferno, liberazione e dissolvimento.” Oltre 70 opere, tra installazioni, video, fotografie, sculture, disegni e dipinti, conducono il visitatore in un arcipelago, dove ogni isola, trova, attraverso la rappresentazione artistica del singolo autore, i motivi, le domande, i dubbi e forse i rimandi ai significati dell’essere. Anselm Kiefer, in un dialogo fra due opere, propone la drammaticità dell’isola scomparsa, della fine dell’utopia e allo stesso tempo lancia un segno di speranza nell’indicare la capacità dell’artista di creare, di immaginare al limite della stessa utopia. Pistoletto costruisce un labirinto, forse di piccole isole immaginarie, dove il dubbio è l’elemento conduttore, la tensione intellettuale che ci spinge in una metafora continua al navigare, alla ricerca dell’isola che non c’è. Kimsooja, dà invece un’interpretazione “politica” dell’isola da trovare e con le sue opere ci rimanda al tema dell’emigrazione. La sua donna seduta su un cumulo di fardelli accatastati su un carro, vista di spalle, è costretta ad abbandonare per necessità il proprio luogo verso un altro, sconosciuto ma carico di desideri e speranze. E così in una navigazione eterna, ogni artista, Marina Abramović, Alice Aycock, Marina Bolla, Louise Bourgeois, Yves Bresson, Tony Cragg, Danica Dakić, Latifa Echakhch, Jan Fabre, Hans Peter Feldmann, Gloria Friedmann, Carlos Garaicoa, Gilbert & George, Siobhan Hapaska, Rebecca Horn, Ilya Kabakov, Anselm Kiefer, Kimsooja, Jannis Kounellis, Maria Loizidou, Richard Long, Maurizio Nannucci, Natsuyuki Nakanishi, Luigi Ontani, Dennis Oppenheim, Orlan, Michelangelo Pistoletto, Lucas Samaras, Barthélémy Toguo, Stefanos Tsivopoulos, Costas Tsoclis, Mamoru Tsukada, Gunther Uecker, Lois Weinberger. Intraprende, per questa occasione, un viaggio senza rotta, se non la propria, soggetta all’incertezza e al dubbio, libera di approdare in un territorio del desiderio, che come tale può essere irraggiungibile. La mostra è promossa e organizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, insieme al Musée d’Art Moderne di St-etienne e il Museo di Stato di Arte Contemporanea di Salonicco, in collaborazione con Solares Fondazione delle Arti. Dopo Genova, dove la mostra si inserisce nelle manifestazioni Verso la Biennale del Mediterraneo 2010, le opere saranno successivamente esposte in Grecia e Francia. |
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TACTILE GAZE TALIA CHETRIT – MAGALI REUS – DAN SHAW-TOWN ROMA 14 APRILE - 15 MAGGIO 2010 |
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Roma, 6 marzo 2010 - Un’attitudine minimalista, ovvero un lavoro di riduzione, sia delle forme, sia dei colori, alla ricerca di un linguaggio essenziale, è l’elemento che accomuna i tre artisti in mostra. Il punto di partenza non è più la creazione: l’artista è colui che trasforma, che combina, che si relaziona con lo spazio, che dispone, che esplora le superfici, che sfrutta la tecnologia per parlare di sé, in una “battaglia col linguaggio per farlo diventare il linguaggio delle cose, che parte dalle cose e torna a noi carico di tutto l’umano che abbiamo investito nelle cose” (I. Calvino). Un elemento in bilico interrompe il ritmo regolare dell’intera composizione: un panno piegato sembra essere lasciato per terra distrattamente; il processo analogico della fotografia include la possibilità di cogliere qualcosa che l’occhio non ha colto. Le foto di Talia Chetrit esplorano le possibilità della luce, dei colori, della conformazione luminosa dello spazio e indagano allo stesso tempo il medium della fotografia analogica. La pellicola sembra in grado di assorbire lo spazio circostante e di riconsegnare alla vista un aspetto segreto della sua densità. Magali Reus indaga la possibile umanizzazione dell’oggetto attraverso il conferimento a materiali industriali, spesso asettici, di un coefficiente di imprevedibilità, di un elemento straniante che ne rivela la precarietà. Gli oggetti conservano la traccia di una funzionalità che ne giustifica l’esistenza e il nuovo valore estetico che assumono in rapporto allo spazio in cui si inseriscono. I disegni dal fitto intreccio di Dan Shaw-town sembrano riprodurre la consistenza di tessuti o tele. Le geometrie regolari, che il tratto della matita definisce, contrastano con la manualità dell’esecuzione. L’azione della grafite esaspera la carta, che diventa preziosa come un’antica pergamena, o una consunta mappa geografica. |
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HOPE. TENDERNESS. RESISTANCE ELEONORA ROSSI 17 APRILE - 14 MAGGIO 2010 BOLOGNA, CONTEMPORARY CONCEPT; 1- 31 MAGGIO 2010 MASSA, PALAZZO DUCALE |
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Bologna, 6 aprile 2010 - Hope. Tenderness, Resistance è il titolo che unisce le due mostre di Eleonora Rossi, che si terranno dal 17 aprile al 14 maggio presso la galleria Contemporary Concept di Bologna e dal 1° al 31 maggio presso la Sala degli Specchi del Palazzo Ducale di Massa. Il progetto espositivo è a cura di: Francesca Baboni, Stefano Taddei, Alessandro Romanini e Valerio Dehò - autore del testo critico sul video inserito in catalogo. Di formazione accademica, Eleonora Rossi conduce la propria ricerca artistica attraverso l’utilizzo di diversi media espressivi - dalla pittura al disegno, passando per video, installazioni e fotografia - per sviluppare i temi cardine di una poetica incentrata sulla continua sperimentazione, come lei stessa afferma: “Pittura e disegno mi permettono una forma espressiva allo stesso tempo rapida, che risponde all’urgenza espressiva e assecondano la decantazione necessaria alla riflessione. Mi permettono di sperimentare attraverso il segno e il colore, stratificando acrilici, spray e bitume la dimensione spaziale, mentre il video consente di declinare i temi e le visioni connesse in una dimensione fluida, in un processo in cui è il tempo, con le sue varie implicazioni di avvenimenti e casualità il vero protagonista e la fotografia mi costringe ad un esercizio disciplinato per cristallizzare immagini pregnanti, scolpite che bloccano il tempo, l’evento per consegnarlo alla memoria”. Temi alimentati da forte tensione verso il reale che ruotano da sempre attorno alle varie declinazioni della relazione arte e vita, nei quali la componente biografica e della memoria assume una forma metaforica per trasformare la dimensione personale in una visione universale. La mostra ospitata dalla Contemporary Concept di Bologna – galleria particolarmente attenta ai talenti emergenti – sarà costituita da una video installazione dal titolo “Hope is the last to die”, affiancata da due still fotografici e dieci dipinti. Tutte le opere in mostra sono state appositamente realizzate per l’occasione e riflettono sul concetto di resistenza e di persistente ossessione. La mostra pubblica al Palazzo Ducale di Massa proporrà invece due installazioni video inedite dal titolo F/r The Water e F/r The Air, abbinate a frame fotografici e dipinti facenti parte di un ciclo più ampio dal titolo Forward/rewind. Il progetto espositivo “Hope. Tenderness, Resistance” include la pubblicazione di un catalogo con video in allegato, contenente testi critici di Francesca Baboni, Valerio Dehò, Alessandro Romanini, Stefano Taddei ed edito, nella collana Skip Intro, dalla casa editrice Shin Production. Eleonora Rossi: nata a Milano nel 1976, lavora fra Milano e La Spezia. Ha studiato all’Accademia di Brera ed ha cominciato a lavorare a Milano esponendo in collettive e personali. Ha esposto in Italia, Europa e Africa. Nell’ultimo anno, è stata protagonista di un ciclo di mostre in Italia e all’estero che includono: la partecipazione a Scope Miami e Art Paris; una personale presso la Joao Ferreira Gallery di Cape Town; le collettive “Appetite for Destruction” - Museo Nazionale di Villa Guinigi, Lucca e “Undercover” - Galleria Archimede, Roma; la presentazione di due installazioni video al Festival Suoni & Visioni e, a marzo 2010, l’esposizione di una tela di grandi dimensioni alla mostra collettiva Xxl presso il Superstudio Più di Milano. |
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